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Le carte dei pm: "Giovani donne
si sono prostituite con Berlusconi"

Alcuni dei contenuti della domanda di autorizzazione a procedere consegnata oggi al Parlamento. Vi sarebbero "ampi riscontri investigativi" anche sulle case ricevute in disponibilità gratuita dalle ragazze che partedcipavano alle feste di Arcore

ROMA - "Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo". E' quanto si legge nella "domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi" firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Copia della richiesta della procura di Milano è stata pubblicata sul sito della Camera dei deputati.

Nella richiesta di autorizzazione a procedere si legge anche che i pm di Milano avrebbero trovato "ampi riscontri investigativi" sulle case date dal premier Silvio Berlusconi ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore. Lo ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell'interrogatorio del 3 agosto scorso: "Alcune giovani donne che partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in 'Milano due'".

Repubblica


17/01/2011 14:54
 
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Ft: la "vergogna" del caso Ruby
"L'Italia merita di meglio"

Editoriale del quotidiano finanziario britannico sugli ultimi sviluppi giudiziari che coinvolgono il premier e sulla giusta decisione della Consulta sul legittimo impedimento: "Era un insulto al principio di eguaglianza di fronte alla legge"

LONDRA - Gli sviluppi della nuova indagine giudiziaria su Silvio Berlusconi continuano a essere al centro dell'attenzione dei media internazionali. Fra le corrispondenze da Roma di giornali e telegiornali, oggi spicca un editoriale non firmato, dunque espressione dell'opinione della direzione, sul Financial Times, il più influente quotidiano finanziario d'Europa. "Verdetto a Roma", si intitola l'editoriale, e il sottitolo chiarisce: "Le strategie legali di Berlusconi degradano il dibattito politico in Italia". Il commento del Financial Times parte ricordando che nel marzo 2010 il governo Berlusconi passò una legge per proteggere "colui che si autoproclama l'uomo più perseguitato della storia" dall'essere processato nelle corti italiane. Il 13 gennaio, continua l'articolo, la Corte Costituzionale ha parzialmente cancellato questo provvedimento, "e ha fatto bene a cancellarlo". La legge sul "legittimo impedimento", spiega il quotidiano della City, esentava i ministri dall'apparire in tribunale sulla base del fatto che essi erano troppo occupati dal loro lavoro pubblico per poterci andare, ma "tale affermazione era un insulto al principio di eguaglianza di fronte alla legge. Nessuno, nemmeno miliardario magnate dei media che fa anche il primo ministro, è al di sopra della legge. La Corte dovrebbe essere applaudita per avere difeso questo principio".

L'editoriale prosegue avvertendo tuttavia del pericolo che la sentenza della Corte, messa insieme all'indagine giudiziaria che accusa Berlusconi di avere fatto pressioni per far liberare di prigione una "ballerina di night-club" 17enne (la giovane marocchina per la quale Berlusconi è anche accusato di sesso con una prostituta minorenne), "può giocare a favore del premier, permettendogli di continuare a sostenere di essere vittima di una cospirazione di giudici di sinistra contro di lui", e di protrarre tale giustificazione fino alle prossime elezioni, che "avranno luogo probabilmente in primavera".

Questa, conclude il Financial Times, "è una profonda vergogna per l'Italia". Prima delle elezioni, il paese necessita un onesto dibattito sulla litania di problemi con cui deve confrontarsi. "La settima maggiore economia mondiale ha bisogno di riforme: un giovane su quattro è disoccupato, la crescita economica è anemica, gli investimenti stranieri declinano, il debito nazionale ha raggiunto i 1800 miliardi di euro, il cancro della criminalità organizzata andrebbe reciso, e la lista potrebbe continuare", osserva il giornale londinese. "Ma invece di soluzioni a questi problemi, gli italiani rischiano di assistere a un'altra puntata di Berlusconi-contro-i-giudici. L'Italia merita di meglio".

Tra gli altri articoli che la stampa britannica dedica al caso Berlusconi, il Times pubblica una corrispondenza da Roma in cui si riferisce che, in base a una telefonata intercettata dalla polizia tra Nicole Minetti e il premier, Berlusconi "ha ammesso di sapere che Ruby Rubacuori era minorenne". L'Independent pubblica un commento dell'ex corrispondente da Roma Peter Pophan, secondo cui questa volta "nemmeno Silvio può farla franca". E il Guardian ha un articolo sulle lamentele del regista Marco Bellocchio, che afferma di non potere fare un film ispirato agli scandali di sesso del premier perché i produttori hanno paura e di fatto censurano il progetto.

Fonte: Repubblica


17/01/2011 14:55
 
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LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE DELLE RAGAZZE NELLE CARTE ALLA CAMERA

Ruby: «Ho chiesto a Silvio 5 milioni»
«Lo frequento da quando ho 16 anni»

Ma l'avvocato smentisce.
La marocchina: «Silvio mi ha detto "cerca di passare per pazza"».
Un'altra: «O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai»


MILANO - «Frequento casa sua da quando ho 16 anni, ma ho sempre negato tutto» per «salvaguardarlo». È quanto si legge in un'intercettazione pubblicata nelle carte delle Procura di Milano arrivate in Giunta per le autorizzazioni della Camera, secondo quanto riferisce chi ha avuto modo di leggerle.

5 MILIONI - Ruby si vanta di conoscere molto bene «Silvio», che in una telefonata con il padre chiama anche «Gesù» e spiega di aver voluto trarre profitto dalla vicenda giudiziaria che ora vede il premier imputato dalla Procura di Milano per il reato di concussione e di prostituzione minorile. «Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D'Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome...». Secondo quanto riferisce chi ha letto gli atti, è quanto avrebbe detto Ruby alla madre di Sergio Corsaro in una telefonata intercettata e pubblicata nella richiesta dei Pm. Secondo le cronache mondane, Sergio Corsaro sarebbe un parrucchiere, ex fidanzato della giovane marocchina. «Non siamo preoccupati per niente perché Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto "cerca di passare per pazza, racconta cazzate"» direbbe ancora Ruby al telefono a Sergio Corsaro. «Lui mi ha chiamato - racconta ancora Ruby a Sergio Corsaro - dicendomi "Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l'importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessuno"». La telefonata, secondo quanto riferiscono gli inquirenti, sarebbe avvenuta tra il 26 e il 28 ottobre. «Il mio avvocato mi ha detto: Ruby, dobbiamo trovare una soluzione. È un caso che supera quello della D'Addario e quello della Letizia».

«DA QUANDO HO 16 ANNI» - Lei, in queste telefonate intercettate tra il 26 e il 28 ottobre scorso, fa capire, tra le altre cose, di non essere proprio un'ingenua presa alla sprovvista. Come riferisce anche al padre. «Mi ha chiamato lui, Gesù - racconta ancora Ruby parlando sempre del premier - e mi ha detto» che «ha saputo che ho scritto delle cose». «Io però - lo rassicura - ne ho nascoste tantissime...». E prosegue: «Silvio ha detto al suo avvocato: 'Dille che le pagherò il prezzo che vuole. L'importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto... che io non ho mai visto una ragazza di 17 anni». Lei però continua a parlare. Almeno per telefono. Mentre la Procura di Milano intercetta. E andando avanti nella lettura delle sue intercettazioni esce fuori una confessione «hard» al padre e un tentativo di «salvare» il Cavaliere. «Noemi è la pupilla - confessa al genitore probabilmente riferendosi alla napoletana Noemi Letizia - e io sono il culo...». Poi, per quanto riguarda il «salvataggio» del premier, ammette con l'amica Poiana di frequentare le residenze del presidente del Consiglio da quando lei ha «16 anni». Ma di aver sempre negato tutto per «salvaguardarlo». Infatti, sempre a Poiana, spiega di aver mentito sostenendo che Berlusconi sapesse che lei aveva 24 anni e che poi dopo aver scoperto che lei era in realtà minorenne lui l'avesse «buttata fuori di casa». «Io sto cercando di salvaguardare lui - conclude - così a me torna in tasca qualcosa...».

L'AVVOCATO SMENTISCE - Ma in un'intervista al Giornale, Luca Giuliante, avvocato che ha seguito le pratiche di affidamento di Ruby, smentisce quanto emerso dalle intercettazioni dell'inchiesta di Milano, nelle quali Ruby si era vantata di aver chiesto - insieme al suo avvocato - 5 milioni di euro a Silvio Berlusconi in cambio del silenzio: «Dev'essere la proiezione di un desiderio elaborato dalla sua fantasia. Anch'io, quando gioco al Superenalotto, mi immagino come sarebbe vincere certe cifre. Ruby, e lo dico in modo benevolo, è una ragazza giovane, senza punti di riferimento, incluso il valore delle parole». Ma dalle intercettazioni emergerebbe che la giovane marocchina si prostituisse abitualmente e che avrebbe già ricattato un ex fidanzato per 1.500 euro, minacciando di denunciare il fatto che avevano avuto dei rapporti quando lei era minorenne.

