FORUMANDO

Campionato Serie A 2009/2010

  • Messaggi
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 06/03/2010 22:06
    Juve spietata a Firenze
    Viola battuta, 4° posto

    I bianconeri vincono 2-1 al Franchi (gol di Diego, Marchionni e Grosso) e riacciuffano per il momento il piazzamento Champions. La squadra di Prandelli domina il primo tempo e pareggia lo svantaggio iniziale, poi il ritmo cala nella ripresa e la Juve è cinica e ordinata. Rientro di Iaquinta, acciacco per Chiellini

    FIRENZE, 6 marzo 2010 - La Juventus va a riprendersi a Firenze i punti persi in casa con il Palermo. Fondamentali in chiave rincorsa alla prossima Champions League. Vince 2-1 al Franchi, reti di un ritrovato Diego e di Grosso, entrato nella ripresa e autore del gol partita. La Juve ha stretto i denti in un primo tempo tutto di contenimento, dopo il gol in apertura, poi nella ripresa ha fatto qualcosa di più, cinica nel capitalizzare gli sforzi offensivi. Tra le buone notizie c'è il rientro di Iaquinta, si ferma però l'acciaccato Chiellini, anche contro la Fiorentina fondamentale. Alla Viola, che vede la sua classifica complicarsi ulteriormente in chiave Europa, specie per quella che conta di più, non è bastato il provvisorio pari di Marchionni, arrivato dopo un costante forcing. Questo k.o., che la penalizza oltre i propri demeriti, in una classicissima, per la rivalità che divide da sempre viola e bianconeri, dovrà essere dimenticato in fretta: martedì c'è la sfida degli ottavi di Champions con il Bayern Monaco.

    LAMPO DIEGO — La Juve, senza Del Piero e con Diego e Candreva dietro Trezeguet, parte veloce come un fulmine. Quello di Diego, che con un tocco elegante con la pianta del piede dribbla Frey e mette dentro l'1-0, capitalizzando un buon passaggio in profondità di Candreva. La Fiorentina reclama invano il fuorigioco del brasiliano, che invece, per un pelo, è in posizione regolare. È il 2' minuto di gioco.


    RISCOSSA VIOLA — Ma la gara è tutt'altro che in discesa per i bianconeri. Perchè la Viola di Prandelli reagisce d'orgoglio, e si butta tutta in avanti. Prende possesso del centrocampo, prepotente. La Juve va in difficoltà, intimidita: davanti non tiene palla, Melo la perde spesso in mezzo, i difensori commettono troppi falli sugli avanti toscani, in particolare Gilardino è bravo ad accumulare posizioni invitanti. E così si gioca prevalentemente nella metà campo presidiata da Chiellini e dal resto della retroguardia bianconera. Le occasioni per i padroni di casa arrivano per forza: Vargas prova il suo sinistro da tutte le posizioni, con risultati rivedibili, un rimpallo su Melo mette Gilardino davanti a Manninger, grande parata del portiere austriaco. Ma la prodezza della riserva di Buffon è solo passeggera, e vanificata da un erroraccio in uscita (il suo punto debole) che spalanca la porta a Marchionni, reattivissimo, che addirittura di testa, lui che non è un gigante, mette dentro l'1-1. Il punteggio su cui si chiude il primo tempo, divertente e giocato a buon ritmo, con la Fiorentina che ha mantenuto una costante supremazia territoriale.


    LA MOSSA DI ZAC — Nella ripresa la Fiorentina paga lo sforzo dei primi 45', Esce Vargas, che non era al meglio, entra BolattI. Zaccheroni sostituisce De Ceglie, acciaccato, ma anche in difficoltà, con Grosso. È la mossa decisiva, stasera. L'esterno della Nazionale alleggerisce la pressione sulla sua fascia, spingendo forte. E poi trova un gran gol. Con un sinistro incrociato da posizione defilata: rete da attaccante. La Juve mette di nuovo il naso avanti in casa gigliata.

    CAPOVOLGIMENTI FINALI — Il ritmo cala, ma la Fiorentina non molla. Continua a spingere, ora un po' arruffona, la Juve riparte in contropiede e sfiora il 3-1 con Marchisio: Frey è bravo a dirgli di no. Ma non basta per salvare i suoi: la Juve passa a Firenze, e torna ad issarsi al fondamentale quarto posto, almeno per stasera.

    Riccardo Pratesi

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 06/03/2010 23:41
    Più Milan che Roma
    Ma lo 0-0 piace all'Inter

    La squadra di Leonardo tiene il campo e domina a lungo. Huntelaar si mangia il gol della vittoria al 90', ma Abbiati salva al 93' sul bolide di Riise. Il vantaggio dei nerazzurri adesso è di 3 punti

    ROMA, 6 marzo 2010 - Fra Roma e Milan, vince l’Inter che se domani riuscirà a superare il Genoa aumenterà in maniera forse decisiva per lo scudetto il suo vantaggio sulle inseguitrici. Ai punti probabilmente vincerebbe la squadra di Leonardo, più in palla, più aggressiva e mobile sulle gambe. Ma gli ultimi brividi al match li regala la Roma, con un gran sinistro di Riise sul quale serve il miglior Abbiati. Su tutti Andrea Pirlo, che giganteggia in mezzo dove né Perrotta, né De Rossi riescono ad arginarlo. Proprio il compagno di Nazionale nel finale gli concede metri e palla per un cross al bacio che di testa Huntelaar spreca malamente.


    TRIDENTE DISTANTE — Leonardo dà un segnale forte alla Roma e anche ai suoi, schierando un tridente dal doppio centravanti. Vuole vincere, ma all’inizio i tre - Dinho a sinistra, con Borriello in mezzo e Huntelaar sempre molto vicino a destra - rimangono troppo alti e con la Roma che fa la partita, il Milan rimane spaccato in due tronconi e non riesce a far gioco. È il momento migliore per la Roma, quello iniziale. Pizarro, al rientro, è ispirato e Vucinic tocca di fino. Grande movimento e ne approfitta De Rossi per un inserimento in slalom palla al piede: molto bello il dribbling secco su un certo Nesta, ma il tiro da dentro l’area non è all’altezza della fama del capitano. L’unica parata complicata per Abbiati arriva poco dopo per un destro da fuori, carico d’effetto, di Baptista: deviato in angolo.

    RISVEGLIO PIRLO — In mezzo al primo tempo però i rossoneri ritrovano equilibri. Grazie soprattutto ad Andrea Pirlo che con sagacia tattica, le qualità tecniche riconosciute dal mondo intero e un grande dinamismo, "accorcia" il Milan, chiama più centralmente Ronaldinho, fino a quel momento statico sulla fascia sinistra, e con palla che gira rapida a terra la difesa romanista - guidata da un attento Juan - fatica un po’. Proprio una iniziativa da trequartista del brasiliano smarca Borriello: il suo tiro mancino non è musica per le orecchie dei milanisti.

    MILAN DOMINA — Il primo quarto d’ora della ripresa è quasi un incubo per la Roma, costretta negli ultimi 20 metri, da una squadra davvero messa bene in campo, con gli attaccanti che pressano sui primi portatori di palla. È Borriello il più pericoloso. Il napoletano prima effettua un pericoloso tiro cross, sul quale Huntelaar è in ritardo, poi ha una grande occasione quando riesce a scavalcare pure Juan e sul sinistro secco trova la respinta di Julio Sergio, di piede.


    TONI SALVACI TU — A questo punto Ranieri manda in campo Toni, assente dal 23 gennaio (Juventus-Roma) che si rivela un’ottima mossa. Perché il centravanti riesce a tener palla sui lanci lunghi dalla difesa e così consente ai suoi di salire e rifiatare, scavalcando il pressing milanista. Leonardo risponde rinforzando la fascia destra con i freschi innesti Beckham e Abate, spostando a sinistra Bonera. Riise se commette svarioni da brivido in fase difensiva, lì davanti confeziona un bel cross con Vucinic che piazza di testa sul palo più lontano, dove Abbiati non può arrivare: la palla sfila fuori. Ed è l’inglese a confezionare il cross teso sul quale Dinho salta con grande tempismo col pallone esce davvero di un soffio. Colpi da k.o. che non arrivano e Roma che ferma a 9 il suo filotto di vittorie consecutive in campionato all’Olimpico.

