Mancini fà l'ironico:"Non sò se Moratti l'abbia fatto seguire.Ma nel caso avrebbe forse avuto ragione".Il Patron:"Sarebbe stato meglio approfondire già due anni fà".
Col Bayern senza Vieira e Cambiasso.

[Modificato da .vieraldo. 26/09/2006 17.29]

Il difensore azzurro ha firmato un libro, in uscita tra pochi giorni, con le 249 frasi che avrebbe potuto dire al suo avversario francese per scatenare la celebre testata

MILANO, 8 ottobre 2006 - Dopo le canzoni, i rap, le pubblicità, i giochini elettronici, non poteva mancare un libro. Non proprio un "instant book", ma una di quelle operazioni editoriali con un buon lancio già assicurato. Stiamo parlando di "Che cosa ho veramente detto a Zidane", firmato, ovviamente, dal difensore azzurro Marco Materazzi. Lo pubblica a giorni Mondadori che intanto, a Francoforte, lo sta già vendendo a qualche editore straniero. "Come avrai capito, caro lettore, mi sono divertito - scrive Materazzi nella lettera introduttiva - a sviluppare il lato assurdo di questa faccenda".
Un libro naturalmente ironico, un gioco sulla testata più celebre del mondo, anzi da coppa del Mondo, il cui ricavato il calciatore devolve interamente all'Unicef. Un libro che oddisferà la curiosità di Chirac come di Fidel Castro, se il primo il 14 luglio in tv ha dichiarato: "Se un uomo come Zidane ha avuto una reazione di questo tipo, vuol dire che qualcosa è successo", e il secondo il 23 luglio, aggiunse: "Zidane deve essere stato pesantemente insultato per reagire così".
In un centinaio di pagine sono raccolte numerate ben 249 frasi che Materazzi avrebbe potuto dire al suo avversario francese, dalle più assurde sino, sostiene qualcuno, ma forse vuole solo spingere la vendita del libro (costo 10 euro), a quella vera. Insomma da «Ehi, ma dov'è esattamente lo "sterno?" a "Zinedine, che mi combini? Non avete ancora perso... e già ti sei strappato i capelli!", passando per "Adesso ti dico come va a finire Lost" o "Mi ha detto Simona Ventura di chiederti se vuoi fare la prossima edizione de L'isola dei famosi", sino a "Da quando è morto Foucault, la filosofia francese fa schifo", e così via. Più un'appendice che svela i celebri tatuaggi. Sulla copertina la ben nota foto di Zidane, che colpisce con forza lo sterno di Materazzi durante la finale mondiale, e in chiusura le sentenze della commissione disciplinare della Fifa sul caso.

9 ottobre 2006 - Roberto Mancini ha concesso alla squadra due giorni di riposo. Gli allenamenti riprenderanno domani con una seduta pomeridiana (ore 15) al centro sportivo "Angelo Moratti". Alla ripresa degli allenamenti, saranno ancora assenti i nazionali Materazzi, Maicon, Viera e Stankovic, attesi ad Appiano giovedì. Da valutare, invece, in ottica Catania, le condizioni di Olivier Dacourt.

MILANO - Due autografi d'autore per un appello che può e deve unire tutti: il riconoscimento della vista come diritto umano fondamentale. Gli autografi, per l'Inter, sono quelli di Ivan Ramiro Cordoba e Luis Figo raccolti, nei giorni scorsi, al centro sportivo "Angelo Moratti" di Appiano Gentile. Domani, in tutto il mondo, si celebra la Giornata della Vista per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della cecità prevenibile e curabile nei Paesi in via di sviluppo e la campagna "Sign up for sight-Una firma per la vista", che ha l'obiettivo di raccogliere 20 milioni di firme, viene lanciata ufficialmente da tanti protagonisti che hanno offerto la loro collaborazione, fra questi anche Pelè, testimonial di CBM nel mondo. A Milano, al Teatro Dal Verme, con inizio alle ore 21, sempre domani è in programma uno spettacolo che unirà divertimento (con alcuni protagonisti di Zelig) e riflessione oltre alla premiazione per la prima edizione di "Vision 2020", riconoscimento a un progetto e a una istituzione/fondazione che più si sono distinti nel campo del sociale e della lotta alla cecità.


