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SUPERSAGGIO
La Consulta boccia il ricorso della Camera, il processo va avanti
Il Parlamento sosteneva la competenza del Tribunale dei ministri



ROMA - Il processo Ruby, che vede imputato a Milano Silvio Berlusconi di concussione e prostituzione minorile, puo' andare avanti. La Corte costituzionale ha tolto un macigno che rischiava di far ripartire tutto da zero, bocciando nel merito il conflitto di attribuzione che era stato sollevato dalla Camera dei deputati contro i pm di Milano e contro il gip che aveva disposto il giudizio immediato per l'allora premier. La richiesta di Montecitorio alla Consulta era, infatti, quella non solo di dichiarare che ''non spettava'' ai magistrati di Milano procedere, mentre avrebbero dovuto trasmettere gli atti al tribunale dei ministri, ma soprattutto di annullare tutti gli atti compiuti, compreso il decreto con cui un anno fa il gip aveva disposto il giudizio immediato per l'ex premier.

Piu' che soddisfatta percio' la procura di Milano: ''finalmente ha prevalso la forza del diritto su quella del denaro'', commenta il professore Federico Sorrentino, che davanti alla Consulta ha sostenuto le ragioni dell'ufficio giudiziario guidato da Edmondo Bruti Liberati. Molto critico invece il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, che vede nella sentenza la conferma che ''ci troviamo in una democrazia dimezzata''. Mentre il Pd parla di ''sentenza ineccepibile'' (Rosy Bindi), ''esito scontato (Felice Casson) e della dimostrazione che ''Berlusconi ha usato il Parlamento'' (Marilina Samperi). Secondo la Camera - che oggi alla Consulta era rappresentata dal professore Roberto Nania - dunque, i pm avrebbero dovuto subito inviare gli atti del procedimento al tribunale dei ministri: non avendolo fatto avrebbero leso le sue prerogative costituzionali, impedendole di valutare la natura ministeriale del reato di concussione contestato a Berlusconi (per la ormai famosa telefonata alla Questura di Milano in cui chiese il rilascio di Ruby, fermata per un furto, sostenendo che fosse la nipote di Mubarak), ed eventualmente di negare l'autorizzazione a procedere. Una tesi respinta dalla procura di Milano, secondo cui la legge non stabilisce che per "qualunque reato" a carico di un esponente del governo si debbano trasmettere gli atti al tribunale dei ministri e quello contestato a Berlusconi e' un reato ''comune''. Per sapere perche' i giudici costituzionali hanno bocciato le ragioni della Camera bisognera' aspettare il deposito delle motivazioni della sentenza, che potrebbero essere pronte tra venti giorni o al massimo un mese (relatore Giuseppe Tesauro).

Ma, respingendo la tesi della Camera, secondo cui sarebbe del tribunale dei ministri la ''competenza primaria'' a valutare se il reato commesso dal premier o da un altro componente del governo sia di natura ''ministeriale'' , la Consulta non potra' che dire che ''spetta'' invece all'autorita' giudiziaria ordinaria compiere questa qualificazione, come sostenuto dalla procura di Milano. E che tutto questo e' garantito dal meccanismo dei controlli che ci sono all'interno del processo penale. Seppure rapida (in due ore la Corte ha bocciato questo ricorso e un analogo conflitto sollevato dal Senato nei confronti dei magistrati di Napoli nell'ambito di un procedimento a carico dell'ex ministro Mastella), la decisione di dire no alla Camera sarebbe stata presa a maggioranza.

Fonte: ANSA


17/02/2012 16:06
 
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SUPERSAGGIO
Il 'processo Ruby' resta a Milano
Respinte le eccezioni delle difese su compentenza di Messina o Monza


MILANO - Il processo sul caso Ruby che vede imputati Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, resta a Milano. Oggi, infatti, i giudici della quinta sezione penale, hanno respinto tutte le eccezioni delle difese, tra cui quella che indicava come competenti o il tribunale di Messina, citta' dove si e' svolto l'ormai noto concorso di bellezza del settembre 2009 a cui partecipo' la minorenne marocchina, o in via subordinata il tribunale di Monza, perche' ad Arcore sarebbero avvenuti i presunti festini.

