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Marystelle, la "fedelissima" di Arcore
con droga sul comò e traffici in codice

Dalle carte dell'inchiesta milanese emerge il ruolo tanto centrale quanto ambiguo della Polanco.
Ruby avrebbe raccontato ai pm: "Portai a mia madre 40 mila euro ricevuti da Berlusconi"


MILANO - Sull'accusa al premier si sa, ormai, abbastanza. Sulle notti del bunga bunga pure. Ancora ieri Silvio Berlusconi, in qualità di premier, è intervenuto al congresso dei Cristiani riformisti e si è rivolto ai più giovani: "Invito tutti al bunga bunga... Non è quello che scrivono i giornali. Significa semplicemente divertirsi, fare quattro salti, magari bere qualcosa. Sempre con grande eleganza, senza nulla di immorale, come si conviene a una casa in cui non può accadere nulla di men che lecito". Ecco, la lettura delle 782 pagine che compongono la richiesta di giudizio immediato, accettata dal giudice, non solo smentisce questa ricostruzione, ma sta rivelando altri due aspetti, sinora un po' in ombra, come droga e prostituzione. Di certo, il concetto di "cene tra persone perbene", la prima versione fornita da Berlusconi, va sbriciolandosi.

La miglior amica della Minetti
Chi sembra avere una frequentazione assidua con il mondo della droga è Marystelle Polanco, una presenza immancabile alle serate del Cavaliere. L'arresto del suo convivente, il 3 agosto scorso, nel suo appartamento di via Olgettina (in cantina sono stati rinvenuti 12 chili di cocaina), ha agitato anche l'entourage di Silvio Berlusconi. E l'estraneità all'imponente giro di droga della starlette di Colorado Cafè non convince i finanzieri. Ascoltata a verbale il 5 agosto, la Polanco sottolinea il rapporto con Nicole Minetti, "è la mia migliore amica". I militari, in un rapporto inviato alla procura, evidenziano però come "non si comprendano le ragioni che hanno portato Garcia Polanco a ospitare e\o convivere con Ramirez De La Rosa (il convivente finito in manette, ndr)". Quello che insospettisce i militari del reparto speciale del Goa sono "le inadeguate e frammentarie giustificazioni addotte dalla Polanco circa il possesso di 4.800 euro in contanti". La somma, si legge nel verbale "è indicativamente la cifra necessaria all'acquisto di 100 grammi di cocaina sulla piazza milanese".

Intercettata un mese dopo, l'8 settembre, Marystelle non sembra essere rimasta così scossa dall'arresto del suo convivente. Anzi. Una donna al telefono le "racconta che si è informata bene sul fatto che il loro conoscente (Cucy, ndr) è stato arrestato in Spagna perché stava portando della droga a Venezia". Il 26 settembre, la soubrette cerca nervosamente di avere un appuntamento nella zona milanese di Cascina Gobba, con Eric, che i militari definiscono "interlocutore con un accento nordafricano". I due, dopo tre telefonate, in maniera criptica si accordano su un probabile scambio. Eric comunica alla Polanco di avere "15, anche 20". Marystelle gli replica "ok, due di 15".

Il 26 ottobre risultano contatti con tale Luis Jorge Zulueta, nome noto alle autorità: "Risulta avere precedenti per produzione e traffico di sostanze stupefacenti". Luis Jorge finirà in carcere due mesi dopo questa telefonata. Il 14 gennaio scorso, durante la perquisizione delle abitazioni di via Olgettina, la polizia rinviene "sul comò della camera dal letto" di Marystelle, "tracce non quantificabili di marijuana". "La stessa Polanco dichiarava essere marijuana, del peso lordo di 1,3 grammi, dicendo che la deteneva per uso personale". Scatta la denuncia.

Le nove foto della Guerra
Con le perquisizioni del 14 gennaio, sono state analizzate anche le schede dei pc delle ragazze di Arcore. I risultati hanno certificato che Barbara Guerra ha scattato nove fotografie durante una serata del bunga bunga. Gli investigatori raggiungono la certezza "che le immagini sono state ritratte utilizzando un terminale iPhone, data degli scatti 24 ottobre 2010 a partire dalle ore 4.51". Incrociando questi elementi con i tracciati telefonici si ha quindi la certezza che a quell'ora, "l'utenza in uso alla Guerra impegna la cella ubicata in Arcore". Le immagini allegate alla richiesta di immediato inviato dalla procura di Milano al gip Cristina Di Censo, sono due. Una ritrae una camera da letto, l'altra una libreria con due foto di Silvio Berlusconi giovane. Immagini simili le aveva scattate Patrizia D'Addario, durante le nottate trascorse nella residenza romana del Cavaliere ormai due anni fa.

Le ospiti prostitute
Mentre la marocchina Ruby Karima, confida ai magistrati che dei 187 mila euro ricevuti dal premier "ne ho girati 40mila a mia mamma", le sue compagne di bunga bunga cercavano di arrotondare anche altrove. C'è chi chiedeva fino a mille euro a incontro, oppure riceveva inviti a Dubai piuttosto che nel Principato di Monaco. Di più. Le ospiti della Dimora Olgettina potevano permettersi anche il lusso di scegliere i clienti, rifiutare inviti perché la cifra offerta era poco congrua ("800 euro? No, sono cambiati i tempi tesoro", risponde a un'offerta di tale Ciro la giovanissima Iris Berardi).

Ecco chi sono molte delle frequentatrici del bunga bunga arcoriano. Telefonate, sms, le rubriche telefoniche non lasciano spazio alla fantasia. Solo il 13 gennaio scorso, alla vigilia delle perquisizioni, Arisleida Espinosa chiama Barbara Guerra. Sono le più presenti alle cene di Arcore. "Barbara spiega a Iris - annotano nei "brogliacci" gli investigatori - di aver parlato chiaro con l'amico rispetto all'invito a cena con gli uomini provenienti da Dubai i quali vorrebbero cenare con lei e con altre amiche e che le avrebbero già invitate nell'Emirato a loro spese. Barbara dice di aver risposto di non aver bisogno di loro per quel viaggio, ma l'amico le ha riferito che non deve perdere i 1.000 euro per la cena di questa sera anche perché potrebbe ricavarne molti di più".

Questa markettina la fai tu?
Nelle memorie dei telefoni cellulari delle Olgettina's girls i dettagli sembrano prove. Sempre Iris, in mezzo ai numerosi cellulari del premier, battezzati come Silvio, Silvio B, oppure Papi, elenca anche nomi di battesimo di uomini assolutamente sconosciuti, etichettati sotto la rubrica "cliente". In alcuni casi la diciannovenne brasiliana specifica anche "buono". Il 26 aprile, da un numero che lei memorizza con il nome di "Elisa Troia 2", riceve l'sms: "Ei amore come stai! Ci sei stasera per 500 con me a Monaco? Cena e hotel?".

