Pantani, il caso è chiuso
5 ore di arringhe, 3 ore di camera di consiglio, alla fine 4 anni e 6 mesi di condanna per Fabio Carlino. Condannato per spaccio di cocaina e morte come conseguenza dello spaccio, ove a morire, il 14 febbraio del 2004, causa overdose di cocaina, fu Marco Pantani, il Pirata del ciclismo, che avrebbe altrimenti appena compiuto 38 anni.
Si è chiuso così l'ultimo capitolo del processo concernente la tragica fine di colui che era riuscito nel 1998, a centrare l'incredibile accoppiata Giro d'Italia-Tour de France, Marco Pantani. La Procura di Rimini ha dunque chiuso il procedimento, dal quale è uscita assolta la modella e prostituta russa Elena Korovina, anche lei inizialmente accusata di spaccio. Rimini chiude, proprio mentre la Procura di Forlì ha cominciato le proprie indagini sul caso, un caso ancora in realtà da chiarire, dopo le vicende degli ultimi tempi.
Dalla lettera scritta in carcere da Renato Vallanzasca, diretta a mamma Pantani, nelle quale il bel Renè conferma quanto già detto anni fa, ovvero che qualcuno, poco prima della positività di Pantani a Madonna di Campiglio, con Pantani saldamente in maglia rosa, gli aveva detto di scommettere su qualcun altro e non su Pantani, che in fondo a quel Giro non sarebbe mai arrivato. Il libro vie et mors de Marco Pantani, a firma francese di Philippe Brunel, ha invece messo in evidenza altri lati oscuri, come il mancato rilevamento delle impronte digitali o i segni presenti sul corpo del Pirata, non rilevati dall'autopsia.
Secondo la Procura di Rimini Pantani è morto di overdose, con il signor Carlino colpevole di avergli ceduto la partita di droga risultata fatale al Pirata. "Non mi arrendo, voglio tutta la verità" ha tuonato ancora mamma Tonina a sentenza riminese emessa. Tutta la verità, ma proprio tutta la verità sulla morte di Marco Pantani, chissà se l'avremo mai. Che quella propinataci in fretta, quasi 4 anni fa dagli inquirenti, sia farraginosa e piena di imprecisioni, è anche questa una verità. Riposa in pace Marco.
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