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Sorpresa Corradi a Brescia
L'Udinese sbanca il Rigamonti

L'attaccante dell'Udinese entra al posto di Denis, segna il gol dell'1-0 e regala tre punti importantissimi alla squadra di Guidolin. Brescia punito oltre i propri demeriti

BRESCIA, 17 ottobre 2010 - Il momento topico di Brescia-Udinese è il 15' del secondo tempo: Guidolin richiama in panchina Denis - preferito a sorpresa a Floro Flores - ma butta nella mischia - ancor più a sorpresa - Bernardo Corradi. L'ariete toscano cambia faccia alla partita e, nel momento di maggior pressione da parte del Brescia, trova il jolly in tuffo di testa a 10' dalla fine. Il Brescia è colpito ed affondato, più nel morale che nel fisico. Fino a quel momento, infatti, erano stati proprio i padroni di casa a cercare con più convinzione la vittoria.


EL TANQUE — In realtà, in avvio, è la partita a essere agile come un carro armato: su un campo appesantito dalla pioggia, la gara non riesce a guadagnare ritrmo, anche per le continue interruzioni dell'arbitro. Koné e Sanchez non riescono a trovare vantaggio dalla posizione dietro le punte, finiscono per allargarsi e, di conseguenza, uscire dal gioco. Nel primo tempo, alla fine, si contano un gol annullato per fuorigioco a Di Natale sfuggito alle spalle di Zebina (anche per lui esordio stagionale al centro della difesa del Brescia) e un colpo di testa di Caracciolo uscito di poco a lato.


AUTUNNO PADANO — In avvio di secondo tempo la partita sembra finalmente acquistare ritmo, ma il peggioramento delle condizioni atmosferiche - e di conseguenza di quelle del terreno di gioco - spengono ben presto lo spettacolo. Le due squadre si allungano perchè rientrare comincia a diventare faticoso, ma i rispettivi attacchi mancano di lucidità e creatività: Koné prova qualcosa partendo dalla sinistra - proprio su un'iniziativa del greco Caracciolo, di testa, impegna Handanovic - Sanchez, invece, non si vede quasi mai. Guidolin richiama uno spento Denis, ma viste le condizioni ambientali, la stazza e il peso di Corradi hanno la meglio sull'agilità di Floro Flores.


PRESSIONE BRESCIANA — La mossa friulana non sortisce grandi effetti, almeno all'inizio; anzi, sono i padroni di casa a intensificare l'azione offensiva, pur senza creare particolari grattacapi ad Handanovic, che però - a metà secondo tempo - su battuta a rete di Cordova direttamente dalla bandierina, è salvato da Isla sulla linea. Il tecnico degli ospiti corre ai ripari: fuori anche Di Natale, dentro Asamoah a contenere l'accenno di pressing dei lombardi. Ma proprio nel momento migliore per il Brescia, l'Udinese trova il vantaggio: Corradi si butta di testa come da un trampolino olimpionico, impatta di testa e batte Sereni. Iachini è una bestia ferita che lancia l'ultimo ruggito: dentro Possanzini e Taddei, fuori Baiocco e Koné, Rondinelle a quattro punte per gli ultimi cinque minuti. Non basta.

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
18/10/2010 00:15
 
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La Lazio vola anche a Bari
E in vetta stacca le milanesi

Primo tempo soporifero con fitte reti di passaggi da parte di entrambe le squadre. Poi le zampate improvvise di Hernanes e Floccari, propiziate da Mauri. Quindi la reazione del Bari, che però trova solo un palo con Castillo

BARI, 17 ottobre 2010 - Se una capolista si dimostra in grado di imitare il predatore felino, cioè di sonnecchiare a suo piacimento per poi piazzare un paio di zampate fulminee al momento giusto, magari con l'aiuto della fortuna, allora vuol dire che le ambizioni sono fondate. E' il caso della Lazio di stasera, andata a nozze col gioco al piccolo trotto del Bari, ma poi abile a colpire due volte e fortunata in difesa. Una Lazio che dunque conserva il primato in classifica, con due punti di vantaggio sulle milanesi.

AVVIO AL CLOROFORMIO — Parlare di un avvio "di studio" è un eufemismo: nessuna delle due squadre appare interessata a manovrare il cambio per mettere una marcia alta, entrambe tengono palla in modo insistito, ai limiti del soporifero. Solo verso il quarto d'ora si inizia a vedere qualcosa: da una parte c'è un colpo di testa di Almiron (centrale per Muslera), dall'altra si registra un tiro di Hernanes fuori di poco. Ma per vedere un'occasione vera bisogna aspettare il 24', quando un colpo di testa di Dias manda il pallone a sfiorare il palo alla detra di Gillet, già battuto. E' però una fiammata, perché successivamente entrambe le squadre riprendono quel possesso palla che sa tanto della vecchia "melina". E che si trascina fino all'intervallo (unica emozione, un tiro di S.Masiello deviato a terra da Muslera), con buona pace del pubblico.


LA RIPRESA — Si riparte senza sostituzioni e soprattutto con lo stesso copione. Azioni sonnolente da entrambe le parti fino al settimo minuto, quando la solita fitta rete di passaggi della Lazio trova i piedi buoni di Mauri, che da metà campo pesca in area un liberissimo Hernanes: aggancio pronto e tiro sotto le gambe del portiere. E a quel punto la partita cambia. Ora il Bari è costretto a farla, e lascia inevitabilmente ampi varchi ai contropiede avversari: quello dell'11' sembra la fotocopia del gol, ma Zarate spara sull'esterno della rete. Poi però quando Mauri ha la palla buona su una respinta difensiva in area e spara da sinistra fuori misura, è Floccari a intervenire sulla traiettoria: il tocco non è da manuale del calcio ma spiazza il portiere infilandosi alla sua destra. Va comunque dato merito al Bari, che dopo il secondo gol ritrova il suo orgoglio e ha due opportunità: con Castillo (palo) e Almiron. Ma questa Lazio ha in poppa un vento fatto anche di di buona sorte.

Pier Luigi Todisco

Fonte: gazzetta
18/10/2010 14:01
 
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SERIE A 2010/2011 7ª Giornata (7ª Andata)

Anticipi del 16/10/2010
Milan - Chievo 3-1
Roma - Genoa 2-1
Incontri del 17/10/2010
Cagliari - Inter 0-1
Brescia - Udinese 0-1
Catania - Napolii 1-1
Cesena - Parma 1-1
Juventus - Lecce 4-0
Palermo - Bologna 4-1
Sampdoria - Fiorentina 2-1
Bari - Lazio 0-2

Classifica
1) Lazio punti 16;
2) Inter, Milan punti 14;
4) Napoli punti 12;
5) Juventus e Palermo punti 11;
7) Chievo e Sampdoria punti 10;
9) Brescia e Catania punti 9;
11) Bari, Cesena, Genoa, Lecce e Roma punti 8;
16) Bologna, Cagliari e Udinese punti 7;
19) Parma punti 6;
20) Fiorentina punti 4.
24/10/2010 11:35
 
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Fiorentina, prove di rilancio
Donadel e Gilardino: Bari k.o.

