~~ Forumando!~~

GEMELLAGGI

FORUMANDO

COMPLEANNI



Top Celebrity
FreeWorld Forum
Attuality and Society
Il Mare di Alessandro
Zerofollia Forum
Parole in Libertà
Pubblicità su FFZ
PAPPI'S FORUM
Figurati!
ApertaMenteBisex
Parole e Poesia
LeAli del Mondo
Anima Solitaria
Techno Zone
B-Side Forum
Non solo chiacchiere
FORUM P@LM@
marenostrum
FORUM
FORUM

AGOSTO

1 Walker - Lugo
1 kathrine
1 ciacchi
1 enrico1966
2 exlaura2
2 nudehose
3 giulio_08
4 scrittrice88
4 marty89
4 Keko01
4 marianna84n
5 =(G4NgStA)=.91.
5 °DarkDj°
6 sevin72
7 Ciack
7 goose07
7 Julien.Ciolla
7 Sbuffona
8 david-ao
9 ken.1979
9 ea78
9 Z@ra
9 pupetta91
10 burfaldyno
10 $castle$
10 (SimonLeBon)
11 Mr. Siffredy
11 jayjay77
12 kiss (f)
12 lello60
12 kingofgames
12 Pina72
12 Tex14
13 neve67
13 wiccan matrix
13 realstocking
13 (Kaji)
14 overboost20v
14 Alexander13
14 $sifone$
14 alias.65
14 katun83
15 goldenaxe
16 Mysticeyes
16 mrathlon900
16 caturiyas82
16 SoleLuna_80
17 +Finrod+
17 bobbio84
18 starliam82
18 DOUPHIN-R3
18 por67
19 guidozz
19 rossella.37
20 agorick
20 pioggia0081
21 cleo91
22 Stigma-
22 fairy67
22 centrosardegna
22 +eletto+
23 -Sinderella-
23 jakoooo
24 zon@ venerdì
24 fscomartino
25 nick the quick
25 _LeleM_
26 themonster91
26 |Cassius2|
27 Carlo Alberto.
28 Hermione Krum
28 Jack8321
28 HOUSE LOVERS
29 D@ny91
29 (very)
29 Griforoby
29 enniunculus
30 Pier2004
30 ILCRUDELEMARIONETTISTA
30 Sting L2
30 °ButterflyEly°

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
17/04/2011 00:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
L'Inter non esiste più
Crolla anche a Parma: -8

Quarta sconfitta nelle ultime cinque partite: i campioni di tutto si sciolgono definitivamente sotto i colpi di Giovinco e Amauri. Finisce 2-0 per la squadra di Colomba, che fa un importante passo avanti verso la salvezza. Nerazzurri a meno 8 dal Milan: addio scudetto

MILANO, 16 aprile 2011 - Quattro sconfitte nelle ultime cinque. Una caduta dietro l'altra, un meno otto dal Milan che non lascia speranze di rimonta. L'Inter si "disfa" definitivamente a Parma, cade sotto i colpi dui due ex-juventini e ora dovrà guardarsi soprattutto alle spalle, per salvaguardare il terzo posto. E dovrà concentrarsi sulla Coppa Italia, il titulo più alla sua portata. A Parma viene infilata prima da Giovinco, poi da Amauri quando ha lasciato le ultime energie in un tentativo di rimonta tutto nervi a inizio ripresa. I campioni di tutto non ci sono più.


I GOL — Il gol che manda l'Inter a meno otto dal Milan arriva un quarto d'ora dopo quello di Seedorf: lo segna Giovinco, l'uomo che sin dai primi minuti aveva messo in difficoltà i centrocampisti nerazzurri in velocità. E' il 35' quando Zaccardo piazza un cross dalla trequarti destra, su cui Nagatomo si fa tagliar fuori. Lo raccoglie Modesto a sinistra: assist rasoterra per Giovinco, che arriva sulla palla prima di Zanetti, Lucio e soprattutto Cambiasso, che lo insegue con ritardo. E' l'1-0, ma è anche un segno dell'attuale forma fisica dei nerazzurri. Che affiora totalmente nella seconda metà della ripresa, quando il Parma potrebbe dilagare: il gol del 2-0 arriva con un rasoterra da distanza ravvicinata di Amauri (che prima evava centrato una traversa), al 41'. Lo pesca Bojinov, grazie anche a una deviazione e alla posizione di Lucio, che tiene in gioco tutti.


SENZA SNEIJDER — Le sorprese di Leonardo non erano finite alla vigilia con l'esclusione di Motta e Maicon: Sneijder infatti rimane inizialmente in panchina, con Kharja schierato rifinitore. Dopo un paio di partite del franco-marocchino in quella posizione si può arrivare a un verdetto: fa fatica. Normale che si senta la differenza rispetto a Sneijder, ma Kharja non riesce quasi mai a trovare la posizione e a innescare gli attaccanti. Tanto che a inizio ripresa Leonardo corre ai ripari e ripropone Sneijder: Esce Chivu, Nagatomo va a sinistra (meglio), Zanetti scala in difesa, Kharja retrocede di qualche metro (senza peraltro migliorare molto).

CON SNEIJDER — Con Sneijder le cose cambiano, almeno a livello di ritmo: nel primo tempo la squadra è statica, il gioco è lento, le punte non hanno mai palloni giocabili. Nel secondo per 20' si va a velocità diversa, l'olandese riesce a lanciare nello spazio Eto'o, l'Inter dà l'impressione di poter raggiungere il pareggio. Paradossalmente, però, le occasioni migliori le aveva create nel primo tempo, con due estemporanei tiri da fuori di Stankovic (clamoroso l'incrocio dei pali su punizione). E a fare da contraltare alla maggiore aggressività c'è il fatto che la squadra col passare dei minuti si allunga terribilmente, fino a crollare definitivamente sul 2-0 di Amauri. Il centrocampo smette di fare filtro, con l'ingresso di Pandev la squadra è divisa in due tronconi e rischia persino la figuraccia.


PARMA UN PO' PIÙ SALVO — Figurone invece del Parma, che pure era partito con la paura addosso di chi ha un punto solo sulla terz'ultima. Col passare dei minuti prende fiducia, vede che può sfondare tranquillamente, specie sulla fascia di Modesto (in gran serata). Con un po' più di lucidità da parte di Amauri, Candreva (che litiga con Colomba quando sostituito) e Bojinov nel finale poteva anche segnare più gol . Crespo ne prova uno con la "rabona", quando ormai il timore per gli ex campioni è definitivamente tramontato. La difesa chiude imbattuta (Paletta e Lucareli attenti), Morrone e Dzemaili hanno, oggi come oggi, molta più corsa dei pariruolo interisti. La salvezza è più vicina, dopo stasera.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
18/04/2011 00:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Lazio, poker da Champions
Zarate affonda il Catania

La squadra di Reja vince 4-1 al Massimino: gol di Hernanes, Mauri, Floccari e del discusso argentino, che regala anche due assist decisivi. Di Schelotto il momentaneo pareggio a inizio ripresa

Catania, 17 aprile 2011 - Colpaccio della Lazio, che vince al Massimino, dove il Catania trionfava da quattro giornate di fila, e vede da vicino la Champions League. La squadra di Reja domina l'incontro, passa nel primo tempo con Hernanes e reagisce con forza al momentaneo pari di Schelotto, grazie a una gran prova di Zarate (gol e due assist), partito in panchina. I biancocelesti si portano così a quota 60, a sole 3 lunghezze dall'Inter. E sabato c'è la sfida di San Siro proprio contro i nerazzurri.


FUORI ZARATE — La novità principale a inizio gara è proprio l'assenza dell'argentino. Reja lo manda in panchina dopo cinque presenze di fila da titolare, un po' per il ritardo di sabato nell'allenamento di rifinitura, un po' perché Sculli gli garantisce una maggior copertura. Per il resto, le formazioni sono quelle annunciate e i moduli speculari: biancocelesti con Sculli-Mauri-Hernanes alle spalle di Floccari; rossoazzurri con Schelotto-Ricchiuti-Bergessio a supporto di Maxi Lopez. Tra gli etnei rientra Capuano dopo l'infortunio.