    L’ARBITRAGGIO — Riecco Tagliavento dopo il tanto discusso Inter-Sampdoria, tra l’altro diretto bene. Il direttore di gara umbro stavolta sbaglia soltanto una valutazione, proprio in avvio. Quando un intervento durissimo di Flamini, coi tacchetti sullo stinco di Perrotta, meriterebbe il giallo, che Tagliavento tirerà fuori correttamente per il francese alla mezz’ora per un’entrata scomposta su De Rossi. Avesse sventolato subito il cartellino Flamini sarebbe stato espulso e la partita tatticamente sarebbe parecchio cambiata. Perché Leonardo non avrebbe potuto permettersi il lusso di tenere tre attaccanti.

    Maurizio Nicita

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 07/03/2010 17:59
    Miccoli abbatte il Livorno
    Il Palermo torna quarto

    Con una prodezza del suo capitano i rosanero battono con merito la squadra di Cosmi e scavalcano in classifica la Juventus

    PALERMO, 7 marzo 2010 - I sogni non sono proibiti. Quelli del Palermo continuano ancora. I rosanero con una grande prestazione infilano la settima vittoria consecutiva al Barbera battendo il Livorno 1-0. Lo fa grazie a una prodezza di capitan Miccoli che al 36' della ripresa scardina la porta difesa da un eccellente Rubinho che per quattro volte nega con altrettanti miracoli il gol ai siciliani. Prova poderosa dei ragazzi di Rossi e risposta alla Juve che viene scavalcata in classifica al quarto posto: la Champions League si può fare.


    SIMPLICIO E DI GENNARO — Goian al posto di Blasi e Simplicio per Bertolo. Sono queste le due variazioni apportate da Delio Rossi. La scelta del brasiliano è intuitiva: fare filtro là in mezzo, ma anche rilanciare l'azione per Miccoli e Pastore. Serse Cosmi cambia solo il compagno d'attacco di Lucarelli: Di Gennaro al posto di Bellucci.

    MICCOLI E RUBINHO — Rossi conosce Cosmi; immagina la partita e predica ai suoi pazienza e concentrazione. Il Livorno infatti esibisce organizzazione difensiva e pressing a centrocampo sui portatori di palla. Manovre tattiche che impediscono ai rosanero di spingere come sanno. Trovare spazi davanti all'area amaranto è un'impresa e anche per piedi buoni come Liverani e Miccoli è difficile azzeccare il varco giusto. Il Palermo fa paura ogni qualvolta decide di aumentare il ritmo. Non è un caso che due delle occasioni più nette maturino con le improvvise accelerazioni di Miccoli. Il leccese deve però fare i conti con lo strepitoso Rubinho che sventa miracolosamente in angolo. Di Livorno non c'è molto da raccontare; quanche contropiede per dare respiro alla difesa, con Lucarelli abbandonato a se stesso. Ma sono abili i toscani ad addormentare il gioco. Tattica che funziona fino ai minuti finali, quando Goian, da azione di calcio d'angolo, cicca clamorosamente di testa da un metro concludendo a lato: in rete ci finisce lui e si infortuna leggermente.

    RUBINHO DAY — Nulla di grave, comunque. A restare negli spogliatoi è invece Esposito che accusa forti dolori alla schiena. All'inizio della ripresa Cosmi lo sostituisce con Bergvold, un centrocampista. Non cambia però il copione della gara. Il Palermo fa la partita e sfiora ancora il gol. Magnifica all'8' l'apertura a destra di Miccoli per Pastore che mira il primo palo, ma trova di fronte il Rubinho del primo tempo. Gli amaranto giocano di sponda e in una sortita conquistano una punizione. La batte Di Gennaro; bolide che Sirigu allontana a pugni uniti. Come dire che la beffa è sempre dietro l'angolo. E' infatti il Palermo a mordersi le mani davanti all'ennesimo miracolo di Rubinho che al 16' si allunga come una molla verso l'angolo alla sua sinistra per deviare in angolo il tiro ravvicinato di Cavani.


    COSA FA LIVERANI! — I rosanero vogliono i tre punti a tutti i costi. Cosmi avverte il disagio e regala i muscoli di Marchini che rileva Pulzetti. Il Palermo il gol lo fa (e che bel gol) con Kjaer, ma Balzaretti al momento del cross è in fuorigioco. Rossi non ci sta: toglie lo stanco Simplicio per Bertolo. Cosmi replica con Danilevicius per Di Gennaro. Due punte pure per tentare il colpaccio. Che Knezevic sfiora di testa al 27', trovando però sulla linea di porta Liverani. L'ultimo quarto d'ora le contendenti se lo giocano alla pari, anche perché i siciliani sono in riserva. Rossi lancia la sua ultima carta: Abel Hernandez al posto del fumoso Cavani.

    MICCOLI SANTO SUBITO — L'uruguaiano scuote la squadra. E' benzolo puro. Scatena la massa e Bertolo che al 36' tocca poco dentro il limite per Miccoli. Il leader salentino inventa un destro angolatissimo imparabile anche per il Rubinho di oggi. Il Barbera esplode e tributa al suo capitano una standing ovation quando al 41' lascia il posto a Budan. Poi è difesa ordinata contro i tentativi velleitari del Livorno. L'1-0 finale è limpido, meritato e ottenuto con prepotenza; per l'Europa questo e altro.

    Gaetano De Stefano

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 07/03/2010 18:02
    Ancora Adailton
    Il Napoli affonda

    Il Bologna batte gli azzurri 2-1 con gol di Zalayeta e del brasiliano, al quarto centro in due gare. La rete di Rinaudo non basta: la squadra di Mazzarri, 4 punti in 6 gare, scivola al 7° posto e deve inchinarsi alla migliore organizzazione tattica dei rossoblù

    BOLOGNA, 7 marzo 2010 - Un bel Bologna batte il Napoli, ridimensionandone le ambizioni da Champions, dopo una gara in cui succede tutto nel primo tempo: l'uno-due dei rossoblù e la replica degli azzurri. La ripresa congela il risultato che suggella il gran momento della squadra di Colomba, 18 punti in 9 partite, e quello opaco della banda di Mazzarri, in grande affanno soprattutto in zona gol. Gli azzurri, scavalcati dalla Sampdoria in classifica, sono ora settimi.


    CHE INIZIO — Il Napoli viene colpito a freddo, e non solo per il clima del Dall’Ara: su un tiro-cross teso di Buscè, al 7’, Zalayeta tocca quanto basta, in area, per spiazzare da pochi passi De Sanctis: gol dell’ex, che non esulta per rispetto dei suo passato. Gli azzurri barcollano e una velenosa punizione di Adailton (4° gol in due gare) li abbatte: al 12’ il Napoli è già sotto 2-0. Il brasiliano colpisca dalla destra, a giro, la palla schizza sul terreno bagnato, e si impenna quanto basta per beffare De Sanctis, non esente da colpe. L’uno-due ha il sapore del k.o. ma il Napoli invece di finire al tappeto si rialza subito e con Rinaudo riapre le sorti del match. Il difensore, al 14’, arriva da dietro su cross di Lavezzi e batte di testa la difesa del Bologna. L’abbrivio della gara dovrebbe passare nelle mani della squadra di Mazzarri, ma il Bologna copre bene il campo e inaridisce la fonti del gioco azzurro in cui non riescono a essere innescati né Lavezzi, né Hamsik. Con Quagliarella non pervenuto, la manovra azzurra si ferma sulla trequarti di un Bologna mai in affanno, ben disposto e capace di ripartire con elasticità. Zalayeta si muove molto, non dà punti di riferimento e agisce bene anche come sponda. In più, Adailton illumina e soprattutto da fermo crea pericoli a ogni tocco di palla. Al 45’ si arriva con un Napoli un po’ statico che, a parte un’uscita di petto di Viviano con rimpallo su Quagliarella, non crea mai i presupposti del pareggio.


