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SUPERSAGGIO
Bogdani beffa il Lecce
Il Cesena pareggia al 94'

I pugliesi giocano meglio e passano con Corvia nel primo tempo. Nella ripresa Rosati para un rigore a Budan e all'ultima occasione del match l'attaccante albanese firma il pari

LECCE, 30 gennaio 2011 - La peggiore delle beffe. Il Lecce gioca meglio, passa in vantaggio dopo pochi minuti e sfiora il raddoppio in varie occasioni, ma al 94' deve accontentarsi di dividere la posta in palio con il Cesena, diretta rivale nella lotta per la salvezza. La beffa ha un nome ben preciso: Erjon Bogani. Suo lo stacco decisivo su cui Rosati (che qualche minuto prima aveva parato un rigore a Budan) nulla può. Di Corvia il gol del vantaggio giallorosso nel primo tempo. Lecce al quarto risultato utile consecutivo (e terzo 1-1 di fila). Nel Cesena, che invece ritrova un punto dopo tre ko, gli ammoniti Lauro e Colucci salteranno la prossima sfida-salvezza, in programma mercoledì sera con il Catania.


SEI PUNTI — Per quella che doveva essere "una partita da sei punti", De Canio cambia poco rispetto al pari di Firenze. Costretto a rinunciare a Di Michele (problemi muscolari), il tecnico rilancia Corvia in coppia con Jeda; alle loro spalle Olivera. Dietro gioca Ferrario al posto di Gustavo, non in perfette condizioni. Cambia qualcosa invece Ficcadenti, che può contare su Jimenez e Giaccherini e sceglie Bogdani al posto di Budan.

VOLA CORVIA — Si parte e bastano pochi istanti per capire che il Lecce farà di tutto per vincere. Primo minuto: palla in verticale per Corvia, che calcia male da buona posizione sul disturbo di Von Bergen. Secondo minuto: tiro cross pericoloso di Olivera su cui lo stesso Corvia non arriva per un soffio. Ce ne vogliono undici di minuti prima che arrivi il vantaggio. Firmato dall'attaccante cresciuto nelle giovanili della Roma, di testa, dopo un corner di Olivera e un tentativo di salvataggio disperato sulla linea di Ceccarelli.


CHANCE MANCATA — Dopo la sfuriata dei primi minuti e ottenuto il vantaggio, il Lecce arretra un po' il baricentro, difende con ordine e cerca di colpire gli ospiti in contropiede. Riuscendoci quasi con Olivera, sul cui destro risponde bene Antonioli, ma soprattutto con Corvia, che manca il raddoppio da due passi dopo un altro corner di Olivera. Fino alla mezz'ora il Cesena non si vede. Ci vuole un'amnesia di Vives, fino a quel momento perfetto il mezzo al campo, per rianimare i romagnoli: Jimenez gli soffia palla in area e mette dentro un pallone su cui Bogdani ha la colpa di non crederci. Il cileno è il più vivo dei suoi e nel finale del tempo mette qualche brivido all'attenta difesa pugliese.

NON BASTA ROSATI — Nella ripresa il Cesena si riversa in avanti alla ricerca del pari, con convinzione ma poca lucidità. Ficcandenti fa subito un doppio cambio: Budan e Dellafiore per Caserta e Lauro. Il Lecce non si scompone e riesce a tenere palla quando riparte con Olivera e Jeda. Non si vedono grosse occasioni, fino al minuto 37, quando Bergonzi vede un fallo di mano di Tomovic in area (sicuramente involontario). Dal dischetto va Budan, che si fa ipnotizzare dall'ottimo Rosati. Sembra fatta per i pugliesi, che resistono fino al 94', quando Bogdani salta più in alto di tutti sul cross di Ceccarelli.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
30/01/2011 20:11
 
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SUPERSAGGIO
L' incontro Bologna-Roma è stato sospeso al 16' del primo tempo per impraticabilità del campo a causa della neve e del ghiaccio sul terreno di gioco.
30/01/2011 23:31
 
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SUPERSAGGIO
Juve, è crisi nera
Perde 2-1 con l'Udinese

I bianconeri perdono all'Olimpico di Torino contro la squadra di Guidolin: alla splendida rete di Marchisio rispondono di gol di Zapata e Sanchez. I friulani sorpassano in classifica la squadra di Delneri, settima e momentaneamente fuori dall'Europa. Espulsi Bonucci e Sanchez

MILANO, 30 gennaio 2011 - La Juventus affonda in casa con l'Udinese. Se il pari scialbo con la Samp era stato un campanello d'allarme, e la sconfitta con la Roma in Coppa Italia un k.o. che privava i bianconeri dell'unica opportunità rimasta di alzare un trofeo a fine stagione, la sconfitta con l'Udinese è sinonimo di crisi nera. SI complica anche la corsa alla Champions League, e, anzi, a dirla tutta, pure quella all'Europa League. Sotto i colpi di un'Udinese che esce fuori alla distanza atleticamente, conferma l'ottimo momento, e si rilancia per la volata lunga per l'Europa, proprio ai danni dei bianconeri di Torino, superati in classifica. Delneri ieri ha dichiarato in conferenza stampa che la stagione bianconera è finora in linea con i programmi societari, ma con il passo falso di stasera rotola al settimo posto in classifica, momentaneamente fuori anche dall'Europa versione 2011-12. E già fuori da Coppa Italia e dall'Europa League. Guidolin invece se la ride: anche quando Di Natale non segna e viene sostituito, i suoi sono in grado di fare l'impresa.


SBADIGLI — Il primo tempo non è certo granchè. Per la Juve non è una novità, reduce dalle prestazioni modeste contro Sampdoria e Roma, mica è facile invertire la rotta dopo tante mazzate incassate uan dietro l'altra, in questo 2011, mentre dall'Udinese, che arriva all'Olimpico sulle ali dell'entusiasmo dopo la vittoria sull'Inter, ci sarebbe da attendersi di più. Ma dopo un buon inizio - durante il quale sfruttano bene le fasce - i friulani si adeguano al grigiore generale. Sarà il cielo di Torino, il freddo, con il nevischio che di certo non aiuta lo spettacolo, sarà che il "primo non prenderle" impera, perchè i punti sono fondamentali nella lotta per l'Europa della prossima stagione. Fatto sta, che le palle gol sembrano diventate più rare dei panda. Chiellini si fa sentire con Sanchez, che allora gira a largo, come Di Natale; dall'altra parte Martinez lotta, ma, stringi stringi, non tira in porta. L'unico attaccante a fare perlomeno partita pari con i difensori è il solito Del Piero, cui non si può più chiedere di essere un fulmine, ma che almeno centra la porta con un sinistro velenoso dalla distanza su cui Handanovic si rifugia in angolo. La Juve chiude meglio il primo tempo, ma proprio in chiusura arriva l'occasione migliore per gli ospiti, con Isla che conclude a lato. Poco gioco, un'occasione per parte: è la fotografia dello 0-0 dopo i primi 46'.


