Chi aveva individuato nel Gran Premio di Francia un punto di svolta della MotoGp 2007, e forse qualcosa di più, è stato buon profeta. La pioggia (un jolly rischioso ma sempre incombente nella storia delle corse) di Le Mans non ha stravolto i valori in campo. Ha anzi attenuato le conseguenze di una tendenza che prefigura un futuro prossimo molto diverso della realtà del motomondiale. Piaccia o no, è oramai vicina l’alba che apre un nuovo giorno del grande motociclismo, con nuovi protagonisti alla ribalta e “vecchie” stelle sulla via di un tramonto più o meno veloce a seconda degli eventi delle prossime gare.

In questo quadro, non si può non partire da Valentino Rossi, da più di un lustro il mattatore del motomondiale. Non solo un fuoriclasse fra i più grandi piloti di tutti i tempi, ma uno straordinario interprete e messaggero di uno sport che prima del suo arrivo non era mai riuscito ad allargare il pur vasto e compatto perimetro di aficionados presenti quasi ovunque nel mondo. Valentino, grazie ai suoi trionfi e alle sue doti di comunicatore, è entrato nel cuore di milioni di persone. Grazie anche agli attuali strumenti di comunicazione, i fans del “dottore” non sono solamente gli smanettoni della domenica o le ragazzine da discoteca e gli sbarbatelli da spiaggia, ma ancor più le nonne, le madri, le donne in genere, il grande pubblico senza etichette, che mai si era interessato a questo sport, nemmeno ai tempi del mitico Giacomo Agostini.

Valentino è l’icona dell’Italia “fresca” e “migliore”: vince, ispira simpatia, dà fiducia. Il centauro pesarese (al di là delle altalenanti vicende tecniche) è entrato nella fase più difficile della sua carriera. Anche dopo l’inizio di un motomondiale che non lo vede più assoluto dominatore è tutt’altro che un pilota “finito”. Il mondiale è ancora lungo. Ma il vento sembra spingere in una direzione in cui difficilmente il fuoriclasse della Yamaha riuscirà a riagguantare quell’ottavo titolo iridato già perso nel 2006 per il “volo” fuori programma nell’ultima gara. Tornerà a vincere, Valentino. Forse già sin dal prossimo appuntamento di casa, al Mugello. Ma il nuovo corso è tracciato e si può già parlare dell’avvio del “dopo Rossi”. E’ la legge del motociclismo, dello sport, della vita.

Al di là delle vicende di una gara e anche delle vicende del campionato, è iniziata una nuova era. Giovani e giovanissimi come Stoner, Pedrosa, Vermeulen, Malandri, Hopkins e altri già pronti, sono il futuro. Anzi sono già l’oggi nuovo di questo sport che deve essere pronto, se non vuole subire un contraccolpo fatale, alla uscita di scena di Vale. Le dirette tv, con tassi di audiences e picchi di share molto elevati, non consentono di vedere l’altra faccia della medaglia della MotoGp che è spettacolare ma “sguarnita”, con pochi piloti sulla linea di partenza: meno della metà dei partecipanti nel mondiale della 500 ai tempi di Ago!

Il problema non è la mancanza di piloti. I rincalzi già premono per entrare nelle grande ribalta. E’ già arduo adesso dare a tutti le moto competitive. Le corse sono soffocate dai costi. Senza i grandi sponsor sarebbe già tutto in discussione. Che farebbe la Ducati senza l’appoggio Marlboro? La stessa Yamaha senza la Fiat? Bernie Ecclestone non è il re della simpatia e della diplomazia; ma ha ragione quando invita a concentrare gli sforzi del motociclismo iridato nella MotoGp. Non si tratta di eliminare la 125 e la 250 ma di dar loro una nuova identità con diverso riconoscimento e con un nuovo regolamento (basta con i motori a 2 tempi e con cilindrate anacronistiche: le due classi devono diventare “moduli” della MotoGp, magari un monocilindrico di 200cc e un bicilindrico di 400cc sempre a 4 tempi).

Attendiamo l’”effetto” Ducati che ha rotto l’egemonia delle case giapponesi. Altri grandi nomi (italiani e non) possono giocare la grande carta delle corse: il gruppo Piaggio (con marchio Galera o Aprilia), la MV Agusta (già pronta per la Superbike) e la Benelli “cinese”, addirittura la Moto Guzzi, per non dire della Bmw. La MotoGp spinge il mercato delle due ruote ed è uno strordinario veicolo di comunicazione internazionale per le aziende sponsor. Avanti, c’è posto!

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