(inter.it)

Altobelli, Serena e il tifoso nerazzurro Bertolino consigliano Mancini: "Deve puntare sul brasiliano, così tornerà ai suoi livelli. Recoba resti in coda"

MILANO, 12 ottobre 2006 - Recoba ha detto la sua: chiede di avere le stesse chance degli altri. Non ha fatto nomi, sullo sfondo però è facile intuire il più diretto termine di paragone: Adriano. Il brasiliano ha avuto molte opportunità durante il lungo letargo della scorsa stagione. Da qui una domanda: è giusto insistere su di lui in questo mese senza Crespo? O conviene virare su Cruz e Recoba, appunto, ormai ristabilitisi? Abbiamo coinvolto sul tema due campioni di ieri, Sandro Altobelli e Aldo Serena, più un tifoso doc, Enrico Bertolino, opinionista fisso della trasmissione domenicale di Italia 1, «Controcampo diritto di replica». Dunque, ormai è entrato... in famiglia.
SPILLO «Io vorrei intanto sottolineare l’onestà del Chino» è l’esordio di Altobelli. «Condivido il suo esemplare ragionamento: è arrivato il momento di capire se è da Inter. Ci sono altre squadre dove farebbe benissimo, pensate un attimo a cosa sarebbe Recoba per un Palermo, un Napoli. Stadi ricolmi di entusiasmo, la carica giusta per un sudamericano, tifoserie disposte a perdonare tre partite storte se poi arrivano i suoi numeri e i suoi gol strabilianti. Su Adriano insisterei perché ha comunque dimostrato qualità rare. Certo, se penso agli interisti di ieri forse chiamarlo Imperatore è esagerato: c’è gente che ha fatto di più per l’Inter e non è stata accompagnata da questa enfasi. E’ evidente però come Adriano sia in grado di fare cose straordinarie e quindi il problema è riportarlo su quei livelli. Bisogna chiedersi innanzitutto perché non si esprime più in quel modo e poi provvedere».
SERENA Anche Aldo Serena insisterebbe sul brasiliano. «Bisogna ricordarsi che Adriano, prima di sparire dalla scena, si era caricato sulle spalle tutta l’Inter. Recoba non può pretendere di essere trattato alla pari perché questa continuità lui non l’ha mai avuta. Dunque deve conquistarsi degli spazi e ha le qualità per riuscirci. L’Adriano di Cagliari mi è parso motivato e in netta ripresa atletica, dunque lo confermerei almeno contro il Catania. Se segna, si sblocca».
BERTOLINO Dulcis in fundo, Enrico Bertolino, che non dispensa battute, ma ragionamenti seri. «Premesso che ho una affezione particolare per Cruz, userei Julio in Champions dove serve regolarità. Per il resto mi pare che si debba ragionare anche in termini di utilità economica: è indubbio come Adriano sia un capitale importante per la società. Recoba mi è parso molto corretto nella sua richiesta di una fiducia più ampia, sappia però che anche noi tifosi siamo in paziente attesa di capire se in questa Inter può rivestire un ruolo importante. La sensazione personale è che schierato dietro le punte possa darci molto. Ho incontrato Adriano l’altra sera per un’iniziativa benefica e mi è parso dimagrito, in forma. Buon segno: aspettiamolo con fiducia».


(gazzetta.it)

MILANO - Nella sala più importante del giornalismo italiano, la sala "Montanelli" nella sede del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, in via Solferino a Milano, è stato presentato questa sera il libro "Classe Figo", in edicola con la Gazzetta dello Sport insieme alla maglietta speciale. Alla presenza del direttore responsabile Carlo Verdelli, il campione portoghese ha risposto alle domande di numerosissimi tifosi presenti e, al termine dell'incontro, ha autografato più di cento copie del volume.
"Volevo realizzare un libro diverso da tutti gli altri dove le immagini, più delle parole, raccontassero la mia storia e rendessero l'idea del calcio che amo. È vero, in carriera ho vinto tanto, ma credo che ogni uomo, e non solo ogni sportivo, non debba mai guardare a quello che ha fatto ma avere nuovi stimoli per raggiungere nuovi traguardi. Io ho sempre ragionato così, sin dall'inizio. Per me è importante allenarmi e lavorare tutti i giorni con serietà, ma il fine deve essere sempre la vittoria, altrimenti rimane il dubbio di aver perso tempo".


