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Lodo Alfano: primo via libera allo stop retroattivo dei processi
Bersani: è una grande vergogna, faremo le barricate.
Di Pietro: smascherata finzione di Fini


La commissione Affari costituzionali ha approvato con 15 voti a favore e 7 contrari l'emendamento del Pdl al lodo Alfano che sancisce la retroattività delle norme contenute nel provvedimento per i processi che riguardano il presidente del Consiglio ed il presidente della Repubblica. Ed é subito scontro con le opposizioni. L' emendamento, presentato dal presidente della Commissione Giustizia, Carlo Vizzini, prevede che "i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l'assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare". La norma è fortemente osteggiata dall' opposizione, che grida al "mostro giuridico". Insieme a Pdl e Lega hanno votato a favore anche i finiani e l'Mpa.

Il voto a favore del Fli e dell' Mpa era comunque atteso dopo il voto di fiducia in Parlamento del 29 e 30 settembre sui 5 punti del programma. Ma l'opposizione non ci sta. "Questo sì è l'ennesimo schiaffo alla giustizia", ha protestato la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro che ha definito questa compattezza in favore "degli interessi e del destino di una sola persona una cosa vergognosa".

Anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha parlato di "vergogna" e ha accusato il Fli di "un grosso deficit di coerenza e ha annunciato che il suo partito "farà le barricate" contro il ddl costituzionale. Le proteste dell' opposizione sono state respinte da una voce autorevole tra i finiani, la presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno. "la finalità del cosiddetto lodo Alfano costituzionale è quella di salvaguardare la serenità nello svolgimento delle funzioni da parte delle alte cariche dello Stato che, ovviamente, potrebbe essere compromessa nel caso in cui non venissero sospesi processi per fatti antecedenti all'assunzione della carica".

Ma l'opposizione rincara la dose: "l'approvazione dell'emendamento - ha osservato la senatrice del Pd Silvia Della Monica - salva Berlusconi dai suoi processi per permettergli di tenere lo sguardo lungo verso il Quirinale". Concetto ripreso anche dal senatore dell' Idv Pancho Pardi: "Così si prepara la strada dell'immunità per Berlusconi se andrà al Quirinale". Intanto, in serata, dopo il montare delle polemiche, una nota del Quirinale ribadisce: "come già affermato il 7 luglio scorso", la Presidenza della Repubblica resta "sempre rigorosamente estranea alla discussione, nell'una e nell'altra Camera, di qualunque proposta di legge e di sue singole norme, specialmente ove si tratti di proposte di natura costituzionale o di iniziativa parlamentare".

Fonte: ANSA


19/10/2010 23:28
 
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SUPERSAGGIO
Ok al Lodo Alfano retroattivo,
processi sospesi di oggi e di ieri.
Salva Berlusconi con il sì di Fli


Lo scudo per Silvio Berlusconi sarà “retroattivo”, in Commissione al Senato è arrivato il sì al nuovo Lodo Alfano, con l’ok dei finiani. La commissione Affari costituzionali ha approvato con 15 voti a favore e 7 contrari l’emendamento del relatore Carlo Vizzini al lodo Alfano in base al quale ”i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare”.

Hanno votato a favore 13 senatori del Pdl e Lega più il senatore finiano Maurizio Saia. “Porteremo presto il lodo Alfano in aula al Senato”, ha detto il capogruppo dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri. Alla domanda se l’aula del Senato voterà il ddl costituzionale contenente il lodo Alfano in prima lettura a novembre, Gasparri ha risposto: “Vedremo. Prima ci sarà da fare qualche seduta notturna in Commissione”.

L’opposizione ha detto che con questo emendamento si è creato “un mostro giuridico”.

Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha parlato parla di provvedimento “vergognoso. Viaggiamo ai limiti dell’assurdo. È indecoroso e vergognoso pensare di procedere ad una assoluzione per via parlamentare. Faremo barriera con tutte le forze che abbiamo”.

Sulla stessa linea il capogruppo del Pd, Dario Franceschini: “Non ci stupisce, la norma era fatta per quello. È una vergogna, ora devono spiegare”. Durissimo anche Antonio Di Pietro, leader Idv: ”Oggi è stata smascherata anche il finto ritorno alla legalità di Fli che al primo passaggio vero si è autosmascherato andando ad appoggiare una norma che garantisce l’impunità al premier”. Poi ancora: ”Siamo alla caduta della democrazia e dello stato di diritto. Facciamo un ultimo appello a Fini perché in Aula dica ai suoi parlamentari di non cedere al ricatto”. In ogni caso, ha aggiunto ”saranno i cittadini ad assumersi la responsabilità di decidere se intendono vivere in un paese democratico o in un regime perche’ l’Idv ha raccolto milioni di firme per il referendum confermativo”.

”Così si prepara la strada dell’immunità per Berlusconi se andrà al Quirinale”. Così si è espresso il senatore dell’ Idv, Francesco Pancho Pardi. ”Dopo l’approvazione dell’altro emendamento Vizzini, che equipara presidente della Repubblica e presidente del Consiglio nell’esigenza dello scudo e che lo allarga anche ai reati extrafunzionali, il quadro è completo. Resta pienamente valida la domanda che ho posto tempo fa in Aula rivolgendomi al premier, e cioè , lei vuole l’immunità per andare al Quirinale o andare al Quirinale per l’immunità?”.

Molto critico anche il commento della senatrice Pd, Silvia Della Monica: ”Non si è mai vista una Costituzione che stabilisca come anche chi è sottoposto a procedimento penale possa diventare presidente del Consiglio o presidente della Repubblica. In questo modo anche chi è agli arresti domiciliari o in carcere potrà candidarsi al Colle o a Palazzo Chigi”. L’osservazione della senatrice Della Monica nasce dal fatto, ritenuto ‘mostruoso’ dall’opposizione, che la sospensione dei processi non blocca le indagini. ‘‘Paradossalmente, essendo sospeso il processo e non le indagini con la relativa possibile custodia cautelare, potremo correre il rischio di avere un capo dello Stato o un capo di governo eletto mentre è agli arresti domiciliari”.