BOTTA E RISPOSTA — La ripresa è tutta un'altra cosa. E meno male. Entrano più in partita i numeri dieci, Del Piero e Di Natale, che sfiorano il gol personale di un soffio. Per il capitano dell'Udinese sarebbe stato il 100° gol in serie A con il club di Pozzo. Ma la rete spettacolare la trova non un fantasista, ma un mediano dai piedi nobili: Marchisio. Il centrocampista bianconero incendia la partita con una mezzarovesciata da appena dentro l'area avversaria. Gol meraviglioso. Da fenomeno. E Juve in vantaggio. L'Udinese non si scompone, per niente. Pareggia subito, con Zapata, in mischia, dopo una paratona di Buffon su Di Natale.

DECIDE SANCHEZ — El nino maravilla vince la partita con un gol da centravanti puro, nel finale, a centroarea, su assist del maratoneta Isla. La Juve cade sulle ginocchia. Non bastano le urla di Buffon, l'esempio di Del Piero, qualche mischione nel recupero. La Juve crolla come un sasso. Impotente. Ad oggi, fuori dall'Europa.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
31/01/2011 12:34
 
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SERIE A 2010/2011 22ª Giornata (3ª Ritorno)

Anticipi del 29/01/2011
Lazio - Fiorentina 2-0
Catania - Milan 0-2
Incontri del 30/01/2011
Brescia - Chievo 0-3
Bologna - Roma sosp
Cagliari - Bari 2-1
Genoa - Parma 3-1
Inter - Palermo 3-2
Lecce - Cesena 1-1
Napoli - Sampdoria 4-0
Juventus - Udinese 1-2

Classifica
1) Milan punti 47;
2) Napoli punti 43;
3) lazio punti 40;
4) Inter(*) e Roma(*) punti 38;
6) Udinese punti 36;
7) Juventus punti 35;
8) Palermo punti 34;
9) Cagliari punti 29;
10) Chievo, Genoa(*) e Sampdoria(*) punti 27;
13) Bologna(-3)(*), Fiorentina(*) e Parma punti 25;
16) Catania punti 22;
17) Lecce punti 21;
18) Cesena punti 20;
19) Brescia punti 18;
20) Bari punti 14.

(-3) punti di penalità
(*) una partita in meno

Fiorentina-Inter sarà recuperata il 16 Febbraio 2011
Sampdoria-Genoa sarà recuperata in data da definire
Bologna - Roma sospesa al 16' del p.t. sul risultato di 0-0
02/02/2011 00:16
 
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Il Milan sbatte contro un muro
Con la Lazio finisce 0-0

Nell'anticipo serale della 23ª giornata di serie A la capolista non trova la rete, non capitalizzando le tante occasioni create. Doppio palo di Ibrahimovic, salvataggio sulla linea di porta di Biava su Robinho. Infortuni per Bonera e Legrottaglie

MILANO, 1 febbraio 2011 - Il Milan incespica sulla Lazio e fa allargare il sorriso alle rivali che tra domani e giovedì avranno la possibilità di dare uno scossone al campionato. Ma lo 0-0 finale sta stretto al Milan che fa i conti con almeno sei clamorose palle gol, anche se ai biancocelesti va dato il merito di non perdere mai la testa e mantenere la giusta concentrazione per condurre in porto un prezioso pareggio. Il più sfortunato della partita è stato comunque Legrottaglie che ha esordito nella ripresa, al posto dell'infortunato Bonera, ed è uscito in barella dopo 39' per una brutta botta alla testa procuratagli da uno scontro con Kozak. Ma il mezzo passo falso del Milan contro una diretta rivale sottolinea, eccezion fatta per la vittoria nel derby, l'incapacità dei rossoneri tra le proprie mura di fare la differenza, come accaduto con Juventus e Roma.


THIAGO AVANZA — Catania è un bel ricordo. Per Massimiliano Allegri ciò che conta è il divenire. A cominciare dalla Lazio. Partita da vincere, dice, perché poi per conquistare il campionato basteranno altri 10 successi. Ormai votata al sacrificio, la squadra rossonera dalla difesa a centrocampo vive di improvvisazioni. Riecco Thiago Silva in mezzo alla linea mediana, che in un periodo di vacche magre rappresenta un miracolo calcistico. Il brasiliano gioca tra il rientrante Flamini e Emanuelson, mentre davanti a Robinho, Ibra ritrova Pato.

VAI HERNANES — Non sta meglio la Lazio. Edy Reja però non specula, e nonostante i numerosi forfait propone un 4-3-1-2 molto offensivo con Hernanes alle spalle di Kozak e Sculli. Atteggiamento subito confermato da Ledesma che esplode il destro dal limite; Abbiati si fa trovare pronto nonostante la finta di Bonera. La risposta arriva subito con un bel triangolo fra Robinho e Ibra con cross in area, dove però non ci sono compagni. Appare comunque evidente il desiderio di giocarsela al pari del Milan, perché la Lazio fa pressing, anche se negli ultimi venti metri va in confusione.


AHI EMANUELSON — I rossoneri rispondono sull'asse Thiago Silva-Emanuelson, l'unico in grado di aprire varchi, in attesa del risveglio di Pato che se fa una cosa giusta, ne sbaglia altre cinque. Come al 20', quando pasticcia su un grande recupero di Thiago sempre pronto a far ripartire la squadra. Al 21' Flamini si ritrova al limite la palla gol fra i piedi; il sinistro del francese è sbilenco e con la porta spalancata tira alto. Al 27' Ibra va a colpo sicuro di testa, ma la palla carambola su Biava e poi in angolo. Evidente che sia il Milan a incidere di più, anche se i rossoneri evidenziano problemi di mira. Occasioni come quella capitata al 36' a Emanuelson in mezzo all'area, su bel tocco di Ibra, con palla altra sopra la traversa, grida ancora vendetta. L'olandese resta comunque una gradevole sorpresa. E' lui, con Flamini, a lavorare sui fianchi la Lazio, che arretra di parecchi metri e punta a cogliere l'attimo. Reja chiede più sovrapposizioni agli esterni, sorvegliati a vista dalla difesa rossonera, dove Yepes fa la differenza. Ma la cronaca scarna del primo tempo disegna perfettamente la mediocrità di una sfida senza passione in cui a tratti incide la stanchezza e che fa pari e patta fra i trequartisti, perché sia Robinho sia Hernanes vagano senza una meta precisa.


DA UN PALO ALL'ALTRO — La ripresa scatta con Legrottaglie al posto di Bonera, alle prese con un leggero infortunio, e un Milan più veloce e avvolgente. La spinta dei rossoneri sembra avere la meglio, ma la Lazio resiste stoicamente. Al 6' è la sfortuna, o meglio una combinazione di casi a dire di no a Ibra, il cui potente destro sbatte sul palo alla destra di Muslera e carambola sull'altro. Al 7' è Flamini a non imprimere potenza a un facila diagonale. Il trittico delle incredibili occasioni culmina all'8' quando Ibra spadroneggia in area e conclude a fil di palo. Superata la crisi, la Lazio rallenta il ritmo, con il preciso scopo di infilare il Milan in contropiede. Al 18' Allegri decide di richiamare lo spento, abulico, indisponente Pato, per cercare la giocata vincente con Cassano. E' il barese al 25' a lancia Ibra che vede a destra Robinho: il tiro del brasiliano supera Muslera, ma non Biava che salva sulla linea. Il tiro al bersaglio non ha fine. La Lazio, con le forze fresche di Bresciano e Mauri (fuori Gonzalez e Sculli) argina il pressing dei rossoneri che al 39', sacrificano l'ennesimo giocatore: proprio Legrottaglie, che lascia a Sokratis dopo uno scontro con Kozak. Ibra, Emanuelson ci provano ancora, ma non è proprio serata: a conti fatti San Siro si conferma bestia nera. Per la Lazio terra di conquista.

