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CHAMPIONS LEAGUE

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    binariomorto
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    00 22/10/2008 23:37
    Inter, in coppa basta Adriano


    I nerazzurri battono 1-0 la rivelazione cipriota Anorthosis grazie al colpo di testa dell'Imperatore. Poi tante occasioni fallite, ospiti pericolosi solo su calcio piazzato. Acciacco muscolare per Cambiasso. La squadra di Mourinho in testa al girone da sola



    MILANO, 22 ottobre 2008 - Prima in campionato e ora da sola anche in Europa, seguendo i desideri di Josè Mourinho e le sue richieste di dedizione alla causa. Per battere l’Anorthosis basta un gol, quello di Adriano alla fine del primo tempo, la spinta che lancia l’Inter al comando solitario del gruppo B con una vittoria di margine proprio sui ciprioti.

    BLOCCO - Mancini e Adriano dall’inizio, al fianco di Ibrahimovic. Toldo in porta. Sono queste le novità rispetto alla trionfale notte di Roma, a dimostrazione di come un blocco questa squadra l’abbia già trovato, al netto degli infortuni. Se per l’Imperatore si tratta di un segnale di fiducia importante dopo le piccole frizioni seguite al suo rientro dal Sudamerica, per il portiere è un’autentica ciambella lanciata in mezzo al mare a quasi due anni dall’ultima presenza da titolare in Champions.

    IL CUNEO DI KETSBAIA - Il filo conduttore che unisce i primi palloni giocati fino al gol di Adriano è un lungo possesso palla nerazzurro, che si accompagna a un pizzico di leziosità prodotto dalla superiorità tecnica schiacciante. Il risultato è un continuo rimbalzare sul muro eretto da Ketsbaia. L’Anorthosis (quasi duemila i tifosi arrivati a San Siro), assomiglia a un cuneo: due pivot bassi coprono adeguatamente il terzetto difensivo piantato nell’area di rigore; davanti Sosin è l’unico che ha la libertà di restare dietro la linea della palla; in mezzo il resto della truppa. Funziona, almeno per 44 minuti.

    LA CHIAVE - L’azione da cui nasce il gol è la conseguenza di una mossa che si rende necessaria quando lo stallo rischia di diventare perpetuo nonostante gli sforzi dell’Inter. Dopo 35 minuti di assalti poco profondi Mourinho allarga a sinistra Ibrahimovic, più prezioso da uomo assist che da centravanti. Adriano dall’ala va in mezzo a fare la punta, e Mancini cambia fascia virando a destra. Pochi minuti ed ecco l’1-0. L’Imperatore timbra il suo diciottesimo centro europeo sfruttando proprio l’apertura di Zlatan per Maicon, che firma un assist balsamico per la serata dei nerazzurri.

    QUARESMA - Avanzato Savio come unico riferimento offensivo (dentro Taher per Sosin) l’Anorthosis costruisce a inizio ripresa la chance migliore con Katsavakis e il suo colpo di testa di poco alto. Resterà un caso isolato, perché il copione in mano ai protagonisti non cambia. L’Inter arriva a un passo dal bis con Muntari (di testa) e Ibra (diagonale ravvicinato). Quello che è diverso è il modulo, che con Quaresma al posto di Mancini si assesta su un centrocampo a quattro. L’esterno arrivato dal Porto raccoglie i primi applausi dalla partita (con gol) in casa giocata contro il Catania, mentre Ibrahimovic fa gridare vendetta con il bersaglio mancato a metà ripresa davanti al portiere.

    CAMBIASSO K.O. - Gli ultimi minuti riservano l’infortunio muscolare di Cambiasso, da valutare, e il solito graffio di Cruz, vicino al raddoppio con un diagonale di poco sul fondo. Ultimo sussulto della notte di San Siro mentre da Atene giunge la notizia del 2-2 tra Panathinaikos e Werder che porta a quattro punti il distacco dalla terza del girone.

    Antonino Morici

    Fonte: gazzetta


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    00 04/11/2008 11:08
    Champions: Roma e Inter, tre punti indispensabili
    Sara` una serata bollente quella che attende le italiane di Champions. La Roma si gioca tutto o quasi all’Olimpico contro il Chelsea, mentre l’Inter punta agli ottavi nella trasferta a Cipro contro l’Anorthosis. Sensazioni agli antipodi, importanza dei match difficilmente calcolabile. I giallorossi dovranno fare l’impresa cercando i tre punti nella quarta giornata, ma di fronte si trovano una squadra in gran forma. I Blues si presentano nella Capitale con il primo posto nel Gruppo A (7 punti), mentre gli uomini di Spalletti sono fermi a 3 insieme al Bordeaux. Totti e Juan stringeranno i denti per l’occasione, mentre non ce la fara` Tonetto. Felipao Scolari, dal canto suo, sorride a meta`. Se Didier Drogba e` a disposizione ma andra` in panchina, niente da fare per Ashley Cole. Per la Roma pare davvero l’ultimo appello prima del baratro. Attenzione anche all’altro campo, dove il Cluji di Trombetta (4 punti) ospitera` il Bordeaux.