«LELE MORA SAPEVA» - E in un'intervista a «Vanity Fair», Ruby ha spiegato che solo fino alla presunta prima visita ad Arcore, quella del 14 febbraio 2010, Mora era all'oscuro che fosse minorenne. «Gli avevo detto che avevo 18 anni - ha sostenuto -. La verità l'ha scoperta dopo il 14 febbraio. Al presidente avevo detto di avere 24 anni, Lele lo ha saputo, mi ha chiamato per capire com'era davvero la storia e io ho confessato di avergli detto una bugia sulla mia età. Lui mi ha detto che lo avevo deluso. Si è arrabbiato e mi ha mandato via». Poche settimane dopo, però, durante un incontro chiarificatore in Corso Como, l'agente e la ragazza si sono riconciliati. «Lele mi ha spiegato che ci aveva pensato e che l'idea che una ragazzina di diciassette anni stesse in mezzo a tutti quei porci lo faceva star male - ha ricordato -. Lo disse indicando col braccio la gente lì attorno, intendeva quell'ambiente. Poi ha aggiunto che mi avrebbe preso in affidamento, cosa che ha davvero cercato di fare proponendolo a sua figlia. Mi si presentava davanti un futuro migliore, potevo entrare in una famiglia. Ho detto va bene».

FEDE - Rapporti orali «a 300 euro. La notte a 300 euro. Maristelle l'ha dovuta allontanare. Lavorava con uomini che vomitavano in macchina. L'hanno trovata in macchina con droga e un coltello». Questo è il racconto di un'altra conversazione telefonica, questa volta intercorsa tra Emilio Fede e Nicole Minetti, secondo quanto riferisce chi ha letto gli atti. Emilio Fede, poi, avrebbe detto alla consigliera regionale Minetti di aver pagato di tasca sua «10mila euro» ad una ragazza perché «aveva delle fotografie scattate con il telefonino» e «aveva bisogno di soldi».

«ALLUCINANTE» - Nelle carte ci sarebbero stralci anche stralci di altre telefonate tra le ragazze tra 'T.M. e B.V.': «È allucinante. Non sai. Lo chiamano tutte "amore", 'tesorino". Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì... Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano». Tra le carte si leggerebbe anche: «O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai».

«SIAMO ENTRATE SENZA CONTROLLI» - «Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. È molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri». Un'altra ragazza, sempre descrivendo i festini nella casa del Cavaliere, parla di «desolazione». «Sì, sì - prosegue - l'ho proprio conosciuto per bene. Mi ha presentato a tutti e mi ha dedicato anche una canzone...».

LE GEMELLINE - Tra le intercettazioni inviate dalla procura di Milano alla giunta per le Autorizzazioni della Camera ce n'è anche una tra Imma ed Eleonora De Vivo in cui le gemelle parlano di Silvio Berlusconi. «L'ho visto un po' ingrassato, imbruttito», dice Imma alla sorella in una telefonata del 25 settembre 2010 dopo un invito dal premier, a quanto riferito da chi ha letto le trascrizioni. «L'ho visto un po' ingrassato, imbruttito, l'anno scorso era più in forma», dice ancora, «adesso sta più di là che di qua. È diventato pure brutto. Deve solo sganciare. Speriamo che sia più generoso. Io non gli regalo un c...».

MARIA ROSARIA ROSSI E IL BUNGA BUNGA - Nella richiesta di autorizzazione alla perquisizione degli uffici del contabile di Berlusconi, Giuseppe Spinelli, c'è anche l'intercettazione di una telefonata tra la parlamentare del Pdl Maria Rosaria Rossi con Emilio Fede nella quale si parla anche della pratica del bunga bunga. È quanto riferisce chi ha avuto modo di leggere la documentazione. «Ma tu stai venendo qui?», chiede Maria Rosaria Rossi a Emilio Fede. Il direttore del tg4 risponde che sarà nel luogo dell'appuntamento non prima delle 21-21.15. Poi aggiunge: «Ho anche due amiche mie...». «Che palle che sei - risponde la Rossi - quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto...».

FERRIGNO - «C'erano orge lì dentro non con droga, non mi risulta. Ma bevevano tutte mezze discinte. Berlusconi si è messo a cantare e a raccontare barzellette. Loro tre (Berlusconi, Mora e Fede) e 28 ragazze. Tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto solo le mutandine strette... C'è anche la Minetti con il seno di fuori che baciava Berlusconi in continuazione, insomma un vero puttanaio, eh? ... L'ha fatta diventare consigliere regionale, quando praticamente Berlusconi ha detto alla polizia di affidarla (Ruby, ndr) a lei». Questa la ricostruzione che Carlo Ferrigno fa (in una telefonata intercettata il 29 settembre con un altro uomo) nel raccontare quanto avveniva alle feste nella residenza del Cavaliere. Il contenuto del documento, trasmesso alla Giunta per le autorizzazioni della Camera, è stato riferito da chi ha avuto modo di leggerlo. «Capito? - aggiunge Ferrigno sempre secondo quanto riferisce chi ha letto le carte depositate in Giunta per le Autorizzazioni della Camera - Bella roba, tutta la sera...». Poi sempre Ferrigno parla di una tale Maria «mezzo araba» alla quale avevano fatto fare «la danza del ventre» mentre gli altri stavano «a guardarla». Alla fine, sempre secondo quanto si legge nell'intercettazione, Berlusconi le avrebbe regalato «un anello e un bracciale». Carlo Ferrigno è l'ex prefetto di Napoli (in carica dal 2000 al 2003) ed ex commissario antiracket nominato dal consiglio dei ministri nel 2003, rimasto in carica fino al 2006. Ferrigno - che in passato è stato anche direttore centrale della prolizia di prevenzione (Ucigos) - non è indagato nell'inchiesta sul caso Ruby, ma è stato intercettato nel corso delle indagini.

ALTRI TRE INDAGATI - Intanto si apprende che sarebbero tre gli «altri soggetti» indagati - insieme al consigliere regionale Nicole Minetti, a Lele Mora e Emilio Fede - nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby. Anche gli altri tre indagati, come si evince dalla richiesta di autorizzazione a procedere alle perquisizioni inviata dalla Procura di Milano a Fede, avrebbero «continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione» di ragazze maggiorenni e della minorenne Karina el Mahroug.

Fonte: CorrieredellaSera


18/01/2011 14:33
 
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IL RUOLO DELLA MINETTI: FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE CON FEDE E MORA

Caso Ruby, gli atti alla Camera:
«Tante giovani donne si prostituivano»

Aperto il fascicolo che contiene le oltre 300 pagine dell'inchiesta milanese.
La Giunta si riunisce mercoledì


MILANO - «Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo». È quanto si legge nella «domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi» firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Copia della richiesta della procura di Milano è stata pubblicata sul sito della Camera dei deputati (GUARDA). Intanto si apprende dalle agenzie di stampa che i pm sarebbero intenzionati a chiedere il giudizio per il capo del governo entro la metà di febbraio, ovvero entro 15 giorni dalla data del 23 gennaio, l'ultima delle tre che i pm avevano indicato come possibili per la comparizione del premier.

IL RUOLO DELLA MINETTI - In particolare, si parla del ruolo di Nicole Minetti che, «in concorso con Fede Emilio e Mora Dario (detto Lele, ndr)», avrebbe indotto diverse ragazze alla prostituzione. Tra queste c'era anche Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori. Nelle cinque pagine in cui si chiede l'autorizzazione alle perquisizioni anche delle residenze del premier Berlusconi, si spiega in particolare che «i contenuti delle dichiarazioni testimoniali» rese da Ruby (all'epoca dei fatti minorenne e «parte lesa» del delitto di induzione alla prostituzione minorile) e il «complesso degli atti di indagine compiuti» fanno ritenere che: «Minetti Nicole, in concorso con Fede Emilio e Mora Dario (detto Lele, ndr.), nonchè in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni, e della minore El Mahroug, individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne, che si sono prostitute con Silvio Berlusconi, presso le sue residenze, dietro pagamento del corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo, nonchè gestendo e intermediando il sistema di retribuzione delle suddette ragazze a fronte dell'attività di prostituzione svolta».

«AMPI RISCONTRI» - I pm di Milano, sempre secondo quanto si legge nella richiesta di autorizzazione a procedere, avrebbero trovato «ampi riscontri investigativi» sulle case date dal premier Silvio Berlusconi ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore.ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell'interrogatorio del 3 agosto scorso. La ragazza ha infatti raccontato che «alcune giovani donne ch partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in "Milano due"».

