Il personaggio/ Scott Murray, l'uomo venuto dal nulla che sfida la forza di gravità
Nessuno, o quasi, sapeva chi fosse Scott Murray prima che due settimane fa diventasse il secondo uomo al mondo (il primo a farlo in Europa) a provare, e chiudere, un doppio salto mortale all’indietro, evoluzione da brividi compiuta con una normalissima 2 tempi Yamaha 250 (oltre 100 kg di peso) sulla rampa allestita per l’esibizione di contorno di Fiat Supercross, evento di due ruote e spettacolo svoltosi a Genova lo scorso 25 novembre. Un’impresa mica da niente, perché fino a quel momento l’unico a completare questa manovra (“Double back flip” in gergo) era stato tale David Pastrana.
Un autentico mito della disciplina, fuoriclasse di razza, non un dilettante semisconosciuto come Murray, trentunenne Scott dell’Illinois che bazzica saltuariamente il mondo delle gare come amatore, quando riesce a racimolare il denaro necessario. Quando due settimane fa s’è presentato allo show di Genova, il pubblico italiano, poco avvezzo ai pirotecnici show motoristici a stelle e strisce, non gli ha dato alcun credito, anzi: a vederlo senza sponsor e con indosso una pettorina da hockey e dei guanti da lavoro sembrava essere lì per scherzo. Unica concessione da star è una vecchia ambulanza che accompagna l’entrata in scena dello spiritoso Scott (e date le sue frequentazioni con gli ospedali di mezza America si capisce il perché).
Eppure gli organizzatori dell’evento ligure avevano avuto un’ottima intuizione a ingaggiare il funambolico statunitense, che già l’estate scorsa a Los Angeles aveva annunciato di voler strappare l’esclusiva del brivido a David Pastrana. Era successo agli XGames, popolare kermesse di tutti gli sport freestyle. Solo che allora l’impresa era sfumata per poco: Murray non aveva chiuso completamente la seconda rotazione e il suo tentativo era finito ingloriosamente all’ospedale (per l’ennesima volta) con un braccio rotto. Questa volta è andata diversamente e “Sick” (il Matto) Murray, soprannome che il motociclista si porta dietro fin dall’adolescenza, è riuscito finalmente a squarciare il muro dell’anonimato e diventare qualcuno.
Il Double back flip era considerato fino a quel momento il record dei record, un’evoluzione inarrivabile. Scott è riuscito dove altri, ben più famosi di lui, non avrebbero mai neppure osato. Lui stesso inizialmente ha faticato a rendersi conto di essere ancora intatto e di avercela fatta: "E’ stata senza dubbio la cosa più grande che ho fatto nella mia vita. Non so descrivere quello che ho provato quando mi sono reso conto di aver completato l’atterraggio. E’ come se l’adrenalina mi fosse schizzata alle stelle". Potrebbe essere la volta buona per trovare degli sponsor che gli coprano lo spazio vuoto su casco, tuta e moto e gli permettano finalmente di dedicarsi a tempo pieno alla sua passione. Niente più fiere di paese per racimolare soldi da spendere sulla moto e in spese mediche, almeno questo è quanto si augura: "Agli XGames ero considerato solo un pazzo in cerca di fortuna. In effetti qualcuno s’è accorto di me già a Los Angeles, ma ora in molti avranno cambiato opinione. Per venire a Genova mi sono pagato il biglietto aereo e ho viaggiato in classe economica".
Ha avuto la sua occasione e l’ha sfruttata al massimo, ora per Scott si aprono prospettive allettanti. Negli Stati Uniti i funamboli dei motori sono vere e proprie celebrità: scommettiamo che il corredo Corpetto da hockey-guanti da lavoro verranno rimpiazzati da un corredo da vera star? La vecchia ambulanza probabilmente no, un po’ di scaramanzia non guasta mai.
Fabrizio Lauria
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