È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
~~ Forumando!~~

GEMELLAGGI

FORUMANDO

COMPLEANNI



Top Celebrity
FreeWorld Forum
Attuality and Society
Il Mare di Alessandro
Zerofollia Forum
Parole in Libertà
Pubblicità su FFZ
PAPPI'S FORUM
Figurati!
ApertaMenteBisex
Parole e Poesia
LeAli del Mondo
Anima Solitaria
Techno Zone
B-Side Forum
Non solo chiacchiere
FORUM P@LM@
marenostrum
FORUM
FORUM

AGOSTO

1 Walker - Lugo
1 kathrine
1 ciacchi
1 enrico1966
2 exlaura2
2 nudehose
3 giulio_08
4 scrittrice88
4 marty89
4 Keko01
4 marianna84n
5 =(G4NgStA)=.91.
5 °DarkDj°
6 sevin72
7 Ciack
7 goose07
7 Julien.Ciolla
7 Sbuffona
8 david-ao
9 ken.1979
9 ea78
9 Z@ra
9 pupetta91
10 burfaldyno
10 $castle$
10 (SimonLeBon)
11 Mr. Siffredy
11 jayjay77
12 kiss (f)
12 lello60
12 kingofgames
12 Pina72
12 Tex14
13 neve67
13 wiccan matrix
13 realstocking
13 (Kaji)
14 overboost20v
14 Alexander13
14 $sifone$
14 alias.65
14 katun83
15 goldenaxe
16 Mysticeyes
16 mrathlon900
16 caturiyas82
16 SoleLuna_80
17 +Finrod+
17 bobbio84
18 starliam82
18 DOUPHIN-R3
18 por67
19 guidozz
19 rossella.37
20 agorick
20 pioggia0081
21 cleo91
22 Stigma-
22 fairy67
22 centrosardegna
22 +eletto+
23 -Sinderella-
23 jakoooo
24 zon@ venerdì
24 fscomartino
25 nick the quick
25 _LeleM_
26 themonster91
26 |Cassius2|
27 Carlo Alberto.
28 Hermione Krum
28 Jack8321
28 HOUSE LOVERS
29 D@ny91
29 (very)
29 Griforoby
29 enniunculus
30 Pier2004
30 ILCRUDELEMARIONETTISTA
30 Sting L2
30 °ButterflyEly°

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
13/02/2011 22:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Udinese, odore di Champions
E il Cesena cola a picco

Doppietta di Totò Di Natale e gol di Inler, i friulani continuano a vincere e salgono al quinto posto. Vantaggio al 41' del primo tempo con punizione gioiello del capitano, poi lo svizzero e ancora il cannoniere nella ripresa chiudono la partita

CESENA, 13 febbraio 2011 - "Alla Champions ci crede anche mia nonna" recitava uno striscione presente nel settore ospiti del Manuzzi. Ora come ora, farebbe bene a crederci tutta Udine: ottavo risultato utile consecutivo e terza vittoria in trasferta di fila per i friulani. Numeri che, qualora ce ne fosse ancora bisogno, esaltano l'ottimo momento dei ragazzi terribili di Guidolin. Per il Cesena, invece, è notte fonda: arriva la 14ma sconfitta stagionale e anche le voci di un possibile cambio in panchina.


CESENA RESTYLING — Se Guidolin si affida all'usato sicuro schierando la formazione "titolare" - quella che negli ultimi 7 incontri gli ha regalato solo gioie - dall'altra parte, invece, un Cesena alla continua ricerca della quadratura (e soprattutto di qualche gol), sceglie i nuovi arrivati Rosina (sostituisce Jimenez squalificato) davanti, Sammarco a centrocampo e Felipe in difesa. Tutta nuova anche la carta d'identità di Felipe, che sfoggia Dal Bello sulla schiena, cognome degli antenati italiani.

ROSINA SFIORITA — Il fantasista calabrese fatica ad entrare in partita, svariando su tutto il fronte d'attacco, ma non trovando mai la posizione giusta. Bogdani, così, finisce per rimanere troppo solo in avanti, anche se un ispirato Giaccherini prova a cercarlo con traversoni interessanti. L'Udinese approfitta delle difficoltà avversarie per cominciare la gara in attacco, ma col passare dei minuti la squadra di Ficcadenti alza il baricentro e schiaccia i ragazzi di Guidolin.


UOMINI E CAPORALI — Come spesso accade, però, ai romagnoli manca il killer instict o, per dirla con parole più semplici, uno che la butti dentro: Bogdani si danna l'anima e crea anche qualche varco interessante, ma la difesa dell'Udinese si salva sempre e anche abbastanza tranquillamente. Dall'altra parte i friulani possono controllare in serenità ed aspettare il guizzo dei propri fuoriclasse là davanti che - puntualmente - arriva: Totò Di Natale piazza all'incrocio una punizione dal limite con una facilità disarmante e ad Antonioli non resta che raccogliere il pallone in fondo alla rete. E' il 41', il Cesena viene punito nel suo momento migliore e la squadra di Ficcadenti subisce in maniera evidente il contraccolpo psicologico.

FISCHI PER FICCA — Il secondo tempo comincia con un'Udinese arrembante, che ha tutta l'intenzione di chiudere la contesa. Dalla panchina romagnola arrivano le contromosse: dentro Caserta per l'ammonito Parolo e, soprattutto, Budan per Rosina. Scelta, quest'ultima, contestata con veemenza dal pubblico del Manuzzi. Curiosamente, però, il cambio che sortisce maggiori effetti è il primo, visto che è Caserta a dare al Cesena quella scossa che serviva: qualche buona giocata, una conclusione dal limite ben respinta da Handanovic e tanta quantità al servizio della squadra. Di Budan, invece, si son perse le tracce dopo l'ingresso in campo tra i fischi.


SAPORE DI CHAMPIONS — Come se non bastassero le difficoltà oggettive di una squadra sfilacciata e con poche idee, ci si mettono anche gli errori dei singoli ad affossare i romagnoli: Ceccarelli cerca di difendere - male - un pallone sulla fascia, Armero glielo sfila come il più agile dei borseggiatori e Inler impallina Antonioli dal limite. Il Cesena crolla, ma Di Natale non ha pietà, raccogliendo ad un metro dalla porta un pallone vagante e siglando la sua doppietta. Il Manuzzi, attonito, assiste silenziosamente alla disfatta. Anzi, si chiude addirittura con la standing ovation per Di Natale, alla quale partecipano anche gli sportivissimi tifosi di casa.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
13/02/2011 22:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Catania, rimonta con Lodi
Festa Simeone, Lecce k.o.

Una doppietta su punizione del fantasista salva i siciliani dalla sconfitta dopo le reti di Jeda e Munari. Finale incandescente, De Canio furioso, espulso Giacomazzi per proteste. Nel primo tempo il gol di Silvestre dopo 45' nervosi

CATANIA, 13 febbraio 2011 - Partita vietata ai deboli di cuore, il 3-2 del Catania sul Lecce. Vittoria da tre punti che vale il doppio perché è la prima di Diego Simeone dopo tre sconfitte e un pareggio e perché significa sorpasso su una diretta concorrente nella lotta salvezza. L'eroe di giornata è Francesco Lodi, prelevato dal Frosinone nel mercato di gennaio: entra a inizio ripresa e in sei minuti ribalta il punteggio con due punizioni-gioiello, due colpi di sinistro imparabili per Rosati. Le colpe del Lecce sono da ricercare altrove, negli errori in attacco di Jeda e Olivera, incapaci di sfruttare più d'un contropiede in superiorità numerica dopo aver trovato con Munari il momentaneo 1-2. Finale incandescente, De Canio a muso duro con l'arbitro Romeo che espelle Giacomazzi per proteste a partita conclusa.


