~~ Forumando!~~

GEMELLAGGI

FORUMANDO

COMPLEANNI



Top Celebrity
FreeWorld Forum
Attuality and Society
Il Mare di Alessandro
Zerofollia Forum
Parole in Libertà
Pubblicità su FFZ
PAPPI'S FORUM
Figurati!
ApertaMenteBisex
Parole e Poesia
LeAli del Mondo
Anima Solitaria
Techno Zone
B-Side Forum
Non solo chiacchiere
FORUM P@LM@
marenostrum
FORUM
FORUM

AGOSTO

1 Walker - Lugo
1 kathrine
1 ciacchi
1 enrico1966
2 exlaura2
2 nudehose
3 giulio_08
4 scrittrice88
4 marty89
4 Keko01
4 marianna84n
5 =(G4NgStA)=.91.
5 °DarkDj°
6 sevin72
7 Ciack
7 goose07
7 Julien.Ciolla
7 Sbuffona
8 david-ao
9 ken.1979
9 ea78
9 Z@ra
9 pupetta91
10 burfaldyno
10 $castle$
10 (SimonLeBon)
11 Mr. Siffredy
11 jayjay77
12 kiss (f)
12 lello60
12 kingofgames
12 Pina72
12 Tex14
13 neve67
13 wiccan matrix
13 realstocking
13 (Kaji)
14 overboost20v
14 Alexander13
14 $sifone$
14 alias.65
14 katun83
15 goldenaxe
16 Mysticeyes
16 mrathlon900
16 caturiyas82
16 SoleLuna_80
17 +Finrod+
17 bobbio84
18 starliam82
18 DOUPHIN-R3
18 por67
19 guidozz
19 rossella.37
20 agorick
20 pioggia0081
21 cleo91
22 Stigma-
22 fairy67
22 centrosardegna
22 +eletto+
23 -Sinderella-
23 jakoooo
24 zon@ venerdì
24 fscomartino
25 nick the quick
25 _LeleM_
26 themonster91
26 |Cassius2|
27 Carlo Alberto.
28 Hermione Krum
28 Jack8321
28 HOUSE LOVERS
29 D@ny91
29 (very)
29 Griforoby
29 enniunculus
30 Pier2004
30 ILCRUDELEMARIONETTISTA
30 Sting L2
30 °ButterflyEly°

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
27/04/2009 14:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 42.725
Post: 4.431
Registrato il: 28/02/2004
Registrato il: 30/08/2004
Età: 37
Sesso: Maschile
Occupazione: Commerciale PRINK RSM

Forumandiano..!!

SAGGIO
Ma dai non esageriamo, la palla è tonda e ne capitano di tutti i colori. Speriamo che calciopoli abbia una fine.
03/05/2009 12:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Super-Ibra batte la Lazio
Inter a +10 sul Milan


La squadra di Mourinho torna al successo dopo la sconfitta di Napoli. Decisivo lo svedese con un gran gol e un assist per Muntari nella ripresa. Poi zittisce i tifosi che l'avevano fischiato. La Lazio tiene bene il campo per un tempo, poi alza bandiera bianca



MILANO, 2 maggio 2009 - Ci pensa Zlatan Ibrahimovic. Al 13' del secondo tempo. Gol di classe; la firma dell'uomo più decisivo dell'Inter. E al 26', appoggiando una palla filtrante da pelle d'oca a Muntari che infila sul primo palo: probabilmente l'uno-due che chiude i discorsi sugli esiti del torneo (guarda la sintesi). La cronaca racconta che la Lazio perde 2-0 e l'Inter disintegra dopo un primo tempo contratto le paure e i sorrisini maligni del Milan che adesso è sotto di 10.

IBRA E ZARATE - Senza l'uomo più in forma, Mario Balotelli, e il portatore d'acqua Dejan Stankovic, Mourinho applica la soluzione più attesa, con Figo e Mancini alla spalle di Ibra. Lo schema ad albero di Natale prevede Zanetti, Cambiasso e Muntari a centrocampo: fisicità alle stelle a discapito della tecnica. Ma è comunque bello l'avvio dell'Inter. Il marchio è di Ibrahimovic che mette subito pressione alla difesa laziale, disposta da Delio Rossi con logica da finale. Schiera infatti Siviglia a destra per scaldargli i muscoli in vista della sfida contro la Sampdoria in Coppa Italia. Perché su quella corsia dovrà marcare Cassano. Ma la vera novità è Del Nero al posto di Foggia, alla sinistra del centrocampo, alle spalle della coppia Rocchi-Zarate.

EFFETTO FIGO - L'Inter cerca di impressionare la Lazio ancora da destra, ma l'appoggio di Figo attraversa lo specchio della porta. Se all'8' Rocchi cerca l'angolo alla destra di Julio Cesar è per far capire all'Inter che alla Lazio di fare una bella figura a San Siro interessa eccome. Non c'è certo da lustrarsi gli occhi: il gioco latita e vive sulle intuizioni di chi fa la differenza. Al 23'Figo mette sulla fronte di Ibra la palla perfetta; l'inzuccata dello svedese è quella giusta, ma la palla esce d'un soffio: questione di centimetri.

ZARATE KID - E se al 26' Zarate fila via come una scheggia, obbligando Samuel al fallaccio con giallo, vorrà pur dire qualcosa. I nerazzurri sembrano soffrire il gioco anarchico, ma efficace, della Lazio che difende con ordine e pressa i portatori di palla. Al 31' l'Inter confeziona la seconda occasione-gol più nitida del primo tempo: tecnico e gustoso il cross di Ibra per Muntari che irrompe di testa in tuffo e conclude a lato nell'area piccola alla sinistra di Muslera. Per la Lazio sono dolori quando l'Inter innesca la quarta e parte in velocità, ma non è da meno anche la squadra biancoceleste che, nelle sporadiche ripartenze, mette in crisi la retroguardia di casa. Come al 34', quando Cordoba è costretto a commettere fallo su Rocchi. Con punizione maligna di Zarate parata da Julio Cesar, che replica in angolo al 37' sempre sull'argentino. E' il funambolo di Lotito l'uomo per tutte le stagioni. Un iradiddio che salta l'uomo e tira da tutte le posizioni.

CAMBI GIUSTI - La ripresa inizia senza cambi, ma con il ritmo più alto. E questa è già una notizia. Apparentemente nulla è cambiato. Ibra è ricercato ossessivamente; sul fronte opposto Zarate a volte esagera rischiando di dribblare se stesso. Mancini non ne azzecca nulla e non deve sorprendersi l'Amantino se viene beccato dal pubblico. Beh, dire che non va è evidente. Mourinho annoiato finalmente cambia la sostanza. Sacrifica Santon con l'intelligenza di Vieira e arretra Zanetti in difesa, e sottopone Mancini a una bordata di fischi preferendogli Crespo.