    LA RIPRESA — Nella ripresa Mazzarri mescola le carte e cala l’asso Denis, già al 5’, per una formazione a trazione anteriore con Lavezzi-Qualgliarella sui lati e il Tanque al centro dell’attacco, ma lo spartito non cambia. Il Bologna fa girare meglio palla, il Napoli non trova sbocchi, con i giocatori che aspettano troppo di essere serviti, invece di andare incontro al passaggio. Una punizione di Quagliarella, al 18’, che buca la barriera e viene respinta di piede da Viviano fa tremare i rossoblù, che però, nonostante le uscite di Adailton e Zalayeta non si spengono, anzi. Il Bologna, infatti, sfiora il terzo gol con Gimenez (Hamsik salva sulla linea), Portanova, Raggi e Britos, tutti di testa. Il Napoli ci prova, i ritmi sono altissimi, le squadre molto lunghe e c’è molto disordine. Cigarini taglia la difesa rossoblù e serve un rasoterra su cui né Denis, né Quagliarella arrivano in tempo: è il 36’ e, nonostante un paio di spunti di Denis, coincide con il segnale della resa del Napoli.

    TIRANDO LE SOMME — Il Bologna ha saputo colpire con cinismo, ha trovato i gol in modo quasi casuale, ma ha legittimato il successo con una ripresa di sostanza e non ha risentito, nella pericolosità in attacco, dei cambi di Colomba. Segno che tutto il gruppo è in condizione, segue al meglio gli input del tecnico, bravissimo a far muovere la sua squadra con grande sincronia, e non risente dell'assenza del goleador Di Vaio. Per il Napoli una brutta battuta a vuoto: la zona-Champions si allontana, ora è settimo, e soprattutto le rivali "europee" non rallentano il passo. In più, c'è da risolvere il problema in zona-gol: 4 centri nelle ultime 6 partite, e con il digiuno di Lavezzi e Quagliarella che prosegue, sono segnali preoccupanti. Da correggere alla svelta se gli azzurri vogliono continuare a far rotta sull'Europa.

    Massimo Brizzi

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 07/03/2010 18:05
    Lazio sempre più in basso
    Samp e Cassano sorridono

    Floccari illude i romani in avvio, Guberti e Pazzini ribaltano il risultato già nel primo tempo. Nella ripresa torna il fantasista barese dopo 50 giorni. Espulsi per proteste Reja e Zarate

    GENOVA, 7 marzo 2010 - La Lazio si illude di poter essere la prima squadra a superare la Samp al Ferraris in questa stagione, e ne esce invece con una sconfitta che le impedisce di abbandonare la quart'ultima posizione in classifica. La Samp vince dunque 2-1, supera il Napoli e guadagna una posizione in classifica (ora è sesta). Al gol iniziale di Floccari (7') rispondono infatti, sempre nel primo tempo, Guberti (29') e Pazzini (36').

    AVANTI LA LAZIO, POI UNO-DUE SAMP — Reja lancia la Lazio con un tridente (Zarate-Floccari-Rocchi) che vuol forse intimidire la Samp, Delneri riparte da Pozzi e Pazzini, con Cassano in panchina complice un'indisposizione di Scepovic, e poi in campo dopo 50 giorni. Partono bene gli ospiti, che nei primi minuti mettono i doriani in minoranza, creano una ghiotta opportunità con Rocchi (al 5' Storari respinge di piede) e passano pure in vantaggio: al 7' Floccari (in sospetta posizione di fuorigioco) raccoglie un cross di Zarate, fa a sportellate con Accardi e tocca di destro da distanza ravvicinata. E' il vantaggio laziale. Ci mettono qualche minuto i padroni di casa per superare lo shock e ritrovarsi, ma poi non scivolano più. Anzi sono Guberti & C. a fare la gara, riuscendo pure a capitalizzare la quasi totalità delle occasioni create. Prove generali al 22': Guberti crossa, Pazzini salta ma non ci arriva, Semioli irrompe sul secondo palo, ma non in tempo per il facile tocco in rete. Ma la Samp, fin qui poco mobile e soprattutto soffocata dal pressing alto laziale capace di bloccare Poli e Palombo, si dà una scrollata e smette di insistere per le (intasatissime) vie centrali. Guberti e Semioli si pigliano licenza di uccidere, la Samp comincia a volare sulle fasce. E da questa svolta nascono i gol genovesi: il primo arriva al 29', con Guberti che raccoglie una punizione battuta in orizzontale da Palombo e scaglia in rete un destro angolato; il secondo sette minuti più tardi, con Semioli che sfrutta un'indecisione in area di Kolarov e cede a Pazzini. L'attaccante, al rientro, infila il suo gol numero 13. La Lazio si squaglia, e tutto quel che riesce a concretizzare è un tentativo di Rocchi, stoppato senza difficoltà da Storari.

    CASSANO IN CAMPO — Nella ripresa si attende la reazione della Lazio, ma in realtà si assiste a una gara equilibrata e quasi priva di nitide occasioni da gol. La Samp non arretra di un metro, e denota anzi grande maturità nel gestire la gara con calma e sicurezza. La Lazio prova a spingere ma non trova sbocchi, e mai riesce a impensierire Storari. Anzi, in questa fase l'occasione migliore capita alla Samp al 17': su azione d'angolo salta a vuoto Pozzi, Lucchini non arriva per un soffio al facile tap in. Poi ci prova ancora un paio di volte Poli, ma nemmeno Muslera è chiamato agli straordinari. Reja protesta per una rimessa e viene espulso al 23', un minuto dopo entra in campo Cassano al posto di Pozzi, accolto da un applauso fragoroso. Al 32' Zarate vorrebbe una punizione per fallo di Palombo, non la ottiene e perde la testa. Brighi lo espelle, i compagni lo trattengono e lo spingono verso la panchina, lui lascia il campo in lacrime. Ma anche in dieci la Lazio, con anche Matuzalem, Makinwa e Mauri, non si arrende, e anzi sfiora il pareggio a tempo scaduto con Floccari. Il tempo per una volata in contropiede di Cassano e al Ferraris finisce con la vittoria per 2-1 sulla Samp.

    Livia Taglioli

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 07/03/2010 18:08
    Al Bari basta Castillo
    Chievo sconfitto 1-0

    Al San Nicola la squadra di Ventura torna a vincere. L'argentino va a segno al 20', Alvarez centra una traversa e Donati si fa parare un rigore. I pugliesi superano il Parma e raggiungono gli uomini dello squalificato Di Carlo al decimo posto

    BARI, 7 marzo 2010 - Ventura aveva chiesto di rivedere il Bari di una volta, quello che per quasi mezza stagione si era preso l’appellativo (ingombrante) di “sorpresa di questo campionato”. Castillo, Alvarez e compagni lo hanno accontentato. La gara con il Chievo, caratterizzata dalle assenze (tante e importanti) da una parte e dall’altra e dalla squalifica di Di Carlo per bestemmia, è terminata infatti 1-0 grazie alla prima rete barese di Nacho Castillo, arrivato nel mercato di gennaio dalla Fiorentina.