Altrettanto esplicite le frequentazioni di Barbara Guerra, la starlette tv in passato protagonista di un reality. Dai "messaggi estrapolati dal suo cellulare", emerge chiaramente la sua attività: "Sei libera sabato sera per un compleanno? Cena. Quanto chiedi?". E anche: "Tesoro devo dare un nome entro dieci minuti per questa markettina... vuoi farla tu?". E quando le serate del bunga bunga non sono ancora certe, le habituè di Villa San Martino cercano alternative. Sempre Iris, al telefono, si lamenta con Imma De Vivo "per il fatto che ancora non sa se vi sarà la cena quella sera oppure la sera dopo. Infatti questa incertezza non le permette di vedersi con una persona, con la quale si è vista la sera precedente, e fare sesso". "A volte - confida la diciottenne brasiliana - penso e dico cazzo... mi sembro Papi... qua sempre a voler trombare...".

Fonte: Repubblica


03/03/2011 00:23
 
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Pdl-Lega a Fini: "Conflitto tra poteri"
Pd: "Richiesta incredibile e ridicola"

I capigruppo della maggioranza alla Camera chiedono la discussione dello spostamento del giudizio per Berlusconi dal Tribunale di Milano a quello dei Ministri. Fini: "Non ci sono precedenti, decideremo alla luce dei regolamenti". Il presidente della Consulta: "Non capisco chi ci accusa di essere comunisti"

ROMA - I capigruppo di maggioranza, Fabrizio Cicchitto (Pdl), Marco Reguzzoni (Lega) e Luciano Sardelli (Iniziativa responsabile) hanno inviato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, una lettera nella quale chiedono di sollevare il conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato "a tutela delle prerogative della Camera", sulla base dell'articolo 96 della Costituzione. Lo scontro sulla giustizia ha registrato in giornata anche la presa di posizione del presidente della Consulta Ugo De Siervo, che ha detto di non capire da dove vengano le accuse di comunismo rivolte ai componenti della Corte. Un riferimento chiaro, seppur implicito, alle recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.


I capigruppo della maggioranza chiedono, tra l'altro, di sollevare conflitto di attribuzioni per "l'assoluta infondatezza ed illogicità dei capi di imputazione". "All'Organismo parlamentare - si legge nella lettera trasmessa a Fini - non può essere sottratta una propria autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine giudiziaria. Né tantomeno ove non condivida la conclusione negativa espressa dal Tribunale dei ministri - la possibilità di sollevare conflitto d'attribuzioni davanti alla Corte costituzionale - assumendo di essere stata menomata per effetto della decisione giudiziaria, della potestà riconosciutale dall'Articolo 96 della Costituzione". Nella lettera si parla anche di "superficialità" che sarebbe stata dimostrata dai magistrati di Milano. La richiesta di sollevare conflitto è infatti nei confronti della Procura e del gip di Milano che, per il caso Ruby, hanno imputato al premier i reati di concussione e prostituzione minorile.

Intervistato ieri a proposito dell'eventualità che il Pdl sollevasse la questione del conflitto di attribuzione con l'obiettivo di sottrarre il premier Berlusconi al giudizio dei pm di Milano e affidare il caso al Tribunale dei ministri, Fini aveva spiegato che "non ci sono precedenti. Sarà una decisione presa alla luce dei regolamenti". Il presidente della Camera ha poi aggiunto: "Non ci sarà conflitto istituzionale tra il mio ruolo di presidente della Camera e il mio ruolo politico". La questione, aveva anche detto, "sarà valutata dall'ufficio di presidenza e dalla giunta per il regolamento". Che cosa farà Futuro e Libertà? "Credo che farà ciò che ha fatto fin qui, nella migliore tradizione della destra italiana. Fli ha un tratto distintivo nel tema della legalità, che vuol dire in primo luogo che la legge è uguale per tutti e chi sbaglia paga. Lo vorrei ricordare a qualche amico che ha dimenticato che questa era la posizione di An".

Dura la reazione del Pd. Per il segretario democratico Pierluigi Bersani bisogna fare i "complimenti" alla Lega per aver sottoscritto la lettera a Fini . "Domani si vota il federalismo salvaprocessi", ha aggiunto sulla sua pagina Facebook.

"Trovo incredibile che i capigruppo della maggioranza, anziché portare in aula provvedimenti che riguardano gli italiani, siano solerti solo sui provvedimenti che sono fondamentali per bloccare i processi del presidente del Consiglio", ha commentato il capogruppo democratico alla Camera Dario Franceschini. "Ci si espone al ridicolo di sostenere che si tratta di reato ministeriale, perché il presidente del Consiglio quando ha fatto la telefonata era convinto che si trattasse della nipote di Mubarak. Una cosa di fronte alla quale ha riso tutto il mondo. Capitasse ancora a Berlusconi di dover intervenire per la nipote di un capo di Stato straniero, la mandi a prendere da un console o da un rappresentate dei servizi segreti ma non la affidi ad una ragazza che la manda a dormire da una prostituta brasiliana. Un fatto che smonta il castello costruito per questo caso".

Fli critica la richiesta. Nino Lo Presti, esponente di Futuro e Libertà in Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, considera la lettera piena di "inesattezze" e contenente "un fumoso affastellamento di argomenti non pertinenti".

De Siervo: "Non capisco chi ci accusa di essere comunisti". Nel suo intervento a una manifestazione per i 150 anni dell'Unità d'Italia a Cosenza il presidente della Consulta è tornato sulle polemiche delle ultime settimane: "C'è un esponente politico, di cui non farò il nome, nemmeno sotto tortura, che polemizza con la Corte Costituzionale, parlando di esponenti comunisti. Non si capisce però da dove trae queste affermazioni. Scusate questo sfogo". E ancora: "In questi giorni ho sentito critiche non giuste e non solo nei confronti della Corte Costituzionale. Tanto per essere chiari, non sono i pm ad impugnare le leggi. La Costituzione va oltre gli interessi di bottega".

De Siervo ha quindi rivendicato l'indipendenza della Consulta: "Posso garantire, sulla base della mia esperienza che la Corte Costituzionale opera come organo assolutamente indipendente. Noi decidiamo su tutto tutti e quindici i giudici, a meno che qualcuno non sia ammalato. E' naturale, come è avvenuto nel corso degli anni, che ci sia qualche frizione. Forse però adesso è in atto qualcosa di diverso, magari anche qualche campagna di disinformazione".

Fonte: Repubblica


03/03/2011 00:24
 
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"Conflitto attribuzione a Giunta regolamento"
Fini risponde all'iniziativa della maggioranza

Il presidente di Montecitorio intenzionato a convocare l'organismo la prossima settimana. Poi cita tre precedenti sfavorevoli alla richiesta avanzata da Pdl, Lega e Responsabili per fermare i pm di Milano

ROMA - "Ritengo opportuno che la questione sia oggetto di approfondimento in sede di Giunta per il Regolamento". Così Gianfranco Fini, a quanto si apprende, avrebbe risposto, durante l'ufficio di presidenza della Camera, ai rappresentanti della maggioranza che ieri con una lettera dei capigruppo di Pdl, Lega e Responsabili ha chiesto di sollevare un conflitto di attribuzione sulla vicenda Ruby.

