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SUPERSUPREMO
Ciclismo: Pozzato in gara ad Amburgo

Classica tedesca si disputerà domenica prossima



(ANSA) - MILANO, 13 AGO - Dopo il successo al Trofeo Matteotti, Filippo Pozzato sara' in gara domenica alla Vattenfall Cyclassics di Amburgo, da lui vinta nel 2005. Il cammino verso il Mondiale di Stoccarda del leader della Liquigas proseguira' poi alla Vuelta al via il 1/o settembre: Pozzato e' intenzionato comunque a non affrontare l'impegno integrale di tre settimane della massima corsa a tappe spagnola ma di programmare un ritiro anticipato dopo aver rifinito la condizione puntando a successi di tappa.
03/09/2007 23:36
 
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Vuelta - Lo spunto del Grillo
Secondo successo italiano in tre giorni nella Vuelta a Espana 2007. Dopo Daniele Bennati, vincitore nella frazione di esordio in quel di Vigo, arriva nella terza tappa della corsa spagnola lo splendido successo di Paolo Bettini (Quick Step) che precede allo sprint Freire e Davis.

Il terzo giorno della Vuelta era stata caratterizzato in precedenza dalla fuga di tre corridori, Dominguez, Martinez Acevedo e De La Fuente, che si staccano dal gruppo al km 6 e raggiungono un vantaggio massimo di 3':30''.

Sull'Alto de Babio, ascesa di terza categoria affrontata dai corridori quando mancano poco meno di 40 km al traguardo, Martinez è il primo dei fuggitivi ad arrendersi e a farsi riprendere dal gruppo maglia amarillo, mentre per gli altri due battistrada la giornata di gloria termina ai 30 dall'arrivo quando il plotone torna compatto in attesa della volatona finale.

Le formazioni dei velocisti provano a controllare gli ultimi km di gara ma il tracciato prevede uno strappo negli ultimi 3000 metri e tenere insieme la carovana non è semplice. Schumacher prova ad avvantaggiarsi ma è tutto inutile, sarà volata.

Il più forte, su questo tipo di arrivi, è Paolo Bettini che, però, ha dovuto faticare non poco per tenere sul ritorno dello spagnolo Oscar Freire. Il campione olimpico parte, benissimo, ai 300 metri dall'arrivo senza che nessuno riesca a riprenderlo. Potrebbe farlo Freire ma il velocista spagnolo sceglie una traiettoria chiusa e non può fare altro che smettere di pedalare consegnando la vittoria all'azzurro.

L'iberico della Rabobank chiude comunque secondo e mantiene così la leadership della classifica generale. Terzo giunge lo sprinter della Discovery, Allan Davis, mentre per Davide Rebellin, quarto, arriva un altro piazzamento
[SM=g27811] [SM=g27811]
[Modificato da isa46 03/09/2007 23:38]


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Vuelta - Il numero di Efimkin
Il primo arrivo in quota della Vuelta 2007 regala il numero di Valdimir Efimkin che festeggia con il pugno alzato la sua splendida azione in altura, in cima ai 1100 metri di Lagos de Covadonga. Il russo della Caisse d'Epargne, secondo sesto all'ultimo Giro di Svizzera beffato nella cronometro finale dal compagno di squadra Karpets, è anche la nuova maglia oro della corsa spagnola.

In precedenza la tappa era stata animata dalla fuga di una quarantina di corridori, tra cui anche l'italiano Pellizotti, partiti al km 15 e ripresi, uno a uno all'inizio dell'ultima salita.

Con Efimkin, che lascia i compagni di fuga e vola verso il traguardo in solitaria, si accede la corsa dei big. Il primo a dare lo scossone è Carlos Sastre. Rispondono Menchov e Gomez Marchante mentre Pereiro Sio si pianta, così come Damiano Cunego costretto a lasciare le ruote dei migliori già all'inizio dell'ascesa finale.

Nel gruppo di quelli che faranno classifica rientrano Piepoli e Cadel Evans mentre perdono sempre più terreno Gomez Marchante e Pereiro Sio.

