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SUPERSAGGIO
Delirio Napoli, ancora Cavani
Lecce battuto in zona Mazzarri

Gol al 93' dopo che erano stati decisivi anche De Sanctis e Grava. Decide l'attaccante uruguaiano al 17° centro stagionale, dopo un primo tempo noioso e una ripresa emozionante. Azzurri a -3 dal Milan, secondi insieme alla Lazio. Espulso De Canio

NAPOLI, 19 dicembre 2010 - Il Napoli trova il quarto successo consecutivo in casa, e ancora una volta trova la vittoria a tempo scaduto, nell'ormai famosa "zona Mazzarri". L'1-0 con cui sbarra il passo al Lecce è infatti firmato da Cavani al 48' della ripresa, in un finale-thrilling in cui anche il Lecce, un minuto prima, sfiora il vantaggio con Corvia (salvataggio di Grava sulla linea): poi il ribaltamento di fronte e lo splendido gol con un potente destro da 25 metri. Dopo un primo tempo opaco, il Napoli nella ripresa è protagonista di un match di grande intensità e personalità, che legittima il risultato finale.

SQUADRE DECIMATE — Entrambe le squadre sono decimate dalle assenze: il Napoli deve fare a meno degli squalificati Pazienza, Cannavaro, Campagnaro e Aronica, oltre che dell'infortunato Lavezzi. E ancora che Cribari recupera (e gioca dal 1'), con Yebda che resta in forse fino all'ultimo, ma poi è gettato nella mischia da Mazzarri. La buona notizia è il recupero di Lucarelli, che però stavolta va in tribuna. In campo al suo posto c'è Zuniga, fra i più attivi del Napoli. Il Lecce, orfano di Chevanton (squalificato), Giacomazzi, Di Michele, Munari, Reginiussen, Ferrario e Giuliatto, risponde con Grossmuller in mezzo, e la coppia outsider Piatti-Ofere in avanti. Il primo tempo non è né bello né emozionante: parte meglio il Napoli, che già nei primi minuti si porta pericolosamente dalle parti di Rosati. Il Lecce però non solo tien botta, ma trova contromisure ed equilibri per imbrigliare la maggior iniziativa partenopea. Il Napoli dovrebbe cambiar passo e velocizzare l'azione ma non lo fa, e il Lecce ha buon gioco nel fermare le avanzate partenopee, con Donati abile nel disinnescare un paio di puntate insidiose. La miglior occasione capita al 37' a Zuniga, con Rosati che sventa in angolo. Il Lecce arriva una sola volta al tiro, con Vives che vede De Sanctis fuori posizione ma Grava devia la sua conclusione. Alla fine le occasioni da gol si contanto sulle dita di una mano, col Napoli che, stretto nella morsa fra il successo della Lazio all'ora dell'aperitivo e il k.o. di ieri sera del Milan, sente forse troppo il peso della classifica. Oppure è semplicemente stanco dopo le fatiche di Europa League contro la Steaua.

CHIAMATELE EMOZIONI — Dopo un primo tempo lento e noiosetto, la ripresa parte da subito su altri ritmi e una differente vivacità. Dopo una manciata di minuti Sosa prende il posto di Zuniga, ma è Rosati a dare spettacolo, con due mezzi miracoli in un minuto, su Hamsik e lo stesso Sosa. Latita ancora invece Cavani, ma l'atmosfera è di quelle che fanno presagire che qualcosa potrebbe cambiare, anche perché il Napoli è specializzato nell'andare a segno nella ripresa. Mazzarri - sempre in maniche di camicia - si affida, oltre che alla tradizione, all'innesto di forze fresche (prima Sosa, poi Dumitru al posto di Santacroce) e dà la carica ai suoi. Il Napoli prima tentenna, poi si scatena in un finale da assalto a Fort Apache: con Cribari, Sosa e Dumitru che sfiorano la rete. In mezzo, una occasione colossale per Piatti, che dopo aver superato un nugolo di avversari tenta anche di aggirare De Sanctis, che lo ferma. Ma non è finita, perché al 47' Grava salva sulla linea una conclusione a botta sicura di Corvia, smorzata dal portiere. Gol sbagliato, gol subito (e De Canio pure espulso per proteste): un minuto dopo Sosa lancia Cavani, che punta Rosati e lo batte con un gran destro. E' il suo decimo gol, ma soprattutto l'1-0 che conferma il Napoli al secondo posto nel ruolo, magari non esclusivo ma sicuro, di anti-Milan.

Livia Taglioli

Fonte: gazzetta
19/12/2010 22:37
 
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SUPERSAGGIO
La Juve lotta ma spreca
E Pellissier la beffa al 93'

Finisce 1-1 tra il Chievo e i bianconeri: la squadra di Delneri, rimasta in 10 (rosso a Giandonato in avvio di ripresa), manca il 2-0 con Iaquinta e Krasic ed è punita nel finale, restando a -5 dal Milan. Storari para un rigore a Marcolini

VERONA, 19 dicembre 2010 - Da Verona a Verona. Da una sconfitta per 1-0 a un pareggio per 1-1. Che però sa di beffa. Perchè essere raggiunti al 93' dopo essere rimasti in 10 e aver mancato due volte il 2-0 fa malissimo. Perchè si pensava già di brindare a fine anno col Milan a meno tre. Resta la consolazione, non da poco, di aver fatto tanta strada rispetto all'ultima trasferta al Bentegodi. Già, perchè il 17 gennaio 2010 Gennaro Sardo, volenteroso terzino che ha fatto la spola da Catania a Verona, segnò a Buffon un gran gol di sinistro. Lui che goleador non lo è mai stato. Il seguito fu una delle prestazioni più brutte della Juve di Ferrara. Zero tiri in porta. Zero reazione. Zero orgoglio. Uno dei punti più bassi di una stagione orribile. Ma undici mesi dopo la realtà è ben diversa: la Juve ha un'identità di gioco, uno spirito nuovo, un'intelaiatura vera. Questi due punti persi rischiano di costare caro, ma fossimo in Andrea Agnelli mangeremmo sereni il panettone.

CHE COLPO — Delneri sarà un allenatore dai temi monocordi. Tutto corsa, esterni e 4-4-2. Ma c'è molto di lui in questa stagione. Sì, perchè la Juve non scintilla, subisce il Chievo che è squadra vera. Resta in 10. E' piena di assenze. Ma non molla niente. Tutti si aiutano. Gli uomini della svolta, oltre a un Krasic dalla corsa irreale, sono due, Storari e Quagliarella. Due nomi su cui parecchi tifosi hanno arricciato il naso. Il primo neutralizza il rigore di Marcolini al 16' (fallo di Chiellini su Moscardelli), con un balzo alla sua sinistra. Buffon è il migliore al mondo. L'idolo dei tifosi. Ma togliere l'ex portiere di Samp e Milan, in stato di grazia, sarà proprio dura. Il secondo, terza o quarta scelta in attacco dopo i numerosi no estivi (Di Natale e Borriello su tutti) segna il nono gol in campionato con una rovesciata pazzesca. La Quaglia i colpi li ha sempre avuti. Ma ora sta segnando con continuità. E ha una presenza in campo che non gli riconoscevamo.


