“Capunata” - ricetta tipicamente estiva
ingredienti:
4 taralli – una spruzzata di aceto di vino bianco – 2 uova sode – 4 pomodori ben sodi – un cetriolo – olive verdi e nere a piacere – un grosso peperone dolce e carnoso – un etto di alici sott’olio – 2 spicchi di aglio – 2 coste di sedano – un pizzico di origano – olio di oliva q.b. – sale.
preparazione:
Bagnate leggermente in acqua i taralli – quelli fatti semplicemente con acqua e farina, che nelle cantine si usa “affunnà dunt’u vine, - spruzzateli di aceto e fateli asciugare per cinque minuti su un canovaccio da cucina pulito. Disponete, poi, i taralli su un piatto da portata e copriteli di pomodori, sedano, peperoni e cetrioli lavati ed affettati; guarniteli con spicchi di uova sode ed alici. Condite la “capunata” con origano, sale, abbondante olio, e fatele insaporire per circa mezz’ora in frigorifero. Di questo fresco e ricco piatto estivo siamo debitori alla cucina delle “cantine” che era costruita più sullo stimolo e sul sostegno al bere che sulla verità del mangiare. La “cantina”, infatti, assumeva la dignità osteria solo in rari casi, in particolare nelle giornate di fiera, la sua funzione usuale, invece, era quella di mescita di vino e di luogo di incontro e di gioco. La dote culinaria che i “cantinieri’ si davano era, dunque, essenziale realizzata con pochi piatti” di sfizio” e stuzzicanti”, buoni più per il bicchiere che per la forchetta: lupini e olive da servire con molto sale, taralli, finocchi, sedano e peperoni crudi, qualche filetto di “sarache”, “musillo” e piedi di porco a insalata, “schianata”, qualche fetta di capocollo, di “coppa” e di prosciutto, pecorino provolone piccante. Solo nelle cantine dei centri maggiori quotidianamente si potevano trovare il piatto di “tacozze” e di legumi, spezzatino e di sofritto, il baccalà fritto e la testina con le patate, peperoni fritti al pomodoro e la “pizza vulant” una pizzeta con lo spezzatino per tre centesimi solo imbevuta nel sugo, per cinque centesimi ripieni anche un po’ di frattaglie. “La capunata” è nata, per elaborazione, da questi ingredienti e da questa situazioni: piatto fresco e sapido, ad un tempo, era capace di tirare un mezzo litro dietro l’altro e di “mantenere” il bicchiere sostituendo anche la cena. Ne consigliamo, oggi la più ampia diffusione, anche in famiglia. E’ un piatto fresco e nutriente, ricco di molti sapori e colori dell’estate e del primo autunno, di grande originalità e di buona compagnia.