Menchov prova a fare il vuoto ma tutti tengono la ruota dello scalatore russo e, in cima, i migliori arrivano tutti insieme dietro al bravissimo Efimkin. Secondo all'arrivo è Leonardo Piepoli, terzo è Devolder. La Vuelta è appena iniziata


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Vuelta - Freire è imbattibile
Terza vittoria di Oscar Freire (Rabobank) in sole sei tappe di questa Vuelta 2007. Il velocista iberico brucia ancora tutti sul traguardo di Logroño precedendo Fernandez e Korff. Delude Petacchi che parte troppo presto e chiude al 6° posto. Continua la polemica sul "caso-Valverde"


Nulla da fare contro Oscar Freire, nulla da fare contro questo Freire in forma super, neppure per i velocisti puri, in una tappa da velocisti puri, rettilineo finale, bello largo e pianeggiante, compreso.

A Logroño è un classico volatone a decidere la 6° tappa, segnata dalla consueta lunga ma innocua fuga: i quattro protagonisti, tra cui spicca la sagoma gigantesca dello svedese Backstedt, vengono stoppati a 5 km da Logroño.

E' volatone dunque, l'australiano Davis gioca da molto lontano e anche Petacchi, per reazione immediata, si lancia quando la linea bianca dista più di 200 metri. Calcola invece bene i tempi Oscar Freire, mette la marcia in più della quale in questa Vuelta dispone, cala il tris nell'edizione numero 62 e porta a 6 i suoi acuti complessivi nella ronda spagnola. Petacchi è solo sesto, Bennati resta chiuso e non fa lo sprint, maluccio anche Boonen, quarto. Felice invece il russo Efimkin che conserva la maglia amarillo.

Si è dunque chiusa la 6° giornata di corsa alla Vuelta, resta invece aperto e insoluto il caso Valverde, che in Spagna tiene banco. La Federciclo spagnola ha infatti deciso di entrare in rotta di collisione con l'UCI, che chiede per Valverde l'apertura di un procedimento disciplinare e la sua esclusione dalla selezione spagnola per il mondiale di Stoccarda. I federali iberici dicono no alla richiesta della UCI, spiegano via comunicato che non apriranno alcun procedimento disciplinare contro di lui, e che il corridore verrà regolarmente iscritto nella lista dei convocati spagnoli per la prova iridata di domenica 30 settembre.

Si attende ora la replica UCI e le sue prossime mosse, impossibile dunque al momento affermare con certezza se Valverde correrà o meno il mondiale. Considerazione di fondo; un Valverde così, attaccato da una parte, difeso dall'altra, è certamente in balia degli eventi, forse anche di tormenti interiori, e ha grandi chances di presentarsi alla corsa iridata con uno straccio di forma e zero chances di vittoria



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Vuelta - Piepoli vola a Cerler
La 9a frazione della Vuelta porta la firma dell'azzurro Leonardo Piepoli. Il corridore della Saunier Duval si aggiudica il 31° successo in carriera grazie a una splendida azione maturata nel momento più importante di giornata, ovvero sull'ascesa finale.

Il 36enne, sulle rampe della salita del Cerler, rinomata stazione sciistica, si alza sui pedali, semina Daniel Moreno e Inigo Cuesta, protagonisti di una fuga troppo azzardata, per portarsi al comando della corsa.

Solo il russo Menchov riesce a stare sulla sua ruota: nei tornanti con pendenza del 10% i due collaborano perfettamente, fino agli ultimi 1000 metri, quando Piepoli, complice una pedalata fluida, va a tagliare il traguardo per primo.

Menchov chiude in 2a posizione: un risultato ottimo per il russo che si laurea nuovo leader della generale. Seguono Mosquera e Sastre, rispettivamente 3° e 4° sulla linea bianca.

In forte ritardo Devolder, maglia oro alla partenza della frazione. Fuori dai giochi Pereiro Sio: lo spagnolo abbandona la tappa dopo i primi 100 km a causa di un fastidioso virus intestinale



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Vuelta - Olè per Menchov e Bennati
Nel fine estate 2005 Denis Menchov colse 2 successi di tappa alla Vuelta Espana, lottò a lungo per la vittoria finale, dovette però accontentarsi del secondo posto finale, dietro all"inarrivabile Heras, inchiodato poi dai controlli antidoping, e infine privato della vittoria. Per colpa di Heras, una colpa acclarata, Denis Menchov, si ritrovò, dunque ad essere il primo russo della storia a fare sua la Vuelta Espana, una gioia provata però solo a bocce ferme.