I viola lasciano l'ultimo posto e agganciano i pugliesi a quota 8 grazie al 2-1 nell'anticipo: al 34' del primo tempo un gran destro da fuori area del centrocampista, che non segnava da due anni e mezzo. Poi la squadra di Mihajlovic raddoppia col centravanti e trema sul 2-1 di testa di Parisi. Non basta: terzo k.o. consecutivo per il Bari

MILANO, 23 ottobre 2010 - Quando al secondo minuto di recupero Parisi accorcia sul 2-1, di testa, su corner di Rivas, Il Franchi trema, insieme a Mihajlovic. Quando Gilardino si mangia il 3-1, Sinisa non la prende bene. Dopo i recenti minuti di follia (vedi Samp), il tecnico teme di vedersi sfuggire di mano una vittoria che pareva in archivio. Non succede, e così, col brivido, la Fiorentina trova col 2-1 il secondo successo stagionale, lascia l'ultimo posto in classifica e aggancia il Bari a quota otto. Le due squadre venivano da due sconfitte a testa, ed erano scese in campo con la tensione di un match da salvezza di fine stagione. La spuntano Gilardino e compagni (molto più propositivi dei rivali) e così, nonostante l'ennesimo guaio di Mutu, possono pensare a un rilancio verso altri lidi: le qualità ci sono.

I GOL VIOLA — Ci vuole il primo gol in due anni e mezzo di Marco Donadel per sbloccare la Fiorentina. Il centrocampista realizza la sua quarta rete in carriera al minuto 34 del primo tempo. Azione innescata da Santana, cambio di fascia e Marchionni da destra scarica per l'accorrente Donadel, che da fuori area si inventa un interno destro a uscire. Il tiro termina sul secondo palo, legno interno e Gillet battuto: è l'1-0 viola. Ed è un gran gol. Di solito alla Fiorentina di questi tempi non basta: invece stavolta la squadra di Mihajlovic non si fa riprendere e raddoppia al 37' della ripresa. Lampo di Ljajic, che a centrocampo con un controllo a seguire in velocità salta due uomini: il serbo arriva fino in area, inventa un bel tiro a giro su cui è bravo Gillet. Respinge però nella zona di Gilardino, che stoppa e fa 2-0. Tutto finito? No, perché la Fiorentina ama il brivido.

RILANCIO VIOLA? — Donadel non fa solo il gol: il centrocampista è prezioso nel suo ruolo davanti alla difesa, non butta mai via il pallone, che affida spesso al compagno di reparto Montolivo. Il discusso 4-2-3-1 viola stavolta fuinziona, anche se Gilardino è spesso un po' sperduto davanti. Ma Ljajic, libero di svariare nella metà campo offensiva, conferma non solo le doti tecniche, ma anche il carattere: Marchionni ci mettela corsa (ma un po' di imprecisione), dietro Natali e Gamberini vivono una serata piuttosto tranquilla. L'ultima vittoria era datata 26 settembre, ed era l'unica nelle ultime 15 in campionato (compreso lo scorso torneo): la vittoria col Bari magari non sarà la svolta, ma è una boccata d'aria fresca fondamentale.


BARI, TERZO K.O. — Il Bari recupera Almiron e Barreto: i due, in dubbio alla vigilia, sono regolarmente in campo al primo minuto. L'attaccante fa coppia con Castillo, parte male e non troverà mai lo spazio per rendersi pericolo dalle parti di Frey: fatica ancor di più il compagno di reparto, che a inizio ripresa viene sostituito da Rivas, anche perché toccato duro da Comotto. Rivas entra nella speranza, di Ventura, di ritrovare il gioco perduto sugli esterni. Non succederà, perché Pasqual limita bene Alvarez e perché manca chi lanci le ali, con Donati e Almiron sottotono. Arriva così la terza sconfitta di fila per la squadra di Ventura. La macchina perfetta della scorsa stagione pare essersi, se non rotta, almeno inceppata. Bisogna correre subito ai ripari, e ritrovare Almiron e Barreto ad alti livelli, per evitare di finire troppo in basso in classifica.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
24/10/2010 16:22
 
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Parma e Roma a digiuno
Totti sostituito dopo 45'

All'ora di pranzo solo uno 0-0, il capitano giallorosso fuori dopo un primo tempo opaco. Meglio il Parma nella ripresa, ma Bojinov e poi Crespo non sfruttano il lavoro di Marques. Si rivede Giovinco, clamoroso errore di Baptista nel finale

PARMA, 24 ottobre 2010 - Tanta corsa, zero gol. Tra Parma e Roma, alla fine, non gode nessuno, ognuna aggrappata ai propri limiti: la mancanza di sostanza sottoporta per gli emiliani, l'allergia ai risultati in trasferta per i giallorossi. Che rischiano un nuovo caso Totti: Ranieri lo lancia in campo dal 1' ma dopo 45' il capitano giallorosso non riemerge dagli spogliatoi, sostituito con un deludente Simplicio. Il tecnico giallorosso si gioca anche le carte Vucinic (dall'inizio), Baptista e Okaka senza successo. Lo imita Marino, con gli inserimenti di Crespo e del redivivo Giovinco, ma al Tardini vince la pioggia, il campo scivoloso, la paura di perdere.


ROMA D'ATTACCO — La Roma, ma anche il Parma, aveva preparato un match tutto d'attacco: Valiani e Marques con Bojinov per gli emiliani, Vucinic con Totti e Borriello in una sorta di 4-2-3-1 per i giallorossi, orfani di Taddei a pochi minuti dall'inizio (al suo posto Cicinho). Il capitano giallorosso, schierato tra le linee, è l'ago della bilancia di un primo tempo in cui avrebbe lo spazio per colpire ma non graffia. Un problema di passo, soprattuttto, con Morrone e Dzemaili che non fanno fatica a ripiegare su di lui. Non a caso Ranieri lo cambia dopo 45', rischiando Simplicio nello stesso ruolo.

MARQUES A TUTTA — Il faro dei giallorossi, per tutto il match, è il cileno Pizarro: incredibile la quantità di palloni recuperata e rigiocata a favore di Borriello, controllato bene da Paletta. Su di lui non possono niente i centrocampisti del Parma, abili invece a rilanciare l'azione sulle fasce, con Zaccardo a destra e Marques imprendibile a sinistra. Lo spagnolo ci prova al 3' (Lobont è attento e alza in angolo), poi comincia a puntare Cassetti e qualche volta passa. Sul finale di tempo l'occasionissima: Lucarelli sfonda a sinistra e serve Gobbi che di prima gira sul secondo palo dove Marques, in scivolata, manda alto.


