"E' il Milan a non avere scelta"
Sabato il derby a San Siro: Crespo sposta la pressione sui "cugini", prenotando invece per l'Inter il traguardo finale. Assenti Recoba e Adriano, l'argentino si gioca una maglia con Cruz e Ibrahimovic
MILANO, 26 ottobre 2006 - Settimana di fuoco, atto secondo. Archiviata la pratica-Livorno con un sonoro 4-1, l'Inter si proietta in ottica derby, in programma sabato sera, per poi terminare il trittico martedì a Mosca contro lo Spartak, alle 18.30 ora italiana. L'aria di vigilia è frizzante, con Cruz e Ibrahimovic fra gli altri a segno ieri a San Siro. Ma con anche l'inconveniente Recoba da gestire: l'uruguaiano ha rimediato una contrattura al polpaccio sinistro e salterà i prossimi impegni. Vista la contemporanea indisponibilità di Adriano, in vacanza di lavoro in Brasile, l'Inter può far conto sui tre attaccanti rimanenti, gli argentini Cruz (ieri titolare) e Crespo (ieri subentrato al 34' s.t.), nonché sullo svedese Ibrahimovic (pure lui entrato a gara in corso, al 30' p.t. al posto dell'infortunato Recoba).
Inizia così una due-giorni di valzer fra le tre punte per l'assegnazione delle due maglie disponibili, anche se l'Inter ha già dimostrato di poter sopperire alla mancanza di Adriano e Recoba in più di un'occasione. E pure con buoni risultati, visto che la capolista è l'unica squadra ancora imbattuta del campionato, ha il secondo miglior attacco dietro al Palermo (16 contro 18) e nelle prime otto gare solo una volta non ha trovato il gol, nello 0-0 di domenica a Udine. Ma a San Siro l'Inter va in gol da 23 gare consecutive, a una media di oltre due reti e mezza a partita. A parlare, di questo ed altro, è Hernan Crespo, attuale capocannoniere nerazzurro (a quota 3, come Stankovic), che naturalmente parte dal derby.
CRESPO SUL DERBY L'argentino peraltro è uno specialista, avendoli giocati con entrambe le maglie. "Ed è stata sempre una bella sensazione, qualsiasi maglia vestissi. Le differenze tra Inter e Milan sono nel vivere la stagione: al Milan i successi degli ultimi venti anni permettono di vivere con maggiore tranquillità anche le situazioni più difficili; all'Inter, dove c'è invece ancora una grande fame di vittorie, c'è più pressione. Per questo quest'anno vogliamo assolutamente vincere lo scudetto, festeggiando così quello che abbiamo sul petto e scrivendo una pagina importante della storia nerazzurra". Crespo sposta poi la pressione sul Milan: "Noi abbiamo quella di vincere il titolo, quella del derby sarà invece tutta sui rossoneri perchè se perdono finiscono ancora più indietro in classifica. Loro sono quelli che non devono fare passi falsi in questa sfida, noi quelli che devono vincere lo scudetto. Ma alla fine". Scudetto per cui il Milan resta il principale avversario: "Quello più pericoloso, anche se è a -11". Per ora: "Spero che su questi benedetti sconti si decida al più presto, in un modo o nell'altro, anche azzerando completamente le penalizzazioni. Prima di maggio però... Almeno questa classifica prenderà una forma e si potrà finalmente iniziare a capirci qualcosa".
CRESPO SU ADRIANO "Credo che il ritorno di Adriano sarà solo qualcosa di guadagnato per l'Inter". Crespo difende il suo compagno di squadra e di reparto, partito per il Brasile senza sapere quanto tempo ci rimarrà. "Dire che non avere Adriano può essere un vantaggio mi sembra un p0' esagerato. Ha dimostrato di essere un grande calciatore sia nell'Inter che nelle altre squadre nelle quali ha giocato. Purtroppo sta passando un momento difficile, cosa che può capitare a tutti". Ma la difesa non finisce qui: "Non possiamo dimenticare che è sempre un ragazzo giovane e non è mai facile gestire certe situazioni, anche se ha dimostrato di essere fortissimo e di avere grandi numeri. Non esiste un manuale che spiega come essere una 'star' nel calcio, può darsi che una persona non sia preparata mentalmente per gestire certe situazioni. Non è una cosa scontata, non è scontato che tu sia abbastanza maturo per gestire certe situazioni perchè sei un fenomeno o hai dimostrato di essere un grandissimo o perchè guadagni tanto. Se la società ha deciso di dargli un permesso per tornare in Brasile è per farlo tornare l'Adriano migliore, credo che sia giusto così. Loro lo conoscono di più di quanto lo possa conoscere io".
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