GOL ED ERRORI — Sette giorni dopo il regalo al Palermo, il Lecce ne confeziona un altro per il Catania, sotto 1-2 in casa al 16' della ripresa. Fin lì partita nervosa, sbloccata dai padroni di casa a fine primo tempo con un tocco di Silvestre in area, riacciuffata da Jeda a inizio secondo tempo con un facile colpo di testa su cross di Munari. Equilibrio perfetto di gol fatti e mancati, come quelli di Maxi Lopez al cambio di campo, uno splendido sinistro al volo fuori di niente e poi un destro in corsa troppo lento per impensierire Rosati. Sul ribaltamento lo splendido uno-due Olivera-Munari, palo del primo e rete in ribattuta del secondo. Poteva finire qui, o nei due contropiedi successivi del Lecce in superiorità numerica, ma prima il palo e poi Schelotto tengono in partita i siciliani. E allora si scatena Lodi.


MAGIE E VELENI — La prima punizione assegnata da Romeo è per un fallo di Rispoli su Gomez più dentro (linea) che fuori dall'area. Il fantasista ex Empoli, Udinese e Frosinone sistema la sfera e come fosse un rigore la piazza dove Rosati non può arrivare. Il pareggio al 35' della ripresa rianima un Catania impaziente di trovare il primo successo dell'era Simeone. Passano 5' e Romeo fischia un'altra punizione dal limite per i siciliani, stavolta per presunto fallo di Spolli su Maxi Lopez. Va ancora Lodi, è il sorpasso: esplode la gioia del Massimino sugli spalti, la rabbia di De Canio in campo.

FINALE CALDO — Il Lecce non ha più forze per rispondere al secondo svantaggio del match, finisce 3-2 dopo il 2-4 casalingo contro il Palermo. Per De Canio, che si vede ammoniti i diffidati Gustavo, Olivera e Jeda, è troppo: va a muso duro contro Romeo, mentre il fischietto di Verona espelle Giacomazzi per proteste. Tre dirigenti si mettono in mezzo per evitare che la situazione degeneri, mentre il Catania festeggia sotto la curva la vittoria del sorpasso e dell'aggancio al Parma a quota 26. Simeone è riuscito a trasmettere la grinta ai suoi, ora deve lavorare sul gioco perché i siciliani sono ancora troppo timidi nell'attaccare palla a terra. Per i pugliesi, invece, il bel gioco non paga: cala la notte, fonda.

Claudio Lenzi

Fonte: gazzetta
13/02/2011 22:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Sampdoria, ecco la scossa
Il Bologna è tramortito

I blucerchiati battono 3-1 gli emiliani dopo aver segnato i loro gol nel primo quarto d'ora della partita. E' il ritorno alla vittoria per gli uomini di Di Carlo dopo oltre un mese d'astinenza: di Palombo, Gastaldello e Maccarone le reti doriane. Accorcia Paponi per i rossoblù

GENOVA, 13 febbraio 2011 - La mettevano solo Pazzini e Cassano: dieci gol, su venti totali della Sampdoria, erano a firma dei due che adesso sono altrove. Forse la crisi era tutta qui, per i blucerchiati, che non andavano a segno da oltre un mese: mica poco, ma la qualità non si era trasferita a Milano con i due campioni. Pum pum pum, tre colpi in un quarto d'ora, di Palombo, Gastaldello e Maccarone; e Bologna al tappeto nonostante il gol della bandiera di Paponi nella ripresa. Meglio di così, la Sampdoria non poteva reagire ai risultati mancanti e alle contestazioni dei tifosi. E ora sotto col derby.

UN QUARTO D'ORA — Non è un caso che la scossa la dia capitan Palombo. Il centrocampista, che una settimana fa ha rinnovato fino al 2015 con i blucerchiati, apre le marcature con una punizione rabbiosa all'8° minuto: discutibile, l'atteggiamento della barriera bolognese, che si apre lasciando passare il pallone. Ma è tutta la difesa di Malesani a fare acqua: ne passano altri tre, di minuti, e Gastaldello svetta su corner di Ziegler. Viviano esce maluccio, Casarini non respinge sul palo ed ecco il 2-0. Finita? Macché: Portanova perde un contrasto a centrocampo e in contropiede vola Maccarone, che scarta il portiere e deposita a porta vuota.

PAPONI NON MOLLA — E' solo il quarto d'ora, e la partita è già in ghiaccio. Il Bologna, colpito tre volte con pugni da k.o, prova a reagire. Uno dei più spaesati, Moras, viene sacrificato per far entrare Ramirez (Casarini diventa terzino destro); e l'uruguaiano un po' di verve la dà ai suoi, ma è il resto della squadra che non gira. Non per motivi specifici, ma perché la Samp ne ha di più; e recuperare uno svantaggio simile sarebbe difficile per chiunque. Possiamo pure ipotizzare che i punti per la salvezza il Bologna potrebbe ottenerli in altre occasioni. Il gol di Paponi, nuovo entrato che fino ad oggi non aveva quasi mai giocatoi, conferma che la squadra resta viva.


CAMPO DISASTRATO — Comunque, brava la Samp, che cercava una reazione dopo un mese molto difficile. Guberti trequartista e libero di svariare, con mediana robusta (Palombo-Dessena-Poli), è una soluzione che fa sempre comodo, ma quello che cambia per Di Carlo è ritrovare la coppia di difensori centrali titolare: Gastaldello segna, Lucchini è colpevole sul gol di Paponi (se lo lascia passare dietro e non tenta nemmeno di contrastargli il tiro), però non sfigura. Come sempre, hai voglia a segnare tanti gol, ma se dietro si tentenna è dura. Così come è dura giocare su un campo ridotto così male: per il derby di mercoledì urge trattamento ricostituente.

Alessandro Ruta

Fonte: gazzetta
13/02/2011 23:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Cagliari chiama l'Europa
Chievo non pervenuto

Tutto facile per la squadra di Donadoni: 4-1 sui veneti. Apre Conti, raddoppia Canini, doppietta di Nenè, gol della bandiera di Thereau. La gestione-Donadoni ha portato 24 punti, un ritmo da Grande. E ora la zona-Europa League non è più così lontana

CAGLIARI, 13 febbraio 2011 - Un sms al campionato: il Cagliari chiama un posto in Europa. I bad boys di Donadoni schiacciano il Chievo di Pioli: 4 a 1, con la pratica chiusa già al 45' sul 3 a 0. Apre Conti, raddoppia Canini. E Nenè confuta il teorema che senza Matri ci devono pensare difensori e centrocampisti: segna un gol per tempo, servendo la doppietta perfetta. Trentacinque punti valgono la possibile svolta di una stagione: da domani, a Cagliari proveranno la caccia a un posto in Europa League (con il Palermo fermo a 40). Con la gestione-Donadoni, il Cagliari sta avendo il passo delle Grandi: 24 punti e il 4° posto, insieme all'Inter (che pero' ha due partite in meno), nella classifica virtuale dalla tredicesima giornata (dal dopo-Bisoli), dietro a Napoli (28 punti), Milan ed Udinese (26). Il Chievo frena dopo 6 turni di campionato (inutile il gol della bandiera di Thereau nel finale). Per la serie: e il settimo si riposò.