    ALVAREZ E CASTILLO — Nel primo tempo i padroni di casa mostrano subito di essere in forma e di voler fortemente interrompere la serie, troppo nera, di quattro sconfitte consecutive. Alvarez sulla fascia destra fa venire il mal di testa a mezzo Chievo: è lui a dominare la zona e un suo tiro-cross al 14’ prende uno strano giro e si stampa sulla traversa con Sorrentino immobile. Il gol arriva al 20’: azione perfetta di Allegretti che trova il corridoio centrale e con un pallonetto morbido serve in area Castillo: l'argentino si gira e di destro insacca. Per il Bari si tratta del primo gol dopo 238 minuti di astinenza. Il Chievo, che perde Morero per una contusione al ginocchio, ha una buona occasione con Pellissier, ma in generale fa fatica a trovare gli spazi per affondare, anche se nel finale del primo tempo riesce a rendersi più pericoloso e quando rientra dagli spogliatoi sembra pronto a spaccare il mondo. In dieci minuti i veronesi battono quattro calci d'angolo, il Bari soffre parecchio ma alla fine, grazie soprattutto ad un impeccabile Andrea Masiello, riesce a salvare la porta di Gillet. Servono a poco i tentativi di Murgita (in panchina al posto di Di Carlo) per rendere più offensiva la squadra (dentro Granoche e Jokic). È infatti il Bari a mancare il 2-0 allo scadere del recupero. L'arbitro Pinzani punisce con il rigore il fallo di Frey su Meggiorini (entrato nella ripresa ed autore di una prestazione molto buona): Donati va sul dal dischetto ma il suo tiro viene deviato da Sorrentino.

    DECIMO POSTO — Il Bari con questo successo supera il Parma e aggancia lo stesso Chievo e la Fiorentina a 35 punti, decimo posto in classifica. Domenica prossima sarà impegnata a Roma contro una Lazio reduce dalla sconfitta di Genova e decisamente bisognosa di punti. Una trasferta difficile, ma mai come quella che attende il Chievo, impegnato nel posticipo a San Siro contro il Milan.

    Elisabetta Esposito

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 07/03/2010 18:10
    Cossu salva il Cagliari
    Catania impresa a metà

    Prodezza di Lazzari, poi i siciliani rimontano con Mascara (rigore) e passano grazie a Maxi Lopez. Nella ripresa l'ingresso del fantasista cambia il corso della gara. Suo il pareggio dopo l'espulsione di Canini

    CAGLIARI, 7 marzo 2010 - Cagliari e Catania non muoiono mai. I siciliani perdono Llama per infortunio e vanno sotto, colpiti dalla prodezza di Lazzari, ma pareggiano e sorpassano nel primo tempo. Carattere Mihajlovic, classe Mascara, opportunismo Maxi Lopez. Sembra l'impresa della giornata, invece non hanno fatto i conti con la classe di Cossu. Il fantasista fresco d'azzurro, inserito a inizio ripresa, festeggia l'esordio in Nazionale con la prima rete stagionale. E' un gol pesante, che salva i sardi rimasti in dieci per l'espulsione di Canini.


    LAZZARI COME RECOBA — Allegri rinuncia proprio a Cossu (turno di riposo dopo la Nazionale) e si affida alla coppia Matri-Nenè. Minuto nove: nel tentativo di spendere un fallo tattico, Llama ferma come può la ripartenza di Lazzari. Brutta torsione del ginocchio, mentre il rossoblù si rialza, l'argentino ammonito resta a terra. Gli ampi gesti con le braccia fanno presagire il peggio, infatti Mihajlovic manda a scaldare Martinez. Il cambio c'è, ma dopo il vantaggio del Cagliari: sul tocco di Conti, lo stesso Lazzari lascia partire un sinistro imprendibile che s'insacca all'incrocio dei pali. Sembra Recoba, ma è il numero 10 dei rossoblù, mai quattro gol in una stagione di A.

    ORGOGLIO CATANIA — La doccia è gelida, ma il Catania sembra gradire. Soprattutto Martinez, bravissimo a partire dalla distanza senza dare punti di riferimento ad Astori e Canini. Proprio ques'ultimo alla mezz'ora se lo vede sfilare davanti in area e lo atterra con una vistosa trattenuta. Dal dischetto va Mascara, Marchetti sfiora ma non evita il pareggio. Telegrafico Mihajlovic: "Che fortuna". E poi: "Ora andiamo a vincere". Il raddoppio dei suoi è un doppio regalo di Marzoratti, che prima regala una rimessa laterale al Catania e poi si fa saltare da un sombrero di Mascara. La palla va a Ricchiuti che in verticale trova Maxi Lopez in posizione regolare (lo tiene in gioco Agostini). L'argentino scarta Marchetti e porta avanti i siciliani.


    NO COSSU NO CAGLIARI — Sarà per il vento, sarà per i lanci lunghi sui quali Terlizzi e Silvestre fanno buona guardia, di fatto il Cagliari non si vede mai. Strano per il sesto attacco del campionato. Anzi no, è normale se non c'è Cossu a ricamare tra le linee. Quando entra a inizio ripresa, la musica cambia. Il fantasista sardo prende di mira la corsia sinistra difesa da Potenza e se ne impossessa. Passano 10' in cui succede di tutto: prima Pierpaoli espelle ingiustamente Canini (ostruzione regolare sul rinvio di Andujar), poi Izco centra la traversa. Il Cagliari rimasto in dieci si gasa e pareggia: discesa di Biondini sulla destra e cross al centro dove Cossu, al volo, non sbaglia. La prima rete in campionato arriva nella settimana dell'esordio in azzurro.

    FINO ALLA FINE — Finita? Macchè. Cossu ci prova a ripetizione e colleziona calci d'angolo mentre dall'altra parte Mihajlovic si gioca la carta Morimoto sul quale allo scadere Marzoratti fa l'intervento della giornata. A conti fatti, il pari è giusto, più Catania nel primo tempo, buon Cagliari nella ripresa. I sardi portano a 11 le partite interne senza perdere, mentre i siciliani continuano a tenere dietro la zona retrocessione. E venerdì c'è L'Inter: Maxi Lopez non vede l'ora di sfidare gli argentini nerazzurri.

    Claudio Lenzi

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 07/03/2010 18:12
    Atalanta-Udinese, è 0-0
    Vince solo il nervosismo

    Partita tesa e bruttina, ricca di falli e cartellini e avara di occasioni. Nel primo tempo ci provano Valdes e Pepe, a fine ripresa Sanchez a un passo dal colpaccio. Sempre nel secondo tempo, espulso Bianco per doppio giallo

    BERGAMO, 7 marzo 2010 - Il vero protagonista di Atalanta-Udinese è il nervosismo, che poi è figlio della paura. Interruzioni continue, falli e infortuni, discussioni sempre sull'orlo di degenerare. E tutti, protagonisti e spettatori, con l'orecchio agli altri campi della lotta per la salvezza, dove si spera che succeda qualcosa di più che a Bergamo.


    PARTITA NERAZZURRA — L'Atalanta sa di dover fare a partita e segue il copione. Inizialmente con qualche difficoltà, nel senso che il possesso palla c'è ma la capacità di entrare in area un po' meno. Poi però, col passare dei minuti, si vedono le prime opportunità per i vari Doni e Tiribocchi, e soprattutto per Ferreira Pinto, sui cui piedi deve uscire coraggiosamente (e miracolosamente) Handanovic, e Valdes il cui diagonale attraversa tutto lo specchio prima di uscire. Il tutto mentre l'Udinese, per la prima metà del tempo risulta praticamente non pervenuta: certo, c'è Floro Flores accanto a Di Natale, ma alle loro spalle la costruzione del gioco si stenta a vedere. Poi, poco dopo il 20', si fa male Talamonti e l'indebolimento conseguente della difesa atalantina sembra dare la scossa all'Udinese. Si sveglia Asamoah, inizia a provarci Di Natale, c'è una acrobatica rovesciata di Floro Flores e soprattutto c'è Pepe, che conferma il suo buon momento di forma con una serie di iniziative: la più pericolosa è un diagonale ravvicinato su bell'assist di tacco di Sammarco sventato in angolo da Consigli. Nel finale di tempo si rivede l'Atalanta ma è il nervosismo a prendere il sopravvento, a testimonianza della delicatezza della sitruazione delle due squadre: Doni e Floro Flores rischiano di arrivare alle mani, ma se la cavano col giallo; poi il fischio dell'intervallo evita che le cose degenerino.