Sotto il profilo del merito, è stato il ragionamento del presidente Fini, come da prassi la lettera dei capigruppo di maggioranza "sarà trasmessa al presidente della Giunta per le autorizzazioni al fine di acquisire l'orientamento di tale organo, competente nella materia oggetto della richiesta".

Sotto il profilo procedurale, Fini ha fatto notare che "nella lettera si fa riferimento al ruolo dell'Assemblea quale 'sede ultima di decisioni della Camera' su tale questione". Ma il presidente ha ricordato che "la consolidata prassi procedurale in ordine ai conflitti di attribuzione prevede che, nel caso in cui si tratti di elevare o meno un conflitto da parte della Camera nei confronti di un altro potere dello Stato, è riconosciuto all'ufficio di presidenza un ruolo di flitro". Per questo, in passato, la valutazione negativa dell'ufficio di presidenza "ha condotto alla mancata sottoposizione della questione all'Assemblea".

Gli esempi riguardano tre casi risalenti al 2003, 2006 e 2008. In tutti e tre i casi l'ufficio di presidenza rilevò che non vi erano i presupposti per un conflitto di attribuzione. "Per quanto riguarda il caso in esame, non riconducibile in maniera immediata ai precedenti in materia, ritengo opportuno che la questione sia oggetto di approfondimento in sede di Giunta per il Regolamento affinchè la Presidenza possa disporre di tutti gli elementi utili per definire la procedura seguire", ha sottolineato Fini, a quanto si riferisce, annunciando che la Giunta verrà convocata nel corso della prossima settimana, una volta concluso l'esamepresso la Giunta per le autorizzazioni.

Fonte: Repubblica


03/03/2011 00:26
 
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[Modificato da binariomorto 03/03/2011 00:27]


04/03/2011 14:09
 
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"Ho le prove, Ruby era maggiorenne"
Premier: registrata 2 anni dopo nascita


Nuovo colpo di scena nella vicenda Ruby. Il premier dice a più persone e in pubblico che la giovane marocchina non era minorenne. "Abbiamo le prove" afferma sicuro Silvio Berlusconi. Tali prove sarebbero state raccolte con un sopralluogo nel paese d'origine della ragazza in Marocco. All'ufficio anagrafe Karima El Mahroug sarebbe stata registrata due anni dopo la nascita. Quindi cadrebbero le accuse al premier di aver fatto sesso con una minorenne.

Il premier dice a più persone, in particolare ai suoi deputati alla Camera, che da quando frequenta Arcore la ragazza marocchina è maggiorenne.

Se ciò fosse effettivamente documentato avrebbe sicuramente un impatto sull'esito del processo a Silvio Berlusconi. I magistrati lo accusano di aver avuto rapporti sessuali con la giovane soprannominata Ruby Rubacuori a pagamento mentre lei era minorenne. Il premier inoltre si dice tranquillo anche perché la stessa ragazza nega di aver fatto sesso con lui. "Lei ha smentito" dichiara il presidente del Consiglio che trova "assurdo questo processo" nel quale "mi si accusa di un qualcosa che non esiste".

Ruby: "Premier chieda a mia madre"
"Venti anni? Berlusconi non ha visto il mio certificato di nascita, dovrebbe chiedere a mia madre". E' quanto ha dichiarato Ruby Rubacuori, ospite contesissima al Ballo delle debuttanti all'Opera a Vienna.

Fonte: tgcom


04/03/2011 14:13
 
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Il premier: «In un Paese normale questo processo durerebbe mezz'ora».

«Ho le prove, Ruby non era minorenne»

Berlusconi ai deputati: registrata due anni dopo la nascita, sarò assolto con formula piena


ROMA - «Abbiamo le prove che non era minorenne!». Berlusconi ormai parla di Ruby con molte persone. Lo fa con toni confidenziali, in appuntamenti privati. Lo fa in pubblico, come ieri pomeriggio alla Camera, con i suoi deputati, per sfogarsi o per scherzare, certamente per ribadire che la ragazza «ha detto di non avere mai avuto rapporti sessuali con me e dunque non si capisce proprio dove stia il reato».

Ma nella mole di confidenze, argomentazioni e commenti del presidente del Consiglio negli ultimi giorni è emersa anche una novità: secondo il premier esisterebbero le prove che la ragazza soprannominata Ruby Rubacuori, che secondo i magistrati ha avuto con lui almeno un rapporto sessuale a pagamento mentre era minorenne, era invece all'epoca dei fatti più che maggiorenne. «È stata registrata all'anagrafe due anni dopo essere nata», rivela in queste ore Berlusconi. Se così fosse e se fosse dimostrabile ovviamente la novità sarebbe di rilievo e avrebbe conseguenze sul processo. Il capo del governo mentre la racconta la aggiunge a tutti gli altri motivi per cui ritiene che in ogni caso verrà «assolto con formula piena», sempre che a sentenza si arrivi. La prova verrebbe opposta ai magistrati soltanto dopo l'inizio del processo e sarebbe insomma il fatto che taglia la testa al toro: «Sostiene il premier che lui non ha mai fatto sesso con la ragazza, sosterrà la difesa che in ogni caso non si trattava di una prostituta, ma se veramente fosse dimostrabile che Ruby ha conosciuto Berlusconi quand'era maggiorenne non ci sarebbe nemmeno bisogno di dover dimostrare le prime due cose, il processo finirebbe in quel momento», argomenta nel Pdl chi le confidenze di Berlusconi ha ricevuto.

Sembra che alla prova di cui parla in privato il Cavaliere si sia arrivati anche con un sopralluogo nel paese di origine della ragazza, che le indagini difensive si siano spinte sino ad un verifica nel luogo di nascita, in Marocco, un Paese dove storicamente non esiste un tradizione di denuncia delle nascite efficiente, o quantomeno puntuale, come in Occidente.

Se la novità costituisce veramente uno degli assi nella manica della difesa del Cavaliere lo vedremo nelle prossime settimane, intanto la strategia difensiva continua a passare per un ventaglio di misure che coinvolgono in primo luogo il conflitto di attribuzione fra toghe e Parlamento.
Anche qualcuno nel Pd ieri si è spinto a condividere la tesi del Pdl, ovvero che la richiesta di sollevare un conflitto debba essere votata quanto prima dall'Aula di Montecitorio e questo vuol dire che verosimilmente, nel giro di poche settimane, lo scontro sulla competenza con i magistrati di Milano potrebbe trasferirsi di fronte ai giudici della Corte costituzionale.

