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Fini e la casa a Montecarlo, la Procura apre un fascicolo


Per la casa di Montecarlo di Gianfranco Fini la procura di Roma ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti. Le ipotesi di reato per quella che ora è la dimora del “cognato” del presidente della Camera, Giancarlo Tulliani, sono appropriazione indebita e truffa aggravata.
Secondo quanto scrive il quotidiano “Il Giornale” per la casa monegasca “lasciata in eredità ad An e a Gianfranco Fini da Anna Maria Colleoni”, la questione è arrivata ai magistrati grazie alla denuncia di due uomini della Destra di Francesco Storace: Marco Di Andrea e Roberto Buonasorte.


La questione ruoterebbe intorno alla motivazioni della Colleoni che “prima di morire, aveva infatti deciso di far testamento a favore di Alleanza nazionale nella persona del suo presidente Fini per una scelta di passione ideale, ma in molti – tra cui i due autori della denuncia – hanno trovato che l’impiego che il partito ha fatto di quei beni, a cominciare dalla casa monegasca, svenduta a una società off-shore per una frazione del suo valore, non soddisfino il fine a cui la Colleoni avrebbe inteso vincolare il «dono»”.
Oltre al passaggio nel dossier della casa a Montecarlo c’è da capire anche il ruolo di James Walfenzao: fu lui infatti a firmare il contratto di acquisto della casa da An. L’uomo, scrive il Giornale, sarebbe legato ad Alleanza nazionale “per il tramite dell’Atlantis World Group dell’italiano Francesco Corallo (figlio di Gaetano, già coinvolto in indagini legate ai casinò e ad affari con soggetti vicini al boss catanese Nitto Santapaola)”.
In uno dei ristoranti del casinò Atlantis World di Saint Maarten fece comparsa Gianfranco Fini. Era il 2004 e con lui c’era Amedeo Laboccetta, ex rappresentante della Atlantis World Group per l’Italia e “amico di Corallo”.
Proprio lì vicino, nell’isola di Saint Lucia Printemps e Timara hanno le loro sedi: è un caso che siano le società che poi acquisteranno da Alleanza nazionale la casa “incriminata” per poi affittarla al fratello della compagna di Fini.
Per 7 anni per la casa non viene mostrato particolare interesse. Poi nel 2008, scrive il quotidiano di Feltri, “An la cede per appena 300mila euro a una società creata presumibilmente ad hoc un mesetto prima, la Printemps, il cui amministratore è appunto James Walfenzao. E la Printemps la rivende, tre mesi dopo, con 30mila euro di plusvalenza a una società gemella (stesso capitale sociale, stessa sede sull’isola caraibica di Saint Lucia), la Timara”.

Fonte: blitzquotidiano


06/08/2010 00:08
 
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Casa An: procura Roma apre indagini. Fini, ben vengano

Casini parla di "squadrismo intimidatorio" contro il presidente della Camera


ROMA - Finisce in tribunale la vicenda dell'appartamento monegasco donato ad An e ora abitato dal cognato di Gianfranco Fini. Questa volta, però, le smentite delle parti in causa, con tanto di richieste di rettifica e risarcimento danni, non c'entrano nulla: la Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando i reati di truffa aggravata e appropriazione indebita. Una vicenda che potrebbe allargarsi all'intero patrimonio della 'defunta' Alleanza Nazionale. "Ben vengano le indagini", commenta il presidente della Camera. Tirato per la giacca niente meno che da Berlusconi, che alla cena con i deputati della scorsa notte lo ha invitato a rendere conto delle notizie "poco chiare" su di lui, la terza carica dello Stato rilascia la sua prima dichiarazione sulla faccenda. Poche righe, scritte nero su bianco, in cui prende atto del lavoro della magistratura, "anche se - osserva - la denunzia proviene da avversari politici".

E' stata infatti la querela di Marco Di Andrea e Roberto Buonasorte, militanti della Destra di Francesco Storace, a spingere il procuratore aggiunto Pier Filippo Lariani ad avviare il procedimento. Un "atto dovuto", viene sottolineato a Piazzale Clodio, per fare chiarezza su una storia che sta alimentando anche il dibattito politico di questi giorni. Se per il capogruppo dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, "Fini deve dare spiegazioni come tutti", il leader Udc Pier Ferdinando Casini parla di "squadrismo intimidatorio", mentre il presidente dei Liberal del Pd, Enzo Bianco, nota la "singolare coincidenza tra il manifestarsi di una posizione politica dirompente e gli attacchi personali".

Con tanto di "intimidazioni - prosegue Bianco - e fuoco di sbarramento di 'giornali amici'". Parlano di "strumentalizzazione politica" anche gli avvocati di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna di Fini, che smentiscono il coinvolgimento dell'uomo in società che lavorano per la Rai come invece scrive oggi Libero. E mentre lady Fini deve difendersi dagli attacchi del suo ex, l'estroso imprenditore Luciano Gaucci che vuole indietro i suoi ricchi regali, gli eredi della contessa Anna Maria Colleoni, la nobildonna che lasciò l'appartamento di Montecarlo in eredità ad An, stanno pensando di impugnare il testamento. Il caso, insomma, si allarga a macchia d'olio.

E rischia di estendersi a tutto il patrimonio di An, con la guerra tra i finiani e gli ex compagni di partito ora nel Pdl sullo sfondo. Immobili e denaro finiti nelle casse del partito che non c'é più per mantenere "la buona causa", osserva l'ex colonnello di An Altero Matteoli, non possono infatti finire nelle mani di Fini "solo perché era il segretario del partito". E ora il tesoro, alcune centinaia di milioni di euro, sarà passato al vaglio di una società di revisione in attesa che la separazione sia totale.

Fonte: ANSA


09/08/2010 12:39
 
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Casa Montecarlo, Fini: "Nulla da temere
Ossessiva campagna berlusconiana"

L'affondo del presidente della Camera: "Si rassegni chi spera che io faccia un passo indietro sulla legalità e la trasparenza". "Sorpresa e disappunto quando ho saputo che era occupata da Tulliani". La Russa: "Seguo la vicenda con tristezza"

ROMA - Nulla da nascondere nè da temere per la vicenda monegasca. Piena fiducia nella magistratura e un duro attacco a chi spera di metterlo alle corde sul tema della legalità e della trasparenza. Sono i punti fondamentali della nota di Gianfranco Fini sulla vicenda della compravendita dell'appartamento di An a Montecarlo. E, nel primo intervento del presidente della Camera sull'argomento, non mancano anche le allusioni al presidente del Consiglio, alla "campagna ossessiva dei giornali berlusconiani" e all'abitudine di strillare "contro i giudici comunisti". Quanto a uno dei punti più controversi della vicenda, la presenza nell'appartamento del fratello della compagna di Fini, Elisabetta Tulliani, il presidente della Camera dichiara di averlo appreso con "sorpresa e disappunto".

Niente da nascondere. "In quasi trenta anni di impegno parlamentare non ho mai avuto problemi di sorta con la giustizia", scrive Fini, "e non ho assolutamente niente da nascondere nè tantomeno da temere per la vicenda monegasca". "Pertanto", continua il presidente della Camera "chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità' nella politica è meglio che si rassegni".