SCELTE — Pioli sceglie il solito 4-3-1-2, con Constant dietro a Moscardelli (che bravo) e Pellissier. Sardo e Mandelli preferiti ad Andreolli e N.Frey in difesa. Delneri, che ha solo Iaquinta e Quagliarella in avanti, deve inserire Manuel Giandonato in mezzo. Neppure Sissoko ce la fa e va in tribuna. Occasione persa per il maliano in assenza di Melo. Il ragazzo, classe 1991, supera la prova, rosso a parte. Gioca semplice. Porta l'acqua ad un Aquilani non al meglio ma comunque prezioso. Ma la stoffa c'è. Ancor meglio di lui, fino all'errore finale, Frederik Sorensen, nato nel 1992: non ci stupiremmo se per Delneri ormai fosse lui il titolare a destra, con buona pace di Motta e Grygera. Il ragazzo è freddo, prestante e sveglio. Deve sistemare il cross quando avanza. Ma è già un giocatore. Certo, le responsabilità sul gol di Pellissier sono evidenti. Quell'errore pesa come un macigno. Ma vale la pena insistere, vista soprattutto la carta d'identità.

DUE FASI — Il primo tempo ha due facce. Parte meglio il Chievo. Constant è bravo tra le linee. Moscardelli si allarga con la sua tecnica e crea problemi. Il rigore è il giusto premio a una certa supremazia, anche se l'azione è viziata da un fuorigioco di partenza di Moscardelli. La difesa bianconera respinge l'invito di Marcolini per il romano, ma sulla seconda palla Constant pesca l'ex Piacenza, steso da Chiellini. Rigore e ammonizione. Ma ci pensa Storari. E' la svolta. La Juve sale, il Chievo cala. Quagliarella pesca Sorensen con una palla geniale, il danesone calcia sul palo dopo la deviazione di Sorrentino. E subito arriva dopo la prodezza dell'ex Napoli, che spalle alla porta tira fuori una rovesciata da sigla tv. Che colpo!


GIALLO O ROSSO — La Roma non c'entra nulla. Parliamo della ripresa, quando al 7' Giandonato stende Constant al limite dell'area bianconera. Il fallo è trascurabile, ma Bergonzi sceglie il rosso perchè vede, forse imbeccato dal guardalinee, una chiara occasione da gol. Niente di scandaloso, ma il giallo sarebbe stato più giusto. Juve in 10. Emergenza? Il pane quotidiano della Juve. Pepe fa il centrale a centrocampo, Salihamidzic entra per Quagliarella.

SPRECHI LETALI — Il Chievo, squadra che si salverà presto, spinge a tutta. Con lucidità. Sfruttando la dinamicità degli attaccanti e il piede di Constant. Bonucci e Chiellini sbagliano poco, Grosso è bravo in chiusura. La Juve soffre. Sbuffa. Ma è il Chievo a rischiare il tracollo. Prima Iaquinta, liberato da Krasic, calcia su Sorrentino in uscita. Poi lo stesso serbo si fa 50 metri di campo palla al piede. Salta avversari come birilli. Evita pure Squizzi, subentrato a Sorrentino. Ma poi, a porta vuota, stremato, trova solo l'incrocio dei pali.

LA BEFFA — Storari non deve fare granché. Vigila su Pellissier. I minuti di recupero sono quattro. E la Juve è colpita sul più bello. Moscardelli mette una palla di testa in mezzo all'area. Buona idea. La traiettoria, prolungata da Granoche, è sfruttata da Pellissier, che da sinistra brucia un colpevole Sorensen e non dà scampo a Storari. Beffa atroce, a prescindere dai notevoli meriti del Chievo.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
19/12/2010 22:41
 
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Il Catania è tornato Maxi
Brescia, trasferte indigeste

L'argentino, diventato papà ieri per la seconda volta, sfrutta un errore di Budel e dà ai suoi la vittoria, che mancava da un mese. Siciliani di nuovo a metà classifica, mentre le Rondinelle scivolano in basso, confermandosi disastrose lontano dal Rigamonti

CATANIA, 19 dicembre 2010 - Constantino ha fatto il miracolo. Chi? Constantino Lopez, il figlio nato ieri a Maxi, attaccante del Catania in caduta libera nell'ultimo mese (due sconfitte e un pari). Papà si è sbloccato dopo oltre un mese di astinenza contro il Brescia, la squadra pure e passerà il Natale a metà classifica. Terzo gol in campionato dell'argentino, una rete da tre punti.

CASA E TRASFERTA — Due tendenze a confronto: il Catania ha fatto 21 punti in campionato, e di questi, 18 in casa. Hanno perso solo contro la Juve, i rossazzurri. Il Brescia, di contro, lontano dal Rigamonti è un pianto: una vittoria, datata settembre (1-0 a Verona), un pareggio, sei sconfitte e solo 4 gol segnati. Quasi normale prevedere un risultato così, e cioè l'1-0 per i siciliani, in una partita bruttina.

BUDEL, CHE LISCIO — La settimana della tensione (Terlizzi fuori rosa) e dell'emergenza (quattro indisponibili più i due squalificati: Morimoto e Martinho), a Catania, si chiude con tre punti pesantissimi. Segna Maxi Lopez, dicevamo, che oltre alla zampata si fa vedere per una vitalità mai mostrata fin qui in campionato. Sfiora altre due volte il gol e legittima la vittoria. Pur non sempre assistito dai compagni (tranne Gomez, forse, un vero motorino), l'argentino chiude l'anno 2010 come aveva cominciato: segnando. Decisivo, però, nell'azione del gol partita, l'erroraccio di Budel, che svirgola un rinvio sul dischetto del rigore su azione proprio di Gomez, lasciando a Lopez lo spazio per la mezza rovesciata vincente.


BRESCIA SPUNTATO — L'azione dell'1-0, va detto, era nata da un fallo forse non fischiato a Diamanti per ancata di Capuano. Rovesciamento di fronte e gol (più ammonizione del numero 32 del Brescia). Le proteste degli ospiti, comunque, lasciano il tempo che trovano. Senza Caracciolo davanti e, forse peggio, Cordova in mezzo a creare geometrie, le Rondinelle impensieriscono assai raramente Andujar. Tranne qualche tentativo da fuori di Diamanti né Eder né Possanzini né Feczesin riescono a rendersi pericolosi.

LAGGIÙ IN FONDO — Giampaolo respira, sfruttando il fattore Massimino. Beretta un po' meno, anche perché in queste partite un punticino bisogna portarlo a casa, quando si lotta per non retrocedere (il Brescia è quart'ultimo con Lecce e Cesena). Pensierino di Natale, con vista 2011: Maxi Lopez, ora che si è sbloccato, tornerà ad essere l'attaccante meraviglioso della prima metà del 2010? Intanto che si goda la nascita dI Constantino, il suo secondogenito che è già un amuleto.