RUBY A CASA DEL PREMIER - «Allo stato degli elementi raccolti» le indagini della procura di Milano hanno consentito di verificare come Ruby «abbia frequentato la residenza di Silvio Berlusconi in Arcore dal febbraio 2010 al maggio 2010» scrivono i pm di Milano nella richiesta di autorizzazione alla perquisizione dell'ufficio di Giuseppe Spinelli, a Segrate. Nella richiesta non sono indicate le date in cui Ruby sarebbe stata ad Arcore ma si cita la relazione della Polizia in cui si da conto dell'analisi delle celle radio-base agganciate dai telefoni utilizzati da Ruby. Da qui risulta che la giovane marocchina è stata ad Arcore il 14 febbraio, la notte tra il 20 e 21 febbraio, quella tra il 27 e 28 febbraio, il 9 marzo, il 4 e 5 aprile (Pasqua e Pasquetta), il fine settimana del 25 aprile (24, 25 e 26), la notte tra il 1 e il 2 maggio.

«E' TUTTO SUI GIORNALI» - «Per varie ragioni sono ancora fermo a pagina 80 e non è ancora successo nulla che non avessi già letto sui giornali» ha tagliato corto il presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera, Pierluigi Castagnetti, interpellato dai cronisti. «Le 389 pagine della documentazione che ci è stata trasmessa dai magistrati milanesi - aggiunge Castagnetti - contengono le ragioni per le quali Berlusconi ieri ha fatto quelle dichiarazioni. Evidentemente il premier già aveva queste carte a sua disposizione». E quanto alla possibilità che i legali del premier puntino sulla questione di competenza del Tribunale dei ministri, Castagnetti ha precisato: «Potete riflettere anche voi su cosa comporterebbe la restituzione degli atti alla Camera da parte del Tribunale dei ministri. In Aula ci vorrebbero 316 voti».

L'ITER ALLA CAMERA - Castagnetti aveva già preannunciato l'intenzione di mettere la richiesta all'ordine del giorno della prossima convocazione della giunta, mercoledì, per l'avvio dell'esame. Il presidente ha poi annunciato che il relatore della richiesta della Procura di Milano sarà il vicepresidente di Montecitorio, il deputato pdl Antonio Leone.

IL CAVALIERE E I PM - Il Cavaliere in ogni caso non sembra intenzionato a presentarsi dai pm di Milano che l'hanno convocato per il prossimo fine settimana. Ufficialmente non è stato deciso nulla, ma l'orientamento della difesa sarebbe quello di evitare, al momento, un interrogatorio davanti a chi lo accusa di concussione e prostituzione minorile per la vicenda di Ruby. I pubblici ministeri, dal canto loro, attenderebbero una comunicazione da parte dei legali di Berlusconi riguardo all'intenzione di comparire in procura nelle date del 21, 23 e 23 gennaio prossimo. In linea teorica, gli avvocati potrebbero anche non comunicare nulla. La volontà dei magistrati è quella di chiedere al più presto il giudizio immediato dopo la convocazione del premier, atto necessario per inoltrare la richiesta di processo col rito immediato, che verrà valutata dal gip Cristina Di Censo. A quanto si è appreso, nel giro di 15 giorni, a partire dal 23 gennaio, la Procura chiederà il giudizio per il capo del governo.

Fonte: CorrieredellaSera


18/01/2011 14:40
 
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Caso Ruby, Avvenire: "Storia che ferisce"
Quirinale: "C'è turbamento, si faccia chiarezza"

"Non c'è stata alcuna telefonata tra il Capo dello Stato e il premier" riguardante l'indagine che ipotizza il reato di sfruttamento della prostituzione a carico del Cavaliere. Il quotidiano della Cei parla di "irrespirabile polverone", e chiede chiarezza. Analoga richiesta dall'agenzia Sir. Il Secolo d'Italia: "Solo roba di cui vergognarsi". Dagli atti giudiziari emergono due bonifici da 10.000 euro ciascuno inviati dal presidente a una delle ragazze che partecipavano alle serate ad Arcore. Bersani: "Berlusconi si ritiri a vita privata". Di Pietro: "Il Parlamento lo sfiduci al più presto". Ma il ministro degli Esteri minimizza e accusa la magistratura: "Cercano di sostituirsi alla scelta democratica degli elettori". Replica di Vietti (Csm): "Agli attacchi risponderemo domani". Formigoni ammonisce: "Occorre rispettare la privacy di tutti. Chi è senza peccato scagli la prima pietra". Minetti ribadisce: "Il presidente del Consiglio non sapeva che la ragazza fosse minorenne"



Fonte: Repubblica


18/01/2011 14:44
 
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Si incrina l'asse Vaticano-Palazzo Chigi
"La situazione diventa insostenibile"

Sconcerto e imbarazzo anche nella Segreteria di Stato.
Il cardinal Bertone medita di prendere le distanze.
Il presidente della Cei Bagnasco pronto a intervenire sull'argomento lunedì prossimo



CITTÀ DEL VATICANO - "A questo punto è meglio che si mettesse una macina di pietra al collo e si buttasse in mare...". In Vaticano ormai si fa sempre più fatica - tra prelati, vescovi e cardinali - a frenare "lo sconcerto, la delusione e la rabbia" per quanto sta emergendo sui festini di Arcore. E c'è persino chi si spinge a ricordare - come pena massima per il premier - una delle pagine più severe del Vangelo, là dove Gesù evoca la tremenda pena dell'affogamento attraverso una macina appesa al collo per quanti fanno del male a bambini e a minorenni in genere.

Reazioni ufficiali della Segreteria di Stato finora non ce ne sono state, ma l'imbarazzo e le perplessità continuano a crescere e il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inizia a valutare la possibilità di una presa di distanza. In ambienti vicini alle istituzioni pontificie impegnate a promuovere i valori della famiglia e della vita c'è chi si sente "tradito da tutto quanto sta emergendo dall'inchiesta dei giudici di Milano". In tanti si lamentano dietro l'anonimato. Ma qualcuno non teme di uscire allo scoperto. Come l'arcivescovo Gianfranco Girotti, Reggente della Penitenzeria Apostolica - il dicastero vaticano competente sui grandi peccati commessi dal clero - che invita ad "attendere che la giustizia faccia il suo corso in merito alle accuse rivolte al premier prima di esprimere giudizi definitivi" anche se non riesce proprio a nascondere anche lui "sconcerto ed imbarazzo". "Pronunciarsi sui capi d'accusa del premier è ancora difficile, ma se fosse vero - puntualizza l'arcivescovo - sarebbe veramente inquietante". Girotti è un "tecnico" di etica e di morale, essendo su queste tematiche uno dei più stretti collaboratori di Joseph Ratzinger, prima alla Congregazione della Dottrina della fede ed ora alla Penitenzeria Apostolica, dove è stato promosso dallo stesso Benedetto XVI. "Ognuno deve sforzarsi di osservare comportamenti morali di alto profilo, ma - sottolinea l'arcivescovo - un capo del governo deve essere ancora più attento. A questo punto, pur senza dare giudizi definitivi, è bene aspettare che i giudici facciano il loro lavoro. Ma se fosse tutto vero, la situazione sarebbe grave ed insostenibile. E qualcuno per il bene del Paese dovrebbe fare un passo indietro".

La Curia vaticana, dunque, ufficialmente tace ma "tacere è come parlare di fronte a quanto di imbarazzante e di sporco sta venendo a galla", si mormora a denti stretti tra i prelati più esposti nella pastorale familiare. Nessuno è più pronto a giurare sull'asse tra Berlusconi e il cardinale Bertone: "Ma quale intesa! Chi adombra scenari del genere confonde il dovuto rispetto che c'è tra le istituzioni con presunti rapporti privilegiati con determinati politici e la Segreteria di Stato". Stesse riservate arrivano dalla Cei. Ma si tratta solo di un silenzio momentaneo in vista della prolusione che il presidente Angelo Bagnasco terrà lunedì prossimo all'apertura del Consiglio Permanente dei vescovi. Il parlamentino episcopale non potrà far finta di niente. E sarà proprio lo stesso Bagnasco a sottolineare il disagio della Chiesa "sul calo della moralità e dell'etica che sempre più sta emergendo a livello politico e sociale".

Fonte: Repubblica


18/01/2011 15:18
 
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"Stavolta è troppo anche per Silvio"
la stampa estera non molla il caso Ruby

Articoli e corrispondenze su tutti i principali giornali del mondo, tra i più attenti i quotidiani britannici. E la compassata Bbc scrive: "Si ha la sensazione che i magistrati milanesi abbiano morso il freno"

ROMA - Il caso Ruby continua a conquistare spazio sulle pagine dei quotidiani e i siti web di mezzo mondo. A seguire le vicende del premier con maggiore attenzione è in particolare la stampa britannica. Aggiornamenti sulle novità emerse dal deposito degli atti giudiziari alla Camera dei deputati, corredate da gallerie di immagini delle donne che sono solite accompagnare Silvio Berlusconi, sono presenti stamani sulle edizioni online di Finacial TImes, Guardian e Daily Mail, con tanto di dettagli sulle più scabrose conversazioni intercettate dagli inquirenti. The Independent interviene invece anche con un commento di Peter Popham nel quale l'editorialista sostiene che "stavolta neppure Silvio se la può cavare".

