Immigrati, attriti Ue-Berlusconi. Almunia:
«Devo chiedergli il permesso di parlare?»
Dopo le minacce del premier, Bruxelles risponde: «Speriamo
che la Commissione continui a rispondere alle domande»
ROMA (2 settembre) - «Auspichiamo che la Commissione europea continui a rispondere alle domande in modo aperto e trasparente, anche in italiano». Il ministro delle Finanze svedese e presidente di turno della Ue, Anders Borg, ha risposto così a chi gli chiedeva un commento sulle affermazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sui commissari e sui portavoce Ue. «Non daremo più il nostro voto - aveva minacciato ieri il premier - bloccando di fatto il funzionamento dell'Unione europea, e chiederemo il dimissionamento dei commissari se a Bruxelles continueranno a parlare i portavoce anziché il presidente della Commissione,
Almunia: a quale presidente devo chiedere il permesso di parlare? «A quale presidente devo chiedere il permesso di parlare?»: così il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, ha risposto a chi gli chiedeva di commentare le affermazioni di ieri di Berlusconi. Almunia ha continuato a scherzare intrattenendosi con i giornalisti italiani alla fine della conferenza stampa dell'Ecofin, lasciando però intendere che un commissario europeo non può ricevere istruzioni. «Non posso parlare, non posso parlare. Non ho il permesso» è stata l'ultima battuta prima di andare via.
In mattinata il portavoce Ue: un malinteso, situazione chiarita. In mattinata Johannes Laitenberger, portavoce del presidente della Commissione Ue, Barroso, aveva detto che la tensione sorta tra Roma e Bruxelles sull'immigrazione dopo le dichiarazioni di Berlusconi «è stato il frutto di un malinteso sorto su alcune dichiarazioni; penso che la situazione sia stata chiarita».
«Non vedo la necessità di portare avanti polemiche e speriamo che la questione si possa considerare chiusa», ha aggiunto il portavoce, che tuttavia ha respinto con fermezza l'idea che le dichiarazioni di Berlusconi possano avere in alcun modo intimidito i portavoce dell'eurogoverno. I portavoce della Commissione Europea «sono i microfoni che diffondono la voce del livello politico» di Bruxelles, ha rilevato Laitenberger, ribadendo la collegialità dell'esecutivo europeo e sottolineando come come Barroso sia un «sostenitore intransigente» delle prerogative delle istituzioni europee. La Commissione europea, ha proseguito, lavora con i mass media in modo «trasparente e aperto. E' un diritto-dovere che deriva da quanto previsto nei trattati».
Barrot: i respingimenti non mettano a rischio la vita delle persone. I respingimenti di immigrati clandestini «non devono mettere a rischio la vita delle persone, che sarebbe inaccettabile». Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione Ue Jacques Barrot, sottolineando di non ritenere che ci sia nulla contro il respingimento dei clandestini in sè, a parte la difficoltà ad individuare se tra questi ci siano persone che hanno il diritto di chiedere asilo. Ed è su questo punto, ha spiegato Barrot, che la commissione Ue ha chiesto chiarimenti all'Italia. Barrot, poi, ha detto di non volersi soffermare sulla «polemica eventuale riguardante il ruolo dei portavoce». «Non sono stato contattato dall'Italia e nel caso avrei reagito in modo vivace», ha sottolineato il vicepresidente della Commissione, ribadendo di respingere con decisione l'accusa di inazione nel contrasto all'immigrazione illegale.
A proposito delle critiche formulate ieri da Berlusconi, Barrot ha spiegato di non essersi presentato oggi alla stampa «per distribuire critiche, ma per dare informazioni». Quanto alla richiesta di informazioni inviata all'Italia, Barrot ha osservato che ora la Commissione attende le risposte «per eventualmente entrare in discussione». «Ma non voglio fare commenti - ha osservato, rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti - prima di avere tutti i dati da parte italiana».
Frattini. «Dato che le prese di posizione di portavoce e commissari Ue sono lo strumento per innescare polemiche domestiche credo che il presidente della Commissione e il suo portavoce possano assumere un più forte coordinamento verso i mezzi di informazione». Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ha commentato oggi ai microfoni del Gr1 le parole di ieri del premier Silvio Berlusconi, che ha criticato duramente le esternazioni dei portavoce di Bruxelles sull'immigrazione
minacciando di bloccare i lavori della Ue.
«Noi - ha premesso Frattini - guardiamo la risposta del portavoce della Commissione che ha detto che c'è stata una richiesta di chiarimenti (sui respingimenti, ndr) e non una critica. Se ogni precisazione di un portavoce non fosse lo strumento per le opposizioni per strumentalizzare quelle parole e per fare una polemica - ha concluso il ministro degli Esteri - non ci sarebbero problemi».
Fonte:
IlMattino