Avanti sulla legalità e fiducia nei magistrati. "Un'inchiesta della Magistratura", continua la lunga nota del Presidente della Camera, "accerterà se sulla vicenda della casa a Montecarlo sono state commesse irregolarità' o violazioni di legge. E' la ragione per cui mi sono fino ad oggi limitato ad affermare 'Ben vengano le indagini'. A differenza di altri non ho l'abitudine di strillare contro i magistrati comunisti...". Un'allusione neanche troppo velata al presidente del Consiglio.

Ossessiva campagna giornali berlusconiani. Non è l'unico passaggio dedicato al premier. "Secondo molti la rilevanza che il caso ha assunto dovrebbe spingermi a chiarire rapidamente, senza attendere interrogatori e rogatorie internazionali, alcuni punti non facilmente comprensibili per l'opinione pubblica", prosegue Fini, "Premesso che il caso è diventato tale per l'ossessiva campagna mediatica dei giornali berlusconiani, che fingono di ignorare che la vicenda non ha ad oggetto soldi o beni pubblici ma solo la gestione di una eredità a favore di A.N., sento comunque il dovere di fare chiarezza per ciò di cui sono a conoscenza".

Sorpresa per locazione fratello Tulliani. Sorpresa e disappunto. Sono questi, infine, gli stati d'animo con il quale il presidente della Camera racconta di aver appreso la presenza nella casa di Montecarlo del fratello della sua compagna. E' il passo conclusivo della la nota con la quale Fini ricostruisce la vicenda. "La vendita dell'appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della società' acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla", scrive Fini, "Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l'appartamento. La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite".

Bonaiuti: Nessun commento da Berlusconi - "Il Presidente Berlusconi non ha fatto nè farà alcun commento in merito alla vicenda del Presidente della Camera Fini. Qualunque dichiarazione gli venga attribuita dai resoconti delle agenzie di stampa o dagli articoli dei quotidiani, sarà perciò falsa, frutto di pura fantasia, e come tale smentita". Lo afferma il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti

La reazione di La Russa. Non si è fatta attendere la reazione del ministro della Difesa, che giorni fa era stato chiamato in causa come una delle persone a conoscenza dei fatti: "Non ho mai commentato le notizie su questa inchiesta e non commento oggi le dichiarazioni di Fini", dice La Russa. Poi l'affondo: "Seguo però questa vicenda con attenzione e tanta tristezza. Inoltre dalla dichiarazione di Fini si evince chiaramente che fu lui ad autorizzare Pontone. Ora Raisi è servito, lui che ieri aveva detto che io dovevo sapere qualcosa".

Santanché : "Si dimetta". "Non solo non fa chiarezza ma dimostra il rifiuto del presidente Fini a dire agli italiani la verità fino in fondo, cosa non ammissibile per la terza carica dello Stato. A questo punto, le sue dimissioni non sono solo auspicabili, ma diventano indispensabili". Lo afferma Daniela Santanchè, sottosegretario al ministero dell'Attuazione del programma di governo.

Fonte: Repubblica


09/08/2010 12:47
 
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Casa Montecarlo, la nota di Fini

Ecco la difesa del presidente della Camera


ROMA - "Un'inchiesta della Magistratura accerterà se sulla vicenda della casa a Montecarlo sono state commesse irregolarita" o violazioni di legge. E' la ragione per cui mi sono fino ad oggi limitato ad affermare 'Ben vengano le indagini'. A differenza di altri non ho l'abitudine di strillare contro i magistrati comunisti...".

"Secondo molti la rilevanza che il caso ha assunto dovrebbe spingermi a chiarire rapidamente, senza attendere interrogatori e rogatorie internazionali, alcuni punti non facilmente comprensibili per l'opinione pubblica. Premesso che il caso è diventato tale per l'ossessiva campagna mediatica dei giornali berlusconiani, che fingono di ignorare che la vicenda non ha ad oggetto soldi o beni pubblici ma solo la gestione di una eredità a favore di A.N., sento comunque il dovere di fare chiarezza per ciò di cui sono a conoscenza".

"1) L'appartamento di Montecarlo (peraltro di modeste dimensioni) fu valutato, quando venne in possesso di A.N., circa quattrocentocinquanta milioni di lire e per tale valore fu regolarmente iscritto a bilancio. La stima fu fatta dalla società che amministra il condominio ed è stata spontaneamente esibita agli inquirenti insieme con gli altri documenti richiesti".

"2) Chi ebbe modo di visitare l'appartamento, l'On. Lamorte e la Sig.ra Marino, mia segretaria particolare, riferirono che esso era in condizioni fatiscenti, inabitabile senza cospicue spese di ristrutturazione".

"3) Non corrisponde al vero che siano state avanzate a me o, per quel che mi risulta, all'amministratore Sen Pontone o ad altri proposte formali di acquisto".

"4) Nel 2008 il Sig. Giancarlo Tulliani mi disse che, in base alle sue relazioni e conoscenze del settore immobiliare a Montecarlo, una società era interessata ad acquistare l'appartamento, notoriamente abbandonato da anni".

"5) Verificato dagli Uffici di A.N. che l'offerta di acquisto era superiore al valore stimato (trecentomila Euro a fronte di quattrocentocinquanta milioni di lire) e in ragione del fatto che il bene rappresentava unicamente un onere per A.N. (spese di condominio ed altro), autorizzai il Sen. Pontone alla vendita come accaduto altre volte in casi analoghi".

"6) Solo per restare nell'ambito dell'eredità Colleoni, alcuni terreni a Monterotondo, un appartamento ad Ostia ed uno in Viale Somalia a Roma furono venduti in tempi diversi con le medesime modalità. In nessuna occasione, a partire dalle assemblee nazionali convocate secondo statuto per l'approvazione dei bilanci, alcun dirigente di A.N. contestò o sollevò perplessità sulle avvenute vendite essendo evidente che la "giusta battaglia" cui faceva riferimento il testamento consisteva nel rafforzamento del partito anche attraverso nuovi introiti finanziari e non certo attraverso l'utilizzo di terreni o appartamenti (specie se all'estero) non necessari all'attività politica".

"7) La vendita dell'appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della societa" acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla".

"8) Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l'appartamento. La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite. Questo è tutto. Una sola considerazione finale: in quasi trenta anni di impegno parlamentare non ho mai avuto problemi di sorta con la giustizia e non ho assolutamente niente da nascondere nè tantomeno da temere per la vicenda monegasca. Pertanto, chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità nella politica è meglio che si rassegni...".

Fonte: Repubblica


09/08/2010 12:51
 
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Casa ex An a Montecarlo,
Fini: nulla da nascondere

Capezzone: ''non e' piu' super partes''


ROMA - ''Se Gianfranco Fini vuole compiere un atto di dignità e non di viltà politica, deve rassegnare le dimissioni da Presidente della Camera. Le sue dimissioni sono ormai inevitabili per due ragioni. Primo: è ormai un caso pubblico, per milioni di cittadini, la scarsa trasparenza della situazione relativa alla casa monegasca, e quelle fornite ieri da Fini sono delle 'non spiegazioni' ". Lo afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. ''Per altri - prosegue - in circostanze meno gravi, i finiani hanno reclamato dimissioni immediate: noi siamo garantisti, ma ora sta a loro mostrare coerenza rispetto alle loro stesse richieste di poche settimane fa. Secondo: Fini non è più super partes, e da tempo, nella sua funzione di terza carica dello Stato. E' inaccettabile - aggiunge ancora - che Fini intervenga quotidianamente nel dibattito politico, per dividere anziché per unire, trasformando una funzione di garanzia in un ruolo di capo fazione che organizza la sua corrente e trama contro il Governo e la maggioranza scelti e confermati dagli italiani. Tutto ciò non è più accettabile. Almeno, ci risparmi lo spettacolo di vedere il solito politico aggrappato alla sua poltrona fino all'ultimo momento possibile''.