Altro editoriale sul sito della Bbc. "Un premier miliardario di una grande nazione europea nasconde prostitute e fornisce loro appartamenti gratis o elargisce denaro? In un mondo socialmente collegato, iper-controllato e senza segreti potrebbe sembrare bizzarro che si scherzi con queste cose, come Berlusconi suggerisce. Eppure - scrive Duncan Kennedy - si ha la sensazione che i magistrati milanesi abbiano morso il freno sulla questione".

Restano accesi i riflettori sul presidente del Consiglio anche negli Stati Uniti. Se il Washington Post si limita a pubblicare un breve articolo ripreso dall'agenzia Ap, va invece in profondità il Wall Street Journal che arricchisce la sua corrispondenza da Roma con una mappa interattiva della carriera politica di Berlusconi, delle sue disgrazie giudiziarie e dei ripetuti tentativi di sottrarsi alle inchieste attraverso leggi ad personam. Spazio alla difesa del premier anche sul sito della Cnn.

Molto seguito lo scandalo Ruby pure In Germania, nazione abituata a dimissioni di politici e uomini delle istituzioni per molto meno. La Sudduetsche Zeitung titola: "Prove contro Berlusconi", mentre la versione web del settimanale Spiegel sottolinea che ieri "nuovi dettagli hanno messo in imbarazzo" il Cavaliere. Il tabloid popolare Bild nel titolo di un breve articolo, si chiede: "Berlusconi e Putin si sono incontrati nell'affare sexy?".

In Francia l'edizione online di Le Monde parla di una situazione che "si fa più e più imbarazzante per Berlusconi". In Spagna articolo sia sull'edizione cartacea che su quella telematica per El Pais. Secondo il corrispondente da Roma Miguel Mora "la vicenda ha assunto dimensioni enormi", e quelle attuali sono "ore decisive per la sopravvivenza politica di Berlusconi". Il catalano La Vanguardia si concentra invece sulla possibile "fidanzata" del Cavaliere e sostiene - indicando Nicole Minetti - che "potrebbe essere la sua igienista dentale e consigliera regionale lombarda".

Ma il caso Ruby balza alle cronache anche in Sud America, ed è riportato dall'argentino El Clarin e dal messicano El Milenio, mentre il foglio brasiliano La Folha de Sao Paulo titola in prima pagina: "Secondo la procura, Berlusconi ha indotto alla prostituzione diverse giovani ragazze".

Fonte: Repubblica


19/01/2011 14:37
 
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Berlusconi: "Sono sereno e mi diverto"
"Io dare le dimissioni? Ma siete matti?"

Il presidente del Consiglio a Montecitorio per una riunione del Pdl.
"Mi sto divertendo". Nel pomeriggio un incontro di un'ora con Napolitano.
"In atto un processo mediatico con Fini eversivi.
Tribunale di Milano incompetente, dai pm gravissime violazioni di legge".


ROMA - "Ma siete matti?". Così Silvio Berlusconi ai cronisti che gli chiedevano se avesse intenzione di dimettersi. E che lo hanno avvicinato mentre entrava alla riunione del gruppo del Pdl alla Camera dove i legali Ghedini e Longo hanno convocato i membri della commissione Giustizia e della Giunta che ha in mano le carte dei pm milanesi che indagano sul caso Ruby. Berlusconi si mostra tranquillo, e sicuro che tutta la vicenda sarà un "boomerang" per le opposizioni. "Dimettermi? Non faccio gestacci in pubblico. Sono assolutamente sereno, mi sto divertendo". Conferma che a Milano non si farà vedere ("il tribunale è incompetente") e aggiunge: "Dai pm gravissime violazioni di legge". In serata, la sua prima telefonata dell'anno a Ballarò, in onda su RaiTre. Ma la puntata sta chiudendo ed è troppo tardi, come spiega il conduttore Giovanni Floris che rinnova l'invito al premier a partecipare al programma, la prossima settimana.

Quando l'ascensore si è fermato al quinto piano dove si trovavano i giornalisti tenuti fuori dalla riunione del gruppo del Pdl, Berlusconi ha risposto a chi gli chiedeva come fosse andato l'incontro con il Capo dello Stato: "Non chiedetelo a me ma al presidente della Repubblica". Ma secondo indiscrezioni sembra che il Cavaliere gli avrebbe ribadito di essere innocente, di non avere niente a che fare con festini e prostitute minorenni, di essere vittima di chi lo vuole distruggere non solo come avversario politico ma anche umanamente. Del resto, avrebbe sottolineato, nessuna delle accuse che gli sono state rivolte in passato ha mai trovato conferma e lui "è sempre stato assolto".

Napolitano da parte sua non si sarebbe discostato dalla posizione assunta questa mattina con una nota ufficiale: quelle contestate al premier sono "gravi ipotesi di reato", il capo dello Stato "è ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica" davanti a tutto questo. Per il Colle, dunque, la via da seguire non può che essere una: bisogna che tutta la vicenda sia chiarita "al più presto". Poi Berlusconi ha ribadito la sua linea difensiva: "Le ragazze sono state trattate malissimo, in queste ore alcune sono state aggredite, per quanto mi riguarda ho solo dato disponibilità a chi aveva grandi bisogno. Mi attribuiscono tutte queste relazioni con tutte queste donne, si parla di 24. Vorrei sapere come abbia potuto fare, non sono mica Superman...".

Poi spara alzo zero, come sempre nei momenti di difficoltà, contro i magistrati. "Quello in corso - ha detto ai deputati che lo ascoltano - non è un processo giuridico ma mediatico a fini eversivi, mirato solo a farmi fuori. Io non ho commesso alcun reato. Sono sereno, questa cosa sarà un boomerang per loro. Andiamo avanti con tranquillità sul terreno delle riforme". E si affida agli amati sondaggi: "Mi danno al 52 per cento con il Pdl al 32".

Nel mirino del premier anche Gianfranco Fini. "E' colpa sua se non abbiamo cambiato la giustizia. La riforma è stata sempre frenata dai finiani di An. Fini non ci ha fatto fare la riforme".

Intanto dalla procura di Milano fanno sapere che Berlusconi potrà presentarsi davanti ai pm nei giorni 22, 23 e 24 gennaio, dalle ore 10 alle ore 22. Lo scrivono i magistrati nell'invito a comparire notificato al premier in qualità di indagato per i reati di concussione e prostituzione minorile. Nei giorni scorsi era trapelata la notizia che avesse la possibilità di comparire tra il 21 e il 23 gennaio, nell'invito viene precisata la data esatta, l'arco temporale entro cui potrà chiarire la sua posizione ai pm e il luogo della convocazione, la stanza numero 13 al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano. Ma il senatore Piero Longo, avvocato del Cavaliere, non conferma che Berlusconi si presenterà: "Non ho la più pallida idea di cosa farà". Ci pensa però lo stesso premier a diradare i dubbi: "Milano non è competente, illogico che vada".

Fonte: Repubblica


19/01/2011 14:51
 
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"Fare chiarezza e fare presto"
il pressing di vescovi e Quirinale

Napolitano parla di "turbamento" del Paese, l'Avvenire di vicenda "sconvolgente". La Marcegaglia: "Serve governo capace". Dalla Lega difesa di Berlusconi sempre più tiepida: "A noi interessa solo il federalismo. Oppure si vota". Il Pd e Casini rompono gli indugi: "Il premier si dimetta". Ghedini: è stato fatto un abuso di legge. Alfano: "Milano non è competente"


ROMA - E' una specie di morsa morale quella che si è stretta oggi attorno a Silvio Berlusconi. Il giorno dopo le rivelazioni con i devastanti particolari contenuti negli atti allegati dalla magistratura di Milano alla richiesta di poter ascoltare il presidente del Consiglio, il premier è incalzato dai pesanti richiami che arrivano da Quirinale e Vaticano. Da un lato l'autorità laica del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in una nota ufficiale spiega di essere "ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica dinanzi alla contestazione, da parte della Procura della Repubblica di Milano al presidente del Consiglio, di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d'indagine". Dall'altro l'autorità religiosa della Santa Sede che in un commento affidato all'Avvenire, il quotidiano dei vescovi, sottolinea come "anche solo l'idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge". E anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia avverte: "Non sta a me dirlo ma bisogna prendere rapidamente delle decisioni perché il Paese ha bisogno di un governo capace di governare".

Ma non è tutto. Il Quirinale, smentendo "che il Capo dello Stato abbia letto o comunque ricevuto - non competendogli in alcun modo - le carte" chiede anche, "senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche" che si faccia chiarezza quanto prima "nelle previste sedi giudiziarie" e che "si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative". Parole che coincidono quasi alla perfezione con quelle di una nota della Sir, l'agenzia di stampa della conferenza episcopale italiana, nella quale si afferma: "Bisogna che si faccia chiarezza in termini stringenti, che la questione sollevata dalla procura di Milano abbia delle celeri risposte, così da non tenere sul filo la politica, le istituzioni, più ampiamente la governabilità".

