Juve: pari e niente Europa
La speranza si chiama Conte
I bianconeri a Torino rimontano due volte il Napoli, ma chiudono una stagione disastrosa senza un successo: finisce 2-2. A segno Maggio, Chiellini, Lucarelli e Matri. Juve senza Europa per la prima volta - sul campo - dalla stagione 1990-91, quella di Maifredi. E Marotta volta pagina: "Conte lo ufficializziamo a giorni"
MILANO, 22 maggio 2011 - È finita. L'unica buona notizia - in casa Juventus - arriva al triplice fischio finale. Una stagione disgraziata, la peggiore degli ultimi 20 anni, risultati alla mano - si è chiusa stasera all'Olimpico di Torino. Basta, sipario. Certo, i tifosi bianconeri hanno dovuto soffrire fino all'ultimo: complice un'altra prestazione deludente. Contro le riserve del Napoli - terza forza del campionato - è finita 2-2. Nonostante gli avversari non avessero niente da chiedere. Al gol di Maggio ha risposto Chiellini. Poi le reti di due attaccanti, Lucarelli e Matri, chissà perchè partito dalla panchina, hanno chiuso conti e campionato, di tutti. Un torneo favoloso, oltre ogni previsione, per i partenopei. Che ora sperano che Mazzarri e De Laurentiis continuino l'avventura fianco a fianco. Un torneo da incubo per la Vecchia Signora. Culminato con un risultato che suggella un verdetto impietoso: Juve fuori dall'Europa per la prima volta (Calciopoli esclusa) dalla stagione 1990-91. Allora l'allenava Maifredi.
ARRIVA CONTE — Adesso Delneri, che è durato quanto il suo storico predecessore, un campionato. Non sarà più l'allenatore della Juve. Per forza. Lo dice la classifica, inaccettabile, e la storia del club. E lo ha annunciato lui stesso in settimana. Marotta è andato oltre, indicando il suo successore, senza tatticismi, finalmente: "Conte? Lo ufficializzeremo nei prossimi giorni". La Curva Scirea ha benedetto l'ingaggio con uno striscione prepartita: "Antonio Conte il nostro allenatore". E così sia.
MAZZARRI E DEL PIERO — La gara la Juve aveva un motivo per vincerla: provare a sperare in un miracolo, la sconfitta della Roma, nell'altro Olimpico, quello della capitale, contro la retrocessa Sampdoria. In quel caso, i tre punti avrebbero significato aggancio, e grazie agli scontri diretti favorevoli, l'aggancio pure all'ultimo vagoncino per l'Europa, quella di seconda classe, quella dell'Europa League. E però la vittoria non è arrivata. Perchè se la Juve quest'anno è arrivata settima in campionato un motivo c'è, e poi perchè Mazzarri che sembrava candidato - lui sì, ben prima di Conte - a sostituire Delneri, ha provato a farsi rimpiangere pur senza essere mai diventato bianconero. Come a dire: "Ecco quel che vi siete persi". Cioè una squadra tosta, tonica, che ha giocato meglio, pur fuori casa, pur senza esigenze di classifica da appagare, e soprattutto senza il trio delle meraviglie Cavani-Lavezzi-Hamsik. L'argentino e lo slovacco sono entrati nella ripresa, l'uruguaiano era squalificato. Senza gli avanti titolari, a trovare la porta ci ha pensato Maggio, con un colpo di testa, da attaccante di razza. La Juve ha risposto con un difensore, Chiellini, in mischia, sugli sviluppi di un angolo. Quindi Lucarelli ha segnato, di testa, emulato di piede da Matri, inizialmente sacrificato da rimpiazzo per Toni, titolare. È significativo che il migliore in campo, di una buona spanna, tra i bianconeri sia stato un quasi 37enne, Del Piero, più che mai l'emblema dell'orgoglio bianconero. Ha lottato, corso, colpito due traverse. Attorno a lui e al baby Boniperti - sì, è il nipote di Giampiero - il deserto. E solo un miracoloso Buffon, nel finale, ha evitato la tredicesima sconfitta stagionale. Conte avrà tanto da lavorare. Ma la tifoseria della Juve nel momento più nero almeno si aggrappa al futuro. Ad una speranza che ora ha un nome, appunto Antonio Conte.
Riccardo Pratesi
Fonte:
gazzetta