SCULLI INFORTUNATO — La sensazione è che le squadra scendano in campo con piglio diverso. Meglio la Lazio, sin dai primi minuti. Ledesma e Bresciano garantiscono la copertura degli spazi in mediana, e i tre trequartisti svariano tra le linee creando problemi agli uomini di Simeone. Prima del quarto d'ora, però, Reja è costretto a rivedere la scelta iniziale: si fa male Sculli (problemi muscolari per lui) ed entra Zarate. L'argentino ha voglia e si vede: il tecnico deve subito richiamarlo perché rientra troppo in aiuto alla difesa. Zarate parte a sinistra, ma diventa devastante quando si allarga a destra e prende possesso della corsia in società con Lichtsteiner. Al 19' Floccari si trova un buon pallone in area sul cross di Mauri, ma è bravo Andujar a uscire sui piedi dell'attaccante.

VANTAGGIO — La Lazio gioca meglio, ma gli etnei si chiudono bene e non sono molte le occasioni degne di nota. Un paio di spunti di Zarate non trovano la deviazione dei compagni in area, mentre Hernanes scalda le mani di Andujar su punizione. Al 40' il meritato vantaggio: giocata sulla destra, dove gli ospiti sfondano continuamente da diversi minuti, cross di Lichtsteiner, Mauri prolunga di testa ed Hernanes trova il tap-in vincente sul secondo palo. Pochi minuti dopo Maxi Lopez si ritrova uno dei pochi palloni giocabili: lo difende bene in area e riesce a girarsi, ma il diagonale non centra lo specchio.


CONTRORISPOSTA — La ripresa si apre senza cambi, ma con un immediato colpo di scena. Passano circa 25 secondi e il Catania pareggia: destro di Bergessio, respinta di Muslera, dormita della difesa e comodo appoggio in rete di Schelotto. E' la scossa che può cambiare l'inerzia della gara. La squadra di Simeone sembra essersi svegliata, ma è un'illusione. La Lazio ha il merito di non perdere la testa e al 10' sfiora il vantaggio con una doppia occasione capitata a Lichtsteiner (sul secondo tentativo salva Terlizzi a porta vuota). Un minuto dopo ed è 1-2: grande giocata di Zarate in area, assist per Mauri che deve solo appoggiare in rete. Ma era in posizione irregolare.

DISCESA — L'argentino è scatenato e alla mezz'ora regala un altro assist al bacio, stavolta a Floccari, dopo essere scattato sul filo del fuorigioco su invito di Hernanes. Il Catania non ne ha più, e nel finale subisce anche il quarto gol: firmato, com'era giusto, da Zarate, con un destro preciso a scavalcare la barriera su punizione.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
18/04/2011 00:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
La Juve si ferma a Firenze
0-0 e Champions più lontana

I bianconeri dopo tre vittorie consecutive sono bloccati al Franchi da una Fiorentina volitiva, che ha attaccato per tutta la partita. La squadra di Delneri, troppo rinunciataria, ha cercato i tre punti solo nel finale. Ora il quarto posto è distante 8 punti

FIRENZE, 17 aprile 2011 - La Juventus si ferma a Firenze. Dopo tre vittorie di fila pareggia 0-0 al Franchi, opposta ad una Fiorentina volitiva, che ha tenuto il pallino del gioco per tutta la partita. E così la squadra di Delneri, che dimostra limiti di personalità, impostando una gara orientata al "primo non prenderle", vede allontanarsi l'obiettivo Champions League. La Lazio vince, e allora il quarto posto è adesso lontano 8 punti. Certo, Delneri può dire di aver visto anche qualcosa di buono: la difesa bianconera ha ridotto al minimo i pericoli creati da un avversario motivato dalla storica rivalità ancor più che dalle esigenze di classifica. E l'Europa, intesa come quella di periferia, l'Europa League, resta a portata di mano, anche se dipenderà molto dai risultati nelle semifinali di Coppa Italia di Palermo e Roma. La Fiorentina ha giocato una gara generosa, ai punti avrebbe meritato di più, e reclama per un presunto rigore per un contatto Bonucci-Kroldrup.

SCHIERAMENTI — Mihajlovic preferisce De Silvestri a Comotto come terzino destro e schiera Cerci alto, con Mutu dall'altra parte, a supporto di Gilardino, là davanti. Delneri ritrova Buffon, conferma Motta sulla destra, e parte con il modulo delle ultime fortunate uscite, con Matri unica punta assistito a turno dai vari Krasic, Pepe e Marchisio. Del Piero e Toni si accomodano dunque in panchina.


OCCASIONE CERCI — La Fiorentina parte forte. Ritmo alto, gioco arioso, con Montolivo - obiettivo di mercato dei bianconeri, pare - che vince il duello con Aquilani e da playmaker basso apre il gioco sugli esterni alti. E proprio un attaccante di fascia, Cerci, si costruisce la prima e migliore palla gol del primo tempo: il suo sinistro, deviato da Grosso - che ha un passo diverso e fatica a contenerne le accelerazioni - finisce appena alto. Poi è Gilardino a rendersi pericoloso: azzecca il taglio dal centro, non il destro al volo. Era difficile. E la Juve? Solida, ordinata. Con la difesa rinforzata dai ripiegamenti di un centrocampo folto, ma non pervenuta in attacco. Matri fa il possibile, anche di più, tenendo palla e facendo le sponde, ma è poco assistito. Mancano fantasia e uomini capaci di creare la superiorità numerica. All'intervallo è 0-0, dunque. Con la Juve che ha anestetizzato la partita dopo i primi minuti di sofferenza.


BOTTA E RISPOSTA — Il secondo tempo parte con un'occasione per parte. Bonucci di testa in mischia su azione d'angolo colpisce debolmente. In pratica un appoggio a Boruc, e un gol mancato. La Viola replica subito. Colpo di testa di poco largo di Gilardino sul cross tagliato di Cerci. La squadra di casa attacca a pieno organico, la Juve si ritira nella sua metà campo, come una maglietta accorciata da un lavaggio imprudente.

SI CAMBIA — Il primo a farlo è Delneri. Fuori Krasic, in giornata grigia, dentro capitan Del Piero, al rientro. Cambia pure il modulo: 4-4-2 classico, adesso. Del Piero è subito pericoloso, di sinistro, Boruc attento, ribatte. Poi entra pure Toni, che non ripete la prestazione dell'ultima uscita col Genoa e MIhajlovic risponde con l'ingresso di Ljajic, che non riesce ad incidere. La gara si impenna di nuovo nel finale, con la Juve che - troppo poco e troppo tardi - prova ad andare a prendersi i tre punti di cui ha bisogno in chiave Champions. Ma Toni ostacola un solissimo Marchisio, e il risultato resta inchiodato sullo 0-0. Che inchioda pure, spalle al muro, la Vecchia Signora. Ora la speranza d'Europa che conta è ridotta al lumicino.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
18/04/2011 00:14
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Il Genoa blinda la serie A
Il Brescia sempre più giù

I rossoblù vincono 3-0 e allontanano la squadra di Iachini dalla salvezza. Nella ripresa i gol di Rafinha, l'autorete di Accardi e il sigillo di Antonelli tutti in gol grazie agli assist di Palacio

GENOVA, 17 aprile 2011 - Il Genoa batte in crescendo il Brescia 3-0 e a 42 punti si candida per una nuova stagione in serie A. Precipita invece la formazione di Iachini, trafitta nella ripresa dai gol di Rafinha, dall'autorete di Accardi e dalla rete di Antonelli, in tutti i tre casi grazie agli assist di Palacio. Una vittoria maturata con estrema pazienza, dopo avere subito il pressing del lombardi che non mollano mai e che devono fare i conti con un Eduardo mai visto.