«In un Paese civile un processo così durerebbe mezz'ora mentre lo portano per le lunghe trasformandolo in un processo mediatico. Io nella mia vita non ho mai fatto male a nessuno e non c'è una sola persona che può dimostrare il contrario», ha detto ieri il Cavaliere parlando con i suoi deputati, durante le votazioni sul federalismo.
«Trovo assurdo questo processo - ha proseguito - perché mi si accusa di un qualcosa che non esiste. La concussione è un'accusa che non sta in piedi, perché il diretto interessato ha smentito di avere subito pressioni di qualsiasi tipo. Così come Ruby ha smentito di aver avuto rapporti sessuali con me. Si tratta di una cosa assurda, semplicemente assurda».

Marco Galluzzo

Fonte: CorrieredellaSera


04/03/2011 14:20
 
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Il padre: mai truccata l'età di Ruby
La procura respinge i dubbi di Berlusconi

I pm di Milano sono sicuri di avere le prove che El Marough è nata nel 1992.
Il papà di Karima: "Se fosse stata più grande, non avrei perso tempo a correrle dietro"


MILANO - Spallucce. Sorrisi e no comment. Classico gesto del tipo "Ma quando mai?". Negli uffici della Procura milanese l'ipotesi lanciata da Silvio Berlusconi in persona, di una Ruby più "vecchia" di due anni, e dunque "non minorenne" non crea sussulti. Anzi, un investigatore osa una considerazione: "Se puntano su questo, vuol dire che cominciano a rendersi conto di essere messi proprio male".


Come sappiamo, alla magistratura milanese risulta questo: Karima El Marough, detta Ruby Rubacuori, scappata da casa adolescente, una giovinezza da girovaga tra comunità e concorsi di bellezza, discoteche e corsi di recupero scolastico, frequentazioni molto pericolose, è nata l'1 novembre 1992 a F. B. Salh, Marocco. Quando il 14 febbraio 2010, giorno di San Valentino, entra ad Arcore, e incontra l'"utilizzatore finale" Berlusconi (che di lei s'incapriccia) ha diciassette anni e mezzo. E l'avvocato Venera Scrima, che segue le vicende della famiglia El Marough da molto tempo, lo sa.

Anzi, il padre di Ruby, che ieri sera si rifiutava di parlare, le ha detto: "Ma scusi, se mia figlia fosse stata due anni più grande, avremmo passato tutto 'sto tempo a correrle dietro perché era minorenne? La questione sarebbe stata già chiusa, con dolore, ma io sarei uscito prima da tutti i guai". Sulla registrazione del certificato di nascita in ritardo all'anagrafe marocchina è ancora più tranchant: "Sono cose che in Marocco accadevano cinquant'anni fa, quando si partoriva in casa, figuriamoci se nel 1992 può accadere un fatto simile...".

Il premier Berlusconi, che pure ha baciato l'anello a uno come Muhammar Gheddafi, deve pensare che l'Africa Mediterranea sia rimasta indietro, quasi al tempo del Fascio: "Abbiamo le prove che non era minorenne, è stata registrata all'anagrafe due anni dopo essere nata", si ostina a dire. Le prove? Silvio Berlusconi non le mostra. Anzi, da quando si conosce la storia di Ruby e la sua "balla" in questura sulla nipote di Mubarak, il premier ha affastellato una serie di "prove" molto di comodo tanto sul bunga bunga (come festa dove ci si diverte "lecitamente") quanto sull'aiuto che fornisce "a tante persone bisognose" (e che siano in larghissima maggioranza giovani, carine e "easy" sarà una semplice coincidenza).

Quello che Berlusconi sembra non voler fare è informarsi almeno un minimo. C'è una lettera pubblica del padre di Karima-Ruby. È stata diffusa dalla stessa avvocatessa, insieme con Irene Visigoti, del Movimento per la Vita: "Il signor El Mahroug non ha mai cacciato di casa la figlia. Quando, ancora quattordicenne, Ruby fuggì di casa, iniziò a cercarla, assieme alla madre, nel tentativo di sottrarla alle disavventure che inevitabilmente la ragazza ha dovuto affrontare (...) Il signor El Mahroug non ha mai lanciato l'acqua bollente sulla figlia. La cicatrice risale ad un incidente in cui la piccola aveva un anno e si trovava in Marocco, mentre il padre era in Italia. L'età di una cicatrice si può periziare facilmente (...)".

Berlusconi è ricchissimo, il padre di Ruby fa fatica a coniugare il pranzo con la cena, e "per essere aiutato ad accogliere e sostentare l'ultimo nato, quattro anni fa", il papà di Ruby ha cercato l'aiuto di chi sostiene la famiglia. E più volte si è sfogato, queste testimoni attendibili hanno raccolto "la sofferenza e la disperazione del signor El Mahroug, che ha sempre trepidato per la sorte della propria figlia". Una figlia minorenne che, abbandonata a se stessa e senza un tetto, è entrata a Villa San Martino ad Arcore per dieci volte, ricevendo, dall'agghiacciante generosità del premier, denaro a pioggia e gioielli. In cambio di che cosa? Lo stabilirà il processo milanese del 6 aprile, che il premier fugge come la peste.

Fonte: Repubblica


04/03/2011 14:25
 
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“Ruby è una puttana”, “Berlusconi è malato, aiuta tutti”.
Ecco cosa pensavano alcune ragazze di Arcore


MILANO – Secondo le intercettazioni pubblicate dal Fatto Quotidiano, Ruby era vista come una “puttana” dalle altre ragazze che frequentavano la villa di Arcore di Silvio Berlusconi. Il giornale cita alcune telefonate che riguardano le protagoniste delle feste a Villa San Martino. Non ci sono solo commenti denigratori sulla ragazza marocchina, ma anche sorpresa per il comportamento del premier: “Dovrebbe fare un po’ più attenzione a chi si porta in casa”, è l’opinione più diffusa.

Durante una telefonata con Elisa Toti, Adriana Verdirosi, (in passato conduttrice su La7 e sulla Rai) avrebbe detto, riferendosi proprio a Berlusconi: “Deve fare attenzione a chi… si porta dietro” e informarsi “prima” su chi aiuta. L’intercettazione, spiega Il Fatto, “si trova tra gli atti depositati dai pm di Milano con la richiesta di giudizio immediato per il premier”. Quindi la Verdirosi avrebbe cominciato ad offendere Ruby: “puttana”, “come fa a sembrare una minorenne una così? Sembra una vajassa”, “andrebbe messa in un riformatorio”, “è un’altra minorata, ma col cervello sveglio”, “una sbandata”.