    LA RIPRESA — Si riparte con lo stesso canovaccio del primo tempo: Atalanta all'attacco, Udinese che aspetta. Solo che stavolta l'attesa dei friulani dura molto meno: a un tiro pericoloso di Tiribocchi già al 1' risponde, dopo una manciata di minuti, una conclusione altrettanto insidiosa del solito Pepe. Mutti decide a quel punto di potenziare le bocche di fuoco con l'inserimento di Chevanton per un Ferreira Pinto in effetti un po' spento, e l'Atalanta me guadagna, anche perché i bianconeri perdono qualche pallone di troppo. Marino si affida a Isla, che però viene messo fuori combattimento da Tiribocchi nel giro di una manciata di minuti. E la partita procede a singhiozzo, a suon di falli e cartellini: lo spettacolo può attendere. Mutti gioca la carta Amoruso, che va a far coppia con Chevanton (fuori Tiribocchi) con Doni alle spalle. Gli effetti si vedono poco, e allora ci prova Marino, richiamando in panca un ormai stanco Pepe per inserire Sanchez. Quest'ultimo prova qualche sgroppata delle sue, poi viene falciato da Bianco che si prende il secondo giallo e deve uscire. Il tasso di nervosismo aumenta ancora, e per fortuna che c'è Di Natale a regalare qualche sprazzo di calcio: come quando, allo scadere, smarca con un delizioso pallonetto Sanchez, sul cui pericolosissimo diagonale Asamoah non arriva di un soffio. Così neanche la superiorità numerica è in grado di portare gol nella partita più tesa della giornata.

    Pier Luigi Todisco

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 07/03/2010 18:14
    Siena, pari che sa di stop
    Il Parma ringrazia Biabiany

    Al Franchi i bianconeri pareggiano con capitan Vergassola la rete iniziale dell'attaccante degli emiliani. L'arrembaggio finale, per provare a sfruttare l'espulsione di Jimenez dal 34' s.t. per doppia ammonizione, non ha successo: i toscani restano ultimi in classifica

    SIENA, 7 marzo 2010 - Il Siena rosicchia un punticino sulla quartultima in classifica, la Lazio (ora a -5), ma il pari interno contro il Parma sa più di occasione persa che di passo in avanti. Al Franchi finisce 1-1: alla rete di un ottimo Biabiany risponde Vergassola. I toscani chiudono all'arrembaggio, con quattro attaccanti in campo e un solo difensore centrale, cercando di sfruttare la superiorità numerica scaturita dall'espulsione nel finale di Jimenez. Ma non passano. E così il Parma torna a casa con quello che voleva, un prezioso punticino, che avrebbe potuto anche triplicare a inizio ripresa, quando aveva dalla sua parte il momento della partita.


    SIENA POCO CONCRETO — I bianconeri di Malesani si fanno preferire nel primo tempo, soprattutto per l'atteggiamento più propositivo: galvanizzati dai 7 punti guadagnati nelle ultime tre uscite, vogliono un'altra vittoria, per inseguire una salvezza che sembrava sfumata già un mese fa. Maccarone è il solito trottolino sulla sinistra, generoso, anche se impreciso in fase di finalizzazione. Funziona meno bene, invece, Reginaldo schierato centravanti, forse per sfruttare la sua velocità. Ma non sfonda. La miglior occasione per il Siena arriva con un colpo di testa del greco Tziolis, su angolo. Niente da fare.

    FA TUTTO BIABIANY — E la rete la segna un Parma cinico, che gioca sottoritmo, ma al primo affondo trova il vantaggio. Realizzato dal migliore degli emiliani, Biabiany. Già bravo a mettere in difficoltà in velocità Del Grosso, stavolta l'attaccante anticipa il terzino sinistro di testa, e segna l'1-0. È il suo quarto gol in campionato. Pesantissimo. Perché il Siena accusa il colpo, e si trascina all'intervallo contato in piedi. Il Parma però neanche prova ad approfittarne, evidentemente soddsfatto dal vantaggio con cui andrà negli spogliatoi.

    TRAVERSA MORRONE — Il Parma della ripresa è più convincente: ha ritrovato coraggio, e prova a chiudere la partita. Ma non ci riesce, per un soffio. Morrone colpisce infatti la traversa con un destro potente, a Curci battuto.

    CUORE DI CAPITANO — Il Siena comincia a carburare dal 20'. In campo ci sono ora Larrondo e Calaiò, per una formazione sbilanciatissima in avanti. Ma che torna a "mordere". Sfiora il pari con Rosi, poi lo trova con l'eterno capitan Vergassola, con un interno destro preciso in area sul cross dalla destra proprio del giovane nuovo entrato Larrondo (che sostituisce il nigeriano Odibe, al debutto in serie A). Il Siena torna a crederci, ora tutto riversato in avanti. Il Parma resta in 10 uomini quando al 34' Jimenez viene espulso per doppia ammonizione, ed è costretto a rintanarsi là dietro, a difesa della porta dell'ex Mirante. Ma dopo 7' di recupero può esultare: i punti di vantaggio sulla quota salvezza sono addirittura 11.

    Riccardo Pratesi

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 07/03/2010 23:07
    Stop Inter, niente allungo
    Il Genoa la ferma sullo 0-0

    Quarto pareggio nelle ultime cinque gare per la squadra di Mourinho, che resta a +4 sul Milan. Inter spenta per oltre 70': poche palle giocabili per l'ex Milito, mentre Balotelli è in serata storta. I rossoblù, ordinati in difesa, concedono molto poco

    MILANO, 7 marzo 2010 - Niente allungo in classifica, quarto pareggio nelle ultime cinque gare in campionato (recupero col Parma compreso), terzo 0-0 nell'ultimo mese. L'Inter non trova la fuga, resta a +4 sul Milan, il Genoa la ferma in un pareggio senza gol e la squadra di Mourinho non può avere nemmeno troppi rimpianti. Per oltre 70' infatti Balotelli e compagni giocano al piccolo trotto, senza riuscire mai a creare superiorità in attacco o a fare paura ad Amelia. La scossa arriva nel finale, in cui i rossoblù arretrano e l'Inter sale di intensità. Manca però la stoccata vincente, anche per la buona prestazione difensiva della squadra di Gasperini.

    UOMINI GOL — Due gli uomini della settimana: il primo è Milito, che gioca per la prima volta contro la squadra che lo ha lanciato. Il Principe ha poche palle giocabili, ne doma alcune a centrocampo, provando a far partire la squadra, mentre è costantemente anticipato nell'area di rigore. Non trova il gol, e questa è già una notizia. L'altro uomo sotto i riflettori era Balotelli, nella settimana delle pressioni su Lippi per una sua convocazione al Mondiale. Mario fa poco per supportare la sua candidatura: salta poco l'uomo, cade molto (spesso a sproposito), è protagonista di alcuni siparietti in cui mostra il solito malumore, ostentato con camminate in mezzo al campo. Nel complesso, una gara sotto i suoi livelli.

    INTER, SVEGLIA TROPPO TARDI — Mourinho, che sconta la seconda giornata di squalifica nello skybox di Moratti e poi dal più vicino terrazzino delal tribuna vip, sceglie, forzato dalle assenze di Motta e cambiasso e dall'arretramento di Zanetti, di continuare col 4-2-31: nonostante l'assetto offensivo, i nerazzurri faticano ad aggredire l'avversario e produrre gioco. Balotelli partendo dal 1' non ha l'impatto di quando entra a gara in corsa, Pandev, preferito ad Eto'o, incappa in una delle sue peggiori "recite" da quando è approdato a Milano. Stankovic e Muntari frangono i flutti, ma non riescono a indirizzare la barca interista: così in tuto il primo tempo Amelia dorme sogni abbastanza tranquilli, chiamato in causa soloda un tiro da lontano di Stankovic. La sveglia arriva nell'ultimo quarto d'ora, quando Zanetti torna a centrocampo, quando Quaresma dà soluzioni a sinistra, quando Maicon in inizia a salire con continuità e quando in generale tutta la squadra aumenta l'intensità del gioco.