”Siamo al golpe. Gli interessi del premier sbrandellano la giustizia in Italia e cancellano l’uguaglianza davanti alla legge”, ha detto invece Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria nazionale del PdCI-FdS.

”L’emendamento approvato in Commissione Affari costituzionali, in base al quale i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare, è un atto di sopruso inaccettabile. Vergogna, vergogna e ancora vergogna”, ha aggiunto Pignatiello.
Nemmeno al leader Udc piace la scelta della retroattività, ma il partito centrista non porrà veti: ”Penso che sia una scelta sbagliata”, ha detto Pier Ferdinando Casini.

”Anche se gli scudi per le Alte cariche, in tutti i Paesi, sono funzionali, cioè connessi temporalmente e sostanzialmente all’incarico, l’anomalia italiana giustifica una soluzione ‘sui generis”, ha aggiunto Casini. ”Si tratta appunto di un’anomalia e quindi la retroattività è un errore ma non metteremo veti sul Lodo Alfano, perché la nostra intenzione è di dare un segnale di stabilità e tentare di rimuovere il macigno dei processi del premier una volta per tutte, rispetto alle più urgenti questioni della giustizia che riguardano tutti gli italiani. E’ necessario contribuire alla serenità istituzionale e per questo motivo l’Udc al Senato si asterrà sul provvedimento”, ha concluso il leader Udc.

LE REAZIONI DEI FINIANI La presidente della commissione Giustizia della Camera, la finiana Giulia Bongiorno ha confermato convinta il sì dei finiani alla retroattività dei processi. ”Non condivido affatto le polemiche sulla retroattività del lodo Alfano. Ed infatti, la finalità del cosiddetto lodo Alfano costituzionale è quella di salvaguardare la serenità nello svolgimento delle funzioni da parte delle alte cariche dello Stato che, ovviamente, potrebbe essere compromessa nel caso in cui non venissero sospesi processi per fatti antecedenti all’assunzione della carica”.

”Le polemiche scoppiate ora sul lodo Alfano non sono fondate e non sono condivisibili. Chi ha seguito i lavori del lodo Alfano, sia costituzionale, sia incostituzionale, sa bene quale sia la ratio del lodo”, ha successivamente detto Bongiorno, nel commentare le critiche alla norma del ddl che prevede l’applicabilità dello scudo ai processi cominciati prima del conferimento del mandato.

”E la ratio del lodo Alfano è quella di tutelare la serenità della funzione, così come spiegato dalla Corte costituzionale. il che significa che la sospensione dovrà avere ad oggetto anche i fatti precedenti all’assunzione della funzione”. ”Queste polemiche non sono condivisibili perché è la ratio del provvedimento che impone questo tipo di sistema”.

IL QUIRINALE Dal Quirinale è arrivata una nota: “A proposito della proposta di legge costituzionale sulla disciplina dei processi nei confronti delle alte cariche dello Stato in discussione alla I Commissione del Senato della Repubblica. Al Quirinale si ribadisce, come già affermato il 7 luglio scorso, che la Presidenza della Repubblica resta sempre rigorosamente estranea alla discussione, nell’una e nell’altra Camera, di qualunque proposta di legge e di sue singole norme, specialmente ove si tratti di proposte di natura costituzionale o di iniziativa parlamentare”.

Fonte: blitzquotidiano


22/10/2010 01:11
 
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Lodo Alfano, bocciata non reiterabilita' scudo
Ostruzionismo dell'opposizione, martedi' seduta notturna


ROMA - La commissione affari costituzionali del Senato ha bocciato uno degli emendamenti dell'opposizione che stabiliva la non reiterabilita' della sospensione dei processi per il capo dello Stato o il presidente del Consiglio. Questo vuol dire che l'ombrello costituzionale del Lodo e' legato alla carica e scatta di nuovo se il presidente del Consiglio viene rieletto nella sua carica o viene eletto presidente della Repubblica.

Ci sono pero' altri emendamenti delle opposizioni sulla non reiterabilita' della sospensione dei processi che devono essere ancora votati. Sono stati bocciati anche altri emendamenti dell'opposizione che chiedevano una maggioranza qualificata di una Camera per ottenere la sospensione. In questo caso sono stati bocciati i tre emendamenti che definivano il quorum piu' elevato per deliberare: con maggioranza assoluta, dei tre quinti o dei due terzi. Rimane quindi la possibilita' per il Parlamento di concedere la sospensione del processo, anche per reati extrafunzionali, al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio con la maggioranza semplice.

OSTRUZIONISMO OPPOSIZIONE, MARTEDI' NOTTURNA - Prosegue lo scontro sul Lodo Alfano nella commissione Affari Costituzionali del senato. L'opposizione adotta la tattica dell' ostruzionismo con lunghi interventi a favore o in dissenso sugli emendamenti presentati ai due articoli del ddl costituzionale e si vota a rilento sui subemendamenti al primo articolo. Il presidente della prima commissione Carlo Vizzini ha predisposto per la prossima settimana una seduta notturna martedi' 26 ottobre e votazione il giorno successivo anche con un'altra seduta notturna.

Intanto, il Pd protesta per la mancata autorizzazione in via straordinaria, della pubblicita' in diretta dei lavori della prima commissione vista la delicatezza del tema affrontato. ''E' paradossale e gravissimo che la riforma della Costituzione avvenga in modo quasi clandestino, senza collegamento con l'esterno e i media - sostiene il senatore del Pd Francesco Sanna- e cio' malgrado una specifica lettera in tal senso al presidente Schifani, a cui non e' stata data risposta. Come facevano gli antichi romani, la maggioranza procede 'vi et clam', in segreto e con un po' di violenza''.

Il riferimento e' ad una lettera inviata il 30 giugno al presidente del Senato dalla capogruppo del Pd Anna Finocchiaro in cui si chiede ''un regime di pubblicita' dei lavori della commissione data l'importanza politica e il rilievo costituzionale del tema'' . ''Una riforma di questa portata - scherza Sanna che anagraficamente e' il piu' giovane della commissione- non puo' esser discussa in piena notte e la situazione dovrebbe richiedere ai senatori di dotarsi di farmaci rinvigorenti...''.