Il ministro Alfano a Ballarò. Nella polemica entrano anche le parole pronunciate a Ballarò dal ministro della Giustizia Angelino Alfano: "La procura di Milano non è competente, è competente il tribunale dei ministri. Non è che Berlusconi si spoglia delle vesti di presidente del Consiglio quando è ad Arcore". Il ministro ha rimarcato anche "l'uso spropositato delle intercettazioni". Secondo Alfano "si è usata l'attività di indagine più invasiva, le intercettazioni, per accertare una fattispecie concreta che è sproporzionata in basso, rispetto all'uso dei mezzi. Neanche si dovesse beccare un narcotrafficante".

A tenere sotto pressione Berlusconi c'è anche l'atteggiamento della Lega. La tiepidezza con cui il Carroccio difende il premier dalla crescente marea di difficoltà non può non lasciare Berlusconi inquieto. I big del partito oggi non sono ancora intervenuti, lasciando al capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni il compito di mandare un messaggio chiarissimo. "Il caso Ruby preoccupa perché distoglie la gente dai temi veri per il Paese, ovvero le riforme, a partire dal federalismo. La migliore risposta perciò è andare avanti nella direzione delle riforme". Nessuna polemica con i magistrati insomma, nessun grido al complotto e nessuna denuncia contro la presunta violazione della privacy del Cavaliere, ma un messaggio chiarissimo: portare a casa il federalismo viene prima della difesa d'ufficio del premier. E Berlusconi deve esseresi sentito poco rassicurato anche dalla frase sibillina di Giulio Tremonti che si è limitato a definirsi "orgoglioso di rappresentare questo governo nel mondo", evitando però di commentare ipotesi di una sua eventuale successione a Palazzo Chigi.

In serata, si aggiunge anche l'opinione di Famiglia Cristiana. In un intervento pubblicato sulla sua edizione online, il settimanale dei Paolini osserva che nella vicenda della "minorenne Ruby", "marocchina che si tentò di far passare per nipote del presidente egiziano", "risalta la personalità di un politico che, forse, ha sbagliato secolo, immaginandosi simile ai signori rinascimentali ai quali tutto era permesso, grazie all'assenza di un'opinione pubblica informata e all'acquiescenza delle gerarchie circostanti". L'articolo parla anche di "una politica stretta intorno alla presenza di una sola persona, fino a un devastante conflitto fra le istituzioni".

Intanto i legali del Pdl fanno quadrato. Oggi i deputati-avvocato si sono riuniti alla Camera per esaminare la situazione che coinvolge direttamente il loro leader. E Niccolò Ghedini, che del presidente del Consiglio e legale ascoltato, ha detto che nell'inchiesta Ruby è stato fatto un abuso di legge, è stato fatto un blitz dove sono stati usati mezzi imponenti.

In questo assedio al premier - che oggi è stato un'ora al Quirinale, ufficialmente per discutere dell'agenda delle celebrazioni per l'Unità d'Italia - cerca di inserirsi anche l'opposizione. Il Pd e il Terzo Polo hanno formalizzato oggi la richiesta di dimissioni. Parlando in aula alla Camera, il presidente dei parlamentari democratici Dario Franceschini ha chiarito: "Almeno alla fine del suo percorso politico, l'onorevole Berlusconi abbia un sussulto di dignità, si dimetta e vada a difendersi nelle aule dalle accuse infamanti e se ritiene di essere innocente non rifiuti di andare davanti ai giudici, ma chieda ai giudici di andarci prima possibile". "Si dimetta - ha insistito - e lasci che sia il capo dello Stato e la sua stessa maggioranza a trovare la strada e le persone giuste per salvare il Paese".

Ma ancora più pesanti per il presidente del Consiglio devono essere state le affermazioni di Pierferdinando Casini. "Credo non serva minimizzare quello che sta uscendo e neanche prendersela con la magistratura per le modalità delle indagini perché siamo alla sostanza e non più alla forma e io, se fossi il presidente del Consiglio, valuterei con serenità l'ipotesi di fare un passo indietro", ha commentato il leader dell'Udc. "Berlusconi - ha proseguito - è un uomo intelligente, deve far prevalere in questo momento la serenità del giudizio rispetto all'orgoglio. Da domani mattina ciascun italiano è autorizzato a comportamenti emulativi che francamente non mi sembra siano il massimo".

Simile la posizione di Futuro e libertà. "Berlusconi non si sottragga, chiarisca in tribunale, lo faccia subito per rassicurare un'opinione pubblica sgomenta e sconcertata", afferma il coordinatore nazionale Adolfo Urso. "I dati allarmanti della Banca d'Italia - sottolinea - impongono che si faccia subito chiarezza perché il Paese ha bisogno di un governo che faccia le riforme, non di un ulteriore devastante scontro istituzionale, altrimenti - avverte ancora Urso- è meglio andare al voto".

A fronte di questa situzione sempre più complicata, il governo e il Pdl rispondono con dichiarazioni che puntano a minimizzare la vicenda e ad accusare la magistratura milanese di comportamenti persecutori e illeciti. Se il ministro degli Esteri Franco Frattini parla di un'inchiesta "giudiziario-mediatica" che "si rivelerà una grande montatura", quello della Difesa Ignazio La Russa si dice convinto che il caso Ruby passerà ''molto velocemente''. Difendono a spada tratta Berlusconi anche le donne del Pdl che lo descrivono come la vera vittima dell'intera vicenda. Ma oltre alla difesa mediatica, il partito del premier è lavoro per trovare anche la migliore difesa legale. Tutti i deputati-avvocati del Pdl sono stati convocati nella sala Lucio Colletti a Montecitorio. All'incontro ci sarà anche il consigliere giuridico del premier, Nicolò Ghedini. Tra le ipotesi che circolano quella di costituire un pool di legali che possa difendere le ragazze sottoposte a perquisizioni nel 'caso Ruby'.

Da segnalare infine la dichiarazione del vicepresidente del Csm Michele Vietti che ha annunciato per domani una riunione del plenum di Palazzo dei Marescialli incentrata sulla pratica a tutela del pm di Milano Fabio De Pasquale, attaccato dal premier Silvio Berlusconi.

Fonte: Repubblica


19/01/2011 14:54
 
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"La divisa è un simbolo, non va offesa"
Poliziotti indignati per il bunga bunga

I sindacati degli agenti chiedono che i pm facciano chiarezza su quelle serate nella villa di Arcore. Dove, secondo i racconti di una testimone, l'uniforme sarebbe stata usata in giochi erotici. "Agire nei confronti del presidente del Consiglio come si agirebbe verso un qualsiasi cittadino"

SONO "scoraggiati" e "indignati" per lo scandalo che ha investito, ancora una volta, il presidente del Consiglio. Parlano a nome degli agenti, uomini e donne, che indossano la divisa della polizia di Stato, la stessa che, stando ai racconti di una testimone, sarebbe stata usata nel corso dei giochi erotici organizzati nella sala sotterranea del bunga bunga, nella villa di Arcore. I sindacati di polizia chiedono che la magistratura vada avanti con il suo lavoro, e pretendono che venga fatta chiarezza su una pagina che li mette in imbarazzo.

Alcuni preferiscono non parlare. "Aspettiamo notizie certe" dicono, anche se poi, gli stessi, ammettono: "Se sarà tutto confermato, è una vergogna". Tra quelli che commentano le ultime rivelazioni dell'inchiesta sui festini di villa San Martino, c'è Sebastiano Di Luciano, segretario generale della Uilps (Unione italiana lavoratori polizia di Stato): "Sinceramente non riesco a crederci. Non voglio fare un discorso di tipo politico, perché come sindacato noi siamo soltanto per la legalità. In un Paese democratico, con organi democratici - dalla magistratura alle forze di polizia - si deve agire nei confronti del presidente del Consiglio come si agirebbe verso un qualsiasi cittadino. Non ci sono legittimi impedimenti che tengano". "Provo sdegno e riprovazione rispetto a questo vicende - dice il sindacalista, che parla a nome dei suoi cinquemila iscritti - a maggior ragione perché coinvolgono un premier che può contare su un servizio di polizia di prim'ordine".

Sull'utilizzo di una uniforme della polizia durante le 'cerimonie' erotiche che vedevano protagoniste le ragazze invitate dal premier, Di Luciano attacca: "E' un'offesa allo Stato e alla polizia". Punto condiviso da Giuseppe Tiani, segretario generale del Siap: "Se venisse tutto confermato, saremmo di fronte ad un'offesa gravissima e gratuita agli uomini e alle donne che indossano, ogni giorno, la divisa. Una divisa che rappresenta l'unità dello Stato: è un simbolo e, se certe cose sono veramente accadute, sarebbe tutto molto degradante. La divisa non può essere usata come strumento di offesa per le donne. Ma sarebbe anche un'offesa anche nei confronti della Repubblica".