CAMBI INUTILI — Nella ripresa, dopo appena 7', Ranieri cambia anche Vucinic con Baptista. Difficile, in questo caso, trovare spiegazioni. La "Bestia" si piazza sulla sinistra e parte bene con due cross e un tiro, ma dura poco. Il Parma riprende a macinare chilometri con Morrone, Valiani e Marques alzano la loro posizione e vanno anche al tiro. Marino inserisce Crespo per Bojinov al 18', ma il risultato non cambia. Solo un episodio potrebbe sbloccare il match, Pizarro ce la mette tutta ma quando trova Mexes libero al limite dell'area, la spettacolare semirovesciata del francese sfiora Valiani e si spegne sul fondo.

RIECCO GIOVINCO — Finisce 0-0, un punto che non serve a nessuno. La Roma può recriminare per un contropiede nel finale che Baptista ha gettato alle ortiche, dimenticandosi di servire Okaka solo davanti a Mirante. E' vero che per i giallorossi si tratta del primo punto stagionale in trasferta, ma la classifica non può far vedere il bicchiere mezzo pieno. Il Parma, ultimo, dopo un mese ritrova Giovinco: è da lui che deve ripartire.

Claudio Lenzi

Fonte: gazzetta
24/10/2010 17:34
 
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La Lazio prende il volo: +5
Floccari e Mauri da applausi

I biancocelesti superano 2-1 il Cagliari all'Olimpico e allungano su Inter e Milan impegnate nei posticipi. A segno il centravanti e l'azzurro, poi Matri accorcia

ROMA, 24 ottobre 2010 - "Siamo primi giocando bene" aveva detto Reja prima di Lazio-Cagliari. Il piazzamento in classifica non cambia, perchè i biancocelesti battono 2-1 i sardi e, indipententemente dai risultati di Inter e Milan, conservano il primo posto in classifica. Fanno sei vittorie su otto partite. Meglio della Lazio scudettata di Eriksson. Hai detto niente. Qualche riserva in più sulla prestazione. I biancoceelsti hanno giocato un'ora su ottimi livelli, poi il gol di Matri li ha spaventati e non è mancata un po' di sofferenza. Buona comunque la maturità nella gestione del finale, caratteristica che hanno solo le squadre destinate a lasciare il segno.

SACRIFICIO ZARATE — Reja propone un 4-4-1-1 con Zarate e Mauri esterni e l'ottimo Hernanes a sostegno di Floccari. Bisoli sceglie il modulo a una sola punta, Matri, con Cossu, Pinardi e Lazzari incaricati di appoggiarlo, per la verità con esiti modesti. Parte meglio la squadra di Reja, che dopo un paio di lampi dei pimpanti Zarate ed Hernanes passa con Floccari. Il tiro di Hernanes viene involontariamente stoppato da Mauri, che in questo modo accomoda la palla per l'ex genoano, bravo a calciare perfettamente una specie di rigore in movimento. 1-0 Lazio. Meritatissimo.

POCO CAGLIARI — Tra i sardi Matri è troppo solo, l'unico che prova qualcosa è Lazzari, il centrocampista mancino convocato in Nazionale ma che inspiegabilmente non fa impazzire Bisoli. Così il 2-0 in avvio di ripresa premia una Lazio superiore: Mauri per Floccari, passaggio di ritorno del centravanti per l'azzurro di Prandelli, che segna in modo un po' fortuito sfruttando un rimpallo sul petto. Anche un po' di fortuna nei due gol della Lazio. E partita che sembra finita.


RISVEGLIO — Sembra. Perchè Bisoli affianca Nenè a Matri (il sacrificato è Lazzari) e subito la squadra ne guadagna in pericolosità. Cossu crossa, il giovane centravanti brucia la marcatura di Dias di testa e non dà scampo a Muslera. Il gol galvanizza i sardi, che sfruttano il calo fisico degli uomini di qualità della Lazio per spingere. Ancora Matri fa tremare l'Olimpico in due occasioni. Poi Reja azzecca i cambi che ricompattano la squadra: Matuzalem e Rocchi per gli stanchi Hernanes e Zarate. Così Muslera vive un finale più tranquillo, anche se il Cagliari spinge cercando invano un pari che sarebbe stato troppo.

Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
24/10/2010 17:39
 
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Il Bologna ferma la Juve
Viviano ipnotizza Iaquinta

Il portiere rossoblù para un rigore assegnato per errore dall'arbitro De Marco, ingannato da un tuffo di Krasic. I bianconeri spingono sino al 97', ma non trovano la rete e finisce allo 0-0. Amauri infortunato alla caviglia destra

BOLOGNA, 24 ottobre 2010 - La Juventus pareggia ancora. E anche stavolta il bicchiere è mezzo vuoto, come a Salisburgo. Se in Europa League giovedì ai bianconeri era addirittura andata bene, e l'amaro in bocca era stato lasciato dalla prestazione - criticata dallo stesso Delneri -, lo 0-0 di Bologna è deludente come risultato, soprattutto per gli sprechi sottoporta. Che trasformano la partita del Dall'Ara in un'occasione persa: ancora una volta è mancata la zampata sottoporta di un cannoniere, quello che la Juve - consorzio del gol - non riesce a tirar fuori dal proprio organico. Amauri, che si è pure fatto male, non segna in campionato da un vita, Iaquinta ha mancato un rigore "inventato" da Krasic con un tuffo apprezzabile negli sport acquatici più che in quello del pallone, Quagliarella ha girato a vuoto. In mezz'ora di impiego, ha conquistato e poi calciato parecchie punizioni Del Piero, sempre al posto giusto, ma non ha trovato la porta. Perlomeno Delneri - quinto in classifica, in attesa dei risultati di Napoli e Samp - può consolarsi con un altro passo avanti della difesa, che questo pomeriggio non ha concesso nulla ai padroni di casa, volenterosi, compatti, con la giusta cattiveria agonistica, ma con pochissima penatrazione offensiva, e non certo per colpa di Di Vaio, solo come un eremita là davanti. Malesani ha in rosa tanti mediani e pochi giocatori di fantasia, fa di necessità virtù e ha strappato con le unghie tutti gli 8 punti che ha in classifica.