RISALE TENSIONE FLI-PDL SU GIUSTIZIA;FINI,3 NO RIFORMA

di Anna Laura Bussa

Il Pdl accelera sulla riforma della giustizia, ma Fli pianta ben saldi i suoi paletti. Prima di tutto, spiega il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno al termine del vertice di Futuro e Liberta', 'no' al rafforzamento dei poteri del Guardasigilli e 'no' a togliere la polizia giudiziaria dal controllo dei Pm. 'No', infine, al cambiamento delle funzioni del Csm e alla previsione di un ampliamento della componente laica.

La consulente giuridica di Fini ha letto le bozze provvisorie della riforma e dice chiaro e tondo che cosi' com'e' non va: ci sono dei principi che ''non possono essere condivisibili'', spiega. Uno dei punti sui quali si puo' riflettere, invece, sembra quello della responsabilita' civile dei magistrati. E' evidente che si tratta di bozze provvisorie, precisa, ma e' meglio mettere subito le cose in chiaro. 'Si' alla separazione delle carriere perche' era nel programma del Pdl, ma 'no' a stravolgere norme come quelle che riguardano funzioni e ruolo del Csm. Aumentare il numero dei laici significherebbe mettere l'organo di autogoverno della magistratura sempre piu' nelle mani del potere politico. Quindi meglio lasciar perdere. Cosi' come non e' il caso di rafforzare i poteri del ministro della Giustizia soprattutto sul fronte disciplinare.

Dopo la rivolta di questi giorni della base finiana per il 'si' alla norma sulla retroattivita' del Lodo Alfano, Fli segna di nuovo la distanza tra la sua politica giudiziaria e quella imposta dal premier. Il Guardasigilli Angelino Alfano, pero', non sembra voler leggere sfavorevolmente le critiche dei Futuristi e parla di ''strada spianata'' verso un'intesa. Comunque sia l'esame del testo al Cdm slittera' di almeno due settimane. Oltre ai finiani, anche Pd e Udc sparano a zero contro la riforma annunciando l'intenzione di presentare una mozione per ''stravolgere l'agenda politica'' sulla giustizia. Le ''vere priorita'' per i cittadini, affermano il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando e il deputato Udc Roberto Rao, sono altre. Bisogna rendere piu' rapido ed efficiente il rito civile, va sciolto il nodo carceri e vanno riorganizzati gli uffici giudiziari prevedendo l'informatizzazione dei Tribunali. Intanto al Senato e' di nuovo bagarre sul Lodo Alfano. Stavolta sul principio della reiterabilita'.

La maggioranza boccia una proposta di modifica che fa decadere un subemendamento che contiene il 'no' al prolungamento del beneficio. Stefano Ceccanti (Pd) esce dalla commissione e dice alle agenzie che il Lodo di fatto ora e' reiterabile. Esplode la polemica. Ma il presidente della commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini interviene sostenendo che i veri emendamenti sul tema saranno affrontati la prossima settimana. Nell'attesa le forze politiche prendono posizione. Pierluigi Mantini (Udc) avverte che se si dice di 'no' alla limitazione, i centristi si metteranno di traverso. I finiani invece non hanno ancora deciso. E scioglieranno la riserva subito prima del voto in commissione. Le opposizioni annunciano battaglia. Tra le mille polemiche infuria anche quella tra Pd e Idv. Motivo: l'intenzione annunciata dal segretario democratico Pierluigi Bersani di sostenere il referendum sul Lodo.

L'idea viene accolta con sarcasmo da Antonio Di Pietro. ''Stupisce la superficialita' e il ritardo del Pd'' sulla questione, osserva. ''Non mi approprio di niente - ribatte Bersani - non capisco cosa intenda''. Solo il Pd, ricorda Luigi Zanda, ha i numeri per chiedere il referendum e Di Pietro usa toni sgradevoli. Il legale del premier Niccolo' Ghedini, intanto, si sfoga con la stampa straniera: ''I magistrati di Milano - afferma - non hanno mai rispettato il codice'' nei processi contro Berlusconi; il processo breve prima o poi si fara' anche se sulla norma transitoria non si fara' una questione di principio (''non approvarla pero' sarebbe un'ingiustizia''); Fini ''e' una persona seria pertanto rispettera' il mandato ricevuto dagli elettori''.

Fonte: ANSA


22/10/2010 23:33
 
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SUPERSAGGIO
Napolitano, perplessità su scudo per il Colle
Dubbi Quirinale sull'estensione al Capo dello Stato del Lodo Alfano in discussione al Senato


ROMA - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprime "profonda perplessità" per l'estensione al capo dello stato dello scudo processuale previsto dal Lodo Alfano in discussione al senato. Le perplessità di Napolitano sono contenute in una lettera inviata al presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Carlo Vizzini.

Questo il testo della lettera: "Visto l'esito della discussione svoltasi sulla proposta di legge costituzionale 2180/S e nell'imminenza della conclusione dell'esame referente, ritengo di dover esprimere profonde perplessità sulla conferma da parte della Commissione della scelta d'innovare la normativa vigente prevedendo che la sospensione dei processi penali riguardi anche il Presidente della Repubblica.

Questa previsione non era del resto contenuta nella legge Alfano da me promulgata il 23 luglio 2008. Come già ribadito più volte, è mia intenzione rimanere estraneo nel corso dell'esame al merito di decisioni delle Camere, specialmente allorché - come in questo caso - riguardino proposte d'iniziativa parlamentare e di natura costituzionale. Non posso peraltro fare a meno di rilevare che la decisione assunta dalla Commissione da lei presieduta incide, al di là della mia persona, sullo status complessivo del Presidente della Repubblica riducendone l'indipendenza nell'esercizio delle sue funzioni. Infatti tale decisione, che contrasta con la normativa vigente risultante dall'articolo 90 della Costituzione e da una costante prassi costituzionale, appare viziata da palese irragionevolezza nella parte in cui consente al Parlamento in seduta comune di far valere asserite responsabilità penali del Presidente della Repubblica a maggioranza semplice anche per atti diversi dalle fattispecie previste dal citato articolo 90".

