Il Sudafrica ha meritato questo mondiale: gli Springboks sono i soli ad aver vinto tutti gli incontri di questa edizione della Coppa del Mondo, piazzano Percy Montgomery in testa alla classifica marcatori (105 punti) e Bryan Habana in cima alla graduatoria dei metamen, con 8 segnature. Impossibile contestarne la supremazia.
"Abbiamo lottato un po' contro Tonga - racconta Os Du Rant - non altrettanto contro Fiji, ma in definitiva penso che durante l'intero torneo non sia andata male per noi, ma abbiamo soprattutto costruito un buon ritmo di gioco e poi l'abbiamo mantenuto, è stato favoloso".
Grande merito va al coach Jake White e al suo assistente Eddie Jones, ct australiano nel 2003, che si è preso la sua bella rivincita. "Ho portato solo i fondamentali - ha detto Jones - il placcaggio, il passaggio, l'allineamento, il possesso di palla e tutto ciò che serve per avere un buon attacco".
Al termine della finale, la reazione di Schalk Burger è stata di pura incredulità. Il terza linea non si rendeva ancora conto di ciò che aveva fatto questa squadra, forse poco spettacolare, ma solidissima in difesa, con un grande pacchetto e individualità di rilievo in tutti i reparti.
"Tutto ciò che dovevamo fare era vincere ogni match - commenta il giocatore - ed è ciò che abbiamo fatto, quindi non potevamo preoccuparci troppo di quello che succedeva negli altri incontri, e comunque, alla fine, abbiamo fatto bene, facendo tutto ciò che era necessario, e anche se probabilmente la finale non è stata la partita migliore, abbiamo vinto la Coppa del Mondo e per questo siamo molto, molto felici".
Il 'vecchio' pilone Os Du Randt, 35 anni, 80 presenze in Nazionale, vanta un primato storico per il rugby e certamente difficile da eguagliare: due titoli mondiali a 12 anni di distanza uno dall'altro. Lui, infatti, era già titolare quando gli Springboks vinsero la Coppa del Mondo davanti a Nelson Mandela nel 1995.
"Vincere una seconda Coppa del Mondo è qualcosa di speciale - ha dichiarato Du Rant - Ci conforta renderci conto di ciò che abbiamo fatto, che abbiamo raggiunto e sono felice di aver finito così la mia carriera e di poter tornare alla mia fattoria".
La squadra ha fatto incetta dei premi annuali assegnati della Federazione Internazionale Rugby: Bryan Habana, che ha eguagliato il record di Jonah Lomu, è stato eletto giocatore dell'anno, White allenatore dell'anno, e il Sudafrica stesso è stato proclamato miglior squadra.
"E' qualcosa di molto speciale - ha detto Habana - Non credo che riuscirò mai a paragonarmi al grande Jonah Lomu, uno degli uomini che rispetto dentro e fuori dal campo, una delle persone più umili che tu possa incontrare, ho avuto l'opportunità d'incontrarlo durante la settimana, davvero un grande uomo che ammiro tanto per tutto ciò che ha fatto, e non solo per il rugby in Nuova Zelanda ma per il rugby nel mondo. E' bello eguagliare il suo record (8 mete nella Coppa del Mondo '95) ma non riuscirò mai a raggiungerlo come giocatore, ho grande rispetto per lui".
Ora i verde-oro hanno raggiunto l'Australia a quota due vittorie nell'albo d'oro. Alcuni di loro daranno l'addio alla maglia della Nazionale. Per gli altri l'appuntamento è in Nuova Zelanda nel 2011.
Nicola Villani / Eurosport
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