OCCASIONI JUVE — Il Bologna parte meglio. Volitivo, solido. Poco fantasioso, anzi per nulla, ma caricato dal blasone dell'avversario e arroccato dietro a Di Vaio, braccio e cuore dei rossoblù. Certo, in fase di conclusione tira fuori al massimo un tiro dalla trequarti di Paponi che merita gli applausi che riceve. La Juve fatica a carburare, forse ancora con le scorie della prestazione da dimenticare di Salisburgo in Europa League da smaltire. Il 4-4-2 di partenza si trasforma all'occorrenza in 4-3-3, quando Krasic resta alto sullla destra e Marchisio stringe al centro. Amauri corre tanto, ma la sua quantità non fa rima con qualità. E al 22', dopo un colpo di testa da ottima posizione di poco a lato, è costretto a lasciare il campo a Iaquinta per un acciacco alla caviglia destra. La Juve con il passare dei minuti comunque cresce, poderosa: Quagliarella, con la porta spalancata, si fa respingere la conclusione da Portanova.


IL RIGORE — Al 34' De Marco prende un abbaglio quando indica il dischetto dopo un tuffo di Krasic, che si lascia cadere in area quando gli si avvicina Portanova. Iaquinta soffia il rigore a Felipe Melo, e lo calcia centralmente: bravissimo Viviano a parare. La prodezza del numero uno della Nazionale stempera anche le polemiche: il Dall'Ara ribolle di rabbia dopo l'errore arbitrale. La gara si incattivisce, la Juventus insiste, Viviano è ancora bravo su una botta di Marchisio da fuori area. All'intervallo è 0-0. La squadra di Delneri ha fatto, e sprecato, di più, ma non ha impressionato nè sul piano della manovra nè su quello dei singoli.

LA JUVENTUS NON PASSA — Il secondo tempo è confusionario. Il Bologna mostra i limiti tecnici, che le doti dinamiche non possono nascondere per 90'. La Juve fatica più di Ercole in fase di rifinitura: siamo alle solite, manca l'uomo dell'ultimo passaggio, perchè Aquilani fa il centrocampista puro, e pur illuminato, non riesce ad alzare il ritmo delle giocate. E davanti Quagliarella è fumoso, mentre Iaquinta è demoralizzato dall'errore sul rigore. Delneri si gioca anche la carta Del Piero, allora. E poi quella Martinez. Non bastano. I bianconeri premno sino al 97', ma con poco lucidità. E non passano. E se è vero che a Bologna si è fermata pure l'Inter, è difficile pensare che Delneri possa ritenersi soddisfatto: alla vigilia aveva chiesto continuità di risultati, con questo secondo pareggio consecutivo i suoi l'hanno preso alla lettera, ma l'interpretazione non è quella auspicata.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
24/10/2010 17:43
 
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Il Chievo scappa nel finale
Non basta un Cesena brillante

Thereau firma il 2-1 nei minuti finali. Il Chievo vince e dedica i tre punti al presidente Luca Campedelli, che oggi compie 42 anni. Scaligeri avanti con Cesar, poi l'autogol di Guana.

VERONA, 24 ottobre 2010 - La nobiltà della classe operaia. Bel Chievo, spumeggiante Cesena. Non sembra vero, ma le due provinciali sono da meraviglia. Gli scaligeri vanno avanti per primi con Cesar, poi sono ripresi dagli emiliani con un autogol di Guana (su tiro di Jimenez). Il campo pesante (causa pioggia) e le vagonate di energie consumate fanno calare l’intensità nella ripresa. E nel pantano finale, arriva il morso del cobra di Thereau: il Chievo ritrova la vittoria in casa che mancava dal 29 agosto.

COMPLEANNI E FUOCHI D'ARTIFICIO — La prima volta del Chievo contro il Cesena in A è un’agenda di ricorrenze, impossibili da dimenticare. La prima: il compleanno di Luca Campedelli (compie 42 anni), il presidente del Chievo delle nove stagioni in A, e da diciotto l’Harry Potter del Chievo dei miracoli. Il secondo, è il caps numero 300 del Chievo in A: tutto partì il 26 agosto 2001 (con Fiorentina-Chievo: 0-2). Pioli vuole una vittoria con dedica: lancia il suo Chievo in formato d’assalto, con Bogliacino numero 10 dietro Pellissier e Thereau. A Ficcadenti non spaventa quel cilindro magico chiamato Bentegodi, dal quale gli scaligeri hanno estratto autentiche imprese: conferma il tridente d’attacco (Giaccherini, Bogdani, Jimenez). Pioli e Ficcadenti, architetti di squadre che vogliono punti e spettacolo. Nei primi 45’ avranno di più, anche i fuochi d’artificio.

IN CERCA D'AUTORE — Chievo e Cesena, conferma e sorpresa della nuova A. Ma adesso viene il bello: scrivere il futuro, definire un’identità. Si parte volando basso: giusto il tempo di studiarsi, mentre (è il 4’) Fernandes bussa davanti ad Antonioli. Dopo sarà un crescendo; il motore del match è un diesel che ingrana un po’ alla volta. Le fiammate di Chievo e Cesena illuminano il pomeriggio freddo e piovoso di Verona. Constant è il piromane scaligero: accende il gioco, insieme a un mobilissimo Guana, ma sul più bello perde l’accendino per infiammare l’area bianconera.

TATANKA — Constant, al 19’, non aggancia su cross di Bogliacino; sembra il festival degli agganci mancati quando (al 23’) è Pellissier a fallire l’appuntamento su traversone di Bogliacino. Il Cesena recrimina due volte: cadono in area Bogdani e Benalouane, ma Ficcadenti deve rimpiangere soprattutto l’errore sottoporta di Jimenez (29’). La miccia per innescare i fuochi pirotecnici è sempre calda: passano due minuti, e Pellissier disegna un assist perfetto, Cesar è puntuale alla correzione in porta: è l’1-0. Il Cesena non ci sta, e non molla. Con rabbia e con qualità: prima Giaccherini (33’: superlativo Sorrentino), poi Jimenez (35’: bolide sul fondo) cercano il pari. E mentre Constant fallisce ancora una palla gol sul finale (43’), Colucci fa il tatanka. Ultimo minuto, ultima speranza: si lancia in area, a testa bassa ottiene un angolo, lo batte. Jimenez spara verso Sorrentino. Guana tocca e è l’1-1.

IL FALCO, IL CACCIATORE E IL COBRA — Sarà la pioggia, sarà il freddo o il campo pensate, ma nella ripresa Chievo e Cesena si danno una calmata. I ritmi calano vistosamente; la pericolosità di Giaccherini e Jimenez scende quasi fino a livello zero. Nel Chievo, Bogliacino, stanco, è richiamato in panchina, e Constant si trasforma rifinitore. Il primo, e unico squillo fino alla mezzora, parte proprio da un assist di Constant: al 16’ della ripresa, Pellissier è un falco, ma Antonioli fa il cacciatore e blocca il guizzo del centravanti scaligero. Sul taccuino finiscono un diagonale di Thereau, le proteste (fuori posto) di Jimenez, l’espulsione nel finale di Von Bergen. Ma quando sembra tutto finito, Thereau, con il cuore in gola, sfrutta una mischia in area su calcio d’angolo. Fucilata secca, quella del 2-1. Un colpo letale. Il morso del cobra.