Stamani, all'inizio dell'udienza, alla quale e' presente solo una delle cinque ragazze che sono parti civili contro gli imputati, ossia la modella marocchina Imane Fadil, il presidente del collegio Annamaria Gatto ha letto l'ordinanza con cui ha respinto tutte le questioni poste dalle difese. Le difese hanno anche preso atto del provvedimento del presidente del tribunale Livio Pomodoro, depositato gia' nei giorni scorsi, con cui era stata respinta la richiesta dei difensori di riunire il processo ai tre imputati con quello a carico di Silvio Berlusconi, che si svolge sempre oggi in contemporanea. Il collegio ha ritenute infondate le eccezioni sulla nullita' dell'avviso di chiusura delle indagini e di altri atti, sollevate dalle difese che lamentavano il mancato deposito di alcuni documenti e anche la parziale secretazione dei verbali di Ruby. ''Con la secretazione - ha spiegato il giudice Gatto - l'accusa ha interesse a salvaguardare eventuali altri sviluppi investigativi e altri filoni di indagine e il diritto alla riservatezza delle persone citate''. In piu', ''le dichiarazioni di Ruby sono solo uno degli innumerevoli elementi prodotti dall'accusa''. Per quanto riguarda la questione dell'incompetenza territoriale dei giudici milanesi, il giudice Gatta ha spiegato che ''in questa fase'' il collegio deve basarsi solo sul capo d'imputazione e non puo' valutare nel merito le condotte avvenute nel settembre 2009 nel corso del concorso di bellezza a Messina. Quindi, e in sostanza, i giudici si debbono basare sulla ricostruzione dell'accusa che indica che le condotte di induzione alla prostituzione si sono realizzate a Milano.

L'accusa e le difese sono contrari alle riprese televisive nel processo, mentre le parti civili, che rappresentano cinque ragazze che sarebbero state presenti ad alcune serate nella villa dell'ex premier Berlusconi, si sono rimesse sul punto alla valutazione dei giudici, che decideranno nella prossima udienza, fissata per il prossimo 2 marzo. Oggi i lavori d'aula si sono conclusi in breve tempo e i giudici hanno ridotto il calendario delle udienze gia' fissate.

Oggi il collegio della quinta sezione penale di Milano, presieduto da Annamaria Gatto, ha 'bocciato' tutte le eccezioni sollevate dai difensori, tra cui anche quella di incompetenza territoriale di Milano a favore di Messina o Monza. Dopo la lettura dell'ordinanza, l'avvocato Gaetano Pecorella, uno dei legali di Fede, ha annunciato pero' che nella prossima udienza presentera' un'altra eccezione. Poi il giudice Gatto ha chiesto alle parti di interloquire sulle richieste di riprese delle udienze avanzate da molte emittenti tv. Il procuratore aggiunto Pietro Forno, cosi' come i difensori, si sono limitati a rispondere con un ''siamo contrari''. Mentre gli avvocati delle ragazze (Ambra Battilana, Chiara Danese, Imane Fadil, Barbara Guerra, Iris Berardi) non si sono opposti alle riprese, rimettendosi ai giudici. Il 2 marzo, il collegio decidera'. Causa poi la presenza nella stessa sezione di altri processi con detenuti, i giudici hanno ridotto il calendario delle udienze che erano state fissate per tutti i venerdi'. Quasi dimezzate.

Ecco le nuove date: 2-16-30 marzo; 13-27 aprile; 4-11 maggio; 15-22 giugno; 6-20 luglio; dal 28 settembre al 21 dicembre tutti i venerdi', tranne il 2 novembre e il 7 dicembre.

Fonte: ANSA


03/03/2012 22:11
 
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Proposta Pd: via il reato di concussione.
Silvio salvo al processo-Ruby


ROMA – Il Pd propone di abrogare il reato di concussione per trasformarlo in corruzione o estorsione: il primo, clamoroso effetto, si avvertirebbe a Milano, dove al processo-Ruby, Silvio Berlusconi verrebbe immediatamente prosciolto per il capo d’accusa ritenuto più solido. Se il reato non esiste più Berlusconi non può essere processato come concussore, quella telefonata alla Questura, in cui l’ex primo ministro accreditava la minorenne marocchina come nipote di Mubarak, processualmente diventa quasi irrilevante.