    GENOA, COPERTURA PERFETTA — Il 3-4-3 di Gasperini è più coperto di quanto non dicano i numeri: squadra corta ed attenta, con ripartenze affidate solo a lanci per Suazo. Il genoa tiene il pallino del gioco più degli avversari, ma raramente riesce a completare l'ultimo passaggio. Nei primi 45' solo Mesto con un tiro da fuori impegna Julio Cesar, mentre Bocchetti mette la museruola a Milito, e Rossi e Criscito sono abili a rientrare e a coprire. I cambi (Jankovic entra ed esce presto per infortunio) non cambiano la squadra, che continua a giocare una intelligente gara tattica, anche se nell'ultimo quarto d'ora arretra troppo. Davanti non convinvcono Mesto e Sculli, che dovrebbero garantire qualche discesa sulle fasce e qualche pericolo per la difesa nerazzurra. Ok, la squadra non gioca il solito calcio, ma il pareggio di San Siro è meglio del 5-0 dell'andata. O no?

    Valerio Clari

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 12/03/2010 23:45
    Crollo Inter a Catania
    Il Milan "vede" il -1

    Decide un cucchiaio di Mascara su rigore, dopo le reti di Milito e Maxi Lopez. Poi chiude Martinez per il 3-1. Incredibile "comparsata" di Muntari: entra, dopo 20'' fa fallo e si prende il giallo, sulla punizione mano, con rigore ed espulsione. Continua il momento no in campionato della squadra di Mou, ora i rossoneri possono portarsi a un punto dalla vetta

    MILANO, 12 marzo 2010 - Appiano Gentile, abbiamo un problema. Se i ripetuti pareggi e i tre 0-0 erano stati i segnali d'allarme, la sconfitta di Catania apre ufficialmente la crisi dell'Inter. Domenica a San Siro contro il Chievo il Milan può portarsi a un solo punto in classifica dalla squadra di Mourinho, che infila la terza sconfitta del suo campionato. Grande gara degli uomini di Mihajlovic, che nel primo tempo meriterebbero il vantaggio. Poi il Catania va sotto colpito da Milito, ma al 29' s.t. pareggia con Maxi Lopez. L'Inter va all'assalto, Mourinho sbilancia la squadra, Muntari la affossa in meno di un minuto. Entra, fa subito fallo e si becca un giallo, sulla punizione in barriera colpisce di mano: rigore e espulsione. Mascara trasforma col cucchiaio, Martinez chiude con l'Inter in dieci e senza centrocampisti.


    E' CRISI INTER — I posteri non servono più, la sentenza non è più ardua: è crisi Inter. Il campionato è definitivamente riaperto, la squadra di Mourinho attraversa il momento peggiore della sua stagione, a quattro giorni dalla fondamentale sfida di Champions con il Chelsea. Da Londra può arrivare il riscatto o una depressione che rischia di diventare “letale” anche per le sorti del campionato. Di sicuro i nerazzurri mostrano la corda sotto il punto di vista fisico: alcuni uomini paiono decisamente sotto i loro livelli, anche se la reazione a inizio ripresa, dopo un primo tempo abulico, aveva fatto pensare all’ennesima gara rivoltata. Ma stavolta le scommesse “tutti all’attacco” dello squalificato Mourinho non pagano. Dopo il pareggio di Maxi Lopez schiera (attraverso Baresi) i suoi con tre punte di ruolo più Quaresma e Sneijder. Ma il cambio che pagherà più caro sarà il terzo, quello di Muntari per Cambiasso: il ghanese entra, dopo 20'' un tackle da dietro costa fallo al limite e giallo. Sulla stessa punizione colpisce di mano in area: rigore e rosso. Patatrac in poco più di un minuto.


    SEGNALI PREOCCUPANTI — A quel punto la squadra è in dieci e senza un solo mediano di ruolo: difficile, anche col carattere mostrato in passato, immaginare una rimonta, tanto che arriva il terzo gol di Martinez. Sbilanciamenti a parte, preoccupano alcune amnesie in difesa, dove Materazzi e Lucio decisamente non trovano l'intesa, la sofferenza di Zanetti, la poca mobilità e interdizione del centrocampo, il primo tempo senza idee in fase d'attacco. L'ingresso di Quaresma pareva aver dato nuova linfa, il 4-2-3-1 riportava gioco e idee e persino qualche spazio per inventare a Eto'o, prima spento. Il pareggio di Maxi Lopez cancellava tutto, e rischia di azzerare, o quasi, anche i punti di vantaggio.

    CATANIA, CHE SERATA — Alla crisi dell'Inter contribuisce un grande Catania, la cui immagine è il cucchiaio di Mascara sul rigore, e la grande azione di Martinez per il 3-1. Partita impostata bene, vinta tatticamente nel primo tempo e poi ribaltata quando sembrava essersi messa male. Mihajlovic inizialmente azzecca il gioco delle coppie: a centrocampo il Catania sembra avere almeno due uomini in più. Merito del lavoro di Ricchiuti e Mascara sulla simistra e di Izco e Martinez sulla destra: le punte ritornano in fase di copertura, i centrocampisti si sovrappongono con costanza, prendendo in mezzo Maicon e Zanetti. In più, i catanesi corrono il doppio. Biagianti si attacca a uomo su Sneijder, tagliandogli i rifornimenti, Maxi Lopez da solo tiene impegnati Lucio e Materazzi. Ricchiuti diventerà l'uomo più pericoloso del primo tempo, inserendosi centralmente. Per due volte viene pescato solo in area, costringendo alla chiusura in extremis prima Julio Cesar, poi Lucio. Al centro sfonderà invece Maxi Lopez, e il terzo gol in A dell'argentino darà il via alla folle rimonta. Per il catania non solo vittoria di prestigio, ma anche conferma del gran momento e dell'ottimo lavoro di Mihajlovic, che ha una media punti (22 in 13 gare) non troppo lontana da quella del rivale battuto stasera.

    Valerio Clari

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 14/03/2010 00:32
    Lavezzi gol, Gila doppietta
    E la Fiorentina sbanca Napoli

    Finisce 1-3, col Pocho che porta in vantaggio gli azzurri ma Gilardino con una stupenda doppietta di testa ribalta la gara. Entrambi gli assist di Jovetic, che segna il 3-1 finale. Ma sull'1-0 c'era un rigore netto per il Napoli. Nel primo tempo infortunio a De Sanctis (in uscita su Gilardino) ma il portiere rimane in campo

    NAPOLI, 13 marzo 2010 - A fine gara lo dice pure Gilardino: "Eravamo carichi, volevamo vincere ad ogni costo". Erano carichi, i giocatori della Fiorentina. Carichi per le belle prestazioni in campionato che si risolvevano con pochi punti portati a casa. Carichi soprattutto per la vittoria-eliminazione in Champions League con il Bayern, quella ingiusta, quella della frustrazione e della rabbia che ieri sera i viola hanno saputo trasformare in riscatto. Una bella vittoria perché questo 3-1 arriva contro un Napoli in gran forma, che fino all'ultimo ha provato a portare a casa i tre punti e che dopo l'1-0 di Lavezzi per almeno cinque minuti ha fatto impazzire la Fiorentina, sfiorando più volte il raddoppio. E non solo: l'intervento di Felipe su Lavezzi in area era da rigore ed espulsione, ma Banti non ha visto nulla. Poi però è arrivata la doppietta di Gilardino, con due assist di Jovetic che ha chiuso firmando la rete allo scadere.