    Decisamente diversa la situazione dell’Inter di Mourinho. I nerazzurri vanno a Cipro contro l’Anorthosis per staccare il biglietto verso la fase successiva. Ibrahimovic e compagni comandano infatti il Gruppo B con 7 punti, 3 in piu` rispetto alla squadra di Ketsbaia e 4 addirittura sulla terza, il Werder Brema. All’Inter basta una vittoria per passare agli ottavi. L’altra sfida in programma per il raggruppamento e` lo spareggio di Brema tra Werder e Panathinaikos. I greci sono a quota 1 e non possono permettersi di perdere.

    Da non dimenticare le sfide del Gruppo C, dove il Barcellona vuole ipotecare la qualificazione al Camp Nou contro il Basilea. Gli svizzeri sono fermi a zero, i catalani a punteggio pieno. A Lisbona, invece, lo Sporting se la vedra` con lo Shakhtar Donetsk per giocarsi il secondo posto. I portoghesi sono a 6 punti, gli ucraini a 3. Chiude il Gruppo D, nel quale il Liverpool di Fernando Torres ospitera` l’Atletico Madrid di Aguero. Entrambe le formazioni sono in testa con 7 punti. Spareggio, infine, al Velodrome. L’Olympique si gioca tutto contro il Psv Eindhoven. Sperando di togliere lo 0 dalla casella dei punti ottenuti.

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    giuggyna
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    00 06/11/2008 00:59
    Beffa Fiorentina, 1-1 col Bayern
    Nel finale Borowski replica a Mutu
    Fiorentina, che beffa! Al Franchi contro il Bayern Monaco, nella quarta giornata del gruppo F di Champions, i viola passano in vantaggio al 10' con un grande gol di Mutu, dominano la gara in lungo e in largo sfiorando più volte il raddoppio (Rensing nega la rete a Gilardino in un paio di occasioni) e poi al 78' si fanno raggiungere sul pari da Borowski. Nel finale i tedeschi hanno addirittura due occasioni per vincere con Klose e Ribery.
    LA PARTITA
    Prandelli ritrova il suo bomber Gilardino, che torna a far coppia in avanti con Mutu. A centrocampo si rivede Montolivo. Nel Bayern assente il grande ex Luca Toni, c'è Oddo.

    I tedeschi cominciano a gran ritmo e la Fiorentina fatica a uscire dalla propria metà campo. Ma è questione di poco. Il vantaggio dei viola al 10' firmato da un Mutu ritrovato cambia infatti radicalmente la gara. Gli uomini di Prandelli fanno la partita: si difendono con ordine e sfiorano almeno in due occasioni il raddoppio con Gilardino, che al 26' si gira bene di testa su cross di Santana ma il portiere dei bavaresi Rensing respinge provvidenzialmente negandogli la gioia del gol. L'attaccante viola è in grande serata e lo si vede anche al 32' quando su azione di rimessa smarca di tacco Kuzmanovic, che però non riesce a tenere il pallone. Il Bayern di fatto non crea mai pericoli per Frey. Ribery e Schweinsteiger sono i più temibili tra gli uomini di Klinsmann ed è proprio Schweinsteiger a creare il vero e unico brivido alla difesa viola nei primi 45': contrasto a centrocampo tra Felipe Melo e Montolivo, ne approfitta van Bommel che ruba palla e serve Schweinsteiger, la sua conclusione è sull'esterno della rete.

    Nei primi 10' della ripresa la Fiorentina colleziona tre palle gol, la più clamorosa con Gilardino che su lancio dalle retrovie fa partire un diagonale, Rensing c'è. Con il passare dei minuti i viola accusano un po' la stanchezza e subiscono il ritorno del Bayern, che sfiora il pari con Podolski con un tiro incrociato: Frey respinge poi ci pensa Dainelli a liberare l'area. La pressione dei tedeschi è sempre più insistente e al 78' arriva il gol del pareggio con Borowski, che su passaggio filtrante si trova solo davanti a Frey e lo batte per l'incredibile 1-1. E il Bayern poco dopo sfiora il gol vittoria: Klose supera Dainelli poi incredibilmente sbaglia la mira. Subito dopo è Ribery ad avere la palla della vittoria. Finisce 1-1 e la Fiorentina può disperarsi, a ragione. Nella classifica del gruppo F il Bayern sale a quota 8 (come il Lione), la Fiorentina a 3. Due vittorie nelle restanti uscite potrebbero non bastare.

    LE PAGELLE

    Mutu 7 - Finalmente. Contro i tedeschi va in campo un giocatore lontano anni luce da quello di domenica scorsa a Siena, assolutamente anonimo. E invece Adrian torna quello che tutti conoscono: un gol bellissimo e diverse galoppate in avanti con altrettanti palloni d'oro per i compagni.