FRENESIA — Per nulla soddisfatto delle ultime prestazioni, Ballardini ritiene opportuno conferire più autorità a centrocampo e schiera il predestinato Rafinha al posto di Konko come esterno destro. Per il resto nulla di nuovo, mentre Iachini senza lo squalificato Eder affianca Diamanti a Caracciolo. Il tema di Marassi è noto: i rossoblù lottano per la vittoria-serenità, il Brescia invece per tentare il colpo e conquistare una miracolosa salvezza. La partenza della formazione lombarda è fin troppo chiara: pressing costante e ben organizzato, mentre il Genoa arranca sorpreso. I liguri riescono comunque a fatica a ricucire gli strappi, senza però riuscire mai a spaventare la difesa ospite. Ma in entrambi i casi c'è troppa frenesia e poca lucidità negli ultimi venti metri. Atteggiamento che penalizza lo spettacolo e regala poche emozioni, anche se le contendenti attaccano a viso aperto senza inutili tatticismi. Le uniche occasioni, a dire il vero, sono casuali, come la palla che va a sbattere sulla coscia di Floro Flores e sfiora la traversa, oppure le carambole davanti e Eduardo.


SUPER PALACIO — La partenza della ripresa e i primi minuti non cambiano lo stato delle cose. Il ritmo è indiavolato, ma la testa è sgombra da idee. Così Ballardini e Iachini fanno la prima mossa: nel Genoa Antonelli per Kucka, nel Brescia Lanzafame per Kone. Tra i rossoblù Rafinha si sposta al centro della linea mediana, mentre Palacio arretra rispetto a Floro Flores. Mosse azzeccate, perché il Genoa trova equilibrio, sfruttando anche una certa stanchezza del Brescia. Momento che coincide con il gol rossoblù. E' il 14' quando Palacio si scatena in fuorigioco. Rafinha lo accompagna e raccoglie l'assist da trasformare in gol. Il Brescia reagisce subito, ma tra la punizione di Diamanti e il pareggio ci si mette di mezzo Eduardo che toglie letteralmente la palla dal sette. Iachini inserisce anche Berardi per Accardi. Cambio fatale, perché il neo entrato al 25' permette al Genoa di raddoppiare con la più classica delle autoreti: palla deviata in rete sul cross dalla sinistra di Palacio. Ma non molla il Brescia che ingaggia un duello con Eduardo, ma il portoghese manda a quel paese i suoi detrattori almeno con tre interventi decisivi. La ciliegina sulla torta è di Antonelli che in pieno recupero raccoglie di destro l'assist di super Palacio per poi insaccare con un piattone sinistro. Giù il sipario!

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
18/04/2011 00:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Suicidio Cagliari nel finale
Corvia regala il pari al Lecce

Incredibile partita al Via del Mare con zampata del nuovo entrato al 94' dopo che i sardi erano stati avanti anche 3-1 grazie alle doppietta di Acquafresca. Finisce 3-3, un risultato che serve ai salentini per rimanere a tre punti dalla terz'ultima

LECCE, 18 aprile 2011 - Cagliari perfetto, per 88 minuti: 3-1 a Via del Mare e Lecce annichilito da un Acquafresca essenziale, nella sua doppietta realizzata con due palloni toccati. Poi, all'improvviso, la scossa. Anzi, lo scossone. Fabiano, colpo di testa vincente: pum, 2-3. E al 94', trenta secondi (giusti) oltre i tre decretati per il recupero, sbuca Daniele Corvia, che appena entrato segna il 3-3. Pum pum. Pareggio, fine della favola per i sardi; e il Lecce agguanta un punto insperato, che lo fa tornare a tre punti dalla terz'ultima, la Sampdoria.

MESBAH INCONTENIBILE — E allora bravo De Canio, che acciuffa per i capelli un pareggio grazie al suo centravanti, subentrato al posto di un evanescente Jeda. E bravo l'allenatore anche per aver spostato Mesbah (migliore dei suoi) a centrocampo invece che in difesa, togliendo Grossmuller e mettendo dietro Brivio. Certo, senza il convulso finale sarebbero stati problemi; una sconfitta così, contro una squadra "tranquilla" come il Cagliari, avrebbe rappresentato un suicidio mica da ridere.

MATRI CHI? — Protagonista della gara, comunque, è stato Robert Acquafresca. Il presidente dei sardi, Massimo Cellino, in settimana aveva detto: "Con Matri avremmo più punti in classifica". Forse è vero. Sta di fatto che il centravanti ex Genoa e Atalanta è al terzo timbro in tre partite (due trasferte, ricordiamolo). Due gol diversi, ma da punta vera, i suoi: il primo, con un destro al volo su cross di Lazzari, e il secondo in contropiede, lanciato facile facile da Biondini. Quindi va bene che non c'è Matri, ma non è stato sostituito con l'ultimo degli scappati di casa.

DISTRAZIONE E NERVOSISMO — Tutte inutili, comunque, le prodezze di Acquafresca, e il 2-1 di Conti (colpo di testa vincente da calcio d'angolo). Inutile la prova a tutto campo di Cossu, completamente a suo agio negli spazi larghissimi concessi dalla difesa del Lecce, troppo distratta nel primo tempo. Non che il resto della squadra avesse fatto meglio, visti i buchi a centrocampo e lo scollegamento dei vari reparti. Con un Olivera sottotono e un Di Michele nervoso al limite dell'ammonizione sarebbe stato difficile comunque.

OSSIGENO — Per fortuna il finale ha rimesso a posto l'inerzia. E meno male che Gustavo, nel tentativo di fermare Cossu (inutilmente) al 47' si sia fatto male, costringendo l'arbitro ad allungare il recupero e dando a Corvia la possibilità di segnare il 3-3 con un gol in cui la palla non ha toccato terra per cinque secondi. Il pareggio è ossigeno per il Lecce, anche se il sogno in casa giallorossa era di allungare a +5 dalla Sampdoria, terz'ultima. Al Cagliari resta la magra soddisfazione di 88 minuti perfetti. Ma le partite durano ne durano 90, se non 94.

Alessandro Ruta

Fonte: gazzetta
18/04/2011 00:23
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Colpo Cesena con Bogdani
Per il Bari la B è vicinissima

I romagnoli la spuntano con un gol dell'albanese all'inizio della ripresa e fanno un balzo importante in classifica. I pugliesi ci provano in tutti i modi, ma Antonioli non concede nulla

CESENA, 17 aprile 2011 - Sono tre punti che pesano come un macigno quelli che il Cesena si conquista al Manuzzi con l’1-0 sul Bari. Bogdani firma la rete decisiva, porta i suoi a quota 34, in una domenica perfetta per la combinazione dei risultati. Il Bari offre una prestazione tutto cuore, più volte sfiora la rete, ma un grande Antonioli spinge i pugliesi verso la B.

LE SCELTE — Tra infortuni e squalifiche il Cesena perde pezzi, perciò Ficcadenti si ritrova a doversi inventare una nuova formazione per la sfida delicatissima col Bari. Davanti all'inossidabile Antonioli, cambia il blocco centrale: Pellegrino e Benalouane, una volta sola insieme in stagione nella sconfitta con la Samp lo scorso 31 ottobre, sostituiscono lo squalificato Von Bergen e Felipe, messo ko da una distorsione al ginocchio destro con stiramento del collaterale mediale. Sulle fasce, invece, confermati Santon e Lauro. A centrocampo, complice il turno di stop per Sammarco e Caserta, Jimenez completa il reparto di fianco a Colucci e Parolo. Proprio l'arretramento di qualche metro del cileno permette a Ficcadenti di osare e inserire Rosina con Giaccherini, entrambi a supporto della punta di peso Bogdani. Del resto per il Cesena questa è la partita da vincere a tutti costi e un reparto offensivo spregiudicato è il minimo contro una delle difese più perforate del campionato. Il Bari, isolatissimo a quota 21, ha ben poco da perdere a questo punto. Mutti riconferma per nove undicesimi la squadra che ha strappato un punto al Catania. Lo squalificato Andrea Masiello è rimpiazzato da Raggi, pronto a proteggere Gillet, con Belmonte, Rossi e Parisi. In mezzo al campo Almiron, che ha risolto l'infiammazione al tendine rotuleo, è affiancato da Gazzi e Bentivoglio, mentre Ghezzal, che vince il ballottaggio con Alvarez, e Huseklepp agiscono alle spalle dell'ungherese Rudolf. Al solito foltissima la banda dei indisponibili, cui si aggiunge il polacco Glik.