Il Fatto riferisce anche il seguito della conversazione: “Mi incazzerei proprio con lui che deve fare attenzione a chi c… si porta dietro”. Anche perché, commenta più avanti la Verdirosi riferendosi all’amica, “ci vanno di mezzo persone che non c’entrano un c…”.
Secondo quesa ricostruzione del Fatto, la Toti avrebbe anche fatto riferimento alla notte in Questura di Ruby: “Immaginati il personaggio”, “perché rubava”.. E qui la Verdirosi sarebbe tornata a commentare il premier: “Io ho sempre detto: si attornia di persone sbagliate (…). Ha ragione quella che ha detto: è malato! Aiutatelo! (…) Non si rende conto dove c… sta! Non può fare come c… vuole”. Elisa: “Eh, , ma noi gli si è sempre detto. Noi un pò più sagge e mature…”. Adriana: “Si, perché poi lui è una brava persona! Cioè, lui aiuta tutti”. Elisa: “Sì, è troppo buono, è troppo buono capito lui?. Adriana: “… allora… prima informati di chi c… aiuti no?”.

Fonte: blitzquotidiano


06/03/2011 12:13
 
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Elisa dopo una settimana ad Arcore
"Mamma, sono in condizioni pietose"

Nei verbali dello scandalo Rubygate, le conversazioni tra una delle ragazze e la madre: i pagamenti, lo stress, la tabella degli incontri. E ancora le rivalità tra le giovani arruolate a Roma e il "gruppo di Arcore"

MILANO - Per Elisa Toti, "Silvio Berlusconi è come un padre". E tutte le intercettazioni che sono girate dopo lo scandalo Rubygate, le prove che la procura è convinta di aver raccolto sull'harem e sul bunga bunga, "sono tutte false". La madre, quella vera di Elisa, invece, i cachet per le comparsate della figlia nelle notti di Arcore, le pesava. Eccome. "Senti eeee, quanto v'ha dato?", chiede con insistenza, il 9 gennaio scorso, la signora Toti. "Cinque, più quegli altri mille quindi, quindi sei". Il pragmatismo della signora sembra esemplare. "Dici niente? Capito? eee poi che vi ha detto quando lui vi potrà rivedere?". La mamma pensa già al prossimo appuntamento. Anche perché la trentaduenne, fotomodella, collaboratrice del gruppo Mediaset, per sudarsi quei sei mila euro, ad Arcore risulta esserci stata una settimana intera. "Trascorsa con lui", con Papi. E non sembra essere stata una vacanza vera e propria, visto quello che racconta ancora la starlette :"Una settimana (...) alcune sono arrivate martedì io mercoledì (...) mamma mia una cosa allucinante". Accuse false, dunque quelle rivolte dai pm al premier? La permanenza conclusa con un cadeau da 6 mila euro, deve essere stata stressante. "Non ti puoi immaginare in che condizioni sono guarda - insiste Elisa - (...) sono in condizioni pietose, pietose proprio (...) ora mi ci vorrà un mese perrr, ora quei, quei soldi che ho preso mi (...) serviranno per rimettermi a posto dopo questa settimana". La mamma-ragioniera non sembra per nulla turbata: "Sono dodici milioni", di vecchie lire. E la figlia si raccomanda: "Si, ma no, non dire niente eè?". La signora, quindi, la saluta: "Ti lascio perché ti devi, devi andare a riposare".

La stanchezza, spesso, sembra prendere il sopravvento sulle giovani invitate del Cavaliere. Una, sempre al telefono intercettato, confida di non avere più le "energie". Diana Gonzales, dominicana di 22 anni, è sollevata: "Io sono stata lì ieri. .. No. .. l'altro ieri ed io non ho fatto niente grazie a Dio". Il 7 gennaio scorso, conversando con Aris Espinosa, chiede: "Andate o non andate?". E Aris: "No, tutto il mondo è stanco. .. Ognuna ha un problema a casa". E Diana le confida ancora: "Guarda che io sono stata lì ieri. .. No. .. l'altro ieri ed io non ho fatto niente grazie a Dio", perché "ero indisposta". Diana, però, vuole andare ad Arcore anche quella sera, ma "se fossi sicura che c'è qualcosa da prendere. .. Io ci andrei per fargli corta la notte".

Poco più tardi, invece, verso le 23 dello stesso giorno, Aris Espinosa telefona a Iris Berardi per dirle che non andrà: "Non c'ho voglia". Iris cerca di "spronarla": "Lui ha detto che poss... che possiamo andare io e te". Aris: "Lo so amò, ma son già sul letto... digli che ho un mal di testa fortissimo". Una delle gemelle De Vivo, Imma, lo stesso giorno si lamenta al telefono con la sorella si lamenta di aver ricevuto, al termine della serata, una catenina "talmente piccole ed invisibili" e tanto brutte da essere paragonabile a "una collanina del cesso".

E il 9 gennaio, 5 giorni prima delle perquisizioni ordinate dalla procura di Milano nella Dimora Olgettina, Miriam Loddo, al telefono con Barbara Guerra, fa notare che una "poveraccia", tale "Marianna", sta "ancora lì" e "non riesce ad andare via". E Barbara si preoccupa: "Fa un'altra cena? Un'altra?" (...) Anche Anna non è ancora tornata!". Iris Berardi, la 19enne brasiliana, in una telefonata del 9 gennaio scorso, tra le oltre 21 mila pagine di atti allegati all'inchiesta e in parte riportati ieri dall'Ansa, descrive anche la rivalità che serpeggia tra le ospiti alle serate di Arcore. "Si ammazzerebbero tra di loro", spiega ancora Iris alla Espinosa. La giovane modella, aggiunge come anche "quelle di Roma (le altre ragazze invitate, ndr)" si sarebbero accorte delle divisioni interne nel "fronte" delle ragazze di Arcore. Iris, tra le altre cose, commenta con Aris il comportamento di un'altra ragazza di cui non fa il nome: "Comunque mi sta troppo sui c... io le ho detto no perché sai lui fa la ce.. fa 4 sere però in.. in.. però magari la prima sera ti ha già fatto un piccolo regalo non pensare che se vai là tre sere... per tre sere ti fa degli altri regali perché non è così". E Aris replica: "Ma sai quello che mi da fastidio amò, che mo' pretende la casa della Madonna. Oh, ma chi ti credi di essere!". La Berardi, parlando sempre della ragazza: "No infatti sei l'ultima arrivata devi solo dir grazie che sei tornata li, che lui non ti voleva neanche più (...) lui ti può dare anche un milione di euro e a me mi può dare mille euro e allora, mica mi incazzo con te".

