La Leonessa Francesca Schiavone pronta a ruggire a Pechino
Checché se ne dica e scriva, non ama particolarmente il soprannome “Leonessa”, anche se ormai tutti la conoscono con questo nickname; la stagione, purtroppo, è stata avara di soddisfazioni finora, e, dulcis in fundo, la brindisina Flavia Pennetta, 26 anni, ora n.17 al mondo, le ha scippato lo scettro di prima tennista italiana, almeno secondo il computer. Ma. C’è un ma.
IL RICORDO DI ATENE
All’orizzonte ecco spuntare i Giochi Olimpici (il torneo di tennis inizierà il 10 agosto), con i quali Francesca Schiavone, milanese, classe 1980, oggi n.26 Wta e in passato, nel 2006, undicesima giocatrice al mondo, ha un rapporto tutto speciale. «Le Olimpiadi sono la manifestazione sportiva più importante che esiste - racconta - e per me quella di Atene è stata un’esperienza fantastica, soprattutto sotto il profilo umano». Anche sotto quello strettamente sportivo, aggiungiamo noi, visto che Francesca è arrivata a un passo dalla medaglia, arrendendosi solo nei quarti di finale per mano della russa Anastasia Myskina, all’epoca n.3 del mondo e vincitrice del Roland Garros. L’importante è non ricordarle il... punteggio, visto che la bella moscovita si impose 6-1, 6-2 in 55 minuti di gioco, con la Schiavone mai in partita. «Un’esperienza assolutamente formativa - commenta oggi - Sono cresciuta grazie a quel torneo. Nel villaggio, però, sono stata benissimo, mi sono sentita davvero cittadina del mondo».
MILANO NEL CUORE
A proposito. Francesca Milano, la sua città, ce l'ha nel sangue. E' cresciuta al Tennis Club Bonacossa, bel centro sportivo che ospitò pure un Italia-Svezia di Fed Cup (2001), con vista sul tradizionale... Ponte della Ghisolfa. Da anni non abita più nel capoluogo lombardo, ma appena può ci torna, anche per tifare la sua Inter: «Andavo a San Siro a fare la bagarina, ma... ai concerti di Ligabue e Vasco, giusto per arrotondare un po’ - spiega -. A Milano sono rimasti i miei genitori, mio fratello, i primi amici. E anche tanti ricordi, per esempio i miei angoli segreti dove mi rifugiavo a leggere, nel Gallaratese».
SOGNA IL GRANDE TORNEO
Lei ancora non ha accantonato il sogno di conquistare un torneo della Slam (mai nessuna italiana c’è riuscita), anche se adesso scopriamo che l’oro olimpico «vale più di Wimbledon », parole sue. In carriera ha vinto un solo torneo del circuito Wta, a Bad Gastein, sulla terra rossa austriaca, il 29 luglio 2007. Ma ha giocato finali importanti a Bali, Mosca, Sydney e Amelia Island, tra le altre. E poi in bacheca c’è comunque la gemma più preziosa, ossia quella Fed Cup (la Davis al femminile), conquistata nel 2006 con il suo “modesto” contributo, 5 singolari vinti su sei e l’impresa di Nancy contro la Mauresmo nei quarti: 4-6, 7-6, 6-4 alla numero 1 dell'epoca.
«Lo confesso, dopo quel successo mi sono emozionata», disse. Storia. Adesso bisogna riscriverla. Una medaglia olimpica nel tennis femminile, infatti, l’Italia non l’ha ancora vinta.
Aldo Castoldi
milano.cronacaqui.it