Sei Nazioni/ L'Italia si arrende con onore all'Inghilterra: 19-23. Una meta azzurra
Un'Italia bella a metà che sfiora l'impresa contro i maestri inglesi. Disunita, distratta e inefficace nel primo tempo, agguerrita, compatta e a tratti irresistibile nella ripresa. Un'altra sconfitta onorevole per gli azzurri, che mai nella storia erano stati così vicini nel battere l'Inghilterra, messa sotto per tutti i 40 minuti del secondo tempo dalla formazione di Mallett, che non vendica Dublino ma dimostra di poter competere in questo Sei Nazioni ancora indecifrabile. La 'prima' al Flaminio va male solo per il risultato finale (19-23), non per la qualità del gioco offerto dall'Italrugby, che regala letteralmente le due mete britanniche ma resta sempre a galla con le punizioni di Bortolussi (5/5) e trova nel finale la meta di Picone che, se arrivata qualche minuto prima, avrebbe potuto cambiare il verso dell'incontro.
Pomeriggio di sole, aria di festa, Flaminio tutto esaurito da giorni. I presupposti per un match di livello ci sono tutti, con una speranza in più per l'Italrugby: capitan Vickery, già in forse per un problema al polpaccio, deve arrendersi ad un mal di pancia che lo costringe alla tribuna. Un'assenza in più in un'Inghilterra già rimaneggiata e priva di uno dei suoi cardini, Tindall, mentre Mallett conferma il XV caduto con onore in Irlanda con l'aggiunta di Galon al posto dell'infortunato Canavosio. Nick Mallett aveva chiesto attenzione per tutti gli ottanta minuti, ma le due mete inglesi del primo tempo nascono da topiche incredibili degli azzurri.
I vice-campioni del mondo non avrebbero bisogno di regali e invece passano soli 3' ed ecco l'erroraccio italiano in touche che mette in moto la trequarti britannica, permettendo a Sackey di girare al largo e schiacciare senza particolari opposizioni. Wilkinson fa il suo in trasformazione e per Parisse e compagni l'inizio è tutto in salita. L'incognita Bertolussi sembra risolversi positivamente: se l'Italia accorcia è perché l'estremo del Montpellier infila due piazzati di fila (6' e 12'). Al 15' però la combina grossa: si fa brekkare nel momento del rinvio nei ventidue, regalando a Flood una meta facile facile che Wilkinson, da posizione assurda, trasforma. L'Italia non riesce mai ad avere superiorità numerica sulle fasce e si muove con il freno a mano tirato, i 'white lions' hanno prima della pausa altri punti dalle due punizioni siglate da Wilkinson (32' e 38'). Molto più grintosa l'Italia in avvio di ripresa, tosta nello scontro fisico in mischia e più propensa a soluzioni alla mano. Però gli inglesi, pur soffrendo, fanno blocco e, aiutati anche dall'arbitraggio dell'irlandese Rolland, sembrano cavarsela egregiamente.
Due punizioni di un Bortolussi implacabile al calcio (4' e 15') e coraggioso quando, al 20', decide di rischiare la touche invece di indicare i pali. Fotografia di un'Italia che spinge e ci crede, anche se Wilkinson è ancora preciso dalla piazzola prima di lasciare il posto a Cipriani. E il giusto premio alla perseveranza azzurra arriva al 36', in una meta fotocopia di quella di Flood: Cipriani sbaglia il rinvio, Picone stoppa e si invola riuscendo a schiacciare sotto i pali. Trasforma Bortolussi ma c'è troppo poco tempo per ribaltare uno score che avrebbe potuto essere arricchito di un'altra meta azzurra se Robertson, poco prima, non fosse stato placcato giusto in tempo. Il Flaminio applaude, l'Inghilterra rende merito: sabato 23 si va in Galles per vincere e per cominciare a lasciare una traccia visibile nel Torneo più antico del mondo.
canali.libero.it/affaritaliani/sport/rugby100208.htm