Quasi, perché al massimo a Berlusconi potrebbe essere contestato l’abuso di ufficio, di gran lunga meno grave della concussione. L’abuso è punito con 3 anni, la concussione con 12. Nel processo Berlusconi dovrebbe, a questo punto, affrontare solo l’accusa di prostituzione minorile, fattispecie di reato molto più difficile da provare. Insomma la telefonata rischiava di inchiodarlo, la cancellazione del reato lo salva. Proscioglimento quindi, perché il reato è caduto e quello nuovo non esisteva al momento del fatto.

L’emendamento (dove si propone la cancellazione del reato) del Pd al ddl anticorruzione viene visto come un punto di partenza per un’intesa complessiva per la riforma. In effetti tra concussione e corruzione ci sono diverse punti di contatto: anche da un punto di vista etimologico il termine deriva da concussus, participio passato di concutere, in italiano “estorcere”. L’obiettivo dichiarato dai proponenti Pd è di “rendere più netti i contorni dei comportamenti corruttivi rispetto a situazioni in cui la vittima subisce pressioni, minacce, anche indirette, o violenza da parte del pubblico ufficiale che abusa delle sue funzioni”. Obiettivo posto anche da Ocse e Consiglio d’Europa per contrastare più efficacemente la corruzione internazionale: spesso, infatti, il concusso è considerato “vittima” e quindi non è punibile. In generale il ddl anticorruzione su cui si discute prevede un inasprimento delle pene per i reati di corruzione e un conseguente aumento degli anni necessari alla prescrizione.

Tuttavia, il significato politico di questa cancellazione rischia di apparire pesantemente ingigantito in termini di patto innaturale o inciucio che dir si voglia. Il “salvataggio” del premier al processo e la concomitante apertura di dialogo in tema di larghe intese è difficile farli derubricarli a semplici coincidenze. Non passa inosservato, per esempio, come sul Sole 24 Ore di venerdì 2 marzo, la notizia della cancellazione del reato sia posta accanto al rilancio in tema di grandi intese (Pdl, Pd e Terzo Polo alleati nel 2013) compiuto dallo stesso Berlusconi. “Possibili se c’è accordo con il Pd sulle riforme” ha spiegato Silvio Berlusconi.

Cosa dice l’art. 317 che si vuole abrogare? “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni”. In effetti, l’accusa della procura di Milano verteva proprio sull’induzione, contestata a Berlusconi, nei confronti del funzionario di Polizia, a fornire prestazioni non dovute. Indurre nel senso di persuadere abusando di poteri fuori dai casi o al di là dei limiti stabiliti dalla legge.

Fonte: blitzquotidiano


25/06/2013 00:48
 
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Berlusconi condannato a 7 anni:
interdizione perpetua dai pubblici uffici


ROMA – Silvio Berlusconi è stato condannato a 7 anni, un anno in più rispetto alla richiesta dei pubblici ministeri. Ovvero 6 anni per concussione più un anno per prostituzione minorile. La condanna comporta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici: Berlusconi non potrà avere incarichi pubblici, non potrà essere eletto né votato, non potrà più essere premier. Naturalmente, sempre che la sentenza venga confermata in Cassazione. Il giudice ha anche letto una lunga lista di nomi delle partecipanti alle cene di Arcore perché la procura indaghi su eventuali profili penali nella loro condotta: molte delle cosiddette “Olgettine” hanno sempre negato che ci fosse del sesso mercenario ad Arcore. E l’indicazione del tribunale sembra dire che ci fosse un accordo perché le ragazze tacessero e mentissero. “Concussione per costrizione“, questo il reato per il quale è stato condannato Berlusconi, oltre che per prostituzione minorile.

La sentenza, seppure di primo grado, dice che ad Arcore c’era prostituzione e anche prostituzione minorile. Non solo: tutti coloro che hanno negato questa tesi accusatoria lo hanno fatto per denaro o comunque per un accordo. Per difendere questo sistema di prostituzione c’è stata concussione per costrizione su pubblico ufficiale, ovvero le pressioni per far uscire la “nipote di Mubarak” dalla questura di Milano il più presto possibile, mentre l’ultimo ordine del pm dei minori, quella notte, era stato quello di affidarla a una comunità.