    Rensing 7 - Se il Bayern torna a Monaco con un pareggio invece che con una sconfitta lo deve al suo portiere, che nega due volte il gol a Gilardino. Miracoloso l'intervento nel primo tempo, quando, su tentativo di testa della punta viola toglie letteralmente il pallone dalla sua porta.

    Gilardino 6,5 - E' tornato e si vede, eccome se si vede. Sfiora il pallone di testa di quel tanto che serve per Mutu, va vicinissimo in almeno due circostanze al gol del raddoppio ma trova sulla sua strada un Rensing in grande serata. Col senno di poi, a pensarci, quante occasioni buttate al vento...

    Felipe Melo 6,5 - E' l'uomo di spicco del centrocampo viola, in una gara dove Kuzmanovic e soprattutto Santana (voto 5,5) sono sotto tono. Recupera palloni, rilancia, raddoppia: una delle sue migliori, se non la migliore, prestazione con la maglia viola.


    IL TABELLINO
    Fiorentina-Bayern Monaco 1-1
    Fiorentina (4-3-1-2): Frey 6,5; Zauri 6, Dainelli 6, Gamberini 6, Gobbi 6; Kuzmanovic 5,5 (79' Osvaldo sv), Felipe Melo 6,5, Montolivo 6; Santana 5,5 (62' Almiron 5,5); Mutu 7, Gilardino 6,5. In panchina: Storari, Kroldrup, Donadel, Jovetic, Pazzini. All.: Prandelli
    Bayern Monaco (4-4-2): Rensing 7; Oddo 5,5, Lucio 5,5, Demichelis 6, Ze Roberto 6; Schweinsteiger 6,5 (79' Kroos sv), Borowski 6,5, van Bommel 6, Ribery 6,5; Klose 5, Podolski 5,5 (88' Ottl sv). In panchina: Butt, van Buyten, Sosa, Lell, Breno. All.: Klinsmann
    Arbitro: Alberto Undiano Mallenco (SPA)
    Marcatori: 10' Mutu (F), 78' Borowski (B)
    Ammoniti: Montolivo (F), Borowski (B)





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    Grafico del mese

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    Regalino di hida
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    00 20/11/2008 14:25
    Champions League: Atletico-PSV a porte chiuse
    Il TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) di Losanna ha accolto solo parzialmente il ricorso presentato dall'Atletico Madrid contro la squalifica inflitta dall'Uefa. La multa è stata ridotta da 150 a 75 mila euro, ma la gara di mercoledì in Champions League allo stadio Vicente Calderon contro il PSV Eindhoven dovrà giocarsi a porte chiuse senza tifosi. La sanzione era stata decisa dalla Uefa dopo gli incidenti che si erano verificati nel match tra colchoneros e Marsiglia lo scorso primo ottobre.

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    00 20/11/2008 14:27
    Champions: dimezzata multa A.Madrid
    ANSA) - PARIGI, 20 NOV - Il Tas dimezza da 150 a 75 mila euro la multa all'Atletico Madrid che pero' dovra' giocare il prossimo match di Champions a porte chiuse. L'Uefa aveva punito il club spagnolo per gli episodi di razzismo di cui si sono resi responsabili i tifosi dei 'colchoneros' lo scorso primo ottobre, in occasione del match di Champions contro il Marsiglia. Mercoledi' prossimo l'Atletico ospitera' in un Vicente Calderon completamente vuoto gli olandesi del Psv Eindhoven.
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  • Raul19
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    00 26/02/2009 10:26
    Atlético - Porto 2-2
    Lyon - Barcelona 1-1
    Arsenal - Roma 1-0
    Internazionale - Man. United 0-0
    Real Madrid - Liverpool 0-1
    Chelsea - Juventus 1-0
    Villarreal - Panathinaikos 1-1
    Sporting - Bayern 0-5
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    binariomorto
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    00 12/03/2009 00:20
    Debacle delle italiane, tute eliminate
    Alla fine il pronostico lo aveva indovinato Zola che conoscendo bene la forza del calcio inglese aveva previsto il "cappotto" finale.


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    00 12/03/2009 00:21
    Debacle delle italiane, tute eliminate
    Alla fine il pronostico lo aveva indovinato Zola che conoscendo bene la forza del calcio inglese aveva previsto il "cappotto" finale.