Alessandro Ruta

Fonte: gazzetta
19/12/2010 22:43
 
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Palermo, occasione sciupata
Il Bari in 10 rimonta e fa 1-1

Finisce in parità la sfida del San Nicola: i rosanero vanno in vantaggio con Ilicic quando sono in superiorità per l'espulsione di Rossi. I biancorossi non mollano e pareggiano grazie a un rigore trasformato da Masiello. Siciliani poco brillanti

BARI, 19 dicembre 2010 - Il Palermo proprio non decolla. A Bari i rosanero di Delio Rossi hanno perso un’ottima occasione per portare a casa tre punti d’oro per la classifica. Ne hanno portato via uno solo per effetto dell’1-1 finale contro i generosissimi ragazzi di Ventura. Ma quando si è in vantaggio 11 contro 10 e 1-0 nel punteggio, da una squadra ambiziosa ci si aspetta un’altra gestione della partita. Evidentemente, però, il doppio impegno coppa-campionato non è facile da gestire e comincia a presentare il conto. Il Bari invece si regala un Natale non proprio tranquillo, vista la posizione di classifica: ma lo spirito visto oggi non è affatto quello di una squadra finita.

SUPERIORITÀ — Non bello il primo tempo. Un po’ perché l’impostazione tattica del Bari ha previsto 11 uomini dietro la linea del pallone non appena il Palermo si trovava in possesso del gioco. Un po’ perché lo stesso Palermo non ha giocato bene, sempre molto prevedibile e praticamente sempre alla ricerca di un varco per vie orizzontali piuttosto che in verticale. Non a caso Delio Rossi ha spesso ripreso Ilicic, l’uomo che nei piani doveva essere quello che si proponesse di più sulla trequarti per cercare di creare le superiorità numeriche per favorire Miccoli e Pastore.


CHIAVE — Così di azioni pericolose se ne sono viste pochissime. Da segnalare in particolare un destro da lontano di Pastore che ha sfiorato il palo al sesto minuto. Momento chiave della partita il 32’. Prima le proteste dei biancorossi per un presunto fallo di mano in area di Bacinovic (non proprio evidente). Poi sul ribaltamento di fronte Marco Rossi si è sciaguratamente fatto infliggere da Rizzoli il secondo cartellino giallo per fallaccio su Nocerino e ha così lasciato il Bari in 10 uomini. Il Palermo ne ha praticamente subito approfittato sfiorando il gol con Ilicic e poi trovandolo con lo stesso sloveno e l’aiuto della fortuna: a 20 secondi dalla fine della frazione gran tiro da lontano e deviazione di Belmonte che vanifica il tuffo di Padelli. I siciliani si ritrovano così in vantaggio nel punteggio e negli uomini in campo senza aver fatto granché.

PASTORE SPENTO — Nella ripresa l’infortunio di Miccoli nel finale di primo tempo costringe Rossi a inserire subito Maccarone. Ma il Palermo entra in campo troppo remissivo. Il Bari prende coraggio e al 9’ trova l’insperato pari: su una palla filtrante al centro per Rivas è Goian a farsi sorprendere e allargare il braccio sull’avversario appena dentro l’area. Il barese si lascia cadere ma Rizzoli non ha dubbi e fischia l’ostruzione. Masiello trasforma il penalty. In teoria tempo per rimediare ce ne sarebbe ancora. Ma le occasioni di Cassani, Pastore (poi sostituito, la sua scarsa brillantezza pesa tantissimo), Ilicic e Maccarone non hanno fatto altro che evidenziare la scarsa vena dei siciliani. Un po’ di vacanza non potrà che fare bene.

Giusto Ferronato

Fonte: gazzetta
19/12/2010 22:46
 
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Crespo-Di Vaio, che errori
Pari tra Parma e Bologna

Il derby del Tardini finisce 0-0, poche emozioni e tanti motivi per recriminare: clamorose le palle-gol sprecate dai due attaccanti nella ripresa. Gli ex in campo, da Zaccardo a Valiani, non lasciano il segno

PARMA, 19 dicembre 2010 - Il fortino Parma (appena 4 gol incassati al Tardini) regge anche contro il Bologna e consegna agli almanacchi del derby uno 0-0 senza sussulti, un po' come il 2010 delle due squadre. Malesani e Di Vaio, Zaccardo e Valiani contro il loro passato, ma le emozioni restano lì, sulla carta. Un tiro nel primo tempo, quattro nella ripresa, mentre la scena è tutta per i faticatori di centrocampo, da Morrone a Ekdal. In parità anche le occasioni mancate, almeno quelle clamorose: prima Di Vaio, poi Crespo gettano alle ortiche il tiro del vantaggio e non danno lustro alla loro fama di implacabili Over 30.

UN TEMPO E BASTA — Del match, vale la pena raccontare la ripresa, perché nel primo tempo non succede niente, salvo un colpo di testa di Meggiorini, alzato sopra la traversa da un attento Mirante. Il Bologna non sembra giocare in trasferta, prende subito in mano il gioco e con Ramirez trova pure la profondità. All'appello, piuttosto, manca Di Vaio, 9 gol in campionato che non spiegano a sufficienza la sua importanza nelle prime 16 giornate. Alla 17ª, comprensibilmente, arriva una frenata e con lui si arresta tutta la squadra, nonostante il prepartita da lambrusco e pop corn per la notizia dell'avvenuto salvataggio societario.


PARMA ALLA DISTANZA — Di contro il Parma, apparentemente stanco dopo l'impegno infrasettimanale di coppa Italia (successo sulla Fiorentina ai supplementari), dimostra invece d'avere i polmoni per giocarsela fino al 90'. E' vero, lascia ai rossoblù l'occasione dell'1-0 prima di svegliarsi (al 4' della ripresa Di Vaio calcia addosso a Mirante), ma quando decide di affondare (con Giovinco), Britos e compagni ballano. Viviano si conferma il migliore in Italia salvando sul colpo di testa di Crespo al 16' e poi su Morrone. Ancora Crespo, al 37', ha sui piedi un "rigore" ma lo manda in curva, vanificando l'ottima palla di Candreva. Lo 0-0, insomma, è giusto.

Claudio Lenzi

Fonte: gazzetta
23/12/2010 23:52
 
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SERIE A 2010/2011 17ª Giornata (17ª Andata)

Anticipi del 18/12/2010
Cesena - Cagliari 1-0
Milan - Roma 0-1
Incontri del 19/12/2010
Lazio - Udinese 3-2
Bari - Palermo 1-1
Catania - Brescia 1-0
Chievo - Juventus 1-1
Fiorentina - Inter rinv
Napoli - Lecce 1-0
Parma - Bologna 0-0
Sampdoria - Genoa rinv

Classifica
1) Milan punti 36;
2) Lazio e Napoli punti 33;
4) Juventus 31 punti;
5) Roma punti 29;
6) Palermo punti 27;
7) Inter(**), Sampdoria(*) e Udinese punti 23;
10) Catania, Chievo e Genoa(*) punti 21;
13) Bologna(-1) e Cagliari punti 20;
15) Fiorentina(*) e Parma punti 19;
17) Brescia, Cesena(*) e Lecce punti 15;
20) Bari punti 11.

(-1) punti di penalità
(*) una partita in meno
(**) due partite in meno

Inter-Cesena sarà recuperata il 19 Gennaio 2011
Fiorentina-Inter sarà recuperata il 16 Febbraio 2011
Sampdoria-Genoa sarà recuperata in data da definire
06/01/2011 15:33
 
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Si ricomincia dopo la sosta invernale/natalizia con alcune novità importanti a cominciare dall' avvicendamento sulla panchina interista tra Benitez, giubilato da Moratti nonostante il mondiale per club vinto dall' Inter poco prima della sosta, e Leonardo, brasiliano che ha trascorso 14 anni in casa milanista prima come calciatore poi come dirigente e quindi per poco tempo come allenatore.
Altro "evento" significativo l' arrivo al Milan di Cassano, ceduto dalla Sampdoria dopo i dissidi tra il barese e l' anziano presidente a cui ha fatto seguito la partenza da Milano di Ronaldinho.