SUL VELLUTO — Donadoni affida a Cossu i gradi di uomo-chiave, dietro Nenè ed Acquafresca. Pioli ha gli uomini contati, e spera nella coppia Moscardelli-Pellissier. C'è il tempo di ricordare il record di Alessandro Agostini, alla presenza numero 208 in rossoblù che gli consente di raggiunge Comunardo Niccolai al 7° posto nella classifica all-time dei sardi in partite di campionato. Inizio al piccolo trotto: partita non nervosa, non intensa, fase di studio. Pioli davanti la panchina è il più nervoso: forse vede nel futuro, perché un po' alla volta il suo Chievo si scioglie sotto il bel sole dell'isola. Già detto: l'incognita di questo Cagliari è dove potrà arrivare senza Matri. Daniele Conti ricorda che il feeling con il gol lo ha sempre avuto, quando al 19' s'inserisce di testa sull'assist di Pisano: è l'1-0. Quando Acquafresca (28') fallisce davanti a Sorrentino, il fantasma di Matri torna nella mente dei tifosi sardi. Ma il Chievo è assente non giustificato, e il Cagliari ne approfitta. Canini raddoppia (al 29') in mischia. Non è pero' ancora finita. A un minuto dall'intervallo, Cossu lancia Nenè: pallonetto delizioso ed è hattrick Cagliari! Sul velluto, senza soffrire: Chievo impalpabile. Quasi in gita scolastica sull'isola.


UNA MALEDETTA DOMENICA — Quando si riparte, il Chievo ci mette almeno l'orgoglio. Pellissier riscalda i guanti ad Agazzi (è il 15'), poi Jokic scarica la rabbia con un missile intercettato dal portiere di casa (al 17'), prima di lasciare la scena a Thereau. Moscardelli (20') sbatte su un super-Agazzi, ed è il segnale che questa è davvero una maledetta domenica per gli scaligeri. Il Cagliari è in versione il migliore dei mondi possibili per Roberto Donadoni: tranquillo, ordinato, letale in contropiede (d'altronde sul 3-0 il compito è facilitato). Al 22' Cossu fa la lepre, scappa ma sbatte contro la spalla di Cesar: va a terra, sanguina, vorrebbe il rigore. Per l'arbitro, tutto regolare. Sarà la botta del suo 'tamburello', ma il Cagliari si ricarica a caccia del poker. Non si acontenta (perché dovrebbe?). Eccolo il poker sul tavolo verde del sant'Elia: Nenè in acrobazia alza il cartello con il numero 4. Poi, nel finale, Thereau riduce lo svantaggio. Dunque, Chievo al palo; Cagliari lanciatissimo con un messaggio al campionato e uno alla tifoseria. Sms per la A: la truppa di Donadoni se la vuole giocare per l'Europa. Sms per club e supporter: sull'isola, forse, hanno trovato il nuovo-Matri. Meno grosso, meno potente, passaporto brasiliano. Ma intanto le doppiette di Nenè portano punti come quelle dello juventino.

Mario Pagliara

Fonte: gazzetta
13/02/2011 23:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Bari-Genoa senza sapore
Il trionfo della noia

Al San Nicola finisce 0-0. Partita troppo tattica priva di emozioni. Nel primo tempo palo di Palacio, nella ripresa annullato un gol di Okaka

BARI, 13 febbraio 2011 - Gli occhi se li sono stropicciati sabato pomeriggio ammirando le prodezze del barese Antonio Cassano. Rimpianti giustificati dopo 90 minuti di noia e rare emozioni al San Nicola dove Bari e Genoa si accontentano di un inutile 0-0 che ai pugliesi non serve a nulla, anche se interrompe una serie nera.

TORNA GHEZZAL — Al suo esordio Bortolo Mutti chiedeva ai suoi una grande prestazione per non spegnere il lumicino della speranza, rinunciando a Gazzi e schierando Almiron a centrocampo, con Bentivoglio esterno sinistro. Poi la sorpresa Ghezzal a fare reparto con Okaka. Genoa in campo con la formazione che ha imposto il pari al Milan, a eccezione dell'infortunato Destro sostituito da Palacio.

IL PALO DI PALACIO — A caccia di punti a tutti i costi, il Bari scatta sul semaforo verde con la rabbia in corpo. Immediata la penetrazione di Bentivoglio che scorge Okaka libero in area, ma trova Criscito a sbarrargli la strada. Sono passati venticinque secondo appena, ma la voglia del Bari deve subito fare i conti con la serenità del Genoa. La squadra di Ballardini vive sulle penetrazioni veloci di Mesto e Rossi, sull'intelligenza di Milanetto e Kucka e la prontezza di Palacio pronto a ribadire a rete tutto ciò che gli passa il convento. I galletti per un buon quarto d'ora subiscono il pressing dei rossoblù, che dopo il clamoroso palo colpito da Palacio al 9', addomesticano la partita con il possesso palla. Il Bari si fa rivedere negli ultimi minuti della prima frazione, ma senza mai mettere in crisi la difesa ligure, orchestrata con esperienza da Kaladze e Dainelli. Almiron si danna l'anima e il solo Rivas riesce a regalare scampioli di buon calcio, troppo poco per rivitalizzare una gara anemica. Insomma, 45 minuti di noia, senza un omaggio allo spettacolo che il San Nicola meriterebbe.

OKAKA CI PROVA — Non ci sono cambi all'inizio della ripresa e la tattica prevale sul gioco. Il Bari sembra spingere di più, ma ci vuole l'ingresso di Alvarez al 14' (fuori Rivas) per regalare brio alla manovra del Bari. La sua velocità è ossigeno; quella che gli permette al 19' di crossare in area per Okaka che di testa colpisce troppo centralmente. Ballardini risponde con Paloschi per Palacio; Mutti replica con Castillo per Ghezzal. Ma è ancora Alvarez, insuperabile nell'uno contro uno, a servire a Okaka la palla da girare in rete: Eduardo blocca sulla linea. Al 33' Okaka la mette finalmente dentro, ma il gioco era fermo per un precedente fallo di Castillo. Mutti non ci sta e lancia anche Gazzi per Almiron, approfittando dell'evidente calo del Genoa. Ma lo 0-0 resiste fino al 95'. Al Bari ora serve solo un miracolo.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
13/02/2011 23:11
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Orgoglio Juve, Inter k.o.
Decide Matri, traversa Eto'o

I bianconeri vincono 1-0, gol del centravanti su cross di Sorensen, poi nel finale clamorosa occasione fallita dal camerunese. Bianconeri solidi in difesa, nerazzurri senza idee: Buffon chiude il primo tempo senza parate, poi ci mette del suo su Eto'o nella ripresa

TORINO, 13 febbraio 2011 - La Vecchia Signora con un paio d’ore di anticipo su San Valentino fa un regalo grande così ai suoi tifosi innamorati, traditi da troppe prestazioni del 2011. Batte l’Inter 1-0 all’Olimpico di Torino, grazie all’ennesima perla di Matri, al 14° gol stagionale, e si rilancia in prospettiva Champions, ora lontana i 3 punti che ancora la separano proprio dai nerazzurri. Ma soprattutto i tre punti di stasera "rischiano" di far perdere lo scudetto ad un’Inter irriconoscibile rispetto a quella brillante finora targata Leonardo, ed adesso a -8 dal Milan capolista, seppur con una partita in meno (mercoledì alle 18.30 è in programma il recupero a Firenze contro la Fiorentina). I nerazzurri sono mancati come prestazione ancor più che come risultato, svegliandosi troppo tardi, regalando almeno un tempo di gioco. Lo spirito è stato troppo da partita di routine e non abbastanza da sfida di cartello, perchè questa Juve, con tutti i suoi difetti recenti, contro i nerazzurri si trasforma, come dimostra l’imbattibilità in campionato nello scontro diretto dell’Olimpico. E le alternative in panchina per cambiare i piani, per Leonardo sono pochissime, e questo è un problema anche in prospettiva.