PRIMO TEMPO — E’ partita vera tra Cesena, che deve assolutamente fare i tre punti, e Bari, spavaldo e pronto a non mollare di un centimetro. Le due formazioni partono subito molto vivaci e c’è un continuo botta e risposta, con la chiave di tutto a centrocampo. La scelta di Ficcadenti, infatti, di schierare Jimenez sulla mediana permette al Cesena di attaccare con quattro uomini, ma allo stesso tempo lo obbliga a rischiare con i due soli centrocampisti di ruolo Parolo e Colucci. Il Bari, con Almiron in cabina di regia, non si lascia intimidire e crea la prima vera palla gol del primo tempo con Rudolf al 18’. L’attaccante ungherese si incunea alle spalle di Pellegrino e si ritrova a tu per tu con Antonioli che salva il risultato con la caviglia sinistra. Il Bari, a quel punto, arretra un po’ il baricentro e il Cesena crea tre occasioni limpidissime. La prima viene sparata fuori dal sinistro di Jimenez, impreciso, mentre Bogdani viene anticipato da una splendida chiusura in scivolata di Rossi. La palla d’oro, comunque, è quella che finisce sulla testa del piccoletto Giaccherini, al quale un Gillet provvidenziale strozza l’urlo in gola proprio al 45’. Il Cesena è rabbioso, vuole il gol a tutti i costi, ma il Bari gioca con la tranquillità di chi non ha nulla da perdere. D’altronde finché c’è matematica c’è speranza.


SECONDO TEMPO — Inizio col botto dei romagnoli che trovano la rete del vantaggio con Bogdani al 3’. L’attaccante albanese si infila nelle maglie della difesa barese, imbeccato da un passaggio filtrante di Giaccherini, e beffa Gillet con un colpo da biliardo. La conclusione sfiora l’interno del palo sinistro e la palla carambola in rete. 1-0 e tre punti d’oro che prendono la via di Cesena. Il Bari, però, è tutto fuorché una squadra rassegnata come dovrebbe capitare a chi sta vedendo lo spettro della B. Gli uomini di Mutti quantomeno ci mettono la faccia e cercano di recuperare con grande volontà, mentre il Cesena fa la guardia. L’occasione più ghiotta capita su punizione, sul sinistro di Parisi che sfiora la traversa di Antonioli. Nel frattempo le sostituzioni alterano di poco l’equilibrio della gara e i padroni di casa cercano di gestire la rete preziosissima di Bogdani, con qualche puntatina in area con il solito inesauribile Giaccherini, e di tenere buono un Bari che non molla mai con Rudolf, pezzo interessante, e paga solo la sua imprecisione. La tensione agonistica, in effetti, si taglia a fette e nel finale il Bari è arrembante: è solo uno spettacolare Antonioli a chiudere la porta del Cesena con un balzo felino sulla botta di Rivas. Gli ultimi minuti sono da panico per il Cesena, che termina la gara con un occhio al tabellone per controllare i risultati delle altre e un occhio a un Bari generosissimo

Azzurra Saggini

Fonte: gazzetta
18/04/2011 00:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Chievo, salvezza vicina
Il Bologna non c'è più

Constant porta in vantaggio i padroni di casa al 15', poi i giallobu dominano il primo tempo. Proprio allo scadere, però, Rigoni viene espulso, ma nonostante 45' di superiorità numerica, gli emiliani non riescono a pareggiare. Nel finale Marcolini raddoppia con un pallonetto d'antologia

VERONA, 17 aprile 2011 - Con il primo gol in serie A di Constant e un capolavoro di Marcolini nel finale il Chievo supera facilmente il solito spento Bologna degli ultimi tempi. Una vittoria decisiva per i veneti, che si portano a 39 punti e festeggiano una salvezza sempre più vicina. Un 2-0 che non ammette repliche. Terza sconfitta consecutiva per gli emiliani che, viceversa, sono parsi già in vacanza dopo un inizio tutto sommato promettente. La voglia, però, si esaurisce troppo presto.


OBA OBA CONSTANT — Il Bologna comincia anche abbastanza bene, ma il Chievo alla prima occasione passa in vantaggio: Pellissier trova lo spazio dal limite, Viviano si supera ma ribatte proprio sui piedi di Costant che non si fa pregare per appoggiare in rete (15'). E' la prima gioia per il centrocampista francese in serie A, che val la pena di essere festeggiata in maniera particolare: capriole alla "nigeriana" per lui (in verità lo stile è rivedibile) tra lo stupore di compagni e tifosi. Dopo il vantaggio, il Chievo legittima: Viviano si traveste da superman su un'altra conclusione dal limite di Bogliacino, poi è solo la traversa a salvarlo su una giocata alla Maradona di Sardo, che si alza il pallone e colpisce al volo. Infine, ancora padroni di casa pericolosi, con Moscardelli che si allunga su traversone di Pellissier, ma non abbastanza per raddoppiare (la palla sfila a lato di poco).


PROFONDO ROSSO — Malesani non aspetta neanche l'intervallo per sostituire uno spento Ekdal con un frizzante Meggiorini: il Bologna diventa a tre punte ma, soprattutto, guadagna profondità e peso offensivo. Non bastasse la mossa del tecnico del Bologna per accendere la partita ed ecco che Rigoni si fa prendere dall'agonismo al secondo di recupero e abbatte Ramirez a centrocampo con un intervento da dietro: per Gava è rosso diretto, il Chievo rientrerà dagli spogliatoio dopo l'intervallo con solo 10 uomini, senza Moscardelli davanti, ma con Frey a dare una mano dietro. Altri 10' e il Bologna cambia ancora: dentro Della Rocca e fuori Casarini: ospiti a trazione anteriore, ma il Chievo in contropiede è pericolosissimo.


DIEGO MARCOLINI — Non a caso, è Pellissier a ripresentarsi solo davanti a Viviano in avvio di ripresa, ma anziché tentare di superarlo, offre un assist nel deserto. Il tecnico degli emiliani sembra morso dalla tarantola e al 12' esaurisce tutti i cambi: Mutarelli richiamato in panchina, chance (sfruttata male) per Radovanovic. E' tutto inutile, perché le già poche risorse fisiche della sua squadra si esauriscono tutte nel tentativo di sfondare centralmente, ma la difesa del Chievo tira su un muro e controlla agevolmente. Anzi, prima della fine, è ancora Marcolini a togliersi lo sfizio della carriera: un pallonetto da centrocampo che supera Viviano fuori dai pali. Un gol che difficilmente potrà dimenticare e che, sostanzialmente, suggella una meritata salvezza.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
18/04/2011 00:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Napoli, svanisce il sogno
L'Udinese è realtà: 1-2

Pur priva di Sanchez e Di Natale, la squadra di Guidolin mette in scena la partita perfetta, chiudenjdo i varchi all'avversario e ripartendo in velocità: sengano Inler, vero protagonista (che non esulta e alimenta le voci che lo vogliono nel mirino partenopeo) e l'ex Denis. Traversa di Maggio, Cavani si fa parare un rigore

NAPOLI, 17 aprile 2011 - Fine di un sogno. Il capolavoro tattico di Guidolin blocca il Napoli sul più bello e lancia il Milan di Allegri verso il titolo: 6 punti a 5 giornate dalla fine diventano troppi da recuperare per la banda Mazzarri, comunque autrice di una stagione eccezionale. L’Udinese invece si riprende dopo la doppia sconfitta giallorossa (Lecce e Roma) e ora può dire la sua per un posto in Champions. Perché se vincere a Napoli non è da tutti, i meriti del tecnico e dei bianconeri sono ancora maggiori visto le contemporanee assenze di Totò Di Natale (26 gol) e Sanchez (12) vale a dire la coppia più prolifica del campionato. I friulani controllano la gara chiudendo le fonti del gioco avversarie, senza mai chiudersi e ripartendo in maniera pericolosa. Il convulso finale, col rigore sbagliato da Cavani e il gol di Mascara, non scalfisce i meriti dell’Udinese. Ed è splendida la risposta del grande pubblico napoletano che comunque applaude e incoraggia una squadra che ha regalato una stagione indimenticabile e con un prestigioso secondo posto da difendere.