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    00 12/03/2009 00:21
    Juve, cuore da Champions
    Ma passa il Chelsea: 2-2


    Il ritorno degli ottavi si era messo subito bene, con il vantaggio di Iaquinta. Poi, nel confuso finale di primo tempo, il pari di Essien. Nella ripresa Chiellini viene espulso, ma anche in 10 la squadra di Ranieri torna avanti su rigore con Del Piero. Di Drogba il pari definitivo



    TORINO, 10 marzo 2009 - Niente da fare. La Juventus è fuori dalla Champions. Contro il Chelsea serviva un’impresa: non è arrivata. All’Olimpico finisce 2-2. Iaquinta e Del Piero illudono due volte, Essien e Drogba qualificano i Blues ai quarti di coppa. Non è bastata la solita Juve tutta cuore. Troppi gli infortuni che hanno decimato la squadra di Ranieri, l’ultimo Nedved, dopo pochi minuti. Serviva la partita perfetta, e invece di sbavature ce ne sono state parecchie. E il Chelsea è una grande squadra, seppure su ritmi lenti. Non è una vergogna uscire contro i Blues, come ha sottolineato la curva bianconera con il "grazie ragazzi" finale. L’Inghilterra si conferma però indigesta per la Vecchia Signora: terza eliminazione di fila dalla coppa con le grandi orecchie, dopo quelle contro Liverpool e Arsenal.

    GLI UOMINI - Ranieri stupisce: Del Piero trequartista dietro Trezeguet e Iaquinta. Hiddink replica recuperando dal 1’ il lungodegente Essien, schierato esterno destro di centrocampo. Al 13’ la Juve perde Nedved, infortunato. Dentro Salihamidzic.

    L’ILLUSIONE - Al 19’, al primo brivido della gara, la Juve passa. Trezeguet inventa in girata un assist per Iaquinta, che semina Terry in velocità e fulmina Cech in uscita. L’Olimpico esplode. La Juve è avanti stasera, e pareggia i conti con l’andata. Del Piero prova ad approfittare del momento di sbandamento dei londinesi, che accusano il colpo: ci prova di sinistro, Cech con i pugni alza sopra la traversa. La Juve prende coraggio e metri in campo. Iaquinta è un moto perpetuo in avanti, dà grande profondità alla manovra bianconera. Per il resto il ritmo è da crociera. La gara si gioca sui nervi prima ancora che con le gambe. Tanta tensione, pochissimo gioco.

    IL SOLLIEVO E LA BEFFA - All 44’ prima occasione per il Chelsea. E quasi gol. Punizione di Drogba, Buffon si accartoccia sul suo palo. Palla dentro o sulla linea? Per l’arbitro sulla linea. Anche se sembra dentro. Va di lusso. Ma l’esultanza bianconera dura poco. La fortuna dura lo spazio di un minuto. Una conclusione dalla grande distanza di Lampard viene deviata da Tiago, spiove in verticale improvvisamente: Buffon, ingannato dalla traiettoria, non ci arriva, palla sulla traversa, Essien arriva in corsa, brucia Molinaro e segna l’1-1. Che chiude il primo tempo. Il peggior finale possibile di un capitolo che sembrava da sottoscrivere.

    CAMBIO TATTICO - L’inizio di ripresa è senza squilli. E allora Ranieri prova a cambiare le carte in tavola. Dentro Giovinco che si rivelerà volitivo, fuori il positivo Iaquinta. Del Piero di punta, che cambia passo nella nuova posizione. E che ispira il colpo di testa di Trezeguet, Cech salva con un colpo di reni.

    ESPULSIONE - Chiellini però rimedia un secondo giallo per un’entrata in scivolata forse più inopportuna che violenta. Espulso. Juve in 10 e con due reti da segnare. Sembra finita.

    DEL PIERO - Ma non lo è. Perchè c’è sempre Del Piero. Calcia la solita punizione dal limite, Belletti tocca di mano. Rigore. Che Ale trasforma. La Juve è viva e vegeta. E ora ci crede. Sospinta da uno stadio improvvisamente incandescente.

    GRAN FINALE - Ora la gara è bellissima. Finalmente. Sono saltati gli schemi. I rovesciamenti di fronte si sprecano. Segna il Chelsea. E Chiude i conti. Belletti, dimenticato da Molinaro, cross al centro, Drogba arriva prima di una difesa centrale mutilata dall’assenza di Chiellini. Gara finita. Chelsea avanti, Juve fuori dall’Europa.
    Riccardo Pratesi

    Fonte: gazzetta

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    Inter fuori a testa alta


    Nerazzurri eliminati per il terzo anno consecutivo agli ottavi di finale di Champions League. All'Old Trafford perdono 2-0, gol di Vidic e Cristiano Ronaldo. Ma l'Inter fallisce molte palle-gol e colpisce due legni con Ibra e Adriano. Il Manchester United si conferma una potenza



    MANCHESTER (Inghilterra), 11 marzo 2009 - L’Inter è fuori dall’Europa, e per il terzo anno di fila si ferma agli ottavi di finale della Champions. Avanza il Manchester United (2-0) con i gol di Vidic e Ronaldo, esecutori di una pena fin troppo severa per i nerazzurri al di là della cifra tecnica superiore espressa dai campioni del mondo. La traversa centrata da Ibrahimovic, il palo di Adriano e altri quattro tentativi di poco fuori bersaglio avrebbero infatti meritato una sorte migliore.

