Nella storia del Giappone, la classe sociale che ebbe potere politico e una posizione di leadership dalla fine del 12esimo secolo fino alla fine del 19esimo secolo fu la classe del guerriero chiamata in giapponese bushi, oppure samurai.
Nel periodo Edo la classe samurai era la classe sociale piu' alta seguita dalla classe contadina, degli artigiani ed infine dei commercianti. Nonostante l'abolizione di questo sistema a classi sociali durante la Restaurazione Meiji, ex-samurai erano attivamente presenti nella modernizzazione del Giappone.
Il risultato fu una grande influenza sulla societa' giapponese; lo spirito dei samurai (o bushido) era un fattore estremamente importante nel modellare la mente giapponese.
Questo codice (codice samurai, codice bushido, codice d'onore e diverse altre traduzioni ed interpretazioni) divenne utile al governo giapponese come macchina di propaganda. All'occorrenza (vediamo il periodo degli anni '30 e prima meta' degli anni '40) tutti i sudditi giapponesi erano discendenti di samurai e come tali dovevano totale obbedienza al loro "capo".
Bushido si riferisce ad etiche che si formarono tra i samurai. Nonostante il termine non fu usato fino al periodo Edo (1603 - 1867), il concetto di per se' naque nel periodo Kamakura (1192 - 1333) evolvendo con l'adozione di ideali neo-confucianesimi nel periodo Edo per poi diventare le fondamenta della morale nazionale dopo la Restaurazione Meiji.
E' importante ricordare che "Bushido non solo comprende spirito marziale e conoscenze nelle armi ma anche assoluta fedelta' nel proprio capo, un forte senso di onore, devozione al dovere e il coraggio, se richiesto, di sacrificare la propria vita in battaglia o nel rito del seppuku (harakiri)".
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[Modificato da neve67 23/09/2008 14:27]