DENIS APPLAUSI E BRIVIDI — L’Udinese parte coperta, ma con un pressing molto alto che mette in difficoltà la mediana azzurra in fase di impostazione. E così la prima occasione arriva con German Denis (applaudito inizialmente dai riconoscenti tifosi napoletani) che si smarca e con un sinistro gela il San Paolo, ma super De Sanctis conferma la sua buona vena e respinge. Il Napoli fatica, ma a sua volta cerca di riconquistare alto il pallone. Al 9’ ci riesce Cavani che triangola con Hamsik, ma stavolta il tiro dell’uruguaiano non è preciso da buona posizione. Copione simile poco dopo, con diagonale che esce di pochissimo.

GIGANTE INLER — Partita piacevole e con accelerazioni improvvise. Più incisiva l’Udinese che ha in Inler il suo faro. Lo svizzero non si fa condizionare dalle voci che lo vorrebbero proprio al Napoli nella prossima stagione. Eccellente un suo recupero divensivo in velocità su Lavezzi, uno solitamente imprendibile. Ed è sempre lo svizzero abile a superare il pressing avversario e a rilanciare i suoi, che con Pinzi e Asamoah sprecano qualche situazione favorevole. Poi il capolavoro a inizio ripresa con un gran destro che s’infila all’angolino sinistro del portiere, lì dove non può arrivare il bravo De Sanctis.

DIRETTIVE BLOCCATE — Guidolin sarà privo dei suoi migliori attaccanti, ma ha preparato molto bene la partita, con i suoi che hanno studiato alla perfezione movimenti e traiettorie avversarie, bloccati sulle fasce dove raramente Maggio e Dossena riescono ad arrivare in fondo e crossare come sono abituati a fare. L’infortunio alla caviglia di Isla, con l’inserimento di Cuadrado, non varia gli equilibri tattici. Le uniche occasioni nel primo tempo il Napoli le ha con due ripartenze e alla fine quando Cavani esce dalla morsa centrale per favorire gli inserimenti di Maggio e Lavezzi e in questo caso è bravo Handanovic. Poco per come è abituata la squadra di Mazzarri.

RIPRESA INCUBO AZZURRO — Inler fa saltare gli equilibri col suo bolide. A quel punto il Napoli comincia ad attaccare a testa bassa, ma con poca lucidità. E così ne approfitta l’Udinese che con una micidiale ripartenza raddoppia. Protagonista Armero che trova una prateria libera e poi serve Denis che ha il tempo di controllare e segnare di sinistro: quasi scusandosi con la curva B.

CAMBIO DI MEDIANA — Mazzarri le prova tutte, tirando fuori i suoi non brillanti mediani e inserendo Gargano e Mascara più avanti, spostando indietro Hamsik. Poi mette anche Lucarelli (per Dossena), in pratica le stesse mosse del finale con l’incredibile rimonta alla Lazio. Ma stavolta mancano i fuochi d’artificio. Comunque Maggio colpisce una traversa. Poi in un finale fatto di risse che Tagliavento controlla decisamente male, scaturisce anche un fallo da rigore di Domizzi (poi cacciato per proteste) su Lucarelli, ma Handanovic para il debole tiro di Cavani, regalando all’assente Di Natale la gioia di rimanere capocannoniere. Il gol all’ultimo minuto di Mascara serve a poco. Brava Udinese, ma applausi anche al Napoli: dai suoi tifosi.

dal nostro inviato
Maurizio Nicita


Fonte: gazzetta
22/04/2011 13:49
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
SERIE A 2010/2011 33ª Giornata (14ª Ritorno)

Anticipo del 16/04/2011
Roma - Palermo 2-3
Milan - Sampdoria 3-0
Parma - Inter 2-0
Incontri del 17/04/2011
Catania - Lazio 1-4
Cesena - Bari 1-0
Chievo - Bologna 2-0
Fiorentina - Juventus 0-0
Genoa - Brescia 3-0
Lecce - Cagliari 3-3
Napoli - Udinese 1-2

Classifica
1) Milan punti 71;
2) Napoli punti 65;
3) Inter punti 63;
4) Lazio punti 60;
5) Udinese punti 59;
6) Roma punti 53;
7) Juventus punti 52;
8) Palermo punti 47;
9) Cagliari punti 44;
10) Fiorentina punti 43;
11) Genoa punti 42;
12) Bologna(-3) punti 40;
13) Chievo punti 39;
14) Catania punti 36;
15) Lecce e Parma punti 35;
17) Cesena punti 34;
18) Sampdoria punti 32;
19) Brescia punti 30;
20) Bari punti 21.

(-3) punti di penalità.
23/04/2011 22:11
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
L'Inter non muore mai
In 10 rimonta la Lazio: 2-1

I nerazzurri, sotto dopo il rigore di Zarate e con un uomo in meno (rosso a Julio Cesar) risalgono con Sneijder ed Eto'o. Nella ripresa espulso anche Mauri. Leonardo approfitta del crollo del Napoli e torna secondo

MILANO, 23 aprile 2011 - Come dice Mou, questa Inter avrà anche bisogno di interventi per tornare la schiacciasassi dell'anno scorso. Ma non nello spirito. Nella voglia di lottare. Che resta quella della solita, pazza Inter. Quella del triplete insomma. La vittoria (2-1) in rimonta sulla Lazio dice moltissimo di questa squadra. Sfibrata dopo una stagione infinita. Penalizzata ancora dagli infortuni (Stankovic) e costretta a giocare in 10 contro una Lazio caldissima e a caccia della Champions. In molti avrebbero mollato. Non i nerazzurri. Che approfittano anche di una Lazio poco cinica per blindare la Champions senza i preliminari e sopravanzare un Napoli che pare in debito di ossigeno. Dopo la vittoria del Milan a Brescia, parlare di scudetto è più che utopia. Se i nerazzurri non vinceranno sabato a Cesena, i rossoneri potranno festeggiare lo scudetto domenica 1 maggio battendo un Bologna già in vacanza. Ma se la stagione si chiudesse col secondo posto e la Coppa Italia il bilancio non sarebbe poi malvagio.

SCELTE — Leonardo decide che l'anticamera di Milito è finita e lo schiera accanto a Eto'o, in una formazione molto vicina a quella che i giornali disegnavano la scorsa estate. Anche se un eccelso Nagatomo scalza Chivu e agisce a sinistra. Reja, che ha finalmente trovato un punto di incontro con Zarate, mette l'argentino prima punta, sostenuto alle spalle da Mauri, Hernanes e Floccari. Inizialmente Bresciano affianca Ledesma in mezzo: Brocchi non sta ancora benissimo.


APPROCCIO — Parte meglio la Lazio, messa bene in campo da Reja. Manovra semplice, cambi di gioco. E uno Zarate devastante. Maurito, più vicino alla porta e libero di svariare, salta chiunque provi a fermarlo e stuzzica Julio Cesar dopo 5'. L'Inter, con un Milito che è ancora un ranocchio più che un Principe, sembra più farraginosa. Evidente però il proposito di evitare di allungarsi, come troppo spesso è successo nelle ultime prestazioni, anche per un evidente deficit fisico.


MAZZATA — La Lazio passa, con merito, al 25'. Zarate va via sul filo del fuorigioco, salta Julio Cesar col dribbling sull'interno e costringe il portiere brasiliano a stenderlo. Rigore netto e rosso inevitabile. Su cui si può discutere. Nel metodo più che nel merito. Perchè punire una squadra col rigore e l'uomo in meno in queste circostanze è qualcosa su cui si dovrebbe dibattere nella stanza dei bottoni del calcio. Dal dischetto trasforma Zarate dopo aver sottratto il pallone a Hernanes.

MOSSA LEO — L'ex tecnico del Milan toglie Milito per Castellazzi. Scelta giusta. Ma apprezzabile è soprattutto l'idea di giocare con il 4-4-1: Sneijder si allarga a sinistra in fase difensiva e Eto'o è il riferimento centrale. In questo modo si può contenere bene chi attacca con l'uomo in più anche senza portare un pressing asfissiante. Certo, ripartire e creare gioco può essere un problema.