Nella 62ma Vuelta Espana Denis Menchov ha cominciato a gioire ad Andorra Arcalis, nel giorno del suo unico successo di tappa, arrivato con in dosso la maglia amarilli di leader della classifica presa il giorno prima e più svestita sino a Madrid. Stringi stringi Denis Menchov ha fatto una volta la voce grossa, ha quindi controllato agevolmente le mosse dei rivali e ciò gli è stato sufficiente per vincere, stavolta sul campo e non a tavolino, una Vuelta Espana che ha dominato nel momento in cui ha preso il comando della classifica, frazione numero 9. Il bis di Menchov conta dunque molto di più della prima vittoria, è questa, la seconda Vuelta, anche se in genere non è così, quella che Menchov mai dimenticherà. Nel suo palmares, dunque 2 Vuelta, ma anche 1 tappa al Tour de France e da giovane quel Tour de l'Avenir che se lo vinci, forse un giorno vincerai anche il Tour de France, prossimo obiettivo del 29 enne Denis.

L'obiettivo di Freire e Sanchez, 3 acuti a testa nella 62ma Vuelta è invece il campionato del mondo, al quale arriveranno in supercondizione. Sanchez che grazie al successo ottenuto nella penultima tappa sale sul gradino più basso del podio finale, mentre la posizione numero 2 va all'instancabile, piazzatissimo ma poco vincente Carlos Sastre, altro iberico del pedale.

Si è fatto infine onore anche il pedale italiano, 6 timbri in questa Vuelta prima del volatone di Madrid, nel quale Daniele Bennati fa testa a testa con Petacchi, lo piega al fotofinish , lui che, vincitore anche della 1° tappa, ha dunque aperto e chiuso la 62ma Vuelta Espana. E' stato l'italiano che ha vinto di più, 3 volte, è stato quello che ha convinto di più. Ma sul treno azzurro per Stoccarda, non ha trovato posto. La sua rivincita sulle scelte di Ballerini sono state le 2 vittorie ottenute da quando gli hanno comunicato la brutta notizia. 3 vittorie alla Vuelta, 2 timbri al Tour, Bennati può ora puntare la Parigi-Tours e vincere quella grande classica ancora assente dal suo palmares, ma il suo 2007 è già così un anno di grazia. Peccato non essere nelle grazie di cittì Ballerini.
[SM=x322215]

Fabio Panchetti / Eurosport


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Mondiali Stoccarda - Di Luca bloccato!

Danilo Di Luca non prenderà parte alla gara su strada dei Mondiali di Stoccarda in programma domenica. Il deferimento del corridore da parte della Procura Antidoping del Coni, infatti, ha come immediato risultato l'esclusione dell'ultimo vincitore del Giro d'Italia dalla corsa iridata. Per l'abruzzese è stata chiesta una squalifica di quattro mesi.

La notizia è stata rivelata direttamente da Di Luca in una conferenza stampa a Stoccarda, ma Danilo ha espresso anche tutto il suo disappunto per un verdetto che, anche per le sue tempistiche, è veramente pesantissimo.

"E' uno scandalo: la Procura ha fatto tutto ad hoc per non farmi correre il mondiale - ha detto l'azzurro - Vado a casa alla vigilia del mondiale e non mi posso neanche difendere. Domani il Tas è chiuso e non posso appellarmi: siamo arrivati all'apice...".

La Procura Antidoping del Coni ha chiesto il deferimento di Di Luca in relazione al rapporto del corridore con il medico Santuccione, coinvolto nello scandalo 'Oil for Drug'.

"Mi si propone per una squalifica di quattro mesi - continua Di Luca - ma verrò assolto al 100%. I miei rapporti con Santuccione risalgono a quando avevo 8 anni. Sul mio conto non c'è niente che mi possa far condannare. Querelerò chi di dovere, ma intanto do appuntamento per il 20 ottobre al Lombardia".