GIORNALE, FINI COME SCAJOLA, SI DIMETTA - Fini come Scajola'. 'Il Giornale' di Vittorio Feltri titola cosi' dopo la vicenda della casa di Montecarlo e lancia una campagna per chiedere le dimissioni di Gianfranco Fini dalla presidenza della Camera con tanto di tagliando da compilare e firmare per i lettori. Fini ''e' come Claudio Scajola - scrive il direttore nell'editoriale - che, poverino, e' diventato proprietario di una casa ma ignora la provenienza dei soldi con cui e' stata pagata''. Per Feltri il presidente della Camera ''non chiarisce nulla sull'appartamento finito in mano al cognato''. Sara' ''lecito - aggiunge Feltri - ma e' anche molto brutto che il paladino della legalita' alieni a prezzo stracciato una casa donata ad An da un'iscritta e che poi quella casa risulti abitata dal 'cognato'''. Comprensibile ''attribuire la responsabilita' della sfiga al Giornale'' ma ''la nostra non e' un'operazione politica basata su dossier e organizzata da Berlusconi'' ma ''una normale inchiesta giornalistica''. ''Fini e i finiani pensino cio' che gli garba - prosegue Feltri - ma si rendano almeno conto che prendersela con noi e' un sintomo di debolezza, se non di disperazione. I fatti sono fatti. E questi sono fatti dai riflessi politici molto pesanti. Non esiste che un presidente della Camera si comporti come Scajola e che, a differenza di questi, non senta la necessita' di dimettersi se non altro per coerenza con quanto ha sempre predicato''. E con la raccolta firme promossa dal quotidiano, ''desideriamo dagli una mano a rompere gli indugi'' e ''incoraggiare Fini a fare il proprio dovere: lasciare la presidenza della Camera e limitarsi ad essere il leader di Futuro e liberta'''.

(di Teodoro Fulgione)

FINI: ''NULLA DA NASCONDERE'' - ''Non ho assolutamente niente da nascondere ne' tantomeno da temere per la vicenda monegasca''. Gianfranco Fini para il colpo e passa al contrattacco sulla questione della ex casa di An a Montecarlo, finita in affitto al fratello della sua compagna Elisabetta Tulliani. Le ''spiegazioni'' del presidente della Camera, affidate ad una nota non soddisfano i suoi 'avversari' nel Pdl, che ne chiedono le dimissioni, e divaricano le distanze con il partito del premier al punto che Osvaldo Napoli, vicecapogruppo Pdl alla Camera, definisce ''la verifica con Futuro e Liberta' chiusa ancora prima di essere aperta''. Fini ricostruisce in otto punti la vendita dell'appartamento di Montecarlo e sembra affondare il colpo contro Silvio Berlusconi, marcando le differenze nella gestione del tema giustizia: ''La magistratura' chiarira' - scrive - A differenza di altri non ho l'abitudine di strillare contro i magistrati comunisti''. ''Per questo - dice ancora - chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalita' nella politica meglio che si rassegni''. Il leader di Fli spiega di aver deciso di voler chiarire ''alcuni punti non facilmente comprensibili per l'opinione pubblica'' e per reagire alla ''ossessiva campagna mediatica dei giornali berlusconiani''. ''La vicenda - scrive - non ha ad oggetto soldi o beni pubblici ma solo la gestione di una eredita' a favore di An''. E proprio da alcuni ex esponenti di An arriva la richiesta di chiarimenti al presidente della Camera. Negli otto punti il leader di Futuro per l'Italia spiega che ''l'appartamento di Montecarlo (peraltro di modeste dimensioni) fu valutato circa 450 milioni di vecchie lire dalla societa' che amministra il condominio'' ed era ''in condizioni fatiscenti, inabitabile senza cospicue spese di ristrutturazione''. In particolare Fini smentisce che ''siano state avanzate'' a lui ''o al senatore Pontone o ad altri proposte formali di acquisto'' ma ricorda: ''Nel 2008 il signor Giancarlo Tulliani, in base alle sue relazioni e conoscenze del settore immobiliare a Montecarlo, mi disse che una societa' era interessata ad acquistare l'appartamento'' e che ''l'offerta di acquisto era superiore al valore stimato (350mila euro a fronte di 450 milioni di lire)'' e per questo ''autorizzai la vendita''. ''In nessuna occasione - scrive - alcun dirigente di An contesto' o sollevo' perplessita' ''. Gli ultimi due punti della nota sono i piu' delicati. Fini poi afferma: ''la vendita dell'appartamento e' avvenuta il 15 ottobre 2008 e sulla natura giudica della societa' acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla''. ''Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l'appartamento - conclude il presidente della Camera - La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite''. La replica del Pdl non si fa attendere. Il senatore Antonino Caruso ribadisce di aver ricevuto ''una offerta all'incirca di sei milioni di franchi'' e che riferi' la telefonata al senatore Pontone il quale - spiega ancora - ''non manchera' di confermare la circostanza''. ''La cosiddetta 'spiegazione' di Fini - afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl - non spiega granche'. Si ferma proprio dove sarebbe dovuta cominciare, cioe' sul punto che ha suscitato 'sorpresa' anche nell'onorevole Fini. Nella nota si coglie solo un forte nervosismo e una certa insofferenza nei confronti delle domande poste dalla stampa''. Per il sottosegretario Daniela Santanche' quello del presidente della Camera e' ''un vergognoso tentativo di scaricare le colpe su compagna e parenti''; mentre Maurizio Bianconi avanza una richiesta di dimissioni alla Terza carica dello Stato: ''C'e' chi in un'altra vicenda che ha qualche attinenza (cose di case) - afferma riferendosi indirettamente alla vicenda Scajola - si e' dimesso senza neppure essere indagato''.

Fonte: ANSA


15/09/2010 14:17
 
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Casa di Montecarlo a Tulliani? “Una stronzata e una truffa”.
Parla il notaio che si occupò della vendita


La casa di Montecarlo data in affitto a Giancarlo Tulliani? “E’ stata fatta una stronzata”. L’espressione non propriamente oxfordiana, è stata utilizzata da Paul-Louis Aureglia, il notaio che stipulò il rogito per il passaggio dell’immobile da Alleanza Nazionale ad alcune società off shore. Aureglia ha incontrato Stefano Lorenzetto del Giornale.

Durante il colloquio, definito informale, Aureglia si è comunque lasciato “sfuggire” considerazioni personali: a cosa si riferisce quando parla di “stronzata?”.