JUVE D’ACCIAIO — La Vecchia Signora sorprende tutti con un primo tempo condotto dal 1’ al 45’. Come gioco, come personalità. Due le chiavi di volta rispetto a quella zoppicante di inizio 2011 fotografata dalla classifica: una difesa con quattro difensori centrali in campo, con Sorensen e Chiellini che ancorano le fasce e turano le falle, grazie a centimetri e muscoli in abbondanza, e finalmente un centravanti da Juve in attacco: Alessandro Matri. E così anche senza una grande fantasia - l’unico a contribuire alla causa è Aquilani -, i bianconeri dominano i campioni d’Italia, d’Europa e del mondo. Solidi, tosti, e con due colossi in avanti, dove Toni si muove tartarughesco, ma efficace. La sua potenza mette addirittura in crisi Ranocchia, che gli rende chili e anni di esperienza, e Cordoba, che gli rende diversi centimetri. Proprio Cordoba prima rischia il rigore per un intervento in area su Matri, poi si dimentica dell’ex Cagliari: un’amnesia fatale.


MATRI GOL — Perchè il neoazzurro - e parliamo di Nazionale - di testa raccoglie un cross dalla destra di Sorensen e lo infila all’angolino dove Julio Cesar non può arrivare. Terzo gol in altrettante partite di campionato con la Juve per Matri. E Olimpico in delirio.

INTER NON PERVENUTA — E l’Inter? Chiederete. Mah, non sembra neanche lei in campo, nonostante i colori siano i soliti, nerazzurri. Dietro soffre tanto, in mezzo le idee latitano e si sviluppano su ritmi da crociera, gli unici guizzi arrivano da Sneijder ed Eto’o, che hanno un altro passo rispetto ai Marines difensivi della Juve, che per evitare problemi li raddoppiano con continuità. L’1-0 all’intervallo stupisce meno delle zero parate di Buffon, mai impegnato.


NUOVA INTER — Non negli interpreti, ma nello spirito. Quella che nel secondo tempo guadagna campo e crea dopo qualche minuto, con Pazzini di testa, l’occasione che non aveva saputo andarsi a prendere in tutta la prima frazione di gioco: Buffon respinge.

MATRI ED ETO’O CHE OCCASIONI — La Juve sfiora il 2-0 quando Krasic finalmente mette una palla al centro, invece di incaponirsi in dribbling: Matri di testa, solo come mai, mette appena fuori. Allora Leonardo cambia: dentro Pandev per Kharja. E cambio tattico dal 4-3-1-2 al 4-2-3-1 di mourinhiana memoria. Delneri replica sostituendo il generoso Toni, stanchissimo, con il contropiedista Iaquinta. La gara resta viva e in bilico sino al 90’, Eto’o, beccato dal pubblico di casa per tutta la partita, costringe Buffon al primo grande intervento. La Juve, pur con Matri infortunato che si trascina per il campo, regge sino alla fine. Trema sulla traversa di Eto’o, ma digrigna i denti con un Chiellini galattico, e non molla. E così si gode una serata di gloria: non succedeva da tanto tempo.

dal nostro inviato
Riccardo Pratesi


Fonte: gazzetta
15/02/2011 13:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
SERIE A 2010/2011 25ª Giornata (6ª Ritorno)

Anticipo del 12/02/2011
Milan - Parma 4-0
Roma - Napoli 0-2
Incontri del 13/02/2011
Palermo - Fiorentina 2-4
Bari - Genoa 0-0
Brescia - Lazio 0-2
Cagliari - Chievo 4-1
Catania - Lecce 3-2
Cesena - Udinese 0-3
Sampdoria - Bologna 3-1
Juventus - Inter 1-0

Classifica
1) Milan punti 52;
2) Napoli punti 49;
3) Lazio punti 45;
4) Inter(*) punti 44;
5) Udinese punti 43;
6) Juventus punti 41;
7) Palermo punti 40;
8) Roma(*) punti 39;
9) Cagliari punti 35;
10) Fiorentina(*) punti 32;
11) Chievo punti 31;
12) Sampdoria(*) punti 30;
13) Bologna(-3)(*) e Genoa(*) punti 29;
15) Catania e Parma punti 26;
17) Lecce punti 24;
18) Brescia punti 22;
19) Cesena punti 21;
20) Bari punti 15.

(-3) punti di penalità
(*) una partita in meno

Fiorentina-Inter sarà recuperata il 16 Febbraio 2011
Sampdoria-Genoa sarà recuperata in data da definire
Bologna - Roma sospesa al 16' del p.t. sul risultato di 0-0, sarà recuperata il 23 Febbraio 2011
17/02/2011 00:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Pazzini castiga la Fiorentina
L'Inter ora è a -5 dal Milan

Al Franchi finisce 2-1 per i nerazzurri: nel primo tempo autorete di Camporese e "gollonzo" di Pasqual, nella ripresa decide un gol dell'ex, che trasforma di piatto un bel cross di Eto'o, dopo un numero sulla destra. Il "Pazzo" non esulta, Leonardo centra l'ottava vittoria in dieci gare in campionato

MILANO, 16 febbraio 2011 - "Distacco che si potrebbe ulteriormente ridurre in caso di vittoria a Firenze". Da mesi è questo il ritornello della remuntada interista. Tutte le tabelle prevedevano e quasi imponevano alla squadra di Leonardo una vittoria contro quella di Mihajlovic: beh, Zanetti e compagni ce la fanno, nonostante col passare delle settimane aumentassero le quotazioni della Fiorentina, finalmente ritrovata. L'Inter vince 2-1, cancella la sconfitta di Torino e si ripropone con forza nella sua rincorsa scudetto: ora i punti di distacco dal Milan, senza "se" e senza asterischi, sono 5. A decidere la gara di Firenze ci pensa l'ex Pazzini, su suggerimento di Eto'o, dopo un autogol (Camporese) e un "gollonzo" (Pasqual) nel primo tempo.


GOLLONZI E IL PAZZO — Il primo tempo si gioca a viso aperto, con ribaltamenti di fronte e difese un po' sbilanciate (specie quella dell'Inter). Ad andare sotto è però la Fiorentina, già al 6': l'Inter si lancia nel primo contropiede della sua gara grazie all'accelerazione di Stankovic. Il serbo scarica a destra per Eto'o, che piazza un cross basso. Camporese devia involontariamente e batte Boruc. Autogol e 1-0, che regge fino al 33', quando arriva un altro "gollonzo": stavolta il cross arriva da sinistra e lo fa Pasqual. Gilardino è in anticipo su Cordoba e Ranocchia, ma non tocca la palla. Basta l'allungo del suo piede per ingannare Julio Cesar: la palla sfila fino al secondo palo per l'1-1. Nella ripresa riparte più forte l'Inter, la Viola arretra, Eto'o scardina le resistenze: al 17' punta Camporese, lo salta netto con una finta, va sul fondo e crossa basso: Pazzini è il più veloce a infilare di piatto. Fa 2-1 e non esulta, ma esulterà anche per lui il suo allenatore alla fine.


FIORENTINA, NON BASTA — Mihajlovic sapeva come battere l'Inter: lo aveva fatto l'anno scorso col Catania, ci riprova quest'anno con una Fiorentina che ha "svoltato", dal punto di vista della fiducia. Mutu e Santana (poi uscito presto per infortunio e sostituito da Ljajic) supportano bene Gilardino, Montolivo li innesca a ripetizione con filtranti sempre a destinazione. Nel primo tempo la squadra di Sinisa gioca alla pari, nella ripresa nonostante un buon Ljajic accusa il calo di Mutu (inevitabile) e finisce con l'arretrare troppo, anche per "colpa" degli avversari. Camporese è lo sfortunato protagonista dei due episodi chiave: prima si trova sul cross di Eto'o, poi si trova di fronte a Eto'o quando questi inventa una di quelle giocate che hanno mandato in crisi anche difensori più esperti. Gamberini limita a lungo Pazzini, ma poi deve inchinarsi, Donadel si piazza su Sneijder, Behrami è molto attivo.