    LA PARTITA — Primo tempo equilibrato, anche se le occasioni più ghiotte sono del Napoli: prima con Lavezzi con un calcio di punizione che termina alto di pochissimo e che dà al San Paolo l'amara illusione del gol, poi con due colpi di testa di Denis, il primo parato da Frey, il secondo incredibilmente impreciso. Tante però le situazioni pericolose, da una parte e dall'altra, con entrambe le squadre che danno il meglio sulla destra in fase offensiva (Maggio da una parte, Comotto e Santana dall'altra). Nel finale duro scontro De Sanctis-Gilardino: il portiere viene ferito al volto dai tacchetti dell'avversario, ma resta in campo con un vistoso cerotto. La ripresa si apre con la rete di Lavezzi (al 2') che, da solo in area, sfrutta al meglio un cross di Maggio. Il Pocho non segnava al San Paolo dal 31 gennaio 2009. Al 12' Prandelli cambia: dentro De Silvestri e Babacar per Comotto e Pasqual. Al 14' azione personale ancora del Pocho che viene atterrato in area da Felipe: il difensore va dritto sulle gambe dell'argentino. Sarebbe dunque rigore ed espulsione, ma non per l'arbitro. Un minuto dopo azione di Babacar che riesce a rubare palla al Napoli, serve Jovetic che crossa: Gilardino devia in porta, è 1-1. Il Napoli non si arrende ma i cambi, azzeccatissimi, hanno rivitalizzato i viola. Al 42', quando i giochi sembrano fatti, Santana batte un angolo, colpo di testa di Jovetic verso la porta, testa di Gilardino e vantaggio viola. Nel finale, su un angolo per il Napoli, vanno tutti in area, compreso De Sanctis. La Fiorentina riesce ad intercettare il pallone, Babacar esce palla al piede, serve Jovetic che al 50', a porta vuota, realizza l'1-3.

    SVOLTA VIOLA? — Per il Napoli si tratta della prima sconfitta al San Paolo in notturna da quando De Laurentiis è presidente. E anche del primo k.o. casalingo di questa stagione per una squadra che non vince da sette turni e che nel prossimo turno affronterà il Milan a San Siro. La Fiorentina invece fa un bel salto in classifica. Quella di oggi, nonostante le tante assenze, ha tanto il sapore di vittoria scacciacrisi. Adesso, senza più una Champions da giocare, si può tornare a puntare su un campionato in cui ultimamente le soddisfazioni sono state pochissime. Sabato al Franchi arriva il Genoa. Altra gara difficile in cui dimostrare che qualcosa è cambiato.

    Elisabetta Esposito

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 14/03/2010 17:53
    Roma, stop a Livorno: 3-3
    Troppi errori, chance persa

    I giallorossi devono accontentarsi del -6 dall'Inter in classifica, dopo aver assaporato il -4. Cinque gol in 19 minuti nel primo tempo, con Lucarelli che per due volte beffa i giallorossi sul filo del fuorigioco. La Roma risponde prima con Perrotta, poi prova a scappare con Toni e Pizarro: ma nella ripresa il centravanti amaranto si procura il rigore del pari definitivo

    LIVORNO, 14 marzo 2010 - Ebbene sì, l'occasione per puntare allo scudetto era ghiotta ed è sfumata: poteva essere -4 dall'Inter, è invece -6. A Livorno la Roma segna tre gol ma ne subisce altrettanti da quello che finora si era segnalato come il peggiore attacco della serie A. Per tre volte Cristiano Lucarelli beffa una difesa che non è ancora registrata sulle ambizioni di classifica: in un paio di occasioni sul filo del fuorigioco, nella terza innescando un rigore. E per il tecnico giallorosso Claudio Ranieri il lavoro è ancora molto, se l'intenzione è puntare ai vertici.


    BOTTA E RISPOSTA — Si comincia secondo copione, con un Livorno determinato e aggressivo e una Roma che appena può tiene palla e cerca di far raffreddare gli spiriti dell'avversario. Il quale, però riesce a sfuggire alla squadra di Ranieri già al 9', quando Lucarelli va via sulla destra su lancio da metà campo: siamo sul filo del fuorigioco, ma la conclusione diventa gol. A questo punto la Roma deve cambiare tattica e rispondere per le rime: lo fa nel giro di un minuto, mandando subito palla in area per la torre di Toni, tacco di Taddei e Perrotta non spreca la palla del pari. Ormai la partita ha cambiato volto, ed è tutta un botta e risposta: al 19' Toni procura una punizione dalla sinistra, sulla cui battuta prolunga di testa Perrotta e il centravanti emiliano, in una posizione dove il fuorigioco è più di un sospetto, sempre di testa mette dentro. Dietro, però, i giallorossi devono ancora prendere le misure a un Lucarelli che gioca col fuorigioco alla Inzaghi: altro lancio addomesticato al 26' dall'esperto centravanti, dribbling su Julio Sergio ed è 2-2. Ma nuovamente la Roma è fulminea nel ristabilire lo status quo: è ancora Perrotta a imperversare sulla destra, palla in mezzo per Pizarro e riecco il +1 per gli ospiti. I quali poi avrebbero anche l'occasione d'oro per il doppio vantaggio, visto che un Menez inizialmente impacciato ma via via più fluido procura un rigore, ma Pizarro trova solo il palo. E allora meglio provare, come all'inizio del tempo, a "governare" una partita imbizzarrita più che nelle aspettative, portando nello spogliatoio il vantaggio all'intervallo.


    LA RIPRESA — Si riparte come nel primo tempo, col Livorno che prova a sorprendere la Roma, ma dura poco: i giallorossi riprendono in mano le operazioni sia pure con qualche sbavatura e allora Cosmi prova a ragionare, togliendo Bellucci in favore di Mozart. Toni si prende una brutta pedata sulla schiena da Rivas, che viene ammonito ma provoca al centravanti un altro antipatico inconveniente: la rottura della maglia gli impedisce il rientro in campo (inflessibile Gervasoni), e ci vorranno un paio di minuti prima dell'arrivo della maglia nuova. Intanto in campo non si vedono più i gol ma resta un grande agonismo, e anche se il bel gioco è un'altra cosa la battaglia senza esclusione di colpi, soprattutto a centrocampo, resta avvincente. Può succedere di tutto, ma al 26' quello che succede è un mani in area di Juan provocato da un cross di Lucarelli: la vecchia volpe del Livorno va sul dischetto ed è tripletta. Ora la piazza livornese è caricatissima, Lucarelli ovviamente pure, e si prova a vincere, anche perché la Roma è palesemente in difficoltà. Ranieri a quel punto dà la scossa: fuori Pizarro e dentro Baptista, perché questa partita s'ha da vincere. Ma il Livorno è tutt'altro che intimidito, e fino all'ultimo cerca a sua volta di fare la partita. E alla fine il 3-3 è lo specchio fedele di una partita tanto divertente quanto piena di errori e pasticci.

    Pier Luigi Todisco

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 14/03/2010 18:01
    Del Piero, il 300° gol non basta
    Juve rimontata dal 3-0 dal Siena

    I bianconeri di Zaccheroni segnano subito due volte con il capitano - che porta a 300 le reti personali in carriera - e con Candreva, ma si fanno riacciuffare da Maccarone e dalla doppietta di Ghezzal (secondo gol su rigore). Lieve infortunio per Legrottaglie

    TORINO, 14 marzo 2010 - Alla Juventus non basta un Del Piero da record per battere il Siena. Non le bastano nemmeno tre gol di vantaggio in casa. I toscani rimontano incredibilmente, e portano via da Torino un punticino preziosissimo in chiave salvezza che vale il quinto risultato utile consecutivo. E così la Juve spreca l'opportunità di approfittare dei pareggi di Palermo e Roma, in prospettiva Champions League 2010-11. Con Zaccheroni in panchina i bianconeri fanno rete spesso e volentieri (17 in 10 gare), ma ne subiscono tante, troppe (ben 13). Quelle di Ghezzal (doppietta nella ripresa) e Maccarone (che guadagna anche un rigore) rovinano la festa dei 300 gol in carriera a Del Piero, autore di una doppietta, che era diventata tris bianconero grazie a Candreva. La Juve dimostra l'incapacità di gestire un vantaggio, nonchè la propria fragilità difensiva e psicologica: la cura Zaccheroni non è ancora completa, per un campionato iniziato in maniera pessima e non ancora raddrizzato.


