L’Italia ha un solo velocista di alto livello: è Roberto Chiappa, 34 anni, umbro di Casteltodino. L’Italia non ha un velodromo coperto dove potersi allenare con continuità senza «emigrare» in Spagna, Germania o Svizzera. L’Italia non ha una scuola di velocità degna della tradizione di Maspes o Gaiardoni. Però domani con Chiappa possiamo sperare nel titolo mondiale, o quantomeno in una medaglia.
La seconda giornata dei Mondiali su pista a Manchester ha finalmente regalato un sorriso alla spedizione azzurra, incentrata proprio su Chiappa in velocità e keirin, e su Vera Carrara, la due volte iridata della corsa a punti che gareggerà sabato. Chiappa si è qualificato per la semifinale di venerdì sera (inizio alle 20) contro l’inglese Chris Hoy dopo quattro prestazioni di altissimo livello. Prima la qualificazione sui 200 metri lanciati in 10"187, record italiano eguagliato: il primato precedente era sempre di Chiappa, che l’aveva stabilito ben 13 anni fa, in quota, ai Mondiali di Bogotà 1995. Poi i successi nei sedicesimi contro l’inglese Edgar (10"636), negli ottavi sul fenomenale francese Sireau (10"572) e nei quarti sull’ucraino Vynokourov (10"619, 10"613). "Ho dimostrato che posso battere chiunque. Dopo due anni di buio, il 2003 e 2004, quando la Federazione non credeva più nella velocità, ho ripreso, con sacrifici immensi. In questo Mondiale sto bene, ma non sono al top. Punto all’Olimpiade di Pechino nella velocità e nel keirin. Voglio una medaglia, poi chiuderò la carriera".
Dal nostro inviatoLuca Gialanella

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