Coppa del Mondo - Lacrime azzurre
Della sconfitta contro la Scozia non rimangono solo le lacrime. L'Italia ha sfiorato il sogno, e se l'è visto sfuggire dalle mani, meglio dai piedi, da quel piazzato di Bortolussi morto a pochi centimetri dai pali scozzesi a quattro minuti dalla fine.
Alessandro Troncon insegna: "Giocare a rugby è così bello che nemmeno le sconfitte sono brutte". Nemmeno questa, persa per due punti e sei calci piazzati dell'infallibile, fenomenale, Paterson. La differenza l'ha fatta lui. Mentre l'Italia dovrà riflettere sui suoi errori, decisivi, nei calci, e porre rimedio all'inconsistenza nel gioco alla mano.
Lo farà senza Troncon: il capitano della notte azzurra più lunga saluta la Nazionale dopo aver collezionato la presenza numero 101.
Lo farà senza Pierre Berbizier. L'addio all'Italia, il ct francese lo aveva già annunciato tempo fa. Chiudere l'esperienza in azzurro con una qualificazione ai quarti di finale sarebbe stata una soddisfazione enorme, quanto inaspettata. L'Italia ci è andata vicina, ma le è mancata la maturità necessaria. Confusione e indisciplina sono i limiti da colmare. Questa l'eredità più importante che ci lascia il Mondiale.
Oltre al ricordo di un sogno accarezzato e, promesso, solo rimandato, alla gioia di esserci stati e di averci provato. E all'immagine di un campione, e del suo toccante addio.
Valentina Campus / Eurosport
Ragazzi siete stati bravissimi!!
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