CHE ZLATAN - Aria nuova che frizza. I cambi sono adrenalina. Crespo apre spazi e l'Inter al 13' passa. Il gol di Ibra è un mix di potenza e classe divina; irrompe in area, evita Rozenhal e saccheggia la porta di Muslera con un fendente imprendibile. Delio Rossi ammutolito toglie l'inutile Del Nero per Foggia. Forse avrebbe dovuto pensarci prima. Ma è serata Ibrahimovic. Strepitoso l'assist per Muntari al 26'; palla che taglia in due la difesa e raccolta dal ghanese che infila tra palo e Muslera. Partita chiusa.
Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
03/05/2009 21:18
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Kakà-Inzaghi da 2° posto
Il Milan passa a Catania


Nel primo tempo SuperPippo infila su assist del brasiliano che poi raddoppia nella ripresa. Vittoria netta della squadra di Ancelotti che colpisce due pali con i due mattatori. Inter a 7 punti; Juve sotto di 4 e domenica a San Siro c'è lo scontro diretto



CATANIA, 3 maggio 2009 - L'ultima volta fu l'8 marzo 1964; finì 1-0, segnò José Altafini. Quarantacinque anni dopo il Milan espugna Catania, ribadendo la sua forza esplosiva in attacco e l'impenetrabilità della sua difesa. Al Massimino i rossoneri si congedano con un 2-0 firmato da Inzaghi (gol 151 in serie A) e Kakà; braccio e mente, straordinari protagonisti dell'ennesima vittoria del Milan che si riporta a sette punti dall'Inter e porta a quattro il vantaggio sulla Juve bloccata dal Lecce. Ma guai a parlare di rimonte eccezionali sui nerazzurri. Ciò che conta per Ancelotti sono la quinta vittoria consecutiva, il gioco ritrovato e il recupero completo di Kakà che con SuperPippo spezza le reni ai siciliani.

KAKA' CON I DENTI - E' nel destino di Walter Zenga assistere dalla tribuna la sfida con il Milan. Era accaduto nella gara di andata e si ripete al Massimino. Al suo assistente Pino Irrera fornisce indicazioni note: gioco di squadra e modulo elastico, pronto ad adattarsi alle varie fasi della partita. Il tecnico propone il Catania con Izco al posto di Tedesco e Mascara alle spalle di Martinez e Morimoto. Il test del mattino ha invece convinto Carlo Ancelotti a dirottare Pato in panchina. Quindi, come da previsioni, Seedorf si piazza dietro a Kakà e Inzaghi, anche se il brasiliano gioca fra i due compagni di squadra, tra l'altro portandosi in campo un dolorino muscolare accusato durante il riscaldamento.

ASSE INVINCIBILE - La pioggia è battente, ma non per questo il Milan sembra soffrirne. I rossoneri con esperienza e tecnica mettono sotto il Catania che comunque non svilisce il suo gioco, esibendo semmai il suo consueto stile. Dal 4-3-1-2 la squadra di casa passa costantemente al 4-3-3 in fase offensiva. La difesa del Milan controlla, anche se rischia di capitolare al 7' per un colpo di testa di Favalli che sfiora l'autogol; a salvare Dida ci pensa il palo. La reazione rossonera è immediata e nel possesso palla non c'è partita. All'11' Maldini colpisce di testa a porta vuota, ma Izco salva sulla linea. E' l'occasione che inaugura ufficialmente il netto dominio della formazione milanese che costruisce mirabilie sull'asse Pirlo-Kakà-Seedorf.

LA ZAMPATA - Se poi nel motore ci metti Pippo Inzaghi il gioco è fatto. Perfetto l'assist in area di Kakà per SuperPippo, abilissimo nel bagnato a controllare fra due avversari e poi infilare con la punta del destro. Il Milan addomestica la gara a suo piacere e manca il 2-0 ancora con Inzaghi, messo nella condizione di segnare da un gioiello di Pirlo; roba da principianti, eppure il bomber, che ora segna solo gol difficili, in tuffo di testa spreca a lato da due passi.

PREMIATA DITTA - Constatato che Izco non ha regalato sostanza al gioco del Catania, Zenga rilancia all'inizio della ripresa il buon Tedesco. L'idea funziona. L'esperto centrocampista regala più penetrazione alla squadra. Ma il suo rasoterra terminato di poco a lato dopo due minuti ha il potere di scuotere il Milan che riprende a macinare gioco fino a raddoppiare. Lo fa con Kakà che ribadisce in rete una corta respinta di Kosicky sul colpo di testa di Beckham. La premiata ditta Ricardo-Pippo potrebbe dilatare il risultato, ma Inzaghi spreca, prima di testa in tuffo, poi a un passo da Kosicky alzando di piatto destro. Irrera gioca l'ultima carta: fuori Carboni, dentro Llama. Ma è il Milan a mancare gol a ripetizione. I pali, infatti, per due volte dicono di no al 3-0 rossonero. Prima a Inzaghi, poi a Kakà, quasi a sottolineare lo strapotere dei due campioni che ora sognano nuove imoprese contro la Juve.
Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
03/05/2009 21:29
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Palermo, cinquina da Uefa
Miccoli spegne il Cagliari


La squadra di Ballardini (espulso nel primo tempo) vince con reti del fantasista, di Migliaccio, Tedesco, Cavani e Succi. Inutile il momentaneo 1-2 di Jeda. I rosanero si portano a -1 dalla Roma



PALERMO, 3 maggio 2009 - "Dobbiamo fare il possibile per restare in lotta per la Uefa fino all'ultima giornata". Il diktat di Ballardini trova piena conferma nel categorico 5-1 inflitto al Cagliari, diretta concorrente nella corsa a un posto nella nuova "Europa League". I rosanero staccano proprio i sardi e salgono a quota 52 punti, uno in meno della Roma.

AVVIO - C'è qualche sorpresa nelle formazioni, da ambo le parti. Ballardini, privo di Bovo e Carrozzieri, opta per Migliaccio in difesa al fianco di Kjaer. In mezzo giocano Tedesco e Guana con Liverani, mentre Simplicio è il rifinitore per il tandem Miccoli-Cavani. Allegri sceglie invece Lazzari per sostituire Cossu. Davanti giocano Matri-Acquafresca, con Jeda in panchina, mentre in difesa ci sono Matheu e Astori (e non Pisano e Bianco).

CLIMA - In un Renzo Barbera riscaldato da pubblico e sole il Palermo parte subito forte. I primi cinque minuti mostrano quale sarà l'andamento del match: Palermo che imposta, Cagliari che gioca di rimessa. Ma la prima occasione capita proprio ai sardi. Minuto 8: Lazzari prova il destro da fuori e trova il palo esterno con Amelia battuto. E' la giocata che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara, ma è anche un fuoco di paglia.

