Test Sepang: fra una settimana si ricomincia...
L’inverno, per il motociclista sportivo, è brutto forte. A meno di non avere finanze da nababbo, che permettano di caricare la moto su un aereo e andare a girare dall’altra parte del mondo, i casi sono due: o ci si dà al fuoristrada, o ci si mette sul divano ad aspettare con ansia i test invernali, per avere qualcosa di cui parlare con gli amici
Mai come quest’anno, i test di Sepang (ormai, da tradizione consolidata, quelli che “aprono” l’anno) sono importantissimi. Non temo di esagerare se dico che l’importanza del loro responso si avvicina molto a quello che, nel 2004, aveva l’esito del primo test di Rossi con la Yamaha M1. Rossi, non a caso, anche qui è il protagonista di molte delle attese, ma l’interesse è perlomeno per altri quattro fattori. Andiamo con ordine…
Valentino, dicevamo, prova per la prima volta in condizioni fisiche ottimali la sua M1 gommata Bridgestone in versione 2008. Ora, il sottoscritto ha espresso più volte qualche perplessità in merito al peso delle gomme nella débacle della scorsa stagione – a mio parere, c’è stato un “responsabile” tecnico ben più pesante, ovvero un motore fiacco ad inizio stagione ed inaffidabile nella seconda metà. Valentino, pur non risparmiando i commenti sulle prestazioni velocistiche della concorrenza rispetto a quelli della propria moto, ha invece sempre identificato nei pneumatici il fattore che maggiormente gli ha impedito di esprimersi. Con caparbietà, usando tutto il suo “peso” politico, Rossi ha ottenuto la gommatura giapponese per la sua M1, scatenando anche però nel contempo una reazione fortissima da Michelin, che mai, a memoria del sottoscritto, era stata sfiduciata tanto platealmente nella massima categoria. Men che meno da un protagonista del peso di Rossi, ammesso che ce ne sia stato uno negli ultimi vent’anni.
Quest’anno, a partire dal 22 Gennaio, Valentino dovrà dimostrare di aver avuto ragione nel diagnosticare i mali della propria moto: dovrà andare subito fortissimo con le Bridgestone (quanto pagheremmo per avere in mano i cronologici delle sessioni di prova, e non i soli tempi comunicati dalle squadre…) e, soprattutto, staccare in maniera netta i compagni di marca. Magari dimostrando che, anche con un motore non brillantissimo – non ci si aspetta una rivoluzione dei valori in campo, da questo punto di vista – lui è ancora in grado di fare la differenza.
Veniamo quindi all’altro, grande interrogativo che speriamo di vedere sciolto in questa sessione di test. Stoner, che ha chiuso il 2007 con qualche caduta di troppo, è ancora l’unico a saper portare al limite la Ducati? La Desmosedici è rimasta una moto vincente solo nelle sue mani, o lo è diventata anche in quelle di Melandri, che pur avendo sempre brillato per velocità stenta ad adattarsi alle caratteristiche di guida della Ducatona? O magari, invece, la micidiale efficacia della Ducati è stata un po’ ridimensionata dalla riscossa della concorrenza, non potendo più contare sul micidiale effetto sorpresa del 2007? Non chiedete a me: sono più curioso di voi. Ma se il passato insegna qualcosa, a Borgo Panigale sanno bene come si fa a restare al top.
Il che ci porta difilato a Honda. L’esperienza del passato insegna che il colosso di Tokyo difficilmente sbaglia due volte di fila: anche quando, in passato, le sconfitte si sono accumulate per più di una stagione, non ci sono stati dubbi in merito al peso del fattore pilota rispetto a quello tecnico. A parte qualche stagione a cui ai tecnici è scappata un po’ la mano, le moto con l’ala dorata sul serbatoio sono infatti sempre state le migliori in pista.
Oggi, la faccenda è più complicata. Se è praticamente certo che l’anno scorso la moto avesse qualcosa di sbagliato – nemmeno i privati ci combinavano nulla, a differenza di quanto succedeva con la 990 – anche i piloti sono chiamati a sciogliere i dubbi che gravano sulla loro competitività. Hayden è stato bollato fin troppo spesso come onesto mestierante o poco più, Pedrosa non ha ancora convinto molti di essersi lasciato alle spalle tutte le sue “abitudini” da duecentocinquantista. Questa è la stagione della verità: dovranno lottare in primis fra di loro, per guadagnarsi lo status di prima guida. Status che non si limita a questione formale o economica: è ormai chiaro come i due abbiano esigenze diverse in termini di guida, e la “vittoria” a Sepang potrebbe far pendere definitivamente la bilancia dello sviluppo dalla parte dell’uno o dell’altro.
I due, inoltre, sono la cartina di tornasole più affidabile in merito alla riscossa Michelin di cui parlavamo sopra. La casa di Clermont Ferrand ha mostrato determinazione non solo a parole, e dopo la prima offensiva di fine anno scorso, in cui ha portato in pista coperture da qualifica che hanno letteralmente sbriciolato i riferimenti precedenti, ora è chiamata a dimostrare la stessa efficacia con i pneumatici da gara.
Infine, e scusate se è poco, abbiamo una stagione ricchissima di esordienti di lusso da tenere d’occhio. Lorenzo, Dovizioso e De Angelis, oltre al campione Superbike uscente Toseland, esordiscono in MotoGP, e hanno già dimostrato di saper andare fortissimo. Ora sono chiamati alla conferma: svanita l’atmosfera da ultimo giorno di scuola – e da boutade giornalistica, con tempone secco ottenuto in condizioni ottimali – degli ultimi test 2007, si fa sul serio. E’ il momento di capire chi potrà essere protagonista fin da subito, e magari riflettere, con un po’ di amarezza nostalgica, su quanto il progresso tecnologico abbia reso facili e sicure le regine delle due ruote. Progresso che accetteremmo più che volentieri, se solo si trovasse il modo di ridarci gare decise da duelli all’ultimo giro, e non dalla regolarità dei cronologici…
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