(inter.it)

Passa in vantaggio il Catania (Mascara al 16' p.t.), capovolge il risultato Stankovic con una doppietta (29' p.t. e 30' s.t.). Pantanelli para un rigore di Cruz, entrato al posto di uno spento Adriano

MILANO, 15 ottobre 2006 - L'Inter supera 2-1 il Catania e guadagna la vetta della classifica. Per i siciliani è il terzo k.o. esterno (guarda la sintesi). Fra i nerazzurri esordisce Maxwell dal 1', con Adriano e Ibrahimovic coppia d'attacco, il Catania si presenta a San Siro con un tridente (Colucci-Spinesi-Mascara) di nome e di fatto, nel senso che i siciliani mai rinunciano alla loro vocazione all'attaco. In difesa Vargas vince il ballottaggio con Lucenti, fuori naturalmente gli squalificati Biso e Stovini (nell'Inter è appiedato Vieira).
LA PARTITA - Ne nasce un primo tempo che sembra uscito dal Paese delle meraviglie. Succede il contrario di tutto quel che t'aspetti: pensi a un'Inter - unica squadra col Milan a non aver subito sconfitte - decisa a fare la partita, se non altro per archiviare il discorso e pensare poi allo Spartak di scena a San Siro mercoledì sera; se pensi a un gol lo prevedi nerazzurro; se devi scommettere sulla squadra più forte punti a occhi chiusi sulla banda Mancini. E invece non s'avvera nulla di tutto ciò, anzi succede il contrario.
Nel primo tempo è il Catania a far scorrere la partita sui suoi binari, è il Catania a passare per primo in vantaggio, è il Catania a sfruttare al meglio la sua capacità di possesso palla tenendo l'Inter sufficientemente alla larga di Pantanelli. In una parola, a far prevalere la sua organizzazione. Di fronte un'Inter che vorrebbe ma non riesce, che giochicchia ma non sfonda, che ci prova ma non insiste. Ribaltone generale nell'ultima mezz'ora di gara: l'Inter, fino a lì incerta e incompiuta, sbaglia un rigore, si sblocca, va in forcing e trova il raddoppio, facendo suoi i tre punti.
I GOL - Il primo tempo è scarso spettacolo ed emozioni, sorpresa dello splendido gol siciliano a parte: è il 16', Mascara (al terzo gol in 5 gare) stoppa di destro e sempre di destro lascia partire uno spiovente velenoso dalla distanza. Sole o distrazione, Julio Cesar è battuto, col pallone che si infila alle sue spalle, a fil di palo. Ma la partita non esce dai binari sui quali si è incanalata fin qui. L'Inter non riesce a cambiare passo, il Catania continua a proporsi in avanti senza rinunce, a costo di lasciare qualche spazio nelle retrovie. Finché l'Inter apre un occhio, si accorge di una disattenzione siciliana, e infila Stankovic lì dove la difesa catanese ha una smagliatura: al 29' il serbo di testa devia in gol un traversone di Figo. Un minuto più tardi Samuel tocca un pallone di mano in area, ma Mazzoleni non vede.
La ripresa per 15' vede in campo le fotocopie delle squadre che già hanno disputato il primo tempo (nell'Inter c'è Maicon al posto di Maxwell, ma la sostanza non cambia). Il Catania continua lo show mostrando grande personalità, sicurezza e fluidità di manovra, l'Inter non approfitta degli spazi inevitabilmente lasciati da una squadra che gioca e lascia giocare. Al 15' la svolta: Mancini gioca la carta Cruz, al posto di uno spento Adriano, che esce in un mix di applausi e fischi. L'argentino si procura un rigore al 22' (fallo di Minelli), però due minuti dopo si fa parare il tiro dal dischetto: destro potente ma centrale, Pantanelli respinge. E il portiere si ripete un minuto dopo, su un colpo di testa ravvicinato di Cordoba. E' la fase più emozionante del match, l'Inter va in forcing, mettendo il Catania alle corde. Finché passa: al 30' è Stankovic a realizzare doppietta e gol-partita con un gran destro al volo.


(gazzetta.it)

ke doppietta Stankovic...votato migliore in capo SKY.

purtroppo ancora una volta adriano ha offerto una prestazione deludente...dovrà rimandare il suo appuntamento con il gol.