    C’E’ MARIO - Mourinho parte più coperto che può. Balotelli viene preferito a Mancini con compiti da esterno universale (cioè terzino aggiunto all’occorrenza). Ferguson propone tre novità rispetto all’andata: Vidic in difesa dopo il turno di squalifica, Scholes al posto di Fletcher in mezzo e Rooney nel ruolo che due settimane fa era stato di Giggs (con Park largo a sinistra). E’ lo stesso modulo dello 0-0 in Italia, ma visto che il gol arriva subito, ci vogliono 4 minuti per ripiegare sul più comodo 4-4-2.

    SUBITO SOTTO - Angolo di Giggs, Vieira scivola sul piede d’appoggio e lascia a Vidic il colpo di testa dell’1-0 facile. E’ una mazzata per l’Inter, che impiega 20 minuti buoni per rialzarsi. Pesano le minaccia laterali: non solo l’esplosività di Ronaldo, c’è anche l’esperienza di Giggs (793 partite con i Red Devils), bravissimo ad accentrarsi per aprire spazi ai compagni. Il prevedibile avvio da terremoto dei diavoli produce, oltre al gol, un episodio da moviola per un mani di Samuel in scivolata, bissato da un tocco meno eclatante di Stankovic, e un incredibile occasione buttata al vento da O’Shea, fermato da Julio Cesar.

    QUANTI ERRORI - Mourinho del resto l’aveva anticipato: "Partiranno forte. Se segnano per primi dobbiamo restare calmi, ci basterebbe comunque un gol". Pare una profezia. I nerazzurri prendono le misure e affondano i colpi. E nonostante manchi il sostegno che permetterebbe a Ibra di far ripartire per bene la squadra, nel solo primo tempo germogliano quattro fiori sull’erba vicina a Van der Sar: la traversa dello svedese di testa, il missile di Stankovic salvato in angolo (non assegnato), la deviazione molle dello stesso Deki, illuminato sulla via del gol da Ibra, e il diagonale di Zlatan su assist di Balotelli. Occasioni pulite, giganti, al contrario di quanto accadde nel primo round.

    LA MAZZATA - Giocando di prima c’è margine per schiodare i due centrali di Ferguson. In più, i terzini dello United non sono in serata, tant’è che O’Shea è costretto a trattare Mario con la clava. Buoni presagi, eppure ingannevoli. La "colpa", se vogliamo trovarne una, sta nell’aver concesso una seconda chance a una macchina da guerra. Nella ripresa spunta Muntari al posto dell’impresentabile Vieira, con il rombo. Ma come nel primo tempo, allo United "girano" i 4 minuti: Giggs porta a spasso mezza difesa e dà la stura al 2-0, "esploso" da Ronaldo (primo gol in questa Champions) su intuizione di Rooney.

    LEGNO NUMERO DUE - Per tenere vivo il sogno Mourinho aggiunge le spallate di Adriano all’attacco. La mossa è giusta, perché l’Imperatore centra un palo interno da incazzatura colossale allo scoccare dell’ora di gioco. Certo, va detto che Berbatov divora il 3-0 dopo una sassata di Rooney, ma nemmeno uno dei celebri "dettagli" invocati dall’uomo di Setubal rendono facile la vita dell’Inter nella notte più dura della stagione. A Ibrahimovic resta in canna un altro colpo, disorientato da un tocco di Evra al momento della zuccata sicura, e se non fosse per Julio Cesar Ronaldo aumenterebbe il carico sul peso di Mourinho. Non è serata per i nerazzurri, la cui dimensione europea resta al piano inferiore rispetto all’attico occupato dai Red Devils.
    Antonino Morici

    Fonte: gazzetta

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    Non basta una grande Roma
    Arsenal avanti ai rigori


    I giallorossi segnano dopo 9' con Juan e agguantano gli inglesi dopo lo 0-1 dell'andata. Poi giocano meglio nonostante le assenze e gli infortuni, ma non trovano il secondo gol. Dal dischetto è fatale l'errore di Tonetto all'ottavo tiro



    ROMA, 11 marzo 2009 - Ci mette il cuore, i cerotti, il cervello, la voglia. Ci mette tutto quello che ha, la Roma. Ma alla fine cade ai rigori contro l’Arsenal. Le resta la magra consolazione di essere stata l’ultima squadra italiana a lasciare gli ottavi di Champions League. E dopo l’errore decisivo di Tonetto le restano anche tanti, tanti amari applausi.

    JUAN, CHE SERATA - Quando la partita inizia, all’Olimpico, gli occhi vanno subito sugli acciaccati, soprattutto su Totti e Juan: il capitano corricchia e dà l’idea di gestirsi, il brasiliano si produce subito in una gran chiusura che pare rassicurante. Poi, però, al 5’ calcia un pallone in fallo laterale, con rabbia, per farsi curare i fragili muscoli a bordo campo. Tutti pensano: "ecco, adesso esce". Invece, prima di cedere, rimane sul terreno di gioco ancora una ventina di minuti ed è proprio lui a trovare l’importantissimo gol dell’1-0 al 9’, sul cross rasoterra di Totti che taglia l’area di rigore.