Fonte: gazzetta
03/02/2011 00:15
 
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Grande Chievo: battuto il Napoli
La banda Mazzarri scivola a -5

Splendido 2-0 dei veronesi agli azzurri che si allontanano dalla vetta. Grande prova dei ragazzi di Pioli in gol con Moscadelli e Sardo

VERONA, 2 febbraio 2011 - Napoli non pervenuto. Nella serata ideale, Cavani e compagni perdono la grandissima occasione di avvicinarsi al Milan, incappando in una netta e meritata sconfitta in casa del Chievo che dopo il 3-1 dell'andata infligge ai campani un 2-0 tondo tondo. In gol Moscardelli e Sardo, senza dimenticare altre tre occasioni limpide fallite dai veroni in contropiede.

PIOLINON SBAGLIA NULLA — Occorre avere lucidità e freddezza quando si deve rincorrere una vittoria che può portarti a soli due punti dalla vetta. Walter Mazzarri catechizza i suoi all'insegna della gara offensiva e infatti il Napoli parte con grande personalità, senza però fare i conti con il perfetto congegno preparato da Stefano Pioli. Il tecnico propone difesa e centrocampo imbottiti con lo scopo di sbarrare la strada alle menti azzurre. Pressing sui portatori di palla, marcatura a uomo su Zuniga e Cavani, difesa molto bassa. Ma soprattutto contropiede veloce e straordinaria capacità di dominare sulle fasce.


SBALLO MOSCARDELLI — I gialloblù dapprima cercano di confondere gli azzurri sull'affollata linea mediana, per poi ripartire affidandosi a Fernandes e all'instacabile Pellissier. Ed è proprio il valdostano a tagliare in due il Napoli, sorpreso dalla veemenza dei veronesi, ma anche dalla forza fisica dell'avversario. Nasce così al 20' il vantaggio del Chievo. Il capolavoro è doppio: di Pellissier che dalla sinistra con un lancio geometrico trova Moscardelli defilato a destra. Splendido stop di destro e quindi sinistro a giro che si infila sul secondo palo di De Sanctis. Il gol destabilizza gli azzurri che non riescono a cavare un ragno da buco. Come si sente la mancanza di Lavezzi, la sua capacità di penetrare centralmente e confezionare palle da mettere in rete.

TANTO CHIEVO — Il Napoli si scuote e cerca alternative per trovare varchi nel Chievo. Ma è davvero dura, perché il sacrificio è la parola d'ordine dei veneti pronti ad arretrare per dare manforte alla difesa. I tempi sono perfetti: la manovra difensiva, la ripartenza e il pressing non hanno sbavature. Inevitabile a questo punto il rischio: i ragazzi di Mazzarri si scoprono per regalare praterie ai padroni di casa che potrebbero raddoppiare. In un momento di autentica bambola, infatti, sull'ennesimo lancio in profondità, Pellissier trova l'ostacolo di De Sanctis in uscita. La palla respinta arriva a Moscardelli che da una ventina di metri liscia con la porta vuota. Il Napoli si congeda dal primo tempo perfetto del Chievo con un'occasione sciupata da Cavani che vede Sorrentino fuori dai pali, ma sbaglia completamente la conclusione.


CI PENSA SARDO — Mazzarri corre ai ripari e riparte al 46' con Lucarelli al posto di Zuniga. Ma è ancora il Chievo a stupire. Come lascia esterefatti il raddoppio di Sardo al 5'. Lui, napoletano di nascita, conquista di petto una palla nella trequarti centrale, supera tre difensori, irrompe in area e di esterno destro trova il 2-0. Il Napoli carica con tutte le sue forze e rischia il tracollo in contropiede sempre sull'asse Pellissier-Moscardelli, con Fernandes pronto a dare una mano. Straordinario il lavoro dello svizzero di Capoverde, bravo a rientrare e fare il difensore, per poi rilanciare la manovra offensiva. Pioli inserisce Constant per Bogliacino, mentre Mazzarri replica con Sosa per Gargano. Ma è ancora il Chievo a mancare il 3-0 con Pellissier che sbaglia in area ciò che sa fare a occhi chiusi.

OCCASIONE PERDUTA — Il Napoli è in chiara difficoltà, al punto da non riuscire a placare la voglia matta di un Chievo che riesce nell'impresa di schiacciare il Napoli nella sua trequarti a lungo. Quasi inverosimile la serata no degli azzurri che si svegliano troppo tardi. Al 35' Cavani fa qualcosa da matador sfiorando di testa il palo. Ma dopo il k.o. di Andreolli (dentro Cesar), fuori in barella dopo uno scontro con Sorrentino, è ancora la squadra di casa a mancare il 3-0 con Moscardelli che fallisce il più facile dei gol davanti a De Sanctis dopo l'ennesimo contropiede. Poi l'adrenalina del Chievo fa la differenza; utile per mantenere il risultato e lasciare in embrione la rimonta degli azzurri.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
03/02/2011 00:18
 
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Eder ferma la Roma
Non basta Borriello

All'Olimpico finisce 1-1: dopo un primo tempo lento i giallorossi si svegliano con l'ingresso di Menez. Traverse di Vucinic e Totti ma nel finale arriva anche quella di Lanzafame

ROMA, 2 febbraio 2011 - L'effetto Iachini si fa sentire. Subito. Il Brescia all'Olimpico fa la sua partita attenta e concreta e trova un punto d'oro. La Roma impiega un tempo a capire come affondare il colpo: il tridente Totti-Borriello-Vucinic non basta, Ranieri nella ripresa inserisce anche Menez e le cose migliorano. Ma alla fine si contano due gol, Borriello e Eder, e tre traverse, Vucinic, Totti e Lanzafame. Per i giallorossi, visti i risultati delle altre in cima alla classifica, un'occasionissima buttata. E domenica c'è l'Inter.


BRUTTO PRIMO TEMPO — Il primo tempo ai punti va al Brescia, senza Caracciolo e con Sereni k.o. nel riscaldamento. In campo va Arcari e non deluderà. Tatticamente Iachini vince infatti la sfida con Ranieri: il 3-5-2 degli ospiti, attentissimi a chiudere tutti gli spazi e rallentare il ritmo di gioco (il possesso palla è per il 51,6% biancazzurro), si traduce nell'annullamento totale dell'offensiva romanista nei primi trenta minuti. Nel Brescia Zambelli e Diamanti vanno più volte vicino al tiro, ma la prima conclusione in porta, tra l'altro non pericolosa, arriva al 26' con un tiro dalla distanza di Eder. Poi un tiro al di Zambelli e poco altro. Dopo la mezzora la Roma ha un parziale risveglio: prima Bega chiude bene su Borriello lanciato a rete, poi ci provano Vucinic (in rovesciata), Borriello e Juan (di testa) e Cassetti (botta da fuori). Ma è comunque troppo poco per una squadra che punta al titolo e lotta in casa contro la penultima in classifica.