Fonte: Repubblica


07/03/2011 14:26
 
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NUOVE INTERCETTAZIONI

Le ragazze di via Olgettina:
«I regali di Silvio? Catenine da cesso...»
Elisa Toti alla madre: «Seimila euro per una settimana con lui».
L'ironia delle sorelle De Vivo


MILANO- Seimila euro per aver trascorso quasi una settimana con «lui», anche se in compagnia di altre ragazze. «Beh, sono dodici milioni di vecchie lire»: è la madre di una delle «ragazze di via Olgettina» che fa i conti di quanto ha portato a casa la figlia, Elisa Toti, una delle ospiti assidue delle feste ad Arcore. Al telefono con la madre Anna, la sera dello scorso 9 gennaio, la domenica che chiude il ponte dell'Epifania, in una conversazione intercettata e allegata alla richiesta di giudizio immediato dei pm milanesi per Silvio Berlusconi, imputato per il caso Ruby, la giovane spiega di essere «appena tornata a casa» e aggiunge di essere «preoccupata per la salute di lui». La madre, invece, sembra preoccuparsi di altro: «Senti eeee quanto v'ha dato?». E la figlia: «Cinque più quegli altri mille quindi, quindi sei». La signora Anna è contenta: »Dici niente? Capito? eee poi che vi ha detto quando lui vi ripotrà vedere?». Risposta: «Ce lo dirà lui».

«UNA COSA ALLUCINANTE» - La ragazza racconta di essere stata «una settimana (...) alcune sono arrivate martedì io mercoledì (...) mamma mia una cosa allucinante». Quindi è stanca: «Non ti puoi immaginare in che condizioni sono guarda (...) sono in condizioni pietose, pietose proprio (...) ora mi ci vorrà un mese perrr, ora quei, quei soldi che ho preso mi (...) serviranno per rimettermi a posto dopo questa settimana». La mamma fa due conti: »Sono dodici milioni«, di vecchie lire. E la Toti: »Si ma no, non dire niente eh». La signora, quindi, la saluta: «Ti lascio perchè ti devi, devi andare a riposare».

LE GEMELLE E I VESTITI - Non solo soldi. Anche abiti da farsi dare come compenso per aver partecipato alla cena è il consiglio che Ale, l'«amore» di Imma De Vivo, dà alla gemella napoletana, anche lei tra le giovani soubrette che hanno calcato la scena di Villa San Martino. Il ragazzo, poco prima delle 4 di mattina dell'8 gennaio, riceve una chiamata da Arcore. «T'ha dato i vestiti o no?», si informa. E la De Vivo: «Ma io sono ancora qui, ma se me li dà, me li dà quando, prima di andare via. Ma io penso che non mi dà niente». Il giovane si altera: «No, perché no scusa? Mi incazzo! oh! (...)». E quando lei chiarisce che «comunque...non faccio niente con lui», Ale replica: »Eh, ma sei scema? Ma anche se fai o non fai, fatti dare!«.

«CATENINE DA CESSO» - Oltre a lamentarsi dei 'tour de force' a cui sono costrette, delle 'fatiche' delle feste, e del fatto che quelle serate durano «fino alle cinque del mattino», togliendo loro tutte «le energie», le ragazze non sempre sono contente dei regali che ricevono. Pare a loro poi che la generosità del padrone di casa ultimamente sia in declino: Barbara Guerra il 7 gennaio parla di «manina stretta». Chi usa un linguaggio più colorito, invece, è il giorno dopo sempre Imma De Vivo. Al cellulare con la sorella parla di alcuni doni. Di catenine «talmente piccole ed invisibili» e tanto brutte da essere paragonabili a «una catenina del cesso». E ancora: «Hai visto quei regalini che ha fatto bruttissimi?». Eleonora: «Infatti non gliel'ho proprio chiesto e nemmeno voglio (...) ho fatto la superiore non gli ho proprio chiesto niente a lui (...) lui ha detto io ve le faccio fare alle altre però senza rivolgersi a me o guardandomi o che ... io non gliel'ho chiesto (...) ho fatto la superiore».

Fonte: CorrieredellaSera


07/03/2011 14:31
 
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Sora Cesira presenta il dramma delle Olgettinas disoccupate in "Mannaggiammé".



07/03/2011 14:40
 
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L'avvento delle mamme-maitresse
così finisce la sacra famiglia italiana

Le "lupe di Arcore" avanguardia del nuovo degrado. La madre di Noemi: "Una bambina che ho allevato nella luce del Vangelo e del Signore. Lo chiama Papi perché l'abbiamo educata nel culto di Silvio". La microspia del padre di Barbara Guerra

LA GRANDE novità storica sono le mamme istigatrici e complici. Non le lupe di Arcore, ma queste mamme-maitresse che investono e lucrano sul sesso delle figlie, mamme che rompono la gabbia, all'apparenza inespugnabile, dell'identità italiana, della mamma chioccia, del "son tutte belle le mamme del mondo", della sacra famiglia, vetrina dei valori della tradizione: il matrimonio possibilmente d'amore, la maternità, la dignità. Mi faceva sorridere mia madre quando a mia sorella che si truccava gli occhi diceva: "Che cosa sono tutti questi buttanesimi?". Ma chissà come avremmo reagito noi fratelli, padri e fidanzati dinanzi alla madre di Elisa che contabilizza con ingordigia: "Seimila euro, hai capito, sono dodici milioni delle vecchie lire!". È una mamma che predispone strategie quando la figlia le racconta che "lui mi vedrebbe bene a lavorare in Pubblitalia". È una mamma realista e pratica: "Se poi va male, pazienza, tanto va bene anche cosi". E forse Elisa un poco lo subisce, ma certamente alla sua mamma Berlusconi non basta mai: "Vi ha detto quando vi potrà rivedere?".

Non c'è nulla di speciale nelle lupe di Arcore, nelle escort, nelle professioniste del sesso e meno che mai nelle loro baruffe, negli insulti e nelle rivalità con le gote accese - "si ammazzerebbero tra loro" confessa Iris Berardi - che sono un classico della farsa scollacciata, un topos dei teatri di periferia dove picchiandosi, tirandosi per i capelli e contendendosi i danari del caprone, le Filumena Marturano hanno sempre fatto sghignazzare i Lele Mora e gli Emilio Fede di turno. Ma sono al contrario specialissime le madri di Elisa, di Sara, di Noemi e di molte altre, sono mamme-mezzane che dinanzi alla prostrazione psico-fisica, che sempre accompagna i più rozzi e pesanti sapori della vita ("sono in condizione pietose") , senza pudore minimizzano ("e che sarà mai") ed esaltano solo il valore del compenso "seimila euro, hai detto niente". Qui ci sono mamme che somigliano alle "parrine", quelle che lenivano i corpi abusati nel cambio della quindicina, le acide ma benevole streghe che preparavano gli impacchi e dosavano e alternavano le tisane e il riposo allo snervamento, e intanto legavano i rotoloni di soldi con lo spago.

E i padri, che una volta erano il braccio armato dell'educazione, ora, come i fratelli, sembrano assistenti ruffiani. E c'è il signor Faggioli che istruisce la sua Barbara nell'arte d'amare: "Tu in questo momento devi fargli vedere che gli sei vicino". Ed è papà che invita Barbara Guerra a dire a Berlusconi che "mio padre, per il grande rispetto che ha nei suoi confronti" è pronto a mettere una cimice nella sede dei finiani: "digli che io ci ho le chiavi". Anche i fidanzati, che un tempo erano gelosi, oggi sono azionisti di minoranza degli amplessi altrui, come Ale che pretende che la sua Imma si guadagni 'i vestiti', cioè i soldi: "... io penso che non mi dà niente". "No? Perché no, scusa? Mi incazzo! Oh!". "Eh amore, ma che ne so. Io non faccio niente con lui...". "Eh, ma sei scema?".