Mario Pagliara

Fonte: gazzetta
24/10/2010 17:46
 
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L'Udinese va: e sono tre!
Il Palermo non reagisce

Terzo successo di fila per gli uomini di Guidolin, che passano nel primo tempo con un gol di Benatia e un rigore di Di Natale nella ripresa. Di Pinilla il 2-1. Espulso Coda.

UDINE, 24 ottobre 2010 - Grande prova dell'Udinese di Guidolin, che trova il terzo successo consecutivo e si lascia alle spalle il disastroso avvio di campionato. Finisce 2-1 contro un Palermo ancora scosso dalla batosta in Europa League e incapace di contrastare la superiorità atletica dei friulani. I bianconeri segnano un gol per tempo prima di regalare un uomo (e una rete) agli avversari, che nel finale sfiorano anche il colpaccio.


SCHIERAMENTI — Guidolin dà ancora fiducia a Denis e schiera Di Natale largo a sinistra e Sanchez un po' più basso a destra. In mezzo ci sono Inler, Isla e Asamoah e dietro la difesa a quattro. Anche Rossi conferma il suo Palermo, con il rientro di Ilicic e Bacinovic, fermi in Europa League, e Pastore a dettare i tempi alle spalle di Pinilla. Squalificato Bovo, al centro della difesa giocano Munoz e Goian.

AVVIO SPRINT — Giannoccaro fischia il via e dopo appena 30 secondi l'Udinese fa capire quale sarà l'inerzia della gara. Di Natale sguscia a sinistra e mette dentro per Denis, con i rosanero subito in affanno. I friulani partono a mille, tolgono il respiro agli avversari più tecnici e allargano sempre il gioco con Isla e Pasquale (o Asamoah) a supporto degli esterni alti, mettendo in seria difficoltà Balzaretti e (soprattutto) Cassani.


VANTAGGIO — Bastano dieci minuti all'Udinese per trovare il vantaggio. Di Natale s'invola ancora a sinistra e Munoz lo mette giù inutilmente. Lo stesso Di Natale batte il corner corto, Inler centra il palo di testa e Benatia si fa trovare pronto per il tap-in vincente. E' il secondo gol in campionato per il difensore marocchino, dopo quello decisivo con il Cesena. Il colpo subìto scuote in parte il Palermo, che si trova però costretto a regalare ulteriori spazi ai padroni di casa. Sirigu salva i suoi su Isla, poi Sanchez, Di Natale e Isla sprecano il contropiede del ko. E il Palermo? A parte un paio di tentativi di Pastore da fuori, non si rende mai pericoloso. Anzi, rischia il crollo al 45', con il gran colpo di testa di Sanchez sulla traversa.

RIPRESA — Non ci sono cambi a inizio secondo tempo e non cambia la gara. L'Udinese corre di più ed è padrona del campo. Nei primi cinque minuti gli ospiti rischiano ancora (doppia occasione per Denis; numero di Sanchez su Munoz, che rischia il rigore). Al minuto nove il raddoppio: Cassetti trattiene Zapata su un angolo (che non c'era) e Di Natale insacca dagli undici metri.

FINALE — Partita chiusa? Sulla carta, per quanto visto, sì. Non fosse che Coda si becca un ingenuo secondo giallo e regala agli ospiti quasi mezzora di superiorità numerica. Fuori Denis per Badu da una parte, mentre Migliaccio lascia spazio a Maccarone dall'altra. E la squadra di Delio Rossi trova la linfa che gli era mancata per tutta la partita. Handanovic salva su Pastore, Ilicic spara alto, poi, al 38', Pinilla riapre i giochi con un bel sinistro al volo su respinta di Handanovic. Nei minuti finali l'Udinese rischia su qualche mischia, ma resiste. Ed è giusto così.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
24/10/2010 17:50
 
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SUPERSAGGIO
E' il Genoa di Marco Rossi
Catania battuto col cuore

A Marassi partita combattuta a molto tattica, risolta da un colpo del capitano dei rossobiù privi di cinque titolari. Buona la prestazione della squadra di Giampaolo che cede al 68'

GENOVA, 24 ottobre 2010 - Il cuore del Genoa alla fine ha la meglio sul Catania. E' quello che batte nel cuore di Marco Rossi, uno che non molla mai e risolve la partita con un tocco ravvicinato al 68'. E' il sacrificio tattico di Toni e la volontà di non concedere nulla ai ragazzi di Giampaolo che propongono ancora una volta buon calcio, a cui manca però la cattiveria per chiudere il match già nel primo tempo.

ORGANIZZAZIONE SICILIANA — Senza cinque titolari di peso e con Palladino che non fa nemmeno in tempo a godersi il riento dopo il lungo infortunio (fuori al 23' per Mesto), Gasperini gioca la carta dell'esperienza con l'inserimento di Milanetto e Rossi a centrocampo. Sa bene che contro il Catania serve la ragione e il cuore, perché le squadre allenate da Giampaolo sono le più difficili da affrontare. Appare evidente, infatti, il tipo di partita studiato a tavolino dai siciliani: grande organizzazione difensiva, con il rientro di Mascara e Gomez a chiudere gli spazi, e veloci contropiede a caccia dei piedi buoni di Maxi Lopez e dell'esordiente Martinho.

GENOA SOTTOTONO — I rossoazzurri alla fine del primo tempo mettono a referto almeno tre occasioni, su tutte quella capitata a Gomez, che Eduardo non trattiene, e il rasoterra di Silvestre a fil di palo. Fuori casa, e non la prima volta, il Catania riesce a dare il meglio di sé, ma senza mai erigere barricate secondo il pensiero di Giampaolo. E il Genoa soffre a dismisura, bloccato sulle fasce, ma anche sulle vie centrali dove manca di peso. Gasperini riesce però a far guadagnare metri alla squadra e solo al 31' i rossoblù riescono e mettere in piedi un'azione degna di nota, partita da un'invenzione di Toni e rovinata con un tiraccio da Milanetto.


PRESSING E DIFESA — Il Genoa dell'inizio della ripresa è quello più amato da Gasperini: pressing feroce e gioco sulle fasce, anche se mancano le proiezioni di Veloso e Palacio. Già dopo trenta secondi Toni sbaglia l'impatto di testa con la palla sprecando una grande occasione davanti ad Andujar. Il Catania, che non è fesso, accetta la sfida e oppone la stessa grinta per non farsi schiacciare nella sua trequarti. Placata l'ira genoana, il Catania torna a spingere e a fallire al 14' il gol con Martinho. Il ragazzino brasiliano (classe '88), servito da Maxi Liopez, cicca clamorosamente al limite dell'area piccola. Gasperini prova a scuotere la squadra togliendo il volenteroso Rudolf per Destro; mossa a cui Giampaolo replica con una doppia sosituzione: fuori Maxi Lopez e Martinho, dentro Antenucci e Carboni.