SOLO ROSANERO - Da lì in poi è solo Palermo. Per 20 minuti è un susseguirsi di occasioni, ma Guana, Balzaretti e Cavani (che pareggia il conto dei legni dopo un rimpallo a tu per tu con Marchetti) non trovano il colpo vincente, per imprecisione e buone risposte del portiere cagliaritano. Ma Miccoli è ispiratissimo (da rivedere la rabona con cui libera Guana al 16') e al 29' batte il calcio d'angolo su cui Migliaccio trova la deviazione vincente in anticipo.

NERVOSISMO - Vantaggio meritato e partita che di colpo si incattivisce. Complice un fallaccio di uno spaesato Matheu su Miccoli, dopo che questo l'aveva saltato per l'ennesima volta. Nello slancio il difensore esce dal campo e si scontra con Ballardini, che allunga colpevolmente il braccio. Matheu cade a terra e si accende un parapiglia. Celi ammonisce il difensore ed espelle Ballardini. Passano tre minuti dal fattaccio e Miccoli regala la seconda gioia al pubblico di casa con una perla d'esterno su calcio di punizione. Si chiude così un gran bel primo tempo.

PRONTI VIA - La ripresa si apre con la stessa intensità dei primi 45' e con Pisano al posto di Matheu (in precedenza Allegri aveva perso Guana, sostituito da Jeda). Il Cagliari ci crede e trova subito il gol dell'1-2, con Jeda (di testa su assist di Fini). Passano due minuti e Tedesco, palermitano doc, spegne i sogni di rimonta dei sardi con un colpo di testa sul cross di Simplicio. Sogni che svaniscono definitivamente al 12', quando Cavani trova il poker dopo una carambola sul tentativo di rinvio di Astori. Nel finale, gloria anche per Succi che sigla il 5-1 definitivo.
Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
04/05/2009 00:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Derby-battaglia al Genoa
Milito fa tris: 3-1 alla Samp


Gara combattutissima e nervosa dal primo minuto al sesto di recupero. Tra falli, risse, cartellini gialli e rossi brilla la stella dell'attaccante rossoblu, che fa la differenza: la Fiorentina e il quarto posto sono a un punto



GENOVA, 3 maggio 2009 - Nello stadio più inglese d'Italia Genoa e Samp interpetano alla lettera la parola derby, giocando dal primo minuto all'ultimo di recupero con un agonismo incontenibile. A far la differenza è sempre lui, Diego Milito.

ASSALTO E CONTRATTACCO - La Samp parte con un vero e proprio assalto. I primi 10 minuti sono tutti suoi, con un possesso palla e una pressione incessante che sorprendono il Genoa. Il tutto produce una grande occasione sui piedi di Pazzini, che da centro area manda alto (l'arbitro ci vede anche una deviazione difensiva poco chiara). Passati però alla doppia cifra i minuti di gioco, il Genoa si rende conto di non poter resistere a lungo nel suo bunker e quindi inizia qualche manovra diversiva in avanti. Fa bene, perché dimostra alla Samp come i vari Sculli e Milito siano in grado di creare scompiglio nella sua area: i blucerchiati si fanno più guardinghi e la partita più interessante. E' il momento, però, in cui i rossoblù sfoderano i numeri più imprevedibili, a cominciare dal loro uomo più creativo: perché alla mezzora Milito prima trova un tiro in spaccata che dal limite costringe Castellazzi alla prodezza, e poi sbuca dal nulla su una deviazione di Biava per mettere in rete da due passi. La Samp accusa il colpo e soffre, anche perché gli uomini di Gasperini pressano stretto e ricorrono sistematicamente al fallo tattico, soprattutto su Cassano, a costo di rischiare sanzioni pesanti da parte dell'arbitro. Ma proprio quando il Genoa sembra avere in pugno la partita arriva il pari blucerchiato: succede nel recupero quando Campagnaro, in posizione irregolare, approfitta di un rimpallo su un tiro di Palombo e va a segnare solo davanti al portiere.

LA RIPRESA - Si riparte con entrambe le squadre che giocano a viso aperto e occasioni che fioccano. E' dei primi minuti quella di Sammarco, che alvolo da pochi passi spara alto il pallone che avrnebbe potuto cambiare i destini della partita. Anche l'agonismo si mantiene alle stelle, con falli e cartellini gialli come se piovesse. Si combatte su entrambi i fronti ma con un maggior ricorso al fallo sempre da parte genoana. Si susseguono anche gli infortuni, e verso la mezzora è il solito Milito ad approfittare delle non perfette condizioni di Raggi per sfuggirgli (da posizione di sospetto fuorigioco) e mettere dentro angolatissimo. Da lì in poi la partita se possibile si fa ancora più nervosa, con un paio di risse che spingono l'arbitro a estrarre anche i rossi. Si finisce in 10 (Samp) contro 9 (Genoa), ma si gioca ancora allo spasimo: prova ne sia il contropiede a due portato avanti da Palladino e concluso dal solito Milito per l'apoteosi finale del 3-1. Troppo, probabilmente, per una Samp combattiva e tutt'altro che brutta: ma la differenza, appunto, si chiama Diego Milito.
Pier Luigi Todisco

Fonte: gazzetta
11/05/2009 23:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Milan-Juve in equilibrio
Un pari che aiuta l'Inter


Primo tempo tatticissimo, con le squadre che si annullano e poche occasioni. Le emozioni arrivano nella ripresa con i gol di Seedorf e Iaquinta. Espulso Favalli. Nerazzurri a un passo dallo scudetto

MILANO, 10 maggio 2009 - Tutto come prima; distanze invariate, ma con una giornata in meno da giocare. Milan e Juve non vanno oltre l'1-1 e consegnano di fatto mezzo tricolore all'Inter che ora può sorridere del 2-2 ottenuto a Verona. Sorride anche la Fiorentina che, a soli tre punti dal terzo posto, fa sentire il fiato sul collo dei bianconeri.Troppo ragionata e poco istintiva per regalare emozioni, la sfida di San Siro si illumina nella ripresa con i gol di Seedorf e Iaquinta.

RIGORE TATTICO — Gigi Buffon da una parte, Zeljko Kalac dall'altra. Svanisce così il duello tra il portiere della Nazionale e Nelson Dida; complice il solito maledetto mal di schiena che blocca il fragile brasiliano e lo dirotta in panchina. Recuperato Beckham, con l'australiano di nuovo titolare dopo un'eternità, conviene regalare muscoli al reparto. Così è Flamini l'esterno destro della difesa, mentre Zambrotta gioca a sinistra. Tra i bianconeri Claudio Ranieri rinuncia a Del Piero e punta su Iaquinta che affianca Amauri, confermando Camoranesi e Marchionni sulle fasce di centrocampo. Accorgimenti tattici che influenzano inevitabilmente il primo tempo, equilibrato e per nulla spettacolare.

