Marchese: `Scommesse? Ci sono sempre state`
(AGM-DS) - 08/11/2007 13.30.32 - (AGM-DS) - Milano, 8 novembre - `Le scommesse nel tennis sono sempre esistite`. Parola di Cino Marchese, organizzatore, ex direttore di tornei internazionali (Roma e Milano) e manager IMG e UBS. Insomma, di uno che il tennis l`ha vissuto da dentro per anni e in prima persona. Dastasport ha voluto intervistare questo illustre personaggio del mondo della racchetta nostrano per farsi raccontare il momento terribile del tennis mondiale. Prima il caso-doping della Hingis, poi lo scandalo scommesse (con l`azzurro Di Mauro sospeso dall`Atp) e infine il presunto avvelenamento del tedesco Tommy Haas in Coppa Davis. Un periodo nero che pero` non coglie impreparato Marchese: `Per quanto riguarda le scommesse, quelle ci sono sempre state - avverte -. Nel 1975 a Wimbledon c`era una grande tenda dove si scommetteva e dove c`erano anche professionisti che raccoglievano le puntate. Allora le scommesse si facevano con la gente che si conosceva, era un passapoarola continuo. Prima si poteva scommettere solo se si avevano i contatti giusti - rivela - e naturalmente c`era dentro anche la malavita organizzata.`
Ma non e` finita: `Appena il cellulare e` diventato comune - ammette - in sala stampa si ricevevano strane telefonate di testate giornalistiche inesistenti. In realta` erano gli allibratori che volevano aggiornare le quote`. Marchese continua nel suo esclusivo racconto: `Avevo tanti amici scommettitori che mi chiamavano per avere notizie sullo stato di salute degli atleti - aggiunge - e non posso escludere che anche in passato qualcuno avesse perso apposta qualche gara. Adesso pero` e` tutto cambiato: c`e` la tecnologia, chi scommette va su internet, ci sono i palmari e c`e` piu` visibilita` in tv e nei media`. Proprio questo `eccesso` di tecnologia ha portato alla squalifica di Alessio Di Mauro, accusato di aver scommesso on-line su alcuni match. `Conosco Di Mauro - dice Marchese - e so che ha solo commesso un`ingenuita`. Adesso sara` bollato e marchiato a fuoco, perche` e` uno dei primi ad essere squalificato. Ma sarebbe solo un capro espiatorio. Le scommesse nel tennis sono sempre esistite`. Ma un giocatore puo` perdere apposta? `Certo che puo` - risponde Marchese -. Sarebbe piu` difficile in uno sport di squadra, ma uno sport individuale e` piu` semplice da `truccare`. Bisogna chiaramente farlo bene e non male. Adesso c`e` la regola dello `scarso impegno` (per cui e` stato anche multato Davydenko al Torneo di San Pietroburgo), ma se uno ce la mette tutta puo` perdere tranquillamente.
Comunque in queste cose sono coinvolti maggiormente giocatori medi che di prima fascia`. Nei giorni scorsi e` anche esploso il caso-Haas. Il tennista tedesco sarebbe stato avvelenato durante la semifinale di Coppa Davis contro la Russia: `Sono cose vecchie - attacca Marchese -. Certo che quando andavi a giocare in Sud America o in Africa tutto era possibile. Ma adesso non ci credo: le squadre si portano dietro il cuoco e non puo` succedere nulla. Secondo me si e` trattata di semplice suggestione.` Il mondo del tennis e` anche stato sconvolto dalla positivita` alla cocaina dell`ex numero 1 al mondo, la svizzera Martina Hingis: `La noia fa brutti effetti - sentenzia Marchese -. Non e` la prima e non sara` l`ultima. Gli sportivi, quelli con piu` talento, i numeri uno, ci cadono piu` facilmente. Ma e` chiaro che quello della cocaina e` un male della societa`. Il tennis non ha bisogno di punizioni esemplari, ma solo di trovare il modo di difendersi dai mali della societa``. Parola di uno che di palline e racchette se ne intende veramente.
Intervista di Claudio Barbieri
(R. Datasport, DTS)