Si ricomincia il giorno della "Befana".
06/01/2011 15:34
 
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Juve, che scoppola col Parma
Follia Melo, crac Quagliarella

Bianconeri castigati dalla doppietta dell'ex Giovinco: gli emiliani vincono 4-1 all'Olimpico dilagando nella ripresa dopo l'infortunio del napoletano (distorsione al ginocchio) e l'espulsione di Melo, che perde la testa. A segno anche Legrottaglie, Crespo (rigore) e Palladino

TORINO, 6 gennaio 2010 - Anno nuovo vita nuova. Dicono. Evitate di proporre questo detto a Delneri dopo che la sua Juve perde 4-1 contro il Parma, castigata da Giovinco, ex mandato via senza troppi rimpianti. Sconfitta che per certi versi ricorda quella del 1999, che portò all'esonero di Lippi e all'arrivo di Ancelotti. Fosse solo la sconfitta. Questa Befana piena di carbone bianconero rischia di segnare una svolta negativa per le ambizioni della stagione. Nell'ordine: passano 3 minuti e Quagliarella, di gran lunga il miglior attaccante della stagione, in un contrasto con Paci si gira il ginocchio. Basta un replay per capire che è roba seria. Quanto si saprà nei prossimi giorni, ma visto che le vacanze di fine anno hanno lasciato in eredità anche il k.o di Iaquinta, Andrea Agnelli dovrà aprire i cordoni della borsa prima possibile. Gila? Matri? Pazzini? Basta che ne arrivi uno. Perchè coi soli Del Piero e Amauri non si fa molta strada. Pagato il debito, che pare eterno, con l'infermeria, la Juve ci mette anche del suo. L'espulsione di Melo al 17' (folle calcio a Paci) è inaccettabile. E complica la vita a Delneri ancora di più del k.o di Quagliarella


SCELTE — Il tecnico bianconero propone il sempre affidabile Legrottaglie per Bonucci (squalificato) e conferma che Frederik Sorensen è il titolare a destra. Del Piero affianca Quagliarella per 3'. Poi arriva Amauri. Compito gramo il suo. Rincorrere rilanci dalla difesa e far salire la squadra. Già il naturalizzato italiano non segna dal 14 febbraio 2010, poi se deve fare reparto da solo è dura. Marino punta su un 4-3-3 stretto parente di un 4-5-1. Non manca la qualità in mezzo, con Giovinco, Dzemaili e Candreva. E un Crespo che a quasi 36 anni vale più di tante punte con 10 anni in meno.


AHI MELO — Detto dell'infortunio di Quagliarella, l'altro episodio chiave, dopo 17' in cui succede pochino, è il rosso a Melo. Più lo si rivede, più non ci si capacita. Il brasiliano subisce un fallo normale da Paci sulla sua trequarti. Poi da terra pensa bene di tirare un calcio, non violento ma evidente, in faccia al difensore del Parma. Rosso tanto stupido quanto sacrosanto. Sarà anche un giocatore ritrovato, ma ogni tanto l'embolo parte ancora.

AGGIUSTAMENTI — Delneri per 13' resta con Del Piero sulla fascia e Marchisio in mezzo. Il capitano strappa applausi con un paio di profondi ripiegamenti. Ma poi Delneri lo toglie per Pepe. La Juve produce un ottimo sprazzo subito dopo il cambio. Ci mette intensità, nonostante un Krasic poco brillante. De Marco annulla un gol a Chiellini. Tifosi furibondi, ma l'arbitro ha ragione anche in questo caso. Il Parma pare in difficoltà. Fin quando capisce che con l'uomo in più bisogna ribaltare il gioco e ripartire in fretta. Dzemaili (bravo) trova Zaccardo a destra, l'ex Wolfsburg pesca Gobbi in area. Storari salva da gran portiere sullo stacco dell'ex viola, ma non può nulla su Giovinco.


SPIETATO — Il Parma chiude i conti nei primi 17' della ripresa. Contro una Juve generosa ma più che perforabile. Valiani prima fa tremare l'Olimpico, poi nella successiva volata pesca da destra Giovinco in area. Sorensen manca l'intervento (bravo il ragazzo, ma questo è un altro errore dopo quello col Chievo) e la Formica Atomica segna ancora. Senza esultare. Compito proibitivo per la Juve ora. Senza creativi, con gli esterni che non sfondano. Legrottaglie segna in uno dei pochi modi possibili per una squadra così. Bello lo stacco del difensore pugliese su corner di Aquilani. Peccato che neanche 60" dopo Chiellini stenda Crespo in area sull'ennesima ripartenza emiliana. Rigore netto, gol dell'argentino e gara chiusa. Il 4-1 di Palladino nel recupero serve solo a dare i contorni della debacle alla sconfitta, per una Juve che in difesa nelle ultime partite aveva subìto poco.

E ADESSO? — Delneri dovrà lavorare sulla testa della sua Juve. Che però ha già dimostrato di essere squadra solida. Forse stiamo banalizzando, ma ora la priorità e comprare un attaccante. Magari già entro domenica, quando il posticipo proporrà la difficilissima trasferta di Napoli. Inizia invece bene il 2010 del Parma che, diciamolo chiaro, non ha rubato nulla. Marino ha parecchia qualità, soprattuto dal centrocampo in su. La salvezza, a dispetto di una partenza negativa, non dovrebbe proprio essere un problema.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
06/01/2011 19:32
 
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Cassano entra e decide
Strasser gol: Cagliari k.o.

Il Milan passa 1-0 al Sant'Elia ed è campione d'inverno. FantAntonio in campo dal 74' e all'85' ispira il gol del giovane centrocampista rossonero della Sierra Leone

CAGLIARI, 6 gennaio 2011 - Alla fine decide proprio lui. Tenuto in panchina fino al 74'. Antonio Cassano entra al posto di Merkel appena in tempo per mettere in archivio il suo primo e decisivo assist in rossonero. Ma ancora di più a decidere è Rodney Strasser, subentrato a Gattuso. Il ragazzo della Sierra Leone viene pescato dal barese e trova l'angolo giusto per consegnare al Milan tre punti fondamentali. Fino a quel momento rossoneri e Cagliari avevano fornito una prestazione poco brillante, risolta come si conviene in simili frangenti dal colpo di genio.

MERKEL TREQUARTISTA — La scommessa di Massimiliano Allegri si chiama Alexander Merkel: 18 anni, un po' kazako, un po' russo, un po' tedesco. Lo piazza alle spalle di Pato e Robinho, permettendo così a Seedorf di arretrare a sinistra sulla linea dei centrocampisti al fianco di Gattuso e Ambrosini. Nesta non ce la fa; quindi tocca a Bonera che va a fare il centrale con Thiago Silva. Senza Ibra (squalificato), Pirlo, Boateng e Flamini è emergenza vera, ma l'eccellente ex Roberto Donadoni non può che sorridere. Avesse lui questi problemi. Ma l'ex c.t. può permettersi di schierare il meglio, con Lazzari (che piace tanto ad Allegri) in campo dal primo minuto, e Cossu trequartista dietro a Matri e Nenè.


