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SUPERSAGGIO
Berlusconi: "I giornali vogliono indebolirmi"
Intercettazioni: "Presto una nuova legge"

Il premier ai Promotori della Libertà: "Ridaremo agli italiani la libertà di usare il telefono senza correre il rischio di veder pubblicate le proprie vicende private. Il governo lavora bene". Poi annuncia: "Ridurremo le tasse. E completeremo programma e legislaura"

ROMA - "Loro e i loro giornali, che continuano con le chiacchiere, gli insulti, le calunnie, i falsi teoremi per cercare di infangare e di indebolire un governo che lavora, concretamente e bene, nell'interesse di tutti gli italiani". E' un passaggio dell'audio messaggio ai Promotori della Libertà con cui Berlusconi è tornato ieri sera a difendersi sui casi giudiziari che lo coinvolgono, a elencare i successi del governo e ad attaccare le opposizioni e la stampa. "Alcuni giornali - dice il premier - stanno mettendo in atto una nuova vergognosa montatura già smentita dai fatti tentando di coinvolgere il presidente del Consiglio e il Popolo della Libertà in vicende poco chiare da cui siamo lontani anni luce". Poi aggiunge: ''Questa settimana, se ci pensate bene, ci dà ancora una volta la fotografia delle due Italie. Noi che lavoriamo insieme alla grande maggioranza degli italiani che lavorano, arrestando centinaia di criminali e varando in Senato una manovra rigorosa che mette le basi della ripresa della nostra economia che funziona".

"Fango da stampa e opposizione". "Loro e i loro giornali, continuano con le chiacchiere, gli insulti, le calunnie, i falsi teoremi per cercare di infangare e di indebolire un governo che lavora, concretamente e bene, nell'interesse di tutti gli italiani". I successi del governo sono "un messaggio preciso che fa anche
piazza pulita del clima assurdo e giacobino, creato da alcuni giornali che stanno mettendo in atto una nuova vergognosa montatura già smentita dai fatti tentando di coinvolgere il Presidente del Consiglio e il Popolo della libertà in vicende poco chiare da cui siamo lontani anni luce".

"Siamo il pilastro del governo". Nel messaggio Berlusconi torna sul tasto del potere inamovibile perché acquisito con il voto: "Abbiamo vinto tutte le sfide elettorali, degli ultimi due anni: le elezioni politiche, le elezioni europee, le elezioni amministrative, le elezioni regionali. Siamo quindi il pilastro portante del governo, e nella realtà e nei numeri non ci sono ipotesi diverse di governo. Siamo di fronte all'ennesimo tentativo della sinistra di ribaltare per via giudiziaria il risultato delle urne, siamo di fronte all'eterna pretesa e all'eterno sogno della sinistra di far diventare maggioranza la minoranza, con un gioco di prestigio".

"Presto una nuova legge sulle intercettazioni". E sul ddl intercettazioni annuncia presto una nuova legge: "Presto condurremo in porto la nuova legge per ridare agli italiani la libertà di usare il telefono senza correre il rischio di veder pubblicate sui giornali le proprie vicende private, come succede ora", ha assicurato Berlusconi. E tra le riforme che il governo ha "in cantiere" annuncia "quella del fisco, con la determinazione di ridurre la pressione fiscale".

Lotta alla criminalità. 'Ancora una volta, grazie a noi e alle nuove leggi che abbiamo introdotto, lo Stato è tornato a fare lo Stato, con l'obiettivo di sconfiggere tutte le organizzazioni criminali e quindi non solo la mafia ma anche la 'ndrangheta, la camorra e la Sacra corona unita". "Noi siamo assolutamente determinati, noi vogliamo liberare l'Italia da questo male oscuro, vogliamo estirpare questo anti-Stato una volta per tutte", ha assicurato, "è una priorità del nostro governo, una priorità che ci siamo impegnati a completare entro i prossimi tre anni e a cui lavoriamo ogni giorno con forte determinazione". "E in effetti, i numeri, i fatti parlano chiaro e dimostrano che nessun governo ha fatto meglio del nostro nella storia della Repubblica italiana", ha ribadito.