L'argentino, che si era stirato a Cagliari, potrebbe essere convocato per la gara di Champions di mercoledì. Oggi ha disputato una partitella, domani la decisione. Vieira in lizza per il Pallone d'Oro

MILANO, 16 ottobre 2006 - Potrebbe esserci anche Hernan Crespo tra i convocati dell'Inter per la partita di mercoledì con lo Spartak Mosca, diretta dall'arbitro francese Bertrand Layec. Ieri l'aveva anticipato Mancini ("Crespo potrebbe tornare a disposizione già per mercoledì"), oggi a conferma delle parole del tecnico l'attaccante ha svolto l'intera seduta con i compagni tra esercizi per il possesso palla, prove di forza esplosiva, tiri in porta e una partitella in cui ha calciato senza avvertire problemi. "Sta migliorando sensibilmente", ha detto dell'argentino il responsabile dell'area tecnica Marco Branca. Se domani non ci saranno problemi Crespo, che si era infortunato il 1° ottobre a Cagliari (stiramento di primo grado al bicipite femorale della gamba sinistra), potrebbe essere convocato già per mercoledì, altrimenti tornerà per la trasferta di domenica a Udine.
Contro lo Spartak Mancini recupera Vieira dopo la squalifica ma dovrà fare a meno di Ibrahimovic e Grosso, entrambi squalificati. Al posto dello svedese Cruz o Recoba, con il primo favorito. In difesa si dovrebbe rivedere Materazzi dal 1'. A proposito di Vieira, l'interista figura nella lista dei 50 candidati al Pallone d'Oro. Dell'elenco fanno parte anche sette calciatori italiani, tutti campioni del Mondo, fra i quali non figura però Materazzi: Buffon, Cannavaro, Gattuso, Grosso, Pirlo, Toni e Zambrotta.


gazzetta.it

Il tecnico dell'Inter ridimensiona la crisi del brasiliano: "E' a disposizione, domani deciderò se impiegarlo con lo Spartak". Zanetti: "Deve solo trovare la condizione"

MILANO, 17 ottobre 2006 - "Adriano è a disposizione, poi vedremo domani come starà". L'annuncio lo dà Roberto Mancini, che alla vigilia della partita con lo Spartak Mosca ritrova anche Hernan Crespo, inserito tra i convocati. Le sue parole vogliono anche dire che non c'è nessun giallo sul brasiliano.
Non è piaciuto al tecnico leggere che non si sarebbe allenato ieri, così alla domanda su Adriano risponde: "Voglio parlare della partita e non di altre cose, anche perchè se parlo d'altro c'è chi mi tira in mezzo estrapolando mezze frasette e cose che non c'entrano niente con quello che dico in realtà". E poi: "Adriano comunque non rappresenta alcun caso e non crea imbarazzo per niente. Non ho risposto perchè mi chiedono sempre le stesse cose".
Di Adriano parla anche Javier Zanetti: "Ieri si è allenato - dice il capitano - i giornali dicono tante cose ma lui si è allenato. Sta lavorando con noi per cercare la condizione ottimale, è ovvio poi che se un attaccante non segna da molte partite vive un momento difficile ma noi lo sosteniamo. Sappiamo l'importanza che ha per noi e che saprà dare il suo contributo alla squadra per vincere".


gazzetta.it

Nel match delle 20.45 contro lo Spartak Mosca il tecnico Mancini sembra intenzionato a ripescare l'uruguaiano dal primo minuto al posto del brasiliano

MILANO, 18 ottobre 2006 - L’Inter si gioca tutto in Champions League con la coppia d’attacco Cruz-Recoba. Questa l’indicazione emersa dalla rifinitura di questa mattina. L’ufficialità arriverà solo in prossimità della gara, ma sembra ormai probabile che contro lo Spartak Mosca, in una gara che per i nerazzurri ammette un solo risultato, la vittoria, dal primo minuto non ci sarà spazio per Adriano. Mancini, stanco delle prestazioni opache e delle bizze del brasiliano, punta su Recoba, che peraltro non gioca da sei mesi.
Ma con Crespo non al meglio e Ibrahimovic squalificato, le scelte per il Mancio in avanti sono quasi obbligate. Per il resto il tecnico nerazzurro ripropone in mezzo Vieira, reduce da squalifica, e rilancia Maicon dall'inizio, con il trasloco di capitan Zanetti sulla fascia sinistra al posto dello squalificato Grosso. Nello Spartak, che giocherà con una sola punta, Pavlyuchenko, l’argentino Cavenaghi, finora deludente, partirà dalla panchina. Titolari gli ex Regggina Jiranek e Mozart, ma fari puntati soprattutto sull’esperto centrocampista Titov, la stella della squadra.