COLPE LAZIO — Ma una mano in questo senso la danno i biancocelesti. Che dopo il vantaggio perdono lucidità. La palla gira poco. E questo è un peccato mortale quando sei in superiorità numerica. Hernanes, bravo ma lento, non è in giornata. Floccari non incide lontano dalla porta. Ledesma non è nella sua migliore giornata in regìa. Così l'Inter, che tra i suoi difetti non annovera la mancanza di spirito, spinge. Creare occasioni non è facile. Perchè la Lazio difende con ordine e i terzini Lichtsteiner (bravo) e Garrido sono molto bloccati. Ci vorrebbe una palla inattiva per fare male a Muslera.

PRODEZZA — Ci pensa Eto'o a guadagnare la punizione dalla mattonella Wesley, per la verità un po' arrugginita quest'anno. Fischio un po' generoso quello di Morganti, che vede il camerunese stretto tra Bresciano e Biava. Sneijder calcia a giro e batte Muslera con una soluzione pregevole, anche se non angolatissima.


POVERO BIAVA — Dopo l'intervallo si riparte dall'1-1. Ed è la Lazio a deludere. Perchè l'involuzione della seconda parte di primo tempo è ancora lì. Leonardo perde Stankovic per l'ennesimo infortunio muscolare dell'anno. Dentro Mariga. Nella sfortuna non male: il keniano può essere molto utile con la sua forza fisica quando ti devi difendere. Ma è ancora la Lazio ad aiutare i nerazzurri, comunque tonici come mai nell'ultimo mese. Un immenso Zanetti (ma che ha nei polmoni?) lancia Eto'o in profondità. Biava è in vantaggio sul camerunese, ma l'ex genoano con uno scivolone tanto sfortunato quanto goffo spalanca la porta a Eto'o, che salta Muslera e segna di sinistro.

POCA LUCIDITA' — Dobbiamo ripeterci. Perchè la Lazio fa troppo poco con l'uomo in più. Situazione che sussiste fino al 21', quando Morganti caccia Mauri per un calcio da dietro a Nagatomo, più malizioso che cattivo. Reja inserisce Kozak per il negativo Floccari. Ed è proprio il ceko a creare la palla gol più netta per il 2-2, dopo che Dias non aveva approfittato sottoporta di una brutta copertura di Maicon sul secondo palo. L'assist di Zarate col petto è l'ennesimo gioiello, ma la girata del pennellone trova solo la traversa. E' l'ultimo sussulto. Perchè nel finale è l'Inter ad avere due volte la palla del 3-1, con Maicon ed Eto'o. Non rischiando nemmeno più nulla. Non sarà scudetto, ma per blindare la Champions e ritrovare fiducia ci voleva una vittoria così.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
23/04/2011 22:15
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Palermo, prova d'autorità
Rimonta un brutto Napoli: 2-1

Segna subito su rigore Cavani (accolto bene dai suoi ex tifosi) ma i rosanero reagiscono subito e nonostante alcuni episodi arbitrali dubbi a loro danno trovano il pari con Balzaretti e poi il vantaggio con un rocambolesco rigore trasformato da Bovo. Il Napoli stenta a reagire e gli uomini di Rossi potrebbero dilagare nella ripresa ma sprecano molto

PALERMO, 23 aprile 2011 - Prendere gol su rigore dopo due minuti rischia di mettere la partita su un piano inclinato troppo impervio. Ma il Palermo di oggi ha saputo piazzare il peso del bel gioco e del carattere sul quel piano e ribaltare la partita. Mettendo sotto proprio quel Napoli che del bel gioco ha fatto un carattere distintivo. E che ora, comunque, aiutato dagli altri risultati del turno, non vede compromesso il suo percorso verso l'Europa che conta.

SUBITO MATADOR — All'ingresso in campo delle squadre si sentono solo applausi, rivolti quindi anche a lui, al Matador. I fischi arriveranno due minuti dopo, ma per motivi di gioco: il centravanti viene subito lanciato pericolosamente sotto porta, e Cassani, arrivato su di lui goffamente, non trova di meglio che respingere con un braccio (accompagnando addirittura la palla), provocando rigore. Di qui i fischi a Cavani, che però non perde la concentrazione e trasforma. La reazione del Palermo è rabbiosa, ma in rosanero c'è gente come Pastore, Ilicic, Hernandez: di qualità. Le trame sono spesso di prima e veloci, e il Napoli inizia ad andare in affanno.


CHE REAZIONE — L'occasione più ghiotta per la squadra di Rossi è comunque un rigore forse negato. Succede al 20', quando dopo una di queste spettacolari scorribande Nocerino viene liberato per il tiro dal limite. Lo murano due difensori: uno dei due è Campagnaro, che ha un braccio un po' largo per sostenere il gesto della respinta ed è molto vicino a Nocerino, ma è innegabile che il volume del corpo di Campagnaro aumenti. Si scatenano le prime proteste contro l'arbitro Damato, in campo e sugli spalti. Ma poi il Palermo insiste, subisce a tratti il contropiede napoletano ma quando viene avanti è travolgente. Il gol matura al 38' con Balzaretti, vera spina nel fianco sulla sinistra del fronte d'attacco palermiotano: irrompe su un traversone di Cassani che arriva dalla fascia opposta e si coordina per un gran diagonale di sinistro al volo. La rabbia dei padroni di casa non si ferma qui. Anche perché l'azzurro Pazienza, già ammonito, si produce in un fallo tanto evitabile quanto brutto, ma il secondo giallo non viene fuori dalla tasca dell'arbitro: le proteste lievitano e alla fine è il tecnico Delio Rossi a uscire. Nuove polemiche poi nel recupero: segna Nocerino ma l'arbitro aveva già fischiato rigore per precedente atterramento di Migliaccio e annulla. Per fortuna Bovo trasforma e si va al riposo piu tranquilli.


STESSO COPIONE — Si riprende con lo stesso copione: Palermo in attacco, cross ancora verso sinistra per il solito Balzaretti, puntualmente lasciato solo per un colpo di testa che lambisce il secondo palo. Poi l'ennesimo episodio dubbio in area Napoli: stavolta è Cribari ad atterrare da dietro Hernandez ma l'arbitro, dopo uno scambio di occhiate col guardalinee, fa giocare. Quindi un altro palo, proprio di Hernandez, dopo un lancio millimetrico di Pastore. E il Napoli? Stenta a rientrare in partita, e allora Mazzarri mette mano ai cambi: entrano prima Zuniga (per Maggio), poi Yebda (per Pazienza), quindi Lucarelli (per Hamisk). Gli effetti si vedono, perché il baricentro napoletano si alza grazie soprattutto al centravanti che fa da boa. Ma ovviamente gli uomini di Mazzarri prestano il fianco al contropiede rosanero, spesso in parità o addirittura superiorità numerica: in particolare, a metà ripresa Ilicic e Nocerino arrivano quasi in porta ma poi graziano De Sanctis. C'è anche la collezione di errori di Hernandez, che spreca due occasioni e prende un palo: ma questo Palermo è più forte degli sprechi e degli errori arbitrali, e porta a casa la vittoria col carattere.

Pier Luigi Todisco

Fonte: gazzetta
23/04/2011 22:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Roma ok, ci pensa Perrotta
Ma poi sono soltanto errori

I giallorossi superano agevolmente il Chievo 1-0 grazie a un gol lampo del centrocampista dopo soli 4 minuti. Poi tante azioni per segnare non sfruttate: si segnala in negativo Vucinic che continua a litigare con il gol

ROMA, 23 aprile 2011 - Meno male per la Roma che il gol è arrivato subito… La vittoria per 1-0 contro il Chievo è stata infatti un festival delle reti mangiate, quasi tutte dai giallorossi. Solitamente partite del genere rischiano di finire male: non è successo e i ragazzi di Vincenzo Montella possono festeggiare una Pasqua un po’ più serena. Ma tutti quegli sbagli in zona rossa testimoniano che per la Roma il momento non è davvero dei più felici. Buon per lei che il Chievo è parso più venire in gita, forse poco convinto di prendersi dei punti.