LS / Eurosport

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Mondiali Stoccarda - Conferma Cancellara
Era il favoritissimo della vigilia, tutto il peso del pronostico sulle sue spalle, ma quelle di Fabian Cancellara sono belle larghe, mentre le sue gambe spingono come nessun altro sa fare nelle prove contro il tempo. Per il secondo anno di fila è lui, lui che hanno non a caso ribattezzato il diretto di Berna, il campione del mondo della cronometro. Tempo finale di 55 minuti e 41 secondi nel coprire i 45 km, unico con una media oraria complessiva superiore ai 48 km orari, Cancellara, primo a tutti i rilevamenti intermedi, ha vinto anzi stravinto.

L'ungherese Bodrogi disputa una delle sue migliori crono in carriera, che gli vale la medaglia d'argento, ma il suo tempo è di 52 secondi superiore a quello di Cancellara, che gli ha dunque mangiato più di 1 secondo a km, ovvero molto. Può essere molto contento l'olandese Clement del terzo posto acciuffato (soli 5 secondi in più di Bodrogi, che è andato sui livelli di Cancellara o quasi nel tratto conclusivo). non vale molto invece il 14mo posto di Pinotti come pure il 19mo di Nibali, quest'ultimo penalizzato dalla pioggia trovata lungo il percorso. Hanno deluso diversi pesci grossi del lotto; solo sesto il russo Gusev, solo ottavo il miglior cronoman spagnolo Gutierrez Palacios. Addirittura 18mo un disastroso David Millar. Giornata amara anche per i tifosi tedeschi, perché Bert Grabsch sfiora il podio (4° a 15 secondi dal bronzo) mentre Sebastian Lang gli sta appena dietro.

2 titoli mondiali nella crono, 5 volte campione nazionale svizzero del Tic, 2 volte vincitore del cronoprologo del Tour de France, 25 cronometro vinte in carriera. Nel tennis c'è Federer, nel ciclismo che fa Tic Tac c'è Cancellara. Due svizzeri ma soprattutto due fuoriclasse.

FP / Eurosport



[SM=x322215] [SM=x322198]


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Mondiali Stoccarda - Bastianelli iridata
Le braccia aperte che ondeggiano come fossero due ali. Marta Bastianelli vola sul tetto del mondo che pedala e l'Italia ha la sua seconda campionessa del mondo, dieci anni dopo Alessandra Cappellotto.

Vince per distacco la laziale Bastianelli, che attacca all'ultimo giro, sul primo strappo e dopo almeno 15 km di azione solitaria giunge sola sul rettilineo finale. La favoritissima Marianne Vos, l'olandese che difendeva il titolo, domina la volata per il secondo posto, a 6 secondi. Una volata che completa la giornata trionfale dell'Italia, perché dietro alla Vos si piazza Giorgia Bronzini, che va dunque ad acciuffare la medaglia di bronzo. Per il miglior risultato di sempre dell'Italia al femminile nella storia dei mondiali, con due terzi del podio occupati dalle nostre. E con Noemi Cantele quinta.

Classe 1987 laziale di Lariano, la città del pane, Marta Bastianelli era stata da junior argento mondiale nel 2004, proprio dietro a Marianne Vos. La vendetta, il piatto che va servito freddo perché abbia il giusto sapore, è dunque stata consumata. E presto Marta dei Castelli capirà che è tutto ma proprio tutto vero.

"Ho provato - racconta a caldo la neo-iridata - per spezzare un po' il gruppo, doveva essere un'azione per favorire Noemi Cantele e Giorgia Bronzini. Ho insistito ed è andata bene. Non ci posso credere".