E solleva un'altra questione: "Se è vero che nei festini sono state usate delle uniformi da poliziotte, bisogna chiarire se fossero vere o meno: nella prima ipotesi, infatti, saremmo di fronte alla violazione di una legge". Duro anche il giudizio della Consap, che "si schiera a tutela della professionalità delle donne in polizia, vilipesa dai verbali delle intercettazioni che corredano la chiamata a giudizio del presidente del Consiglio". "Qualora queste indiscrezioni di stampa rivelassero un fondamento - sostiene il segretario generale, Giorgio Innocenzi - sarebbe un fatto gravissimo che colpisce l'alta professionalità garantita dalle donne in polizia. Sarebbe altresì evidente il profondo disagio dell'intera categoria, nell'indossare una divisa che sarebbe stata ridicolizzata di fronte all'opinione pubblica nazionale ed internazionale. In tema di scelte di Governo sulla sicurezza, quelle che più ci stanno a cuore, i fatti che stanno emergendo appalesano nel nostro presidente del Consiglio, una personalità sempre meno attenta all'agenda di governo, che si era evidenziata anche nell'assenza in occasione dei provvedimenti che hanno riguardato la sicurezza e la specificità delle forze di polizia, che mai come in questo periodo si sono sempre chiuse con inaccettabili penalizzazioni economiche ed operative".

Franco Maccari, segretario del Coisp (circa settemila iscritti, area centro-destra), si dice "scoraggiato": "Penso a vicende come quelle dei voli di Stato che hanno trasportato Mariano Apicella. Vicende che sono state archiviate. E' scoraggiante vedere che le denunce, a volte, sono inutili". Sul caso di Villa San Martino, il rappresentante degli agenti punta il dito contro le carenze di uomini e mezzi, cui la polizia deve far quotidianamente fronte: "A fronte dell'uso improprio di uomini e macchine per servizi di scorte e tutela, penso al 113 che spesso non ha auto da inviare ai cittadini. Sono in polizia da 27 anni, e una situazione del genere non l'ho mai vista. E' chiaro che intorno al premier ci devono essere degli agenti a garantire la sua sicurezza. Mi chiedo però cosa facciano. Il problema non è solo della scorta del premier: oggi, in Italia, più di due terzi dei poliziotti usati nelle scorte non servono, e si configurano come uno status symbol". Nel caso specifico del presidente del consiglio, Maccari lancia un appello ai poliziotti: "Rinunciate a qualche privilegio, come gli straordinari, e ribellatevi a questi servizi.

E' impensabile fare da scorta a personcine che non dovrebbero avere nulla a che vedere con queste attività di vigilanza. Non si sa chi si porta, chi sono queste persone". "La magistratura faccia un lavoro a tutto tondo - conclude il sindacalista - Non voglio sapere con quante persone va a letto Berlusconi, ma voglio solo avere la garanzia che la legge si uguale per tutti". Enzo Marco Letizia, che guida l'Associazione nazionale funzionari di polizia, si dice certo che "gli agenti abbiano rispettato la legge", ma si chiede al tempo stesso quale sia il dispositivo di sicurezza intorno alla villa di Arcore: "Mi auguro che ci sia un sistema di metal detector, fissi o portatili, per verificare se chi entra, può avere con se oggetti atti ad offendere". Più netto il giudizio sull'utilizzo di una divisa durante da parte delle giovani amiche del premier: "Se venisse confermato, sarebbe una cosa penosa. Non si scherza con i simboli istituzionali". In passato, lo stesso sindacato sollevò forti perplessità in merito ad una posa sexy di Claudia Koll, fotografata in divisa da poliziotta: "Oggi, come allora, il nostro giudizio non può che essere critico".

Fonte: Repubblica


19/01/2011 15:05
 
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Il sistema Berlusconi secondo il Nyt
"Sordido mondo di orge e ricatti"

Nel reportage della corrispondente da Roma gli ultimi sviluppi dell'indagine sul premier italiano e le prospettive incerte del governo: "Gli italiani sempre più preoccupati dalla frattura tra i mali del Paese e le priorità del capo del governo". E sui termini spuntati dalle intercettazioni in redazione si è anche dibattuto....


"In Italia, dove una facciata di moralità cattolica nasconde una alta tolleranza di rapporti illeciti, Berlusconi è stato segnato dagli scandali per anni. Ma questa volta, con il premier che rischia l'incriminazione e con le intercettazioni che presentano un quadro di un sordido mondo di orge e ricatti di prostitute, le cose cominciano ad apparire diversamente". E' lucido e impietoso il reportage di Rachel Donadio da Roma sugli ultimi sviluppi delle vicende italiane. "Berlusconi è sopravvissuto a stento a due voti di fiducia a dicembre e ora potrebbe vedersi costretto a nuove elezioni se uno degli alleati della sua incerta coalizione si dovesse ritirare".

La sintesi della vicenda, compito non certo semplice, porta il Nyt a concludere che "Lo scandalo ha un cast di personaggi che riempirebbe un'intea soap opera". La sostanza dell'inchiesta - basata su "intercettazioni stupefacenti" - appare incontrovertibile: "Le intercettazioni pubblicate danneggiano l'immagine da superman che Berlusconi ha aiutato a coltivare". "In un messaggio televisivo, un Berlusconi teso, il volto ricoperto di fondotinta, ha attaccatoi magistrati che stanno indagando su di lui (....) Seduto davanti a uno sfondo di foto di famiglia Berlusconi ha aggiunto che le sue feste si svolgevano "nella più assoluta eleganza, decoro e tranquillità".

Oltreoceano, si fa fatica evidentemente a concepire l'evidenza di quel che sta accadendo in Italia. "Spiegare questa storia ai lettori americani è una vera sfida", ci dice Rachel Donadio . Ad esempio, la ormai nota frase di Ruby riportata dalle trascrizioni delle intercettazioni in cui la ragazza così si riferiva a Noemi Letizia "Per lui lei è la pupilla e io il culo", ha creato dibattito tra Roma e New York: "Il New York Times ha un codice di stile molto rigoroso che non permette di riportare parolacce o volgarità compreso ass (culo), né consente formule tipo 'c....' o eufemismi allusivi ("ha usato un altro termine per fondoschiena"). Ho sostenuto un dibattito piuttosto divertente con i miei editor su quella frase. Alla fine, hanno vinto loro. Hanno detto che "culo" non era così essenziale ai fini della storia perché ci fosse bisogno di stamparlo. Ma - conclude - con tanta abbondanza di altro ottimo materiale, non penso proprio che la storia ne abbia sofferto!".

Fonte: Repubblica


19/01/2011 22:27
 
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Berlusconi si difende in un video
"Quei pm devono essere puniti"

Nuovo messaggio del premier ai Promotori della Libertà: "Vorrei andare dai giudici, ma significherebbe legittimarli. Indagini e perquisizioni come contro i mafiosi, violata la Costituzione". E poi: "Mai avuto rapporti con Ruby". Cambiato in corsa il testo nel passaggio contro i magistrati: "reazione" diventa "punizione". L'opposizione: "Vuole distogliere l'attenzione". Bossi: "Lo hanno massacrato"

ROMA - "I magistrati cercano di sovvertire il voto popolare". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un messaggio video ai Promotori della Libertà sul caso Ruby. Ed è già un caso una frase pronunciata dal premier sul finale del suo intervento, quando il Cavaliere ha parlato di "punizione" nei confronti dei magistrati che indagano su di lui. Nel testo diffuso dal sito dei Promotori si usa il termine "reazione". Ma il premier ha evidentemente scelto di cambiare a braccio il tono delle sue frasi, usando parole ben più pesanti. Parole che la capogruppo Pd in Senato, Anna Finocchiaro, definisce eversive. Mentre Bossi sostiene il premier: "L'hanno massacrato", dichiara.

GUARDA IL VIDEO

"E' stata messa in atto una operazione degna della lotta contro la "mafia e la camorra", ha affermato il leader del Pdl. Nel corso dell'inchiesta sono state commesse "violazioni di legge incredibili" che vanno "contro i più elementari principi costituzionali". "Vorrei andare subito dai giudici", ha dichiarato, "ma non posso presentarmi da giudici che non hanno competenza né funzionale né territoriale. I pm di Milano, ha proseguito, "non sono legittimati ad indagare".