Il notaio infatti avrebbe parlato addirittura di “truffa”: “Il Principato aveva il diritto di prelazione”. Lorenzetto spiega che Aureglia, a tal proposito, avrebbe citato due leggi in base alle quali i servizi finanziari del Princi pato possono esercitare “il di ritto di comperare al posto di chiunque altro un immobile o un fondo di commercio, a seconda della qualità del be ne posto in vendita, pagando un 10 per cento in più”. Una procedura che, nel caso della casa lasciata in eredità ad An dalla contessa Colleoni, non sarebbe stata seguita.

Per quanto riguarda invece gli acquirenti dell’appartamento, il nota io si è appellato al segreto professionale: ha raccontato al cronista del Giornale di es sere stato contattato “dagli uf fici che rappresentano le so cietà” Printemps Ltd e Timara Ltd nel Principato.
Ma quando gli è stato chiesto chi possano essere i soci occulti, Aureglia ha risposto che “Il notaio non può sape re chi c’è dietro. Si limita a controllare che le società sia no state regolarmente costi tuite e dispongano di coordi­nate bancarie”.

Il 14 settembre, intanto, è prevista l’audizione del senatore Francesco Pontone, ex tesoriere di An, che si è occupato della cessione dello stabile. Allo stato attuale il fascicolo, aperto per truffa aggravata dalla Procura di Roma, resta ancora contro ignoti. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani avrebbe comunque in programma altre audizioni di persone informate sui fatti: tra queste l’altro ex tesoriere del partito Donato Lamorte. Non dovrebbe essere ascoltato, invece, almeno per il momento, il “cognato” di Fini Giancarlo Tulliani.

Fonte: blitzquotidiano


26/09/2010 11:50
 
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Berlusconi: "Troppe liti, è un disastro"
Ex senatore: "La casa di An? Non è di Tulliani"

Renato Ellero, avvocato ed ex parlamentare della Lega: "Il proprietario è facoltoso e non risiede in Italia". Oggi il presidente della Camera dirà la sua verità sulla vicenda in un filmato. Troppi accessi, i tre siti dove sarà trasmesso vanno in tilt. Audiomessaggio del premier ai promotori della libertà: "La stampa italiana ha un'avversione pregiudiziale, ma noi ignoriamo gli insulti".

ROMA - Mentre cresce l'attesa per il video in cui Gianfranco Fini dirà la sua verità sulla vicenda della casa di Montecarlo, una rivelazione getta nuova luce sulla vicenda. "La casa di Montecarlo è di un mio cliente, e non di Giancarlo Tulliani - dice, ai microfoni di Capital, Renato Ellero, ex senatore della Lega nord - Posso dire che il mio cliente non risiede in italia ma è una persona abbastanza facoltosa da poter comperare "non solo l'appartamento al valore che gli viene attribuito da 'Libero' o 'il Giornale', ma tutto il palazzo".

Nel frattempo Silvio Berlusconi torna a fare sentire la sua voce, lamentando come "insulti e falsità" danneggino l'immagine dell'Italia. "E' un vero disastro, è molto peggio del teatrino di sempre, del teatrino delle chiacchiere, degli insulti, delle falsità. Meglio lasciar perdere. La stampa italiana ha un'avversione pregiudiziale. Fuori da questo teatrino, il nostro governo invece, il 'governo del fare', ha continuato a lavorare in silenzio su cose concrete, nell'interesse di tutti gli italiani" dice il premier in un audiomessaggio ai promotori della libertà. Parole che risuonano mentre i tre siti su cui sarà trasmesso il video di Fini (Generazione Italia, Libertiamo e il Secolo d'Italia) vanno in tilt per i troppi accessi.

Il messaggio punta a rendere merito ai militari italiani impegnati in missione di pace. Con Berlusconi che ne sottolinea il lavoro svolto: "Un impegno che riscuote l'apprezzamento unanime delle istituzioni internazionali che lavorano per la pace e per la sicurezza nel mondo". "Anche l'ex ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, ha fatto un pubblico elogio della politica estera dell'Italia degli ultimi anni - sottolinea ancora il presidente del Consiglio -e ha affermato che grazie alle nostre missioni militari il nostro Paese non è più un 'peso piuma' nello scacchiere internazionale, bensì un Paese protagonista".

Dall'opposizione il segretario del Pd, Pierluigi Bersani prima punta il dito contro il governo: "'Non so con quale coraggio possano venire la settimana prossima in Parlamento a dire che si va avanti, che non c'è problema e che va tutto bene. Non so con quale coraggio". E infine dice che seguirà "con attenzione" il video di Fini.

Fonte: Repubblica


26/09/2010 12:02
 
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Fini: "Basta giochi al massacro
se la casa è di Tulliani mi dimetto"

Il video-intervento del presidente della Camera sulla vicenda dell'appartamento di Montecarlo. Denuncia con forza una "ossessiva campagna politico giornalistica per costringermi alle dimissioni". E si dice pronto a lasciare la sua carica se il fratello della sua compgna "risulterà essere proprietario". Infine l'appello ad abbassare i toni. E cita esplicitamente Silvio Berlusconi

ROMA - Ammette di aver commesso "una leggerezza". Promette che "se Tulliani risulterà essere il proprietario della casa di Montecarlo, sono pronto a lasciare la mia carica". Ma denuncia con forza "una ossessiva campagna politico giornalistica per costringermi alle dimissioni" e chiede che cessi "il gioco al massacro", invocando "responsabilità". Dopo mesi di silenzio Gianfranco Fini parla. Lo fa in un video annunciato ieri e atteso, oggi, per tutta la giornata. Nove minuti per spiegare quella che aveva definito "la mia verità". Da mesi il presidente della Camera è diventato il bersaglio della stampa vicina al premier. Mesi in cui è stato oggetto di continui attacchi del Giornale e di Libero. Mesi di "linciaggio", per usare le parole del suo fedelissimo Bocchino. "Infamie contro me e la mia famiglia", aveva tuonato dal palco di Mirabello. Mentre dava l'ennesima accelerata verso l'addio al Pdl.

GUARDA IL VIDEO

IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO

Al centro della vicenda, l'affaire della casa nel Principato. Un appartamento di proprietà di An di cui ancora oggi Fini dice di non conoscere il proprietario. Che invece Giornale e Libero individuano nel fratello della compagna del presidente della Camera. Nel mezzo, pagine e pagine di attacchi. Sullo sfondo, del tutto evidente, uno scontro politico e istituzionale con Silvio Berlusconi. Perché di questo è convinto il presidente della Camera. Che la campagna stampa non sia mossa dal diritto-dovere di informare ma sia l'arma finale di un preciso disegno politico: farlo dimettere dallo scranno più alto di Montecitorio. A quasiasi costo e con qualsiasi mezzo. Al punto di tirare in ballo "i servizi segreti deviati", di fare nome e cognome di chi, giura ancora Bocchino, sarebbe stato l'autore di quella che gli uomini del presidente della Camera definiscono una "patacca".

All'inizio l'ex leader di An ostenta il silenzio. Nel pieno dello scontro, l8 agosto di quest'anno, affida a una nota il suo pensiero. "Quando i magistrati avranno finito si vedrà chi ha ragione". Poi il silenzio, rotto solo da un nervoso botta e risposta con Mentana durante un'intervista al suo Tg7: "Aspetti qualche tempo, poi rideremo.."