CI PENSA MARCO ROSSI — La tattica va a farsi benedire ben presto, perché al 23' il Genoa passa. L'assist perfetto è di Rafinha; Marco Rossi, che aveva seguito tutta l'azione, irrompe nell'area piccola e infila con una girata sotto la traversa. Giampaolo corre subito ai ripari togliendo Izco per Ricchiuti. Parola d'ordine: attaccare, spingere, pressare. Il Genoa risponde con l'organizzazione e il carattere. Criscito non sbaglia nulla; Ranocchia (alle prese con i crampi) e Dainelli chiudono tutte le porte. Al 39' sale in cattedra Eduardo che si immola su Ricchiuti, pochi secondi prima dell'ingresso di Kaladze per Milanetto: una prodezza che vale tre punti.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
24/10/2010 17:53
 
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SUPERSAGGIO
Di Michele lancia il Lecce
Brescia in caduta libera

Gli ospiti vanno in vantaggio nel primo tempo con Caracciolo. Nel secondo pareggia Ofere, poi l'attaccante ex Torino sbaglia un rigore, ma sigla il 2-1 decisivo. Quarta sconfitta consecutiva per la squadra di Iachini

LECCE, 24 ottobre 2010 - E' praticamente un Di Michele show quello del "Via del Mare": l'attaccante - sia nel primo che nel secondo tempo - fa girare la testa ai difensori bresciani. Ma se nella prima frazione è fin troppo lezioso - e nella seconda si permette pure il lusso di sbagliare il rigore - alla fine riesce però a realizzare l'importantissimo gol vittoria per i giallorossi. Il Brescia cade per la quarta volta consecutiva ed esce dal campo ancora una volta col rammarico di aver giocato la partita e sprecato le occasioni buone per tornare a casa con un risultato positivo.

GOL-BUSTER — Nonostante le tre sconfitte consecutive, il Brescia comincia la gara in maniera molto intraprendente. Il Lecce, viceversa, è molto lungo e si affida quasi esclusivamente alla buona verve di un Di Michele particolarmente ispirato nei dribbling, meno nelle conclusioni. Così, la prima occasione da rete è proprio per la squadra di Iachini: Kone sfugge sulla sinistra con un gioco di prestigio, il tiro sbatte sulla traversa, la ribattuta di testa di Caracciolo è salvata da Rosati a cavallo della linea, con il più classico di quelli che una volta si chiamavano "scatti di reni". Difficile capire se il pallone abbia sorpassato interamente la linea, ma Peruzzo fa proseguire. Proprio nei giorni della presa di coscienza Fifa sulla necessità di trovare una soluzione ai gol fantasma, l'ennesimo episodio da buttare in pasto alle moviole.


IL VOLO DELL'AIRONE — Caracciolo avrebbe comunque potuto fare meglio nell'occasione, ma se non altro si riscatta qualche minuto più tardi: il lancio delle retrovie dovrebbe essere preda facile di Ferrario, ma il difensore giallorosso si fa sfuggire il pallone sotto la suola e lo apparecchia per la conclusione dell'attaccante bresciano. E' il vantaggio degli ospiti che, pur non incantando, fino a quel momento si erano fatti preferire almeno per la vivacità. Il Lecce è tutto nelle accelerazioni di Di Michele sulla sinistra, favorite dall'accentramento di Olivera, ma anche dei mancati raddoppi di Vass, che lascia costantemente il povero Zambelli nell'uno contro uno: per fortuna di Sereni, l'attaccante leccese è come un bambino al luna park, continua a girare come una trottola per i suoi stessi dribbling, ma finisce per non tirare mai in porta.

PANCHINE BOLLENTI — Subito due cambi dopo l'intervallo: Iachini cerca di tappare le falle a destra, richiamando Zambelli e inserendo Bega (il centrale va in mezzo, la velocità di Martinez trasloca in fascia); l'influenzato De Canio, invece, chiede più velocità a Munari a centrocampo, spostando Vives come laterale basso a destra. Tra le due, la mossa più efficace risulta sicuramente quella del tecnico dei salentini: Di Michele, infatti, continua ad impreversare, aiutato nelle sovrapposizioni anche da un redivivo Mesbah. Ma c'è del superlavoro da fare per i due allenatori, visto che al 25' del secondo tempo esauriscono già le sostituzioni: De Canio è costretto a stravolgere la difesa centrale per infortunio (fuori Ferrario e Fabiano, dentro Gustavo e Giuliatto), Iachini si affida a Baiocco e Budel in mezzo, sostituendo Cordova e Vass. Anche perché, nel frattempo, il Lecce aveva ribaltato incredibilmente il risultato e il tecnico degli ospiti aveva bisogno di uno scossone.


IL BALLO DEI DEBUTTANTI — Martinez, decisamente più veloce di Zambelli, continua a non ricevere assistenza da Vass e Di Michele resta indiavolato. Tutte dalla sinistra, infatti, le occasioni decisive del match: un cross pesca Giacomazzi solo in area, l'uruguayano serve ad Ofere (esordio dal 1' per lui in serie A) la palla del pari; Mesbah salta Martinez e va giù in area, il difensore bresciano prende il pallone, ma Peruzzo assegna il rigore che Di Michele calcia sulla traversa; sempre Di Michele, solo un minuto dopo, conclude al volo proprio alle spalle di Martinez e trova l'insperato 2 a 1. Il Brescia, che aveva disputato un ottimo primo tempo, si trova inaspettatamente sotto ad inizio ripresa: la squadra di Iachini, comunque, reagisce, ma Caracciolo è prima anticipato da Giuliatto a porta vuota, poi la mette da pochi passi ma su assist di Zebina arrivato con pallone già scivolato sul fondo. L'ex bianconero finisce addirittura ala per sfruttare le sue doti atletiche e di sfondamento, ma la difesa giallorossa regge anche l'urto della "pantera".

Sergio Stanco

Fonte: gazzetta
24/10/2010 23:39
 
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La Samp imbriglia l'Inter
E la spaventa anche: 1-1

Ai nerazzurri non bastano sprazzi di bel gioco e il miglior Coutinho della stagione: dopo un primo tempo al piccolo trotto, sono i blucerchiati ad andare in gol per primi con Guberti su assist di Cassano. Poi la reazione e il pari di Eto'o innescato dal giovane talento brasiliano, ma niente di più e anzi qualche brivido. La Lazio in vetta si allontana: -4

MILANO, 24 ottobre 2010 - Nemmeno le manette di Mourinho fermerebbero questo Eto’o. Ma gli occhiali di Benitez, unico oggetto di cui il "Normal One" dice di avere bisogno, non bastano per svegliare l’Inter. Ci vuole un gol di Guberti, e la prospettiva concreta di perdere la seconda gara in campionato e la lunghissima imbattibilità interna per sollevare dal torpore i pluricampioni. Un’Inter spenta, lenta, illuminata solo da qualche sprazzo di volontà di Coutinho va sotto con la Samp, ma si salva grazie all’ennesima zampata del suo Re Leone. Una Samp quadrata e disciplinata se ne va con un punto tutto sommato meritato e la Lazio se ne va a -4 in classifica. E’ presto, ma Benitez stia attento a non normalizzare troppo la sua creatura. Troppa normalità porta alla noia e a "dormite".