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I nerazzurri battono 2-1 lo Spartak Mosca con una doppietta dell'argentino nei primi nove minuti del match. Russi a segno in avvio di ripresa con Pavlyuchenko

MILANO, 18 ottobre 2006 - Missione compiuta. L’Inter batte 2-1, pur senza incantare, un modesto Spartak Mosca e si rilancia in Champions League dopo le prime due sconfitte consecutive. La vittoria è firmata Julio Ricardo Cruz. L’argentino sigla una doppietta che vale oro, facendosi trovare pronto una volta di più, come è successo spesso e volentieri lo scorso anno, quando Mancini lo ha preferito alle stelle più celebrate, ma meno efficaci. Cruz ha un gioco sobrio, ma intelligente, spesso di prima, fa il centravanti e la seconda punta, non si perde in inutili orpelli tanto cari ai vari Ibra, Adriano e Recoba. E poi segna. Tanto (lo scorso anno più di 20 volte), in relazione a quanto poco gioca.
Il suo rientro dopo l’infortunio è prezioso. Permette a Crespo di recuperare dal suo acciacco con calma senza forzare. La vittoria nerazzurra è meritata. Arriva finalmente, con in dote i primi due gol di questa Champions, con la forza della normalità - ha vinto il più forte - e per una volta senza isterie, leggasi cartellini rossi. Per conquistare i tre punti ha dovuto soffrire: si poteva e doveva evitare dopo l’avvio in discesa, ma i patemi sembrano far parte del dna nerazzurro.
Il primo tempo è di marca Inter. I nerazzurri dominano in avvio, segnando due volte e giocando a tratti anche bene. Cruz e Recoba (al rientro dopo 6 mesi, preferito al bizzoso e malinconico Adriano, mossa azzeccata da Mancini) si cercano parecchio e spesso si trovano, Dacourt garantisce la solita sostanza, ma anche un abbozzo di regia; i piedi buoni dei vari Figo, Vieira e Stankovic costruiscono buone trame, facilitati anche dalla burrosa difesa dello Spartak, improponibile a questi livelli. Pronti-via e l’Inter va subito in vantaggio. Punizione messa in mezzo dalla destra da Recoba, la palla sbatte su Vieira e finisce sul sinistro di Cruz che esplode un tiro potente da centroarea che vale l’1-0.
Il raddoppio è quasi immediato. L’Inter prova ad ammazzare la partita. Cross morbido da sinistra di Recoba, che era stato fermato in uscita da Kowalewski, e Cruz, ancora lui, di testa anticipa tutti e mette dentro il 2-0. L’Inter ora domina. Un destro di Stankovic finisce largo non di molto. Poi però i nerazzurri si appisolano colpevolmente, cullandosi sul doppio vantaggio. E i russi si danno la sveglia e si fanno pericolosi. Boyarintsev si mangia infatti un gol dopo un clamoroso pasticcio targato Maicon-Cordoba. L’esterno sinistro sparacchia alto il piattone destro solo davanti a Julio Cesar. Poi un tacco di Bystrov finisce a lato dopo un mischia in area nerazzurra. Brividi. Julio Cesar dietro è tra i meno distratti: si distende bene in tuffo per chiudere in angolo sul sinistro velenoso di Mozart. Si va al riposo sul 2-0, ma con lo Spartak in crescita, grazie alle idee di Titov e alla potenza della punta Pavlyuchenko.
Nella ripresa Spartak a due punte: fuori Mozart dentro Owusu. Ma la prima occasione è per l’Inter: il destro da fuori area di Figo colpisce la traversa e finisce alto. La rete però arriva per i russi, in contropiede, un elemento che deve far riflettere Mancini. Ripartenza orchestrata da Owusu, rifinita da Boyarintsev e finalizzata dal positivo Pavlyuchenko nell’occasione predatore d’area, sebbene dimenticato inspiegabilmente dai centrali nerazzurri. I russi adessano provano a far valere il miglior ritmo partita (nel loro campionato hanno già giocato 23 partite). Mancini si preoccupa. Toglie Recoba e inserisce Burdisso. Che si piazza sulla linea dei terzini, sulla sinistra, con Zanetti avanzato a centrocampo e Figo a seconda punta.
Il portoghese viene poi sostituito da Adriano. Stankovic troverebbe il terzo gol, ma l’arbitro francese Layec annulla la sua acrobazione di sinistro per un presunto (e molto dubbio) gioco pericoloso del serbo, che si era alzato la palla sul contrasto di un difensore russo. Cruz sfiora il gol nel finale, ma all’Inter va di lusso lo stesso perchè lo sciagurato Boyarintsev si divora un altro gol dopo quello mancato nel primo tempo. L’Inter può tirare un sospiro di sollievo. Vince, e grazie al successo del Bayern sullo Sporting torna a portata di qualificazione.