Su incarico del Presidente Napolitano, riferisce un comunicato del Quirinale, il Segretario generale della Presidenza della Repubblica ha inviato al Presidente del Senato, e per conoscenza al Presidente della Camera, copia della lettera che richiama l'attenzione della Commissione del Senato sulle conseguenze che le decisioni finora assunte possono avere sull'esercizio delle funzioni del Capo dello Stato. In base a tali decisioni, infatti, il Parlamento potrebbe essere chiamato a pronunciarsi a maggioranza semplice sulla prosecuzione di procedimenti penali per fattispecie diverse da quelle previste dall'art. 90 della Costituzione, possibilità invece esclusa dalla normativa costituzionale vigente e dalla costante prassi applicativa, possibilità non contemplata neppure dalla legge Alfano n. 124 del 2008.

FINI, PARLAMENTO ASCOLTI NAPOLITANO - "Le valutazioni del capo dello Stato sono sempre sagge. Mi auguro che il parlamento tenga conto delle criticità espresse dal capo dello Stato". E' quanto afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, commentando i rilievi di Giorgio Napolitano sul lodo Alfano, durante un incontro al teatro Petruzzelli di Bari.

CASINI, FARSI CARICO PREOCCUPAZIONI NAPOLITANO - "E' indispensabile farsi carico, nella stesura del testo del Lodo Alfano, delle preoccupazioni istituzionali espresse dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitcano. L'Udc agirà con coerenza in questa direzione". Lo afferma il leader Pier Ferdinando Casini, parlando con i giornalisti a margine di un incontro in Palazzo Vecchio a Firenze. "Il lodo Alfano - ha proseguito Casini - non ci piace, ma dobbiamo contribuire a rasserenare il rapporto tra politica e magistratura. Pertanto penso che noi, come abbiamo fatto al Senato, ci asterremo. Non vogliamo contribuire a incendiare, vorremmo contribuire a risolvere".

PDL SENATO, PROPORREMO MODIFICA IN COMMISSIONE - "Le osservazioni del presidente della Repubblica non troveranno indifferenti il nostro gruppo parlamentare". Lo affermano in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo del Pdl al Senato annunciando modifiche al testo in discussione alla Commissioni e Affari costituzionali del Senato.

''Siamo perfettamente consapevoli che la discussione parlamentare in corso investe il campo delle prerogative, e che l'ipotesi formulata - come autorevolmente rilevato - potrebbe incidere negativamente sulla indipendenza della funzione del Capo dello Stato, perché in ipotesi la sottoporrebbe a un giudizio politico. Pertanto - concludono -, ci faremo carico di sollecitare la Commissione Affari Costituzionali affinche' l'ipotizzata misura dell'autorizzazione parlamentare venga soppressa dalla proposta di legge in discussione''. E' quanto scrivono in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vice capogruppo del Pdl al Senato.

VIZZINI, NESSUN COMMENTO SU LETTERA COLLE - "Riguardo alla lettera del Presidente della Repubblica che ho ricevuto oggi in merito all'iter parlamentare in Commissione del cosiddetto 'lodo costituzionale', ritengo che non sia opportuno fare alcun commento né sul contenuto né sul metodo. Come mio dovere, ne ho informato anzitutto il Presidente del Senato e, quindi, i rappresentanti dei Gruppi parlamentari in Commissione, in modo che ne siano edotti prima della prossima seduta, prevista per martedì 26 alle ore 14,30, quando darò conto della missiva". In una nota, il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato Carlo Vizzini riferisce della lettera ricevuta dal Capo dello Stato senza entrare nel merito. "D'altra parte, credo che anche allora - sostiene Vizzini - non sarà opportuno andare oltre una semplice presa d'atto, senza valutazioni nell'ambito di un iter legislativo in corso, che sarebbero in contraddizione con la distinzione assoluta, ribadita dallo stesso Capo dello Stato, tra le sue prerogative e quelle del Parlamento, tanto più nella fase attuale dell'esame di un testo legislativo. Inoltre, qualsiasi commento alle parole del Presidente della Repubblica, soprattutto nella sede di un organo parlamentare, sarebbe una mancanza di rispetto verso la più alta carica dello Stato".

BERLUSCONI VA AVANTI - "Finora abbiamo combattuto con un braccio legato dietro alla schiena, ora è tempo di usare la nostra forza per realizzare le riforme che riteniamo giuste anche perché altrimenti rischiamo di far naufragare tutto". E' in questa frase di un alto dirigente del Pdl la chiave di lettura per capire l'atteggiamento di Silvio Berlusconi nei confronti non solo di Gianfranco Fini, ma anche del Quirinale. Il presidente del Consiglio, di fronte ai dubbi del presidente della Repubblica, espressi in una missiva indirizzata al presidente della Commissione affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, sul lodo Alfano ha mantenuto un rigoroso silenzio. Ma è difficile non leggere nella puntigliosa nota di risposta di Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello una certa sorpresa del Pdl di fronte ad una lettera considerata 'irrituale', con un provvedimento in corso d'opera, e il cui contenuto poteva giungere a destinazione - sostengono - attraverso canali informali.

E ciò di fronte a quello che viene considerato l'ennesimo ostacolo posto ad una riforma voluta dalla maggioranza. Basti pensare a quella fase ("come ben notò) in cui i due dirigenti hanno voluto richiamare l'attenzione del Colle sul fatto che il lodo Alfano promulgato da Napolitano nel 2008 prevedeva la sospensione dei processi per il presidente della Repubblica. O, ancora, a quel passaggio - si ragiona in ambienti della maggioranza - in cui i due parlano di "eccesso di sensibilità" da parte del presidente della Repubblica. Toni che l'opposizione ha immediatamente definito 'irridenti', ma che non sono sfuggiti neanche agli osservatori del centrodestra. Un segno, secondo diversi esponenti di peso della maggioranza, della volontà di Berlusconi di non indietreggiare di fronte alle perplessità del Colle. Prova ne é il fatto che il Pdl, proprio sfruttando i dubbi del Quirinale, intende inserire nel Lodo l'automatismo dello scudo sia per il capo dello Stato che per il premier, eliminando così il passaggio parlamentare.