"Realizzeremo il programma fino in fondo". "Il nostro governo, ci piace chiamarci governo del fare - dice il presidente del Consiglio - continuerà a lavorare nei prossimi tre anni per realizzare fino in fondo il programma su cui ci siamo impegnati con gli elettori appunto durante la campagna elettorale e quindi nel nostro programma elettorale. Siatene certi: lavorando con serenità, che non ci ha mai abbandonato, come abbiamo sempre fatto, completeremo nella legislatura il nostro programma di governo, senza farci condizionare dai continui tentativi di delegittimazione di una opposizione che nella realtà continua a perdere peso e voti".

Pd: "Delegittima fiducia nelle istituzioni". Dal Pd arriva la replica al premier sull'inchiesta P3. "Facendo finta di non vedere e cercando di derubricare l'indagine a gossip giornalistico - dice la capogruppo democratica in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti -, Berlusconi, invece, non dimostra responsabilità politica e delegittima la fiducia nelle istituzioni. Ancora più goffo il tentativo di prendere distanza da un'inchiesta che ha già portato alle dimissioni del sottosegretario Cosentino e che vede coinvolto il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, e alti rappresentanti delle istituzioni. Mi sembra che ce ne sia abbastanza per tirare fuori la testa dalla sabbia".

Bersani: "Seve una riscossa civile". Per Bersani, il premier invece di "minimizzare" dovrebbe andare in Parlamento a dire cosa pensa dello stato della Repubblica. "Bisogna che le intercettazioni siano garantite, che la magistratura possa fare il suo lavoro e che la politica, quando c'è qualcuno coinvolto, abbia la forza di dire dimettiti", ha sottolineato. Ma, ha aggiunto, "serve anche qualcosa di più: una riscossa civile" del Paese.

Fonte: Repubblica


17/07/2010 00:49
 
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P3, Berlusconi: è fango per indebolire il Governo
Alfano: no alla caccia alle streghe


ROMA - ''Una vergognosa montatura'' con cui si tenta di ''coinvolgere il presidente del Consiglio e il Popolo della Liberta' in vicende poco chiare da cui siamo lontani anni luce''. Silvio Berlusconi attraverso un audio messaggio indirizzato ai promotori della liberta' passa al contrattacco difendendo il suo partito e se stesso da qualsiasi ipotesi di coinvolgimento nell'inchiesta giudiziaria sulla 'P3'. Berlusconi punta il dito contro l'opposizione che, a suo dire, ha l'unico obiettivo attraverso ''chiacchiere, insulti, calunnie e falsi teoremi'' di ''infangare e di indebolire un governo che lavora, concretamente e bene, nell'interesse di tutti gli italiani''. Una difesa dell'operato del governo che il premier aveva fatto gia' nella mattinata nel corso del Cdm. Il Cavaliere, a quanto raccontano alcuni presenti, avrebbe rassicurato tutti sulla tenuta dell'esecutivo nonostante l'obiettivo fosse proprio la delegittimazione del governo stesso e della sua persona. Un ragionamento, quello di Berlusconi, in linea con la presa di posizione di Angelino Alfano a difesa del cosiddetto 'sistema giustizia' che, precisa il Guardasigilli ''ha dentro di se' tutti gli anticorpi per reagire''. Parole chiare anche di fronte al coinvolgimento nell'inchiesta di alcuni magistrati: ''Non si puo' fare di tutta un'erba un fascio - e' la replica - e non si puo' dare la caccia alle streghe''. Le indagini a carico di esponenti della maggioranza (Verdini, Cosentino, Dell'Utri e Caliendo) tengono banco anche tra le opposizioni che chiedono un chiarimento in Aula. Lo dice in modo esplicito il segretario del Pd Pier Luigi Bersani rivolgendosi al Cavaliere: ''Invece di minimizzare la questione P3 - attacca il leader democratico - Berlusconi dovrebbe venire in Parlamento a dire cosa pensa dello Stato e della Repubblica''. Berlusconi e' chiamato in causa anche da Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia di Montecitorio che lo invita a ''tirare fuori la testa dalla sabbia'' visto che ''l'inchiesta sulla P3 non e' un'invenzione giornalistica ma un'accurata indagine della procura di Roma che dovrebbe allarmare tutti coloro che rivestono ruoli di responsabilita' nelle istituzioni repubblica''. Ad essere preso di mira pero' non e' solo il premier. L'Italia dei Valori infatti chiama in causa anche Niccolo' Ghedini. Per Leoluca Orlando infatti c'e' da chiedersi se l'avvocato del premier in quanto ''collega di partito dei vari Scajola, Brancher e Cosentino, non sia stato in qualche modo a conoscenza delle riunioni in casa Verdini per fare pressioni indebite sui membri della Consulta che stavano per giudicare la costituzionalita' del Lodo Alfano, suo obbrobrio giuridico''. Una domanda a cui replica, a stretto giro di posta, il diretto interessato annunciando querela contro l'esponente dell'Idv: ''Le sue parole - attacca Ghedini - trascendono qualsiasi critica politica e sono palesemente diffamatorie. Agiro' immediatamente in giudizio''.