    PROTESTE GIALLOROSSE - La gara cambia e il 4-2-3-1 di Wenger, che all’andata aveva funzionato perfettamente, stavolta non produce nulla, sebbene sia interpretato dagli stessi protagonisti dell’Emirates. Neppure quando entra Baptista per Juan i londinesi riescono a mettere pressione sulla coppia centrale d’emergenza Diamoutene-Riise. Per tutto il primo tempo, i Gunners combinano pochissimo: Nasri è imbrigliato e Van Persie si fa vedere una sola volta, con un colpo di testa debole. L’occasione migliore è ancora giallorossa, con una doppia parata di Almunia su Motta e Taddei. Poi, un istante prima dell’intervallo, arriva l’episodio che fa infuriare tutto lo stadio: Clichy contrasta in area il lanciato Motta e l’arbitro Mejuto Gonzalez non concede il rigore. Materiale per la moviola, il penalty (discutibile) avrebbe cambiato ogni discorso.

    BAPTISTA SPRECA - La ripresa comincia con i giallorossi ancora più carichi: due squilli di Totti con tiri da fuori area, ma anche un contropiede subìto di quelli che fanno male. Buon per la Roma che il passaggio di Eboue per Van Persie sia un pelo troppo lungo. L’Arsenal cresce e spaventa Doni con la testa di Nasri e il piede di Diaby, che però non inquadrano il bersaglio. Più passano i minuti, più aumenta il timore di incassare reti. Wenger, allora, si gioca la carta Walcott, ma è la Roma ad avere un clamoroso match-ball con Baptista, che si incarta al momento di buttare dentro il pallone recapitatogli da Totti. Così la sofferenza di prolunga e si va ai supplementari, non prima che Van Persie e Toure abbiano bloccato la respirazione ai tifosi dell’Olimpico con due chance in pieno recupero.

    CEDE TONETTO - I primi 15 minuti di overtime trascorrono senza particolari sussulti, fatta eccezione per un tiraccio alto di Van Persie da ottima posizione. Nel secondo supplementare la musica non cambia: Doni blocca un rasoterra di Walcott, Totti calcia fuori dal limite e scocca l’ora dei rigori. La tensione tradisce Eduardo (grande risposta di Doni), ma anche Vucinic, che tira malissimo. Cinque penalty a testa non bastano per rompere l’equilibrio, si va a oltranza. Alla fine, i nervi cedono a Tonetto, che manda altissimo. La Roma esce dalla Champions, ma giù il cappello davanti al cuore dei giallorossi.
    Stefano Cantalupi

    Fonte: gazzetta


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    00 25/08/2009 18:47
    Alla ricerca di un posto al sole

    Se Olympique Lyonnais e FC Zürich si avvicinano al ritorno degli spareggi con una grossa ipoteca sul passaggio alla fase a giorni di UEFA Champions League, l’assegnazione degli altri otto posti a disposizione è tutta da decidere, con alcune squadre di prestigio in lotta per questo traguardo.


    Gilberto (Panathinaikos FC) & Sergio Agüero (Atlético de Madrid) (©Getty Images)


    Europa League per le sconfitte
    Il Lione ha praticamente già in tasca la decima partecipazione consecutiva alla fase a gironi dopo aver travolto l’RSC Anderlecht per 5-1 nella scorsa settimana e anche per lo Zurigo, vittorioso 3-0 in casa dell'FK Ventspils una settimana fa, la qualificazione sembra a portata di mano. Con tutta probabilità, il club lettone proseguirà il suo cammino continentale nella fase a gironi della UEFA Europa League, insieme alle altre squadre eliminate. C’è invece molto da decidere sugli altri campi, con cinque confronti in cui le contendenti sono separate da un gol oppure sono in situazione di parità.

    Grandi nomi
    Di sicuro non potrà adagiarsi il Club Atlético de Madrid, nonostante giochi in casa con un vantaggio di 3-2 sul Panathinaikos FC. "Sarebbe un errore pensare di aver portato a termine il compito", ha riconosciuto l’allenatore dell’Atlético Abel Resino. E’ un avvertimento che acquista un particolare significato dopo la vittoria esterna di sabato per 3-0 dei greci sull’Ergotelis FC. Né ACF Fiorentina o Sporting Clube de Portugal hanno riportato successi altrettanto galvanizzani nel weekend, e le speranze dello Sporting di far meglio rispetto al 2-2 di Lisbona della scorsa settimana hanno subito un duro colpo a seguito degli infortuni occorsi agli attaccanti Felipe Caicedo e Hélder Postiga, ambedue indisponibili per il ritorno.