CAMBI AZZARDATI — Ranieri cambia. E anche questa volta la mossa sembra rivelarsi azzeccata. Dentro Menez al posto di Simplicio, Roma superoffensiva con quattro punte in campo. Ma la differenza si vede. I giallorossi al 7' vanno vicinissimi al gol con Vucinic (servito dal francese) che coglie in pieno la traversa. Un minuto dopo un tiro insidioso di Riise spaventa Arcari, quindi è Totti a sfiorare il vantaggio. Il gol alla fine arriva, al 13': palla lunga per Vucinic, un rimpallo favorisce Borriello che di potenza trova la sua decima rete di questo campionato. ll Brescia deve cambiare gioco, aumentano gli spazi e la Roma ne approfitta. Al 19' coglie la seconda traversa della serata, questa volta con Totti su punizione. Iachini non può restare a guardare: dentro Lanzafame, fuori Zanetti. E al 24' ecco il pareggio: lancio preciso di Hetemaj, salta indisturbato Eder che di testa supera Julio Sergio. Un minuto dopo il Brescia sfiora il raddoppio proprio con Lanzafame: botta dalla distanza e gran parata di Julio Sergio che manda in angolo. Tutto da rifare per la Roma che si ritrova davanti il muro bresciano del primo tempo. E infatti combina poco, a parte qualche bella giocata di Menez. L'occasione d'oro per vincere capita invece ancora sui piedi di Lanzafame che allo scadere, lanciato in contropiede, si trova solo davanti a Julio Sergio e colpisce in pieno la traversa. Un pareggio che alla fine sembra star stretto a tutti.

Elisabetta Esposito

Fonte: gazzetta
03/02/2011 00:22
 
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Juve, ancora una sconfitta
Il Palermo stavolta tiene: 2-1

I bianconeri perdono per la 3ª volta di fila, dopo Roma e Udinese. Reagiscono alle reti di Miccoli e Migliaccio, ma non vanno oltre il gol di Marchisio. Negato alla squadra di Delneri un rigore per mani di Bovo, Matri non concretizza un paio di occasioni. I rosanero - dopo la beffa di San Siro - amministrano il vantaggio: Vecchia Signora sorpassata in classifica

MILANO, 2 febbraio 2011 - Il Palermo stavolta chude il cerchio e lascia l'incompiuta, quella vissuta a San Siro con l'Inter, a Matri, che toppa l'esordio in bianconero. Palermo-Juventus si riassume così, andando oltre il 2-1 finale targato Miccoli e Migliaccio, cui ha risposto, solo in parte, Marchisio. I rosanero incantano nella prima mezz'ora riprendendo il filo lasciato nei primi 45' contro l'Inter, poi sono di nuovo costretti a stringere i denti, ma stavolta portano a casa il successo. Che vale il sorpasso in classifica, che significa settimo successo di fila in casa ed Europa (League) più vicina. La Juve perde ancora. Per la terza volta di fila, dopo i tonfi con Roma (coppa Italia) e Udinese. Stavolta non è una disfatta, l'encefalogramma non è piatto. L'orgoglio si è visto, le gambe hanno risposto. Ma il gioco resta un optional, e il contrasto tra l'esordio di Pazzini con l'Inter e quello di Matri in maglia bianconera è una mazzata per i tifosi della Vecchia Signora: l'attaccante nuovo acquisto si fa trovare due volte al posto giusto al momento giusto, ma sbaglia in maniera clamorosa. Juve ottava, adesso.


DOPPIA M — Il primo tempo è a due facce. La prima è quella del Palermo: sbarazzina, estrosa, divertente come i suoi giovani fantasisti Ilicic e soprattutto l'iluminato Pastore. Che inventa il lancio a tagliare il campo per Miccoli: Grygera si addormenta, il Romario del Salento lo semina in velocità e trafigge tra le gambe Buffon. Il Palermo insiste. Incattivito dalla beffa di San Siro, galvanizzato dal tifo del Barbera e dall'impotenza bianconera. Il 2-0 arriva grazie al marchio di fabbrica di Migliaccio: il colpo di testa. Su azione d'angolo: la Juve marca a zona, anzi non marca, Migliaccio prende il tempo a Chiellini: et voilà, la frittata bianconera è fatta. Palermo avanti di due reti, come contro l'Inter.


REAZIONE JUVE — Stavolta però la Juve, fotocopia per mezz'ora di quella molle vista contro Roma e Udinese, reagisce. Orgogliosa. Matri si divora un gol a tu per tu con Sirigu, che lo ipnotizza in uscita, ed è facile immaginare i commenti degli juventini a casa, davanti alla tv. Il contrasto tra il suo esordio e quello di Pazzini è stridente, come le unghie puntate su una lavagna. Ma la Juve non si arrende. Neanche quando l'arbitro Morganti prende un abbaglio clamoroso sul mani di Bovo in area, non sanzionato con un rigore evidente. Marchisio si rifiuta di perdere così. E segna il secondo gol di fila, dopo quello all'Udinese: stavolta con un sinistro preciso, all'angolino, La gara si apre: Pastore sfiora la terza rete, Matri va a terra su un pallone invitante che poteva valere il pareggio. Squadre all'intervallo sul 2-1: gara piacevole ed aperta.


FORCING JUVE — Che parte fortissimo nella ripresa. Krasic è a tratti un uragano, anche se fuori stagione, la sua è stata a inizio campionato. Matri ha un'altra palla buona a centroarea: spara su Bovo. Dopo un quarto d'ora il vento bianconero si attenua, allora Delneri prova a issare vele nuove, per portare la nave bianconera in porto illesa, qui nel mare siciliano: dentro Sissoko e Martinez per Aquilani e Matri. Cambi che faranno discutere: dentro un mediano per un regista e fuori il nuovo acquisto, che vede così concludersi il suo debutto come un'incompiuta. Il Palermo ora è meno bello, ma anche meno disattento che a Milano. Soffre, testa bassa e gambe sempre in movimento. Pastore quando parte in dribbling in velocità, palla al piede, è imprendibile: Miccoli non gli toglie gli occhi di dosso e si muove in base alle incursioni dell'argentino, aspettando sempre la palla buona. Che arriva, ma lui conclude alto, con Buffon a terra, già battuto. La gara resta bella: Sirigu fa il miracolo su una conclusione ravvicinata di Martinez. Stavolta la difesa tiene: sarà contento pure Zamparini. Così come uno stadio festante: il Palermo è sempre bello e stavolta vincente.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
03/02/2011 00:25
 
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Viola, riecco un po' di zanne
1-0 al Genoa, lo firma Santana

Prova grintosa della Fiorentina, ma sul gol dell'argentino pesa un'altra papera del portiere portoghese. Nella ripresa i rossoblù calano, i viola controllano e sprecano con Cerci

FIRENZE, 2 febbraio 2011 - Aveva chiesto ai suoi di azzannare il Genoa, Sinisa Mihajlovic. E le zanne, magari non con la furia che lui ha sempre amato, si sono comunque viste di fronte a un avversario che nel primo tempo è stato anche piuttosto ostico e pericoloso, per calare poi nella ripresa. Oltre alla vittoria, invece, il tecnico serbo ha rivisto grinta e velocità, con i due esterni Marchionni e Santana in grande spolvero.