PRESSING — La Juve pressa ferocemente i portatori di palla e il Milan ne risente. In chiave rossonera la tecnica prevale, ma il gioco di interdizione dei bianconeri funziona di più e non è un caso che nelle ripartenze riescano a raccogliere almeno tre occasioni. Abile la Juve a sfruttare corridoi impensabili. Accade al 12', quando Camoranesi dal limite dell'area piccola alza in girata oltre la traversa. La risposta è immediata con il tocco in rea di Kakà per Inzghi, anticipato da Buffon. Ma disorienta l'atteggiamento della difesa di casa. Prima apre le porte a Marchionni che conclude alto e subito dopo rischia con Iaquinta su cui si immola Maldini.

EQUILIBRIO — Insomma, una Juve che non sa sfruttare il balbettare difensivo del Milan. La replica c'è, anche se i rossoneri si affidano quasi esclusivamente alle invenzioni di Kakà che un paio di volte regala palle invitanti a Inzaghi. C'è poco da divertirsi comunque e fa quasi sorridere al 36' il goffo tentativo di Poulsen dal limite, quasi incredulo nel vedere apparire nel pieno del suo splendore la sagoma di Kalac; così incredulo da scaricare a lato con un tiro da oratorio.

BOTTA E RISPOSTA — I tatticismi servono a poco. Così Milan e Juve decidono nella ripresa di affrontarsi a viso aperto. Squadre lunghe: Inzaghi che sbaglia a tu per tu con Buffon l'impatto con la testa sul cross di Beckham al 2' e la grande occasione capitata a Iaquinta al 5', su cui l'incerto Kalac non trattiene, ma su cui si avventa Flamini che salva su Amauri. Andirivieni. Al 9' tocca a Seedorf svirgolare a lato dal limite. Fischiato dal pubblico, l'olandese ha modo di riscattarsi infilando l'1-0 al termine di un contropiede fulminante: da Pirlo a Inzaghi che tocca in area per Ambrosini; palla ciccata, ma capitalizzata dall'orange. Ma sono solo 180 secondi di felicità. Al 15' Camoranesi scodella in area per Iaquinta che non ci pensa due volte a tuffarsi e infilare alla sinistra di Kalac.

PIPPO NON VA — Il Milan cerca l'affondo decisivo con l'apporto di Pato che rileva Beckham. Proprio il brasiliano al 29' invita Inzaghi alla splendida girata al volo di sinistro che sfiora di un nulla la traversa. Poco prima di lasciare il posto a Ronaldinho, mentre la Juve, che ha sostituito De Ceglie con Zebina, cambia Amauri con Del Piero. Ma la Juve è viva; Chiellini non sfonda alleggerendo di punta su Kalac. La partita si affloscia e dal 40' deve fare a meno di Favalli espulso per doppia ammonizione, questa volta su Del Piero. Inevitabile l'ingresso di Senderos per Seedorf. Ma l'inferiorità numerica non impedisce al Milan di chiudere in attacco, senza però scalfire la difesa juventina ormai votata al pareggio.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
11/05/2009 23:58
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Luciano guastafeste
Pari Inter: 2-2 col Chievo


I nerazzurri fermati a Verona dagli uomini di Di Carlo, che rimontano due volte. A Crespo risponde Marcolini, a un fantastico gol di Balotelli replica l'esterno destro. Inter a +8 sul Milan impegnato in serata con la Juve: lo scudetto è perlomeno rinviato

VERONA, 10 maggio 2009 - Non sarà il giorno del 17° scudetto dell'Inter. Non c'è bisogno di aspettare il posticipo serale Milan-Juventus per avere certezze. Perché l'Inter nel pomeriggio pareggia 2-2 a Verona con il Chievo, rimontata per due volte da Marcolini prima e da Luciano poi, in risposta alle reti di Crespo e di Balotelli. A segno con una perla spettacolare. Perla incastonata in una partita divertente e intensa, ricca di gol e giocata a viso aperto da entrambe le squadre, che hanno cercato la vittoria fino alla fine. Il Chievo fa un ulteriore passettino verso una salvezza a portata di mano, l'Inter allunga a +8 sul Milan, ma rimanda, perlomeno, la festa scudetto.

CRESPO GOL — L'inter parte meglio dai blocchi. Da sprinter, per chiudere con una volata la maratona scudetto. Il vantaggio arriva già al 3'. Lo segna Crespo -sostituto d'occasione dello squalificato Ibrahimovic - dopo una respinta corta, difettosa, di Sorrentino sul sinistro centrale di Cambiasso. Secondo gol in campionato del centravanti argentino, a lungo sacrificato dalle gerarchie di Mourinho. I nerazzurri insistono. Perché il Chievo barcolla. Perché è il momento di chiudere paritita e campionato.
Il 2-0 non arriva solo per questione di centimetri. L'Inter si ferma al palo. Tiro di Figo, deviazione di Frey, che rischia l'autorete. Ancora un errore di Sorrentino a inizio azione, sbaglia la presa sul cross di Balotelli.

REAZIONE CHIEVO — Dopo il pericolo scampato, la squadra di Di Carlo respira, e comincia a macinare gioco. Bogdani gioca di sponda, Pellissier accelera che sembra Speedy Gonzales, Marcolini tira appena può, anche dalla distanza. Ed è proprio il centrocampista a trovare il pareggio con un sinistro potente ed angolato da fuori area. Julio Cesar non può nulla. Ora è il Chievo a insistere, e l'Inter ad accusare il colpo. Pellissier di testa su cross da sinistra di Marcolini sfiora addirittura il vantaggio. Palla di poco a lato. Rigoni viene ammonito, e gli va pure bene, per un fallaccio su Balotelli. Alla fine di un primo tempo intenso, anche se non spettacolare, è 1-1.

PERLA BALOTELLI — A riportare l'Inter a portata di speranza scudetto ci pensa il 18enne attaccante dell'Under 21. Balotelli si vede prima respingere la conclusione a colpo sicuro per due volte da Frey su assist di Cambiasso. Poi segna il 2-1. Un gol formidabile. Un destro violento di prima intenzione da posizione defilata che non lascia scampo a Sorrentino. Inter in Paradiso. Ma Balotelli non esulta. In compenso lo fanno i tifosi ospiti in tribuna e quelli nerazzurri di fronte alla tv.


PARI LUCIANO — Il Chievo non si arrende. Per niente. Mourinho si copre: dentro Burdisso, fuori Muntari. Non basta. Perchè arriva il gol di Luciano - dimenticato da Maxwell -, con un destro al volo sul cross dalla sinistra di Mantovani. L'Inter reagisce e si butta in avanti nel finale di gara, alla ricerca dei tre punti. Che non arrivano. Per lo scudetto bisognerà aspettare ancora almeno un po'.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
16/05/2009 23:15
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Il Milan affonda a Udine


I friulani in serata di grazia passano meritatamente 2-1. Gol di D'Agostino e Zapata per i bianconeri, di Ambrosini per i rossoneri nel recupero. Irriconoscibile la squadra di Ancelotti tradita dai suoi brasiliani

UDINE, 16 maggio 2009 - L'Inter è campione d'Italia. Lo scudetto numero 17 glielo consegna in anticipo il Milan, vittima di una serata disgraziata, in cui non ne azzecca una, subendo la prepotente prestazione dei friulani alla sesta vittoria consecutiva. Nel 2-1 del Friuli, gol di D'Agostino su rigore e Zapata e rete nel recupero di Ambrosini, si legge un malessere già evidenziato a San Siro con la Juve, a cominciare dalle sbiadite prestazioni di Kakà, incapace di incidere e guidare la squadra. Un k.o. da valutare in vista delle sfide contro Roma e Fiorentina.