gazzetta.it

Il patron dell'Inter, già in carica fra il '95 e il '04, sarà eletto dall'assemblea dei soci del 6 novembre. Intanto difende i suoi giocatori: "Fiducia in Adriano, Recoba genio pigro"

MILANO, 20 ottobre 2006 - Come ha anticipato ieri alla "Gazzetta dello Sport", il 6 novembre, data della prossima assemblea dei soci dell'Inter, Massimo Moratti tornerà a ricoprire la carica di presidente nerazzurro. "Di fatto tornerò a fare il presidente - ha detto -. Anche perchè non ci sono alternative. Lo stesso Mao, mio figlio, preferisce evitare. La verità è che il presidente perfetto per l'Inter se ne è andato e mi manca tanto". Moratti ha parlato anche dei temi principali del momento nerazzurro, da Adriano al caso Telecom. "Non è al top della forma - ha detto di Adriano - e il primo a saperlo è proprio lui... Bisogna dargli fiducia, senza aspettarsi sempre da lui qualcosa di strepitoso. Il che non significa giocare sempre".
Recoba invece "da vero genio è poco continuo. Lui è un fenomeno proprio perchè è pigro. Farei un discorso simile per Ibrahimovic. Va preso a scatola chiusa, con i suoi colpi da campione e certi atteggiamenti che paiono arroganti". Infine i pedinamenti di De Santis e Vieri: "Nessuno dell'Inter ha preso l'iniziativa di farlo pedinare - ha ripetuto parlando dell'arbitro -. Quanto a Vieri, era arrivato da poco, giravano voci strane, c'erano anche dei problemi con alcuni compagni - ha concluso - e credo fosse un nostro diritto capirci qualcosa. Ciò detto, se mi metto nei panni di Vieri capisco perfettamente il suo fastidio per questa vicenda".


gazzetta.it

Il sito brasiliano Globoesporte.com propone immagini dell'Imperatore, scattate questa estate, che se la spassa con delle ragazze nella sua casa in provincia di Como. Fallito un tentatico di estorsione

MILANO, 19 ottobre 2006 - Il sito brasiliano Globoesporte.com ha divulgato oggi delle foto in cui Adriano appare mentre fuma in mutande ad una festa, assieme a delle ragazze, nella sua casa in provincia di Como. Il sito di attualità "Terra" attribuisce le foto sexy al giornale svedese "Aftonbladet". Il procuratore del giocatore, Gilmar Rinaldi, ha confermato che le foto sono state scattate nella residenza del giocatore. "Ma non c'è stato niente di più - ha assicurato Rinaldi, intervistato dal sito brasiliano -. Lui è un ragazzo di 24 anni. È normale che faccia una festa". Le foto risalirebbero alla passata estate, poche settimane dopo la nascita del figlio dell'Imperatore (16 giugno).
Rinaldi, che è una vecchia gloria brasiliana, ha aggiunto che il ragazzo che ha scattato le foto ha poi fatto un tentativo di estorsione ai danni di Adriano. Ha minacciato di vendere il materiale per 150 mila euro ai giornali italiani. Ma Adriano, certo che le foto non lo compromettevano più di tanto, non ha ceduto al ricatto. "Abbiamo chiesto al fratello Rafael che abita con Adriano in Italia, se le foto erano vere - ha aggiunto Rinaldi - e lui ha confermato". Fallita l'estorsione, l'autore delle foto avrebbe contattato alcuni giornali italiani che però avrebbero rifiutato di comprarle. Globoesporte.com mette in risalto il brutto momento nell'Inter dell'attaccante brasiliano. "La situazione di Adriano non è buona: il giocatore non segna per l'Inter da più di 200 giorni - commenta il sito - Non è considerato più titolare dal tecnico Mancini. Adriano non ha giocato bene nemmeno ai Mondiali in Germania. Recentemente è stato rivelato che era arrivato al torneo cinque chili più grasso del suo peso normale".