Un atteggiamento che Berlusconi, assicurano fonti del Pdl, intenderebbe adottare anche nei confronti di Gianfranco Fini sulla riforma della giustizia L'intenzione è quella di trovare un'intesa, ma senza che ciò comporti lo stravolgimento del testo. Altrimenti - è il ragionamento attribuito al premier -, se non potremo realizzare ciò che riteniamo giusto fare, la maggioranza è destinata a frantumarsi del tutto.

Fonte: ANSA


23/10/2010 15:08
 
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Lodo Alfano, le perplessità di Napolitano
"Riduce l'indipendenza del Quirinale"

Il presidente critica "la scelta d'innovare la normativa vigente prevedendo che la sospensione dei processi penali riguardi anche il capo dello Stato". Fini: "Parole di cui tenere conto". Poi ripete: "Mai più leggi ad personam". Il Pd: "Mostro giuridico". E il Pdl si dice pronto a modifiche

ROMA - Lo stop di Napolitano si fa sentire. Quelle "profonde perplessità" sull'estensione al capo dello Stato del cosiddetto 'scudo' giudiziario previsto dal Lodo Alfano, scuotono la giornata politica. Ad esprimerle è lo stesso presidente della Repubblica, in una lettera inviata al senatore Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, dove è in corso l'esame della proposta di legge costituzionale.

"Visto l'esito della discussione svoltasi sulla proposta di legge costituzionale e nell'imminenza della conclusione dell'esame referente - scrive Napolitano delle cui perplessità ha dato conto Repubblica - ritengo di dover esprimere profonde perplessità sulla conferma da parte della commissione della scelta d'innovare la normativa vigente prevedendo che la sospensione dei processi penali riguardi anche il presidente della Repubblica. Questa previsione non era del resto contenuta nella legge Alfano da me promulgata il 23 luglio 2008".

Nella lettera Napolitano ribadisce di voler restare "estraneo" all'elaborazione della legge. Ma osserva come lo scudo giudiziario per il capo dello Stato ne riduca l'indipendenza. "Come già ribadito più volte, è mia intenzione rimanere estraneo nel corso dell'esame al merito di decisioni delle Camere, specialmente allorché - come in questo caso - riguardino proposte d'iniziativa parlamentare e di natura costituzionale", scrive Napolitano.

"Non posso peraltro fare a meno di rilevare - sottolinea - che la decisione assunta dalla commissione incide sullo status complessivo del presidente della Repubblica riducendone l'indipendenza nell'esercizio delle sue funzioni". Andando inoltre contro l'articolo 90 della Costituzione. Mettere il capo dello Stato accanto al premier, scrive Napolitano, "consente al Parlamento in seduta comune di far valere responsabilità penali del presidente della Repubblica a maggioranza semplice anche per atti diversi dalle fattispecie previste dall'articolo 90 della Costituzione". Una possibilità esclusa dalle norme vigenti, dalla prassi, e pure dalla legge Alfano del 2008. Insomma, conclude Napolitano, c'è una "palese irragionevolezza".

Le reazioni. II presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, condivide le "perplessità" del Colle: "Non ci può essere un atto parlamentare che deliberi su una situazione o una condizione che riguarda il presidente della Repubblica: ciò sarebbe di certo un'interferenza, limiterebbe l'indipendenza del capo dello Stato". Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il Parlamento deve "tenere di conto" le parole di Napolitano.

Dura la reazione dell'Idv: "Se neanche di fronte alle fondate osservazioni del Quirinale Berlusconi si arrende significa che siamo di fronte a un tentativo di golpe" attacca il presidente dei senatori, Felice Belisario. Per il Pd la maggioranza si deve fermare e ritirare "il mostro giuridico". Mentre il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini annuncia l'astensione in Aula e precisa: "E' indispensabile tenere conto delle preoccupazioni di Napolitano".

In serata arriva la replica del Pdl: "Osservazioni del Colle non troveranno indifferente il nostro gruppo parlamentare", affermano in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo del Popolo della libertà al Senato preannunciando modifiche al testo. Per questo i due assicurano che si faranno "carico di sollecitare la commissione affari costituzionali affinché l'ipotizzata misura dell'autorizzazione parlamentare venga soppressa dalla proposta di legge in discussione".

"E' Inutile che il Pdl pensi a modifiche, la norma va solo ritirata", ribatte il senatore Francesco Pancho Pardi, capogruppo dell'Italia dei valori in commissione Affari costituzionali.

Fini: "Io premier? Ipocrita tirarsi indietro". "Mi pare però che siano superficiali gli attacchi a Fli 3", dice Fini rispondendo a una domanda sul sì di Futuro e Libertà sul Lodo Alfano in commissione al Senato che ha generato malumori nella base del suo movimento. "A Mirabello fui chiaro ed esplicito. Mi sono andato a risentire e cioè 'mai più leggi ad personam'. Noi non siamo disponibili a una legge che garantisca l'impunità e favorisca una persona - prosegue il presidente della Camera - ma siamo favorevoli ad una legge che tuteli la funzione del presidente del Consiglio. Questo vuol dire sospendere, non cancellare i procedimenti, (perché le indagini vanno avanti), finché il premier dura in carica".

Poi un avvertimento al governo, sul complesso dei provvedimenti che riguardano la giustizia: "Credo sia interesse del ministro Alfano coinvolgere preventivamente Futuro e Libertà nella preparazione del ddl Costituzionale sulla giustizia 4, che ha un iter lungo, in quattro letture. Vedremo quale testo sarà presentato in Cdm, se ci sono emendamenti e che sorte avranno, solo al termine, per dovere di serietà, si potrà esprimere un giudizio".

L'attenzione si sposta sull'esecutivo e sullo stato di salute della maggioranza. Fini invita Berlusconi ad occuparsi dell'oggi e a "governare". Per il futuro c'è tempo: "Dice che vuol candidarsi nel 2013? La notizia sarebbe stata se avesse detto che non si ricandidava, comunque il 2013 è lontano". Inevitabile la domanda sul futuro del presidente della Camera: "Io candidato premier? In una democrazia la scelta la fanno gli elettori. Sarei ipocrita se mi tirassi indietro, ma ho realismo, senso della misura, piedi per terra".