    Vantaggi di misura
    Il Celtic FC dovrà superare il peso dei precedenti storici oltre ad un Arsenal in forma spettacolare se vorrà proseguire il suo cammino. La squadra scozzese dovrà infatti cogliere la sua seconda vittoria in 24 trasferte europee. Analogamente agli inglesi, anche VfB Stuttgart e Olympiacos FC sono favorite, in quanto dovranno difendere sul proprio terreno un vantaggio di 2-0, rispettivamente contro i campioni di Moldavia dell’FC Sheriff e i romeni dell’FC Timişoara. C’è solo un gol in ballo in tre confronti tra Squadre Campioni, con Maccabi Haifa FC e Debreceni VSC che entrambi hanno vinto a sorpresa per 2-1 all’andata ed ora si apprestano ad ospitare FC Salzburg e PFC Levski Sofia.

    Le speranze dell’FCK
    Le gare di andata hanno fatto registrare 31 gol in dieci partite, ma solo uno in Danimarca. L’FC København, infatti, ha riportato un successo per 1-0 contro l’APOEL FC. L’allenatore della squadra cipriota Ivan Jovanovic ritiene che i suoi uomini abbiano il carattere per ribaltare il risultato, soprattutto per il fatto che Joost Broerse e Savvas Poursaitidis saranno in campo dopo la squalifica. Altin Haxhi, tuttavia, è squalificato dopo l’espulsione rimediata all’andata e la squadra affronterà un FCK con il morale alle stelle dopo la vittoria di sabato per 4-1 contro l’FC Midtjylland, un successo che l’allenatore Ståle Solbakken ha definito "a migliore prestazione della stagione" Il sorteggio per la fase a gironi avrà luogo giovedì sera a Montecarlo. Fonte
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    00 27/08/2009 20:49
    Sorteggio della fase a gironi: Milan-Real e Inter-Barça

    Juventus: Bayern, Bordeaux e Maccabi Haifa. Fiorentina con Liverpool, Lione e Debrecen. I rossoneri incrociano l'ex Kakà, il Marsiglia e lo Zurigo. Inter contro il Barcellona dell'ex Ibra, Dinamo Kiev e Rubin Kazan.

    MONTECARLO, 27 agosto 2009 - Si è concluso a Montecarlo il sorteggio della fase a gironi di Champions League. Sorteggio all'insegna degli ex per Milan e Inter: rispettivamente contro Kakà e Ibrahimovic. Sorteggio complicato per i nerazzurri, che se la vedranno contro le squadre dell'ex Urss: Dinamo Kiev e Rubin Kazan. Girone difficile anche per la Fiorentina: ritrovato il Lione, che l'ha eliminata nella scorsa stagione. Per la Juve il Bayern di Toni e il Bordeaux di Gourcuff.



    Queste seguenti sono le quattro urne che hanno originato il sorteggio. Le squadre della stessa fascia non potevano ovviamente affrontarsi, così come le formazioni della stessa nazione:

    TESTE DI SERIE - Barcellona (Spa), Liverpool (Ing), Chelsea (Ing), Manchester United (Ing), MILAN, Arsenal (Ing), Siviglia (Spa), Bayern Monaco (Ger).

    URNA 2 - Lione (Fra), INTER, Real Madrid (Spa), Cska Mosca (Rus), Porto (Por), Az Alkmaar (Ola), JUVENTUS, Rangers Glasgow (Sco).

    URNA 3 - Olimpiacos Pireo (Gre), Olimpique Marsiglia (Fra), Dinamo Kiev (Ucr), Stoccarda (Ger), FIORENTINA, Atletico Madrid (Spa), Bordeaux (Fra), Besiktas (Tur).

    URNA 4 - Wolfsburg (Ger), Standard Liegi (Bel), Maccabi Haifa (Isr), Zurigo (Svi), Rubin Kazan (Rus), Unirea Urziceni (Rom), Apoel Nicosia (Cip), Debrecen (Ung).

    P.S. Squadre elencate in ordine di coefficente Uefa.


    Fernando Torres, prossimo rivale della Fiorentina. Reuters


    PREMI — Van der Sar (Manchester United) è stato eletto miglior portiere dell'ultima Champions League. Terry (Chelsea) è stato proclamato miglior difensore. Xavi (Barcellona) eletto miglior centrocampista. Messi (Barcellona) è stato dichiarato miglior attaccante. Paolo Maldini è stato premiato per la carriera: ha vinto 5 volte la Champions League, disputando addirittura 8 finali e 140 partite. Fonte
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    00 04/11/2009 13:24
    Il Milan non concede il bis. Stavolta col Real finisce 1-1

    La sfida di San Siro si conclude sull'1-1: a Benzema risponde Ronaldinho su rigore. Annullato un gol regolare a Pato, Dida salva su Raul all'89'. Grande accoglienza dei tifosi rossoneri all'ex brasiliano. La squadra di Leonardo e gli spagnoli comandano il gruppo C a quota 7 punti.

