La Juve frana a Cagliari
E l'Inter si allontana
I bianconeri perdono 2-0 al Sant'Elia: decidono i gol, uno per tempo, di Nenè e Matri. Primo tempo sottotono per la squadra di errara, più tonica e orgogliosa nella ripresa, ma sempre poco convincente sul piano della manovra e della pericolosità offensiva. Bianconeri a -8 dalla capolista prima dello scontro diretto
CAGLIARI, 29 novembre 2009 - La Juventus frana a Cagliari, contro la rivelazione del campionato, ben orchestrata da Allegri. Se i prossimi 10 giorni, da oggi, dovevano essere decisivi per la stagione bianconera, allora le cose partono e si mettono male per la squadra di Ferrara. Che perde 2-0, trafitta da un gol per tempo di Nenè e Matri, e si fa staccare di altri tre punti dall'Inter. Ora è distante 8 punti dalla capolista. Lo scontro diretto di sabato prossimo si ridimensiona, come importanza assoluta in chiave scudetto. E sa di ultimo treno: la Juve dovrà vincere per forza se vuole giocarsi il tricolore. Poi martedì 8 dicembre ci sarà il Bayern, crocevia di Champions. Servirà una Juve diversa rispetto a quella di oggi: sonnolenta nel primo tempo, orgogliosa nella ripresa, ma mai convincente sul piano del gioco. Il Cagliari sale in zona Europa: 5 vittorie nelle ultime 6 uscite.
IL CAGLIARI GIOCA BENE, NENÉ SEGNA — Il primo tempo è tutto della squadra di casa. Ben messa in campo da Allegri, che schiera ben quattro giocatori offensivi: Lazzari e Cossu in mezzo, dietro alle punte Jeda e Nenè, per nulla intimorito dal nome dell'avversario. I rossoblù sono ordinati e armonici. Sfiorano il vantaggio su punizione violenta di Conti, rimedia Buffon. Che non può però nulla su un bolide di destro di Nenè, che alla mezz'ora rompe l'equilibrio con un super gol da fuori area. È il sesto centro in campionato del centravanti brasiliano, una bella scoperta di mercato per Cellino. E la Juve? Assomiglia sinistramente a quella del primo tempo di Bordeaux. Timorosa, imprecisa, soprattuto incapace di produrre pericoli. E di cambiare ritmo e passo. Chi si aspettava una squadra rabbiosa dopo la batosta di Champions e le critiche di Ferrara resta deluso. L'unico che sembra tonico è Sissoko, ma aspettarsi che il maliano salvi la baracca è forse esagerato. Amauri è troppo solo là davanti, e non incide, Diego non fa la differenza, Del Piero è seduto in panchina, come Giovinco. Per capirci: la Juve è magari solida, ma non ha lo straccio di un'idea offensiva. E sulle fasce non c'è spinta: Molinaro fa rimpiangere l'acciaccato Grosso. Nel primo tempo Marchetti, il vice Buffon, impegnato nella sfida diretta tra i portieri della Nazionale, non vede dunque arrivare un pallone dalle sue parti. All'intervallo è 1-0 Cagliari, risultato che entusiasma il Sant'Elia, che fa festa.
ANIMA JUVE — Che nella ripresa è più grintosa, affamata. Con un'anima, appunto. Magari quella di Chiellini, in campo pur sanguinante dal naso, con un tampone vistoso. Amauri segna colpendo in qualche modo a centroarea su cross di Caceres, ma la rete non è convalidata: fuorigioco del brasiliano. Poi il Cagliari chiede invano un rigore: protesta per un mani in area di Caceres, considerato involontario dall'arbitro. La Juve è confusionaria, arruffona, ma adesso spinge forte. E costringe il Cagliari nella propria metà campo.
MOSSE SULLA SCACCHIERA — Al 16' arriva il momento di Del Piero, che sostituisce Marchisio e va a spalleggiare Amauri. Allegri invece richiama l'esausto Nenè e inserisce Matri. E poi si copre, sostituendo uno scatenato Cossu, imprendibile, con il più difensivo Parola.
OCCASIONI JUVE — Non tante, ma ci sono. Create dalla foga, e dal predominio territoriale bianconero, nel finale esasperato. Spinta di Pisano in area su Amauri: rigore non assegnato. Il brasiliano viene ammonito per proteste. Poi c'è una parata di Marchetti, sempre molto sveglio, sulla punizione tagliata di Del Piero da sinistra.
MATRI, PUGNO DA K.O. — L'attaccante in contropiede salta Cannavaro e trafigge Buffon per il 2-0. Sbattendo la porta in faccia alla Vecchia Signora. Oggi apparsa davvero vecchia. Da far paura ai suoi tifosi.
Riccardo Pratesi
Fonte:
gazzetta