00 23/12/2005 22:04
E’ l’Inter l’antidoto alla Juve

Venerdì 23.12.05

La Juventus chiude il 2005 con 93 punti in 39 partite. Tanti, ma non sono un record. Meglio ha fatto il Milan due anni fa quando nell’intero campionato prese 82 punti in 34 partite. Il record invece è di Capello, sempre in testa nelle 55 partite giocate da quando è alla Juventus. Nell’anno solare ha staccato di appena 7 punti l’Inter e di ben 12 il Milan. Queste cifre significano che soprattutto l’ Inter è l’avversario della Juve e che lo è ormai da un anno. I 7 punti che hanno diviso la Juventus e l’Inter nel 2005 sono troppo pochi e troppo fragili per essere imputati a problemi tecnici. Ha deciso la gestione. Capello ha cambiato molto poco, Mancini ha cambiato tantissimo. La differenza di pochi punti è nata in questi cambi.

Più complessa la situazione del Milan. Nelle 55 partite giocate dall’agosto 2004 non è mai stato davanti alla Juventus, ne è anzi adesso staccato per una somma di 16 punti. E’ difficile dedurne che sia alla stessa altezza. Più facile che il distacco attuale fotografi una reale differenza tecnica. Ancelotti si sta ancora industriando per risolvere il vero problema strutturale del Milan. Che non è la sostituzione di uno stopper, argomento difficile ma sempre possibile nel calcio. I difensori raramente sono determinanti e quasi sempre sono sostituibili. Il vero problema del Milan è la mancanza di un Cafu ancora giovane, un giocatore cioè adatto a fare sia il terzino che l’ala, un solo uomo per tutta una fascia di campo tenuta peraltro ad altissimo livello.

Dopo 3 sconfitte in tre trasferte (Chievo, Firenze e derby), Ancelotti ha cambiato modulo. Ha allargato Kakà sull’ala per coprire finalmente la fascia destra in fase offensiva ora che non c’è più Cafu. Così facendo ha ottenuto di avvicinare Gattuso a Pirlo stringendo lo spazio in mezzo al campo. Questo a sua volta ha permesso a Seedorf di essere più divertente e alla difesa di respirare un po’. Ne risulta in sintesi un Kakà sacrificato e una squadra in genere più equilibrata. Almeno in trasferta è probabile che il Milan continui a giocare così. La forza della soluzione decrive però anche la forza del problema. Ancelotti è stato bravo a costringere Kakà a un ripensamento di zona, ma è un accomodamento, quasi un ripiego. E’ chiaro che il vero ruolo di Kakà è in mezzo al campo, davanti a Pirlo e subito dietro Gilardino e Shevchenko.

Nel frattempo, a Livorno, si è visto Shevchenko partire venti metri indietro, entrando cioè nello spazio occupato da Kakà. Shevchenko ha fatto quasi il trequartista, ha fornito assist a Gilardino incapricciandosi quasi del ruolo. Vicino ai trent’anni, dopo stagioni e stagioni alla ricerca del gol, molti grandi attaccanti accettano quasi come una liberazione scalare di qualche metro. Ma è un esperimento pericoloso. Si rischia di perdere confidenza con il gol, la vera cosa che conti nel calcio. chi sa segnare deve sempre rimanere il più possibile vicino alla porta. La Juve per esempio sta accontentandosi troppo del rendimento offensivo di Ibrahimovic. Tre gol in 17 partite sono troppo pochi anche per una seconda punta specializzata in assist. Tre gol li ha segnati Mutu giocando poco, 4 gol li ha segnati Jorgensen che fa anche molti assist ma ha poca pubblicità. Ibrahimovic deve assolutamente pesare di più. Vedremo dall’8 gennaio i risultati della pausa natalizia. Certo è che sarà difficile, quasi impossbile togliere alla Juve una leadership che viene da molto lontano.



(Spr/Adnkronos)