Ribaltone Cambiasso
L'Inter rimonta e ci crede
A Catania va sotto per un gol di Gomez, gioca male per oltre un'ora, poi ribalta tutto in cinque minuti: decisivo con una doppietta l'argentino, servito prima da un filtrante di Stankovic, poi da un cross d'esterno di Maicon. Meno undici dal Milan con due partite in meno
MILANO, 9 gennaio 2010 - Quando l'Inter si trova sotto 1-0 col Catania, Leonardo trova l'arma giusta per motivare i suoi nuovi giocatori. A chiunque passi dalla sua zona comunica il risultato di San Siro: a quel punto l'Udinese è in vantaggio 3-1 sul Milan. Forse è un caso, ma la notizia ha un effetto dirompente: l'Inter ribalta in cinque minuti (otto dal vantaggio di Gomez) la partita di Catania, giocata fino a quel punto maluccio. Cambiasso è il killer, Stankovic e Maicon gli armano piede e testa, Giampaolo che già pregustava la vittoria è sconsolato. Due a uno per l'Inter, due vittorie in tre giorni per il nuovo allenatore nerazzurro, altri due gol da un centrocampista. La sconfitta è immeritata per i siciliani, ma la rincorsa dell'Inter dopo vittorie come questa risulta più credibile, più possibile.
RIBALTONE — Dopo un primo tempo da pisolino post pranzo, con le due squadre che non impegnano mai i portieri avversari, la ripresa parte con un altro ritmo: è comunque il Catania a far vedere le cose migliori, con Maxi Lopez che ripetutamente testa i riflessi di Castellazzi. Il portiere supera l'esame fino al 26' della ripresa, quando proprio il biondo argentino ricicla una palla in area e la trasforma in un tiro che supera il portiere, ma non Stankovic, che respinge sula linea. la palla però finisce sui piedi di Alejandro "Papu" Gomez, che la scaraventa in porta. Il gol sembra l'attesa mazzata per un'Inter che soffre i siciliani, invece funziona da sveglia. Al resto ci pensa Cambiasso, autore di una doppietta, ma anche del suo terzo gol nelle due partite di Leonardo. Tutto in cinque minuti: al 29' Stankovic lo pesca bene con un filtrante, lui controlla e di destro batte Andujar, poi al 35' uno splendido cross di esterno destro di Maicon lo trova puntuale alla deviazione di testa sul secondo palo. Due a uno, gara ribaltata.
CENTROCAMPISTI IN GOL — La "seconda" di Leonardo parte con la stessa idea di base del debutto (4-3-1-2, con Stankovic dietro alle due punte) e un Eto'o in più nel motore. Samuel gioca spesso largo sulla sinistra, con Milito lasciato solo in mezzo all'area. Sull'altra fascia scende con costanza Maicon: la gestione Leo ha rispolverato la collaborazione in fascia fra Zanetti e il brasiliano, con il capitano nerazzurro che copre le discese di Maicon, come succedeva l'anno scorso. A centrocampo stavolta non sembrano funzionare troppo gli inserimenti di Stankovic e Thiago Motta, anche per la presenza di Carboni davanti alla difesa. Per oltre un’ora la squadra non costruisce praticamente nulla, poi i due lampi di Cambiasso,e un paio di conclusioni di Milito, dimostrano che l'Inter sa ancora offendere. Prima dei gol Leonardo prova a inserire Pandev e riproporre una sorta di 4-2-3-1: va meglio davanti, anche perché Milito trova qualcuno di più vicino con cui dialogare. La doppietta di Cambiasso, poi, porta a cinque i gol dei centrocampisti nelle due partite col nuovo allenatore: con Benitez per mesi si era atteso, invano, un gol da centrocampo. Segnali positivi, come i tre punti raccolti in una gara giocata solo così così.
RIMPIANTI CATANIA — L'altra faccia delle medaglia è il Massimino ammutolito: il Catania non meritava di perdere, dopo il gol di Gomez assaporava la vittoria, prima aveva contenuto con puntualità gli avversari, peccando solo in fase conclusiva. Maxi Lopez è stato tanto bravo a costruirsi i tiri quanto preciso nel centrare il portiere, i centrocampisti avevano troppa fretta di concludere. Fino all'uno-due di Cambiasso la difesa era da applausi: bene Alvarez a contenere Eto'o, puntuali Silvestre (salvo che sull'1-1) e Bellusci. Alejandro Gomez veniva premiato col gol per una grande prestazione nelle due fasi, con ripiegamenti e ripartenze in dribbling. Zero punti, tanti rimpianti, e l'impressione di aver incontrato l'Inter nel momento sbagliato.
Valerio Clari
Fonte:
gazzetta