Serie A - Il giusto prezzo
Non è passato inosservato il tuffo di Marcelo Zalayeta in occasione del secondo rigore guadagnato dal Napoli contro la Juventus nell'anticipo serale della 9a giornata di serie A. Il giudice sportivo ha deciso di fermare l'attaccante per due giornate in base alla prova tv.
Secondo il giudice sportivo è evidente dalle immagini che la caduta di Zalayeta "non sia stata determinata dall'azione di alcun calciatore avversario" così come è evidente che "l'erronea assegnazione del calcio di rigore sia scaturita dalla condotta dello stesso Zalayeta". Ciò che fa scattare la squalifica è il fatto che, dopo il fischio arbitrale, il calciatore del Napoli non abbia fatto nulla "in violazione degli elementari principi di lealtà sportiva" per evitare l'assegnazione del rigore "che più di ogni altro sapeva essere ingiusto".
Bergonzi insomma ci avrà messo anche del suo ma la simulazione dell'uruguayano è stata plateale. Giusta, in questo senso, la squalifica del giocatore. Si pensava a uno stop anche per Lavezzi ma per quanto riguarda l'argentino si è deciso di soprassedere.
E sì che per quanto riguarda il "caso Zalayeta" sarebbe bastato che il centravanti fosse andato dall'arbitro e dire semplicemente che il rigore non c'era. Avrebbe evitato l'ammonizione a Buffon e, soprattutto, avrebbe mandato un segnale importante. Aiutare gli arbitri significa farlo con i fatti e non soltanto a parole.
Sono invece sotto esame i comportamenti dei due giocatori del Parma Couto e Morfeo. Nella sfida salvezza contro il Livorno, il difensore portoghese aveva sputato contro Bogdani quando questo era girato di spalle, mentre il fantasista, poi autore del gol vittoria gialloblu, aveva schiaffeggiato sempre l'attaccante albanese durante uno dei contrasti nel concitato finale di partita.
Andrea Tabacco / Eurosport