Confisca beni a Ruby, come beni frutto di un reato, questo dice ancora la sentenza. Ovvero che Ruby sia stata pagata non solo per le prestazione ma anche per le dichiarazioni mendaci. Ne esce fuori l’idea di un capo del governo che si intratteneva a casa sua serate con prostitute, il che non è reato, ma è reato in presenza di una minorenne. Ed è intervenuto su un pubblico ufficiale per contravvenire la legge.

Come può un leader politico reggere un simile impatto? E nonostante 20 anni di accuse e controaccuse tra Berlusconi e la magistratura come si può immaginare un Berlusconi che non reagisca, costi quel che costi al governo Letta e alle istituzioni? Anche se assuefatti noi italiani assistiamo a qualcosa di unico al mondo: un ex capo del governo, leader di un partito attualmente al governo, riconosciuto da un tribunale come organizzatore di serate con prostitute minorenni e corruttore di pubblici ufficiali. Davanti ad accuse, ed ora sentenze, così pesanti, nel resto del mondo un leader smette di fare politica. Da noi, semmai, ricomincia. I suoi parlano di sentenza politica. E’ quello che ha detto Fabrizio Cicchitto appena letta la sentenza. Niccolò Ghedini, avvocato nel processo e deputato Pdl, spiega che il processo non poteva essere tenuto a Milano. Gelmini rilancia: “Berlusconi è, nonostante tutto, più forte di prima. Cresce il numero delle persone che gli sono vicine anche per questa dolorosa persecuzione che va avanti da venti anni. Il Presidente Berlusconi deve sapere che tanti lo stimano sia come persona che come leader”.

Le richieste di pena. Nei confronti di Berlusconi i pm di Milano avevano chiesto la condanna a 6 anni di carcere, l‘interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto a ricoprire incarichi in associazioni frequentate abitualmente da minori. La difesa di Berlusconi, invece, rappresentata dagli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, aveva chiesto l’assoluzione piena e in subordine il trasferimento degli atti a Monza.

Accusa e difesa. Secondo l’accusa quello di Arcore era un “sistema prostitutivo” organizzato e Berlusconi avrebbe avuto rapporti sessuali con Ruby quando la marocchina era ancora minorenne. Soprattutto, sempre secondo i pm di Milano, il Cavaliere sarebbe stato al corrente dell’età della giovane marocchina.

Secondo la Difesa, invece, ad Arcore non ci sarebbe stata traccia di Bunga Bunga ma solo di “cene eleganti” e di “burlesque”. Quanto a Ruby sarebbe stata invitata ad Arcore perché avrebbe detto di avere 24 anni e di essere la “nipote di Mubarak”.

Fonte: blitzquotidiano


18/07/2014 13:49
 
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Sentenza Ruby, Berlusconi assolto in appello

In primo grado l'ex premier era stato condannato a 7 anni



I giudici della seconda Corte d'Appello di Milano hanno assolto Silvio Berlusconi, imputato per concussione e prostituzione minorile nel processo Ruby, per entrambi i capi di imputazione. In primo grado l'ex premier era stato condannato a 7 anni. I giudici della seconda Corte d'Appello di Milano, nel processo Ruby, hanno assolto Berlusconi dal reato di concussione "perché il fatto non sussiste" e dal reato di prostituzione minorile "perché il fatto non costituisce reato".

E' una sentenza ''che va oltre le più rosee previsioni''. Così l'avvocato e professore Franco Coppi ha commentato coi cronisti la sentenza di assoluzione per il caso Ruby nel processo d'appello a carico di Silvio Berlusconi. ''Se dovessi fare ora delle lezioni, porterei questo processo come esempio dell'insussistenza dei reati contestati'', ha aggiunto Coppi, uno dei difensori di Silvio Berlusconi.

Uno dei motivi per cui Silvio Berlusconi è stato assolto dal reato di prostituzione minorile ''perchè il fatto non costituisce reato'' potrebbe essere che l'ex premier non era a conoscenza che Ruby fosse minorenne, spiega Franco Coppi chiarendo che questa ''era una delle nostre tesi'' ma anche che bisognerà attendere le motivazioni. L'assoluzione dalla concussione ''perchè il fatto non sussiste'', invece, secondo il legale ''è più semplice, il fatto è inesistente''.