EOLICO, CAPPELLACCI DAI PM: HO FATTO INTERESSE SARDEGNA
AVVOCATO: 'CHIARITO TUTTO'. INTERROGATO ANCHE SICA


ROMA - "Ho fatto l'interesse della Sardegna e ho fiducia nella magistratura". Ugo Cappellacci, governatore della Sardegna, esce dalla stanza del procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, che indaga sugli appalti dell'eolico nell'isola, dopo un interrogatorio di piu' di sei ore. Un interrogatorio che non cambia la sua posizione processuale: Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli non gli contestano altre ipotesi di reato, dunque per il governatore sardo l'accusa resta abuso d'ufficio e concorso in corruzione. Cappellacci è coinvolto nell'inchiesta in relazione alla nomina di Ignazio Farris, ritenuto uomo vicino a Flavio Carboni, all'Arpas Sardegna. "Sono contento - ha aggiunto al termine dell'interrogatorio - di aver potuto trasferire a chi indaga il risultato finale di un percorso virtuoso frutto di un processo ampio e articolato di cui c'é evidenza negli atti amministrativi. Sono tranquillo". E il suo avvocato Guido Manca Bitti ha sottolineato: ''abbiamo chiarito tutto''. Prima di Cappellacci i pm avevano sentito anche l'ex assessore regionale della Campania, Ernesto Sica, che secondo i magistrati romani sarebbe coinvolto, assieme agli componenti della presunta associazione occulta, una attivita' di dossieraggio nei confronti dell'attuale governatore della Campania, Stefano Caldoro. Nel corso dell'interrogatorio Sica ha detto di essere a conoscenza delle voci diffamatorie diffuse sul conto Caldoro ma le considero' un colpo basso di natura politica, un gossip, ''nulla di personale''. L'ex assessore si è giustificato sottolineando che l'azione nei confronti di Caldoro, riguardo a presunte e false voci su sue frequentazione con trans, "era in un periodo pre elettorale", quando ancora non era stato scelto il candidato per le elezioni regionali. Sica ha ribadito che quando alla fine da Roma si e' deciso di candidare Caldoro lui lo ha sostenuto senza tentennamenti e convogliando sull'attuale governatore tutto il suo consenso. L'esponente del Pdl campano, che è stato con oltre 30mila preferenze uno dei candidati più votati alle elezioni, ha ribadito di non avere nulla di personale nei confronti di Caldoro. Uno dei suoi difensori, l'avvocato Fabrizio Merluzzi, ha spiegato: "E' stato un interrogatorio tranquillo, chiaro, limpido. Il mio assistito ha spiegato che la contrapposizione era connessa alla normale contesa politica". Infine Sica ha spiegato di non conoscere Flavio Carboni o Pasquale Lombardi, i presunti vertici della cosiddetta P3, e di aver avuto rapporti sporadici solo con Arcangelo Martino. "Non ha mai incontrato nessuno degli altri indagati", ha sottolineato il penalista. Dalle carte dell'inchiesta emergono ulteriori particolari sui rapporti che l'associazione occulta manteneva con funzionari amministrativi della giustizia. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni, il capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller, forni' all'imprenditore Arcangelo Martino una serie di istruzioni su come formulare la richiesta di ispezione al collegio della Corte d'appello di Milano che respinse il ricorso per la riammissione alle elezioni della lista 'Per la Lombardia' di Roberto Formigoni. Ispezione che, comunque, non fu mai effettuata. Inoltre da alcune intercettazioni emerge che il gruppo tento' di avere informazioni su una indagine che sarebbe stata avviata a inizio anno dalla procura di Milano a carico della Regione Lombardia.