PREDOMINIO IN ALTALENA — I viola partono provando subito a obbedire al tecnico. E in effetti i primi minuti sono veementi, e culminano in un bel tiro al volo di Gila che va alto di non molto. Ben presto, però, il Genoa chiarisce che le zanne le hanno anche i suoi. Il pressing si fa stretto e asfissiante e arriva l'occasione anche per i rossoblù, quando Palacio da destra fa partire un diagonale secco su cui Boruc deve volare per deviare in angolo. Il pubblico viola inizia a disapprovare, così gli uomini di Mihajlovic, dopo il quarto d'ora, tornano a premere sull'acceleratore. Marchionni, Behrami - all'esordio - e Gilardino sono attivissimi e creano affanno nella difesa dei rossoblù. I quali però, quando vengono avanti, sfondano spesso a destra, facendo imbestialire il tecnico serbo.

VIOLA SULLE ALI — Sull'altro fronte la difesa è probabilmente piazzata meglio, ma Marchionni è ispirato e la scompagina spesso: come quando intorno alla mezzora, si fa strada centralmente e poi libera sulla sinistra Santana, il cui tiro è respinto da Mesto a portiere battuto. La reazione del Genoa c'è, grazie soprattutto alla vivacità di Mesto e Floro Flores: è quest'ultimo ad andare più vicino al gol quando devia al volo da pochi passi un bel traversone ma Boruc lo chiude come sa. Il problema è che, nel finale di tempo, il Genoa ci crede un po' troppo, e presta il fianco al contropiede viola: una prima volta fa tutto Montolivo, poi palla a Comotto su cui è bravo Eduardo; nella seconda occasione però proprio il portiere si fa sfuggire la palla di un bel cross di Pasqual, su cui irrompe Santana e mette in rete. Ancora una papera per il portiere portoghese. Dall'altra parte invece Boruc chiude il tempo salvando ancora su Criscito, mandando i suoi al riposo in vantaggio.

LA RIPRESA — Si riprende con i viola che sembrano in grado di controllare la partita senza chiudersi. Santana è sempre in palla e cerca costantemente la porta. Così Ballardini mette mano ai cambi, pompando energie fresche in attacco con Chico e Paloschi. Mihajlovic è invece costretto alla sostituzione di un ottimo Behrami per i colpi presi da quest'ultimo: tocca a Cerci. La Fiorentina si mantiene comunque autorevole anche nel possesso palla, mentre il Genoa non dimostra l'aggressività del primo tempo. I viola sbagliano anche una clamorosa occasione verso la mezzora, quando Marchionni, pur ben piazzato in area, preferisce toccare generosamente per Cerci, messo ancora meglio ma che spara alle stelle. Ballardini gioca il tutto per tutto e mette dentro anche Destro, giocando di fatto con quattro punte. Mihajlovic risponde coprendosi con Natali, ma c'è solo un'occasione per Paloschi, che sfiora il palo con un colpo di testa. Il finale è invece un crescendo viola, fino al sospirato fischio finale che sancisce il ritorno ai tre punti.

Pier Luigi Todisco

Fonte: gazzetta
03/02/2011 00:28
 
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Di Vaio illude il Bologna
Domizzi salva l'Udinese

Al Friuli finisce 1-1. Partita vivace: spreco di occasioni nel primo tempo, poi al 20' della ripresa apre il bomber rossoblù, pari al 32' del difensore bianconero. Sullo 0-0 traversa di Di Natale

MILANO, 2 febbraio 2011 - La D vale doppia. Prima Di Vaio, poi Domizzi. Ne manca una: è quella di Di Natale. Nella notte del Friuli in cui ti aspetti il gol numero 100 in serie A con l'Udinese di Totò, arrivano i colpi del bomber del Bologna e del difensore bianconero, al suo secondo gol in questa serie A. Tra l'Udinese, senza lo squalificato Sanchez, e il Bologna, privo della fantasia di Ramirez e Gimenez, finisce 1-1. I gol nella ripresa, le emozioni (e gli sprechi) nel primo. Con un finale rissoso e intenso, l'impressione è che questo pari non accontenti nessuno: né la squadra di Guidolin frenata nella rincorsa verso la zona-Champions, né il Bologna di Malesani affamato di punti per risalire sempre di più dalle sabbie mobili della classifica.


QUANTI SPRECHI — Partire forti, per stupire, schiacciare, segnare. L'inizio dell'Udinese è la messa in pratica della teoria delle tre esse. Sembra troppo, e troppo in fretta. E infatti l'Udinese è un fiammifero dalla miccia corta. Così mentre Armero sulla sinistra si segnala più per buona volontà che per spunti incisivi, e mentre Di Natale tarda ad entrare in partita, il Bologna ne approfitta per riorganizzarsi. Mudingayi, che non sarà un profeta della mediana, copre a dovere Della Rocca (che vaga come un'anima triste nella notte del Friuli). La scuola di Malesani è un compito in classe senza sbavature: squadra robusta e solida, niente fronzoli, mentre Inler, Pinzi e Asamoah provano a giocare di fioretto. Se la cartina di tornasole del confronto tra le due scuole fossero le occasioni da rete, gli applausi andrebbero ai ragazzi di Malesani. Intorno al 10' i due minuti che potrebbero cambiare l'inerzia del confronto. Il boxeur che prova a stendere l'Udinese è Meggiorini, non una ma due volte: prima, con girata a volo di sinistra (salva Belardi); subito dopo, con colpo di testa, sul quale Inler salva sulla linea. Il Bologna, bello compatto, al 15', impreca quado Di Vaio (assist di Meggiorini), si ritrova sui piedi il gol: il diagonale è inguardabile. L'adrenalina per un possibile-gol si trasforma in amara, amarissima, delusione. L'Udinese riaccende la luce, e si lascia alle spalle il black-out di una decina di primi. Di Natale divora l'1-0 (al 25'), ipnotizzato solo davanti a Viviano. Totò se non sa essere bomber, è però giocoliere: guardare per credere la magia del 39’ con cui rifinisce per un Armero (in inserimento sulla sinistra): arriva come un tir, e non trova il pedale del freno. La conclusione somiglia a un tamponamento in autostrada su corsia di sorpasso.