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Il club nerazzurro, in accordo con Mancini, concede qualche giorno a casa all'attaccante in crisi. Partirà martedì per Rio, starà via almeno una settimana

APPIANO GENTILE (Como), 21 ottobre 2006 - Martedì prossimo Adriano partirà per il Brasile. Non è convocato in Nazionale, non ha questioni personali da sbrigare: si tratta, semplicemente, di un periodo di riposo. Il brasiliano lo passerà, almeno inizialmente, a Rio de Janeiro, dove vive la sua famiglia: dovrebbe durare circa una settimana, a meno che non si decida di prolungarlo in corsa. Questo ha proposto l’Inter, questo ha accettato l’Imperatore: è un ulteriore tentativo per cercare di ritrovare il miglior Adriano. Per recuperare anzitutto psicologicamente un giocatore che - ormai da tempo - appare in crisi tecnica e di identità.
STACCARE LA SPINA Una scelta mirata, che punta a far “staccare” a livello mentale il brasiliano. Completamente, però, visto che il forfeit all’allenamento di lunedì scorso è rimasto un episodio, che non ha prodotto riscontri positivi: meglio tentare con un periodo più prolungato, quasi un punto e a capo. E anche la scelta del Brasile non è casuale: solitamente i sudamericani, non soltanto Adriano, traggono giovamento dal tornare nel proprio Paese.
IL COLLOQUIO CON MANCINI Da tempo Mancini è impegnato in un’operazione piuttosto delicata: conciliare gli interessi della squadra con i tentativi, anche personali, di mettere Adriano nelle condizioni migliori possibili per rivedere un po’ di luce. Ed è stato il tecnico, ieri, a comunicare al giocatore la decisione presa - secondo il comunicato ufficiale nerazzurro – “dalla società, in accordo con l’allenatore e lo staff tecnico”. Non si è trattato dunque - come era accaduto invece ad inizio settimana - di una richiesta del centravanti. Che anzi è stato colto di sorpresa, visto che non si aspettava questa iniziativa da parte dell’Inter: Adriano ha capito che il primo obiettivo è quello di ricaricarlo e ha preso atto di questa opportunità, pur ritenendo che una settimana possa essere un periodo di tempo sufficiente per giovarsene. Il brasiliano sa che dovrà comunque attenersi ad un «programma personalizzato di recupero psicofisico, con modalità e tempi da stabilirsi nei prossimi giorni”.
ADDIO A GENNAIO? Quello che è già sicuro - recita ancora il comunicato nerazzurro - è che «già a partire dalla trasferta di Udine, Adriano non sarà a disposizione di Mancini». Una mancata convocazione che si sarebbe potuta mettere in preventivo a prescindere, visto che per la prima volta il tecnico si trova con tutte le punte a disposizione e difficilmente ne avrebbe chiamate più di quattro per Udine. La decisione di far riposare Adriano è stata presa con ancora maggior serenità anche in considerazione di questa abbondanza di attaccanti e dunque si può dare per certo che il brasiliano salterà la partita di domani, quella in casa con il Livorno di mercoledì, il derby e la trasferta di Champions League a Mosca. Poi si vedrà: se dal Brasile dovesse rientrare un Adriano molto rinfrancato, abbastanza da tornare in tempi brevi il giocatore determinante al quale l’Inter era abituata, il caso Adriano finalmente si sgonfierà. Diversamente, potrebbe diventare inevitabile pensare ad un addio - perlomeno temporaneo - a gennaio.
ARRIVA IL PROCURATORE E non dev’essere un caso che per lunedì sia previsto l’arrivo a Milano di Gilmar Rinaldi, il procuratore del giocatore: un giro d’orizzonte globale con l’Inter, anche di mercato, forse sarà d’obbligo.


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