Fonte: Repubblica


23/10/2010 15:16
 
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Lodo Alfano, Pisanu: lecita osservazione del Colle
Dubbi Quirinale sull'estensione al Capo dello Stato del Lodo Alfano in discussione al Senato


ASOLO (TREVISO) - Il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Giuseppe Pisanu nega che ci sia stata una decisa presa di posizione da parte del premier sulla lettera che il Capo dello Stato ha inviato al presidente della Commissione Affari Istituzionali del Senato, Carlo Vizzini. "Non mi risulta - ha spiegato oggi a Asolo Pisanu, parlando con i giornalisti - che Berlusconi abbia fatto una dichiarazione ufficiale su un eventuale ritiro del Lodo Alfano". "I capigruppo - ha proseguito - hanno detto di prendere atto dell'indicazione lecita del Capo dello Stato annunciando di agire di conseguenza: è una risposta rispettosa". "Il ministro Alfano - ha riferito ancora Pisanu - ha già preso contatto con i vertici istituzionali: è un dialogo ancora alle prime battute, non si può pretendere già di tirare le somme".

BOCCHINO, VA CAMBIATO E NIENTE REITERAZIONE - Il richiamo del presidente della Repubblica sul Lodo Alfano "va ascoltato e va accolto". Lo ha detto oggi Italo Bocchino (Fli) a Genova, parlando a margine della inaugurazione della sede ligure di Futuro e Libertà. "La norma - ha aggiunto Bocchino - va assolutamente cambiata perché non possiamo sottoporre a giudizio del Parlamento, per altro a maggioranza semplice, questioni che riguardano il Capo dello Stato. Dobbiamo riscrivere meglio la norma e tornare a com'era prima, cioé al fatto che si possa chiedere una volta soltanto la sospensione". Per Bocchino è evidente che la norma "così come è stata scritta rischia di diventare ad personam per lo stesso Berlusconi: se il suo obbiettivo è quello di andare al Quirinale noi ci troveremmo con una sospensione di tre anni dei processi perché adesso è a Palazzo Chigi" e con il rischio che potrebbe richiederla per altri sette anni "nel caso in cui andasse al Quirinale. E 10 anni di sospensione "non sono una tutela della funzione, ma rischiano di diventare un'immunità permanente".

CASINI, NAPOLITANO INECCEPIBILE - "Quello che ha detto il presidente Napolitano è ineccepibile". E' quanto Pier Ferdinando Casini si è limitato a dire a proposito della posizione del Capo dello Stato sul Lodo Alfano, interpellato dai giornalisti a Bologna. Il leader dell'Udc non ha voluto fare altri commenti sulla situazione politica, anche perché questa mattina era impegnato sul fronte del volontariato civico a favore della sua città. Poco dopo le 8.30 infatti, Casini, dopo avere indossato la pettorina arancione dei volontari che hanno partecipato alla giornata di ripulitura degli edifici imbrattati della città, ha passato il rullo intinto nella vernice color mattone sopra scritte e graffiti di un tratto di muro esterno dell'ospedale Sant'Orsola, davanti al numero 22 di via Massarenti. Insieme a lui anche il vicepresidente dei deputati Udc, il bolognese Gian Luca Galletti, e Pierluigi Visci, direttore del Resto del Carlino, testata che ha organizzato questa giornata anti-graffiti (all'insegna dello slogan 'diamo una mano alla nostra citta'') con il sostegno del Comune e dell'associazione Commercianti. "E' una bella iniziativa, perché un po' di senso civico serve a tenere pulita la città - ha commentato Casini - Prima ancora di chiederci cosa possono fare il Comune, la Provincia, la Regione, forse è meglio che cominciamo da noi a darci una mano. E penso che questa iniziativa abbia un grande valore simbolico, perché dei cittadini possono in prima persona pulire la loro città".

FINI ATTACCA. DOPO DUBBI COLLE BUFERA SU LODO
(di Giovanni Innamorati)
Nel giorno in cui il presidente della Repubblica Napolitano esprime "perplessità" su alcuni aspetti del lodo Alfano che riguardano il Colle, il Pdl risponde proponendo l'automatismo dello scudo, senza passaggio parlamentare, mentre il premier Silvio Berlusconi ne disconosce la paternità, così come di altre leggi "ad personam". "Non sono stato io a reclamarle ma i miei alleati a farsene promotori", afferma il presidente del Consiglio. Posizione che scatena l'ironia delle opposizioni. Ed è sempre tensione con Gianfranco Fini che prima un affondo sulla legalità, poi mette in chiaro che Fli chiede di essere consultata prima del varo della riforma della Giustizia. Non solo. In tarda serata il futurista Fabio Granata va oltre chiedendo a questo punto di "archiviare" definitivamente il Lodo dopo le parole di Napolitano. "Si volti paginà,dice. Ma, all'indomani dei paletti sollevati da Futuro e libertà sulla riforma della Giustizia, il ministro Angelino Alfano cerca ancora la quadra per raggiungere l'intesa dentro la maggioranza. Una riforma che, spiega Berlusconi in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, non riguarda i suoi problemi giudiziari. Così come non è lui - dice- il 'deus ex machina' del disegno di legge che sospende i processi contro il Capo dello Stato ed il presidente del Consiglio. "Non ho mai reclamato alcuna forma di tutela ma una legge del genere esiste in molti paesi", spiega elencando i molti processi in cui è incappato e in cui, dice, "non sono mai stato condannato". Il vero motivo, torna alla carica il premier, è che "nella magistratura abbiamo una corrente che agisce in modo eversivo cercando di procedere contro chi è stato eletto legalmente dal popolo". Attacchi che non piacciono al presidente della Camera Gianfranco Fini che, a Foggia, sottolinea che nell'agenda del governo c'é sempre la giustizia e mai il tema della precarietà del lavoro. Poi arriva l'affondo, con un appello a destra e a sinistra per varare "una leggina che preveda che chi è condannato in via definitiva per reati contro la pubblica amministrazione debba rinunciare a vita a qualsiasi incarico". E Maurizio Saia, capogruppo Fli, in commissione Affari costituzionali al Senato annuncia che il suo gruppo chiederà che il Lodo Alfano proceda di pari passo al ddl anticorruzione che da mesi giace in commissione. L'affermazione del premier di non aver sollecitato lui lo Scudo per le alte cariche dello Stato, suscita l'ironia delle opposizioni: il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani invita la maggioranza a ritirarlo, mentre Luigi Li Gotti (Idv) commenta: "sono affermazioni che si smentiscono da sole". In un clima già caldo arriva il messaggio del presidente Napolitano con la sua "profonda perplessità" per il Lodo Alfano, nella parte che riguarda il Capo dello Stato. Il presidente della Repubblica esprime dubbi sul fatto che la nuova versione dello scudo confligga con l'articolo 90 della Costituzione che, per quanto riguarda la messa in stato d'accusa del presidente per alto tradimento, chiede la maggioranza assoluta del parlamento, mentre la legge Alfano consentirebbe all'inquilino del Colle di ottenere la copertura del lodo con una maggioranza semplice delle Camere. Da qui la richiesta del presidente della Repubblica che le prerogative costituzionali previste dalla Carta vengano mantenute. Le parole del Presidente della Repubblica diventano un detonatore: il Pd, con Donatella Ferrante chiede alla maggioranza di ritirare "questo mostro giuridico". "Il presidente Napolitano - ha commentato Antonio Di Pietro - non vuole essere tirato dentro un'operazione cosi squallida, in cui si fa una legge per una sola persona". Anche il moderato Pier Ferdinando Casini esorta a "farsi carico delle preoccupazioni" del Colle. E anche qui interviene Fini chiedendo che siano ascoltate le "sagge" parole di Napolitano. A gettare benzina sul fuoco ci pensano il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, e il vice Gaetano Quagliariello: essi annunciano che per eliminare la norma che desta perlessità in Napolitano verrà modificano l'impianto della Legge, e lo "Scudo" diverrà automatico per le cariche dello Stato, senza passaggio parlamentare. Una risposta che va ben oltre le preoccupazioni del Quirinale, e che rischia di aumentare le frizioni anche istituzionali; una risposta che Bersani, riferendosi anche a tutto l'impianto del provvedimento, ha bollato come "avventurismo costituzionale", e che fanno esplodere Di Pietro: "dalla padella alla brace". Lo scontro interno alla maggioranza si allarga ed è a tutto campo e coinvolge la riforma costituzionale della Giustizia. Fini ha chiarito che Fli dovrà essere "coinvolta preventivamente", perché non voterà a scatola chiusa. Come non voterà il processo breve se prevede la sua applicazione retroattiva.

