Rugby: Huxley `placca` il cancro, come Armstrong
Julian Huxley ha ventotto anni e un presente da sopravvissuto. Il passato parla di rugby, di una passione capace di travolgerti e portarti sull`altare sportivo se sei nato in Australia. Parla di fama e successo, di ovazioni in serie e prospettive allettanti. Parla di un cancro, di una diagnosi che lasciava poche speranze e che invece si e` piegata alla sua voglia di vivere e a un fisico poderoso. Operato per rimuovere le masse tumorali che gli comprimevano il cervello, Huxley e` di nuovo a bordo campo, con la smania di riprendersi quel passato e vivere il futuro che la fortuna gli aveva promesso.
Perche` non sarebbe il primo, perche` qualcun altro ci e` riuscito. Lo stesso trequarti dei Wallabies guarda a Lance Armstrong come punto di partenza e d`arrivo di un viaggio difficile, che non sara` certo una passeggiata. ` Non decidero` domani - spiega dalle colonne di `The Australian` - , ho tempo per capire se e` il caso di tornare a giocare. Ma persone come l`americano hanno dimostrato che tutto e` possibile, a patto di crederci fino in fondo `. Ci provera`, restano pochi dubbi. Magari fissando una foto del cannibale texano, capace di vincere la corsa piu` dura di tutte e fare un sol boccone dei colleghi, quando bastava solo pedalare per trionfare. Guardera` quegli occhi e le immagini di quei trofei, perche` per convincere se stesso non c`e` niente di piu` travolgente della prospettiva di ripetere il miracolo.
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