Nel primo anticipo di serie A segna Caracciolo, pareggia Bojinov, quindi Bjelanovic, ancora il bulgaro e Giacomazzi arrotondano. Espulso Almeyda al 74'.
LECCE, 18 settembre 2004 - E' il Lecce di Bojinov. L'erede di Chevanton è già fatto, scatenato, giovanissimo e micidiale davanti alla porta. E' il Lecce in palla, in forma e tutto all'attacco che ci aveva promesso Zeman. Il Brescia è schiantato, umiliato: 4-1, netto, facile, divertente.
"Bojinov può giocare in tutti i ruoli in attacco, ma può anche finire in panchina" ha detto Zeman ieri. "Bojinov ha qualità, mi auguro che faccia strada ma forse finora è stato sopravvalutato" ha detto oggi alla fine. Pretattica? Provocazione o semplicemente minacce-stimolo e dichiarazioni-inviti a tenere i piedi a terra? Non sappiamo cosa abbia in mente Zeman, possiamo dire che oggi l'ha mandato in campo, da subito al posto di Konan e Valeri che preferisce fare il centrale ma pur di giocare accetta tutto, ha strapazzato il Brescia con una doppietta e almeno tre altre conclusioni da brivido. Difficilmente quel ragazzo bulgaro farà panchina quest'anno. Sicuramente il pericolo-preoccupazione numero uno è evitato: il dopo Ernesto, Cheva per la curva, venduto per dieci milioni al Monaco, c'è ed è già iniziato. "Questi due gol sono per lui, so che è in tribuna, so che mi vuole bene, per me ha fatto tanto, con lui sono cresciuto molto". Dedica e corsa sotto la curva.
E' una gran bella vittoria, meritata quella di Bojinov e soci. La storia cambia, è cancellata o quasi: il Brescia senza Baggio che qui con il Codino nelle ultime tre visite ha sempre stravinto, non esiste più o quasi. Senza Roby è un mix di giovani e anziani ancora tutto da provare: lontano dalla forma migliore, disastroso in difesa e poca cosa in attacco dove la colpa non è di Caracciolo o Del Nero, ma di chi gli sta dietro, troppo dietro, lontanissimi. Hanno subito tre gol dalla Juve senza farne domenica scorsa: con una grande ci sta. Dopo i quattro di stasera scatta l'allarme, c'è più di qualcosa che non va.
Eppure a un certo punto Caracciolo aveva fatto vedere le streghe a Sicignano e i quattro schierati davanti a lui. Eravamo pronti a dire: la solita squadra di Zeman che attacca, attacca e poi finisce per subire, subire. Era andata così sino alla fine del primo tempo. Il Lecce faceva la partita, costruiva con il suo tridente giovane e pimpante, veloce, dai piedi buoni (quelli di Bojinov e Pinardi soprattutto), capace di far girare la palla a terra, cambiare gioco, fasce (con Cassetti e ancora Pinardi, ma anche Dalla Bona e Emerenko), bravo nel costringere con un buon ritmo il Brescia sulla difensiva, limitandolo a giocare con i lanci lunghi, occasione dopo occasione, angolo dopo angolo (11 a zero solo nei primi 45' sono una buona prova, i 16 a due alla fine un'ottima conferma). Ma al primo errore, quello di Diamoutene su Almeyda, i giallorossi hanno sbattuto i denti a terra: Caracciolo con il destro infila all'incrocio un pallone bellissimo (27' pt). Sembra riparte dalla tripletta dell'anno scorso, 5 ottobre 2003, da queste parti, il ragazzone dell'Under 21: sembra iniziare una bellissima festa per il suo 23° compleanno. Ma non sarà così.
Perché l'arte della rimonta esalta i leccesi: Bojinov ci mette dieci minuti (38') e un sinistro rasoterra bello e micidiale su assist di Dalla Bona per il pareggio. Ma qualche minuto dopo serve il miracolo di Sicignano che esce su Caracciolo per tenere il risultato. Brutto segnale, terribile difetto, migliorabile però. L'importante è tornare in campo come torna il Lecce, frizzante, in grandissima forma davvero, deciso a provarci ancora sempre sino all'ultimo. Ma il Brescia è più che complice: come con la Juve crolla, si demoralizza, sparisce. Il raddoppio di Bjelanovic dopo 6' della ripresa (palla tagliata di Rullo con l'attaccante che si infila tra Adani e Castellazzi e in scivolata mette in rete) spezza le gambe alla squadra di De Biasi, lenta ma soprattutto spenta dentro, povera di idee, fragile, inconcludente. Caracciolo ce la mette tutta sui palloni alti, è bravo, ma troppo solo nel 4-4-1-1 dove Del Nero è lontanissimo, il centrocampo non lo supporta mai. Come si fa? Quando De Biasi manda in campo Dipasquale gli dice "stagli vicino". Lui, esordiente, sfiora il gol di testa. Ma il Lecce va come una valanga, ora c'è solo da difendersi e il Brescia fatica a farlo. Si fa addirittura prendere a sberle in un'azione di contropiede che nasce da un angolo (bresciano...). Bojinov non perde tempo, è il 27' e segna il 3-1: si fa cinquanta metri inseguito inutilmente da Adani, fa passare il pallone tra le gambe di Castellazzi e il Brescia perde la partita.
Se poi - come succede - uno di quelli che Corioni ha preso perché ci mettesse esperienza, perde la testa è proprio finita. Almeyda dice qualcosa di irripetibile all'arbitro che sente e gli mostra il rosso: è il 29' della ripresa, la partita già compromessa diventa una goleada giallorossa. Un bel divertimento. Al 37' Giacomazzi serve il poker: cross di Emerenko dalla sinistra, salta Adani (che tocca anche con la mano e protesta!) e destro di Giacomazzi. Sono solo due giornate e positive per Zeman ma sarà bene stare attenti alla difesa. De Biasi si rimbocchi le maniche: così proprio non va.