FP / Eurosport
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[SM=x322276] grande Marta una gara bellissima..
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Mondiali Stoccarda - BETTINI LEGGENDARIO
Partenza alle 10:30. La giornata a Stoccarda è bella e fa più caldo rispetto ai giorni scorsi. Vanno immediatamente in fuga il francese Augé e il colombiano Perez Arango che in un secondo momento vengono raggiunti dal russo Kolesnikov. Nel corso del quinto giro, quando il vantaggio dei battistrada è di 5'17", Bettini sulla salita più dura dà una spinta a Tonti che attacca subito insieme a Bertolini e Bruseghin, gli azzurri vogliono rendere dura la corsa e sotto la loro spinta il gruppo si spezza. Davanti rimangono una quarantina che diminuiscono notevolmente il distacco nei confronti dei battistrada tanto da riprenderli all"inizio del sesto giro. Tra i big in testa ci sono Hushovd, Sylvain Chavanel, Hincapie, Sastre, Voigt, Flecha e Bodrogi, il secondo gruppo è tirato dagli olandesi in blocco.

Attacca l'ucraino Podgornyy che arriva a guadagnare circa mezzo minuto, ma all'inizio dell'ottavo giro viene ripreso dal gruppo che si è appena ricompattato. E' ancora l'Italia ad accendere la miccia con Bertolini che si tira dietro circa 25 corridori tra cui Cunego e Ballan e molti dei big stranieri della prima fuga. I battistrada in meno di un giro guadagnano oltre due minuti ma rimangono davanti ancora meno di due tornate perché l'accordo tra loro non c'è. A due giri e mezzo dalla fine ci riprova Ballan, lo riprendono Barredo e Turpin che rimane in testa da solo ma per poco. La corsa si addormenta fino a quando a un giro e mezzo dalla conclusione attacca Rebellin e si porta dietro il russo Kolobnev. I due arrivano a guadagnare 35" ma la Spagna finalmente si decide a tirare e alla campana il duo italo-russo ha solo 16" di margine.

Ultimo giro palpitante, Rebellin e Kolobnev vengono ripresi da una quindicina di corridori tra cui Pozzato e Bettini che parte sulla seconda salita trascinandosi dietro Frank Schleck e Schumacher, in discesa rinvengono anche Kolobnev e Cadel Evans. Lo spauracchio Freire rimane dietro. Sono i cinque di testa a giocarsi il Mondiale, ci prova Kolobnev ad anticipare tutti ma Bettini lo stoppa e nella volata decisiva piazza la stoccata vincente davanti al russo e all'idolo di casa Stefan Schumacher, quarto Schleck e quinto Evans. Una vittoria straordinaria per un corridore irripetibile che con le accuse e le vicissitudini degli ultimi giorni ha accumulato ancora più rabbia in corpo e che oggi entra definitivamente nella leggenda per merito anche della superprestazione dell'intera squadra italiana mai così all'attacco e mai così cattiva. Ringraziamo gli azzurri e soprattutto ringraziamo Paolino Bettini bicampione del mondo, due titoli vinti consecutivamente come Gianni Bugno nel 1991 (a Stoccarda!) e 1992, diciottesima maglia iridata per l'Italia!

Max Valle / Eurosport


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Bettini campione: `Impresa che nasce dalla rabbia`
Tanta rabbia e una grande semplicita’: queste le doti che hanno permesso a Paolo Bettini di vincere ancora i Mondiali. Una vittoria che a Stoccarda e’ dedicata a tanti. Non solo a parenti, amici e compagni di squadra, ma anche ai detrattori. E in Germania ce ne sono stati tanti. Piu’ che il presidente della Federazione internazionale McQuaid – “rappresenta l’Uci, il nostro movimento, dobbiamo lavorare insieme” - Bettini si rivolge a “chi non capisce nulla di ciclismo, e non si puo’ permettere di sparare a zero sul ciclismo. Ma quando fanno arrabbiare Bettini...” .

Succede che il Grillo vince un altro Mondiale, il secondo consecutivo dopo Salisburgo 2006. Una doppietta come Bugno tra ’91 e ’92, e prima di lui i belgi Ronsse (1928, 1929), Rik van Steenbergen (1956, 1957) e Rik van Looy (1960, 1961). “In questo ultimo anno ho imparato a lottare con le difficolta’, oggi non avrei mai creduto di fare un’impresa cosi’. La rabbia era tanta” , ammette Bettini alla Rai.