LEONARDO, TUTA E CORSA — Attivo quasi come Leo. Quello di Firenze è un Leonardo che ha mantenuto la stessa carica nervosa della vigilia: si presenta al Franchi in tuta (una novità per lui), e si agita più dei suoi giocatori in campo, che cerca di guidare e "muovere" a bracciate. Invoca spesso una difesa più alta, mentre cerca di infondere coraggio a Nagatomo, alla prima da titolare: il giapponese in fin dei conti scenderà spesso sulla sinistra, ma non sempre è puntualissimo nel rientrare. E visto che Maicon è sempre "alto", Cordoba e Ranocchia spesso son soli a rispondere alle sfuriate avversarie. Per fortuna di Leonardo, Ranocchia è in giornata di grazia e dimostra di valere tutti i soldi spesi: non solo in prospettiva, già adesso. La novità tattica di giornata è lo spostamento di Eto'o sul centro-destra: Samu resta devastante, ma forse fa più fatica a liberarsi al tiro (lo sostituisce col cross), e la mossa finisce col limitare un po' gli spazi di Maicon. Positivo il rientro di Stankovic, che garantisce corsa e inserimenti sottoporta: l'equilibrio è ancora una chimera, ma Leonardo forse nemmeno lo cerca. Forte di otto vittorie e due sconfitte, può rilanciare con un "sono così, prendere o lasciare".

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
17/02/2011 00:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Il Genoa e la scossa-derby
Sampdoria punita da Rafinha

Finisce 1-0 a favore dei rossoblù, che superano i rivali in classifica e legittimano il risultato colpendo anche due traverse con Palacio e Rossi. Decisivo Eduardo su Guberti nel primo tempo, Curci evita il raddoppio genoano nella ripresa

GENOVA, 16 febbraio 2011 - Il Genoa conquista la sua decima vittoria in un derby in casa Samp, superando i blucerchiati per 1-0 nel recupero del match rinviato il 19 dicembre scorso per neve. Match winner è Rafinha, a segno al 10' della ripresa: il brasiliano legittima così una supremazia rossoblù evidente per tutti i 90 minuti. La Samp si scuote tardi, e nemmeno nel disperato forcing finale dà l'impressione di poter sovvertire i rapporti di forza in campo. Il Genoa supera così la Samp in classifica.

MACHEDA E RAFINHA LE NOVITÀ — Un infortunio per parte altera i piani iniziali di Di Carlo e Ballardini: Biabiany aveva accusato un indurimento a una coscia ieri durante la rifinitura, Konko ha un problema a un ginocchio, entrambi fuori causa, non vanno nemmeno in panchina. Al loro posto dunque si presentano in campo Macheda, che fa coppia con Maccarone, e Rafinha, a completare il centrocampo rossoblù. Parte meglio il Genoa: più sicuro, più organizzato, più squadra. Infatti pronti via e Palacio colpisce la traversa, in un'offensiva partita da un brillantissimo Kucka. Il Genoa macina gioco offensivo con fluidità e intensità, la Samp è più timida e meno efficace. A eccezione di Guberti, folletto spesso imprendibile per gli avversari, che infatti si presenta ben due volte a tu per tu con Eduardo: prima il portiere si salva di piede, poi in angolo. Ma è il Genoa ad andare ancora più vicino al gol: Kucka conferma di avere spessore non solo in fase di impostazione, ma anche di conclusione e sbaglia di poco il bersaglio, Rossi colpisce un'altra volta la traversa (e sul successivo tap in Floro Flores è nettamente in fuorigioco) e Palacio in azione di contropiede sbaglia il tocco finale, mandando altissimo. Insomma, è un Genoa che contro una Samp che gioca solo a sprazzi meritava di più, e invece si va al riposo sullo 0-0.


RAFINHA-GOL — Si ricomincia sulle stesse note: Genoa avvolgente nella manovra offensiva, Samp inconsistente sulle fasce, poco lucida nelle vie centrali, appesa a Guberti come al filo della speranza. Ma stavolta non dura: Rafinha al 10' inventa un destro in corsa dalla distanza che non lascia scampo a Curci, appostato un po' fuori dai pali. Di Carlo capisce che qualcosa non va, anche perché anche sul piano del carattere la Samp appare apatica e poco reattiva. E allora dentro Mannini, fuori Macheda. Maccarone diventa il terminale offensivo più avanzato, è servito di più e trova maggiori spazi, ma non riesce a essere decisivo. Ballardini risponde immettendo forza fresca: Paloschi al posto di Floro Flores. La Samp sente che il tempo stringe e si fa più pressante, Di Carlo asseconda la squadra mandando in campo anche Zaza per l'assalto finale. Ma il Genoa mantiene tranquillità e possesso palla, anestetizzando così la pericolosità avvversaria. I blucerchiati ci mettono più gambe e cuore, che testa. Il Genoa sfiora il raddoppio con Rossi (ottimo Curci in angolo) e conquista il derby numero 103. Che non passerà alla storia, ma in questa stagione grigia per entrambe le squadre suona comunque come uno squillo di tromba.

Livia Taglioli

Fonte: gazzetta
19/02/2011 23:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Bologna, Paponi usa la testa
Il Palermo in 10 cede al 90'

Finisce 1-0 al "Dall'Ara" nel primo anticipo della ventiseiesima: i siciliani, quasi mai pericolosi e in inferiorità dal 57' (rosso a Garcia), si arrendono allo scadere all'incornata del nuovo entrato

BOLOGNA, 19 febbraio 2011 - Chissà se Zamparini fino al 90' era contento. Perchè un Palermo brutto ma insolitamente solido dietro stava portando via un punto in 10 da Bologna. Ma poi arriva il gol di Paponi e i tre punti vanno al Bologna. E meritatamente. Perchè i siciliani steccano di brutto. Menomati dalle assenze, certo. Ma mai brillanti. E dopo il 2-4 interno con la Fiorentina, c'è un altro stop. Più del risultato preoccupa l'involuzione nel gioco. Dov'è finita la squadra più divertente della serie A in fase offensiva? Basta la mancanza di Cassani e Balzaretti a giustificare la brutta prova? Forse no.

COLLAUDATO — Malesani, privo di Britos, sceglie il solito 4-3-1-2, nel quale l'uruguaiano Gaston Ramirez (classe 1990) è l'uomo-qualità. Il mancino è un giocatore che può avere futuro nel nostro campionato. Sinistro educatissimo, visione di gioco e buona discreta rapidità. A centrocampo Della Rocca, Perez e Mudingayi assicurano il giusto peso in interdizione.

MUTILATO — Il Palermo del Dall'Ara cambia volto. Per forza. Perchè senza la spinta di Cassani e Balzaretti, due pistoni essenziali del suo motore, non è la solita squadra. Nocerino si allarga a destra, con l'acerbo Garcia a sinistra. Dietro si abbandona la linea a quattro per una difesa a tre. Davanti Hernandez è preferito a Miccoli. Ma i rosanero non fanno male. Nel primo tempo si sente la mancanza di Pinilla, l'unica punta consistente fisicamente e in grado di dare profondità. Hernandez, bravino, non è quel tipo di giocatore. Il tutto si complica poi con l'ingenua espulsione di Garcia (mai entrare così quando si è già ammoniti, tanto più che hai accanto un compagno), che costringe il Palermo a giocare una partita di pura sofferenza. Che non è nel Dna dei siciliani, sempre bravi a creare gioco ma spesso inadeguati quando devono difendersi.


SUSSULTI — Non devono ingannare due giocate da fuoriclasse del Flaco Pastore. Il Palermo non fa male. Fatta eccezione per un paio di corner di Ilicic impattati bene da Bovo e Migliaccio, con Viviano presente. Ma è il Bologna a sfiorare il gol. Prima con Perez, che si trova solo sul secondo palo e spedisce alto. Poi è Sirigu a sventare sul sinistro di Meggiorini.

