Federalismo, pressing leghista su Fli
Baldassarri si astiene su emendamenti Pd
Il ministro della Semplificazione accoglie la proposta di Fli. Il senatore finiano Baldassarri avverte: "Risposte parziali non bastano". Ma intanto va da Berlusconi con Tremonti. Lo scontro sulle misure come l'Imu: per le opposizioni si tratta di una mini-patrimoniale a carico delle imprese
ROMA - Il clima è già da campagna elettorale, per questo il varo della riforma sul federalismo è obiettivo primario per il governo e per la Lega. Si spiegano anche così le aperture del ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, alle richieste dell'opposizione sul decreto del federalismo e sul fisco municipale. L'ultima "concessione" in ordine di tempo riguarda l'ipotesi di compartecipazione dei Comuni all'Iva. La misura scatterebbe a partire dal 2014, mentre la quota Irpef ai Comuni scatterebbe già da quest'anno.
PRINCIPALI VARIAZIONI ALLA BOZZA
La compartecipazione sull'Iva era tra le proposte di modifica avanzate da Futuro e libertà (Fli) e oggi il ministro Calderoli ha aperto a tale possibilità durante l'incontro con Mario Baldassarri, senatore del gruppo Fli. Baldassarri è stato ricevuto a metà pomeriggio anche dal premier Berlusconi, con il ministro dell'Economia Tremonti. "Se il governo recepisce i nostri emendamenti, domani voterò a favore del decreto", ha detto Baldassarri, il cui voto assumerebbe un notevole peso politico, ben oltre le questioni di merito, perché potrebbe essere decisivo a far passare il decreto in Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo (a questo punto i voti a favore diventerebbero 16 e i contrari solo 14). Un segnale chiaro da parte suo è già arrivato nel pomeriggio quando il senatore si è astenuto sugli emendamenti, votando diversamente rispetto ai colleghi del Terzo polo. A parte le "concessioni" dell'ultima ora, le distanze fra maggioranza e opposizione restano insuperabili su alcuni punti della riforma.
Baldassarri: "Non bastano risposte parziali". "Ho presentato un disegno organico sul quale non è possibile avere risposte parziali", spiega Mario Baldassarri lasciando palazzo San Macuto, al termine della prima parte dei lavori della bicameralina sul federalismo. "Attendo risposte dal governo, ancora non sono sufficienti". In dettaglio, queste le richieste di Baldassarri: un fondo ad hoc per agevolare gli inquilini da individuare con la prossima legge di stabilità e una compartecipazione Iva anzinchè Irpef. Nelle proposte avazante da Baldassarri c'era anche quella di ripristinare "in sostanza, l'Ici sulla prima casa detraendola dall'Irpef.
Pd e Idv confermano il no. Pd e Idv restano fermi sul 'no' al decreto legislativo per il federalismo municipale. Lo confermano Felice Belisario (Idv) ed Enzo Bianco (Pd), dopo che in bicamerale il ministro Calderoli ha annunciato nuove modifiche. "Il federalismo è una cosa seria e qui continuano ad arrivare emendamenti, ci sono problemi in corso. Noi continuiamo a votare no", dice Belisario. Per Bianco, "la partita è completamente aperta e, in base alle prime votazioni, è facile immaginare che il parere non avrà la maggioranza: questo apre un problema politico che non si può ignorare.
Le obiezioni del Pd. Il responsabile economico del Pd Stefano Fassina riassume così tutte le obiezioni del partito alla bozza attuale sul federalismo municipale: "Il decreto sul federalismo municipale determina un aumento delle tasse su lavoratori, imprese e famiglie. L'aumento arriva da quattro misure:1) aumento addizionale comunale all'Irpef; 2) introduzione imposta di soggiorno; 3) introduzione imposta di scopo; 4) raddoppio Ici, ridefinita Imu, su immobili ad uso aziendale di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori".
"L'Imu è una mini-patrimoniale" - L'accusa di fondo delle opposizioni è una: il governo prima ha tagliato i trasferimenti agli enti locali e ora consente loro di fare cassetta autorizzando nuovi balzelli palesi - come la tassa di scopo e la tassa di soggiorno - o mascherati come l'Imu, definita una "mini-patrimoniale". La bozza del decreto fissa infatti l’aliquota dell'Imu al 7,6 per mille anche per gli immobili strumentali delle imprese. Il che, secondo l'analisi del Pd e dell'Idv, si dovrebbe tradurre per le aziende in un'aliquota effettiva dell'8,5 per mille e in un esborso di gran lunga a quello pagato attualmente per l’Ici.
L'Imposta municipale unica (Imu) sostituirà a partire dal 2014 diverse altre imposte locali con un gettito stimato - sulla base di dati 2008-2009 - di 11 miliardi e 570 milioni. Il governo fa dunque altri conti: "Se uno paga un centesimo in più al Comune e due centesimi in meno allo Stato, alla fine paga comunque un centesimo di meno", dice il presidente della Commissione per il federalismo fiscale, Enrico La Loggia (Pdl).
Tassa di soggiorno. Altra polemica riguarda la tassa di soggiorno, estesa nell'ultima versione a tutti i Comuni con vocazione turistica e contestata con forza dalle associazioni imprenditoriali, in particolare quelle del settore alberghiero e turistico. La Confesercenti anche oggi la definisce "una gabella medievale", mentre per il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, è "la tassa più sciagurata di tutte", perché "farà perdere posti di lavoro e danneggerà la prima industria italiana".
Questa tassa sarà pagata in percentuale sul costo di una notte in albergo, con un tetto di 5 euro. L'estensione a tutti i centri a vocazione turistica era stata sollecitata dall'Anci rispetto alla prima versione che la limitava ai capoluogo di provincia. Gli introiti vanno a manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e ai relativi servizi pubblici locali. Sono possibili esenzioni o riduzioni per particolari fattispecie o determinati periodi di tempo.
(02 febbraio 2011)
Repubblica.it