Una “domenica diversa” per il 33enne di Cecina, che da’ grande merito alla squadra azzurra, coordinata alla grande dal ct Franco Ballerini. “Noi siamo sempre stati molto tranquilli. Avevo detto che c’erano tante prime donne ma non voleva essere una critica. E’ stato il percorso piu’ selettivo degli ultimi anni, ce l’aspettavamo. Per accendere la corsa servivano uomini d’esperienza: ce li siamo giocati bene, tutti. Siamo stati una squadra, alla faccia di tutti” .

Resta un altro anno da fare, sempre con la maglia iridata sulle spalle. “Il primo non e’stato facile, vedremo il secondo. La voglia di piantare tutto qui e’ veramente tanta – ammette Bettini - ma la vita va avanti. Scopriremo giorno per giorno cosa ci dara’ questo nuovo anno” . Il Grillo chiude con un inchino: “Rappresenta la mia semplicita’, i sacrifici di una carriera che qualcuno ha cercato di infangare. Ma non ci riescono, perche’ non hanno niente da provare, e io lo dimostrero’” .

Eurosport






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Mondiali Stoccarda - La vendetta è servita
Oh bacchettoni di Stoccarda. Avete sparato a zero du di me, mi volevate a casa ma io sono qui. Ho tagliato per primo la linea d"arrivo, sono ancora io il campione del mondo, adesso imbraccio la mitraglia e sparo io su di voi, mentre al mio presidente Mc Quaid, che adesso mi sorride ma in questi giorni ha provato a farmi fuori, stringo comunque la mano per educazione, ma non lo degno di uno sguardo. Il fango che gli hanno gettato addosso, Paolo Bettini se lo era legato al dito, poi se lo è fatto scivolare addosso e come per magia, lo ha trasformato in oro.

Accanto all'oro olimpico di Atene 2004, Paolino sfoggia ore due maglie iridate, tiene in tasca un rosario luccicante di Grandi Classiche, porta in dosso l'abito del campionissimo. Nessun corridore italiano ha vinto quanto lui nel panorama delle grandi corse di un giorno. Nessuno aveva il diritto di attaccare Bettini senza avere gli elementi per farlo, chi lo ha fatto adesso, forse, pagherà. Buon lavoro ai legali di Paolini, non mancherà. Mancava invece da 10 anni una maglia iridata al femminile, la prima e sin qui unica nella storia nostra ce l'aveva regalata Alessandra Cappellotto. Il bis è un volo d"angelo, porta la firma di Marta Bastianelli, sul podio, di bronzo, c"è posto anche per Giorgia Bronzini.

L'Angelica Marta e la mitraglia Bettini, più il sorriso di Giorgia uguale 3 medaglie 3, due d"oro, una meno pregiata, e sul podio complessivo di Stoccarda, alla voce medagliere, sale ancora l"Italia. Poco sale in zucca invece nella gestione organizzativa di Stoccarda, quella che non chiude il percorso al traffico quando gli atleti lo ispezionano. Quella che monta transenne farlocche e mette a rischio l"incolumità degli atleti. Quella che del ciclismo non ha rispetto e non conosce le regole, quella che fa ricorsi d'urgenza e in tutta fretta se li vede respinti, perché inoltrati senza la giusta ragione per farlo. Per quale ragione poi Pat Mc Quaid, il presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale, si è messo in testa di chiamare Codice Etico un foglio di carta straccia chiamato patto d"onore ma senza alcuna valenza giuridica, l'importante è cogliere i corridori in flagrante e arricchirsi sui loro errori ?

Difficile capirlo, difficile capire la linea di pensiero del presidentissimo irlandese, che prima azzanna Bettini e la sua firma con distinguo a quel codice, poi però si precipita sul podio, lo premia, e infine lo incensa di elogi, con tanto di invito al suo quartier generale UCI di Aigle. Difficile capire in che direzione stia andando il ciclismo, dove Basso è in naftalina per 2 anni mentre chi ha le sue stesse colpe, ma ha la fortuna di essere spagnolo, corre regolarmente il mondiale. Valverde però si è perso nell"anonimato lungo la strada, Marta invece ha fatto l'Angelo, Paolino la mitraglietta, gli organizzatori una figura con la M, Pat Mc Quaid l'orsetto del Luna Park. Alla faccia loro, ci teniamo quella di Marta e Paolino, ci abbracciamo e ci vogliamo tanto bene. Siamo ciclofili italiani, siamo duri a morire, siamo orgogliosi di amare il nostro sport, uno dei più esposti al doping, uno dei pochi che il problema doping però lo affronta realmente.