Fonte: Repubblica


27/10/2010 16:02
 
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Lodo: Granata, contreto rischio di crisi


ROMA - Il Lodo Alfano "non può essere un provvedimento ad personam e non può essere un provvedimento che assicura un'assoluta intangibilità". Lo dice ai microfoni di CNRmedia il finiano Fabio Granata, secondo il quale sulla giustizia "c'é il serio e concreto rischio di una crisi di governo". "Si tratta di una sospensione dei procedimenti senza interrompere le indagini. Ci muoviamo su questa linea di equilibrio, anche consapevoli di una grande contrarietà della nostra base rispetto al provvedimento. Ci apprestiamo a far nascere un movimento che ha nel dibattito con la nostra base un punto di forza, a differenza di altri partiti dove non si discute su nulla". Nelle prossime ore i finiani spingeranno per far passare l'emendamento sulla non reiterabilità del Lodo: "Per noi è una condizione assoluta. Si tratta di un argomento dirimente e sensibile, così come è sensibile la riforma della giustizia, che fin quando sarà declinata in chiave di diminuzione dell'indipendenza della magistratura, o peggio, di sottomissione della stessa ai poteri dell'esecutivo, non avrà mai il nostro consenso. Su questo tema bisogna che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, perché c'é il serio e concreto rischio della crisi di governo".

BRIGUGLIO, NON VA VOTATO MA MI ADEGUO A GRUPPO - ''Il Lodo Alfano e' orma il luogo simbolico dell'impunita' perche' troppo legato a una fattispecie concreta che sono i processi di Berlusconi. Per questo Fli non deve votarlo. Per me il contesto della discussione e' ormai cambiato e in questi giorni si e' registrata una evoluzione di giudizi in questo senso anche nell'opinione pubblica piu' garantista e nella stessa base elettorale del centrodestra. Questa e' la mia opinione e la esprimo liberamente e alla luce del sole. Mi adeguero' col massimo della solidarieta' e senso di responsabilita' a quanto decidera', anche a maggioranza, il gruppo dirigente intorno a Fini, qualunque dovesse essere la valutazione finale, ma la mia opinione e' che Futuro e Liberta' deve lasciare la responsabilita' dell'approvazione del Lodo a Pdl e Lega''. Lo afferma Carmelo Briguglio, deputato di Futuro e Liberta' per l'Italia. ''Sono anche convinto - aggiunge - che in caso di referendum confermativo, prima di esprimere una posizione definitiva e' necessario promuovere un'ampia consultazione della nostra base la cui tendenza non e' comunque difficile prevedere''.

VIZZINI, MARGINI INTESA SU REITERABILITA' - ''Non so a che punto sia concretamente la trattativa tra Pdl e finiani ma so che il ministro della Giustizia ha detto ieri che pensa ragionevolmente che non e' sui temi della giustizia che ci possa essere una rottura''. Il presidente della commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini, relatore sul Lodo Alfano, lavora per la mediazione e sottolinea che da un superamento dei contrasti ''puo' dipendere un governo piu' coeso e per questo bisogna impegnarsi''. ''Per quanto mi riguarda - prosegue Vizzini - ritengo che sul tema della reiterabilita' ci siano dei margini per potere dare una risposta alle esigenze senza contravvenire a quello che e ' anche il rigore delle garanzie, che non possono essere collegate soltanto ad un tempo''. ''Ci vuole buona volonta' e c'e' - sostiene il presidente dela prima commissione - tutto il tempo per presentare gli emendamenti ed ancora la prossima settimana quando andremo in commissione ove ci fossero ulteriori modifiche c'e' sempre la possibilita' di intervenire con i subemendamenti''. Quanto ai rilievi mossi dal Capo dello Stato, Vizzini da' per scontato che saranno tenute in considerazione: ''La riflessione che la commissione ha fatto ieri sull'ordine dei lavori sconta che le osservazioni del Capo dello Stato, che io considero un atto imparziale e di leale collaborazione tra istituzioni della Repubblica, debbono essere prese in considerazione dai gruppi parlamentari che presenteranno emendamenti a proposito''.