Oggi Fini parla e ammette di aver commesso una "leggerezza". Ecco la sua ricostruzione: "L'11 luglio 2008 l'appartamento è stato venduto per 300 mila euro alla Società Printemps, segnalatami da Giancarlo Tulliani. Dai miei uffici il prezzo fu considerato adeguato perché superava del 30 per cento il valore stimato dalla società immobiliare monegasca che amministra l'intero condominio. Si poteva spuntare un prezzo più alto? E' possibile. E' stata una leggerezza? Forse. Solo dopo la vendita ho saputo che in quella casa viveva Tulliani. Il fatto mi ha provocato un'arrabbiatura colossale, anche se egli mi ha detto che pagava un regolare contratto d'affitto e che aveva sostenuto le spese di ristrutturazione. Non potevo certo costringerlo ad andarsene, ma certo gliel'ho chiesto e con toni tutt'altro che garbati. Spero lo faccia, se non fosse altro che per restituire un po' di serenità alla mia famiglia".

Leggerezza ma nessuna colpa grave, rivendica Fini: "Non è stato commesso alcun tipo di reato, non ci sono appalti o tangenti, non c'è corruzione né concussione". Poi, con non casuale malizia, sottolinea: "A differenza di altri non sono mai stato coinvolto in inchieste e non ho né denaro né barche né ville intestate a società off shore, a differenza di altri che hanno usato, e usano, queste società per meglio tutelare i loro patrimoni familiari o aziendali e per pagare meno tasse".

Ma non a tutte le domande riesce a dare risposta: "Non so chi sia il proprietario della casa". I dubbi restano. E Fini lo ammette, spingendosi a promettere quello che da tempo gli viene gridato in faccia dal Pdl: "Se dovesse emergere con certezza che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera".

Fin qui la questione della casa. Ma Fini allarga l'orizzonte. Prima evocando torbide manovre nei suoi confronti. Lui che a Mirabello aveva lanciato la proposta di un codice etico, adesso ammette: "'E' evidente che se fossi stato coinvolto in un bello scandalo mi sarebbe stato più difficile chiederlo e sarebbe stato più credibile chiedere le mie dimissioni". "Trattamento Boffo", lo definì il pasdaran berlusconiano Stracquadanio. E dopo poco, puntualmente, è scoppiato l'affare Montecarlo. Per questo Fini torna a ripetere come giornali e televisioni non passono diventare strumenti di parte, "usati per colpire il politico". Che le notizie non possono essere utilizzate "come un manganello", inventandole e mischiandole "con le calunnie", distruggendo la democrazia e il futuro della libertà.

L'appello ad abbassare i toni lo lascia alla fine. Citando esplicitamente Berlusconi: "Si mette a repentaglio il futuro della libertà. Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Fermiamoci pensando al futuro del paese. Riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto. Gli italiani si attendono che la legislatura continui per affrontare i problemi e rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti, a partire dal presidente del Consiglio, siano dello stesso avviso. Se così non sarà, gli italiani sapranno giudicare. E per quel che mi riguarda, ho certamente la coscienza a posto". Suona come una sorta di armistizio. Ma dall'esito davvero incerto.

Fonte: Repubblica


26/09/2010 12:09
 
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Berlusconi va in video e anticipa Fini:
“Disastro della politica con insulti e falsità”


Silvio Berlusconi anticipa di qualche ora il video-verità di Gianfranco Fini e manda anche lui un messaggio, come fa spesso, ai “Promotori della Libertà” in cui dice: ”In questi giorni l’immagine che da di sè la politica è davvero un disastro, è molto peggio del teatrino di sempre, del teatrino della chiacchiere, degli insulti, delle falsità”.

”Meglio lasciar perdere. Fuori da questo teatrino – ha aggiunto il Presidente del Consiglio – il nostro governo, invece, il ‘governo del fare’, ha continuato a lavorare in silenzio su cose concrete nell’interesse di tutti gli italiani”.

Berlusconi utilizza il messaggio per rendere merito agli italiani impegnati all’estero nelle “missioni di pace” e dice: ”L’apprezzamento degli alleati nei confronti dei nostri militari che hanno il compito di addestrare le forze armate e soprattutto le forze di polizia afgane è altissimo. Grazie a questo arduo lavoro, un lavoro che abbiamo svolto e stiamo svolgendo con grande impegno e con grande professionalita’, senza clamore ma con la consapevolezza di servire il proprio paese, i nostri militari si sono conquistati il consenso e la fiducia sia della popolazione afgana, sia, lo ripeto, dei nostri alleati internazionali”.

”Gli italiani hanno oggi un estremo bisogno di valori positivi, di valori etici e morali – prosegue – hanno bisogno di ritrovare la fiducia nello Stato. Il messaggio che il lavoro straordinario dei nostri soldati in Afghanistan lancia agli italiani racchiude tutto questo e merita di essere conosciuto e considerato, merita di ricevere il plauso di tutto il Paese”.

”Purtroppo la stampa italiana non vuole tenere in considerazione, neppure come ipotesi, il riconoscimento che a livello internazionale viene dato all’azione del nostro governo perche’ tanta e’ tale la sua avversione pregiudiziale”, aggiunge il Cavaliere. Il presidente del Consiglio ha ricordato che ”anche l’ex ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, ha fatto un pubblico elogio della politica estera dell’Italia degli ultimi anni e ha affermato che, grazie alle nostre missioni militari, prima in Kosovo e in Libano, poi in Iraq e in Afghanistan, il nostro Paese non e’ piu’ un ‘peso piuma’ nello scacchiere internazionale, bensi’ un paese protagonista, un paese leader”.

”Un grazie di cuore – continua nel video Berlusconi – va rivolto anche alle famiglie, ai padri, alle madri, ai figli che seguono con trepidazione questi nostri soldati impegnati nelle missioni internazionali, per il forte sostegno morale che hanno sempre assicurato ai loro ragazzi anche nei momenti piu’ duri, a conferma del fatto che democrazia, liberta’ e solidarieta’ sono ideali e sono valori per i quali e’ giusto impegnarsi sempre e dovunque. I nostri soldati in Afghanistan – ha aggiunto il premier – e negli altri 20 teatri operativi sono la parte piu’ bella e piu’ pulita dell’Italia. Dovete raccontarlo e spiegarlo a tutti quelli che potete raggiungere. Fatelo con lo stesso orgoglio che ho provato io leggendo i resoconti del loro lavoro quotidiano”.

“E’ a questa loro azione all’estero voglio accomunare anche quella degli altri ragazzi e ragazze – dice il Cavaliere – con le stellette che in Italia si prodigano sia per accrescere la sicurezza interna, e sapete che sono migliaia i soldati impegnati nella sicurezza delle grandi citta’, sia per intervenire prontamente in tutte le occasioni di gravi calamita’. Vi ringrazio tutti – conclude Berlusconi – per il vostro impegno costante ed efficace e rivolgo a ciascuno di voi un saluto affettuoso. Che Dio benedica l’Italia e tutti i nostri soldati impegnati nelle missioni di pace”.