P3, FORMIGONI: NESSUN COINVOLGIMENTO, SOLO FALSITA'
GOVERNATORE SI DIFENDE, MAI DATO MANDATO A NESSUNO


MILANO - Roberto Formigoni si difende e nega ogni coinvolgimento con la cosiddetta P3, l'associazione segreta per cui sono indagati il coordinatore Pdl Denis Verdini e il senatore Marcello dell'Utri e si trovano in carcere Flavio Carboni e Arcangelo Martino. Secondo un'informativa dei carabinieri del 18 giugno, sarebbe su mandato del governatore che l'associazione (che faceva riferimento a Carboni) chiese al presidente della Corte d'appello di Milano, Alfonso Marra, di intervenire perche' la lista di Formigoni fosse riammessa alle elezioni regionali. Ma il presidente della Lombardia lo smentisce. ''Ovviamente non ho dato un mandato a nessuno - dice -. Non c'e' nessun coinvolgimento ne' presunto ne' reale. Sono tutte notizie false e infondate''. Negli ultimi giorni sono state pubblicate dai giornali alcune intercettazioni, fra l'altro di Formigoni con Martino, alcune sull'invio (mai avvenuto) di ispettori ministeriali alla Corte d'appello. Ma di queste Formigoni, che potrebbe essere sentito a Roma come testimone, non parla. E' lui stesso invece a ripercorrere la concitazione dei primi di marzo quando l'ufficio elettorale regionale presso la Corte d'appello, accogliendo un ricorso dei radicali, non ammise alle elezioni la lista del governatore perche' le firme necessarie erano meno di quelle richieste. Questo significava mettere fuori corsa, di conseguenza, anche Lega Nord e Pdl in tutti i collegi. ''Mettetevi nella situazione di quei giorni - spiega ai giornalisti che gli fanno capannello intorno alla fine della presentazione del Rigoletto che la Rai girera' a Mantova -. La mia lista esclusa illegittimamente, illegalmente, in maniera anticostituzionale dalla competizione, la lista che rappresenta il 60% dei cittadini lombardi''. Per Formigoni si e' trattato di una ''patente violazione di legge'' contro cui ha dato si' mandato per ''ripristinare la verita''' ma ''agli avvocati''. Cosi', ricorda, ha fatto lui e cosi' hanno fatto anche i partiti. Agli avvocati ''abbiamo dato mandato - prosegue - attraverso una molteplicita' di iniziative, tutte documentate, di recuperare quella violenza gravissima fatta ai cittadini lombardi''. E i magistrati che l'hanno fatta, cioe' che non hanno ammesso la lista, sono stati ''sanzionati perche' poi il Tar ha giudicato gravemente lesivo della verita' il loro operato''. Preferisce invece non commentare il trasferimento di Marra, che avrebbe ottenuto la carica di presidente del Tribinale dopo un' intensa attivita' di pressione esercitata dal 'gruppo' sul Consiglio superiore. ''Non dipende da me - conclude -. Non entro in valutazioni che competono ad altri organi''.

Fonte: ANSA


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