Citroën C5
Ecco le prime impressioni di guida della nuova Citroën C5 berlina. Per la prova completa, l'appuntamento è sul fascicolo di maggio di "Quattroruote".
Da Cascais a Cabo da Roca di auto se ne incontrano poche. A sinistra l'Oceano Atlantico, a destra le colline: bella cornice, quella della costiera portoghese sopra Lisbona. La strada, poi, è dolce e ritmata. L'affrontiamo a bordo della Citroën C5 berlina, che monta un 2.0 turbodiesel da 138 CV con filtro antiparticolato di serie.
Il modello, in lancio a fine maggio insieme alla station (la Tourer, terza foto), rappresenta una svolta per la Casa francese: tecnica, d'immagine, di stile. Intanto, la C5 è la prima Citroën del suo segmento a offrire una doppia scelta di sospensioni, tradizionali o "idrattive".
Anche nel design si è voltato pagina: la C5 pare proprio una tedesca (e non è una critica): passaruota ampi, padiglione sfuggente, profili cromati ovunque. L'impressione è quella di un'auto "importante", ben piantata. Nell'abitacolo, davanti, lo spazio è abbondante; dietro, ai più alti, manca forse qualche centimetro per la testa.
Il volante, come sulla C4, ha i (numerosi) comandi centrali fissi; un po' lontano dal guidatore il comando dell'hazard. Regoliamo lo schienale mediante una leva e giriamo la chiave d'avviamento (niente pulsante). Il sedile è ben disegnato, la visuale corretta, anche di tre quarti posteriore: merito della terza luce, a dimostrazione che design e funzionalità possono coesistere. Anche gli ampi specchi esterni sono una piacevole eccezione.
Rumori, da fuori, ne filtrano pochi: solo il motore, a freddo o in piena accelerazione, fa sentire un po' la sua voce. Gradevole il due litri turbodiesel, più regolare che "cattivo": basta e avanza, anche in considerazione del peso della C5 (oltre 1600 chili). E in ogni caso la francese si potrà scegliere anche con i più prestanti biturbodiesel 2.2 HDi (ne parleremo più avanti) e 2.7 V6.
Ma eccoci alle sospensioni "tradizionali" (doppi triangoli all'avantreno e multilink al retrotreno, stesso schema delle idrattive): neutralizzano bene le asperità del terreno ma, certo, rimane l'impressione che l'assetto sia un po' troppo morbido (gommatura 225/55 R17). Buona, come sempre, la tenuta di strada: limiti in curva elevati, vettura sicura, anche se rollio e beccheggio sono marcati. Anche lo sterzo segue tale impostazione: piuttosto demoltiplicato e mai affaticante.
Il meglio, comunque, la C5 lo offre in viaggio, in autostrada: in sesta, a 130 orari, ad esempio, il motore si accontenta di 2300 giri. Buono per orecchie e consumi. Ah, il cambio: il meccanico a 6 marce va bene, ma la frizione non è proprio leggera: e qui il consiglio è non lasciarsi sfuggire l'optional dell'automatico a 6 marce.
Il segreto della felicità non è far sempre ciò che si vuole ma volere sempre ciò che si fa (Tolstoj)