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(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Oltre 300.000 fra balene, delfini e cetacei in generale muoiono ogni anno perche' finiscono impigliati nelle reti da pesca. E' il fenomeno del cosiddetto ''bycatch'', cioe' cattura accessoria e accidentale da parte dei pescatori, che nel caso dei cetacei e' la principale causa di mortalita', che spinge molte specie verso l'estinzione. A seconda del metodo di pesca utilizzato si parla di cattura accessoria o cattura accidentale: nel primo caso animali diversi da quelli desiderati vengono sempre all'amo; nel secondo caso la cattura di animali diversi dalle specie target non avviene in modo sistematico, ma puo' capitare. E non sono solo i cetacei le uniche vittime: dalle tartarughe marine alle foche, dagli squali agli uccelli marini, fino a piccoli pesci di poco valore commerciale, fino ai coralli, sono tanti gli animali uccisi in mare da attrezzi da pesca che raccolgono anche specie diverse da quelle mirate. Nel complesso, secondo le stime dell'ultimo rapporto del Wwf che fa il punto sul fenomeno del bycatch, si parla di miliardi di animali rimasti uccisi ogni anno nel mondo. Per questo il fenomeno e' una delle priorita' in tema di conservazione del Wwf. Ecco un quadro dei dati del rapporto: - IL PROBLEMA: fin dallo sviluppo, circa 50 anni fa, di attrezzi da pesca e imbarcazioni sempre piu' grandi e veloci, migliaia di km di reti e lenze vengono piazzati negli oceani del mondo tutti i giorni. Griglie moderne di pesca, spesso poco visibili ma solide, risultano molto efficienti nel catturare le specie mirate, ma anche qualsiasi altra cosa finisca sul loro cammino. Diversi milioni di tonnellate di vita marina finiscono per essere prese non intenzionalmente, per essere poi gettate o in alcuni casi utilizzate; - SPECIE A RISCHIO: oltre 300.000 cetacei, per cui il bycatch e'la principale causa di mortalita'; oltre 250.000 ogni anno fra tartarughe marine minacciate come le caretta caretta e a rischio estinzione come le tartarughe liuto cadono nel palangrese derivante, cioe' una lunghissima lenza con tanti ami in fila impiegata per tonni, pesce spada e altri pesci; 26 specie di uccelli marini, incluse 17 specie di albatro, sono minacciate di estinzione a causa di queste lunghe lenze, che uccidono oltre 300.000 uccelli marini ogni anno; l'89% degli squali martello e l'80% degli squali volpe e squali bianchi, sono scomparsi dall'Oceano Atlantico Nord orientale negli ultimi 18 anni, principalmente a causa della cattura accidentale e accessoria; - CONCLUSIONI: nonostante alcuni pescatori responsabili abbiano cominciato ad occuparsi del problema, mancano ancora iniziative a tappeto. La cattura non mirata potrebbe quindi costituire il tassello finale per diverse specie marine minacciate e contribuire al problema della pesca eccessiva di giovanili, mettendo a rischio la sicurezza alimentare di alcuni Paesi poveri; - PROPOSTE: il problema sta cominciando ad essere considerato dall'industria della pesca. Alcune soluzioni esistono e altre sono in via di sperimentazione, grazie a pescatori, governi e organizzazioni non governative impegnati su questo fronte. Tra questi il Wwf, che sta sperimentando alcuni sistemi di pesca alternativi, da una griglia di pesca selettiva al Ted (Turtle excluder devices), un meccanismo che consente alla maggior parte delle tartarughe marine di uscire da un settore della rete, fino agli ami circolari, al posizionamento degli ami del palangrese derivante ad una profondita' maggiore per catturare solo pesci pelagici, reti da posta piu' sicure per i cetacei e reti selettive per prendere pesci adulti e far uscire quelli piccoli. (ANSA). KWS
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