ARSENICO DI VAIO — Quando si riparte, l'incipit sembra una fotocopia del primo tempo. Ancora Udinese, e subito di gran carriera. Passano sessanta secondi, e Di Natale inventa su calcio di punizione una traiettoria deliziosa: la palla, deviata, sbatte sulla traversa. A differenza del primo tempo, l'Udinese dura ancora meno: i ritmi si abbassano e sul taccuino non finiscono altre occasioni. Il killer è pero' in agguato. E non veste bianconero: Marco Di Vaio (al 20') prende palla a ridosso del limite dell'area friuliana, da fermo inganna Zapata e il suo diagonale fa bye-bye a Belardi: 1-0 per il Bologna, e palla al centro. Nemmeno il tempo di ripartire che Di Vaio serve a Meggiorini la palla del raddoppio: il centravanti rossoblù arriva tardi, e non aggancia. Questione di centimetri. L'Udinese non ha voglia di spegnersi nè di mollare. Minuto numero 32: Di Natale da calcio di punizione invita Domizzi al gol, l'ex difensore del Napoli è l'uomo del pronto-subito e sempre: è il colpo che spegne l'illusione del Bologna. Nel finale (al 40') Meggiorini si divora il 2-1; poi (al 46') Di Natale spara sul muro dei difensori rossoblù. Un'occasione per parte. Uno a uno. Ok, il punteggio è giusto.

Mario Pagliara

Fonte: gazzetta
03/02/2011 00:31
 
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Il Cagliari apre la crisi Samp
Capolavoro di Nainggolan

La squadra di Donadoni dimentica subito Matri e batte i blucerchiati a Marassi: decide uno splendido gol del centrocampista belga. Palombo e compagni a picco: la Samp non segna da quattro giornate e i tifosi contestano Garrone

GENOVA, 2 febbraio 2011 - La Sampdoria non segna da quattro giornate. Sarà un caso se l'astinenza coincide con la rivoluzione del reparto offensivo? La squadra di Di Carlo non è andata in gol neanche contro il Cagliari, che dimentica subito Matri e giocando da grande, gestendo il match e colpendo al momento giusto con uno splendido gol di Nainggolan, conquista tre punti importanti e sale al 9° posto.

SAMP IN EMERGENZA — Sampdoria in emergenza: Di Carlo deve ancora fare a meno di Lucchini e Gastaldello, quindi manda in campo subito il neo-acquisto Martinez nell'inedito ruolo di centrale, affiancandogli Volta, con Zauri e Ziegler esterni. A centrocampo Mannini spinge sulla destra e Guberti sulla sinistra, con Palombo e Poli centrali. In attacco Biabiany è preferito a Macheda nel ruolo di spalla di Maccarone. Nel Cagliari orfano di Matri, Donadoni modifica leggermente il modulo: davanti ad Agazzi ci sono Perico (preferito a Pisano), Canini, Astori e a sinistra Ariaudo prende il posto dell'acciaccato Agostini; a centrocampo rientrano Conti e Nainggolan, affiancati da Biondini; davanti due mezze punte, Lazzari e Cossu, alle spalle di Acquafresca.


SUPER NAINGGOLAN — Con una squadra azzoppata dagli infortuni e dalle cessioni eccellenti, la Samp prova a sopperire con il cuore e la grinta a una qualità tecnica che si è inesorabilmente abbassata rispetto all'inizio di stagione. L'undici di Di Carlo sfrutta bene le fasce, bene a sinistra con Guberti e Ziegler ma un po' meno a destra con Zauri e Mannini, fa girare molto la palla ma non riesce a tirare in porta. Maccarone e Biabiany giocano insieme per la prima volta e si vede, così come è evidente che i due sono ancora un corpo estraneo nel gioco della squadra. Al 23' i blucerchiati hanno la prima palla-gol: Guberti dalla lunetta del calcio d'angolo mette al centro, Mannini stoppa bene al limite dell'area piccola ma da ottima posizione spara incredibilmente alto. Il Cagliari è più quadrato: controlla senza soffrire, domina in mezzo al campo dove Biondini, Conti e Nainggolan hanno la meglio su Palombo-Poli. La squadra di Donadoni fa sfogare la Samp e dalla mezz'ora comincia a crescere d'intensità. Al 37' una magia di Nainggolan sblocca la partita: il belga riceve palla da rimessa laterale sull'out sinistro, scavalca Zauri e Mannini con un pallonetto, supera in dribbling Palombo, elude facilmente un goffo intervento di Poli, si accentra e con un gran destro da fuori area fulmina Curci. Gol pazzesco. La Samp si accorge che cuore e grinta non bastano e va subito in difficoltà. Il Cagliari, trascinato da un Nainggolan a tutto campo, prende il controllo della partita e al 41' sfiora il raddoppio: cross da sinistra del solito Nainggolan, Cossu sul secondo palo prova il destro al volo ma colpisce male.


SAMP IN CONFUSIONE — Si torna in campo per il secondo tempo e la Samp va subito vicina il pareggio: Palombo imbecca Biabiany in velocità, il francese entra in area ma calcia addosso ad Agazzi in uscita. Tre minuti dopo Lazzari si beve Zauri e calcia a botta sicura, Curci respinge. Rapido ribaltamento di fronte e Biabiany fugge tutto solo verso l'area del Cagliari, Agazzi esce e lo abbatte prendendosi il cartellino giallo. Ammonizione giusta: l'attaccante blucerchiato si stava allargando, mentre due difensori del Cagliari avevano già coperto la porta. Nell'impatto però Agazzi ha la peggio: stordito, è costretto ad uscire, al suo posto entra Pelizzoli. All'11' Biabiany dimostra ancora una volta di non essere certo una punta implacabile: Poli vince un rimpallo al limite, il pallone finisce casualmente al francese che si gira in area ma calcia a lato. La Samp si sbatte un sacco per arrivare verso la porta avversaria, il Cagliari è più concreto e con pochi passaggi riesce a mettere l'uomo davanti a Curci: al 19' una splendida azione tutta di prima libera al tiro Lazzari, che tusso solo in mezzo all'area sbaglia tutto e calcia a lato. Al 18' Di Carlo butta in campo il tridente: fuori Mannini e dentro Macheda. Ma dopo neanche 15 minuti cambia ancora modulo togliendo una punta, Maccarone, per far posto a un centrocampista, Dessena. La Samp prova a spingere con cuore ma anche con troppa confusione, mentre il Cagliari, con calma e freddezza, non sbaglia nulla e al 37' va vicinissimo al raddoppio: Ariaudo lancia Cossu che si libera di un difensore, va sul fondo e mette al centro dove Curci in tuffo toglie il pallone dai piedi di Nenè. Nel finale c'è spazio anche per un errore arbitrale: Biabiany viene steso da Nainggolan, l'arbitro sbaglia e ammonisce Ariaudo. Il belga, già sanzionato con un cartellino giallo, sarebbe stato espulso. Ma la Samp di oggi, probabilmente, non avrebbe segnato neanche in superiorità numerica.

GARRONE CONTESTATO — Al termine della partita va in scena anche uno spettacolo inusuale a Genova: Garrone, lasciando la tribuna, viene contestato da un gruppo di tifosi. "Vergogna" e "ora basta" sono le urla rivolte al presidente della Sampdoria.

