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Bisogna distinguere la versione ufficiale di questo concetto, perché è propriamente un concetto politologico, da quella ufficiosa e passionale (e per certi versi, ingenua).
Il politico, da definizione ufficiale, è colui che concorre ad occupare posizioni di potere, che si propone alle elezioni politiche e ha ragionevoli possibilità di essere eletto. E' quella persona che cerca di occupare posizioni di potere per cercare di controllare un paese (regione, stato, ecc) e trarne dei vantaggi elettorali.
Questa sarebbe, grossolanamente, la definizione scolastia di politico.
Sinceramente la vedo ristretta e piuttosto macchiavellica, anche se fondamentalmente: senza il posto di rilievo, senza il successo elettorale, si fa poco per un paese.
Quando vado a votare, guardo a diversi aspetti: l'aderenza delle politiche annunciate con le mie, ma non basta, deve essere coerente con le posizioni che esprime e deve, quantomento, tentare di applicarle, deve essere onesto, senza carichi pendenti: riferibili soprattutto a reati contro la pubblica amministrazione, reati finanziari, corruzione, concussione, et simili. Deve avere conoscenze, competenze, capacità di una certa tipologia, insomma adatte a svolgere il suo compito (che spesso è istituzionale, e di rappresentanza) capace di incidere sull'andamento di un paese.