Chi ha avuto il coraggio di scrivere o dire che il ciclismo è finito, conti quanti erano gli appassionati sulle strade di Stoccarda, faccia la conta degli incidenti, zero, e conti fino a 10, la prossima volta, prima di scrivere o dire sonore scemenze. Noi intanto facciamo festa con Marta e Paolino.

Eurosport

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A caccia di Binda
Eguagliato Gianni Bugno con due mondiali vinti consecutivamente, superati tutti i corridori italiani nella speciale lista vincitori Grandi classiche che ora capeggia davanti a Coppi e Moser, specialissima graduatoria che contempla anche Olimpiadi e mondiali, Paolo Bettini prova ora a fare come Alfredo Binda, il primo campionissimo del ciclismo italiano, vincitore per 3 anni consecutivi di quel Giro di Lombardia che Bettini, proprio ha fatto suo nelle ultime 2 edizioni.

Digerita la sbornia iridata con qualche giorno di meritato stacco, Bettini correrà sabato 6 ottobre a Reggio Emilia il Memorial Cimurri, mentre martedì 9 ottobre sarà il padrino della affascinante Eroica, sulle strade bianche del senese, Bettini però si limiterà a dare il via e non competerà, dopo 12 cadute stagionali il bicampione del mondo vuole evitarne altre, e le insidie dei sentieri senesi sono concrete. Gli appassionati toscani vedranno comunque Paolino gareggiare in maglia iridata, alla Coppa Sabatini di Peccioli, giovedì 11 ottobre, corsa che ha vinto nel 2002. Cimurri e Sabatini come tappe di avvicinamento al Giro di Lombardia, per cercare il già citato tris alla Binda, sarebbe, però, nel caso, il secondo Lombardia che Bettini vincerebbe in maglia iridata, impresa ancora mai riuscita a nessun corridore.

Dal Belgio intanto il team manager di Bettini Patrick Lefevre incorona il bicampione eroe ciclistico dell'ultimo decennio , lo invita a tentare la classifica al prossimo Giro d'Italia e a non ossessionarsi con il Giro delle Fiandre. La notizia è che dunque Bettini, per nulla sazio del bis iridato, prenderà assolutamente sul serio il Giro di Lombardia, un anno fa lo vinse tra le lacrime in memoria del fratello appena scomparso, sabato 20 ottobre parte a rigor di logica come favorito numero uno, ma dopo il bis iridato e nonostante ci sia in vista un'impresa a suo modo storica, correrà senza nulla da perdere.

La mitraglia mondiale di Stoccarda che lo ha posto in cima alla lista degli italiani vittoriosi nelle grandi corse di un giorno, tirata fuori dopo una settimana che lo aveva visto oggetto di barbare accuse, vale già da sola una stagione. Il terzo Lombardia la chiuderebbe in maniera epica, proprio come un anno fa. Ed è possibile che ciò accada, a fine stagione in tanti hanno le pile scariche, mentre Paolino è uno di quelli che da 3 anni a questa parte proprio nel finale d'annata si esprime sui massimi livelli.

Fabio Panchetti / Eurosport



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SUPERSAGGIO
Doping: 16 ottobre ultima istanza per Di Luca
16 ottobre si conoscera` la sanzione da infliggere a Danilo Di Luca. L’Ufficio del Giudice di Ultima Istanza in materia di doping del CONI, presieduto da Francesco Plotino, ha fissato l`udienza del ciclista azzurro (che a causa del suo coinvolgimento in questa vicenda e` stato costretto a non partecipare ai Campionati del mondo su strada di Stoccarda) per martedi` 16 ottobre 2007 alle ore 10.15 presso lo Stadio Olimpico.

Di Luca era stato deferito dall`Ufficio di Procura Antidoping, presieduto da Ettore Torri, lo scorso 27 settembre, con la richiesta di sospensione dall`attivita` sportiva per quattro mesi.



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