SAIA: DOMATTINA EMENDAMENTO FLI SU REITERABILITA' - ''Stasera ci sara' un incontro con la presidente Bongiorno a cui partecipera' anche il capogruppo al Senato, Viespoli, per definire il nostro emendamento sulla reiterabilita' dello scudo, penso che domani mattina lo presenteremo''. Lo annuncia il senatore Maurizio Saia, unico esponente del Fli nella commissione Affari Costituzionali dove sono attese nuove modifiche al Lodo Alfano. Saia, inoltre, definisce ''dichiarazioni a titolo personale'' le frasi di Briguglio e Granata su una possibile crisi sul Lodo e ribadisce ''la nostra linea non cambia''. ''Ho sentito Fini pochi minuti fa e - dice Saia - posso confermare che nulla e' cambiato. Noi abbiamo chiara la strategia che portiamo avanti, non e cambiato nulla. Noi presenteremo l'emendamento e lo stiamo portando sulla linea originaria della costituzionalizzazione di questo
lodo che fa parte del programma della maggioranza e lo rispettiamo''. Saia sottolinea come ''la lettera di Napolitano ha dato la possibilita' di aprire un dibattito e creare un clima diverso''.

Fonte: ANSA


28/10/2010 14:43
 
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Lodo Alfano: Fli, varrà solo una volta
Bongiorno, non mettiamo paletti ma limiti per migliorare il ddl


ROMA - La sospensione dei processi potrà valere solo una volta. E' questa la proposta che presenteranno i finiani al ddl costituzionale sul Lodo Alfano. Il consulente giuridico di Fini Giulia Bongiorno spiega alla stampa gli otto emendamenti che depositeranno nel pomeriggio in commissione Affari Costituzionali insieme al capogruppo Pasquale Viespoli, all'unico componente di Fli in commissione Maurizio Saia e al deputato dell'Mpa Pasquale Pistorio, sostenendo che non si tratta di "paletti". "Noi - sottolinea Bongiorno - vogliamo solo mettere dei limiti per rendere più accettabile il provvedimento".

VIZZINI, AUTOMATICO E RINUNCIABILE - Il lodo Alfano può diventare "automatico e rinunciabile", tanto per il capo dello Stato quanto per il presidente del Consiglio: è il contenuto dell'emendamento messo a punto dal Pdl e spiegato brevemente dai senatori Carlo Vizzini e Gabriele Boscetto, incontrando i giornalisti a Palazzo Madama, subito dopo un incontro col presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri.

L'emendamento del PdL, primo firmatario Gabriele Boscetto, capogruppo alla Commissione Affari costituzionali, non entra nel nodo della reiterabilità. "Non c'è la mia firma - ha spiegato Carlo Vizzini, presidente della Commissione e relatore del provvedimento - perché mi fermo un passo indietro rispetto a questo tema essendo stato il destinatario della lettera del presidente della Repubblica".

VIESPOLI, AUTOMATISMO? E' CONDIVISIBILE - La proposta che intende presentare il Pdl di rendere automatica l'applicazione del Lodo alle alte cariche dello Stato viene definita "condivisibile" dal presidente dei senatori di Fli, Pasquale Viespoli. "Ci riserviamo di leggere il testo degli emendamenti del Pdl - prosegue - ma per quanto riguarda la proposta di rendere automatica la sospensione dei processi al capo dello Stato e al presidente del Consiglio, ci sembra assolutamente condivisibile".

Fonte: ANSA


28/10/2010 14:47
 
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FLI E PDL DIVISI DAL TEMA DELLA REITERABILITÀ

Lodo Alfano in bilico, Bocchino:
«Secondo me finisce su un binario morto»

Il senatore Vizzini (Pdl): «Bisognerebbe estendere il legittimo impedimento fino alla fine di questa legislatura»


MILANO - Il Lodo Alfano, vale a dire l'immunità per le massime cariche costituzionali, sembra avviarsi verso uno stop definitivo almeno nell'ambito di questa legislatura. Il lodo Alfano «secondo me finisce su un binario morto» sostiene Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera, intervenendo alla trasmissione di Rai Tre «Agorà». «Sono convinto che alla fine si toglierà la reiterabilità e la norma si voterà così come era quando avevamo fatto l'accordo, ma ho anche l'impressione che questo lodo Alfano non andrà da nessuna parte», ha spiegato. «Noi siamo favorevoli al lodo Alfano così come l'avevamo concordato, senza la reiterabilità», ha insistito, «rispetto all'accordo che avevamo fatto è stata aggiunta la reiterabilità su cui noi non siamo d'accordo, perchè finisce che se uno si candida e viene eletto più volte questo diventa un'immunità».

LEGITTIMO IMPEDIMENTO - E sul fronte del Pdl c'è chi pensa anche di correre ai ripari, ampliando l'applicabilità della legge sul legittimo impedimento, che però sarà sottoposta il 14 dicembre prossimo al giudizio della Consulta che dovrà vagliarne la costituzionalità. «Quando lo scudo è entrato in vigore nel 2008 si parlava di cinque anni, la durata di una legislatura. Il Lodo Alfano entrerebbe in vigore nel 2012 e quindi varrebbe per un anno? Bisognerebbe estendere il legittimo impedimento fino alla fine di questa legislatura e poi introdurre il Lodo Alfano» spiega il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Carlo Vizzini (Pdl) che ha suggerito in tv a «Omnibus» su LA7 una via nuova per il Lodo Alfano. «Che senso ha - si è chiesto Vizzini - il Lodo Alfano per un anno?». «Non abbiamo nessuna premura», ha aggiunto. « Il Consiglio di Stato ci ha fatto notare alcune cose: lavoriamo per trovare un'altra forma ma non abbiamo la premura di arrivare al 14 dicembre con un provvedimento già pronto. Le polemiche politiche - ha aggiunto Vizzini - oscurano il lavoro che poi si fa».

Redazione online

Fonte: CorrieredellaSera


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