Reagire alla violenza del pm. Dal presidente del Consiglio durissime accuse alla condotta degli inquirenti. Il premier parla di perquisizioni nei confronti delle ragazze sue ospiti "compiute con il più totale disprezzo della dignità della loro persona e della loro intimità. Sono state maltrattate, sbeffeggiate, costrette a spogliarsi, perquisite corporalmente, fotografati tutti i vestiti, sequestrati tutti i soldi, le carte di credito, i gioielli, i telefoni e i computer. Sono state portate in questura, alcune senza neppure poter chiamare un avvocato e tenute lì dalle otto di mattina fino alle otto di sera senza mangiare e senza poter avere alcun contatto con l'esterno. Trattate, dunque, come criminali in una pericolosa operazione antimafia". Il premier parla di "procedura irrituale e violenta indegna di uno stato di diritto che non può rimanere senza una adeguata punizione".

Persecuzione, potrebbe capitare anche a voi. "Ho avuto finalmente modo di leggere le 389 pagine dell'ultima vera e propria persecuzione giudiziaria, la ventottesima in 17 anni, che la Procura di Milano mi ha notificato con grande e voluto clamore nei giorni scorsi", ha detto Berlusconi. "La mia casa di Arcore è stata sottoposta a un continuo monitoraggio che dura dal gennaio del 2010 per controllare tutte le persone che entravano e uscivano e per quanto tempo vi rimanevano". Il premier sottolinea che quella di Arcore è una residenza nella quale svolge funzioni di governo. "Ma questo comportamento è gravissimo anche per il comune cittadino perché gli toglie qualsiasi possibilità di privacy. Tutto questo", ha avvertito, "potrebbe capitare a chiunque di voi".

Ma rapporti con Ruby. "Mi si contestano rapporti sessuali con una ragazza minore di 18 anni", ha detto il premier. "Questa ragazza ha dichiarato agli avvocati e mille volte a tutti i giornali italiani e stranieri che mai e poi mai ha avuto rapporti sessuali con me e che si era presentata, creduta da tutti come risulta da numerosissime testimonianze, come una egiziana ventiquattrenne, inoltre sia lei sia il suo avvocato hanno radicalmente smentito di aver richiesto o ricevuto offerte di denaro. E vi leggo quello che ha detto la stessa Ruby in una dichiarazione firmata e autenticata dai suoi avvocati: "Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale con l'onorevole Silvio Berlusconi. Nessuno, né l'onorevole Berlusconi né altre persone, mi ha mai prospettato la possibilità di ottenere denari o altre utilità in cambio di una disponibilità ad avere rapporti di carattere sessuale con l'on. Silvio Berlusconi. Posso aggiungere che, invece, ho ricevuto da lui, come forma di aiuto, vista la mia particolare situazione di difficoltà, una somma di denaro. Quando ho conosciuto l'on. Berlusconi, gli ho illustrato la mia condizione personale e famigliare nei seguenti termini: gli ho detto di avere 24 anni, di essere di nazionalità egiziana (non marocchina), di essere originaria di una famiglia di alto livello sociale, in particolare di essere figlia di una nota cantante egiziana. Gli ho detto anche di trovarmi in difficoltà per essere stata ripudiata dalla mia famiglia di origine dopo che mi ero convertita al cattolicesimo". Ecco perché", continua il messaggio del premier, "vorrei fare il processo subito, con queste prove inconfutabili, ma con giudici super partes e non con pm che vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica".

Riforme per fermare questi magistrati. Berlusconi conclude il suo messaggio ostentando serenità e promettendo una reazione: "Non c'è stata nessuna concussione, non c'è stata nessuna induzione alla prostituzione, meno che meno di minorenni. Non c'è stato nulla di cui mi debba vergognare", afferma. "C'è solo un attacco gravissimo di alcuni pubblici ministeri che hanno calpestato le leggi a fini politici con grande risonanza mediatica. Io sono sereno, state sereni anche voi perché la verità vince sempre. Il Governo continuerà a lavorare", garantisce in conclusione "e il Parlamento farà le riforme necessarie per garantire che qualche magistrato non possa più cercare di far fuori illegittimamente chi è stato eletto dai cittadini".

Le reazioni dell'opposizione. "Inaudito minacciare ritorsioni contro magistratura. Chi è responsabile in maggioranza se ne renda conto", dice Anna Finocchiaro (Pd). "E' davvero grottesco che invece di preoccuparsi per come umilia con i suoi comportamenti l'Italia, Berlusconi non trovi di meglio che attaccare in maniera eversiva, minacciando ritorsioni e dicendo ennesime bugie, le istituzioni del nostro Paese. Dovrebbe vergognarsi". Per il suo collega alla Camera, Enrico Franceschini, il video di Berlusconi è "il solito trucco per distogliere l'attenzione". Mentre Casini parla di "dichiarazione di guerra" e consiglia al premier: "Si controlli".

Bossi: "I magistrati lo hanno massacrato". In serata Berlusconi ha ricevuto i vertici della Lega. Prima dell'incontro, Umberto Bossi ha commentato con i giornalisti le affermazioni del premier sui magistrati: "L'hanno massacrato: non si è mai sentito un presidente del Consiglio massacrato in quel modo. Pensate - ha continuato Bossi - se agli uomini non piacessero le donne...".

Fonte: Repubblica


19/01/2011 22:57
 
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Berlusconi: Violata la Costituzione Inchiesta come per mafia

Premier: Una persecuzione.
Bossi: I giudici l'hanno massacrato.
Anm: Attacchi inaccettabili


ROMA - Come già altre volte in passato, Silvio Berlusconi sceglie di difendersi contrattaccando. Ed il suo è un affondo durissimo contro i pm milanesi che indagano sull'affaire Ruby: magistrati di sinistra che, a detta del premier, tentano di sovvertire il voto con palesi violazioni di principi costituzionali commettendo tra l'altro violenze indegne sui testimoni che dovranno essere punite. Ancora una volta, il premier sceglie il video-messaggio ai Promotori della Libertà per la sua controffensiva mediatica. Davanti alla telecamera, sgombra in primo luogo il campo dai dubbi sulla tenuta della coalizione: a suo dire, infatti, il voto incassato dal centrodestra sulla relazione in merito allo stato della giustizia in Italia equivale ad una rinnovata "fiducia" con cui la maggioranza incassa "venti voti" in più dell'opposizione. Segue una puntigliosa memoria difensiva. Dice di aver "finalmente letto le 389 pagine" di quella che definisce "l'ultima persecuzione giudiziaria" ai suoi danni.

La 28esima in 17 anni da parte della Procura di Milano", sottolinea. Ai magistrati milanesi contesta "violazioni di legge incredibili" tese a "sovvertire il voto popolare". Parla di "monitoraggio continuo" di Arcore a partire dal gennaio del 2010 allo scopo di "controllare tutte le persone che entravano e uscivano" dalla sua abitazione. Il tutto con l'utilizzo di "tecniche sofisticate" degne di una "retata contro la mafia o contro la camorra". Sottolinea poi un aspetto che ha risvolti giuridici di non poco conto: in quella casa "svolgo funzioni di governo e di parlamentare", il che rende le "violazioni" da parte dei pm particolarmente "gravi" perché contrarie ai "più elementari principi costituzionali". Inoltre, aggiunge, é la stessa Procura a riconoscere che i fatti contestati "sarebbero stati commessi" in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri. Fatto che a suo giudizio dimostra come "l'unico tribunale competente" sia quello dei ministri. Secondo Berlusconi, poi, la procura di Milano non è né funzionalmente, né territorialmente "legittimata" ad indagare perché il funzionario della questura (che sarebbe stato vittima di concussione) "era a Sesto San Giovanni". E ciò significa che la competenza è del Tribunale di Monza. Il premier sostiene che vorrebbe "andare immediatamente dai giudici" per difendersi da accuse "assurde" che "sarebbe facilissimo smontare", ma aggiunge di non poterlo fare perché si tratta di "pm che vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica".

Il video-messaggio prosegue con una puntuale memoria difensiva in cui il Cavaliere smentisce entrambe le accuse mossegli dai pm: concussione, per aver fatto pressioni sulla questura allo scopo di affidare Ruby a Nicole Minetti, e prostituzione minorile per aver avuto rapporti sessuali con l'allora minorenne marocchina. Berlusconi si scaglia anche contro i metodi usati con le ragazze coinvolte nell'inchiesta, sottolineando che non si tratta di "indagate, ma soltanto di testimoni". Perquisizioni, attacca, "compiute con il più totale disprezzo della dignità della persona e della loro intimità": sono state "maltrattate, sbeffeggiate, costrette a spogliarsi, perquisite corporalmente". Una procedura che definisce "irrituale, violenta e indegna di uno Stato di diritto che non può rimanere senza una adeguata punizione".

Un concetto che il premier rafforza ancor di più, sostituendo la parola "reazione" (contenuta nella versione cartacea del messaggio) con quella assai più dura di "punizione". La chiusa è tutta politica e suona come un monito ai pm: "Io sono sereno; il Governo continuerà a lavorare e il Parlamento farà le riforme necessarie per garantire che qualche magistrato non possa più cercare di far fuori illegittimamente chi è stato eletto dai cittadini".