    MILANO, 3 novembre 2009 - Spettacolo a San Siro per il big match Milan-Real. Non come al Santiago Bernabeu, ma le emozioni non sono mancate. Gara vibrante, finisce 1-1: i gol nel primo tempo, ma con un finale thriller risolto da Dida. Gli spagnoli passano con Benzema, ma vengono raggiunti su rigore da Ronaldinho. Poi una ripresa in cui prevale la tattica e dove spicca la buona prova difensiva del Milan, ma anche la decisiva parata di Dida su Raul all'89'.

    LE STRATEGIE — Il coraggio di Leonardo e quello di Pellegrini. Il Milan ancora una volta schierato con l'offensivo 4-3-3 contro chi fa del contropiede e del pressing armi velenose. Il Real Madrid messo in campo come contro il Getafe e il mito Raul dirottato in panchina. Lo stesso destino di Inzaghi, a cui Leonardo preferisce Borriello, in mezzo al tridente fra i brasiliani, con Seedorf a rimorchio. Kakà è l'ineffabile playmaker: "hombre" del destino come lo fu nel Milan.

    RAZZO REAL — Un Milan votato all'attacco, ma troppo timoroso e sbilanciato. E' il leit-motiv della prima mezzora. Al 6' Benzema, servito da Kakà, cerca l'angolo lontano e Dida smanaccia in angolo. Higuain all'8' tira debolmente da buona posizione, al 10' tocca invece a Diarra con un rasoterra dalla distanza, mentre al 13' Sergio Ramos dal limite sfiora il palo alla destra di Dida. Non brilla molto la difesa rossonera, alle prese con attacchi su tutti i fronti e incapace di chiudere gli spazi. Al 20' è infatti ancora Benzema a sfiorare il legno alla sinistra di Dida.


    Duello tutto brasiliano: Ronaldinho contro Kakà. Ansa


    INEVITABILE — Il Milan si vede finalmente al 21', quando Ronaldinho apre a Seedorf, pronto a lanciare al tiro Ambrosini che spedisce in tribuna dal limite. Al 24' l'occasione è molto più nitida. Seedorf parte in contropiede e serve a destra Pato; il brasiliano penetra in area ma deve fare i conti con la bella uscita di Casillas che ribatte. Partita dura fatta di pochi convenevoli. Ne sa qualcosa Kakà, sbranato da Ambrosini. Ma al 29' il Real passa e lo zampino è di Ricardo. Sventola dell'ex rossonero dal limite, Dida non blocca; la palla finisce a Benzema che da posizione defilata infila con un diagonale.

    REAZIONE — Il Milan però sa reagire e al 34' agguanta il pari su rigore. C'è un tocco di braccio, tra ascella e petto, di Pepe mentre si oppone, cadendo, a un cross in area di Zambrotta; batte Ronaldinho: il siluro, bello da vedersi, è imparabile. Il Milan segna ancora; questa volta con Pato, ma il gol viene annullato per un inesistente fallo di mano. E' comunque un altro Milan, mica poi così offensivo. Con Dinho pronto a sacrificarsi, che sradica palloni anche in fase difensiva. L'1-1 del primo tempo forse fa a pugni con il dominio territoriale e le occasioni mancate dal Real, ma il gol annullato a Pato fa pari e patta.


    Pato ostacolato da Arbeloa. Reuters


    TATTICA — E' bella la partenza del Milan nella ripresa; spinta sulle fasce come piace a Leo e una palla mica da ridere al 3' di Dinho all'indirizzo di Borriello un po' attardato sul secondo palo. Ma con il Real non bisogna mai mollare, anche se i rossoneri, a differenza del primo tempo, aggrediscono con più efficacia e sfruttano con vigore le ripartenze. Straordinario l'apporto alla difesa degli intenditori, ma anche dei piedi buoni come Pirlo, Seedorf e ancora Dinho. La squadra di Pellegrini corre di meno favorendo tutto sommato il Milan che quando può tira il fiato. Con le squadre allungate, la tattica prende il sopravvento e nemmeno uno come Kakà riesce a cavare un ragno dal buco. Non a caso il primo cambio della partita arriva al 30': Raul per Higuain.


    Un contrasto fra Ambrosini e Kakà. Ap


    FURIA INZAGHI — Raul sta al Real come Inzaghi sta al Milan. L'attaccante entra al 34' e provoca subito un angolo. Solita spina nel fianco, Pippo apre i varchi e catalizza l'attenzione della difesa. Fino a mancare al 38' il gol del 2-1 da due passi su un lancio perfetto di Pato dalla destra. Furia scatenata, Inzaghi cerca l'impresa un minuto dopo, ma scaraventa a lato. Il Real, con Van Nistelrooy subentrato a Benzema, ci prova con Marcelo al 44': tiro dal limite respinto da Dida. E ancora una volta è ancora il brasiliano a salvare la patria deviando in angolo con un volo strepitoso su Raul, a confermare che la papera dell'andata è dimenticata. Fonte
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