Vendute dalle madri, dai padri, dai fratelli e dai fidanzati le lupe di Arcore non sono le vittime ma l'avanguardia di un degrado familiare che non esiste in nessuna parte del mondo civilizzato ed è addirittura inaudito in Italia, che è la terra della mamma Madonna, della natalità, la patria del presepe.
Non c'erano mai state, nel pur vasto catalogo nazionale, queste povere mamme sfiorite che cercano un riscatto nel corpo delle figlie offrendolo al cliente ricco e vecchio e, allo stesso tempo, al bisturi del chirurgo estetico. Non c'era ancora, nel mito mediterraneo e matriarcale della mamma italiana, la signora Anna Palumbo che incassa ventimila euro dal ragioniere di Berlusconi: "La mia Noemi - ha dichiarato ai giornali - è una bambina che ho allevato nella luce del Vangelo e del Signore". Sul viso di Noemi "ci sono almeno 17 mila euro solo di lifting", ha scritto Famiglia Cristiana: ritocchi, contraffazioni, un accanimento sull'adolescenza della figlia, sulla sua apparenza, un'educazione familiare che cerca il riscatto nella creazione di un'antropologia chirurgica, un'idea del successo fondata sui trucchi estetici e sulle foto con Berlusconi pubblicate dal manipolatore Signorini, tutti a brindare con sugar daddy, con papi, che è al tempo stesso Gozzano e Freud, la tenerezza e la pedofilia. "Mio marito frequenta minorenni" disse la signora Veronica Lario e sul settimanale "Chi?" i Letizia divennero una famiglia-escort, finto fidanzato tronista, mamma allena e papà benedice: "Mia figlia lo chiama papi perché la abbiamo educata nel culto di Silvio".

Certo, ci sono nella storia d'Italia le mamme di Bellissima, con la popolana Anna Magnani che si illude che la bellezza possa riscattare proprio tutto e prima di tutto la povertà, e ci sono i concorsi e le selezioni per miss Italia con quell'immagine odiosa della mamma che sbottona la camicetta della figlia adolescente per attirare sul seno gli sguardi lubrici della giuria. E c'è il caso, unico e terribile, e proprio per questo ricordato dalla storia, di una tredicenne ceduta a Vittorio Emaunele II "da una bruttissima mamma" che notò Carlo Dossi "prese a circolare in carrozza". E c'è l'Italia in quella madre felliniana che trascina la figlia davanti al divo inglese, "le presento la mia bambina, sa cantare, ballare, recitare ed è stata pure a Londra. Dai, dì qualcosa..." . E la ragazza: "Salve".

Ci sono insomma, nella nostra storia, le mamme disposte a tutto e magari anche ad umiliarsi ma mai a vendere le figlie e i figli, e proprio perché mamme italiane, proprio perché mamme-mammelle, perché la mamma italiana ha il fascino della fragilità e della determinazione semplice e chiara e mi vengono in mente la mamma della piccola Yara e la mamma di Sarah che, pur così diverse tra loro, trattano i giornalisti con il medesimo rigore della maternità straziata. Ci sono mamme e mogli come Marella Agnelli e come Sofia Loren e Mina e come era la stessa mamma di Berlusconi che fu l'unica cosa dolce della sua vita forsennata, o ancora - cito alla rinfusa - Luciana Castellina e Anna Craxi, Eleonora Moro, Ilary Blasi, Franca Ciampi, la Seredova Buffon, Gemma Calabresi..., signore d'Italia, padrone di casa, voci e volti antichi e moderni della tradizione della nostra civiltà femminile, donne italiane di oggi, energiche belle e nervose come Isabella Rossellini e Monica Bellucci, o riservate ed eleganti come la vedova di Enrico Berlinguer e Carla Fracci, e penso a come furono meravigliosamente mamme toste Marcella Ferrara, storica collaboratrice di Togliatti, e Palma Bucarelli, la signora dell'arte contemporanea. Non abbiamo avuto solo Filumena Marturano, la Ciociara e Anna Magnani. Le mamme italiane sono personaggi del romanzo nazionale dei sentimenti. E c'è "la mamma ignota", la mamma che ancora una volta è stata cantata a Sanremo, la mamma che sogna la laurea, un genero, i nipoti e diffida delle scuole di recitazione perché pensa, all'antica, che "femmina che muove l'anca / o è puttana o poco ci manca" che è certo un proverbio reazionario ma era una difesa contro questa smania di vendersi, contro i concorsi per "miss maglietta bagnata", contro le selezioni per diventare veline che - va detto chiaro - non è un mestiere. Non ci vuole il metodo Stanislavskij per trasformarsi in eccellenze del tacere agitando i fianchi, campionesse di velocità nel cambio degli stivali e dei pantaloncini corti, non è necessario frequentare l'Actor's Studio per formare corpi senza erotismo, fantasmi televisivi, lolite smaterializzate e desessualizzate, il sesso senza eros, il ballo senza sapori. Eppure la professione di velina eccita queste nuove mamme italiane, perché appunto basta la "bella presenza" e nient'altro, come ha dimostrato a Sanremo Elisabetta Canalis.

Ma forse per capire il degrado e la corruzione della famiglia italiana bisogna per contrasto aver visto in tv quell'intervista rubata al papà di Ruby, al venditore ambulante marocchino e musulmano. Sdentato, malvestito, povero ma non corrotto come i padri e le madri delle lupe italiane, ha tentato di cacciare i giornalisti urlando in dialetto sicilian-marocchino: "Itivinni, itivinni". E quando gli hanno detto che Ruby lo accusava di averla picchiata perché era diventata cattolica: "Ma quali botte. Ma quale cattolica. Quella di televisione si era ammalata".

Fonte: Repubblica


10/03/2011 16:09
 
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Il Fatto Quotidiano: “Due italiani
in Marocco per cambiare l’età di Ruby”


FKIH BEN SALAH – Il Fatto Quotidiano, in un articolo firmato da Lorenzo Galeazzi, Vittorio Malagutti e Massimo Paradiso, ha raccontato che due italiani accompagnati sarebbero andati in Marocco per cercare di “taroccare” i documenti sull’identità di Ruby. I due, scrivono i cronisti del Fatto, accompagnati da un interprete marocchino, avrebbero contattato il 7 febbraio scorso una funzionaria dell’anagrafe del piccolo villaggio del Marocco dove nacque Ruby, Fkih Ben Salah, chiedendole, invano, di falsificarne la data di nascita facendola risultare maggiorenne all’epoca delle sue frequentazioni con il premier Silvio Berlusconi.In questo modo, sottolineano i giornalisti, il premier avrebbe evitato l’imputazione per prostituzione minorile.

