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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano vede Marini e Bertinotti
Fissata la data del referendum ma la consultazione slitterà di un anno
Crisi, Napolitano avvia le procedure
per lo scioglimento delle Camere
L'annuncio ufficiale è previsto per mezzogiorno
E' stata la legislatura più breve della storia
ROMA - La legislatura cesserà di vivere alle 12, dopo l'espletamento delle ultime formalità. E se la tempistica sarà confermata, si tratterà, con i suoi 23 mesi, della più breve legislatura della storia della Repubblica. Giorgio Napolitano ha dato l'avvio alla procedura ufficiale, quella prevista dall'articolo 88 della Costituzione, secondo il quale il Capo dello Stato ascolta i presidenti dei due rami del Parlamento e poi può decidere lo scioglimento.
Questa sera, in effetti, Napolitano ha preso atto dei pareri di Franco Marini e Fausto Bertinotti. Pareri che è facile indovinare: Franco Marini ieri ha rinunciato all'incarico, Fausto Bertinotti da tre giorni dice che la legislatura è politicamente finita. Lo stesso Napolitano ha lasciato trapelare pensieri di amarezza, alla luce di quanto è successo. Difficile immaginare a questo punto, che il presidente ricorra alle altre possibilità che la Costituzione pure gli concede, e cioè un nuovo giro di consultazioni o addirittura un altro incarico esplorativo.
No, la legislatura pare proprio finita. In mattinata Romano Prodi appronterà il decreto di scioglimento e lo porterà al Quirinale per la controfirma. Ridisceso a Palazzo Chigi, terrà l'ultima riunione del Consiglio dei ministri, quella che indirà ufficialmente le elezioni, con tanto di data precisa (pare certo il 13-14 aprile).
Quindi un nuovo salto al Quirinale, a far controfirmare questo ultimo decreto. Solamente a questo punto Napolitano parlerà, perché ha promesso una decisione pubblicamente motivata.
Il governo ha intanto deciso oggi la data dei Referendum. Se non ci fosse stata la fine anticipata della Legislatura si sarebbe votato il 18 maggio. Nella nuova situazione politica, è previsto che la consultazione sulla legge elettorale sia rinviata di un anno.
(5 febbraio 2008)
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