FAMIGLIA CRISTIANA: NOTTI ARCORE, SQUALLORE E DEPRAVAZIONE - "Le notti di Arcore". Si intitola così il resoconto sul caso Ruby pubblicato sul sito internet di Famiglia Cristiana, che anche oggi torna a esprimersi con posizioni molto dure. "L'affresco delle 'notti di Arcore' che emerge attraverso le intercettazioni di molte ragazze che vi hanno partecipato, allegate alla richiesta di autorizzazione, è un misto di squallore e depravazione", si legge nel testo. "Giovani pronte a 'offrirsi al Drago' in cambio di soldi, gioielli o alla disponibilità di appartamenti, ingaggiate per allietare le feste del 'sultano' ". "Se quanto scrivono i magistrati nella richiesta alla Camera di autorizzazione alla perquisizione dell'ufficio di un collaboratore di Berlusconi venisse confermato - sottolinea on line il settimanale dei Paolini - il quadro sarebbe squallido e sconfortante".

FINI A PREMIER, NON SO COSA CI SIA DA DIVERTIRSI - "L'unico che trova qualcosa di divertente è il presidente del Consiglio, francamente non so cosa ci sia da divertirsi". Con queste parole il presidente della Camera Gianfranco Fini commenta le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio sulla vicenda Ruby. "Gli italiani sono sconcertati per la gravità delle accuse", ha aggiunto affermando: "E' legittimo essere preoccupati per la gravità delle accuse". "Certamente è legittimo essere preoccupati per quello che sta accadendo, soprattutto per il buon nome dell'Italia nel mondo. Credo che molti italiani siano sconcertati per la gravità delle accuse mosse al presidente Berlusconi. L'unico che trova qualcosa di divertente in tutto questo clamore, è il presidente del Consiglio. Francamente non so cosa ci sia da divertirsi" ha detto Fini.

BOSSI, GIUDICI HANNO MASSACRATO PREMIER - ''L'hanno massacrato: non si e' mai sentito un presidente del Consiglio massacrato in quel modo''. Cosi' il leader della Lega, Umberto Bossi, commenta l'attacco del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai magistrati. ''Pensate - ha continuato Bossi - se agli uomini non piacessero le donne...''.

TERZO POLO, PREMIER SI DIMETTA O VOTO - "Se il presidente del Consiglio non é in grado di rispondere nelle sedi competenti alle accuse che gli sono state mosse e quindi di rassicurare un'opinione pubblica profondamente e giustamente turbata deve rassegnare le sue dimissioni e consentire così al Paese la serenità e la speranza per un futuro migliore e alle istituzioni di realizzare le riforme necessarie". E' quanto si legge in una nota diffusa al termine del vertice del Terzo polo in vista delle amministrative. Le forze politiche che si raggruppano nel nuovo polo sostengono che "altrimenti, nel rispetto delle prerogative del capo dello Stato, è meglio chiedere ai cittadini, attraverso il voto di realizzare il cambiamento necessario e urgente". Secondo il Terzo polo inoltre "le gravi vicende emerse in questi giorni confermano e rafforzano le ragioni per le quali nelle scorse settimane il nuovo polo aveva chiesto una profonda svolta politica nella conduzione del Paese".

VIETTI, PM SOVVERSIVI? ACCUSA GRAVE - "Usare espressioni come sovvertimento dell'ordine democratico è tanto grave quanto infondato". Così il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, replica all'accusa rivolta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai pm di Milano che lo hanno messo sotto inchiesta. Ai giornalisti che gli chiedevano se si può palare di uno scontro con la magistratura, Vietti ha risposto: "Noi non vogliamo fare nessuno scontro con nessuno. La magistratura risponde con le regole che il Csm si è dato". E ricordando che il Csm sta per discutere la pratica a tutela del pm di Milano, Fabio De Pasquale, Vietti ha fatto presente che "in questo contesto sarà possibile far valere le buone ragioni che sconsigliano in qualunque occasione ogni iniziativa di delegittimazione dell'ordine giudiziario, che è il presidio di legalità del Paese". Ed ancora ai cronisti che gli facevano presente l'intenzione di Berlusconi di non presentarsi ai magistrati che lo indagano, Vietti ha risposto: "Questo è un problema di Berlusconi e dei suoi avvocati".

Fonte: ANSA


21/01/2011 00:17
 
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SUPERSAGGIO
"Siamo turbati, servono più moralità e legalità"
Dalla Santa Sede messaggio a Berlusconi

Il segretario di Stato Bertone: giuste preoccupazioni.
Napolitano torna a chiedere "maggiore sobrietà e responsabilità".
Bossi gli risponde, poi frena. E avverte il premier: "Si calmi".
Ancora braccio di ferro con Anm e Csm.
E intanto il residence Olgettina sfratta le ragazze: "Danno al decoro"


ROMA - Il sostegno della Lega resta tiepido e condizionato all'approvazione del federalismo, quello delle gerarchie ecclesiastiche potrebbe avere i giorni contati. A sei giorni dall'esplosione dello scandalo Ruby, anche oggi Silvio Berlusconi è stato costretto a fare i conti con una situazione che appare sempre più complicata. Il flop del lancio del Gruppo parlamentare dei "Responsabili" è stata infatti solo la prima tappa di una giornata che ha riservato i colpi più duri nel tardo pomeriggio quando le agenzie di stampa hanno rilanciato le durissime parole pronunciate dal segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone a margine dell'inaugurazione di una casa d'accoglienza nella capitale.

"La Santa Sede segue con preoccupazione le vicende italiane", ha spiegato il cardinale, aggiungendo che la Chiesa condivide il "turbamento" espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per quanto pubblicato dai media riguardo alle accuse mosse al premier. "Lo avete visto - ha sottolineato ai giornalisti - con la nota pubblicata sull'Osservatore Romano". Capo dello Stato che tra l'altro è tornato proprio stasera a chiedere alle forze sociali e politiche e ai cittadini "una maggiore sobrietà nei comportamenti individuali e collettivi". "La Santa Sede - ha scandito ancora il cardinale - segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni". "La Chiesa - ha esortato ancora il segretario di Stato vaticano - spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l'impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità".

In mezzo, tra il colpo ricevuto d'Oltretevere e quello arrivato da Montecitorio, Berlusconi ha dovuto incassare anche le punzecchiature di Umberto Bossi. Il leader del Carroccio risponde a muso duro alla nota vaticana con un singolare "per loro è più facile parlare". E poi spiega: "Berlusconi si è trovato con la casa circondata controllavano tutti quelli che entravano e che uscivano. Perchè non hanno controllato anche là?". Poi, a sera, la consueta marcia indietro: "Mai criticato il Vaticano". Ma insieme avverte Berlusconi "di essere più cauto" e che "tutti insieme devono abbassare i toni, anche i magistrati". Poi, descrivendo lo stato del premier, Bossi si spinge a dire di averlo trovato "un po' gibollato", un termine dialettale, il 'gibollo', per indicare i segni dei colpi ricevuti.

Inoltre per il presidente del Consiglio resta aperta anche la partita con il Csm e la magistratura, resa ancora più aspra dai toni minacciosi usati nel videomessaggio dell'altra sera. Accuse, quelle rivolte dal premier alle toghe, che secondo il presidente dell'Anm Luca Palamara, rappresentano degli "attacchi inaccettabili" che "rischiano di mettere seriamente in discussione l'autonomia e l'indipendenza della magistratura". Per il vicepresidente del Csm Michele Vietti "i processi sommari non si fanno e non si invocano. Nel nostro ordinamento non sono previste 'punizionì per i magistrati. La competenza a valutare la correttezza dei comportamenti dei magistrati è attribuita dalla Costituzione al Consiglio Superiore della Magistratura secondo le procedure stabilite dalla legge". Il Csm ha comunque deciso di rinviare al 9 febbraio sulla pratica a tutela del pubblico ministero di Milano, Fabio De Pasquale, sulla quale ieri i laici di Pdl e Lega avevano fatto mancare il numero legale, uscendo dall'aula. Un rinvio stabilito però con l'impegno dei laici a garantire il numero legale e del resto dei consiglieri a trattare con sollecitudine la questione delle modifiche alle pratiche a tutela.

Intanto una notizia che riguarda alcune delle ragazze coinvolte nelle indagini. L'amministratore del condominio ha sfrattato dal residence le 14 ragazze al centro del 'caso' Ruby: arrecano un "danno al decoro del palazzo". Le giovani della scuderia di Lele Mora dovranno abbandonare i loro appartamenti entro otto giorni. Secondo quanto riferito da una delle giovani donne, Marysthelle, nella lettera di sfratto è spiegato che la decisione è stata presa per le lamentele degli altri inquilini. Nel palazzo di Milano Due, stando a quanto raccontato da alcune testimoni sentite nell'inchiesta sulle feste ad Arcore, vivono soubrette ed escort in comodato d'uso a spese del premier Silvio Berlusconi.

Fonte: Repubblica


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