Gli inviati del Fatto affermano di essere stati contattati a metà febbraio da un parente della funzionaria. Dopo due settimane di verifiche e un viaggio sul posto, gli inviati del quotidiano affermano, in un servizio esclusivo, di avere raccolto la testimonianza della donna e ”nuovi elementi utili a chiarire la vicenda”. Tra questi, il certificato di nascita di Karima El Marough, pubblicato in prima pagina da Il Fatto, dove la ragazza risulta nata il primo novembre 1992.

Le persone che hanno contattato la funzionaria – scrive Il Fatto – ”prima le hanno spiegato che volevano dare un’occhiata ai documenti d’anagrafe di questa tale Karima. Poi hanno fatto capire che la data di nascita annotata sul pubblico registro non è quella giusta”, chiedendo di ”correggere l’errore con un nuovo atto in cui inserire l’anno giusto, il 1990, al posto del 1992”.

I giornalisti del Fatto spiegano che questa è un’operazione non semplice all’anagrafe marocchina dove gli atti sono ancora scritti a mano, e che la funzionaria ha rifiutato di compiere. ”Temevo di passare qualche guaio”, ha spiegato agli inviati del Fatto, aggiungendo: ”Mi hanno offerto una somma importante”.

Fonte: blitzquotidiano


11/03/2011 00:35
 
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Ruby, il giallo della data di nascita
Denuncia di Berlusconi, i pm valuteranno

In un articolo del quotidiano la testimonianza della funzionaria dell'anagrafe marocchina che racconta di due emissari che avrebbero cercato di corromperla per modificare la data sui documenti della ragazza. Idv: "Episodio gravissimo". Pd: "Il governo risponda sulla vicenda"


MILANO - Due misteriosi italiani che, il 7 febbraio scorso, si recano nel piccolo paese del Marocco dove è nata Ruby per cercare di convincere un'impiegata dell'anagrafe a modificare la data di nascita sui documenti della giovane, la funzionaria che dice 'no' all'ingente quantità di denaro per non finire nei guai e un giallo che diventa sempre più difficile da risolvere. Dopo la ricostruzione del tentativo di corruzione pubblicata da il Fatto Quotidiano e il racconto della donna contattata dai due emissari, la Procura di Milano potrebbe valutare già nei prossimi giorni come procedere a riguardo. I magistrati già a partire da domani dovrebbero prendere in esame il caso per mettere a fuoco non solo eventuali profili di reato, ma anche quelli che riguardano la competenza territoriale.

Il giallo della data continua. La data di nascita della ragazza marocchina è il fulcro dell'intera vicenda e, all'impossibilità di sapere con certezza quale sia quella vera, i legali di Berlusconi hanno fatto più volte riferimento per sostenere la tesi difensiva. Eppure Ruby, nella sua testimonianza, ha sostenuto che il premier e la Minetti sapessero da sempre che lei era minorenne. Anche il padre della ragazza ha confermato che la giovane marocchina è nata il primo novembre 1992: "Se mia figlia fosse stata due anni più grande, avremmo passato tutto 'sto tempo a correrle dietro perché era minorenne? La questione sarebbe stata già chiusa, con dolore, ma io sarei uscito prima da tutti i guai", aveva detto qualche giorno fa in un'intervista, rispondendo a una domanda sull'ipotesi di una falsificazione della data di nascita.

I legali del premier annunciano denuncia. Immediata la risposta dei legali di Silvio Berlusconi: ''Il presidente Berlusconi ha dato mandato ai suoi difensori di depositare una specifica denuncia alla autorità giudiziaria al fine di accertare la veridicità o meno della vicenda narrata su Il Fatto Quotidiano'. Si ritiene, infatti, che in ogni caso si tratti di vicenda che tenda a surrettiziamente danneggiare gravemente il presidente Berlusconi che è totalmente estraneo ad ogni eventuale illecito comportamento'', hanno dichiarato in una nota i legali del premier, Piero Longo e Niccolò Ghedini.

Pd e Idv: "Governo risponda su tentata corruzione". Il pd chiede che il governo chiarisca la vicenda del presunto tentativo di falsificare i dati anagrafici di ruby in marocco. Un intervento anticipato dal presidente del forum sicurezza del partito Emanuele Fiano, il quale ha fatto sapere che sulla vicenda verrà presentata una interrogazione."La notizia riportata oggi da Il Fatto quotidiano in prima pagina - ha spiegato Fiano - circa l'ipotesi che due misteriosi emissari italiani, il 7 febbraio scorso, avrebbero offerto un'ingente somma di denaro ad un'impiegata dell'anagrafe marocchina, al fine di falsificare i dati anagrafici della signorina Karima el Mahrouk, più nota come Ruby, se confermata sarebbe di una gravità inaudita. Chiederemo oggi con un'interrogazione al governo di verificare, con gli strumenti in proprio possesso e con il supporto della magistratura inquirente, la sussistenza dei fatti menzionati, l'identità degli italiani coinvolti e quella dei loro mandanti". Di episodio gravissimo parla anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: "Vogliamo sapere - afferma
Di Pietro - se è vero che siano stati inviati dall'Italia degli emissari anonimi per corrompere un funzionario di uno stato estero, al fine di falsificare la data di nascita di Ruby e chi li ha mandati. In questo modo si sarebbe consentita la cancellazione del reato di prostituzione minorile del quale è accusato il presidente del Consiglio. L'Italia dei valori - conclude il leader dell'Idv - ha presentato un'interrogazione urgente affinché l'esecutivo spieghi questa torbida vicenda che, nel caso fosse vera, imporrebbe l'immediato impeachment del presidente del Consiglio".

Fonte: Repubblica


15/03/2011 01:40
 
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Ruby, pm aprono inchiesta su presunti emissari in Marocco

ROMA - La procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale in merito alla vicenda dei presunti emissari che si sarebbero recati in Marocco e che avrebbero tentato di corrompere una dipendente dell'anagrafe al fine di retrodatare l'atto di nascita di Ruby ''Rubacuori''. Tentata corruzione il reato ipotizzato.

Il fascicolo, per il momento contro ignoti, e' stato aperto sulla base di una denuncia presentata da Nicolo' Ghedini, difensore di Silvio Berlusconi. L'atto e' stato presentato nella capitale in quanto si ritiene che sia la procura di Roma competente a procedere. La vicenda di presunti emissari nel paese nordafricano era stata resa nota nei giorni scorsi dal quotidiano ''Il Fatto''. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano, due emissari avrebbero tentato di corrompere una funzionaria dell'anagrafe per retrodatare l'atto di nascita di Karima El Mahroug, conosciuta in Italia come Ruby.

Fonte: ANSA


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