Silvio Berlusconi ha lasciato la Sacra Famiglia di Cesano Boscone senza parlare. Ha solo fatto fermare l'auto, abbassando il finestrino, per salutare la 'pasionaria', la sua sostenitrice cui ha stretto la mano ringraziandola.

Ruby, a Cesano Boscone 'pasionaria' sfodera cartello gioia. ''Mai si ruba e nessuno 'Ruby' la pace di Silvio. Giustizia fatta e dovuta'': una singola sostenitrice di Berlusconi, nota come la 'pasionaria', ha appena innalzato un cartello con questa scritta fuori dall'istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, per festeggiare la notizia della assoluzione di Berlusconi. All' interno della struttura c'è, come ogni venerdì da settimane, Silvio Berlusconi per i servizi sociali.

Le repliche prima della camera di consiglio e della sentenza. Questa mattina, prima che i giudici della seconda Corte d'Appello si ritirassero in camera di consiglio, c'è stato spazio per brevi repliche. Repliche che hanno riguardato una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2006, in base alla quale, per la difesa, i tabulati telefonici agli atti del processo sono inutilizzabili perché non consentono la loro acquisizione in maniera indeterminata. Per gli avvocati Filippo Dinacci e Franco Coppi, legali dell'ex premier, non c'è un bilanciamento tra il loro utilizzo per accertamenti giudiziali e il diritto alla riservatezza. Non così per il sostituto pg Piero De Petris che ha osservato che nel nostro ordinamento "ci sono tutti i presidi che realizzano quel bilanciamento" in quanto sono acquisiti con un provvedimento dell'autorità giudiziaria poi sottoposto a un controllo del giudice. Il pg al termine della sua requisitoria aveva chiesto la conferma dei 7 anni di carcere inflitti a Berlusconi dal Tribunale il 24 giugno dell'anno scorso. La difesa ha chiesto invece l'annullamento della sentenza di primo grado e l'assoluzione del leader di Forza Italia "perché il fatto non sussiste".

Fonte: ANSA


11/03/2015 11:31
 
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Ruby, la Cassazione conferma l'assoluzione di Berlusconi
Respinto ricorso pg di Milano. Ex premier: felice, ora torno in campo




Dopo una lunghissima camera di consiglio durata diverse ore, la Cassazione ha reso definitiva l'assoluzione dell'ex premier Silvio Berlusconi dall'accusa di concussione e prostituzione minorile. In primo grado il leader di Forza Italia era stato condannato a sette anni di reclusione dal tribunale di Milano. In appello, invece, fu prosciolto e ora gli 'ermellini' hanno convalidato quella decisione e hanno rigettato il ricorso del sostituto procuratore della Corte d'Appello di Milano, Pietro De Petris. Nella sua requisitoria, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Eduardo Scardaccione, aveva sottolineato "la piena sussistenza" dei reati contestati all'ex premier. Per quanto riguarda l'accusa più grave, quella di concussione, ad avviso del pg nella telefonata che Berlusconi fece al capo di gabinetto della questura di Milano, Pietro Ostuni, era stata esercitata "una pressione irresistibile per la sproporzione tra il soggetto che 'subiva' la telefonata e il soggetto che da presidente del Consiglio, aveva chiamato". Secondo il pg questa è stata la "violenza originaria" che ha caratterizzato il reato concussivo.

"La violenza di Berlusconi è stata grave, perdurante e inammissibile" ed inoltre fin dall'inizio "era consapevole che Ruby era minorenne", tanto è vero che il capo della scorta dell'ex premier, Estorelli, "usa la parola affido parlando della ragazza": "non c'è nessun dubbio che ci sia stata costrizione, in quella telefonata, e che la indebita prestazione, il rilascio di Ruby, sia stata ottenuta in un settore delicatissimo quale è quello della custodia dei minori". Scardaccione, inoltre, ha definito "l'episodio nel quale Berlusconi dice che Ruby è la nipote di Mubarak è degno di un film di Mel Brooks: episodio per il quale ci ha riso dietro il mondo intero". Durissimo, infine, l'affondo del pg sulla "passione per le minorenni" nutrita da Silvio Berlusconi: ad avviso di Scardaccione "non è una coincidenza che, per usare le parole di Ruby, Noemi Letizia era la sua pupilla e Ruby il suo 'fondoschiena', ed entrambe erano due minorenni". Nonostante il braccio rotto e il tutore, il professore Franco Coppi ha risposto alle obiezioni del pg catturando l'attenzione del collegio presieduto da Nicola Milo. "La sentenza di assoluzione ammette che ad Arcore si sono svolte cene e prostituzione a pagamento, cosa che la difesa non contesta, ma nella sentenza non si trova la prova di alcuna minaccia implicita od esplicita rivolta a Ostuni".

