Calderoli torna a minacciare elezioni
"Rivedere commissioni o staccare la spina"
Il ministro per la Semplificazione conferma l'impegno preso dal Senatùr dopo che il Colle aveva giudicato "irricevibile" il decreto attuativo del federalismo fiscale. Ma punta il dito sugli equilibri da rivedere negli organismi parlamentari "dopo le mutazioni avvenute nella maggioranza". Duro il Pd: "Ipotesi inammissibile"
ROMA - La Lega torna a minacciare elezioni anticipate. E stavolta lo fa con un ministro che sul tema è stato sempre molto prudente. Secondo Roberto Calderoli dopo quanto avvenuto con il decreto per il federalismo municipale nella Bicamerale "si deve porre il problema della maggioranza oltre che alla Camera e al Senato anche nelle commissioni. Questo è il primo punto da correggere, altrimenti è meglio staccare la spina". Il riferimento del ministro è ovviamente alla
approvazione del decreto attuativo del federalismo fiscale in consiglio dei ministri del 3 febbraio, poco ore dopo la
bocciatura del provvedimento in una commissione bicamerale ricalcante al suo interno equilibri tra maggioranza e opposizione precedenti la fuoriuscita di Fini dal Pdl e la successiva nascita di Futuro e Libertà.
Detto questo, per il dirigente leghista è chiaro che l'obiettivo del federalismo è prioritario rispetto all'ipotesi di voto anticipato: "La Lega da trent'anni insegue il federalismo e, ragionevolmente, in un paio di mesi la riforma del federalismo fiscale avrà un suo quadro generale. Dopo trent'anni di battaglia, e di fronte a due mesi in più per portare a casa il risultato, la spinta di Bossi ad andare avanti è una scelta di buonsenso".
L'incontro con Napolitano. "Andremo a parlare con il presidente della Repubblica ma non domani", dice a Sky Tg24 il ministro della Semplificazione: "Noi abbiamo sempre tenuto in grande considerazione il presidente della Repubblica e periodicamente, con Bossi, andiamo ad aggiornarlo sul cammino della riforma".
La spinta di Bossi aveva ripreso vigore subito dopo la nota con cui il
Quirinale aveva giudicato "irricevibile" il decreto sul federalismo fiscale il giorno dopo l'approvazione del provvedimento in consiglio dei Ministri. Approvazione che aveva acceso le rimostranze dell'opposizione, scandalizzata dalla volontà dell'esecutivo di andare avanti ignorando l'orientamento emerso in Parlamento, per una maggiore e condivisa riflessione sulla riforma. Per questo, il 4 febbraio, Napolitano rilevava come non il decreto attuativo del federalismoi fiscale andava respinto "non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l'esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l'obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari".
Lo stesso giorno, di fronte all'impasse, Umberto Bossi si affrettava ad annunciare comunicazioni sul decreto alle Camere "la prossima settimana", dopo "una lunga e cordiale telefonata" col capo dello Stato. Il leader della Lega aveva quindi assicurato la sua presenza in Parlamento assieme a Calderoli.
L'idea di rivedere la composizione delle commissioni non piace affatto però al Pd. "Non è ammissibile - dice Ettore Rosato, componente dell'Ufficio - di presidenza del gruppo del Pd alla Camera - che il governo prenda di mira la composizione delle commissioni parlamentari quando si trova in difficoltà con i provvedimenti". "Questo modo di procedere - aggiunge - conferma che Pdl e Lega non hanno intenzione di governare e fare riforme ma solo di portare a casa in fretta e furia bozze di legge inattuabili".
In serata, tradizionale cena ad Arcore tra il premier e lo stato maggiore leghista. All'uscita, bocche cucite: Umberto Bossi si è allontanato in auto senza fermarsi a parlare con i giornalisti.
Fonte:
Repubblica