Chievo, tre punti d'oro
Il Bari si fa male da solo
Al San Nicola i veneti passano per 2-1: vantaggio di Pellissier, pari di Ghezzal su rigore e gol decisivo di Moscardelli. Pesano gli errori dei pugliesi, che per lunghi tratti giocano meglio
BARI, 20 marzo 2011 - Ci voleva il Bari per far ritornare il sorriso al Chievo. Dopo sei gare senza vittorie, la squadra di Pioli (espulso nel finale per proteste), conquista tre punti importanti in chiave salvezza, staccando le sconfitte Catania e Samp. Il Bari gioca meglio nel primo tempo, ma sbaglia diverse occasioni e regala due gol con errori non tollerabili (il primo confezionato da Rossi e Codrea; il secondo da Almiron e lo stesso Codrea). Inutile il momentaneo pareggio di Ghezzal su calcio di rigore. A questo punto per la salvezza ci vorrebbe solo un miracolo.
PIOLI SCEGLIE CONSTANT — Rispetto agli undici annunciati, l 'unica variante, nel Chievo, è la presenza di Constant in mezzo al campo con Marcolini in panchina. Davanti confermata la coppia Pellissier-Moscardelli. Bari molto offensivo, con il tridente Huseklepp-Ghezzal-Rudolf, supportati dagli inseriementi di Almiron e Bentivoglio.
PARTENZA SPRINT — A dispetto della situazione non proprio felice delle due squadre, ne viene fuori un match divertente. I pugliesi partono meglio. Almiron è l'uomo del cambio di passo in mediana, e dopo nemmeno 20 minuti fa ammonire due avversari (Guana e Fernandes) costretti ad atterrarlo. L'argentino crea anche la prima-gol dell'incontro, con un colpo di testa debole, ma ben angolato su cui vola Sorrentino. Poi è Bentivoglio ad avere la palla buona su un lancio preciso di Codrea, ma il suo sinistro in allungo termina alto. Ci prova anche Belmonte, con un destro improvviso da 40 metri, di poco a lato.
BOTTA E RISPOSTA — In avvio si vede solo il Bari, a cui però manca concretezza. Rudolf e Huseklepp hanno buoni spunti, ma manca la zampata nei metri finali. Concetto ben esemplificato dal norvegese al 38', quando mette a sedere in area Mandelli e poi si fa ipnotizzare da Sorrentino. Manco a dirlo, sul ribaltamento di fronte passa il Chievo con Pellissier, che nell'occasione tocca uno dei suoi primi palloni: rimpalli in serie al limite, dormita generale dei pugliesi (in primis Rossi e Codrea) e per l'attaccante è un gioco da ragazzi battere un Gillet in uscita disperata e trovare il decimo gol stagionale. La squadra di Mutti reagisce subito e due minuti dopo trova il pari. Con Ghezzal, su rigore, dopo il fallo di Fernandes (che, già ammonito, viene graziato da Gervasoni) su Bentivoglio. Poi il Bari fallisce un comodo contropiede e si va al riposo sull'1-1.
MOSCARDELLI DECISIVO — Si riparte e dopo nemmeno cinque minuti il Bari confeziona il secondo, decisivo, regalo di giornata: passaggio dissennato di Almiron per Codrea, che sbaglia lo stop, e dà il via libera al raddoppio di Moscardelli, bravo a superare Gillet con un "cucchiaio" preciso. L'episodio taglia le gambe ai pugliesi. Mutti prova a cambiare tutto (dentro Okaka, Alvarez e Castillo per Huseklepp, Rudolf e Codrea), ma i risultati non cambiano. E col passare dei minuti viene meno anche la buona volontà. Nelle tribune non basta la sconfitta del Lecce per far felici i tifosi, che mettono in scena una "pañolada" in stile iberico per contenstare la società. Il Chievo nel finale sfiora anche il raddoppio con Uribe e Constant, ma finisce così.
Emiliano Pozzoni
Fonte:
gazzetta