Fonte: blitzquotidiano


27/10/2010 00:34
 
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Casa di Montecarlo, la richiesta dei pm
"Inchiesta da archiviare, non c'è reato"

La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione sulle presunte irregolarità legate alla vendita dell' immobile nel Principato. Fini era stato iscritto tra gli indagati. Sms ai finiani: "Non commentate la vicenda". Bocchino: "Non è una questione politica"

ROMA - Nessun reato. Nessuna truffa. La querelle sulla casa di Montecarlo finisce davanti alla richiesta dei pm di Roma che mette in chiaro "l'insussistenza di azioni fraudolente". Dopo mesi di polemiche e veleni, la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per la compravendita dell'appartamento in rue de Princesse, oggetto di una furibonda campagna stampa del Giornale e Libero contro il presidente della Camera Gianfranco Fini (che con l'ex tesoriere di An Francesco Pontone era stato iscritto nel registro degli indagati per truffa). Chiarita, dunque, la storia dell' appartamento da Alleanza Nazionale nel 1999 e ceduto nel 2008 per 300 mila euro. Poi preso in affitto da Giancarlo Tulliani, cognato di Fini.

Causa civile. Resta in piedi la competenza del giudice civile che, però, potrebbe interessarsi della vicenda però solo se ci fosse istanza altri rappresentanti del partito chiedendo un risarcimento del danno per la vendita ad un prezzo inferiore di quello di mercato dell'immobile.

La valutazione. Il Principato di Monaco ha valutato l'immobile tre volte il valore dichiarato ai fini successori (273 mila euro) ma per la Procura di Roma "tale valutazione è stata effettuata in astratto, senza tener conto - si legge nel comunicato - delle condizioni concrete del bene, descritto dai testi come fatiscente".

Le reazioni. La consegna del silenzio arriva via sms. Un messaggino arriva sui cellulari dei finiani: l'ordine di scuderia è quello di non commentare in alcun modo la notizia della archiviazione chiesta dalla procura di Roma sulla vicenda della casa di An a Montecarlo. "Commentiamo solo le notizie politiche, questa non lo è" taglia corto Italo Bocchino a Repubblica Tv. L'unico a parlare è l'ex tesoriere di An, Pontone, toccato direttamente dall'inchiesta: "Sono contento era un'azione sballata contro il presidente della camera fini e contro di me. Si diceva che sarebbe scoppiata come una bolla di sapone e così è stato. Noi continueremo la nostra battaglia politica contro quelli che speravano o si illudevano di poter bloccare l'azione del presidente della Camera". Polemico il leader della Destra Francesco Storace: "Il processo breve, brevissimo si applica solo a Fini. In poche settimane lo si scrive nel registro degli indagati per truffa e poi si decide che 'va assolto'".

Deluso ma senza calcare la mano Vittorio Feltri: "Non mi spiego la decisione della procura, non penso comunque che l'aspetto civile della vicenda non debba essere chiarito. Mi auguro che il chiarimento sia fatto in fretta perchè gli italiani hanno il diritto di sapere cosa è successo". Ma per far capire lo stato d'animo del quotidiano berlusconiano basta leggere il titolo del sito internet: "Colpo di spugna della procura: Fini era indagato, chiesta archiviazione''.

'Come avrebbe detto mia madre che era professoressa di latino: de hoc satis, ne abbiamo abbastanza" taglia corto il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro a Repubblica Tv.

Fonte: Repubblica


26/01/2011 15:49
 
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Pdl e Lega all'attacco contro Fini
Bossi: mi pare che si debba dimettere

Le carte di St Lucia in procura. Pronta interrogazione Pdl.
Casini: siamo al ridicolo, istituzioni umiliate. Idv: un diversivo


ROMA - Come annunciato nei giorni scorsi, è partita la controffensiva del Pdl, assistito dalla Lega, contro Gianfranco Fini. Mentre la Procura di Roma ha finalmente ricevuto dalla Farnesina le annunciate carte di St Lucia sulla vicenda della casa An a Montecarlo, il Pdl prepara un'interrogazione e Umberto Bossi scandisce netto che il presidente della Camera dovrebbe dimettersi. Pier Ferdinando Casini interviene parlando di istituzioni umiliate. Fini per parte sua sostiene di aver avuto assicurazioni da Giancarlo Tulliani di una sua assoluta estraneità con la proprietà della casa.

La Farnesina ha consegnato in mattinata alla Procura a Roma i documenti di St Lucia, 3-4 pagine in inglese, sulle proprietà delle società off-shore Printemps Ltd e Timara Ltd, che in tempi diversi hanno gestito l'immobile di Montecarlo ereditato da An nel 1999 e venduto nel 2008 per circa 300 mila euro. Dal carteggio risulterebbe che il titolare delle società sarebbe Giancarlo Tulliani, cognato di Fini. Il procuratore capo, Giovanni Ferrara, e l'aggiunto Pierfilippo Laviano hanno disposto la traduzione dei documenti. Il carteggio conterrebbe il risultato di una attività investigativa del ministro della Giustizia di St Lucia. Due le strade che potranno essere intraprese dai pm: l'integrazione delle posizioni di Gianfranco Fini e dell'ex tesoriere di An, Francesco Pontone, oppure l'apertura di un nuovo fascicolo. Per il 2 febbraio è fissata l'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento avanzata dai pm sulla base del presupposto che non c'è stata «nessuna truffa». A proporre opposizione i denuncianti del 30 luglio scorso, gli esponenti de La Destra Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea, nonchè un gruppo di militanti del Pdl di Domodossola.

«Giancarlo (Tulliani, il cognato di Fini, ndr) mi ha assicurato che lui non c'entra nulla con quelle società. L'ho strizzato, ho cercato in tutti i modi di farmi spiegare come stiano le cose e devo credergli», ha detto Fini a la Stampa.

L'interrogazione urgente del Pdl sulla vicenda è pronta al Senato e dovrebbe essere calendarizzata per domani mattina. L'interrogazione è del senatore del Pdl, Luigi Compagna, e chiede al presidente del Consiglio e in particolare al ministro degli Esteri di «sapere se e quali atti abbia compiuto al fine di verificare la veridicità degli elementi riportati dalla stampa riguardanti la proprietà dell'immobile situato a Montecarlo al n. 14 di Rue Princesse Charlotte e se detti elementi siano sufficienti a chiarire definitivamente e in modo rispondente alla verità dei fatti l'intera vicenda».

Bossi: mi pare che Fini si debba dimettere. Così il leader della Lega questa mattina alla Camera. Carroccio e Pdl hanno rinnovato ieri alla capigruppo di Montecitorio la richiesta di un dibattito sul ruolo del presidente della Camera dopo la nascita di Fli. Fini ha rinviato la questione alla giunta per il Regolamento, da lui presieduta. Il capogruppo della Lega, Marco Reguzzoni ha sollecitato una pronta convocazione dell'organismo per discutere della questione.

Frattini: chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio «può essere normale» da parte del capo dell'opposizione ma «non da parte del presidente della Camera» al quale si richiede, in ogni caso, «imparzialità», ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parlando di «due elementi di rottura». Il partito che fa capo a Gianfranco Fini opera come partito d'opposizione, ha sottolineato Frattini ricordando che Fli si era dichiarata «sempre leale al centrodestra e mai sleale con il governo» salvo poi arrivare alla sfiducia. Il secondo elemento è legato al fatto che Fini, da presidente della Camera ha chiesto per la seconda volta le dimissioni del Premier.