I GOL — Il quarto è Guberti: fino al 17 della ripresa di Inter-Samp solo tre giocatori erano riusciti a bucare Julio Cesar in campionato. L’esterno doriano si aggiunge a Floro Flores, Ilicic e Vucinic con una sforbiciata al volo su cross di Cassano. E’ un gol contestato, perché Chivu perde palla sulla fascia su un contrasto del numero 99 e reclama un fallo. Non è però il gol che mette fine all’imbattibilità interna dell’Inter, perché bisogna fare i conti con Eto’o: quando la squadra si lancia all’arrembaggio è lui, puntualissimo, a trasformare al volo sul primo palo il cross di Coutinho. Gol numero 15 in stagione: e siamo a ottobre.

IL LANCIO DI COUTINHO — Cinque di fila: per la quinta volta consecutiva Benitez sceglie di lanciare, sulle fasce, i giovani Biabiany e Coutinho. Stavolta la decisione non è più nemmeno frutto dell’emergenza, visto che Pandev è abile, ma seduto in panchina. Diciamoci la verità, nemmeno le mamme di Jonathan e Philippe speravano in un impegno così frequente dei loro pargoli, in questo inizio di stagione. I due non vanno a segno nemmeno stasera, ma il brasiliano in particolar modo lancia messaggi chiari sulla sua crescita. Più dribbling, anche in area, più fiducia, più coinvolgimento da parte dei compagni: ok, sbaglia qualche appoggio, ritarda qualche tiro, si fa stoppare da Curci, ma è lui, il più piccolino, il più pericoloso. Tanto che dal suo cross arriva il gol dell’1-1. E se Biabiany esce "bocciato", gli applausi che accolgono l'uscita del brasiliano a 3’ dalla fine confermano che il lancio di Philippe è da considerarsi riuscito.


INTER A RITMI BASSI — A Biabiany subentra Pandev, ma il macedone non cambierà marcia all’Inter, che viaggia a giri troppo bassi: manovra prevedibile, accelerazioni rare e mai decisive. In troppi paiono attenersi al compitino nella certezza che ci penserà Eto’o. E’ vero, Samuel ci mette una pezza anche stavolta, ma da Sneijder in giù sono tanti a dover ritrovare la giusta forma "mentale". Non è il caso di Lucio: il brasiliano è in una di quelle serate in cui è convinto, a ragione, di poterle prendere tutte (non importa come), tanto che si trova a anticipare persino Samuel. Scivola, salta, porta palla, va al tiro (10’, parato) e si rende pericoloso al cross (18’) e al tiro (83’). E’ invece il caso di Maicon, che pure va vicinissimo al gol, sullo 0-0: salva Zauri sulla linea.

LAMPO CASSANO — Sarà la pioggerellina, sarà il primo freddo, ma Cassano a San Siro non pare essere bruciato dal sacro fuoco di trovare la rete numero 100 con le squadre italiane. Il talento, però, non si può lasciare a casa, per cui Fantantonio comunque inventa già nel primo tempo un paio di giocate che creano pericoli a Julio Cesar: il più grosso al 32’, quando Guberti fa la sponda sul suo cross e Pazzini devia in acrobazia, trovando Julio Cesar. Nella ripresa, poi, il lampo che deciderà la gara e che farà uscire i tifosi interisti dallo stadio con qualche rimpianto in più per quello che poteva essere e non è stato, sul mercato.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
25/10/2010 23:36
 
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Milan vittoria e 2° posto
Ma il Napoli è da applausi

Spettacolare 1-2 con Oddo (entrato per Antonini) che serve due assist a Robinho e Ibra. Pazienza espulso a fine primo tempo, ma una magia di Lavezzi tiene in bilico il risultato. La squadra di Allegri è seconda a due punti dalla Lazio

NAPOLI, 25 ottobre 2010 - Quando Lavezzi segna il gol che ridà speranza al Napoli, tutto il San Paolo sogna l'impresa di un anno fa, quando in vantaggio per 2-0 al 90', i rossoneri si fecero raggiungere da Cigarini e Denis. L'impresa questa volta non riesce, ma in dieci per l'intera ripresa, gli azzurri sfiorano un'altra clamorosa rimonta, contro un Milan che potrebbe mettere una pietra sopra la partita, ma che deve difenderla con le unghie e i denti fino al 95' i gol di Robinho e Ibra su due assist di Oddo subentrato ad Antonini dopo pochi minuti.

GRANDI ASSENZE — Mazzarri, privo dello squalificato Cannavaro, schiera Grava con Aronica in difesa. Pesa l'assenza del capitano, ma sono macigni quelli del Milan. Allegri in emergenza, davanti ad Abbiati dà spazio a Sokratis e Bonera. A centrocampo gioca la carta Boateng alla sinistra di Pirlo e lancia Robinho alle spalle di Ibra e Pato. La scelta del ghanese non è casuale. Con Gattuso è la diga ideale per frenare il Napoli che punta a sfruttare la velocità del suo tridente.


GRANDE ROBINHO — E' il solito Napoli molto corto, ma che concede troppo campo al Milan che pressa e comanda il gioco con personalòità. Gli azzurri subiscono e vengono schiacciati nella loro trequarti senza mai riuscire a vedere la porta difesa da Abbiati. I rossoneri sfruttano bene le fasce, ma è proprio sulla sinistra che perdono Antonini dopo uno scontro aereo violento con Maggio. L'esterno milanista cede subito il posto a Oddo che va a occupare il posto di Bonera. Maggio invece lascerà a Yebda solo al 24', centoventi secondi dopo il vantaggio rossonero. A innescarlo è Robinho, bravo a lanciare Oddo, abile a sua volta a restituire poco dentro l'area: il colpo da biliardo del brasiliano è imparabile e si infila alla destra di De Sanctis. La rete rossonera ha il potere di scuotere gli azzurri che cambiano atteggiamento e attaccano con convinzione.