ROBINHO CHE OCCASIONE — L'idea di Donadoni è di chiudere gli spazi e pressare sull'uomo. Ma, nonostante l'emergenza, i rossoneri fanno prevalere la loro tecnica con gioco veloce sulle fasce e possesso palla. Un dominio costante che lancia un segnale importante all'11' con la grande occasione sventata da Agazzi. L'azione parte da Merkel che serve in area Robinho; il destro a giro sul secondo palo è la soluzione perfetta, ma il portiere del Cagliari ci mette miracolosamente un piede e mette in angolo. In verità è l'unica emozione fornita dai leader del campionato. Il pallino è in mano ai rossoneri, ma il Cagliari si difende con ordine e si limita a contenere il Milan.

IL PALO DI CANINI — La novità di Allegri è senza dubbio Seedorf davanti alla difesa; l'orange recupera mille palloni ed è ufficialmente le mente pensante della squadra. Non può bastare comunque, perché Pirlo, Ibra e Nesta non sono sostituibili. La partita non decolla per mancanza di idee: da una parte una squadra con troppi timori riverenziali, dall'altra un Milan asciutto e poco incisivo. L'atteggiamento tattico per entrambi è chiaro: meglio non rischiare. Ma un lampo rossoblù al 32' regala adrenalina ai padroni di casa. Da un cross dalla bandierina di Cossu, Canini colpisce il secondo palo di testa. L'occasione ghiotta, carica i rossoblù che concludono il primo tempo in attacco sfruttando le evidenti difficoltà del Milan, troppo lento e poco offensivo per fare del male alla truppa di Donadoni.


ROBINHO LO SPRECONE — La ripresa propone subito la sostituzione di Lazzari (distorsione a una caviglia) con Biondini, mentre Cassano fa scaldare i muscoli a bordo campo. Magari servirebbe un po' del suo genio. Al 6', però, Pato manca l'1-0: il tiro è indirizzato nel sette, ma Agazzi riesce a deviare in angolo con un intervento prodigioso. E come nel primo tempo c'è subito la risposta. Quello che combina all'8' Abbiati è sconcertante. Il portiere regala la palla a Nenè solo in area, ma il brasiliano fa la cosa peggiore sbagliando incredibilmente a porta vuota. Intantro Allegri opera il primo cambio, con Strasser al posto dell'acciaccato Gattuso. La partita però non decolla. A ritmo blando Cagliari e Milan non allungano il passo affidandosi a sporadiche azioni. Come il contropiede rossonero del 22', quando Pato illumina Robinho al limite, ma l'ex City controlla come un dilettante allungandosi la palla che finisce ad Agazzi. Dietrofront e Abbiati neutralizza il tiro del defilato Matri.

ECCO CASSANO — Al 29' inizia l'era rossonera di Antonio Cassano. Entra al posto di Merkel. Non giocava dal 24 ottobre 2010. Va a fare la seconda punta con Pato, mentre Robinho arretra leggermente. FantAntonio tocca la prima palla al 33'. Un'altra al 37'. Ma fondamentale è quella del 40' quando al limite riceve da Robinho e mette in area una splendida palla a Strasser (con l'alluce in fuorigioco) che infila nell'angolo alla sinistra di Agazzzi. Un gol pesante che permette al Milan di proseguire la sua marcia anche in piena emergenza. Ma con un Cassano in più.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
06/01/2011 19:39
 
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Il Genoa non si sblocca
Lazio, pareggio meritato

A Marassi è 0-0, con i biancocelesti superiori nel primo tempo, i rossoblù nella ripresa. Palo di Hernanes e occasione per Floccari, da una parte; ottimi Jankovic e Rossi dall'altra, fermati dal bravo Muslera. La squadra di Ballardini continua a non trovare la via del gol

GENOVA, 6 gennaio 2011 - La Lazio non va oltre lo 0-0 a Genova, contro i rossoblù, facendo comunque un piccolo passo avanti in classifica. Partita tatticamente bloccata nel primo tempo, in cui la Lazio ha giocato meglio contro un Genoa trattenuto, più vivace nella ripresa, con molte occasioni da ambo le parti. I rossoblù per la quarta volta nelle ultime cinque partite di campionato non hanno trovato la via del gol, ma nella ripresa sono stati fermati solo da un ottimo Muslera; la Lazio ha il rammarico di non aver concretizzato la superiorità dei primi 50' di gioco, in cui ha centrato un palo con Hernanes, ma ormai è una squadra di vertice.

PRIMO TEMPO BIANCOCELESTE — Il Genoa ritrova Jankovic dopo un lungo infortunio e Ballardini lo piazza dietro la coppia Toni-Destro: mossa azzeccata visto che il serbo è stato il migliore dei suoi dalla cintura in su, sia come stoccatore, sia come uomo assist. Nel primo tempo, però, si notano solo la personalità della Lazio, ben disposta, più intraprendente e armonica nella sua manovra, e la difficoltà del Genoa di produrre gioco, se non a brevi fiammate, che però non scottano Muslera, quasi inoperoso. La maggiore palla gol, al 2’, è di Floccari che, ben servito in area da Zarate, solo davanti a Eduardo, si va deviare in angolo la conclusione dello 0-1. In seguito, Floccari continua a pungere, ben supportato da Zarate, ma i loro spunti, una percussione del primo in area e un diagonale dell’argentino, trovano l’opposizione dell’ottimo Kaladze, che al centro della difesa non fa rimpiangere la cessione di Ranocchia all’Inter. Complessivamente, poche le occasioni nel primo tempo, ma il Genoa dalla metà campo in su è stato del tutto inoffensivo: non a caso, con sole 6 reti, ha il peggior attacco interno della A, non un bel record.


RIPRESA ROSSOBLÙ — Nella ripresa la Lazio accelera, al 4’ coglie un palo con una bella conclusione da fuori area di Hernanes e un minuto dopo sfiora il vantaggio con Mauri. Palle gol che hanno l’effetto della scossa per il Genoa che nel giro di quattro minuti fa venire i brividi a Muslera, il quale deve fermare due forti conclusioni di Jankovic, una su punizione, e che trema per un paio di pericolosi palloni nell’area piccola su cui Toni non si avventa con la dovuta cattiveria. Adesso il Genoa non ha più paura, la gara è più dinamica e Rossi prova a diventare il grimaldello della difesa laziale: al 21’ - assist di Jankovic -, è fermato ottimamente da Muslera in uscita bassa e al 27’ è bloccato al momento della battuta in area. Spazio, poi, per un insidioso colpo di testa di Biava, un ex, e per Toni, che con una battuta non felice vanifica un ottimo spunto di Destro, e si arriva al quarto d'ora finale con il Genoa che spinge e la Lazio pericolosa nelle ripartenze.