TUTTI DIETRO — Cambia poco nella ripresa. Il Bologna parte aggressivo. Il Palermo resta su livelli inferiori a quelli abituali. Poi dal 12' si rintana dietro, in inferiorità numerica. E al Bologna, capace di attaccare con intensità a econtinuità, manca un po' di lucidità sottoporta. Di Vaio sbaglia un gol di testa. E non è da lui. Ramirez sfiora il palo di testa.

STRANO MA... — All 75' Malesani rinuncia a Ramirez. Se non stava male, è una scelta discutibile, pensiamo noi. Perchè il Bologna perde lucidità e precisione. Per fortuna dei tifosi rossoblu è Malesani l'allenatore. Che butta dentro la fisicità di Paponi, già in gol a Genova. E proprio l'ex Parma, al 90', salta in testa a Nocerino, un pesce fuori d'acqua in questa circostanza, e batte Sirigu di testa. Giusto così.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
19/02/2011 23:37
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Inter, tre punti con il giallo
Battuto il Cagliari, Milan a -2

I nerazzurri vincono (1-0) grazie a un gol di Kharja con Ranocchia in fuorigioco tra le proteste degli uomini di Donadoni. Nella ripresa la squadra di Leonardo cala ma riesce a difendere il risultato

MILANO, 19 febbraio 2011 - Adesso sono indubbiamente più vicini. Può durare il tempo di una notte e di una mattina, ma l’Inter va a dormire a -2 e butta via il piumone. Si sta benissimo, rispetto al gelo di gennaio. Ora tocca al Milan riportarsi a distanza. Leonardo infila la nona vittoria in campionato con un 1-0 che farà discutere, perché il gol di Kharja è viziato dal fuorigioco di Ranocchia. Lo fa alla sua maniera, quella da "prendere o lasciare": per 45’ mostra un calcio bello e da applaudire, nell’ultima mezz’ora soffre oltremisura il ritorno del Cagliari. Solo la scarsa mira dei sardi e qualche rimpallo buono evitano il pari. La classifica però ride e i tre punti alla vigilia del Bayern sono il classico cavallo donato di cui non verificare la dentatura. Nessun regalo invece per il Cagliari, che pure farebbe abbastanza per meritarselo. Per fortuna di Donadoni, la classifica non piange.

IL GOL — L’Inter passa in vantaggio presto (7’), con un gol veloce come la punizione battuta al limite da Eto’o. La difesa del Cagliari è sorpresa, Kharja è libero in area: primo tiro ribattuto, sul secondo Ranocchia non tocca, mentre la devizione di Canini è ininfluente. Il gol è dunque di Kharja e non del difensore nerazzurro. Più che altro ci sarebbe da discutere sulla posizione di Ranocchia, che probabilmente è in fuorigioco.

RITORNO AL 4-2-3-1 — L’Inter di Leonardo ha un indubbio merito, quello di dare vita a belle gare, specie a San Siro. Cerca lo spettacolo, manovra larga, propensione all’attacco. Fa giocare bene anche gli avversari, concedendo spazi, ma poi li batte, e quindi resta poco da imputargli. Leo alla vigilia del Bayern preferisce non spremere Stankovic, e inserisce Pandev. Per farlo torna al 4-2-3-1, o meglio al 4-2-1-3, visto che Eto’o e il macedone sono sulla linea di Pazzini. L’ex Samp continua a far la boa, i due si scambiano di posizione: Samu è un po’ meno incisivo al tiro, Pandev per un tempo gioca come non faceva da mesi. E’ in palla, ne spreca poche, è pericoloso. Poi cala, e si ribecca gli urlacci del pubblico. La manovra è inizialmente ariosa, grazie anche alla risorsa Nagatomo, che dà uno sbocco pure a sinistra (Maicon è il solito Maicon). L’asse centrale Ranocchia-Motta, poi, garantisce recupero palla e riciclaggio della stessa. Dopo un’ora Eto’o va a rifiatare, si torna al 4-3-1-2 e il Cagliari prende il possesso del campo: tiri, mischie in area, ma l’1-0 resiste.

CAGLIARI, TANTI SFORZI PER NULLA — Donadoni se la gioca, con due punte, Cossu rifinitore e Lazzari libero di inserirsi partendo dalla linea dei centrocampisti. Il reparto centrale va talvolta in inferiorità, Maicon ha un po’ troppo spazio, ma così il Cagliari può anche costruire. Ci vuole una gran chiusura di Nagatomo per togliere a Biondini il gol del pari, mentre Cossu con le leve corte prova a mettere in crisi Motta. Nella ripresa, poi, sono i sardi a essere più pericolosi, con tiri fuori di nulla di Conti e Lazzari, una occasione sprecata da Nené e svariate mischie in area. Alla fine la sconfitta lascia l’amaro in bocca a Donadoni. Era successo già a Mihajlovic, ultimamente succede spesso agli avversari dell’Inter.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
20/02/2011 15:09
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Lecce, pomeriggio da sogno
Travolta una Juve da incubo

I giallorossi si impongono 2-0, sfruttando la superiorità numerica causata dall'espulsione di Buffon dopo 11': segnano Mesbah nel primo tempo e Bertolacci nel secondo, i padroni di casa mancano una caterva di occasioni in contropiede. Nel finale espulso anche Vives, ma Rosati non è mai impegnato dai bianconeri

LECCE, 20 febbraio 2011 - Una Juventus da incubo e un Lecce da sogno. È la sintesi della partita del Via del Mare, anticipo domenicale della 26ª giornata di campionato. Se per la Juve si trattava della prova di maturità, dopo due vittorie consecutive di cui l'ultima contro l'Inter, è stata fallita miseramente. E non soltanto per i gol di Mesbah e Bertolacci che hanno deciso la partita. Ma piuttosto perchè la prestazione è stata incredibile, con Rosati mai impegnato in 90', e con lui la porta della difesa più porosa del campionato, e con l'attacco del Lecce che sembrava quello del Manchester United, per la capacità di creare pericoli.

NAUFRAGIO TATTICO — Ci ha messo del suo anche la disposizione tattica bianconera. I quattro colossi, dietro, quattro difensori centrali, schierati a metà campo, in linea, con una difesa altissima, che provava a fare sistematicamente il fuorigioco. Provava, appunto. Non riuscendoci quasi mai. Infilata da ogni lancio lungo, capace di mettere a nudo i limiti di rapidità e attenzione dei difensori bianconeri, messi in croce dal brevilineo Di Michele, che pure non è più un ragazzino. Non è un caso che la Juve fatichi con le piccole, incassando un sacco di gol: quando è impegnata contro squadre come Milan e Inter che tengono in mano le redini del gioco può far valere le qualità nell'uno contro uno, in difesa, dei suoi possenti mastini, superbi di testa; quando invece fa lei la partita, e alza il baricentro applicando sistematicamente l'offside, la retroguardia si apre come il Mar Rosso di biblica memoria. Questo pomeriggio a Lecce, con stoccatori diversi, e meno sciagurati di Grossmuller, poteva finire in goleada. Certo, l'espulsione di Buffon ha complicato le cose, ma le contromisure non hanno funzionato.


CARATTERE LECCE — I salentini hanno avuto il merito di approcciare la partita con l'atteggiamento giusto, senza il minimo timore reverenziale. E di avere il buon senso di insistere sulla soluzione che funziona: la palla in profondità ad evitare il fuorigioco. Poi sono arrivati tanti sprechi sottoporta, ma dietro la squadra di casa non ha sofferto mai. E quindi in casa, dopo Inter e Milan, che hanno pareggiato in Puglia, il Lecce blocca, anzi, stavolta stende, un'altra "grande". La salvezza è più vicina.