Omar Carelli

Fonte: gazzetta
03/02/2011 00:35
 
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Jimenez risponde a Maxi
Il Catania pareggia a Cesena

L'argentino porta in vantaggio i siciliani nei primi minuti. Poi crescono i romagnoli, che trovano il pari con un bel gol del cileno. Ripresa bloccata: risultato giusto

CESENA, 2 febbraio 2011 - Segna Maxi e il Catania sembra più squadra. Poi si sveglia il Cesena, che risponde con Jimenez e sfiora il raddoppio. Finisce pari, risultato giusto che sembra accontentare tutti. Ficcadenti non perde terreno, e per come s'era messa all'inizio non è cosa da poco. Simeone non trova il primo successo da allenatore in Italia, ma un pari in casa di una diretta concorrente per la salvezza non si butta certo via. Note negative per entrambi: il successo del Lecce e il pari all'Olimpico del Brescia.

NOVITA' — Molte le novità di mercato, e diversi i cambiamenti negli undici iniziali. Come annunciato, nel Catania decimato dalle assenze non c'è il neo-arrivato Schelotto, cui (come concordato dai club) viene evitato il confronto con gli ex compagni. Assente anche l'altro acquisto, Gonzalo Bergessio: Simeone davanti si affida a Morimoto in coppia con Maxi Lopez. C'è invece Lodi, che si piazza in mezzo al campo con Ledesma. Nel Cesena esordisce Santon dal primo minuto; Ficcadenti preferisce Appiah a Sammarco. Panchina per Rosina e Felipe.


GOL A FREDDO — Si parte a ritmo altissimo. Il Catania gioca con grande aggressività in mezzo e si affida alla corsa di Gomez e Ricchiuti sulle fasce. Al 7' Lodi cerca il gran sinistro da fuori, senza fortuna. Dopo un minuto, il vantaggio dei siciliani. Giocata di Lodi in mezzo al campo, in verticale per Ricchiuti che prolunga per il taglio di Maxi: destro incrociato su cui Antonioli non è esente da colpe. Colpita a freddo, la squadra di Ficcadenti reagisce e prende le misure. Soprattutto in mediana, con Appiah a sobbarcarsi il lavoro sporco e Jimenez a fare da raccordo tra Caserta e Parolo e il terminale Bogdani.


RISPOSTA — La prima risposta arriva al 17', con una gran giocata di Giaccherini che scarica un sinistro rasoterra, a lato di un niente. Ficcadenti chiede a Santon di spingere sulla sinistra e l'ex interista cresce molto. Suo lo spunto che porta al pareggio, appena superata la mezz'ora. Il terzino vede Jimenez: il cileno punta l'area, resiste a un contrasto e chiede l'uno-due a Bogdani prima di superare Andujar con un tocco preciso da posizione centrale. Pari giusto e gara che si accende. Caserta cerca subito il raddoppio, ma non trova la porta. Su una ripartenza del Catania, Morimoto finisce a terra dopo un contrasto in area con Von Bergen, ma Gervasoni lascia correre. Giustamente.

EQUILIBRIO — La ripresa è bloccata e meno divertente. Cresce la stanchezza: da una parte Gomez e Ricchiuti non spingono come in avvio, dall'altra Jimenez non torna più a cercare palloni giocabili. Al 18' Bogdani segna di testa, ma è in fuorigioco (di poco). Anche Giaccherini si ritrova una buona palla sull'assist di Sammarco (entrato per lo sfinito Appiah), ma Andujar è pronto e ribatte con il piede. Simeone corre ai ripari, Ficcadenti lancia Rosina, ma c'è poco da fare. Nel finale solo qualche mischia e i pensieri che vanno solo alle trasferte di domenica: Cesena a Napoli; Catania a Bologna.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
03/02/2011 00:39
 
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Al Parma non basta Amauri
Chevanton fa pace con Lecce

Gli ospiti vincono al Tardini (1-0 il finale) con un gol allo scadere dell'attaccante appena reintegrato in rosa da De Canio. Parma in crisi nera

PARMA, 2 febbraio 2011 - Amauri non era il problema della Juventus, come la sconfitta dei bianconeri a Palermo ha ampiamente dimostrato, ma almeno al momento non è neanche la soluzione ai problemi offensivi del Parma: la squadra di Marino, infatti, in una gara che aveva già il profumo dello spareggio salvezza, non si sblocca neanche con una formazione estremamente offensiva. E se il Parma, alla fine, ha dalla sua le statistiche e le occasioni da gol, un indomito Lecce si è guadagnato la vittoria con una gara ordinata e di personalità e proprio con un gol di Chevanton, appena reintegrato in rosa e in campo da poco più di 15'.


PARMA SCOLORITO — Non solo Amauri: ma se il pacchetto offensivo è tutto ex Juve - al fianco del brasiliano agiscono Palladino e Giovinco - spruzzi di bianco e nero si vedono anche a centrocampo (Candreva) e pure in porta (Mirante); Paletta paga la giornata no di Genova, dietro Paci torna a guidare la difesa dopo la squalifica. De Canio è preoccupato dagli impegni ravvicinati e si dà al turnover, di uomini e moduli: al Tardini il Lecce si presenta col 4-4-1-1, Piatti dietro l'unica punta Corvia.

UN PARMA DA AMAURI — Primi 20' a tinte gialloblù, con un Amauri che sembra tornato quello dei tempi di Palermo: tanto movimento da parte del brasiliano, qualche palla che gli sfila vicino, manca solo la deviazione vincente. Ma è tutto il Parma in avvio a farsi preferire, con un Lecce costretto sulla difensiva e quasi intimidito dalla pressione avversaria. Col passare dei minuti, però, la squadra di De Canio ritrova sicurezza e comincia a dettare i ritmi: Corvia va giù in area su un'improvvida entrata di Paci - Russo fa proseguire - poi qualche conclusione dalla distanza, ma niente che possa impensierire seriamente Mirante. Non che dall'altra parte a Rosati vengano i capelli bianchi sulle girate di Candreva e Galloppa, ma sulle conclusioni nello specchio si fa sempre trovare pronto e quando non ci arriva lui - su girata di Paci e colpo di testa di Lucarelli - Grossmuller salva sulla linea e Russo annulla per fuorigioco di Palladino sulla traiettoria.