TIRANDO LE SOMME — La Lazio ha una ottima organizzazione di gioco, con la fisarmonica Zarate-Matuzalem-Mauri che orchestra bene alle spalle di Floccari: se solo trovasse un elemento di maggiore peso e tecnica lì davanti potrebbe davvero fare la voce grossa in campionato, in cui comunque ha già assimilato la mentalità giusta per arrivare in Champions. Il Genoa di Ballardini, meno spumeggiante di quello di Gasperini, ma più coperto, paga sempre però il peccato originale del dopo-Milito: la mancanza di un attaccante da almeno 10-12 gol a stagione. Toni, a tratti davvero imballato, pare incanalato nell’alveo dei suoi predecessori – Floccari, Crespo, Suazo, Acquafresca -, che di gol l’anno scorso ne hanno fatti 14. Ma in quattro. La buona prova di Destro potrebbe far sperare per il futuro.

Massimo Brizzi

Fonte: gazzetta
06/01/2011 19:44
 
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Borriello e Vucinic per volare
Ma la Roma soffre col Catania

Segna l'ex milanista in apertura, ma la squadra di Giampaolo ribalta il risultato con Silvestre e Maxi Lopez. Nella ripresa i giallorossi migliorano e pareggiano ancora con Borriello. Nel finale la doppietta vincente di Vucinic

ROMA, 6 gennaio 2011 - Dolci o carbone? La befana dell'Olimpico fa soffrire Roma e Catania, ma alla fine sono i giallorossi a far festa grazie a un 4-2 che, nonostante l'apparenza, è stato soffertissimo. Doppiette per Borriello e Vucinic, dopo che Silvestre e Maxi Lopez avevano fatto sperare i rossazzurri. Tante le assenze nell'undici di Giampaolo che comunque riesce a dominare il primo tempo chiudendolo in vantaggio. Nella ripresa Ranieri cambia, la Roma anche. E i due gol vittoria, entrambi di Vucinic, arrivano con quattro punte in campo. Juve superata e quarto posto conquistato dunque. Anche se il secondo e il terzo gol dei padroni di casa sono viziati da due discutibili decisioni del guardalinee.


ANCORA BORRIELLO — La Roma parte carica e tutto sembra facile. L'idea di scavalcare i bianconeri fa gola a tutti, quindi massima concentrazione e grinta. Ranieri sceglie il 4-4-2 e al 5' arriva il gol. Un'azione perfetta, nata dal recupero tenace di Riise, il lancio preciso di Taddei, il velo di Menez, la botta dalla distanza di De Rossi e conclusa con un po' di fortuna, quella che permette a Borriello di segnare il suo ottavo gol in campionato nonostante il tiro sporco sulla respinta corta di Andujar. Il Catania però non è avversario semplice. E a vederlo oggi all'Olimpico fa effetto pensare che in trasferta abbia realizzato solo tre punti e zero vittorie. Silvestre, il capitano, è in stato di grazia. Forse perché festeggia le cento presenze in A. Forse perché ha solo fame di vittoria. È lui a sfiorare per due volte il pareggio, prima di testa (all'11') poi di destro al volo (17').


SILVESTRE FESTEGGIA — I giallorossi, soprattutto dietro, sembrano distratti. E il Catania se la ride. Maxi Lopez si libera di Juan e al 24' colpisce l'esterno del palo. La Roma prova a ripartire ma - a parte un contropiede di Menez - combina davvero poco. Gli ospiti invece non perdonano: al 29' su un calcio d'angolo di Llama, Silvestre - sempre lui - colpisce di testa: Julio Sergio tocca, Simplicio allontana ma la palla è già entrata in porta: 1-1. Il pareggio non basta a svegliare la squadra di Ranieri che nel frattempo prova diverse soluzioni tattiche spostando per ben tre volte Taddei. L'occasione migliore è ancora di Menez dalla distenza, ma Andujar è pronto. Al 38' riecco Maxi Lopez, questa volta a tu per tu con Julio Sergio che tocca il pallone: l'argentino recupera e trova il gol. Catania in vantaggio. Ranieri scuote la testa. E mentre lui si dispera gli ospiti sprecano: contropiede 5 contro 2 ma Llama manca di precisione.


AZZARDO RANIERI — Nella ripresa dentro Greco e Perrotta per De Rossi (l'influenza avuta in settimana l'ha accusata eccome) e Simplicio. Cambia anche il modulo: il 4-4-2 non soddisfa, meglio tornare al collaudato 4-3-1-2. Ma si riparte così come si era cominciato: azione caparbia di Riise che crossa una palla sulla linea di fondo, probabilmente anche un po' oltre, e Borriello di testa trova il pareggio. Il Catania si imbestialisce con l'arbitro Brighi che tira fuori anche il giallo per Andujar. La Roma torna a girare. O meglio, a controllare la gara. Anche se il 2-2 non è un gran risultato. Poche le occasioni giallorosse, ma anche le discese del Catania. Riise e Menez spaventano (nemmeno troppo) la difesa rossazzurra, Borriello viene fermato un paio di volte in fuorigioco e anche Totti comincia a metterci del suo. La migliore palla-gol è comunque del Catania con un sinistro insidioso di Maxi Lopez. A dieci minuti dalla fine Ranieri azzarda: dentro Vucinic, fuori Taddei. Roma superoffensiva con il montenegrino più Menez, Totti e Borriello. Ed è proprio l'ex milanista a mancare clamorosamente il gol vittoria al 39', quando solo davanti alla porta tira addosso ad Andujar. Ma il vantaggio arriva: al 41' Totti serve Vucinic (poco oltre la linea del fuorigioco) che resiste al pressing di Silvestre e segna. Ripartono le proteste, legittime, del Catania. Ma la Roma non ha finito: il capitano si mangia un gol fatto e al 49' è ancora Vucinic a chiudere i conti, firmando la doppietta, proprio su assist di Totti. Adesso tre giorni per ritrovare la concentrazione che, soprattutto in difesa, è mancata in questa partita. Dormite come quelle viste con i siciliani costerebbero care domenica a Marassi con la Samp. Il Catania invece è chiamato a un'altra impresa. Al Massimino arriva l'Inter di Leonardo. Ma in casa, si sa, la squadra di Giampaolo fa paura a tutti.

Elisabetta Esposito

Fonte: gazzetta
06/01/2011 19:47
 
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E' un Palermo da Champions
Sampdoria da dimenticare

La squadra di Delio Rossi supera i blucerchiati 3-0: in vantaggio con Miccoli nel primo tempo, i rosanero raddoppiano nella ripresa con Migliaccio e chiudono i conti con Maccarone. Samp mai in partita

PALERMO, 6 gennaio 2010 - Al "Barbera" si beve champagne. Il Palermo annichilisce la Sampdoria con un netto 3-0, centra il quinto successo casalingo consecutivo e si porta a -1 dalla Juventus e a -2 dalla zona Champions League. I blucerchiati, che non giocavano da quasi un mese a causa dell'annullamento del derby pre-natalizio, in un colpo solo subiscono quasi un quarto dei gol presi nelle precedenti 16 partite e vivono la peggior giornata dall'inizio della stagione.

FORMAZIONI — Il Palermo è privo degli infortunati Pinilla ed Hernandez, ma Delio Rossi in attacco può contare su gente dai piedi fini come Pastore e Ilicic, schierati alle spalle del capitano Miccoli. In difesa, davanti a Sirigu, ci sono Cassani, Goian, Bovo e Balzaretti; in mezzo Migliaccio, Bacinovic e Nocerino. Sampdoria in formazione quasi tipo: Curci tra i pali; Zauri-Gastaldello-Lucchini-Ziegler in difesa; a centrocampo Mannini vince il ballottaggio con Koman sulla destra, a sinistra c'è Guberti con Palombo e Tissone centrali; in attacco, in attesa di Kiko Macheda, il tandem titolare è composto da Pazzini e Marilungo.