MALDINI 900 — Pasquale Marino fa una sola correzione in attacco: Floro Flores al posto di Sanchez; alla sinistra del tridente al fianco di Quagliarella e Pepe. Carlo Ancelotti, con Favalli e Beckham squalificati, conferma invece alla lettera le previsioni: Senderos centrale in difesa, Flamini alla destra del centrocampo e Seedorf alle spalle di Kakà e Pato. Inzaghi rifiata in panchina al fianco di Ronaldinho, ormai vittima predestinata e all'ennesima esclusione. Arbitro dello scudetto, il Milan che insegue l'obiettivo di blindare il secondo posto, festeggia la leggenda Paolo Maldini che compie 900 presenze in serie A. Proprio al Friuli, allenato da Nils Liedholm, era il 20 gennaio 1985, tenne a battesimo la sua incredibile carriera. Un highlander del calcio che si appresta a dare il suo addio, in concomitanza con quello possibile di Ancelotti.

CHE D'AGOSTINO — Il guastafeste Marino dispone la squadra con intelligenza. Pochi consigli ai suoi ragazzi: velocità costante, pressione sulle fasce dove conviene smpre stare larghi, sfruttando soprattutto la fascia destra del Milan che oppone poca resistenza. L'undici di Ancelotti utilizza invece un solo schema: la prevedibile verticalizzazione di Pirlo per Pato, puntualmente raddoppiato e anticipato. Se l'Udinese chiude il primo tempo in vantaggio 1-0, lo deve alla sua caparbietà e nella sua capacità di far girare la palla, mestiere rubato al Milan che, al contrario, non è capace di alzare il ritmo, rendendo tutto scontato. D'Agostino è il profeta: dai suoi piedi partono chicche d'autore. Compreso il cross per Floro Flores su cui commette fallo Maldini che viene ammonito. Il botto sotto la traversa è dello sesso D'Agostino: imparabile, anche se intuito.

MILAN LENTO — Il gol, che innesca la festa anticipata dell'Inter, è vitamina per i friulani che giocano a memoria e regalano momenti di bel calcio. Mentre il MIlan, bolso e irriconoscibile, si avventura verso Handanovic di tanto in tanto in una sorta di stato confusionale. Solo Kakà, al 45', regala l'unica palla gol ai rossoneri: un tocco dalla linea di fondo per Pato, che il portiere bianconero spazza con i piedi.

TOCCA A INZAGHI — FiIppo Inzaghi è l'immediata mossa di Ancelotti. L'attaccante prende il posto di Flamini. Ad arretrare è Seedorf, mentre Kakà si piazza alle spalle di Inzaghi e Pato. I propositi di vendetta ci sono, ma Rizzoli non vede un'entrata forte su Ambrosini. Linea di confine: l'Udinese riparte e raddoppia. D'Agostino è impeccabile anche dalla bandierina: palla che spiove e scende di colpo. Zapata intuisce da due passi e infila sul primo palo. E' il giusto premio alla squadra di Marino che gioca a testa alta e prende a schiaffi il Milan. Inevitabile al 15' l'ingresso di Ronaldinho per Seedorf; vale a dire un 4-2-3-1 con Inzaghi scortato dai tre brasiliani.

BRASILIANI DELUDENTI — Ma servirebbe ben altro. Magari un Kakà decisivo, oppure il Pato della prima parte della stagione. E' invece serata Udinese che costruisce la sua vittoria con autorità e bravura. A nulla serve l'avvicendamento Pato-Shevchenko: mai entrato in partita il primo, praticamente inutile il secondo. Resta da registare l'errore di Inzaghi a tu per tu con Handanovic, tra l'altro in fuorigioco. Ci pensa Dida, a dire il vero, a far evitare alla squadra una figuraccia con tre interventi vecchia maniera. Ambrosini di testa, al 48', accorcia le distanze, ma è troppo tardi e ci pensa il palo a dire di no a Quagliarella sul fischio finale di Rizzoli.
Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
17/05/2009 21:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
esteban cambiasso


1 a 0 inter








PS;vieni anche nel mio forum a postare queste notizie,mi faresti un gran piacere
18/05/2009 22:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
La Juve non va oltre il pari
E ora la Fiorentina incalza


Quattro gol e sei traverse all'Olimpico: contro l'Atalanta finisce 2-2. Iaquinta e Zanetti rispondono a Cigarini, poi Pellegrino fissa il risultato. Viola a un solo punto

TORINO, 17 maggio 2009 - La Juventus guadagna un punto sul Milan, ma soprattutto ne perde due nei confronti della Fiorentina, che ora insegue a un solo punto di distacco. Insomma, il pareggio (2-2) contro l'Atalanta, il quinto consecutivo (ma la vittoria manca dal 21 marzo), è una zavorra per i bianconeri nella corsa alla Champions, e ancor più nella volata per il terzo posto. Del Piero parte in panca e finisce in campo, così come Trezeguet, con la coppia Amauri-Iaquinta a guidare l'avanzata bianconera per tre quarti di gara. Ma più che le scelte tecniche, a sorprendendere è l'umore della Juve, che impiega 25 minuti buoni per tempo prima di cominciare a incidere sulla partita.

GIRANDOLA DEL GOL — Tutto il bello e il brutto della Juve, questa la sintesi estrema del primo tempo del match di oggi contro l'Atalanta nel clima surreale di un Olimpico vuoto e silente. I bianconeri partono infatti lenti e svogliati, l'Atalanta trova subito il vantaggio e potrebbe anche chiudere la gara con Doni, per 25' in campo ci sono solo gli ospiti. Poi la Juve si scuote e trova due traverse e un gol in quattro minuti.
Da gatti di marmo a salvatori della patria, i bianconeri si scuotono, trovano ritmo e idee, nonché il gol del sorpasso. E quando sembra fatta, il neo entrato Pellegrino firma la rimonta. Insomma tutto e il contario di tutto, perché dal canto suo l'Atalanta gioca a specchio riflesso, mostrando il meglio di sé nei primi 25' e poi soffocando in perenne affanno fino al minuto 44. Ad aprire le danze ci aveva pensato Cigarini dopo 2' con un destro dalla distanza deviato da Legrottaglie. Al 14' il match ball passa fra i piedi di Doni, stoppato però da Buffon, con De Ceglie che completa il miracolo anticipando in scivolata l'accorrente Plasmati. Trascorrono altri 10 minuti e la Juve si dà una mossa: Legrottaglie cerca il riscatto dopo la deviazione maldestra sul tiro di Cigarini ma incappa nella traversa e Poulsen sul rimbalzo manda alto di testa da due passi. Al 26 Iaquinta, tutto solo, firma il suo decimo gol in campionato deviando di testa un cross morbido di Nedved e Amauri, due minuti più tardi potrebbe già invertire la rotta della gara, ma il suo colpo di testa si stampa sulla traversa. Al 34' uno scontro in area fra Consigli e De Ceglie fa gridare al rigore, ma al 36' ci pensa Zanetti a concretizzare la superiorità bianconera di questa fase di gara: il suo destro al volo che nemmeno la traversa stavolta riesce a fermare è un capolavoro calcistico di precisione e potenza. Finita qui? Nient'affatto, perché Pellegrino, entrato in campo da 4 minuti al posto di un acciaccato Garics, ristabilisce la parità su azione d'angolo (e sponda di Plasmati): al 44' le squadre stanno sul 2-2.

