Arrivò al Manchester United a 15 anni, nel 1968 vinse Pallone d'Oro e Coppa Campioni
Londra - ''Ho speso un sacco di soldi per alcool, donne e macchine veloci... Tutti gli altri li ho sperperati''. La filosofia di vita di George Best e' raccolta in questa frase. Il resto e' uno snocciolare di date ed eventi. Una carriera ad alti livelli interrotta all'eta' di 26 anni, quando Best ha definitivamente messo l'alcool e la bella vita davanti al calcio.
George Best era nato a Belfast il 22 maggio del 1946. A scoprirlo, nella squadra della Cregagh Boys Club and Lisnasharragh Intermediate School, fu Bob Bishop, un osservatore del Manchester United: ''Ho trovato un genio''. Arrivato all'Old Trafford nell'agosto del 1961 a 15 anni, debutto' in Premier League nel 1963; Best ha vestito la maglia dei Red Devils 361 volte, segnando 136 gol. 37, invece, le presenze e 9 i gol nella nazionale dell'Irlanda del Nord. Con la maglia del Manchester United, Best ha vinto due campionati (1965 e 1967) ed una Coppa dei Campioni (1968). Best ha anche giocato con Dunstable, Stockport, Cork Celtic, Fulham, Los Angeles Aztecs, Fort Lauderdale, Hibernian, San Jose, Bournemouth, Brisbane Lions.
Fu il quinto Beatle, cosi' soprannominato per il suo modo di essere fuori dalla norma, per l'epoca, esattamente come lo era il rivoluzionario quartetto di Liverpool. Il soprannome gli venne attribuito dalla stampa portoghese nel 1965 alla fine di un match in cui Best, praticamente da solo, distrusse il Benfica, una delle squadre piu' forti d'Europa in quel periodo.
Anche se in quella stagione il Manchester United rimase a mani vuote, la popolarita' di Best, idolatrato dal pubblico, arrivo' alle stelle. Il picco pero' fu raggiunto tre anni dopo con la finale di Coppa dei Campioni del 1968 contro il Benfica, giocata a Wembley. Una finale che dominata dai portoghesi fino a quando Best decise di caricarsi la squadra sulle spalle: fini' 4-1 per i 'Busby Babes' e, grazie anche a quella prestazione, all'irlandese fu assegnato il Pallone d'Oro. Best strego' tutti con una giocata: ricevuta la palla spalle alla porta, l'irlandese supero' il diretto avversario con una finta, si presento' davanti al portiere e lo invito' all'uscita: dribbling secco e palla lentamente depositata in rete.
''Quante volte ho sognato di dribblare il portiere, girargli intorno, fermare la palla sulla linea di porta, chinarmi e spingerla in rete di testa'', racconto' Best. ''Fui molto tentato di farlo nella finale di Wembley: avevo dribblato il portiere ed ero solo a pochi passi dalla porta. Ma poi mi sono svegliato: avrei potuto far morire d'infarto il nostro manager''. Best aveva il mondo ai suoi piedi, ma a determinare, in maniera negativa, il resto della sua vita sportiva, fu l'addio di Matt Busby, l'unico uomo capace di contenerne gli eccessi. Dopo pochi alti e molti bassi, Best fu cacciato dal Manchester United nel 1974. Il ritiro effettivo avvenne nel 1983, ma la sua carriera era gia' finita con l'addio all'Old Trafford. La sua ultima squadra fu quella della prigione Ford Open nel Sussex, dove Best era stato spedito in seguito ad un arresto per guida in stato di ebrezza e violenza. Una battaglia costante, quella contro l'alcool, evidentemente persa.
(Spr/Adnkronos)