ROSSO A BUFFON — De Canio, squalificato, sceglie Di Michele come unica punta, assistito dagli inserimenti di Grossumuller e soprattutto Mesbah, dalla sinistra. Delneri conferma Chiellini terzino sinistro, e la coppia Matri-Toni in attacco. Il Lecce parte fortissimo. Mentre la Juve neanche parte, rimandendo piantata sui blocchi, neanche ci fosse la colla su campo di Via Del Mare a far rimanere impalati i bianconeri. Mesbah fa subito le prove di impresa: riuscite malino, per la verità, quando si divora un gol più che possibile da centroarea. Poi arriva l'episodio che decide la partita: lancio lungo in profondità per Di Michele, Barzagli tiene in gioco l'attaccante, che si presenta solo davanti a Buffon. Il portiere della Nazionale tocca il pallone con le mani fuori area interrompendo così una chiara occasione da gol avversaria: espulso. Dentro Storari, ma al posto di Krasic, piuttosto che di una punta. Scelta che farà discutere.

SOGNO MESBAH — La paura non sveglia la Juve. Che resta la brutta addormentata. I giallorossi sembrano quasi increduli di tanta grazia. Lanciano lungo e tagliano così a fetta la difesa avversaria. Ogni lancio un'occasione. Mesbah va ancora in porta, stavolta tenuto in gioco da Chiellini e non seguito da Sorensen, l'algerino stavolta non sbaglia: Storari trafitto. 1-0 Lecce. Strameritato. La Juve continua ad arrancare. Concedendo altre occasioni a Mesbah e Grossmuller, fallite. Il fischio dell'intervallo salva una Juve contata in piedi che non ha mai chiamato Rosati alla parata.


BERTOLACCI CHIUDE I CONTI — Pronti, via, e a inizio ripresa c'è gloria per il giovane Bertolacci, scuola Roma. Che segna il primo gol in serie A, come Mesbah, del resto. Su sponda aerea di Di Michele, che con il suo metro e settanta centimetri decolla sopra i 186 cm di Barzagli e confeziona un assist al bacio. 2-0. Gara chiusa. E Juve in bambola che rischia il 3-0 quando Grossmuller conclude su Storari un 4 contro 1 in contropiede. Intanto cominciano i cambi: dopo l'intervallo c'è già in campo Del Piero, per Toni, poi entra anche Iaquinta, per Sorensen. Cambia poco. La Juve è sempre più sbilanciata, Chevanton e Grossmuller sbagliano il non sbagliabile negli spazi larghi. Vives si fa cacciare per due falli ingenui, uno dietro l'altro. Ma la Juve non scarta il regalo. Crea la prima occasione, in mischia, solo al 38' della ripresa. E così il Lecce vince, e non subendo gol. L'ultima volta in cui c'era riuscito in casa finora era il 3 ottobre, contro il Catania. Finisce tra gli olè del popolo giallorosso, che vive un pomeriggio indimenticabile.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
20/02/2011 18:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Allegri: "Punti meritati"
Pioli: "Gara condizionata"

L'allenatore del Milan dopo il 2-1 al Chievo: "Dalla panchina la sensazione era che Robinho l'aveva presa con il braccio". Ma ritiene giusta la vittoria. Ma il tecnico dei gialloblù non ci sta: "Quel gol ha influito molto"

VERONA, 20 febbraio 2011 - La risposta all'Inter è arrivata e Allegri si gode soddisfatto punti e la prodezza di Pato, alle prese con la sua ennesima rinascita. Una risposta che penalizza il Chievo, perché il gol di Robinho viene viziato da un netto stop con il braccio sinistro. Irregolare come quello di Ranocchia, segnato in netto fuorigioco. Allegri non si tira indietro e ammette: "Non ho parlato col giocatore, dalla panchina la sensazione era che Robinho l'aveva presa con il braccio". Ma il tecnico del Milan allo stesso tempo aggiunge che i tre punti del Bentegodi "sono meritati".


NIENTE MALAFEDE — Allegri approfondisce: "L'arbitro non l'ha vista e abbiamo fatto gol. Sembra mano, ma non scordiamoci che a Cesena c'è stato annullato un gol perché secondo Russo, Pato aveva commesso la stessa scorrettezza. I brasiliani stoppano la palla in questo modo, non so che dire. Alla fine dell'anno le valutazioni arbitrali si compensano e credo che non ci sia la malafede ma ci siano solo delle valutazioni sbagliate". E senza eccessivi trionfalismi lancia l'ennesima sfida: "Lo scudetto? Fino alla fine saremo lì a lottare".

AUGURI PRESIDENTE — La vittoria di Verona coincide con il 25esimo anniversario della presidenza di Silvio Berlusconi. "Non ho ancora avuto il piacere di sentirlo, ma sarà contento come lo siamo tutti. I ragazzi gli hanno fatto un bel regalo: hanno disputato una buona gara, fatta eccezione per alcuni momenti dove abbiamo smesso di giocare". L'analisi è perfetta: "Sicuramente non era facile giocare su questo campo, ma la squadra ha cercato di farlo, facendo bene fino al gol del loro pareggio dove abbiamo commesso qualche errore. Bisogna migliorare soprattutto quando andiamo in vantaggio. Siccome noi davanti abbiamo giocatori importanti, dopo aver fatto un gol, bisognerebbe aver la forza di andare a cercare il secondo". Insomma, una vittoria fondamentale che arriva il giorno dopo quella dell'Inter. Ma Allegri ci tiene a chiarirlo: "Non è una risposta nei confronti di nessuno, noi vogliamo vincere il campionato e per farlo bisogna solo vincere".


L'IRA DI PIOLI — Stefano Pioli ingoia amaro: "Purtroppo siamo andati in svantaggio al primo affondo del Milan e in modo molto strano, visto che il gol di Robinho è parso a tutti viziato da un evidente fallo di mano". Il tecnico non ha dubbi: il gol di Robinho ha condizionato l'esito del match, anche se il Chievo ha avuto la forza di pareggiare prima di subire nel finale la rete di Pato. "La partita poi è finita 2-1, ma il gol di Robinho ci ha imposto di mettere sul campo energie mentali e fisiche per recuperare, quindi ha influito molto. Peccato: abbiamo messo in difficoltà il Milan e non meritavamo di uscire sconfitti, ora dobbiamo subito voltare pagina". Stefano Sorrentino, portiere del Chievo, non ci sta: "E' chiaro: l'1-0 del Milan era viziato da un fallo di mano, l'ho visto io e l'ha visto anche l'arbitro. Ma le grandi hanno un altro regolamento. Quell'episodio ha condizionato tutta la partita: togliete il gol di Robinho e il risultato è un altro".

g.des.

Fonte: gazzetta
20/02/2011 18:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Roma da non credere a Marassi
Avanti 3-0, perde 4-3 col Genoa

I giallorossi al 6' della ripresa sono avanti di tre reti (Mexes, Burdisso e Totti), ma i padroni di casa non si arrendono e rimontano con Palacio (doppietta) e Paloschi. Totti sbaglia un gol fatto e al 40' ancora Paloschi va a segno regalando i tre punti ai rossoblù. Espulso Rafinha a tempo scaduto

GENOVA, 20 febbraio 2011 - La Roma risponde alla violenta contestazione di Trigoria e alle ultime tre sconfitte di fila riversando in campo tutta la sua voglia, creando tantissime occasioni e segnando a ripetizione. Ma alla fine tutto questo non basta, contro un Genoa in straripante condizione fisica: a Marassi finisce 4-3 per i padroni di casa, dopo che al 6' della ripresa erano in svantaggio di tre reti. Sono le doppiette di Palacio e Paloschi a ribaltare un risultato che sembrava segnato. E per la Roma è la quarta sconfitta di fila fra campionato e Coppa, con un bilancio di 14 reti subite in 4 partite.