LA MALEDIZIONE DELLA TRAVERSA — Incredibile inizio di ripresa: al 3' Plasmati colpisce la traversa (la stessa che nel primo tempo aveva fermato Legrottaglie e Amauri) con un colpo di testa che rimbalza in campo, stesso destino per un sinistro in corsa di Cigarini all'8'. In mezzo, una bella volata di Cerci fermata da un intervento decisivo di Buffon. Come dire che l'Atalanta, sebbene non abbia particolari traguardi di classifica da tagliare, non è in campo solo per onor di firma. Al 15' un errore di Poulsen dà via libera a Plasmati, ma ancora Buffon ci mette una pezza, mentre un minuto dopo Del Piero prende il posto di Amauri, che dal campo si infila nel tunnel degli spogliatoi senza degnare d'uno sguardo la panchina. La Juve pare tornata quella dei primi 25 minuti di gara, con la differenza che - fra qualche alto e basso in più - mantiene lo stesso (basso) profilo sino ai minuti finali del match, quando inventa un forcing finale tardivo quanto vano. Al 36' è ancora l'Atalanta a sfiorare il gol: incredibile ma vero, Plasmati colpisce ancora la "solita" traversa, stavolta con un destro in corsa. Poi la Juventus, con anche Trezeguet al posto di Zanetti, cerca il colpo di coda con il tridente ma Consigli toglie ai bianconeri le residue speranze di vittoria. E ora i bianconeri devono davvero guardarsi le spalle.

Livia Taglioli

Fonte: gazzetta
18/05/2009 22:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Ranieri esonerato.
25/05/2009 12:46
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Cagliari festa grande
L'Inter cede il passo


Finisce 2-1 al Sant'Elia tra due squadre che hanno già archiviato con successo il campionato. Ospiti avanti con il 23° centro in campionato di Ibrahimovic, pareggio sardo con Cossu e rete decisiva di Acquafresca

CAGLIARI, 24 maggio 2009 - Festa grande al Sant'Elia: finisce 2-1 tra Cagliari e Inter dopo un match gradevole tra due squadre il cui campionato è già stato archiviato in maniera vincente. Nel primo tempo reti di Ibrahimovic e di Cossu, nella ripresa decide Acquafresca. I sardi sono noni con 53 punti, mentre i nerazzurri, già campioni d'Italia per la quarta volta consecutiva, sono fermi a quota 81 contro gli 85 della passata stagione e una partita da giocare. Per i sardi è la 15ª vittoria stagionale, come nel 1971-72: meglio fece solo nel 1969-70 quando conquistò il suo unico scudetto; le 11 vittorie casalinghe eguagliano invece il record di sempre del club. L'Inter è alla seconda sconfitta nel girone di ritorno dopo quella di Napoli.

PRIMO TEMPO — Nonostante i 34 gradi e la mancanza di grandi motivazioni di classifica le due squadre lasciano subito intendere che non sarà un passerella. Dopo meno di un minuto Ibrahimovic prova subito il tiro, sarà il primo di una lunga serie per lo svedese che per tutto il match cercherà la strada del gol con regolarità. Al 5' rinvio sbagliato di Toldo, Jeda leggermente decentrato a destra colpisce di collo pieno e il portiere nerazzurro para a terra. All'8' vantaggio Inter: Ibrahimovic entra in area, si libera di tre avversari e trova lo spazio per il destro. Marchetti non trattiene e la palla finisce in porta. Per lo svedese è il 23° gol in questo campionato e affianca Di Vaio in vetta alla classifica dei marcatori con una lunghezza di vantaggio su Milito. Al 20' grande azione collettiva del Cagliari, palla sulla destra per Fini che si coordina bene e di esterno manda la palla sul primo palo con Toldo mette in angolo. Al 34' pareggio del Cagliari: Conti in verticale serve Cossu che evita l'intervento di Burdisso e di sinistro mette alle spalle di Toldo. E' ancora Ibrahimovic a guidare la riscossa dell'Inter, ma la difesa di casa è ben disposta e lascia meno spazi che in avvio.

SECONDO TEMPO — Ripresa e c'è ancora Ibra che fa tutto da solo: si decentra a sinistra, prova il rasoterra da posizione defilata e Marchetti para. All'11' Cossu crossa da sinistra, Pisano da destra appoggia alla grande per Conti che viene anticipato da Chivu in maniera provvidenziale. Cambio di fronte e triangolazione tra Cruz e Ibrahimovic con l'argentino che commette fallo su Canini, beffando l'accorrente Jimenez che segna a gioco fermo. Al 26' Biondini prende il fondo sulla destra, Santon si perde Acquafresca che di testa mette alle spalle di Toldo: è il gol che vale la partita, il 13°in questo campionato. Mourinho inserisce Balotelli, Bolzoni e Mancini, arrivando a 111 fatte su 111 possibili in 37 gare, ed è Balotelli quello che rischia di rivelarsi decisivo con un gran palo da 25 metri al 34'. L'ultima magia è del solito Ibrahimovic: al 44' con un colpo di tacco salta due avversari poi non riesce a trovare il tiro nello specchio della porta e può iniziare la festa cagliaritana.