Briguglio: è stato Berlusconi a chiedere per primo le dimissioni di Fini. «Vedo che molti nel Pdl e nella Lega hanno perso la memoria politica: è stato il presidente del Consiglio, con un attacco mediatico senza precedenti, a chiedere per primo le dimissioni di Fini da presidente della Camera e non il contrario - dice Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica di Futuro e Libertà - Adesso, dopo avere rotto il gentleman agreement tra uomini delle istituzioni imponendo una prepotente politicizzazione anche delle relazioni tra alte cariche dello Stato Berlusconi non ha titolo di lamentare un cambiamento che egli stesso ha provocato nella vita politica e istituzionale del Paese».

Casini: istituzioni umiliate. L'esito dell'inchiesta sulla casa di Montecarlo dimostrerà «chi ha cercato vendetta». Con quella vicenda «siamo al ridicolo e «in uno stato di umiliazione delle istituzioni», ha detto il leader dell'Udc, sottolineando di aver apprezzato la risposta di Fini che ha invitato a mandare le carte ai magistrati dando «un esempio di correttezza. Questa è la differenza tra noi e gli altri, noi siamo disponibili ad approfondire mentre qualcuno pensa di non dovere rispondere a nessuno. Questo fa capire la nostra diversità». Casini ha aggiunto che «Fini regista del caso Ruby è qualcosa che fa scappare da ridere, anzi da piangere». Il leader centrista è andato all'attacco sottolineando che «se la maggioranza e il presidente del Consiglio affidano a Lavitola i propri destini vuol dire che questo è un Paese molto particolare...».

Idv: l'attacco a Fini è un diversivo. «L'attacco al presidente della Camera con la richiesta di dimissioni e di dibattito parlamentare sono solo tentativi di distrarre l'opinione pubblica e di non parlare dei veri problemi del Paese. PdL e Lega vogliono in questo modo anche distogliere l'attenzione dallo scandalo che sta travolgendo Berlusconi. È la loro solita tattica», afferma il portavoce Idv Leoluca Orlando.

Fonte: IlMattino


28/01/2011 00:00
 
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Frattini in Senato, il Pdl contro Fini
Bocchino: "Dossieraggio, Berlusconi mandante"

Il titolare della Farnesina non rivela il contenuto dei documenti dello stato caraibico sulla compravendita dell'appartamento. Le opposizioni abbandonano l'aula per protesta. La maggioranza insiste: "Il presidente della Camera lo aveva promesso, si dimetta". Fli attacca il premier e il ministro degli Esteri "inadeguato, ha infangato la diplomazia". Fini si dice tranquillo


ROMA - E' scontro a tutto campo, anche istituzionale, sulla vicenda della casa di Montecarlo. L'atteso passaggio del ministro degli Esteri Franco Frattini al Senato per riferire dei documenti ottenuti dallo stato caraibico di Santa Lucia segna una giornata ad alta tensione.

"Alcune settimane fa - ha detto Frattini in aula - ho ottenuto risposta dalle autorità di Saint Lucia che me ne hanno certificato l'autenticità per la veridicità dei dati contenuti in questi documenti. Il documento è stato messo a disposizione della Procura di Roma, io non posso dire nulla sul suo contenuto", Il riferimento diretto è alle informazioni ricevute dal primo ministro di Santa Lucia in relazione alla compravendita dell'appartemento di Montecarlo la cui proprietà è stata attribuita a Giancarlo Tulliani, il cognato del presidente della Camera Gianfranco Fini.

Ma l'intervento del capo della Farnesina a palazzo Madama è arrivato dopo una discussione aspra tra maggioranza e opposizione sull'opportunità dell'iniziativa del ministro. Dubbi, espressi da Terzo Polo e Pd, ai quali Frattini ha risposto così: "Essenziale prima del merito una precisazione sul metodo". "Il ministro degli Esteri - precisa Frattini - non si 'scomoda' mai quando viene in Parlamento ma fa, semplicemente, il proprio dovere. E viene in Parlamento quando al Parlamento viene chiamato, non quando lo decide il governo, che non può né deve decidere se, e dove, essere ascoltato, se in commissione o in Aula". A chiedere formalmente la presenza di Frattini in Aula per fare il punto sulla vicenda delle carte di Santa Lucia era stata un'interrogazione urgente del senatore Luigi Compagna del Pdl.

Le parole del ministro erano rivolte in particolare alla presidente dei senatori democratici Anna Finocchiaro, ma quest'ultima non le ha ascoltate in quanto tutto il gruppo del Pd, così come avevano già fatto i rappresentati dell'Api, ha abbandonato insieme a quello dell'Idv l'Aula del Senato in segno di protesta mentre Frattini prendeva la parola. "Non è possibile - aveva denunciato la Finocchiaro - piegare la presenza del governo in Aula a una necessità politica del tutto insignificante. Non è possibile che il ministro venga convocato e l'interrogazione venga messa subito all'ordine del giorno mentre decine di centinaia, non so se migliaia di atti di sindacato ispettivo giacciono dimenticati".

Fini a metà pomeriggio ha ostentato tranquillità: a chi ha avuto modo di parlargli, il leader di Fli avrebbe detto: "Dimostra che sono alla disperazione". Ben più duro Italo Bocchino: "Silvio Berlusconi è il mandante di questa azione di dossieraggio, il manovale è Valter Lavitola". Dossieraggio ad orologeria, messo in atto "al solo scopo di distrarre l'opinione pubblica da quanto sta emergendo dalle inchieste di Milano" sul caso Ruby, continua il capogruppo di Fli alla Camera. Una vicenda "inquietante di sesso, di soldi e di appartamenti e i commenti delle interessati, a cominciare dalla Minetti, lasciano sgomenti. Parliamo anche di chili di cocaina, non di grammi, ma di chili, quantità da narcotrafficanti trovato in appartamenti" riconducibili al premier. E ancora: Frattini è inadeguato a ricoprire il ruolo di ministro degli Esteri, "ha infangato il ruolo e il prestigio della diplomazia italiana per la sua debolezza che non gli ha consentito di dire no a Silvio Berlusconi". E dovrà risponderne davanti ai giudici. Infine, se c'è qualcuno che deve dimettersi, è Schifani, dice ancora Bocchino: il presidente del Senato "ha dimostrato di non essere imparziale e che si è prestato ad un'operazione di dossieraggio in sede istituzionale". Dai finiani arrivano anche dure polemiche nei confronti del ministro degli Esteri. E Andrea Ronchi definisce quella di Frattini "la più brutta pagina della storia della Repubblica".

Ma in serata la linea del Pdl resta imporntata alla massima durezza: "Troviamo veramente incredibile che
Fli, anzichè apprezzare la misura e l'approccio istituzionale con cui il ministro Frattini, a cui esprimiamo la nostra piena vicinanza e solidarietà, ha risposto doverosamente a un'interrogazione parlamentare, cerchi come nelle peggiori tradizioni dei nemici giurati di Berlusconi, di adire improvvidamente la scorciatoia giudiziaria, che è peraltro proprio preclusa dalla evidenza dei fatti". Nelal nota del Popolo della libertà si parla di "inutile e disperato tentativo di depistaggio da parte del Fli che assume anzi un tono pateticamente minaccioso con uno stile che sarebbe facile aggettivare nel peggiore dei modi".

Poi l'affondo: "L'opinione pubblica, sulla questione Montecarlo, attende non schermaglie giudiziarie ma risposte politiche. Dica Fini se intende tenere fede alla sua promessa di dimissioni, la casa è del cognato, la prova ora c'è".

