In principio erano Barry Horowitz, Steve Lombardi, S.D. Jones, Iron Mike Sharpe, Bob Bradley. Poi i tempi sono cambiati e il ruolo del jobber, cioè un wrestler che entra nel ring prendendone di santa ragione e perdendo l'incontro perchè troppo inferiore al big affrontato, è praticamente sparito tranne in qualche occasione più che sporadica. La Wwe ha ripescato il ruolo con Colin Delaney, atleta che in Ecw ha cercato di conquistarsi un contratto con la federazione. Peccato che abbia avuto a che fare con giganti del calibro di Khali, Kane, Mark Henry e Big Show e che il suo fisico non sia minimanente in grado di contrastare nessuno. La storyline che lo riguarda pare giunta al capolinea, invece la Wwe continua a sfruttare il ragazzo che non fa altro che subire umiliazioni una dopo l'altra. Mentre aspettiamo la parola fine alla vicenda, ricordo come se fosse ieri i mitici jobber di una volta, quelli impegnati all'inizio degli anni '90 in programmi come Wrestling Superstars o Wrestling Challenge che venivano trasmessi su Italia Uno con il commento di Dan Peterson. Alcuni facevano tenerezza visto che poi Undertaker, Earthquake, Big Boss Man, Razor Ramon e compagnia bella facevano piazza pulita in quello che era un semplice allenamento.
Il fatto che pochi sanno è che alcuni grandi hanno cominciato proprio da jobber: è il caso di Mick Foley e Bret Hart negli anni '80, Rhino e Justin Credible nella Ecw. Qualcuno si è poi accorto delle loro potenzialità creando dei personaggi unici ed inimitabili, cosa che dubito per Delaney, bravo più a prenderle che a darle. Un altro caso è certamente quello di Damien Demento, ve lo ricordate? Quest'uomo, che riteneva di parlare con gli spiriti, lottò nel primo main event di Raw contro Undertaker, ovviamente perdendo. Una striscia di pessime figure che solo lui non vuole ricordare, visto che sul web ci sono dei video girati da lui stesso nei quali mostra di non avere tutti i collegamenti a posto nel cervello: DAMN!
http://wrestlingmania.blogosfere.it/2008/04/colin-delaney-jobber-si-nasce-e-non-si-diventa-damn.html