PALERMO A FIAMMATE — Comincia meglio la Samp, che al 3' crea la prima palla gol grazie a un errore di Bovo: il centrale del Palermo regala un corner ai blucerchiati con un assurdo retropassaggio e sul calcio d'angolo battuto da Ziegler, Sirigu smanaccia togliendo il pallone dalla testa di Lucchini. Dopo dieci minuti favorevoli ai blucerchiati, il Palermo sale in cattedra e da lì non scende più. Ilicic e Pastore si muovono tantissimo, rientrano molto a centrocampo creando superiorità numerica e mttendo in difficoltà Palombo e Tissone. La Samp contiene e ci prova in contropiede, ma con Mannini e Guberti schiacciati nella propria metà campo far ripartire l'azione è un'impresa. I centrali blucerchiati però non ne sbagliano una e allora il Palermo ci deve provare con i tiri da fuori, ma Ilicic al 15' e Nocerino al 21' sbagliano la mira. Al 23' si rivede la Samp che con un fantasioso schema su punizione mette Guberti solo davanti a Sirigu, ma l'esterno sbaglia il controllo e l'azione sfuma. Ilicic scalda le mani a Curci al 25' con un sinistro centrale, poi Tissone ci prova dalla lunga distanza costringendo Sirigu alla deviazione in corner. Il Palermo va a fiammate e quando riesce a farlo con continuità manda in apnea la Samp. Al 33' Marilungo conquista palla nell'area avversaria dopo una ribattuta della difesa e prova il destro, bravo Sirigu a respingere. Quattro minuti dopo i padroni di casa passano in vantaggio: bel tocco in profondità di Pastore per Miccoli, l'attaccante tascabile è bravo a scattare sul filo del fuorigioco, poi scivola in area ma si rialza e con la punta del piede supera Curci. Scossa dal gol, la Samp rischia di prendere il secondo dopo neanche due minuti: Miccoli vince un rimpallo in area e prova il sinistro, pallone di poco alto. Nel finale di primo tempo la Samp ha la ghiotta occasione per pareggiare: cross di Guberti per Marilungo che beffa la difesa del Palermo ma tutto solo davanti a Sirigu sbaglia di testa, mandando il pallone sopra la traversa.


I ROSANERO DILAGANO — Si riparte e il Palermo piazza subito il colpo del 2-0. Dopo un colpo di testa alto di Mannini da buona posizione in avvio, al 5' un errore in disimpegno della difesa blucerchiata mette in azione Miccoli che tocca in profondità per Nocerino, sul traversone del centrocampista la difesa della Samp è ferma, Migliaccio si inserisce bene e di testa batte Curci. Immediata la reazione Samp con una girata di testa di Pazzini, parata con sicurezza da Sirigu. Il Palermo dà spettacolo: all'8' Ilicic si libera di Gastaldello con una magia, poi calcia addosso a Curci uscito tempestivamente dai pali. Di Carlo prova a dare vivacità ai suoi: fuori Mannini e dentro Pozzi, che va a comporre un tridente con Pazzini e Marilungo, poi fuori per far spazio a Koman. I blucerchiati provano ad attaccare, ma di vere palle-gol non ne arrivano. Al contrario è il Palermo a far male in contropiede. Al 34' i padroni di casa mettono al sicuro il risultato: assist di Ilicic per Maccarone che in diagonale batte Curci per il 3-0. Da lì in poi è solo festa a Palermo, mentre la Samp aspetta con ansia Kiko Macheda per cercare di risollevare una stagione che volge verso il nero.

Omar Carelli

Fonte: gazzetta
06/01/2011 19:52
 
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Sanchez-Di Natale show
L'Udinese stende il Chievo

Gran primo tempo dei friulani che passano con i due attaccanti e sfiorano gol a ripetizione (Di Natale sbaglia anche un rigore), nonostante l'espulsione di Pinzi. Il Chievo ci prova nella ripresa, ma non sfonda

UDINE, 6 gennaio 2010 - Il timore della vigilia era legato un possibile sopravvento del supermarket-Udinese sulla squadra-Udinese, con un calo di tensione legato alle voci di mercato. Timore che si è rivelato infondato. Contro il Chievo Alexis Sanchez, il simbolo degli uomini mercato, gioca una gran partita e trascina i suoi insieme a Di Natale (che sbaglia anche un rigore, dopo il gran gol). Due a zero il risultato finale, che sarebbe potuto essere ben più largo (soprattutto nel primo tempo) e Udinese che balza a quota 26, lasciandosi dietro la Samp. La squadra di Pioli cerca di reagire nella ripresa dopo un primo tempo abulico e si butta in avanti con continuità, senza ottenere risultato.


ESCLUSO FLORO FLORES — Rispetto alle previsioni, Guidolin manda in panchina Denis e avanza Sanchez in coppia con Di Natale. A fare da trequartista c'è Asamoah, coperto dai muscoli di Inler e Pinzi. Floro Flores va in tribuna e il ds Larini spiega che si tratta di una scelta tecnica, maturata anche per le numerosi voci di mercato che riguardano il giocatore (che potrebbe finire al Genoa o alla Fiorentina). Chievo con un'unica variante: in mezzo c'è Guana al posto di Rigoni, mentre davanti Moscardelli fa coppia con Pellissier.

PARTENZA SPRINT — L'Udinese parte forte e mette sotto i veneti sin dalle prime battute. Dopo dieci minuti sono già due i gol sfiorati dai bianconeri. Prima Sanchez trova lo spunto sulla sinistra e mette dentro per Isla, sul cui destro a botta sicura si supera Sorrentino. Il portiere del Chievo salva ancora i suoi poco dopo, sul sinistro di Inler dal limite. Sono avvisaglie non casuali. La squadra di Pioli fatica a reagire e si fa schiacciare. Al 14' il vantaggio, firmato Alexis Sanchez: Pinzi mette dentro un pallone dalla trequarti, il cileno aggancia bene e infila Sorrentino con un sinistro incrociato. Risultato più che meritato.


RADDOPPIO E ROSSO — Prima della mezzora arriva anche il raddoppio, con il bel destro a giro di Di Natale da posizione defilata, che trova il suo undicesimo gol, superando momentaneamente Cavani. Partita in discesa? Sulla carta sì, non fosse che Pinzi commette una doppia ingenuità che gli vale la doppia ammonizione (fallo di mano in mediana e inutile entrata a forbice su Cesar). Mancano dieci minuti alla fine del tempo e il Chievo non solo non approfitta della superiorità numerica (e nel primo tempo non tira mai in porta), ma rischia a ripetizione il tacollo: palo interno di Asamoh (39'); rigore procurato e calciato alto da Di Natale (42'); parata del solito Sorrentino su Inler (46').