UNO-DUE ROMA — La Roma approccia la gara con spirito inequivocabilmente battagliero, nonostante le ultime avversità: Taddei accusa qualche linea di febbre nella notte, al suo posto viene rispolverato Brighi. Poi Juan, dopo il riscaldamento, capisce di essere in precarie condizioni di salute (influenza) e lascia il posto a Castellini. Non bastasse, dopo 8 minuti di gioco Perrotta è costretto ad uscire con la caviglia destra malconcia (al suo posto Ranieri getta nella mischia Taddei). Il tutto in aggiunta alle assenze di Vucinic e Adriano (infortunati) e a quelle di Rosi, Cassetti e De Rossi, squalificati. Ma la Roma di Marassi sembra più forte del destino avverso e dei veleni di Trigoria: entra in partita a testa bassa e già prima del vantaggio Borriello e Totti sfiorano più volte il gol. Il grande avvio giallorosso è premiato dalla rete di Mexes al 6', che di testa devia un calcio d'angolo alle spalle di Eduardo. La foga della Roma non si ferma, anzi Totti e C. sono ancora più carichi e determinati. Il Genoa non c'è o se c'è non si vede. Il primo segnale di vita peraltro è offerto da Eduardo, che evita miracolosamente il raddoppio di Taddei. E il primo quarto d'ora se ne va così, con la partita fagocitata dalla squassante pressione della Roma, irrefrenabile e concentrata nelle sue avanzate, nonostante un campo appesantito dalla pioggia. Poi anche il Genoa si scuote, reagisce allo svantaggio, si ricorda del bel successo nel derby di mercoledì scorso (la formazione è la stessa) e sfiora il pari con Palacio. Il Genoa ora spinge, ma la la voglia della Roma travolge la difesa genoana, che non riesce ad opporre adeguata resistenza. E così al 16' l'altro centrale, Nicolas Burdisso, infila Eduardo di testa su azione d'angolo. E ancora il Genoa non ci sta: Floro Flores prima sbaglia la mira, poi chiama Julio Sergio a una grande parata. Il primo tempo si chiude sul 2-0 per la Roma, ma lascia intuire che la partita può ancora dire molto.


RIBALTONE GENOA — E infatti la ripresa si apre con un Genoa scatenato e convinto di poter rimontare e con Floro Flores che subito inaugura il suo personale duello con Julio Sergio: il portiere salva la sua porta già dopo 5'. Un minuto dopo Totti sfrutta un assist di Borriello e di sinistro infila il 3-0. Partita chiusa? Neanche per sogno, perché il Genoa non ha cambiato idea, e non rinuncia a tentare la rimonta. Detto fatto, al 7' Palacio dopo uno scambio con Floro Flores batte Julio Sergio e firma il 3-1. Poi ancora Floro Flores prosegue la sua personale sfida con il portiere giallorosso, che ancora si dimostra decisivo per i suoi, e allora ci pensa Paloschi, che era a digiuno dall'ottobre 2009, a firmare il 2-3. Il Genoa ci crede sempre più ed è sorretto da una condizione fisica straripante, la Roma accusa il colpo e si squaglia come neve al sole. Ora i rapporti di forza sono completamente sovvertiti. Il pareggio arriva con un colpo di testa angolato di Palacio al 29', e la gara incredibilmente si riapre. Al 34' Totti, tutto solo in area, spreca malamente la più facile delle occasioni, tirando addosso a Criscito. Segnale premonitore? Forse, ma la sostanza è che al 40' il Genoa passa ancora e stavolta il risultato è definitivo: Palacio spinge in area per Paloschi, che di destro appoggia in rete da pochi passi. Doppietta anche per lui, e incredibile 4-3 per il Genoa (che finirà in 10 per il doppio giallo a Rafinha a tempo ormai scaduto).

Livia Taglioli

Fonte: gazzetta
20/02/2011 18:47
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
E' Hernanes show all'Olimpico
La Lazio è in fuga Champions

Un gol del brasiliano al 6' decide il match dell'Olimpico contro il Bari. I pugliesi ci provano, ma solo nel secondo tempo.

ROMA, 20 febbraio 2011 - Hernanes indica la strada verso la Champions, la Lazio segue il suo profeta. Con una prestazione da leader, il brasiliano trascina alla vittoria la sua squadra, contro un Bari che, almeno nel primo tempo, sembra essere andato a Roma in gita scolastica. Troppo debole la resistenza dei ragazzi di Mutti, ma quelli di Reja svolgono al meglio il compitino assegnato: una vittoria fondamentale per continuare a sognare l'Europa, quella più ricca.


L'ESORDIO — Reja dà fiducia a Kozak e al 4-2-3-1, che "regala" un'altra panchina a Zarate e Floccari: centrocampo di qualità con due pivot come Matuzalem e Ledesma; nel riscaldamento Muslera s'infortuna ad una caviglia ed è costretto a dare forfait: al suo posto Berni, alla prima gara in campionato in stagione, e in panchina va il "portierino" della Primavera Berardi, richiamato in tutta fretta (arriverà solo al 5' del primo tempo) e reduce dal derby shock di categoria (7 a 1 contro i "cugini"). Mutti stravolge il Bari: dentro Donati a centrocampo, con Bentivoglio e Alvarez dietro ad Okaka, anche lui in clima "derby".


LA PROFEZIA — In realtà la contesa dura solo 6', il tempo necessario a Sculli per pescare in area Hernanes, che al volo impatta l'assist e batte in controtempo Gillet. Un Bari già timido, si scioglie e i biancocelesti diventano padroni del campo, con il brasiliano mattatore: 7 conclusioni in 42' per il fantasista biancoceleste, con Gillet costretto agli straordinari. Dei biancorossi in avanti nessuna traccia: qualche velleitario taglio di Alvarez e Okaka, ma troppo poco per una squadra che dovrebbe compiere un'impresa per salvarsi. A giudicare dai primi 45', l'undici di Mutti, sembra proprio aver già ammainato la bandiera bianca.


TANGO ARGENTINO — Il tecnico dei pugliesi, allora, cerca almeno di dare una scossa: Bentivoglio resta negli spogliatoi, al suo posto Castillo nel tentativo di dare maggiore peso offensivo ad un Bari che non riesce proprio a tenere su palla. La mossa, se non altro, crea un po' di apprensione alla difesa biancazzurra, che comincia a ballare, con Donati che prova ad approfittarne al 13': il suo piattone a botta sicura, però, si infrange sul parastinco di Berni, autore di una gara di grande personalità. Reja si spaventa e chiama mastino Brocchi a far da guardia ad un centrocampo un po' in disarmo (esce Gonzalez). Sostituzione più che mai utile, visto che di lì a pochi minuti Mutti rompe gli indugi: fuori Okaka e addirittura Parisi, per Rudolf e Ghezzal. In verità la Lazio, che ha avuto l'unica pecca di non chiudere la gara, finirà per controllare la partita, anche se con un po' di affanno, e l'Olimpico, comunque, non si è annoiato, seguendo (e festeggiando) gli aggiornamenti provenienti da Marassi.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:52. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
www.bwgroup.it *** *** Suoneria Cellulare******* habitamos ***
..:: A L T R I ..... G E M E L L A G G I ::..
**TOPMANGA FORUM**~ A.C Milan~ THE FROZEN FORUM ~ Cogito Ergo Sum ~ eyes on anime ~ Virtual Graphic ~ Il mondo di Vanish ~ Lauren 4ever ~ Dragon Ball 4Ever GDR ~ Top forum - the best of all ~ ilmondoincantato ~ UFOOUTLINE ~ The Dark Side Of The World ~ giuggyna.it ~ MuroSpam ~ WLF 46 ~ Dinda & Baldo's forum ~ Cincischio ~ Aldo, Giovanni e Giacomo ~ sulle ali della fantasia ~ Crazy off Topic ~ IL BIVACCO ~ FORUM ~ FORUM ~ FORUM ~ FORUM ~