A stretto giro la contropreplica dei finiani. "Non meritano risposta, se non quella degli italiani. Anzichè preparare dossier nel tentativo di intimidire, Berlusconi abbia la dignità di dimettersi per consentire agli italiani di pronunciarsi sulle tonnellate di fango che lo riguardano". Di più. Per i luogotenenti di Fli agli attacchi provenienti dal Pdl costituiscono un vero e proprio "pericolo per la democrazi, daremo risposte in ogni sede in nome della legalità repubblicana".

Fonte: Repubblica


28/01/2011 00:03
 
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Casa An: Frattini a risponde su proprieta' in Senato
Pdl: "Dica se intende tenere fede alla sua promessa di dimissioni: la casa è del cognato"


ROMA - Un militante di Fli - si apprende da fonti di Futuro e Libertà - ha depositato una denuncia indirizzata alla Procura della Repubblica e al Tribunale dei Ministri nei confronti del ministro degli Esteri Franco Frattini per il reato di abuso di ufficio, dopo la risposta del ministro alla interrogazione urgente presentata al Senato sulle carte in arrivo da Santa Lucia sulla proprietà della casa di An Montecarlo.

BERLUSCONI: FINI SI ARRAMPICA SU SPECCHI, SPIEGHI - Sulla vicenda della casa di Montecarlo, Gianfranco Fini si sta ''arrampicando sugli specchi'': e' lui che deve spiegare e chiarire, altrimenti non potra' che mantenere la promessa fatto con gli italiani di lasciare la presidenza della Camera. E' questo il ragionamento che, secondo alcuni interlocutori, il premier Silvio Berlusconi ha svolto nel corso di colloqui avuti a palazzo Grazioli. Incontri, riferiscono le stesse fonti, che si sono svolti dopo il vertice del Cavaliere con lo stato maggiore del partito.

PDL: PROVA C'E', FINI DICA SE MANTIENE PROMESSA - ''Dica Fini se intende tenere fede alla sua promessa di dimissioni: la casa e' del cognato. La prova ora c'è. Il nodo è politico. Ci dica se intende mantenere l'impegno a dimettersi o rinnegarlo. In tal caso sarà ancora più evidente il suo ruolo di parte incompatibile con l'alta funzione che ricopre''. Cosi' un comunicato stampa del Coordinamento nazionale del Pdl in cui si definisce ''la scorciatoia giudiziaria'' minacciata contro Franco Frattini un ''inutile e disperato tentativo di depistaggio'' dalla vicenda di Montecarlo.

BOCCHINO, BERLUSCONI E' MANDANTE DOSSIERAGGIO - "Silvio Berlusconi è il mandante di questa azione di dossieraggio, il manovale è Valter Lavitola". Lo ha detto il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, nel corso di una conferenza stampa.

Opposizione unita contro la decisione di Renato Schifani di dichiarare ammissibile l'interrogazione del Pdl sulla documentazione proveniente da Saint Lucia relativa alla casa di An a Montecarlo, a cui il ministro degli Esteri Franco Frattini ha risposto malgrado la plateale assenza dei senatori di Pd, Udc e Idv. Ma il presidente del Senato, da Mathausen dove si trova per il Giorno della Memoria, ribatte: "E' il governo che autonomamente individua le interrogazioni alle quali rispondere tra fasce temporali d'aula già predeterminate dai capigruppo".

Prima che Frattini confermasse che secondo il governo di Saint Lucia i documenti sono autentici e che sono stati inviati dalla Farnesina alla Procura di Roma, in Aula si è consumato un aspro dibattito. "Quello che sta per avvenire - spiega Francesco Rutelli - non avrebbe mai dovuto avvenire per la correttezza dei rapporti che dovrebbe esserci tra Camera e Senato. Non è opportuno che il Senato si occupi in maniera trasversale di polemiche politiche della Camera". Dura anche Anna Finocchiaro (Pd): "Non è possibile piegare l'Aula ad una esigenza di natura politica e del tutto assolutamente insignificante per i problemi del Paese", sostiene, aggiungendo che "questa interrogazione è messa all'ordine del giorno mentre forse migliaia di atti ispettivi giacciono e forse non avranno mai una sede per discuterne o un interlocutore". Una "inusuale solerzia", quella del governo su questa interrogazione, evidenziata da Pasquale Viespoli del Fli, il quale pure non lascerà l'Aula quando parla Frattini.

Fonte: ANSA


01/02/2011 23:15
 
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Frattini indagato per abuso d'ufficio
il caso andrà al tribunale dei ministri

L'iniziativa partita dalla denuncia di un cittadino dopo che il capo della Farnesina si è adoperato per portare in Italia le carte dello stato caraibico di Santa Lucia sulla compravendita dell'appartamento al centro della accuse a Fini. Il ministro: "Sono sereno, accuse prive di fondamento"

ROMA - Il ministro degli Esteri Franco Frattini è ufficialmente indagato per il reato di abuso d'ufficio a seguito della denuncia presentata alla procura di Roma da un privato cittadino che, almeno ufficialmente, non apparterrebbe a Fli. Il fascicolo nei prossimi giorni sarà trasmesso per competenza al Tribunale dei Ministri. L'iniziativa fa riferimento all'acquisizione, da parte di Frattini, dei documenti provenienti da Santa Lucia che attribuirebbero la proprietà della casa di Montecarlo, ereditata da An, a Giancarlo Tulliani.

Il ministro si dice omunque sereno. "Ho preso atto della mia iscrizione nel registro degli indagati presso la procura di Roma a seguito della denuncia presentata da un militante di Futuro e libertà. In relazione a tale atto doveroso da parte della procura di Roma - spiega Frattini - attendo con assoluta serenità che i magistrati svolgano nei tempi più brevi gli accertamenti necessari; confido in una rapida e definitiva conclusione della vicenda, iniziata con argomentazioni del tutto prive di fondamento".

Al centro della vicenda c'è anche la scelta del reponsabile della Farnesina di presentarsi in aula al Senato la scorsa settimana per rispondere a un'interrogazione parlamentare del Pdl sulla documentazione in possesso dello stato caraibico relative alla compravendita dell'appartamento monegasco. La titolarità dei procedimenti per l'acquisizione di documenti d'indagine all'estero attraverso rogatoria internazionale spetta infatti non al ministero degli Esteri ma a quello della Giustizia su sollecitazione della magistratura inquirente.

La mossa di Frattini, prima ancora delle iniziative giudiziarie, aveva scatenato però accese polemiche politiche. In quell'occasione tutte le opposizioni avevano infatti abbandonato Palazzo Madama in segno di protesta per un'iniziativa ritenuta illegittima e faziosa. "Non è possibile - aveva denunciato in particolare la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro - piegare la presenza del governo in Aula a una necessità politica del tutto insignificante. Non è possibile che il ministro venga convocato e l'interrogazione venga messa subito all'ordine del giorno mentre decine di centinaia, non so se migliaia di atti di sindacato ispettivo giacciono dimenticati". Appunti resi ancora più evidenti dalla "totale assenza diplomatica dell'Italia nell'ambito delle gravissima situazione dell'Egitto" denunciata oggi dal capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, Antonio Borghesi.

Fonte: Repubblica


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