Bianconeri a punteggio pieno grazie al 3-0 inflitto alla Sampdoria a Marassi. Attacco protagonista: apre Del Piero su rigore, poi reti di Ibrahimovic e Trezeguet.
GENOVA, 22 settembre 2004 - Tris e vetta. Del Piero più Ibrahimovic più Trezeguet: parlano lingue diverse, ma con i piedi fanno esattamente la stessa cosa, gol. E' tre a zero al Marassi, nella terza giornata di campionato, primo turno infrasettimanale della serie A. Dopo
Brescia e Atalanta, la Juve al galoppo stende una Samp infuriata e mantiene la testa della classifica.
Sarà uno di quei contatti che rivedremo per tutta la settimana: era rigore o no il fallo di Falcone su Emerson al 17' del primo tempo? Sembra più evidente quello di Sacchetti su Cannavaro, non punito da Dondarini. Di certo è gol, anche bello, il primo in questo campionato il destro dal dischetto di Del Piero al 18'. Il raddoppio è dello svedese, che entra un tempo dopo per Ale, e infila di piatto su assist di Nedved. Chiude Trezeguet, quello che quando gioca segna sempre: uno al Brescia, due all'Atalanta, uno oggi ai blucerchiati. Alla Samp - ancora a zero punti - resta solo la rabbia per le decisioni dell'arbitro Dondarini.
Per Capello sono solo conferme. Siamo solo all'inizio, va bene, ma questa Juve continua a far gol e non incassarne. I nuovi punti fermi sono già ben chiari: la difesa e il centrocampo. E lì che sta la mano del tecnico: Thuram e Cannavaro centrali ritrovati in tutti i sensi, Zebina e Zambrotta terzini bravi a chiudere e preziosi quando si propongono. E il centrocampo, dove poi si gioca la partita, con Blasi ed Emerson che hanno grinta e piedi migliori di quelli di Edusei (al debutto) e Palombo comunque generosi e combattivi. Molte più luci e meno ombre per Camoranesi: quando decide di puntarne uno, Castellini nell'occasione, lo fa senza fatica, ma deve averne voglia. Nedved, invece, dall'altra parte, a sinistra, dove Novellino inverte Zenoni e Kutuzov di continuo: tagli preziosi, tiri e assist. Come sempre e nonostante il ginocchio. Poco preciso, ancora troppo lento, ma perfetto dal dischetto il capitano Del Piero, titolare dopo il riposo con l'Atalanta. Capello lo invita al pressing, a spingere, ma per lui lo fa Trezeguet che davanti ad Antonioli si vede poco (quando c'è però sono gol), ma è utile qualche metro più indietro, là dove due anni fa di questi tempi lo accusavano di non esserci mai.
La Samp schierata da Novellino nel classico 4-4-2 ha gli uomini contati (per gli infortuni di Doni e Pisano e le squalifiche di Bettarini, Volpi e Carrozzieri), ma lo spirito giusto, aggressiva, lascia fare la partita alla Juve ma pressa e riparte subito veloce, sulle fasce e con i lanci lunghi. E' una bestia ferita con tutte le motivazioni del caso e le buone intenzioni, attenta in difesa (meglio Sacchetti e Pavan di Falcone e Castellini), combattiva a centrocampo, ma è poco concreta davanti a Buffon. Si sente troppo l'assenza di Volpi e le due idee. Si batte Flachi, ha trent'anni come Del Piero, molta più fame e benzina nelle gambe, ma meno fortuna (si mette pure Bazzani - involontariamente naturalmente - a respingere un suo tiro). La bestia ferita diventa arrabbiata dal 18' in poi, dal rigore cioè e vantaggio della Juve. Nervi tesi (sin troppo) che incattiviscono la partita e che si traducono in agonismo da premiare, ma sterile davanti a una Juve che ora controlla facile.
La Samp ha il merito di non arrendersi, Novellino le prova tutte: e nella ripresa inserisce Rossini (per il buon Kutuzov) che va accanto a Bazzani e Flachi. Così tiene il ritmo alto e costringe la Juve a giocare. Ma se questa Juve gioca, segna. Anche perché nel frattempo Capello tira fuori Del Piero (al 18' s.t.) per Ibrahimovic e stravince con la staffetta d'oro. Al 24' Camoranesi dà palla a Nedved che in uno dei suoi giri davanti all'area, questa volta è a destra, e serve perfettamente Ibra lo svedese per il piatto che realizza il secondo gol in questo campionato. La Samp protesta anche qui, per un fuorigioco di Trezeguet che non c'è. La gara potrebbe essere finita, ma non qui.
La storia è uguale: la Juve segna ancora. Compatta, cinica, concentrata, orgogliosa e prepotente fa il tris sugli sviluppi di un corner con un tiro al volo di Trezeguet. E' sulla buona strada, Dondarini a parte. La Samp recrimina per un fallo di Cannavaro su Pagano al 42'. L'arbitro assegna il rigore, il guardalinee lo corregge: solo angolo. Non le resta altro che la consolazione di averci provato sempre, sino all'ultimo respiro, con tanta grinta ma poca precisione: basterà? Si riparte da zero.