COSSU GOL — Prima rete in campionato per il 29enne Andrea Cossu, autore di una partita impeccabile sulla sinistra: "Sono contento di avere fatto tutto questo con la maglia della squadra della mia città. Siamo un gruppo importante che in ogni partita cerca di dare il meglio, contentissimi di festeggiare davanti al nostro pubblico. Sto bene a Cagliari e sogno di rimanerci a lungo". Mourinho non si scompone e oltre al gol di Ibrahimovic sottolinea l'esordio di Bolzoni: "Se lo meritava, è un ragazzo fantastico". E il borsino del suo futuro è invariato: "Resto all'Inter al 99,99%".
Guido Guida

Fonte: gazzetta
25/05/2009 13:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Anche la Roma in Europa


Inutile doppietta di Ambrosini per il Milan. Decisivo l'ingresso di Menez (a segno per il momentaneo 2-1 romanista) nella ripresa

MILANO, 24 maggio 2009 - Avrebbe meritato ben altra uscita di scena Paolo Maldini. Invece la Roma rovina la festa di addio a San Siro del capitano rossonero, passando 3-2 a San Siro. Nella sconfitta ci leggi tutti i mali del Milan: il gioco ruminato e ripetitivo, la solita dabbenaggine sulle palle inattive, gioco molle e senza personalità. Quasi il testamento di Ancelotti alla società rossonera, davanti a un Berlusconi senza parole. E mentre l'ombra del triumvirato Leonardo-Tassotti-Galli si allunga, il Milan deve ora combattere un'incredibile battaglia a Firenze per evitare i preliminari di Champions League.

IL CAPITANO — Clonare Paolo Maldini non si può. Lo sa anche Carlo Ancelotti che non può fare a meno di lui e lo schiera con Favalli in mezzo alla difesa, mentre Flamini e Jankulovski occupano le fasce. Non c'è Zambrotta, spedito in panchina. Nel giorno delle ultime a San Siro viene riservata a Beckham la corsia di destra del centrocampo. Ci rimette Seedorf, mentre Kakà tiene le redini a Inzaghi e Pato. La Roma può contare su Juan in difesa e si affida ai numeri di Totti e Vucinic in un attacco in partenza più motivato.

SOLO ROMA — Il prologo è infatti giallorosso. Velocità e pressing, ovvero gli antidoti anti-Milan per eccellenza, portano la Roma vicina al gol già al 3'. Ci pensa Dida a deviare in angolo il tiro ravvicinato da Taddei, servito da Vucinic. Monito inquietante, perché i giallorossi spingono e mettono sotto la difesa di casa, orfana di un centrocampo adeguato che faccia da filtro. Le ripartenze si limitano spesso alle verticalizzazioni o a qualche cross di Jankulovski, su cui Inzaghi parte in ritardo. Meglio la Roma, che sfiora il palo con Vucinic. Immaginabile l'orrore che attraversa la mente di Silvio Berlusconi, seduto in tribuna per cogliere da vicino le intuizioni di Maldini e, magari, gli sguardi di Ancelotti vicino al decollo.

RIISE — Finalmente, è il 29', il Milan fa qualcosa da Milan. Azione illuminata partorita da Maldini, e conclusa con diagonale destro da Pato che accarezza il palo opposto. Ma è davvero poco, sinceramente. Il guizzo non riscalda l'anima e la Roma passa. Accade su punizione dal limite. La mette dentro Riise con "liverpooliana" memoria: sotto la traversa. Imparabile. E meritata. Ancelotti invita i suoi a spingere. Beckham, altro che figurina, al 42' mette dentro una palla magnifica; Pato batte a colpo sicuro, ma Motta in tuffo di testa salva la prodezza di Riise scacciando in angolo. Roma che comunque non molla e cerca il raddoppio, ma Vucinic, è il 45', quasi dal dischetto telefono a Dida e lo grazia

CI RIMETTE BECKHAM — Ancelotti nella ripresa decide di cambiare modulo e passare al 4-2-3-1, lasciando inspiegabilmente Beckham, uno dei migliori, negli spogliatoi. Tocca a Seedorf emozionare gli spalti. Ci si chiede come. Spinge il Milan, ma è arte confusa, spesso improvvisata. Kakà pasticcia con le gambe come se non avesse la testa. Forse è l'ultima anche per lui? La Roma intanto gigioneggia. Si difende bene e di tanto in tanto va a trovare Dida. Senza spaccare il mondo.

L'ANIMA DI LAMBRO — Constatato che di spinta neanche a parlarne, Ancelotti cambia ancora: fuori Pato e Jankulovski, dentro Ronaldinho e Zambrotta, anche se il pubblico non gradisce. Spalletti risponde con Filipe per Cassetti, raccomandando ai suoi di non chiudersi in difesa. Il Milan, invece, prova a schiacciare la Roma. Al 23' San Siro si infiamma per una fantastica deviazione oltre la traversa di Artur sul bolide di Kakà e dopo una giocata funambolica di Ronaldinho. Ma il pareggio arriva e lo segna Ambrosini che ribadisce in rete una respinta ridicola di Artur su tiro di Inzaghi.

UNO-DUE... E TRE — Spalletti qui ha un'idea interessante: Menez al posto di Vucinic. Al 35', al termine di un contropiede fulminante, il francese infatti batte Dida. Partita chiusa? Macché, ci pensa ancora Ambrosini a raccogliere il pari con un tocco ravvicinato un minuto dopo, su assist di Kakà, complice la Roma che sbaglia il fuorigioco. Cosa che non fa Tottii, il quale, ancora su punizione, fulmina al 40' Dida. E al 44' Ambrosini viene espulso per proteste. Giustificate: dopo non aver visto un'entrata netta su Ronaldinho e Inzaghi, l'arbitro di Chiavari ignora una zampata su Zambrotta. Il Milan alza bandiera bianca: la qualificazione diretta alla Champions adesso se la dovrà sudare a Firenze.
Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
25/05/2009 13:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
Maldini alla Sud: "Orgoglioso
di non essere uno di loro"


La curva rossonera contro il capitano all'addio: "Hai mancato di rispetto a chi ti ha arricchito". Il 40enne difensore all'addio risponde lapidario

MILANO, 24 maggio 2009 - Una festa rovinata. Non solo dal risultato, ma anche dallo striscione polemico esposto dalla curva sud che ha rivangato una vecchia storia. E Paolo Maldini, il capitano dalle 901 battaglie che ha dato l'addio a San Siro, il suo stadio per 24 anni, non ha gradito.

LA CONTESTAZIONE — "Grazie capitano: sul campo un campione infinito ma hai mancato di rispetto a chi ti ha arricchito" si leggeva in curva sud. E durante il giro d'onore finale, ne è comparso un altro: "Per i tuoi 25 anni di gloriosa carriera sentiti ringraziamenti da chi hai definito mercenari e pezzenti". La scritta era accompagnata da una maglia di Franco Baresi (da cui nel '97 Maldini ereditò la fascia) e dal coro "C'è solo un capitano". E Paolo non ha gradito: "Sono orgoglioso di non essere uno di loro". Il capitano sognava un altro addio.

