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Il premier dimissionario sceglie il palco radicale per l'ultimo intervento da Presidente
Il segretario del Pd parla all'assemblea delle Acli: "Servono nuove allenze"
Prodi: "Il Paese era zimbello in Ue"
Veltroni: "Vicepresidenza a Udc"
Per la Camera si sussurrano i nomi di Rosy Bindi e Rocco Buttiglione
"Due dei vicepresidenti del Senato dovranno essere indicati da Pd e Italia dei Valori"
ROMA - "La politica economica severa del governo è stata moralmente necessaria. Senza di essa avremmo sfasciato il bilancio e messo a rischio il Paese". Romano Prodi, davanti all' "Assemblea dei mille" convocata dai radicali, difende caparbio e convinto l'operato del suo esecutivo: "Abbiamo salvato il Paese che era lo zimbello della Ue. Con noi sono diminuite le controversie con l'Europa" E avverte: "Con il centrodestra il contributo attivo alla Ue si affievolirà sicuramente".
Il premier dimissionario sceglie il podio offerto dai Radicali a Chianciano terme per quella che assomiglia alla sua ultima uscita pubblica e che comunque è senz'altro la sua prima uscita pubblica dopo la doppia sconfitta del Pd. Sono le prime ore del pomeriggio. Pochi minuti dopo il segretario del Pd Walter Veltroni sceglie invece il podio offerto a Roma dalle Acli, la più grande associazione dei lavoratori cattolici, per riprendere le file del discorso politico dopo sconfitte, caminetti e voci di rese dei conti che sembrano al momento almeno congelate. Un filo che passa anche - come dimostra la scelta del luogo, degli interlocutori e dell'altro speaker il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini - "prima dall'innovazione politica-programmatica, dalla costruzione del nuovo partito a vocazione maggioritaria e poi, ma solo poi, dalla costruzione di un nuovo sistema di alleanze e dalla costruzione di convergenze con le opposizioni".
Veltroni: "Le vicepresidenze delle camere all'opposizione". Nel futuro del Pd, una traversata nel deserto, oppure una lunga scalata ("Non mi ha mai spaventato salire le montagne" precisa Veltroni) c'è dunque un periodo lungo e anche faticoso di radicamento nelle persone e nei luoghi ma sempre con lo sguardo in avanti. La disfatta dei labour dimostra che è finita l'epoca delle formule socialdemocratiche e delle alleanze disomogenee. "Partito a vocazione maggioritaria non significa condizione di esclusività" precisa Veltroni. E se le alleanze non potranno più essere disomogenee, con le opposizioni va costruito da subito "un rapporto corretto". Per questo, dice Veltroni, "è giusto che una vicepresidenza della Camera vada all'Udc e una del Senato vada all'Italia dei Valori". Le altre due al Pd (sono 4 le vicepresidenze per ogni ramo del Parlamento, due delle quali in genere riservate all'opposizione). Da giorni circola il nome del presidente dell'Udc Rocco Buttiglione per una delle due vicepresidenze della Camera; per l'altra è insistente il nome di Rosy Bindi.
Prodi difende il suo governo. Il professore rendendo omaggio ai radicali ("Grazie per la lealtà, siete gli ultimi giapponesi") difende con forza le scelte dell'esecutivo in questi venti mesi: "Abbiamo ridotto la disoccupazione al minimo storico, abbiamo lottato contro l'evasione fiscale non con i proclami ma con un impegno serio. Questo ha aumentato l'impopolarità del governo ma il nostro è stato un atto di coraggio per la democrazia". Prodi ha quindi rilevato che l'azione del governo è stata "condizionata dalle tensioni di una maggioranza composita". In definitiva per Prodi anche le liberalizzazioni sono un punto forte dell'azione di Palazzo Chigi, "anche se l'ultima parte di questo capitolo è rimasto dinanzi alle Camere".
"Il Pd deve avere più coraggio". Prodi difende anche quella che considera "la sua creatura". Buona parte del suo intervento di Chianciano assomiglia a un "testamento" politico. "Nel Partito democratico - dice - ho sempre creduto come pure nella sua capacità di dare una nuova forma al riformismo. Ho fatto quello che dovevo fare ma ora spetta ad un'altra leva". Quella che lascia è un'"eredità morale impegnativa. Il Pd può essere il punto di riferimento per l'azione riformista, ma deve avere coraggio, non deve avere paura". Tra i nodi futuri che il Pd dovrà affrontare Romano Prodi indica la "necessaria redistribuzione del reddito perchè le differenze sociali si allargano sempre di più. Il Pd dovrà affrontare anche questo tema".
(2 maggio 2008)
Repubblica.it |