ASSI — La Roma ha calato subito in campo i suoi assi e il messaggio di Montella è stato ben recepito dai suoi. I giallorossi con Menez, Totti e Vucinic, più Perrotta a supporto, hanno aggredito il Chievo e hanno segnato subito. Dopo soli tre minuti, azione veloce al limite dell’area, palla dentro di Totti per De Rossi (tenuto in gioco da un difensore) e assist perfetto per Perrotta che di destro ha incanalato immediatamente la partita nelle mani dei padroni di casa. La reazione del Chievo è stata piuttosto molle. Troppo basso il pressing dei ragazzi di Pioli, l’azione non è mai decollata e così Juan e Burdisso hanno facilmente controllato gli scatti di Pellissier. Solo Constant ha rotto un po’ gli indugi sul centrosinistra: suo il primo tiro in porta dei veneti al 20’.


CRISI VUCINIC — Prima solo da segnalare il proseguimento del tremendo momento di crisi di Mirko Vucinic. L’attaccante si è divorato due gol al 14’ (clamoroso) e 17’ (più difficile ma inspiegabile per un attaccane del suo valore). Montella lo ha sempre incoraggiato, ma la punta ha mancato lo specchio della porta anche al 44’. L’1-0 del primo tempo, insomma, è andato piuttosto stretto ai giallorossi.

CHE ASSEDIO — Nella ripresa il Chievo ha provato a farsi subito vedere: prima con Guana (tiro alto da lontano) poi con Uribe, subentrato al fumoso Moscardelli: l’attaccante solo davanti a Doni si è però mangiato il possibile pareggio. Era l’8’ e l’errore ha svegliato nuovamente la Roma. I giallorossi ci hanno provato e riprovato in serie ma il 2-0 non è arrivato. Al 12’ Menez ha centrato il palo. Al 14’ Sardo ha fermato ancora Vucinic. Al 15’ Vucinic ha impegnato Sorrentino e al 18’ lo ha fatto Totti. Al 25’ la traversa salva il portiere che poi è bravissimo su Perrotta da un metro. Poi al 31’ tocca a Juan sfiorare il palo da corner. Pizarro ha evitato la beffa al 42’ con un bell’anticipo difensivo. Poi è toccato a Brighi allungare la lista dei rimpianti romanisti. E’ la cronaca di un assedio, insomma. Tra una vittoria per 1-0 e una per 5-0 non c’è differenza di punti assegnati: ma in panchina (e in tribuna) oggi i romanisti avrebbero preferito soffrire un po' meno.

Giusto Ferronato

Fonte: gazzetta
23/04/2011 22:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Amauri è l'oro di Parma
Udinese nervosa e battuta

Una doppietta del brasiliano stende i friulani, in dieci dal 21' per l'espulsione sciocca di Inler (fallo brutto su Giovinco e reazione con colpo di petto all'arbitro). E i gialloblù confermano il loro ottimo momento di forma dopo il successo sull'Inter

UDINE, 23 aprile 2011 - Finisce con l'eroe zoppicante, in panchina, che sorride lo stesso. Carvalho Amauri de Oliveira, dopo l'Inter, affossa anche l'Udinese, al Friuli: un colpo che vale doppio, anche se dietro, in classifica, vincono tutte. La salvezza, però, è più vicina da oggi per il Parma, matematica o non matematica. Stanno troppo bene gli emiliani, rigenerati da Colomba (a Pasqua fa sempre bene), o troppo male i bianconeri di Guidolin, alla terza sconfitta nelle ultime quattro partite? Intanto diamo a Cesare quel che è di Cesare. O ad Amauri quello che è di Amauri.


BELARDI COLPEVOLE — Il brasiliano, appena arrivato alla Juventus, tre anni fa, si era ritrovato come primo compagno di stanza Emanuele Belardi. Il portiere dell'Udinese, che gioca titolare solo perché Handanovic è squalificato, è come il metano; nel senso che dà una mano. O meglio, la mette malissimo sul colpo di testa di Amauri al 13' e la palla finisce in rete. Premessa: sul cross di Valiani l'attaccante del Parma pare in leggero fuorigioco. Poi torna indietro per l'inzuccata, ma quando parte il traversone è appena oltre Benatia. Dettaglio non trascurabile.

INLER, MA CHE FAI? — Altro dettaglio non trascurabile, l'Udinese ha giocato tre quarti della gara in dieci. Colpa di Inler, che a sei giorni di distanza dalla prova da califfo contro il Napoli perde la brocca e lascia i suoi in inferiorità numerica al 21'. Dopo aver subito un contrasto duro di Morrone e aver visto una punizione non data a Sanchez al limite dell'area del Parma lo svizzero va ad abbattere Giovinco a centrocampo; e non contento, mentre l'arbitro gli sventola sotto il naso il cartellino giallo, gli dà pure un colpo di petto. Espulsione ovvia, meritata e aggiungeteci voi altri aggettivi non positivi.


CONDIZIONE PRECARIA — Brutta botta, per l'Udinese, perdere il faro di centrocampo dopo aver subito un gol inaspettato. Il 4-4-2 del Parma, a questo punto, diventa una cassaforte: sulle fasce volano e tamponano sia Modesto che Valiani, mentre Giovinco ha davvero un altro passo rispetto ai lungagnoni della difesa friulana. Aggiungeteci un Sanchez e un Isla non al meglio ed ecco servito lo scacco matto. Inutile anche l'ingresso di Di Natale nella ripresa per rianimare la ciurma. Alla fine lo schema è palla lunga per la testa di Corradi (entrato per Sanchez) e sperare in qualcosa. Di fatto, comunque, Mirante è inoperoso.

CONTROPIEDE — Tra un cartellino e un altro (saranno otto alla fine i gialli, più il rosso) la partita scivola via tranquilla, con gli ospiti al timone. Bojinov si divora il raddoppio mancando un facile stop e i titoli di coda li deve mettere ancora Amauri, perfetto nello scattare in contropiede sul filo del fuorigioco (questione di centimetri) e nel battere Belardi per la seconda volta. E con questi fanno tre gol in due partite, e sette da quando è a Parma. Un giocatore ritrovato, insomma. Zoppicante o non zoppicante, lo stesso attaccante decisivo esploso nel Palermo proprio di Guidolin, ora allenatore dell'Udinese.

Alessandro Ruta

Fonte: gazzetta
23/04/2011 22:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
La Fiorentina passa a Cagliari
Grande doppietta di Cerci

I viola vincono 2-1 e scavalcano i sardi in classifica. Il centrocampista segna due gol, provvisorio pareggio di Cossu a inizio ripresa

CAGLIARI, 23 aprile 2011 - Sorpasso della Fiorentina ai danni del Cagliari in una partita che ormai non conta nulla. I viola vanno in vantaggio con Cerci nel finale del primo tempo, Cossu ribatte immediatamente al 1’ della ripresa, ma è ancora il centrocampista offensivo che trova la zampata vincente e segna il 2-1 per gli ospiti.


LE SCELTE — Stesso 4-3-2-1 per Roberto Donadoni che ripropone una formazione identica a quella pazza di Lecce, capace di incantare e poi sperperare. Con Nené e Pisano indisponibili, il tecnico bergamasco opta per la consueta linea difensiva a quattro davanti ad Agazzi, con Canini e Astori centrali, mentre Perico e Agostini presidiano le fasce. A fare da schermo alla difesa in mezzo al campo capitan Conti, coadiuvato dal belga Nainggolan e da Biondini, mentre qualche metro più avanti Lazzari e Cossu sono gli uomini che devono inventare. A buttarla dentro ci deve pensare Robert Acquafresca, centravanti tirato a lucido dalla doppietta al Via del Mare. Sinisa Mihajlovic, invece, conferma in blocco la difesa che ha tenuto a freno la Juve nella gara al Franchi domenica scorsa. Dentro quindi De Silvesti, Gamberini, Kroldup e Pasqual a proteggere Boruc. A centrocampo il serbo mescola le carte, complice l’affaticamento muscolare di Vargas. Dentro, quindi, Montolivo a ispirare i suoi, affiancato da Behrami e Donadel che sostituisce il peruviano. Perno del reparto offensivo il solito Gilardino, con Cerci e Mutu a fare da partner là davanti. Nonostante l'importanza della partita sia pari a zero in termini di classifica, Sinisa decide di non fare sconti agli outsider ed ecco allora che il senegalese Babacar si accomoda di nuovo in panchina. Tra gli indisponibili Jovetic, Santana e, stop di questa settimana, il giovane Camporese.