Coppi ha poi aggiunto: "il mio assistito non me ne vorrà, ma io non posso calarmi il velo davanti agli occhi: queste ragazze frequentavano Berlusconi e lo chiamavano quando si trovavano nei guai o avevano dei problemi" ma l'ex premier - ha proseguito Coppi - non sapeva assolutamente che Ruby era minorenne, tanto è vero che nella telefonata nella quale la sente la notte tra il 27 e 28 maggio, le fa una scenata e da quel momento non la vuole più rivedere". Per quanto riguarda l'accusa di concussione, per Coppi, "a tutto voler concedere all'accusa, c'è solo stata una telefonata nella quale Berlusconi dice che c'è una consigliera regionale pronta a prendersi carico di Ruby". La Minetti, spiega Coppi, "si rivelerà poi per quel che è, ma quella sera come consigliere regionale aveva tutte le carte in regola per ottenere l'affido di Ruby". E Coppi, in proposito, ha messo in evidenza come in questura quella notte "erano tutto ben contenti di 'sbolognare' la ragazza e di non averla tra i piedi", e furono seguite "tutte le procedure per questi casi: identificazione, foto segnalazione e ricerca di una comunità". Dopo Coppi ha preso la parola l'avvocato Filippo Dinacci, e anche lui ha chiesto il rigetto del ricorso del pg di Milano, De Petris, contro l'assoluzione. Tra circa un mese si conosceranno le motivazioni della decisione dei supremi giudici la cui estensione è affidata all'ex gip di Roma, Orlando Villoni.

"Tanta felicità". Così da Arcore, dove Silvio Berlusconi ha appreso la notizia della sua assoluzione per il processo Ruby dopo nove ore di camera di consiglio dei giudici della Cassazione, commentano la sentenza della Suprema Corte. Il Cavaliere a quanti lo hanno raggiunto telefonicamente arrivando ad intasare i centralini della sua residenza milanese avrebbe semplicemente detto di essere appunto felice della notizia che mette fine ad un incubo: è stata ribadita la mia innocenza - è in sintesi il ragionamento dell'ex premier - cosa hanno combinato e cosa ho dovuto passare per un processo insensato e ingiusto. Ora aspetto buone notizie anche dalla Corte Europea. Con i suoi consiglieri il Cavaliere si è detto pronto a tornare in campo, E c'è chi pensa che la sua prima battaglia sarà per modificare la legge Severino che gli impedisce di potersi candidare. E' quello infatti l'ultimo passaggio a cui guarda Berlusconi fiducioso in una sua totale riabilitazione. La notizia dell'assoluzione dell'ex capo di governo ricompatta anche il partito dopo le divisioni e gli scontri delle ultime ore: "E' un'ottima notizia che risarcisce però solo in minima parte tutto quello che ha subito Berlusconi", è il commento di Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia che a questo punto auspica che possa esserci "una riforma della giustizia che metta al sicuro l'equilibrio della democrazia nel nostro paese. Dopo di lui sono in molti ad intervenire anche via twitter, da Maurizio Gasparri che parla di "fine di una persecuzione", a Debora Bergamini che scrive: "che grande gioia dopo tante amarezze e tante montature". Tra i big azzurri però ci si chiede ora chi ripagherà il Cavaliere per quanto accaduto, tra i primi a domandarselo è Luca D'Alessandro: "la domanda è d'obbligo, chi ripagherà il leader di Forza Italia dalla denigrazione e dal massacro mediatico a cui è stato sottoposto in questi anni". Al deputato azzurro fa eco Anna Maria Bernini, vice presidente dei senatori FI che affida ad un tweet il suo pensiero: "assolto, ma chi risarcisce Berlusconi della sofferenza e dei danni politici di questi anni?".

Fonte: ANSA


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