Stoner…canguro imprendibile
Il parroco di Tavullia ha suonato lo stesso le campane anche se Valentino Rossi nella quarta tappa del motomondiale a Shanghai agguanta con i denti solo la piazza d’onore e concede altri cinque punti di vantaggio a Casey Stoner…canguro imprendibile, al suo terzo salto vincente stagionale. Quindi, gara e classifica iridata a fotocopia: primo e primo l’australiano della Ducati (che vola a 86 punti); secondo e secondo l’italiano della Yamaha (che s’accuccia a 71 punti). L’elastico si allunga a danno del pesarese: meno 15 punti.
La corsa, tesa e dura sul piano agonistico per le sciabolate del binomio di testa, non ha avuto storia sul piano tecnico per il gap della Yamaha e delle altre moto Made in Japan nei confronti della Ducati. In effetti se è vero che questa prima fase del campionato 2007 dimostra che la MotoGp non ha più un padrone assoluto, anche se Vale resta il più forte in pista, la novità di straordinaria importanza riguarda le moto, cioè le Marche in lizza.
Dagli inizi degli anni 60, per la prima volta nella storia del motociclismo della massima cilindrata da Gran Premio, una Casa italiana, la Ducati, guida le danze, mettendo in riga i colossi giapponesi di Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki. Si dirà: e la MV Agusta? Quella della Casa varesina è un’altra storia, straordinaria ma difensiva e alla fine soccombente verso le Marche del Sol Levante, fra l’altro non impegnate in blocco come nella attuale MotoGp. La Casa di Borgo Panigale è la vera novità che ha scompaginata le carte della MotoGp e agita i giapponesi. Il bolide rosso, insieme alla Ferrari in Formula uno, diventa nel mondo l’espressione più alta delle capacità tecnologiche, industriali e umane del Made in Italy. E’ la dimostrazione che una piccola factory può tener testa e addirittura sopravanzare colossi mondiali di ben altra portata. La ricaduta positiva per l’immagine dell’Italia è sotto gli occhi di tutti, forse meno di quelli del governo e della politica.
Tornando alla corsa in terra cinese con il pacchetto Stoner(pilota)-Ducati(moto)-Bridgestone(gomme) sugli altari (resta sottotono l’altro ducatista Capirossi) e con la riconferma del talento di Valentino, pesa la crisi Honda, oggi solo quarta con Pedrosa e con dietro, sempre molto dietro, il Campione del mondo Hayden. Si punta l’indice, con qualche ragione per la verità, contro i piloti, sotto il tiro anche della sfortuna con cadute ed errori di cui non portano sempre piena responsabilità Elias è il più deciso ma anche il più strambo, esagera e vola via, come oggi a Shanghai.
E gli altri? Pedrosa, Hayden, Melandri, a parte qualche sprazzo, sono troppo sulla difensiva. Alla Honda serve una scrollata decisa e immediata, specie adesso che anche la Suzuki marcia bene come dimostra l’odierno bel terzo posto di Hopkins. Il circus smonta le tende per approdare il Europa. Tutto è ancora possibile. Sono belle corse ed è un bel campionato. A che serve sognare sul binomio tutto tricolore Rossi-Ducati? Per adesso meglio godersi quel che passa il convento. E non è poco.
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