DIETRO LA PROTESTA — E' probabile che dietro alla protesta ci sia ancora il ricordo della trattativa tra il difensore e la società nel giugno scorso, che fu segnata da frizioni sull'ingaggio (definito poi in un milione e mezzo di euro): di qui l'accusa di "mancanza di rispetto". Ma forse qualcuno non ha nemmeno dimenticato un'intervista di qualche mese prima apparsa sulla Gazzetta dello Sport, in cui Maldini dava giudizi piuttosto severi sul comportamento della curva. Ecco il passaggio chiave. "Sono molto arrabbiato, come i miei compagni. Dopo tutto quello che abbiamo dato, fatto e vinto, meritiamo un trattamento diverso. Quest’atteggiamento è iniziato nel derby di ritorno dell’anno scorso. Con un aiuto da parte della nostra curva, non avremmo perso quella partita. I motivi? Ci sono motivazioni economiche, giochi di potere. Ma se sono queste le ragioni per andare allo stadio, non so più che cosa pensare. Comunque non è solo la curva a non sostenerci: anche i tifosi degli altri settori se ne stanno zitti. Io credo che quando si canta 'Abbiamo il Milan nel cuore', poi bisogna dimostrarlo. Ormai noi giochiamo in trasferta o in campo neutro: mai davvero in casa. Non mi sembra logico, e la squadra non ci sta più. I fischi a Dida e Gilardino? Non li comprendo. I fischi ci sono sempre stati, ma qui si sta andando oltre. A San Siro si sentono applausi ironici per Dida quando blocca una palla facile. Ma quello è il portiere della finale di Manchester, è un campione d’Europa come Gilardino. San Siro è sempre stato magico: adesso stiamo perdendo questa magia".
gasport

Fonte: gazzetta
25/05/2009 13:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.027
Post: 5.034
Registrato il: 05/07/2007
Registrato il: 09/09/2007
Sesso: Maschile

MODERATORE

SUPERSAGGIO
1-1 al 90': gioia Fiorentina
Lecce retrocesso in B


I padroni di casa passano in vantaggio con Tiribocchi e sono protagonisti di una prova tutta orgoglio e spessore. I viola agguantano il pari allo scadere con Jorgensen e possono festeggiare un quarto o terzo posto, a seconda dell'esito dello scontro diretto di domenica col Milan

LECCE, 24 maggio 2009 - La Fiorentina gioca male, subisce svantaggio e valanga di occasioni-gol leccesi, ma alla fine pareggia (1-1 al 90') e chiude pure in bellezza, perché a questo punto finirà il campionato al quarto o addirittura al terzo posto, a seconda dell'esito della sfida col Milan di domenica prossima. Il Lecce invece saluta la serie A con una giornata d'anticipo, nonostante la prova di grande orgoglio e spessore esibita oggi al Via del Mare.

PRIMO TEMPO MONOCOLORE — Se assenti (10 per il Lecce, 4 per la Fiorentina) e temperatura (36°) sono protagonisti assoluti del match giocato al Via del Mare, in campo si vedono invece due squadre animate da opposti stati d'animo: i padroni di casa, con un piede o anche più in serie B, si battono come se per loro in palio ci fosse la... Champions; i viola, che sono quarti ma loro nulla è ancora garantito, giochicchiano per il punticino che, al fischio d'inizio, ancora manca per l'aritmetica conquista del quarto posto. E non è un bel vedere, per chi guarda, men che meno che per Della Valle e C., percorsi da un brivido di paura ad ogni avanzata leccese. Dopo una breve fase di studio, al 12' Jovetic manda alta la prima occasione da gol, su cross di Semioli. A seguire il Lecce infila quattro calci d'angolo consecutivi, con Fabiano che di testa sbaglia di poco la mira. Al 18' l'azione-gol più nitida per i viola: Gilardino serve Jovetic senza guardare, il tiro del montenegrino viene stoppato da Fabiano con Rosati battuto. Poi salgono in cattedra i padroni di casa, che inanellano una lunga serie di quasi-gol. Al 20' Castillo su punizione chiama Frey a un intervento impegnativo e non riesce poi a ribadire in rete sulla ribattuta; cinque minuti più tardi l'argentino, tutto solo, manda sul fondo un limpidissimo assist di Ariatti; al 37' ancora Castillo spreca malamente dopo un bell'affondo: il suo tiro a tu per tu col portiere, colpisce in faccia Frey. L'ultima chance del primo tempo è per Ariatti, che si vede respingere da Frey la sua conclusione ravvicinata. E la Fiorentina? Si fa vedere al 33', con un destro di Jovetic che sfiora un palo, e al 35' con un tentativo di pallonetto di Gilardino che supera la traversa. Insomma, ben poca cosa, a fronte della prova ben più tosta dei padroni di casa.

TIRIBOCCHI-GOL — Ad inizio ripresa Dainelli prende il posto di Kroldrup, il caldo non allenta la morsa. E in campo torna una Fiorentina se possibile più nervosa, prevedibile e disattenta dei primi 45'. Il Lecce invece non molla, e al 5' passa meritatamente in vantaggio con Tiribocchi, innescato da un errato retropassaggio viola. L'attaccante affonda la falcata per una decina di metri e lascia partire un tiro angolato che batte Frey. Ma nemmeno dopo il vantaggio leccese la gara cambia volto: i giallorossi non si fermano, i viola cercano una maggior pressione, ma non riescono a far gioco, tanto meno a costruire azioni pericolose. Le individualità non brillano, il collettivo non funziona: ritmo basso e mancanza di gioco senza palla zavorrano poi definitivamente una squadra senza idee nè brillantezza atletica. Così Tiribocchi sfiora il raddoppio al 17' mandando alto un sinistro ben congegnato. Ma è una Fiorentina troppo brutta per essere vera, e infatti la scossa arriva, seppure solo al 20'. Al 21' Gilardino sfiora il pareggio, con Rosati che glielo nega, poi i viola non riusciranno a costruire altre limpide azioni da gol ma almeno la gara si fa combattuta. Frey dice di no ad Ariatti e Giuliatto, al 43' Felipe Melo si fa espellere per un intervento truculento su Vives, finché al 45' Jorgensen sigla il pari, ma soprattutto ribalta le sorti della gara e del campionato, condannando il Lecce alla serie B con una giornata d'anticipo e regalando ai viola la terza o la quarta piazza. Lo stabilirà l'ultima di campionato, ossia la sfida diretta col Milan al Franchi in programma domenica prossima.
Livia Taglioli

Fonte: gazzetta
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:28. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
www.bwgroup.it *** *** Suoneria Cellulare******* habitamos ***
..:: A L T R I ..... G E M E L L A G G I ::..
**TOPMANGA FORUM**~ A.C Milan~ THE FROZEN FORUM ~ Cogito Ergo Sum ~ eyes on anime ~ Virtual Graphic ~ Il mondo di Vanish ~ Lauren 4ever ~ Dragon Ball 4Ever GDR ~ Top forum - the best of all ~ ilmondoincantato ~ UFOOUTLINE ~ The Dark Side Of The World ~ giuggyna.it ~ MuroSpam ~ WLF 46 ~ Dinda & Baldo's forum ~ Cincischio ~ Aldo, Giovanni e Giacomo ~ sulle ali della fantasia ~ Crazy off Topic ~ IL BIVACCO ~ FORUM ~ FORUM ~ FORUM ~ FORUM ~