E' il Genoa di Marco Rossi
Catania battuto col cuore
A Marassi partita combattuta a molto tattica, risolta da un colpo del capitano dei rossobiù privi di cinque titolari. Buona la prestazione della squadra di Giampaolo che cede al 68'
GENOVA, 24 ottobre 2010 - Il cuore del Genoa alla fine ha la meglio sul Catania. E' quello che batte nel cuore di Marco Rossi, uno che non molla mai e risolve la partita con un tocco ravvicinato al 68'. E' il sacrificio tattico di Toni e la volontà di non concedere nulla ai ragazzi di Giampaolo che propongono ancora una volta buon calcio, a cui manca però la cattiveria per chiudere il match già nel primo tempo.
ORGANIZZAZIONE SICILIANA — Senza cinque titolari di peso e con Palladino che non fa nemmeno in tempo a godersi il riento dopo il lungo infortunio (fuori al 23' per Mesto), Gasperini gioca la carta dell'esperienza con l'inserimento di Milanetto e Rossi a centrocampo. Sa bene che contro il Catania serve la ragione e il cuore, perché le squadre allenate da Giampaolo sono le più difficili da affrontare. Appare evidente, infatti, il tipo di partita studiato a tavolino dai siciliani: grande organizzazione difensiva, con il rientro di Mascara e Gomez a chiudere gli spazi, e veloci contropiede a caccia dei piedi buoni di Maxi Lopez e dell'esordiente Martinho.
GENOA SOTTOTONO — I rossoazzurri alla fine del primo tempo mettono a referto almeno tre occasioni, su tutte quella capitata a Gomez, che Eduardo non trattiene, e il rasoterra di Silvestre a fil di palo. Fuori casa, e non la prima volta, il Catania riesce a dare il meglio di sé, ma senza mai erigere barricate secondo il pensiero di Giampaolo. E il Genoa soffre a dismisura, bloccato sulle fasce, ma anche sulle vie centrali dove manca di peso. Gasperini riesce però a far guadagnare metri alla squadra e solo al 31' i rossoblù riescono e mettere in piedi un'azione degna di nota, partita da un'invenzione di Toni e rovinata con un tiraccio da Milanetto.
PRESSING E DIFESA — Il Genoa dell'inizio della ripresa è quello più amato da Gasperini: pressing feroce e gioco sulle fasce, anche se mancano le proiezioni di Veloso e Palacio. Già dopo trenta secondi Toni sbaglia l'impatto di testa con la palla sprecando una grande occasione davanti ad Andujar. Il Catania, che non è fesso, accetta la sfida e oppone la stessa grinta per non farsi schiacciare nella sua trequarti. Placata l'ira genoana, il Catania torna a spingere e a fallire al 14' il gol con Martinho. Il ragazzino brasiliano (classe '88), servito da Maxi Liopez, cicca clamorosamente al limite dell'area piccola. Gasperini prova a scuotere la squadra togliendo il volenteroso Rudolf per Destro; mossa a cui Giampaolo replica con una doppia sosituzione: fuori Maxi Lopez e Martinho, dentro Antenucci e Carboni.
CI PENSA MARCO ROSSI — La tattica va a farsi benedire ben presto, perché al 23' il Genoa passa. L'assist perfetto è di Rafinha; Marco Rossi, che aveva seguito tutta l'azione, irrompe nell'area piccola e infila con una girata sotto la traversa. Giampaolo corre subito ai ripari togliendo Izco per Ricchiuti. Parola d'ordine: attaccare, spingere, pressare. Il Genoa risponde con l'organizzazione e il carattere. Criscito non sbaglia nulla; Ranocchia (alle prese con i crampi) e Dainelli chiudono tutte le porte. Al 39' sale in cattedra Eduardo che si immola su Ricchiuti, pochi secondi prima dell'ingresso di Kaladze per Milanetto: una prodezza che vale tre punti.
Gaetano De Stefano
Fonte:
gazzetta