    DEL PIERO FA 300 — La Juve parte col botto. Neanche il tempo di prendere nota del rientro da titolare di Del Piero, dopo un paio di panchine, e il numero dieci porta in vantaggio la Vecchia Signora. Gol da opportunista, con un tocco a porta vuota sulla respinta di Curci sul tiro di Sissoko. Il segreto è farsi trovare al posto giusto al momento giusto, l'esecuzione, poi, è una formalità. Ma lo show è ancora a metà. Perchè per il gol numero 300, Del Piero ha fretta, e in serbo una prodezza. Il suo destro al volo per il 2-0 al 7', è da applausi. I numeri sono da capogiro, dunque ricapitoliamo: 300 gol in carriera. Nel dettaglio: 269 gol con la maglia della Juventus, 27 con la Nazionale, 3 con l'Under 21 e 1 con il Padova. In tribuna festeggia con maglia dedicata al record (alla faccia della scaramanzia) anche la moglie Sonia. E ancora: 5 gol con Zaccheroni, otto stagionali. E 13 reti al malcapitato Siena, in 11 uscite. Ma la Juve non ha finito. C'è Candreva, che oggi gioca da numero dieci, alle spelle di Ale e Trezeguet, e che vuol far vedere di poter avere un futuro alla Juve, e non solo per far rifiatare Diego, questo pomeriggio in panchina. Il bel destro potente, da fuori area, dell'ex Livorno, finalizza una sponda di Trezeguet. In 10' la Juve ha già chiuso la partita. O almeno sembra. A torto.

    CARATTERE SIENA — I toscani, infatti, finiscono al tappeto, ma hanno la forza e il carattere per rialzarsi. Approfittano di un calo di tensione della Juve e di un erroraccio in disimpegno di Grygera: Maccarone è implacabile e segna l'1-3. Poi il Siena insiste e si fa ancora pericoloso, ma all'intervallo è 3-1 Juve. Sembra un margine ancora rassicurante. Di nuovo un'impressione, generale, sbagliata.


    TZIOIS PALO, BRIVIDI JUVE — La ripresa infatti si apre come la fotocopia, però uscita al contrario, del primo tempo. Nel senso che il gol arriva subito, immediato, anche stavolta. Però adesso lo segna il Siena. Con Ghezzal, che ribatte in rete indisturbato dopo un palo di Maccarone, che si era "bevuto" Grygera. La Juve reagisce subito, con occasioni per Trezeguet e Del Piero. Ma quella che sembrava una giornata di relax è destinata ad essere di sofferenza. Sino alla fine. Perchè il Siena non molla un metro, ha bisogno di punti, e alla salvezza ci crede. E quando il destro del greco Tziolis passa accanto a Chimenti - sostituito di giornata dell'infortunato Manninger - la Juve può solo sperare: palo clamoroso. E sospiro di sollievo.

    RIGORE DI GHEZZAL — Ma il Siena non si arrende neanche alla cattiva sorte. Maccarone si procura un rigore, steso da un Grygera in giornata da dimenticare pure da centrale (quando Legrottaglie esce acciaccato). Dal dischetto Ghezzal trasforma l'incredibile 3-3. Finisce così: Malesani esulta, la Juve può prendersela solo con se stessa.

    Riccardo Pratesi

    Fonte: gazzetta
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 105.101
    Post: 5.035
    Registrato il: 05/07/2007
    Registrato il: 09/09/2007
    Sesso: Maschile

    MODERATORE

    SUPERSAGGIO
    00 14/03/2010 18:06
    Ossigeno Udinese
    Il Palermo resta 4°

    Prezioso 3-2 dei friulani, che allungano a +7 sulla zona retrocessione vincendo un match spettacolare in cui Floro Flores firma una doppietta. Rosanero sempre in zona Champions nonostante il k.o.

    UDINE, 14 marzo 2010 - L'Udinese prende una boccata d'aria pulita e lascia a 7 punti la zona serie B, il Palermo perde per la prima volta in un mese ma rimane al quarto posto grazie agli stenti di Juve e Samp. Sono i verdetti dell'emozionante sfida del Friuli, giocata a viso aperto da due squadre che avevano voglia di muovere la classifica. Vincono i bianconeri di casa, 3-2, frutto di cinque minuti di grande gioco tra 20' e 25' della ripresa grazie agli assist di Antonio Di Natale, il capocannoniere del campionato che per una volta non ha segnato. Ai rosanero non è bastata una magia di Cavani per raddrizzare il match, interrompendo una striscia di tre vittorie consecutive

    LE SCELTE — Marino non ha Pepe per squalifica ma in attacco ritrova Sanchez, che affianca Di Natale e Floro Flores. In difesa Lukovic gioca al centro, a sinistra c'è Pasquale. Delio Rossi sceglie il rientrante Pastore e non Simplicio per supportare le punte Cavani e Miccoli. A centrocampo Blasi completa il reparto con LIverani e Nocerino.

    VOGLIA DI PUNTI — Le due squadre si affrontano senza risparmiarsi, perché ad entrambe servono punti (il Palermo per inseguire il sogno europeo, l'Udinese per uscire dalla lotta salvezza). I friulani partono meglio e provano ad aggredire gli ospiti, con Di Natale e Floro Flores che si scambiano spesso la posizione e Sanchez che mette in crisi Balzaretti con la sua velocità sulla corsia di destra. Il Palermo c'è, nonostante Liverani e Pastore siano ben imbrigliati dai centrocampisti avversari, soprattutto grazie a Miccoli, che ci prova più volte con scarsa fortuna. Il numero 10 rosanero in avanti è troppo solo, ma dietro può contare sulla collaborazione di Kjaer e Bovo: il danese è monumentale con due salvataggi poco dopo la mezz'ora (il primo su Di Natale, il secondo su Floro Flores), l'italiano al 38' respingendo un tiro debole di Sanchez, nel ribaltamento di un'azione iniziata con una prodezza di Handanovic sul solito Miccoli.

    LIBERAZIONE — L'Udinese ha più fame e torna negli spogliatoi con un gol da mettere sotto i denti. Il risultato si sblocca al 44': Di Natale colpisce male da sinistra sugli sviluppi di un corner, ma libera Sanchez dalla parte opposta; il cileno, in ombra fino a quel momento, ha il tempo di prendere la mira e scodellare sul secondo palo per Floro Flores, che controlla e batte Sirigu tornando in gol dopo un mese di digiuno.

    MOSSA GIUSTA — Il Palermo ricomincia con Simplicio al posto dell'acciaccato Pastore. Il brasiliano, che prima di entrare in campo aveva abbracciato gli ex compagni (oggi avversari) Corradi e Ferronetti, ci mette sei minuti a lasciare il segno: splendidamente servito da Miccoli, il centrocampista si ritrova solo davanti ad Handanovic e lo fredda con un destro preciso. Per i rosanero è l'ottava partita di fila con almeno un gol all'attivo.

    FURIA UDINESE — I padroni di casa sono alle corde per dieci minuti, ma gli ospiti non ne approfittano. Scampato il pericolo, l'Udinese riparte come una furia e in due mosse pensa di aver chiuso il match. Al 20' Floro Flores firma la sua personale doppietta con un bel diagonale in area su assist di Di Natale. Cinque minuti dopo Asamoah firma il suo primo gol stagionale e il 3-1, imbeccato da uno splendido assist del solito Di Natalle.

    MATCH RIAPERTO — Sembra finita, ma il Palermo ha ancora un asso nella manica. E' il 35' quando Liverani scodella un pallone in area, Cavani si inventa una rovesciata da cineteca e segna il 3-2, aggiungendo pepe al finale di partita. Marino si copre con Ferronetti al posto di Floro Flores, ma l'Udinese rischia al crollo a quattro minuti dal 45', quando Handanovic in volo nega il gol a Bertolo. I bianconeri però non rischiano più e portano a casa la vittoria, la seconda del girone di ritorno.

    Davide Chinellato

    Fonte: gazzetta
19