GRANDE REAZIONE — La difesa del Milan prova ad arginare. Lavezzi e Cavani ci provano, ma gli errori più grossolani li commettono Yebda, che spreca una palla d'oro dal limite dell'area piccola, e Pazienza, ammonito due volte da Rizzoli per fallo di mano; gesti che gli costano al 46' il cartellino rosso, ma che non impedisce al Napoli, in inferiorità numerica di sfiorare il pareggio con un bellissimo colpo di testa di Lavezzi che Abbiati devia miracolosamente oltre la traversa. Occasione stratosferica ancora una volta concessa con troppa superficialità dai rossoneri che pressati vanno in sofferenza.


LAVEZZI SUPER — E' sorprendente l'intensità con cui il Napoli cerca il gol al pronti e via della ripresa. Al 3' Gargano serve Lavezzi che dal limite dell'area piccola sfiora l'incrocio dei pali. L'argentino è incontenibile ed è su di lui che converge tutto il gioco degli azzurri. Il Milan cerca di limitare i danni con il possesso palla e le ripartenze, sfruttando la difesa alta degli azzurri. Gattuso, che aggredisce l'uomo, e Robinho - numeri d'alta scuola, ma anche senso della posizione e sacrificio - rilanciano l'azione, ma Pato proprio non è in serata. Lo è molto di più il Napoli che manca ancora il pareggio. Questa volta con Hamisk che, imbeccato ancora da Gargano, al 16' obbliga Abbiati a una nuova impresa.

IL POCHO INVENTA — Il Milan però non sta a guardare e in due contropiede manca il 2-0. Prima con Ibra che carica debolmente il diagonale, poi con Pato che va a sbattere su De Sanctis dopo un'impetuosa cavalcata di Ibrahimovic. E' evidente quanto stia stretto il risultato al Napoli. Così Mazzarri lancia Sosa per Hamsik in debito di ossigeno. Ma l'uomo in meno è una concessione esagerata per una squadra come il MIlan che raddoppia. Oddo, grande rientro, inventa il suo secondo assist della serata. Questa volta per Ibra che infila di testa. Ma ve lo immaginate un Napoli che alza bandiera bianca? Poi con un assatanato come Lavezzi che è pronto a immolarsi tutto è possibile. Il suo gol lo cerca infatti con impeto e classe. Pur accerchiato e marcato, riesce da terra, nell'area piccola, a inventare al 33' una sorta di cucchiaio che si infila sotto la traversa. Pur con Seedorf a dare manforte (fuori Ibra), si dilata ancora una volta l'incapacità del Milan a gestire partita e risultato, ma alla fine contano i tre punti.

Gaetano De Stefano
Fonte: gazzetta
27/10/2010 13:40
 
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SERIE A 2010/2011 8ª Giornata (8ª Andata)

Anticipo del 23/10/2010
Fiorentina - Bari 2-1
Incontri del 24/10/2010
Parma - Roma 0-0
Bologna - Juventus 0-0
Chievo - Cesena 2-1
Genoa - Catania 1-0
Lazio - Cagliari 2-1
Lecce - Brescia 2-1
Inter - Sampdoria 1-1
Posticipo del 25/10/2010
Napoli - Milan 1-2

Classifica
1) Lazio punti 19;
2) Milan punti 17;
3) Inter punti 15;
4) Chievo punti 13;
5) Juventus e Napoli punti 12;
7) Genoa, Lecce, Palermo e Sampdoria punti 11;
11) Udinese punti 10;
12) Brescia e Catania e Roma punti 9;
15) Bari, Bologna, Cesena e Fiorentina punti 8;
19) Cagliari e Parma punti 7.
29/10/2010 23:50
 
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Muntari rilancia l'Inter
Tre punti d'oro col Genoa

A Marassi decide un tiro del ghanese, Eduardo sbaglia e regala ai nerazzurri i tre punti del -1 dalla Lazio. Preoccupano gli infortuni di Cambiasso e Julio Cesar in chiave Champions League. Si rivede Santon dal 1', Coutinho ed Eto'o in ombra. Per Milito solo panchina

GENOVA, 29 ottobre 2010 - Fortuna o destino? L'Inter passa 1-0 a Marassi contro un buon Genoa, ma il merito stavolta non è di Eto'o o di Coutinho. Segna Muntari, risultato quasi logico d'una sequenza di episodi non proprio casuali: prima l'infortunio di Cambiasso al 19', poi quello di Eduardo (leggi papera) al 48' sul tiro del ghanese, subentrato guarda caso all'argentino. Chiuso il triangolo, i nerazzurri conquistano i tre punti e si riportano a -1 dalla Lazio, in attesa che si completi la 9ª giornata spezzatino. Certo che qui l'anno scorso Mou e i suoi ne fecero cinque, ma non ditelo a Benitez, vi risponderebbe: "A gennaio l'Inter era a +12, poi ha rischiato di perdere lo scudetto".


I PIU' DELL'INTER — Non era una gara semplice, va detto. Nonostante le molte assenze (Rudolf, Palacio, Palladino, Sculli, Jankovic e Kharja out) Gasperini non rinuncia al 4-3-3 e schiera Rafinha e Mesto a supporto di Toni. Gara numero 200 in serie A per l'ex attaccante di Roma, Bayern e Fiorentina, uno stimolo vero a giudicare dal duello gagliardo intavolato con Lucio. In difesa, l'Inter ritrova Santon dal 1' schierato a sinistra con la licenza di offendere: a parte un calcione involontario a Chico, l'ex pupillo di Mourinho fa buona guardia mostrando personalità dalla metà campo in su. Bene anche Biabiany sull'altra corsia, più intraprendente rispetto alle ultime uscite. E poi Muntari, che porta in dote il primo gol stagionale di un centrocampista. Per non dire Samuel, insuperabile.


...E I MENO — Nella serata in cui torna Milito (in panchina), si blocca Eto'o: incredibile l'errore del camerunese alla mezz'ora sul passaggio filtrante dello stesso Muntari, un rigore calciato malamente fuori. Non brilla nemmeno Sneijder, a riprova che il rinnovo contrattuale non era un problema (o "il" problema). Ma soprattutto non si vede Coutinho, il mattatore del match contro la Sampdoria. Il brasiliano parte largo a sinistra e lì resta, un po' dimenticato dai compagni e un po' timido, tanto che alla fine le cose migliori le fa in copertura. Senza le sue ripartenze, l'Inter prova a sfondare centralmente ma il Genoa si chiude bene. E riparte, spesso con palla su Toni che nell'uno contro uno ha quasi sempre la meglio su Lucio. Un minuto prima dell'erroraccio di Eto'o, l'attaccante rossoblù se n'era andato di forza prima di vedersi la porta sbarrata da un grande intervento di Samuel. L'altra occasione d'oro del Genoa capita sui piedi di Rossi, ma al 41' il centrocampista tutto cuore manca di lucidità al momento del tiro.

Claudio Lenzi

Fonte: gazzetta
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