IL PRIMO TEMPO — E' una partita che non ha un perché quella al Sant'Elia, senza obiettivi a portata di mano che debbano far sudare troppo nessuna delle due squadre. La classifica recita così: Cagliari punti 44, molti dei quali figli di un campionato raddrizzato dalla gestione di Donadoni, Fiorentina punti 43, e un'annataccia tra mugugni di delusione per un anonimato calcistico che al popolo viola proprio non va giù. Mihajlovic, comunque, è stato chiaro. Non si tollerano cali o distrazioni. La partita in realtà è avara di emozioni, le due squadre si impegnano, ma non c’è la frenesia dettata dalla voglia matta di punti. Si combatte a centrocampo, il ritmo è abbastanza compassato e anche quando ci sono situazioni dubbie, come il contatto Gilardino-Astori in area o il mani di Donadel sulla linea d’area, la scarsa veemenza con cui si reclama un eventuale rigore fa capire che il pomeriggio calcistico di sardi e fiorentini sarà leggermente soporifero. Quando meno te lo aspetti, però, arriva il primo vero tiro in porta al 46’, quello di Alessio Cerci che trova l’1-0 proprio una manciata di secondi prima che Doveri fischi la fine del primo tempo. Il romano raccoglie una palla di Mutu, si gira al limite dell’area e piazza un sinistro rasoterra che si infila alle spalle di Agazzi. 1-0 e tutti negli spogliatoi.


LA RIPRESA — Cosa predichino durante l’intervallo Donadoni e Mihajolovic non si sa, ma quelle che entrano in campo sembrano due squadre nuove di zecca. Passano appena 45 secondi e Cossu riporta in equilibrio i conti: il piccolo fantasista del Cagliari raccoglie un suggerimento delizioso di Acquafresca e con un tocco morbido col macino beffa Boruc. La Fiorentina, però, deve aver digerito la lezione di Sinisa stavolta, perché riparte subito di buona lena e la caparbietà alla fine viene premiata. Al 5’ i viola si proiettano nell’area dei sardi, un grande Agazzi ha i riflessi pronti per negare il gol a Behrami sotto porta, ma in agguato c’è di nuovo Cerci. Il numero 24 è pronto a sfruttare la ribattuta dell’estremo difensore del Cagliari e infila la doppietta. A quel punto il Cagliari non ci sta. Forse perché non ci sono punti da perdere, bensì la faccia davanti ai propri tifosi, i sardi ce la mettono tutta. E anche Donadoni dalla panchina prova a dare la scossa, con un paio di cambi che ridisegnano un Cagliari a trazione anteriore: fuori Conti e Lazzari, dentro Missiroli e Ragatzu. La Viola accusa il forcing dei rossoblù che premono per trovare il gol del pari con un Cossu a tutto campo, poi Montolivo e compagni riescono a ragionare e a spegnere le folate della squadra di Donadoni che, a questo punto, deve riconoscere nella Fiorentina la propria bestia nera. La prima sconfitta del tecnico bergamasco, infatti, era arrivata proprio il 5 dicembre scorso con i toscani che avevano vinto per 1-0 al Franchi. A Mihajlovic, invece, non resta che la consolazione parziale dell’impegno dei suoi quando la stagione ormai è andata in fumo

Azzurra Saggini

Fonte: gazzetta
23/04/2011 22:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.931
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Floro Flores e Palacio, forza 4
Il Lecce affonda e trema

Due doppiette degli attaccanti rossoblu regalano la vittoria al Genoa. Ai pugliesi non basta l'altra doppietta di Di Michele: sprofondano al terz'ultimo posto

GENOVA, 23 aprile 2011 - Il "Preziosi furioso" aveva ammonito i suoi: nessun calo di tensione. Così il Lecce, che sperava di trovarsi di fronte un Genoa arrendevole, ha dovuto ricredersi. Floro Flores e Palacio hanno preso alla lettera gli input del presidente e si sono regalati un sabato alle giostre: due doppiette per loro che neutralizzano quella di un pur ottimo Di Michele. Il Lecce, fin quando in partita, ha mostrato personalità e qualità, ma al momento dello svantaggio è praticamente crollato, più sul piano mentale che su quello fisico. A De Canio il compito di fare da psicologo perché questa sconfitta, che relega la sua squadra al terz'ultimo posto, non pesi troppo nella testa dei suoi ragazzi. Ironia della sorte, con questa vittoria il Genoa ha "salvato" i cugini, consentendo loro di affiancare proprio i pugliesi in classifica.

GIOCO DELLE QUATTRO K — Ballardini deve fare a meno di capitan Rossi, fermato alla vigilia da un problema muscolare: al suo posto avanza in banda Antonelli, coperto dietro da Criscito; attacco Floro Flores-Palacio per scardinare la nutrita difesa del Lecce. De Canio, infatti, schiera la retroguardia a tre e il centrocampo a cinque, lasciando ai pestiferi Jeda e Di Michele il compito di scombinare i piani del Genoa.


FESTA DI SAN (DI) MICHELE — E il piano tattico del mister dei pugliesi sembra funzionare alla meraviglia, visto che al primo tiro in porta (3') il Lecce va in vantaggio: è Di Michele a vestire quelli del giovin Del Piero e spolverare l'incrocio con un tiro a giro di sinistro dal vertice dell'area rossoblu. E' un gol bellissimo, che lascia di stucco Eduardo e costringe il Genoa alla reazione. Che, in effetti, arriva, anche se favorita da una svista del guardalinee: al 10' Floro Flores scatta in profondità (oltre la linea dei difensori seppure di poco) e appoggia in rete col piattone destro.


TARANTELLA PUGLIESE — De Canio, allora, prende in mano l'album delle figurine e sposta per il campo i suoi giocatori come fossero pedine di una invisibile scacchiera: dal 3-5-2 si passa al 4-4-2, per poi tornare alla difesa a tre, ma con Giacomazzi in versione libero. Non si sa se tutto questo turbinio disorienti più i giocatori del Genoa o, piuttosto, gli stessi leccesi, ma alla fine è la retroguardia di casa ad andare in confusione e lasciare Di Michele a due passi da Eduardo libero di batterlo in tutta tranquillità. I ragazzi di Ballardini, però, non si fanno intimorire, mettono giù la testa e caricano: proprio uno sfondamento stile rugby, infatti, regala il pari ai liguri, grazie ad un testardo Palacio che in mischia supera Rosati al terzo tentativo. E' il 42' e fino all'intervallo non succede più nulla.


SAGRA DELLA DOPPIETTA — Nel secondo tempo ci si aspetterebbe il forcing del Lecce (che pure in avvio c'è) ed invece alla prima occasione è ancora Palacio a rispondere presente: al 9', appostato sul primo palo su azione di calcio d'angolo, l'argentino gira di testa e gela Rosati. Il Lecce non fa in tempo ad organizzare una reazione che è costretto nuovamente a capitolare: 8' più tardi, infatti, Criscito si beve mezza difesa e serve un cicchetto anche a Floro Flores, che deve solo metterci la coscia per spingerla in rete. Gli ospiti tentano una reazione finale, spronata anche dai cambi di De Canio che inserisce Corvia e Piatti, ma senza grandi risultati. E' il gol del 3 a 2 di Palacio a rompere la partita e quello successivo di Floro Flores ha l'effetto di raccogliere i cocci di un Lecce che non c'era già più.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:59. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
www.bwgroup.it *** *** Suoneria Cellulare******* habitamos ***
..:: A L T R I ..... G E M E L L A G G I ::..
**TOPMANGA FORUM**~ A.C Milan~ THE FROZEN FORUM ~ Cogito Ergo Sum ~ eyes on anime ~ Virtual Graphic ~ Il mondo di Vanish ~ Lauren 4ever ~ Dragon Ball 4Ever GDR ~ Top forum - the best of all ~ ilmondoincantato ~ UFOOUTLINE ~ The Dark Side Of The World ~ giuggyna.it ~ MuroSpam ~ WLF 46 ~ Dinda & Baldo's forum ~ Cincischio ~ Aldo, Giovanni e Giacomo ~ sulle ali della fantasia ~ Crazy off Topic ~ IL BIVACCO ~ FORUM ~ FORUM ~ FORUM ~ FORUM ~