RIPRESA — Nel secondo tempo il Chievo reagisce. Pioli manda subito in campo Thereau per Constant e l'Udinese comincia a sentire la stanchezza. Guidolin capisce il momento di difficoltà e inserisce un difensore, Angella, per Armero. I veneti si buttano in avanti ma faticano a trovare spazi. Al 26' una delle migliori occasioni, con il destro a botta sicura di Moscardelli su cui si immola Domizzi. Per il resto, qualche mischia, corner a ripetizione e qualche buona uscita di Handanovic su cui si spengono le illusioni di rimonta di un Chievo troppo spuntato.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
06/01/2011 19:55
 
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Un tempo per uno a Bologna
Santana risponde a Di Vaio

Finisce 1-1 al Dall'Ara. Alla decima rete dell'attaccante romano in questo campionato risponde il centrocampista della Fiorentina, appena entrato al posto di Marchionni. Nella ripresa grandi occasioni fallite da Di Vaio e Ljajic

BOLOGNA, 6 gennaio 2011 - Bologna e Fiorentina giocano un tempo a testa e alla fine portano via un punto ciascuno. Nel primo tempo un buon Bologna chiude in vantaggio con una rete del solito Di Vaio. Nel secondo tempo, molto divertente, i viola pareggiano con Santana, grazie anche a un fantastico Babacar. Dimenticati con una bella partita i problemi societari degli emiliani (si sarà divertito anche Gianni Morandi in tribuna) e le "marachelle" di Mutu nello spogliatoio toscano.


SUBITO DI VAIO — Malesani sceglie Ekdal dietro le punte al posto di Ramirez che viene spostato più avanti al fianco di Di Vaio. Il sacrificato è Gimenez. In realtà l'uruguaiano svaria su tutto il fronte d'attacco, anche se non si rende quasi mai pericoloso. Tra i viola, Mihajlovic mette De Silvestri, più offensivo di Comotto relegato in panchina. Pronti, via e Di Vaio porta in vantaggio il Bologna per la gioia di Gianni Morandi in tribuna: Casarini va via sulla destra al 5', crossa al centro e trova l'attaccante romano tutto solo, con Gamberini che può solo guardare mentre batte Boruc. I rossoblu giocano in scioltezza, gioco semplice sulle fasce, Rubin annulla Cerci e Marchionni non si vede mai. La squadra di Malesani però è sterile nel momento dell'ultimo passaggio, mentre i viola sfiorano il gol due volte con Babacar.


SPRINTER BABACAR — Nella ripresa torna in campo un'altra Fiorentina. Montolivo e D'Agostino tagliano a fette il Bologna con rapide verticalizzazioni per lo sprinter Babacar. Il senegalese va in offside un paio di volte, poi cerca Gilardino che non lo segue, infine con un tocco volante di destra rischia di beffare Portanova e Viviano. Al 22' propizia anche il pareggio viola: si invola sulla destra, serve Cerci che dopo un rimpallo la dà a Santana per l'1-1. L'argentino era entrato da pochi minuti al posto di un arrabbiatissimo (per la sostituzione) Marchionni. E dopo aver sofferto tantissimo nei primi 45 minuti, i viola sfiorano addirittura il successo con un colpo di testa di Gilardino e un tiro a lato di Ljajic, entrambi soli davanti a Viviano. Anche se le coronarie di Mihajlovic sono messe a dura prova dall'ultima volata di Di Vaio, anticipato all'ultimo da un difensore davanti a Boruc. I padroni di casa mantengono un punto di vantaggio sulla Fiorentina.

Alberto Agostinis

Fonte: gazzetta
06/01/2011 19:58
 
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Il Cesena sbanca il Rigamonti
Brescia di nuovo nell'incubo

L'uno-due nel primo tempo Jimenez-Ceccarelli abbatte il Brescia. Eder accorcia ad inizio ripresa, ma poi i lombardi non riescono a completare la rimonta.

BRESCIA, 6 gennaio 2011 - Aspettando Mutu... ci pensano Jimenez e addirittura Ceccarelli (alla prima segnatura in A). Un Cesena ordinato vince in casa di un Brescia che, invece, sembra tornato quello volenteroso ma sconclusionato di inizio stagione. La reazione dei padroni di casa arriva solo nel secondo tempo, in svantaggio di due reti, ed è più di pancia che di testa. Eder accorcia le distanze in avvio di ripresa, ma poi l'arrembaggio si fa ancor più confuso e sterile e i ragazzi di Ficcadenti controllano, portando a casa una vittoria che - come si dice in questi casi - vale doppio.

L'ULTIMO VOLO — Beretta si affida all'airone Caracciolo, forse in una delle sue ultime apparizioni al Rigamonti, visto l'interesse di numerose big per il mercato di gennaio; in difesa Mareco non smaltisce l'influenza, spazio a Berardi a destra, con Zebina riportato al centro. Fillippini è preferito a Baiocco a centrocampo per sostituire l'indisponibile Hetemaj. Ficcadenti deve rinunciare a Nagatomo, impegnato a preparare la Coppa d'Asia in Qatar: al suo posto Lauro; a centrocampo c'è Caserta e davanti il solito trio Giaccherini-Jimenez-Bogdani. Solo panchina per i neo arrivati Lanzafame nel Brescia e Sammarco nel Cesena.

GOL MANGIATO... — Gli ospiti, fin da subito, dimostrano personalità e tranquillità, mentre il Brescia, come d'abitudine (soprattutto in casa) patisce la tensione. La partita è bloccata fino alla mezzora, quando le squadre cominciano ad allungarsi e perdere le distanze: la prima occasione ghiotta capita ai lombardi che, però, la sprecano (Eder servito da Caracciolo con un assist a porta sguarnita, manca la deviazione). E' un film già visto al Rigamonti, con i padroni di casa che creano gioco, ma sbagliano molto. Errore fatale per una squadra che deve salvarsi.

... GOL SUBITI — L'errore sembra togliere fiducia ai padroni di casa e darne agli ospiti; pochi minuti dopo, infatti, l'uno-due cesenate che stende i ragazzi di Beretta: per due volte Zebina non riesce a respingere il pallone fuori area, per due volte finisce per apparecchiare la tavola a Jimenez e Ceccarelli che ringraziano e consumano. Il Rigamonti comincia a contestare una squadra che dà proprio la sensazione di abbattersi alla prima difficoltà e Diamanti è il più bersagliato dai tifosi ed anche quello che non rientra dopo l'intervallo: il trequartista toscano paga per tutti, al suo posto l'esordiente Lanzafame.


SVEGLIA EDER — Beretta trasforma i suoi, allargando il gioco: lo schema diventa un 4-3-3 e i benefici sono immediati. Sarà il profumo di concorrenza, ma anche Eder sembra un altro o, meglio, sembra essere tornato quello imprendibile di Empoli: prima accorcia le distanze su buco di Ceccarelli, poi cerca di guadagnarsi un rigore ma ottiene solo un giallo per simulazione, alla fine si mette anche al servizio della squadra agendo da ala pura. Anche Diamanti, che dopo la doccia ha raggiunto la panchina, applaude e sprona ii compagni alla ricerca del pari. La manovra ordinata di inizio ripresa del Brescia, però, si esaurisce subito e finisce per lasciare spazio alla solita reazione confusa e irrazionale; il Cesena, così, ha gioco facile nel chiudersi e respingere gli attacchi avversari che, infatti, non si renderanno più pericolosi dalle parti di Antonioli, nonostante più di 40' a disposizione per completare la rimonta.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
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