FIGLIOL PRODIGO — La seconda frazione ricomincia con un Lecce ordinato e tutto sommato mai isterico, nonostante la pressione confusa dei padroni di casa: sebbene Mirante non corra pericoli, la squadra di De Canio non dispiace affatto e mostra ottima personalità. Nel Parma, viceversa, col passare dei minuti sale la tensione e quando anche le poche occasioni da rete non vengono tradotte in rete (in particolare una conclusione di Candreva respinta da Rosati e che Amauri non riesce a ribadire in porta), i nervi iniziano a fare le bizze. Marino si sbraccia da bordo campo, richiamando i suoi giocatori e predicando calma, ma la partita ormai sembra incanalata verso l'inevitabile pareggio. Il jolly dal mazzo, però, lo pesca De Canio, che al 31' richiama Corvia e inserisce il "pentito" Chevanton: l'uruguaiano, al secondo minuto di recupero, lo ripaga con un beffardo colpo di testa che gela Mirante e regala tre punti importantissimi ai salentini. Al Parma resta solo la contestazione.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
03/02/2011 23:49
 
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Inter, la risalita continua
Kharja piega il Bari, poi è 3-0

Il franco-marocchino trova l'1-0 dopo 60' di sofferenza, nel recupero Pazzini e il rientrante Sneijder arrotondano il risultato. Fallisce l'esperimento del tridente pesante Pazzini-Milito-Eto'o, i nerazzurri cambiano marcia col ritorno al rombo. I biancorossi recriminano per la mancata espulsione di Chivu

MILANO, 3 febbraio 2011 - Fossimo nella Roma, prepareremmo una marcatura particolare, domenica, per Yuto Nagatomo. A occhio tocca a lui diventare decisivo. Contro la Samp è andato in scena lo show di Pazzini, oggi a Bari ha aperto (e praticamente deciso) la gara l'altro nuovo acquisto dell'inverno interista: in gol, per l'1-0, va Houssine Kharja. Il franco-marocchino non segnava su azione da 21 mesi (in mezzo un infortunio al ginocchio e qualche centro su rigore), lo fa alla seconda uscita in maglia nerazzurra, dopo essersi dedicato agli assist nella prima. Il suo gol al 25' della ripresa apre le danze: nel finale l'Inter arrotonderà il risultato sul 3-0 (ancora Pazzini e il rientrante Sneijder), arrivando a -7 dal Milan (con una gara in meno). La rimonta continua, mentre la squadra di Ventura mostra miglioramenti nel gioco, ma continua a non trovare punti.


I GOL — Houssine Kharja, l'uomo che conserva gelosamente dei pantaloncini bucati di Leonardo dei tempi del Psg, per oltre un tempo era parso piuttosto sperduto in un centrocampo a tre che faticava a supportare le punte: il ritorno al rombo lo favorisce. Al 25' l'azione parte da Thiago Motta, l'ex Genoa serve Eto'o sulla sinistra. Samu trova l'assist di piatto a tagliar fuori due difensori, Kharja azzecca il rasoterra di sinistro. E' l'1-0, che apre la scatola. Poi nel recupero la squadra di Leonardo si autopremia con altri due gol: prima è Pazzini, lanciato in contropiede da Thiago Motta a riscattare con un diagonale una partita in cui aveva visto raramente il pallone. E subito dopo ecco Sneijder, rientrante dopo la lunga assenza: cross di Zanetti da destro, sponda di petto di Kharja e girata vincente dell'olandese, fondamentale per questa squadra. Adesso tocca a Nagatomo.

CHIVU DA ROSSO — Il giapponese, peraltro, giocherà quasi sicuramente contro la Roma. A Bari l'inter poteva essere in dieci dal 15' del secondo tempo, quando Chivu preso da un incomprensibile raptus colpisce con un destro al volto Marco Rossi a palla lontana. Il difensore barese va al tappeto, la terna non si accorge del pugno, ma scatterà sicuramente la prova televisiva: probabile che il romeno resti ai box per tre giornate.


TRIDENTE RIMANDATO — Leonardo parte come aveva chiuso contro il Palermo, col tridente pesante Pazzini-Milito-Eto'o: è il Principe a fare da riferimento centrale, ma i tre finiranno con l'essere piuttosto isolati davanti, e ricevono pochi palloni giocabili. Manca un raccordo fra centrocampo ed attacco, l'unico a svolgere quella funzione è un difensore, Maicon, che scende regolarmente sulla destra ma ci prova spesso da solo (due tiri nel primo tempo). I tre centrocampisti finiscono spesso in inferiorità, tanto che al 9' Almiron parte in progressione per vie centrali dalla sua metà campo e arriva fino al limite. Ranocchia lo attera, Julio Cesar salva sulla sua punizione. Insomma, si balla, e il cambio al 60' è una liberazione per la squadra interista: entra Sneijder, si torna al rombo, Kharja e Thiago Motta possono concedersi sortite, ne guadagna il possesso palla. Dietro, ci pensa spesso Ranocchia, mentre Materazzi fatica un po'. Leonardo incassa i tre punti: non è stata una delle migliori gare della sua gestione, il tridente va forse in archivio. Ma anche stavolta il tecnico ha riaggiustato la gara.


BARI, CLASSIFICA DIFFICILE — Il 3-0 punisce oltremisura il Bari. Nonostante la classifica, nonostante il k.o. interno, questa non è la peggior squadra di Serie A, tutt'altro. Però la distanza dalla quart'ultima è ora di nove punti. Ventura conferma il cambio di modulo, con Bentivoglio trequartista e Rudolf e Okaka coppia d'attacco. I due sono ben assortiti, Rudolf è molto mobile e svaria, Okaka, potente fisicamente, prova a fare da riferimento, ma difficilmente il Bari riesce a penetrare nell'area avversaria, nonostante le sovrapposizioni di Andrea Masiello, bravo anche a limitare, per quanto limitabile, lo scatenato Eto'o di questi tempi. Gazzi sarà il più pericoloso nel secondo tempo, il norvegese Huseklepp al debutto conferma il suo curriculum che parlava di una velocità "esagerata". Col rientro di Barreto, l'attacco ha risorse per risalire, a patto che prima o poi si torni a segnare. Questa gara va dimenticta in fretta. La stessa fretta che aveva l'Inter di risalire la classifica.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
05/02/2011 13:54
 
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SUPERSAGGIO
SERIE A 2010/2011 23ª Giornata (4ª Ritorno)

Anticipo del 01/02/2011
Milan - Lazio 0-0
Incontri del 02/02/2011
Cesena - Catania 1-1
Chievo - Napoli 2-0
Fiorentina - Genoa 1-0
Palermo - Juventus 2-1
Parma - Lecce 0-1
Roma -Brescia 1-1
Sampdoria - cagliari 0-1
Udinese - Bologna 1-1
Posticipo del 03/02/2011
Bari - Inter 0-3

Classifica
1) Milan punti 48;
2) Napoli punti 43;
3) Inter(*) e Lazio punti 41;
5) Roma(*) punti 39;
6) Palermo e Udinese punti 37;
8) Juventus punti 35;
9) Cagliari punti 32;
10) Chievo punti 30;
11) Fiorentina(*) punti 28;
12) Genoa(*) e Sampdoria(*) punti 27;
14) Bologna(-3)(*) punti 26;
15) Parma punti 25;
16) Lecce punti 24;
17) Catania punti 23;
18) Cesena punti 21;
19) Brescia punti 19;
20) Bari punti 14.

(-3) punti di penalità
(*) una partita in meno

Fiorentina-Inter sarà recuperata il 16 Febbraio 2011
Sampdoria-Genoa sarà recuperata in data da definire
Bologna - Roma sospesa al 16' del p.t. sul risultato di 0-0, sarà recuperata il 23 Febbraio 2011
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